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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Lettera urgente al Presidente del Senato e alla Presidente della Camera

Lun, 12/23/2013 - 17:14
23/12/13

 da Laura Arconti, presidente di Radicali italiani

    A Sen.Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica   e dott. Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati   Gentili Signori, chi scrive è a sua volta presidente, ma di un organismo infinitamente più modesto: il movimento “Radicali Italiani”, associazione costituente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT). Tuttavia scrivo questa lettera aperta non nella mia veste ufficiale, bensì come privata cittadina, tutt’al più come militante  -da poco meno di mezzo secolo-  del Partito Radicale: allo stesso modo mi sono qualificata anche quando –pochi giorni fa-  ho scritto al Ministro Guardasigilli Annamaria Cancellieri, ricevendone cortese ed ampia risposta. Non intendo intrattenervi, signori Presidenti, sul tema delicato della violazione dei compiti prescritti da leggi e regolamenti, perché ben so che si tratta di una vostra incombenza quotidiana, che ha il rischio di “scivolate” sempre dietro l‘angolo. Entrambi avete a che fare con Assemblee tumultuose e disobbedienti fino all’ingovernabilità: e si capisce che, nel quotidiano difficile mantenimento della propria autorevolezza sulle intemperanze di certi scostumati parlamentari, sia possibile perder di vista le cose che contano veramente.  Signori Presidenti di Senato e Camera, l’otto ottobre scorso il Capo dello Stato ha inviato al Parlamento un Messaggio solenne  -a norma dell’art. 87, secondo comma, della Costituzione-  «ponendo con la massima determinazione e concretezza una questione scottante, da affrontare in tempi stretti»  (testuale). Il testo del Messaggio è pubblico, e non starò a ripeterne i punti salienti, tanto meno i riferimenti  alla «sollecitazione pressante»  da parte della Corte di Strasburgo per i diritti umani, che letteralmente obbliga lo Stato Italiano ai prescritti adempimenti o alla «inderogabile necessità di porre fine, senza indugio, a uno stato di cose che ci rende tutti corresponsabili delle violazioni contestate all'Italia dalla Corte di Strasburgo», o al fatto che il Presidente ritiene «necessario intervenire nell'immediato» (citazioni testuali). Ciò che intendo sottolineare è che sono trascorsi quasi tre mesi, ed un silenzio cimiteriale è calato sul Messaggio del Presidente; le parole brucianti del Capo dello Stato sono passate sui giorni e sulle settimane parlamentari come l’acqua scorre su un vetro pulito, scivolando via nel silenzio più assoluto. Nel silenzio della maggioranza, delle opposizioni, di tutti, dai Capigruppo fino all’ultimo dei peones, quel documento è stato semplicemente ignorato, archiviato, cestinato, come fosse il volantino pubblicitario di un pizzaiolo. Anche da voi, signori Presidenti! Ma voi, almeno, vi siete consultati, anche solo per telefono?  Avete discusso se fosse o meno il caso di convocare d’urgenza la conferenza dei Capigruppo, magari anche solo per rovesciare loro addosso la responsabilità di ignorare il Messaggio formale alle Camere da parte della Prima Carica dello Stato? Oppure il sottaciuto disprezzo insito nella trascuratezza silenziosa è partito proprio da Voi, per condivisione? Se è così, questa semplice cittadina si pone una domanda: si chiede se il silenzio e la noncuranza da parte della Seconda e della Terza Carica dello Stato verso il messaggio del Presidente non raffiguri un gesto di inspiegabile e grave insubordinazione. Ora il Parlamento è chiuso per le vacanze di Natale, e quand’anche riconosceste un vostro errore non potreste rimediarvi fino alla riapertura dei lavori il 27 dicembre.  Noi Radicali, e con noi una imponente raccolta di Associazioni, Gruppi, Periodici, direttori ed operatori penitenziari, sacerdoti e cappellani di carcere, famiglie di detenuti e semplici cittadini, non faremo vacanza il giorno di Natale, ma marceremo da San Pietro a Palazzo Chigi per chiedere ciò che il Capo dello Stato ha chiesto al Parlamento: amnistia e indulto come misure di immediata clemenza, e riforma strutturale del sistema Giustizia. Perché i detenuti, anche quelli in custodia preventiva non ancora giudicati, di cui metà almeno risulterà alla fine innocente, e con loro gli operatori carcerari che ne condividono la difficile vita, non vanno in vacanza dalla loro quotidiana tortura, signori Presidenti di Senato e Camera! Anche se il Parlamento è in vacanza voi, Presidente Grasso e Presidente Boldrini, avete una possibilità immediata di riaffermare la vostra autorevolezza e la vostra fedeltà alla Costituzione ed al Capo dello Stato.  Se non vi basta l’animo per marciare con noi il giorno di Natale da Piazza Pia a Largo Chigi, almeno scrivete un messaggio pubblico al Comitato promotore della Marcia impegnandovi  formalmente a convocare la Conferenza dei Capigruppo il 27 dicembre stesso, o a calendarizzare d’autorità il dibattito sul Messaggio del Presidente Napolitano alle Camere. Signori Presidenti, vi affido questa proposta, con fiducia e speranza. Buon Natale! Laura Arconti, cittadina europea e militante radicale

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Affitti d'oro Camera dei Deputati. Bernardini e Testa. Polemica inutile, per recedere dai contratti basta applicare l'articolo 3 del decreto Monti.

Lun, 12/23/2013 - 10:51
23/12/13

Rita Bernardini Segretaria di Radicali Italiani e Irene Testa coautrice con Alessandro Gerardi del libro “Parlamento Zona franca” in riferimento alla questione degli affitti d’oro della Camera dei deputati, hanno dichiarato:

  “La Presidenza della Camera dei deputati ha uno strumento immediato, diretto e trasparente per risolvere il groviglio strettosi intorno ai palazzi Marini: invece di continuare a mandare input contraddittori al Governo, applichi direttamente l’articolo 3 del decreto Monti, che consente la facoltà di recesso a tutte le amministrazioni incluse nell’elenco ISTAT. Se infatti si apre quell’elenco, si scopre che in cima esso esordisce con le parole “Organi costituzionali” e, tra questi, vi è indiscutibilmente la Camera dei deputati. La Presidenza della Camera ha quindi già ora la possibilità di disdettare i contratti con Scarpellini: se non lo fa, è solo perché vuole restare coerente con la mitologia dell’autodichia che la ha condotta a costituirsi in giudizio contro la Corte di cassazione nel giudizio che sarà deciso l’11 marzo prossimo dalla Corte costituzionale.”

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Carceri/Giustizia: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrive a Rita Bernardini esprimendo “apprezzamento” per la III Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà

Sab, 12/21/2013 - 12:34
21/12/13

“TEMI TRADIZIONALI DELLE VOSTRE BATTAGLIE – SCRIVE NAPOLITANO -  DEI QUALI HO Più VOLTE SOTTOLINEATO L’IMPORTANZA E L’URGENZA”.

PLAUSO DEL PRESIDENTE AL MONDO CATTOLICO PER IL SOSTEGNO E LA PARTECIPAZIONE ALLA MARCIA.   Ecco il testo della lettera   Gentile Onorevole, in occasione dello svolgimento della III Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà, organizzata per il giorno di Natale dai Radicali italiani, desidero esprimere il mio apprezzamento per l’iniziativa che intende riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica, con una larga partecipazione del mondo cattolico e del volontariato, temi tradizionali delle vostre battaglie, dei quali ho più volte sottolineato l’importanza e l’urgenza. Di recente, il 7 ottobre scorso, ho inviato un messaggio alle Camere e vi ringrazio di averlo posto al centro della manifestazione. In quel testo, come è noto, ho affrontato la drammatica questione carceraria partendo dal fatto di eccezionale rilievo costituito dal severo pronunciamento con il quale nel gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha messo in mora il nostro paese, dopo aver giudicato già quattro anni fa la situazione delle nostre carceri incompatibile con l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In quella sede ho sottolineato come la necessità di cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia costituisce non solo un imperativo giuridico e politico, imposto sia dalla Convenzione Europea sia dalla nostra Carta Costituzionale, ma anche e soprattutto un dovere morale. Se infatti lo Stato deve farsi carico della sicurezza dei cittadini e delle sacrosante aspettative di giustizia delle vittime dei reati, ciò non deve esimere dal dovere di far sì che i luoghi di detenzione non umilino la dignità delle persone e corrispondano alla funzione rieducativa della pena. Ho quindi indicato una molteplicità di possibili interventi legislativi e amministrativi nonché, data l’urgenza di ottenere in tempi brevi, entro il prossimo 8 maggio come richiesto dalla Corte, sostanziali riduzioni del sovraffollamento delle carceri, la possibilità di accompagnare tali interventi con provvedimenti di clemenza generale, che avrebbero altresì l’effetto di accelerare i tempi di amministrazione della giustizia, anch’essi attualmente incompatibili con i principi della richiamata Convenzione europea e con l’articolo 111 della nostra Costituzione. Resta ovviamente fermo che spetta al Parlamento, eventualmente sentendo il Governo, assumersi la responsabilità di ritenere essenziale o non essenziale, ai fini del rispetto delle indicazioni della Corte di Strasburgo, l’adozione delle ipotizzate misure di clemenza, anche alla luce delle misure che saranno state eventualmente adottate nel frattempo. Con viva cordialità   Giorgio Napolitano

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Pena di morte: Quinto Congresso di Nessuno tocchi Caino. Organi eletti e mozione generale

Ven, 12/20/2013 - 17:14
20/12/13 text-indent:16.2pt">  text-indent:16.2pt">Il Quinto Congresso di Nessuno tocchi Caino, tenuto nella Casa di Reclusione di Padova nel ventennale dalla sua fondazione avvenuta nel dicembre del 1993, in collaborazione con “Ristretti Orizzonti”, si è concluso oggi con la elezione degli organi dirigenti e l’approvazione della mozione generale. text-indent:16.2pt">Marco Pannella, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti sono stati confermati, rispettivamente, Presidente, Segretario e Tesoriera dell’Associazione. L’oncologo Umberto Veronesi ha accettato la presidenza onoraria di Nessuno tocchi Caino. text-indent:16.2pt">Il Congresso, che aveva per tema il “No alla pena di morte e alla morte per pena”, ha approvato una mozione generale che individua gli obiettivi di lotta per il biennio 2014-2015. Sul piano internazionale della lotta alla pena di morte, la mozione congressuale impegna gli organi dirigenti a intensificare l’azione di lobbying volta a ottenere altri sostegni alla nuova Risoluzione pro-moratoria in discussione all’Assemblea generale ONU nel 2014. Nessuno tocchi Caino chiede che il nuovo testo sia rafforzato con la richiesta di istituire un Inviato Speciale ONU che abbia il compito di far superare i “segreti di Stato” sulla pena di morte ancora vigenti in molti Paesi, che sono causa di un maggior numero di esecuzioni. Il Congresso ha deciso inoltre di rafforzare il fronte di iniziative di non collaborazione internazionale nella pratica della pena di morte, attraverso una nuova campagna volta a fermare il contributo finanziario all'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine elargito dai Governi per i programmi di lotta al narcotraffico in Paesi come l’Iran, il Pakistan e il Vietnam dove centinaia di persone sono state giustiziate o condannate a morte negli ultimi anni per reati non violenti legati alla droga. Sul fronte più strettamente italiano, Nessuno tocchi Caino ha rilanciato gli obiettivi della “Marcia di Natale per l’Amnistia”, promossa dai Radicali per il 25 dicembre prossimo a Roma e volta a ottenere un provvedimento ampio di amnistia e indulto quali riforme prioritarie e di per sé strutturali per interrompere le violazioni al diritto europeo e al diritto interno italiano, quali sono la irragionevole durata dei processi e i trattamenti disumani e degradanti nelle carceri. A tal fine, il Congresso di Nessuno tocchi Caino ha rilanciato l’Atto di Diffida, firmato da Marco Pannella e dall’Avvocato Giuseppe Rossodivita e inviato a tutti i soggetti responsabili dell’Amministrazione della Giustizia e del Carcere italiani, in cui si chiede una sorta di Moratoria delle esecuzioni di pene e detenzioni illegali in Italia. Nessuno tocchi Caino ha deciso, infine, di prendere iniziative, anche in sede giurisdizionale italiana ed europea, volte a cancellare il marchio di infamia del “fine pena mai” dei condannati all’ergastolo, a partire dall’ergastolo “ostativo” che esclude per legge ogni possibilità di misura alternativa e liberazione condizionale anche di coloro che hanno scontato 26 anni di carcere e a superare il regime del 41 bis, il cosiddetto “carcere duro” dal quale si può uscire solo tramite il “pentimento”, una collaborazione con la giustizia considerata autentica solo se a rischio della vita propria e dei propri familiari. text-indent:16.2pt">Impossibilitata a partecipare perché impegnata in Parlamento a rispondere sulla vicenda del detenuto evaso da un permesso premio, il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha inviato un messaggio al congresso in cui ha ribadito il suo piano di interventi volti a umanizzare le condizioni delle carceri nel nostro paese. text-indent:16.2pt">  text-indent:16.2pt">   Padova, 20 dicembre 2013

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Russia/Radicali: Grazia a Khodorkovski è ciliegina sulla torta di Putin. Ma a Sochi sarà un altra storia

Ven, 12/20/2013 - 16:20
20/12/13

Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):

Solo due oligarchi russi non avevano accettato le condizioni poste da Putin quando prese il potere, nel 1999: “Io mi occupo di politica, voi occupatevi di affari e non interferite”. Il primo, Boris Berezovskij, fu costretto a lasciare la Russia nel 2000 ed a chiedere asilo politico alla Gran Bretagna: il 23 marzo scorso è stato trovato morto nella sua casa nei pressi di Londra; la polizia propende per il suicidio. Il secondo, Boris Khodorkovski, fu arrestato nel 2003 con l’accusa di reati fiscali; il suo impero economico, la Yukos, fu smantellato e tutte le sue proprietà furono acquisite da Gazprom e altre società russe strettamente legate al Cremino, grazie anche a triangolazioni in cui hanno giocato un ruolo cruciale le italiane Eni ed Enel. Dopo dieci anni di galera siberiana, Khodorkovski ha ceduto ed ha chiesto ed ottenuto la grazia da zar Putin.

Nulla di nuovo sotto il sole: è la solita politica del bastone e della carota. Carota per gli attivisti di Greenpeace, per le Pussy Riot, per Khodorkovski (dopo aver loro fatto assaggiare il bastone), per l’Ucraina (sconto del 30% sul prezzo del gas ma il prezzo di partenza era molto alto), così da presentarsi con l’abito migliore ai Giochi invernali di Sochi. Solo bastone per gli attivisti gay russi (la legislazione anti-gay rimane e con l’amnistia escono di galera anche tante “teste rasate” omofobe) e per l’Occidente (rimane la spada di Damocle dei missili balistici a Kaliningrad).

Se aggiungiamo al conto anche il “dossier Siria”, Putin puo’ festeggiare un anno strepitoso. Rischierà, però, molto già a febbraio ai Giochi Invernali di Sochi, perché le sue teste di cuoio non riusciranno a controllare tutti gli atleti partecipanti e tutti i giornalisti che cercheranno di capire come mai quei Giochi siano i più costosi di tutta la storia delle Olimpiadi Invernali.

Roma, 20 dicembre 2013

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Pena di Morte: messaggio del Ministro Cancellieri al V Congresso di Nessuno tocchi Caino

Ven, 12/20/2013 - 12:26
20/12/13

In occasione del V Congresso di Nessuno tocchi Caino in corso presso il carcere di Padova il Ministro di Giustizia Annamaria Cancellieri ha inviato il seguente messaggio:

 

V CONGRESSO DI NESSUNO TOCCHI CAINO

20 dicembre 2013 – Casa di Reclusione di Padova

   

Illustri ospiti,

desidero anzitutto ringraziare per l’invito a partecipare a questo importante evento a cui purtroppo inderogabili impegni non mi consentono di partecipare.

Ci tengo comunque ad inviare un sentito messaggio per testimoniare il mio apprezzamento verso le molteplici attività svolte con tanta passione e tenacia da Nessuno tocchi Caino e dimostrare la mia completa vicinanza all’odierna iniziativa che consente di coinvolgere i detenuti nell’affermazione, a gran voce, del rifiuto indiscusso nei confronti della pena di morte.

Sono convinta, infatti, che la costruzione di ponti, anche culturali, tra il mondo esterno e quello del carcere consenta a chi ha sbagliato di avere la reale ed effettiva opportunità di intraprendere un sano percorso di reinserimento nel contesto sociale.

Come sapete, fin dall’inizio del mio mandato, come cittadina, come persona, prima ancora che come Ministro, ho assunto l’impegno, anche sotto il profilo morale, di risolvere la delicata questione carceraria per migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti.

È un impegno che sto affrontando ogni giorno, agendo su fronti diversi, perché non possiamo permetterci di perdere altro tempo; dobbiamo garantire che la pena, nella sua primaria funzione rieducativa, consenta quella crescita civile e culturale essenziale al reinserimento sociale.

È vero, ce lo chiede l’Europa, ma prima ancora ce lo chiede il senso di civiltà e di umanità che caratterizza in nostro Paese.

L’evento di oggi è l’esempio concreto che attraverso la sinergia di forze tanto si può fare in questa direzione e per questo Vi ringrazio davvero ancora per il grande impegno profuso.

Auguro a tutti buon lavoro e invio i miei più cordiali saluti.

 

Annamaria Cancellieri

 

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Radicali, Marcia di Natale: aderiscono i cappellani e la nazionale di calcio cantanti

Gio, 12/19/2013 - 17:34
19/12/13

Un segnale forte di adesione alla III Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà organizzata dai radicali viene dai cappellani delle carceri italiane. Finora hanno aderito all’iniziativa – che si svolgerà il 25 dicembre con partenza da Piazza Pia alle ore 9:30 -: Don Ettore Cannavera, presidente dei cappellani penitenziari sardi; padre Massimiliano Sira, Cappellano carcere di Buoncammino; Suor Fabiola Catalano, volontaria del Carcere Velletri; Don Gaetano Galia cappellano carcere Sassari; Don Mario Cadeddu, cappellano carcere Macomer; Don Nicolò Porcu, cappellano carcere di Mamone; Don Luigi Gatti, cappellano del carcere di Lodi, Don Vincenzo Russo, responsabile Casa Caciolle (FI). Nelle ultime ore è arrivata anche l’adesione della nazionale di calcio cantanti.

Marco Pannella è giunto al terzo giorno di sciopero della sete per richiamare l’attenzione sull’iniziativa contro il persistere di quello che definisce un vero e proprio «boicottaggio mediatico». 

 

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Marcia di Natale: lettera di invito ai tifosi della S.S. Lazio

Gio, 12/19/2013 - 17:28
19/12/13   Cari tifosi della S.S. Lazio, cara Curva Nord,   è forse inconsueto per il segretario di un movimento politico scrivere una lettera ad un gruppo di tifosi di calcio, in un momento poi in cui dal calcio e dalla politica arrivano segnali per lo più scoraggianti che rischiano di disamorare ciascuno di  noi.   Il motivo che mi spinge a scrivervi è un vostro striscione esposto in curva durante la partita Lazio-Cogliari. Il vostro striscione recitava: "PER I DETENUTI LIBERTA' - CARCERI ITALIANE = LAGER DEL 2000". Come sapete noi Radicali da tanti anni ci stiamo battendo per il rispetto della dignità umana e della legalità negli istituti penitenziari, per una giustizia più "giusta", per processi che non durino in media 10 anni come adesso, per prescrizioni di massa (vere amnistie per chi può permettersi un buon avvocato) che chiudono i processi senza alcuna giustizia.   E' per questo che vi scrivo come segretaria di Radicali Italiani, per invitare ciascuno di voi e la Curva Nord in quanto tale, alla Marcia di Natale per l'amnistia la giustizia e la libertà, che si terrà il 25 dicembre a Roma. Una iniziativa lanciata da Marco Pannella, Don Antonio Mazzi, Don Ciotti e tante altre personalità provenienti dalle storie politiche, culturali e religiose più diverse, unite insieme per chiedere un provvedimento di clemenza, l'unico che immediatamente realizzerebbe quanto ci viene chiesto da norme e condanne europee.   In conclusione voglio aggiungere un invito in particolare. Credo che sarebbe significativo se nel giorno di Natale a marciare da San Pietro a Palazzo Chigi, fossero presenti anche quei tifosi che hanno passato quello che sappiamo in terra polacca. Alcuni di voi come me lo sanno bene: le carceri italiane non hanno nulla da invidiare a quelle polacche per la condizione vergognosa in cui sono costretti a vivere non solo i detenuti ma tutti gli operatori e volontari.   Insomma vi aspettiamo, aspettiamo una vostra risposta, per passare insieme un Natale di festa e di lotta nonviolenta che sappia smuovere le coscienze sopite. Mi pare che con i vostri striscioni avete dimostrato di essere vigili e i recenti avvenimenti in terra straniera vi hanno fatto avvicinare a questa realtà dimenticata, ma che ci riguarda tutte e tutti, riguarda infatti milioni di italiani che hanno a che fare ogni giorno con questa giustizia fuorilegge, pluricondannata dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.   Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani                       Irene Testa, Segretaria de il Detenuto ignoto    

 

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III Marcia di Natale: Ministro Cancellieri risponde alla Presidente di Radicali Italiani

Gio, 12/19/2013 - 15:13
19/12/13

 

Il 9 dicembre “Notizie Radicali”  ha pubblicato una lettera della presidente di Radicali Italiani Laura Arconti indirizzata al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri il cui obiettivo era invitare la Ministro Guardasigilli a partecipare alla III Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà

La Ministro Cancellieri ha risposto con una lunga lettera in cui esordisce  assicurando  che «le Sue parole costituiscono per me un ulteriore stimolo a proseguire nel difficile e complesso percorso volto ad addivenire ad una riforma profonda e articolata del modello trattamentale all'interno dei nostri Istituti penitenziari»,  prosegue descrivendo ampiamente i provvedimenti in corso di esecuzione, e conclude così:  «Nel venire al Suo gentile invito a partecipare all'importante manifestazione organizzata dal Partito Radicale nella giornata di Natale proprio per richiamare l'attenzione sulla necessità che venga approvato un provvedimento straordinario di amnistia e indulto, ritengo, per ragioni che mi auguro Lei comprenda, che il mio ruolo istituzionale non mi consente di partecipare personalmente. Mi creda, però, le mie non sono parole di circostanza, nel corso della "marcia ", che costituisce un ulteriore testimonianza dell'impegno civile costantemente profuso dalla Vostra Organizzazione per l'affermazione della dignità e dei diritti umani, vi sarò idealmente vicina. Nella certezza che la manifestazione riscuoterà il meritato successo e nell'esprimerLe i miei sentiti e sinceri sentimenti di stima, Le invio i miei  (a mano: “più cordiali ed affettuosi saluti”)

In allegato la lettera del Ministro Cancellieri    

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AttachmentDimensione Ministro Cancellieri - RISPOSTA.pdf1.29 MB
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Pena di morte: messaggio della Presidenza della Repubblica al Congresso di Nessuno tocchi Caino

Gio, 12/19/2013 - 13:04
19/12/13

 

In occasione del V 5° Congresso di Nessuno tocchi Caino, convocato per oggi giovedì 19 e domani venerdì 20 dicembre nella Casa di Reclusione di Padova, dalla Presidenza della Repubblica è giunto, indirizzato a Marco Pannella in qualità di Presidente della associazione, il seguente messaggio:

«In occasione del V Congresso dell’Associazione Nessuno tocchi Caino il Capo dello Stato esprime il suo più vivo apprezzamento per l’impegno, la sensibilità e la tenacia con cui l’associazione da lei presieduta promuove una forma di giustizia moderna e civile, volta a soddisfare insieme esigenze di sicurezza e di riparazione sociale, rinunciando a sanzioni estreme. L’Italia, com’è noto, ha svolto e continua a svolgere un ruolo attivo a livello internazionale per l’abolizione della pena di morte, il cui rifiuto risponde al dovere di rispettare i diritti inviolabili della persona e il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. Nella certezza che l’incontro rappresenterà anche quest’anno una importante occasione di mobilitazione per la difesa dei diritti umani e per accrescere la consapevolezza delle ragioni etiche e politiche che militano a favore di una decisione abolizionista della pena di morte, il Presidente Napolitano, con sentimenti di partecipe vicinanza, formula a lei e a tutti i sostenitori dell’Associazione i più fervidi auguri di buon lavoro, cui unisco volentieri i miei personali. Donato Marra, Segretario Generale Presidenza della Repubblica»  

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Radicali, Marcia di Natale: si parte da San Pietro perché Papa Francesco ha fatto atti concreti sul carcere.

Gio, 12/19/2013 - 12:43
19/12/13 Marco Pannella è al 3° giorno si sciopero totale della sete e della fame per l’amnistia e contro boicottaggio dell’informazione   «Questa volta partiamo da San Pietro perché abbiamo avuto un Papa che non solo ha detto parole importanti sulle carceri ma ha fatto anche qualcosa di concreto: ha abolito l’ergastolo – mentre noi lo abbiamo ancora nel nostro ordinamento - e ha introdotto nell’ordinamento dello Stato del Vaticano il reato di tortura – noi in Italia ancora non lo abbiamo fatto». Così Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, nella conferenza stampa di presentazione della III Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà,  svoltasi martedì 17 dicembre nella sede di Torre Argentina.  Il percorso della marcia prevede la partenza alle ore 9:30 da Piazza Pia e toccherà alcuni luoghi “istituzionali”: il carcere di Regina Coeli, palazzo Madama e Montecitorio, per terminare di fronte a Palazzo Chigi.

«L’arrivo è a Palazzo Chigi perché intendiamo chiedere al Governo di svolgere un ruolo attivo nei confronti di un Parlamento, che sembra aver lasciato cadere nel vuoto il messaggio di Napolitano dell’8 ottobre alle Camere. Da allora sono passati oltre due mesi e come hanno agito Camera e Senato? Forse anche con uno sgarbo istituzionale, non è seguito in Parlamento alcun dibattito. Dunque il nostro interlocutore principale è ora il Governo: d’altra parte, a giugno, era stata proprio la guardasigilli Cancellieri a dire “L’amnistia è imperativo categorico morale. Dobbiamo rispettare la Costituzione”».

 

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Radicali, Marcia di Natale: Pannella in sciopero della fame per amnistia e contro boicottaggio dell’informazione

Gio, 12/19/2013 - 11:50
19/12/13

 

Il 25 dicembre la III Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà indetta dai radicali attraverserà il centro di Roma con partenza da San Pietro (Piazza Pia) alle ore 10:00, e arrivo a Palazzo Chigi. L’obiettivo è quello di chiedere al Parlamento di approvare un provvedimento di amnistia. Un «obbligo» secondo il leader radicale, Marco Pannella, cui l’Italia non può sottrarsi in ragione della sentenza Torregiani con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha fissato al 28 maggio 2014 il termine ultimo entro il quale il nostro Paese deve porre fine al “trattamento inumano e degradante” delle persone detenute nelle carceri. L’amnistia secondo Pannella è anche un provvedimento strutturale: «liberare le scrivanie dei magistrati dai 10 milioni di processi pendenti è la condizione preliminare per ogni tipo di intervento». Dalla mezzanotte del 17 dicembre Marco Pannella è di nuovo in sciopero della fame per richiamare l’attenzione sull’iniziativa contro il persistere di quello che definisce un vero e proprio «boicottaggio mediatico». «Il Presidente della Repubblica – conclude Pannella – ha detto che quello delle carceri è un problema che non si può trascurare nemmeno per un giorno, ma come dimostrano le notizie che ogni giorno ci giungono dalle carceri – da ultimo il suicidio- omicidio di un agente e un ispettore di polizia penitenziaria nel carcere di Torino – qui si trascura per anni». 

 

 

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Morti carcere Torino, Manfredi: basta con le lacrime di coccodrillo. Consiglio regionale nomini Garante regionale, a quattro anni dall'approvazione legge istitutiva

Mar, 12/17/2013 - 12:19
17/12/13

 

Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani, segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta):   Marco Pannella ci ammonisce continuamente che “Dove c’è strage di legalità c’è poi strage di vite umane”. Quanto accaduto questa mattina nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino ne è triste conferma. La vita e la morte di ogni persona seguono logiche del tutto uniche, spesso imperscrutabili, ma è innegabile che la tragedia di oggi nasce in un contesto, quello carcerario, in cui il non rispetto delle leggi che tutelano la persona – sia essa carcerato o carceriere – è causa costante, quotidiana, di abusi, violenze, sopraffazione e morte.   La vicinanza del Natale scatenerà ora, ancora di più, buone intenzioni e lacrime di coccodrillo. Sarebbe, invece, importante se proprio da un Consiglio regionale nell’occhio del ciclone per firme false e spese pazze arrivasse un atto concreto per ridurre il danno nelle carceri piemontesi: la nomina del garante regionale delle carceri, previsto da una legge regionale approvata da uno schieramento bipartisan (senza radicali) esattamente quattro anni fa (L. R. 28 del 2 dicembre 2009).   A livello nazionale, le misure che il Ministro Cancellieri porterà oggi in Consiglio dei Ministri (tra cui l’istituzione di un Garante nazionale dei detenuti) possono essere considerate anch’esse uno strumento di riduzione del danno ma non fanno assolutamente venir meno la necessità e l’urgenza di un provvedimento di amnistia o d’indulto (meglio, molto meglio la prima), come peraltro il presidente Napolitano continua a ribadire con ossessività ormai quasi pannelliana.   Torino, 17 dicembre 2013   25 dicembre 2013, Marcia di Natale per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà http://www.radicali.it/primopiano/20131209/25-dicembre-2013-marcia-natale-l-amnistia-giustizia-libert

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Mutilazioni Genitali Femminili, Non c’e’ Pace senza Giustizia: a un anno dall’adozione della risoluzione ONU per la messa al bando delle MGF, bilancio e prospettive per la piena attuazione della risoluzione.

Mar, 12/17/2013 - 10:29
17/12/13

Non c’è Pace Senza Giustizia in occasione del primo anniversario dall’adozione della Risoluzione per la messa al bando delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF)  da parte delle Nazioni Unite, organizza un incontro con il Ministro degli Esteri Emma Bonino e gli attivisti, i militanti e i sostenitori della campagna contro le MGF.

 Venerdì 20 dicembre alle ore 11,30 a Roma, presso la sede Radicale di via di Torre Argentina 76 vogliamo fare il punto sui progressi compiuti in questo anno, con rinnovato impegno da parte dei governi e degli attivisti africani che hanno contribuito al raggiungimento dello storico risultato perché sia data attuazione a quanto previsto nella Risoluzione.  Gli attori e i protagonisti di questa campagna, sono infatti consci dell'importanza politica del momento, e quindi della necessità di non dismettere gli sforzi per fare in modo che le MGF non vengano più praticate, nei Paesi di origine come in nessuna altra parte del mondo.  In collegamento da Addis Abeba, dove Non c'è Pace Senza Giustizia, insieme alle Nazioni Unite e al Comitato Inter-Africano, organizza un evento di alto livello per il lancio della campagna dell'UN-ECA (United Nations Economic Commission for Africa) di attuazione della Risoluzione, rappresentanti dei governi africani e della società civile daranno testimonianza delle azioni intraprese nell'ultimo anno, dei risultati ottenuti e dei progetti che verranno messi in campo nei mesi e anni a venire.  

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41Bis, Turco: strano che il Ministro Alfano non si sia accorto che è lo Stato che fa uscire informazioni del carcere

Lun, 12/16/2013 - 16:24
16/12/13   41BIS - TURCO (RADICALE) STRANO CHE IL MINISTRO ALFANO NON SI SIA ACCORTO CHE E' LO STATO CHE FA USCIRE INFORMAZIONI DAL CARCERE     Dichiarazione di Maurizio Turco, già deputato radicale:  

"Per il momento le informazioni dai detenuti in 41bis le fa uscire lo Stato. E sono informazioni di prima scelta, quelle di Totò Riina che, se lo Stato non gli avesse fornito i microfoni, non sarebbero mai trapelate dall'area riservata in cui vegeta. Poi, com'è accaduto per la stabilizzazione, ogni scusa è buona per indurire il 41bis. Anche se c'è un trattamento migliore, quello riservato a Provenzano, il cui stato vegetativo non è figurato." 

 

 

 

 

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Pena di morte: 5° Congresso di Nessuno tocchi Caino nel carcere di Padova il 19 e 20 dicembre

Lun, 12/16/2013 - 16:09
16/12/13

 

Il Quinto Congresso di Nessuno tocchi Caino si terrà il 19 e 20 dicembre nella Casa di Reclusione di Padova, nel ventennale dalla sua fondazione, avvenuta nel dicembre del 1993.   Il Congresso, che si svolge in collaborazione con “Ristretti Orizzonti”, si aprirà giovedì 19 alle ore 13.30 con le relazioni del Presidente Marco Pannella, del Segretario Sergio D’Elia e della Tesoriera Elisabetta Zamparutti e concluderà i suoi lavori venerdì 20 in tarda mattinata.   Il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri interverrà al Congresso la mattina del 20 dicembre, mentre la Segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, terrà una Relazione dal titolo “La lunga Marcia per l’Amnistia” in vista della Marcia di Natale che i Radicali hanno promosso per il 25 dicembre a Roma.   Sono previste, inoltre, relazioni di Padre Guido Bertagna, Maria Antonietta Farina Coscioni, Prof. Davide Galliani, Marco Perduca, Francesco Radicioni, Giuseppe Rossodivita, Sergio Segio e Maurizio Turco. La Redazione di Ristretti Orizzonti e i detenuti iscritti a Nessuno tocchi Caino interverranno al Congresso con le Relazioni di Carmelo Musumeci, Lorenzo Sciacca e Bruno Turci. Porteranno il saluto al Congresso Giancarlo Galan, Presidente della Commissione Cultura della Camera, Gianluca Pecchini, Direttore generale della Nazionale Cantanti, Don Albino Bizzotto, Presidente di Beati i Costruttori di Pace, Annamaria Alborghetti, Presidente Camera Penale di Padova e Anna Pia Saccomandi, Segretaria Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. Interverranno al Congresso parlamentari o ex parlamentari iscritti all’Associazione, tra cui Marco Beltrandi, Salvatore Bonadonna, Antonio Buonfiglio, Bruno Mellano, Cesare Salvi, Gino Sperandio e il Consigliere Regionale del Veneto Diego Bottacin.   Il V° Congresso di Nessuno tocchi Caino, che ha per tema il “No alla pena di morte e alla morte per pena”, darà conto di quella che è una tendenza ormai irreversibile verso l’abolizione della pena di morte nel mondo e presenterà gli obiettivi della campagna di Nessuno tocchi Caino dopo l’approvazione nel dicembre 2012 della nuova Risoluzione sulla Moratoria Universale delle esecuzioni da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU.   Il Congresso affronterà anche un tema di attualità nel nostro Paese che, dopo aver abolito la pena di morte, mantiene ancora la “pena fino alla morte” quale è l’ergastolo e continua a riservare una “morte per pena”, come purtroppo accade nelle nostre carceri, a coloro i quali vivono o lavorano in condizioni strutturali inumane e degradanti.    

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Rifiuti, Iervolino: “La Regione Lazio annulla il Patto per Roma”

Ven, 12/13/2013 - 18:37
13/12/13

Dichiarazione di Massimiliano Iervolino, membro della direzione nazionale di Radicali Italiani:

Il 12 agosto 2012 veniva sottoscritto dal ministro per l’Ambiente, Corrado Clini, con il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Goffredo Sottile il Piano per Roma, per la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata. L’accordo fissava gli obiettivi del prossimo triennio: 50% di raccolta differenziata nel 2014, 60% nel 2015 e 65% nel 2016. Oggi, invece, durante il convegno organizzato dalla Regione Lazio e Confservizi Lazio, si è chiaramente detto che il 65% di riciclo verrà, forse, raggiunto nientepopodimeno che nel 2020. Intanto si continueranno ad autorizzare volumetrie straordinarie di discariche già esistenti e molto probabilmente si provvederà alla riaccensione del gassificatore di Malagrotta. Non c’è che dire, il nuovo che avanza!

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L'Action Plan del governo italiano per il caso "Torreggiani ed altri Vs Italia"

Ven, 12/13/2013 - 17:50
13/12/13 line-height:115%;">Case Torreggiani and others v. Italy (43517/09), final on 27.05.2013   line-height:115%;font-variant:small-caps;">Action Plan presented by the Italian Government 27.11.2013   Introduzione La grave criticità del sistema di detenzione italiano prodottasi negli anni recenti è stata denunciata al più alto livello delle Istituzioni del Paese. Tale criticità si evidenzia sia sotto l’aspetto numerico delle presenze in relazione alla capienza degli Istituti, che ha portato a uno dei tassi di affollamento tra i più alti nel panorama europeo, sia sotto quello della complessiva fisionomia del sistema per quanto attiene al trattamento, alla gestione delle risorse, alla costruzione di percorsi di reinserimento sociale che riducano il rischio di recidivare il reato. La fisionomia assunta dal sistema, infatti,  non è più pienamente corrispondente, salvo che in alcune pregevoli situazioni, alla finalità costituzionalmente assegnata alla pena (che secondo l’articolo 27, comma 3 della Costituzione deve tendere alla rieducazione del condannato), né all’assoluta tutela della dignità personale di ogni persona, quantunque detenuta, più volte affermata nel nostro testo costituzionale (articoli 2, 3 e 13 della Costituzione), né infine al divieto assoluto di trattamenti o pene inumane o degradanti di cui alla Convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (articolo 3) e alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (articolo 4). La necessità di rimuovere con urgenza le condizioni di detenzione definite in violazione dell’articolo 3 ECHR dalla sentenza della Corte inumane o degradanti è stata conseguentemente espressa al più alto livello delle Istituzioni del Paese. Con una procedura d’eccezione, che l’articolo 87 della nostra Costituzione riserva a situazioni di assoluta rilevanza nazionale, il Presidente della Repubblica italiana, infatti, ha inviato un messaggio al Parlamento – il primo del suo mandato presidenziale – per invitare il Legislatore a considerare senza indugio la “drammatica questione carceraria” e il “fatto di eccezionale rilievo costituito dal pronunciamento della Corte europea dei diritti dell'uomo”. Il Presidente ha ricordato “il dovere urgente di fare cessare il sovraffollamento carcerario” nonché “di procedere a un ricorso interno idoneo ad offrire un ristoro per le condizioni di sovraffollamento già patite dal detenuto”. Nel suo messaggio, ha quindi richiesto al Parlamento di considerare sia i possibili interventi normativi di natura ordinaria da adottare sia l’ipotesi di un provvedimento eccezionale che permetta di affrontare le necessarie riforme del sistema con numeri complessivi meno drammaticamente gravi al fine di dare compimento ai provvedimenti che si stanno delineando. Il Governo condivide l’opinione del Presidente. Le linee d’intervento individuate dal Governo per rimuovere le attuali condizioni e al contempo introdurre un modello detentivo in conformità con le Regole Penitenziarie Europee, seguono le direttrici qui riportate: margin-left:21.25pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:-21.25pt;">a)        il maggior utilizzo di misure sanzionatorie non privative della libertà, come da Rec (1999)22; margin-left:21.25pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:-21.25pt;">b)        la riduzione della custodia cautelare in carcere, come da Rec (2006)13; margin-left:21.25pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:-21.25pt;">c)         l’ampliamento delle possibilità di accesso a misure alternative al carcere, come da Rec (2000)22; margin-left:21.25pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:-21.25pt;">d)        l’incremento delle possibilità di contatti tra detenuti e l’adozione il più possibile di regimi aperti in linea con le Regole Penitenziarie Europee (Rec (2006)2). Sulla base di tali indicazioni il governo ha elaborato il proprio piano d’azione sia per quanto attiene alle modalità di rimedio preventivo, cioè per far cessare la situazione di violazione ed evitare il suo riproporsi, sia per quanto attiene il rimedio compensativo da offrire a coloro che tali violazioni hanno subito. Il Piano si articola in quattro aree d’intervento: margin-left:21.3pt;text-align:justify;text-indent:-21.3pt;">1.         interventi di natura normativa volti a ridurre gli ingressi in carcere e a favorire forme di graduale uscita dal sistema attraverso l’adozione di misure alternative alla detenzione che accompagnino il ritorno alla comunità esterna. Gli interventi normativa riguardano più aspetti: la previsione di forme di depenalizzazione o di riduzione di pena edittale per taluni reati che incidono sui numeri del carcere; la limitazione più rigorosa del ricorso alla custodia cautelare in carcere; la previsione di nuove misure alternative; la rimozione dei principali ostacoli dell’accesso a esse anche da parte di soggetti che non rispondono di reati di particolare gravità; margin-left:21.3pt;text-align:justify;text-indent:-21.3pt;">2.         interventi di natura organizzativa e gestionale attraverso l’introduzione di un regime più aperto per i detenuti classificati di “media” o “bassa” sicurezza – che costituiscono la grandissima maggioranza degli attuali detenuti, pari a circa l’88% del totale; la ridefinizione del regime, centrato sulla graduale riconduzione della cella a luogo del riposo e non a luogo ove trascorrere la quasi totalità della giornata, ha incidenza sulla conseguente offerta di attività giornaliere e, quindi, sulla riorganizzazione del lavoro, della formazione, della attività di svago, del tempo da dedicare alle relazioni con i propri affetti; margin-left:21.3pt;text-align:justify;text-indent:-21.3pt;">3.         interventi di natura edilizia,programmati sulla base delle necessità del nostro patrimonio di edilizia penitenziaria, spesso particolarmente vetusto e che richiede, in molti casi, interventi di ristrutturazione per il pieno utilizzo degli spazi, in alcuni casi specifici la completa sostituzione della struttura con una di nuova costruzione. Questo spiega perché, pur quanto affermato nella Raccomandazione (1999)22 laddove afferma che «l'estensione della capacità detentiva deve essere vista come misura eccezionale essendo molto improbabile che essa offra una soluzione duratura al problema del sovraffollamento», tuttavia si è ritenuto essenziale impegnare parte delle risorse per poter disporre di un numero maggiore i posti, peraltro edificati seguendo gli standard che il Consiglio d’Europa ha più volta indicato. Queste tre linee d’interventi costituiscono lo schema del Piano che è stato elaborato. A esse si aggiunge la necessità di: margin-left:21.3pt;text-align:justify;text-indent:-21.3pt;">4.         prevedere uno o più provvedimenti d’iniziativa governativa che indichino le modalità e le procedure secondo cui risarcire, in forma non unicamente o prioritariamente finanziaria, bensì anche con possibili benefici penitenziari, coloro che hanno subito la violazione del proprio diritto a condizioni detentive dignitose, e hanno presentato ricorso alla Corte dei diritti umani. La procedura per tali misure potrebbe costituire una via interna per ridurre la mole di lavoro che grava sulla Corte stessa a seguito dell’alto numero di ricorsi presentati relativamente a tale situazione.     1. Interventi di modifica normativa a) Provvedimenti già adottati Nel luglio 2013 il Governo è ricorso a una procedura d’urgenza, attraverso l’approvazione di un decreto-legge – strumento irrituale in questa materia –, per ridurre i flussi d’ingresso in carcere e rendere più fluido l’accesso alle misure alternative previste nel nostro ordinamento. a.1. Riduzione del flusso in ingresso. Minore ricorso al carcere La nuova previsione normativa introduce: -14.2pt;">-     un aggiornamento del catalogo dei reati più gravi per i quali, al passaggio in giudicato della sentenza, è obbligatorio l’ingresso in carcere, eliminando i reati di modesta entità; -14.2pt;">-     la possibilità di avviare un procedimento per la concessione  della liberazione anticipata prima dell’emissione dell’ordine di carcerazione, per favorire così la sospensione dell’esecuzione della pena nei casi meno gravi e permettere l’accesso alle misure alternative senza un preliminare passaggio per il carcere; -14.2pt;">-     la possibilità di beneficiare della detenzione domiciliare, senza un preventivo ingresso in carcere per soggetti vulnerabili e bisognosi di maggiore tutela (donne incinte, ultrasettantenni non recidivi, ecc), quantomeno nei casi in cui debba essere espiata una pena non superiore ai quattro anni; -14.2pt;">-     l’eliminazione delle preclusioni per i recidivi reiterati, nei cui confronti una legge approvata nel 2005, poneva un’astratta presunzione di pericolosità, fondata solo sul fatto della reiterazione delle condanne, indipendentemente dalla gravità del fatto criminoso commesso, spesso di modesta entità e riconducibile a contesti di marginalità sociale o dipendenza da sostanze psicoattive (proprio tale legge è stata una delle cause dell’aumento numerico di detenuti registrato negli ultimi anni); -14.2pt;">-     l’eliminazione delle disposizioni più severe, sempre per i recidivi, in materia di accesso alle misure alternative per favorirne un percorso di reinserimento sociale. a.2. Riduzione della custodia cautelare La riduzione sarà progressivamente ottenuta attraverso la nuova norma che prevede l’innalzamento a cinque anni di reclusione il limite massimo previsto per l’applicazione di tale misura restrittiva, pur con la necessaria esclusione di alcuni reati di particolare gravità sociale, quali il delitto di finanziamento illecito ai partiti politici e il delitto di atti persecutori aggravati. Gli effetti sulla custodia cautelare sono già visibili poiché il numero di coloro che sono in attesa del primo grado di giudizio è sceso a 12348. A questo numero si aggiungono 6355 detenuti che sono in attesa della decisione di appello e 4387 che, condannati in uno o entrambi i gradi di giudizio di merito, sono in attesa della decisione circa il proprio ricorso alla Corte suprema di Cassazione. Va ricordato che il sistema costituzionale italiano, a differenza di altri sistemi europei,  considera come soggetti in custodia cautelare tutte e tre le categorie citate e che il numero di coloro che ancora non sono in esecuzione di sentenza è, quindi, di 24744: numero, tuttora elevato, che pur tuttavia  rappresenta una riduzione del 25% del numero di 30549 detenuti che erano in tale posizione nel 2009. a.3. Modifiche al regime di detenzione Le nuove norme hanno introdotto: 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     l’innalzamento a quattro anni di reclusione del limite di pena entro cui è possibile concedere permessi premio senza aver scontato una porzione della carcerazione inflitta; 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     l’ampliamento delle opportunità di lavoro all’esterno attraverso la possibilità d’impiego dei detenuti in lavori di pubblica utilità, con particolare attenzione all’accesso a tale forma di lavoro per i tossicodipendenti; 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;"> font-weight:normal;">-     il possibile ampliamento dell’offerta di lavoro da parte di imprese e cooperative sociali attraverso una serie di misure di facilitazione fiscale e di supporto contributivo alle cooperative che impiegano detenuti. Il Ministero della giustizia ha predisposto il Regolamento per l’attuazione della normativa relativa agli sgravi fiscali e agli sgravi contribuitivi a favore delle imprese che assumano lavoratori detenuti. In attuazione della legge 22 giugno 2000 n. 193 (c.d. legge Smuraglia) e successive modificazioni, è stata approntata la normativa secondaria diretta a rendere operativi gli sgravi previsti, anche in favore di quanti assumano alle proprie dipendenze detenuti o internati che non siano stati ammessi al lavoro all’esterno, e che quindi prestano attività lavorativa all’interno degli istituti penitenziari. 6.0pt;margin-left:0cm;text-align:justify">  115%">b) Provvedimenti governativi di imminente adozione I risultati ottenuti con i provvedimenti adottati sono incoraggianti per quanto riguarda, in particolare i flussi d’ingresso in carcere, ma certamente non risolutivi. Per questo il Ministero della Giustizia ha definito il contenuto di una prossima iniziativa legislativa d’urgenza, da sottoporre in temi brevi al Consiglio dei Ministri per la necessaria approvazione, sul tema della riduzione ragionevole della risposta carceraria, nella duplice prospettiva di contenere, se non risolvere definitivamente, la questione del sovraffollamento carcerario e di restituire alla pena carceraria la necessaria capacità rieducativa e di reinserimento sociale, una volta che sarà calibrata sui casi ove essa è strettamente necessaria. b.1. Riduzione del flusso in ingresso. Minore penalizzazione di fattispecie di lieve entità Verrà tipizzata come ipotesi autonoma di reato punita con una pena più lieve la fattispecie della detenzione, produzione o traffico di sostanze stupefacenti nei casi “di lieve entità”. Attualmente tale previsione costituisce una attenuante speciale di tale delitto (comma 5 dell’articolo 73 D.P.R. 309/90) e l’inserimento all’interno della complessiva fattispecie prevista dall’articolo 73 determina sia il rischio dell’irrilevanza della “lieve entità” nel bilanciamento con altre circostanze, sia il ricorso sistematico alla custodia cautelare. La previsione di una fattispecie autonoma, per ipotesi di minor allarme sociale, sottrarrà tale delitto al giudizio di bilanciamento delle circostanze e la assoggetterà a una disciplina autonoma in materia cautelare, con evidenti riflessi sul sovraffollamento, data l’attuale incidenza di tali comportamenti sulla composizione della popolazione detenuta. b. 2. Ampliamento del flusso in uscita: ampliamento delle misure alternative Lo schema di provvedimento d’urgenza che il Ministero della giustizia ha predisposto prevede: 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;"> font-weight:normal;">-     l’ampliamento dell’ambito di accesso alla misura alternativa dell’affidamento in prova, con attribuzione al magistrato di sorveglianza del potere di concessione della misura in via d’urgenza, per anticipare l’intervento, comunque necessario, dell’organo collegiale (tribunale di sorveglianza). Al contempo, onde scongiurare il rischio che siano trascurate – quale conseguenza non voluta dell’erosione di spazi alla misura carceraria – le esigenze di sicurezza sociale, sarà estesa la possibilità di fare ricorso al cosiddetto braccialetto elettronico per il controllo di quanti beneficiano di misure alternative alla detenzione; 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;"> font-weight:normal;">-     l’eliminazione dell’attuale divieto di reiterata concessione della misura dell’affidamento cosiddetto terapeutico in favore dei condannati tossicodipendenti ed alcol dipendenti, per rafforzare la possibilità del recupero socio-sanitario di questa particolare categoria di condannati attraverso misure alternative alla detenzione carceraria; 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;"> font-weight:normal;">-     la stabilizzazione dell’istituto dell’esecuzione della pena presso il domicilio per quanti siano condannati a pene carcerarie temporalmente contenute (non più di diciotto mesi, anche se come residuo di maggio pena), il cui termine di vigenza era destinato a scadere al 31 dicembre dell’anno solare in corso. 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;"> font-weight:normal;">-     l’aumento – da quarantacinque a sessanta giorni per semestre di detenzione – della riduzione di pena concedibile con il beneficio della liberazione anticipata, seppure per un periodo temporale di efficacia limitato a un triennio da computare dall’entrata in vigore dell’intervento normativo e a far data dal gennaio 2010. La misura, comunque legata al positivo riscontro ad opera della magistratura di sorveglianza di meritevolezza del beneficio, avrà una chiara e consistente capacità di diminuire la popolazione carceraria; 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;"> font-weight:normal;">-     il rafforzamento delle potenzialità operative dell’istituto dell’espulsione, come sanzione alternativa alla detenzione, dei detenuti stranieri, non solo attraverso l’anticipazione, già al momento del loro ingresso in carcere, dell’inizio della complessa procedura di identificazione, presupposto necessario del provvedimento di espulsione, ma anche per mezzo dell’ampliamento delle platea di condannati stranieri che potranno beneficiare di questa misura sostanzialmente alternativa alla detenzione carceraria 115%">  115%">c) Provvedimenti in corso di discussione in Parlamento 115%"> normal;">c.1. Ampliamento del flusso in uscita: ampliamento delle misure alternative 115%">Sulla base di un disegno di legge d’iniziativa governativa, il Parlamento ha in discussione un provvedimento (che ha già superato l’esame di uno dei suoi due rami) che, sulla scia della positiva esperienza riscontrata nel caso del sistema della giustizia minorile, introduce per gli adulti la possibilità di sospensione del procedimento per reati di minore entità e la contestuale “messa alla prova” dell’autore del reato, anche attraverso l’imposizione di condotte riparatorie volte a eliminare le conseguenze dannose del reato e, ove possibile, di misure risarcitorie. Il provvedimento dovrebbe giungere a compimento del proprio iter parlamentare in tempi brevi. 115%"> normal;">c.2. Riduzione della custodia cautelare: ulteriori misure 115%">Il Ministero della giustizia è impegnato a seguire con la massima cura i lavori parlamentari sulle proposte di legge d’iniziativa parlamentare (C. 6321 e C. 980)  recanti modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali, attualmente in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera dei deputati, anche in vista della predisposizione di proposte di emendamento al testo unificato in discussione. Del disegno di legge parlamentare si condividono alcune opportune innovazioni, dirette a ridurre sapientemente il ricorso alla cautela carceraria a beneficio di misure di minor impatto sul diritto fondamentale della libertà personale. Tra queste innovazioni si segnalano: 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;">-     il potenziamento delle misure cautelari cosiddette interdittive, ossia che inibiscono l’esplicazione di un potere o di un’attività direttamente collegati alla commissione del fatto per il quale è processo, 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;">-     la previsione che la misura carceraria possa essere applicata soltanto ove si riscontri l’inadeguatezza di ogni altra misura anche in applicazione cumulativa, 6.0pt;margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;line-height:
115%;">-     la possibilità che il giudice possa fare applicazione congiunta di più misure coercitive o interdittive; tale possibilità ridurrà con ogni probabilità il ricorso alla misura carceraria, perché le esigenze cautelari potranno essere egualmente soddisfatte proprio attraverso la combinazione di quelle di minore afflizione. 115%">  115%">Il Governo italiano informerà il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sullo sviluppo del percorso di adozione delle misure d’innovazione normativa previste nonché sugli effetti da esse progressivamente prodotti sul complessivo numero di persone ristrette negli Istituti di detenzione.      2. Interventi sul Regime di detenzione Si tratta di un insieme di provvedimenti di tipo amministrativo messi a punto da un’apposita Commissione e rivolti prioritariamente ai detenuti classificati come richiedenti misure di media o bassa sicurezza. Complessivamente riguardano la quasi totalità della popolazione detenuta, coinvolgendo 52373 detenuti. Le linee guida di tali interventi sono le Regole penitenziarie europee, nella loro formulazione di cui alla Raccomandazione n. 2 del 2006. Il modello paradigmatico che si vuole introdurre è quello di una detenzione “aperta” nel perimetro intramurario, in cui le camere di pernottamento siano luoghi per il riposo e non per lo svolgersi della giornata quasi nella sua interezza. a) Interventi già adottati, di cui è avviata la realizzazione Una serie di interventi, in sintonia con il Regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario, finora scarsamente applicato e con gli standard e le Raccomandazioni del Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa stanno mutando già in queste settimane il modello di detenzione prevalente negli Istituti. I primi provvedimenti avviati e che sono gradualmente estesi a tutti gli Istituti sono: margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     permanenza dei detenuti fuori dalle camere di pernottamento e dalle sezioni ove queste sono dislocate per almeno 8 ore al giorno, impegnati in attività o lavoro di varia tipologia.  Allo stato attuale:  il 29% dei detenuti usufruisce di tale previsione che sarà estesa, secondo il crono programma adottato, fino a raggiungere almeno l’80% dei detenuti nell’aprile 2014. Il tempo trascorso fuori delle sezioni dovrà essere un tempo di attività lavorative, ricreative e socializzanti che ciascun Istituto sta individuando e che devono costituire il “piano d’Istituto” da discutere con operatori ed approvare entro la fine del corrente anno; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     estensione dell’attività lavorativa, in linea con le citate facilitazioni che le nuove norme prevedono per l’accesso al lavoro, da strutturare secondo programmi avviati con singole Regioni per i lavori di pubblica utilità; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     ampliamento e diversa modalità dei colloqui con il mondo dei propri affetti: sono state ampliate le possibilità per i colloqui, includendo i pomeriggi e i weekend, così facilitando i rapporti dei detenuti con i propri figli in età scolare; si è avviato un vasto piano di ristrutturazione degli ambienti prevedendo spazi per i bambini, spazi per condividere momenti di socialità all’aperto, spazi per l’accoglienza e l’informazione ai congiunti in visita; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     facilitazione delle possibilità di comunicazione con il mondo esterno e con il mondo dei propri affetti, attraverso l’introduzione della scheda telefonica (attualmente in più del 50% degli Istituti, con previsione di estensione a tutti gli Istituti nei primi mesi del 2014); avvio del sistema di comunicazione via skype negli Istituti dove le attrezzature informatiche lo permettono; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     predisposizione di spazi per la gestione dell’aumentato numero di ore da trascorrere fuori dalle sezioni: si sta procedendo all’utilizzo di risorse previste per la manutenzione straordinaria degli Istituti per la predisposizione di spazi poli-funzionali in cui concentrare le attività quotidiane di ciascuna sezione, con ampio accesso all’aperto e con la previsione al loro interno di luoghi di attività, di lavoro e di attività varie, in particolare attività sportive. I lavori per la strutturazione di tali spazi sono stati avviati in due Istituti pilota (a Roma e a Bologna): la valutazione del modello adottato porterà a eventuali aggiustamenti, se necessari, e alla successiva estensione dell’intervento agli altri Istituti in modo da coprire almeno le Case di reclusione – cioè destinate all’esecuzione delle sentenze – nei prossimi 6-8 mesi; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     implementazione progressiva del sistema di vigilanza dinamica dei detenuti, avviato dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria con apposite circolari, la cui attuazione viene costantemente monitorata dal Dipartimento stesso; tale sistema consente di utilizzare al meglio il personale, puntando su una maggiore conoscenza da parte del personale stesso dei singoli detenuti all’interno di un gruppo e delle dinamiche interne al gruppo, al fine di rispondere più adeguatamente ai bisogni e di prevenire eventuali situazioni di criticità; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     cooperazione con il Comitato Olimpico Nazionale, attraverso apposito Protocollo per azioni  congiunte, per l’attuazione di attività sportive all’interno del maggior numero possibile di Istituti (anche in base alla loro configurazione strutturale) e alla contemporanea attività di formazione di alcuni detenuti quali tutor e arbitri per alcune delle specialità sportive proposte: il progetto è in fase di attuazione sperimentale in due Istituti e, sulla base della valutazione della prima esperienza, sarà gradualmente esteso ad altri.   b) Percorsi di complessiva ridefinizione Alcune linee di complessivo intervento sono state avviate e il loro sviluppo viene costantemente monitorato per indirizzare tutte le azioni conseguenti nella direzione individuata. Esse riguardano: margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     la realizzazione entro il 2014, della separazione chiara ed effettiva degli Istituti tra quelli per detenuti in esecuzione penale e quelli per detenuti in custodia cautelare: il superamento dell’attuale sistema “promiscuo” di detenzione, attraverso un’opportuna differenziazione e una complessiva riorganizzazione della rete degli Istituti, permetterà così di offrire un regime più aperto e connotato di attività significative anche alle sezioni di alta sicurezza in condizioni di complessiva sicurezza dell’Istituto; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     l’incremento di forme di cooperazione sistematica con le Aziende Sanitarie Locali a cui è stato demandato ormai la responsabilità dell’organizzazione e dell’attuazione dell’attività sanitaria in carcere, ferma restando la piena responsabilità dell’Amministrazione penitenziaria circa la tutela del diritto alla salute di ogni persona a essa  affidata in quanto privata delle libertà. Questo aspetto è stato recentemente richiamato anche dal Comitato Nazionale di Bioetica. Si opererà perché l’Autorità sanitaria non limiti il proprio intervento a rispondere a singole richieste di prestazione medica, ma svolga una efficace funzione preventiva anche attraverso il controllo delle condizioni igieniche degli Istituti e la presa in carico delle posizioni soggettive delle persone recluse, peraltro connotate da particolare vulnerabilità; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     la progressiva adozione della Cartella medica digitale che assicuri continuità terapeutica nonché la possibilità di monitorare continuamente lo stato di presa in carico della tutela della salute da parte delle realtà locali del Servizio Sanitario Nazionale (allo stato attuale la cartella medica digitalizzata è stata introdotta in 37 Istituti).   c) Interventi previsti e in fase di programmazione Sulla base dei lavori della Commissione appositamente predisposta, e precedentemente richiamata, il Ministero ha previsto una serie di ulteriori interventi dettagliatamente definiti in un Rapporto interno – allegato a questo piano – che incidono sul complessivo profilo della detenzione in Italia. Tali interventi, per i quali sono stati stabiliti i tempi di attuazione, riguardano le seguenti aree: margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     la riorganizzazione complessiva del lavoro dei detenuti, in conformità al dettato della Regola 26, comma 7 delle Regole Penitenziarie Europee, agevolando tutte le condizioni che rendono possibile l’organizzazione e la gestione di attività lavorative, rimuovendo tutti gli ostacoli che si dimostrano inadeguati a favorire lo sviluppo di lavoro vero, gestito secondo criteri imprenditoriali, l’unico che sostiene con reale efficacia l’azione rieducativa nei confronti dei condannati. Le linee della riorganizzazione riguardano l’organizzazione della vita intramuraria, le cosiddette lavorazioni penitenziarie, il coinvolgimento dei detenuti in lavori di ristrutturazione dei propri spazi, l’organizzazione del lavoro all’esterno, la formazione professionale (inclusi i tirocini e le borse di lavoro); margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     la complessiva riorganizzazione del sistema di fornitura da parte di aziende esterne (cosiddetto vitto) dei generi alimentari, successivamente confezionati e distribuiti all’interno del carcere, della gestione della vendita ai detenuti di generi alimentari o di altro tipo (cosiddetto sopravvitto) e del servizio di acquisto di generi all’esterno, a richiesta del singolo detenuto (cosiddetto servizio spesa). La gestione di questi tre servizi richiede un complessivo ripensamento che porti  migliorare la qualità di ciascuno di essi e a semplificare le procedure, in assoluta sicurezza, nonché a garantire trasparenza; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     la revisione dei criteri per le assegnazioni e i trasferimenti al fine di ritornare progressivamente alla piena rispondenza al criterio di territorializzazione dell’esecuzione penale, prevista dall’Ordinamento penitenziario italiano; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     l’adozione di criteri di trasferimento per motivo di salute solo quando si abbia l’assoluta certezza della possibilità di presa in carico del soggetto da parte dell’Istituzione ricevente e la pronta comunicazione al Magistrato dell’eventuale impossibilità di reperire una situazione detentiva in grado di rispondere alle specifiche necessità terapeutiche prospettate; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     l’estensione dell’esperienza delle speciali strutture di alloggiamento di madri con bambini, in condizioni di sicurezza che non connotino però l’ambiente proposto come ambiente visibilmente detentivo, ma che sia nel loro disegno che nelle forme di organizzazione quotidiana, abbiano presene come criterio centrale il benessere psico-fisico del bambino.     3. Interventi sulle Strutture edilizie Il Governo condivide il principio secondo cui la risposta di natura edilizia non deve avere centralità nell’affrontare il problema del sovraffollamento carcerario. Ritiene però che la particolare vetustà di molta parte del patrimonio edilizio detentivo in Italia obblighi a prevedere non solo lavori di ristrutturazione, ma l’edificazione di nuovi Istituti che sostituiscano parte degli esistenti e che si prestino, nell’organizzazione degli spazi, alla coerente implementazione del modello di detenzione che l’Amministrazione è impegnata a introdurre e la cui connotazione aperta male si coniuga con alcuni degli spazi attualmente disponibili. Per questo il Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie, ha agito su diversi piani d’intervento. In particolare: margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     alcuni interventi – e le relative risorse – sono state indirizzate agli adeguamenti necessari per l’attuazione di alcuni aspetti precedentemente elencati (riorganizzazione degli ambienti per i colloqui con le famiglie, apertura delle sezioni in condizioni di sicurezza, etc.); margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     alcuni interventi sono stati riservati per la realizzazione di strutture prefabbricate all’interno di aree disponibili begli Istituti ove collocare gran parte delle attività, sia di tipo lavorativo, sia di socialità e di gestione di vita quotidiana collettiva (per esempio si stanno realizzando refettori, chiudendo progressivamente con la passata esperienza di distribuzione del cibo e sua consumazione in cella; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     è stato riorganizzato il Piano precedentemente previsto per l’edilizia e si è già  giunti all’apertura di tre nuovi Istituti, con la previsione di disporre entro dicembre 2013 di complessivi 2000 posti in nuove strutture; margin-left:14.2pt;text-align:justify;text-indent:-14.2pt;">-     la previsione, secondo le scadenze fissate, è di disporre al maggio 2014 di un'aumentata capacità ricettiva di 4500 posti. Occorre comunque ricordare che quando si considera la complessiva capacità ricettiva del sistema detentivo italiano rispetto al numero di detenuti, va tenuto presente che l’Italia calcola tale capacità rispetto a un parametro più alto di quello utilizzato da altri Paesi europei, dalla stessa Corte in riferimento agli standard del Comitato per la prevenzione della tortura: infatti, per la capienza regolamentare degli Istituti si utilizza lo stesso parametro esistente per l’abitabilità delle civili abitazioni e cioè 9 metri quadrati per un singolo a cui si aggiungono altri 5 per ciascuna persona che condivide la camera di detenzione (la Corte ha più volte richiamato invece lo standard di 7 metri quadrati e altri 4 per ciascuna ulteriore persona nella stessa camera, applicato per calcolare la ricettività in molti Paesi europei).     115%;font-variant:small-caps">4. Il Rimedio compensativo   Come esplicitamente affermato dal Ministro della giustizia in occasione della sua recente visita al Consiglio d’Europa (4-5 novembre 2013), è impegno del Governo definire legislativamente la modalità con cui procedere al rimedio compensativo verso coloro che hanno sofferto periodi di detenzione in condizione di violazione dell’articolo 3 della Convenzione: le ipotesi all’esame tengono ferma la necessità di coniugare il dovere dello Stato di risarcire tali persone e la necessità di non perdere l’orizzonte trattamentale della pena. Per questo quale risposta, eminentemente indennitaria, alle istanze di tutela avanzate – per mezzo della già avvenuta proposizione del ricorso alla Corte europea per pretesa violazione dell’art. 3 ECHR – dai detenuti costretti a vivere in situazioni critiche di sovraffollamento, si prevede la possibilità di una riduzione della pena ancora da espiare, in una misura percentuale rapportata al periodo in cui hanno subito una restrizione carceraria in condizioni inadeguate. Si tratterebbe di un atto eccezionale volto a riconoscere l’obbligo di compensare coloro a cui lo Stato non ha garantito l’assolutezza del divieto che tale articolo prevede. Ovviamente questa proposta si base su due condizioni: la prima è che le misure di rimedio preventivo adottate avranno nel frattempo interrotto il perpetuarsi di tali condizioni (e il conseguente possibile ricorso avverso a esse); la seconda è che il ricorrente sia ancora in espiazione di pena. Nei casi in cui la seconda non si verificasse, l’Italia è impegnata a risarcire i soggetti ricorrenti nelle forme che verranno stabilite, anche prevedendo possibili modalità interne al fine di ridurre il carico di tali casi sui lavori della Corte.     Su questi aspetti il Governo è certo che la collaborazione con il Comitato dei Ministri offrirà spunti utili per approfondimenti e migliore definizione delle varie azioni. Al contempo si impegna, nell’ambito del positivo e fruttuoso dialogo che l’Italia ha con il Consiglio e i suoi Organi, a mantenere il Comitato dei Ministri informato circa il procedere della propria azione.  

 

27 Novembre 2013

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Manifestazione sindacato/Radicali: ci saremo anche noi su due punti precisi: “Cota a casa” e “per la legalità". Caro Pd, caro Renzi, la svolta deve vedersi anche in Piemonte

Ven, 12/13/2013 - 16:44
13/12/13

Giulio Manfredi, membro della Direzione di Radicali italiani, e Silvio Viale, consigliere comunale hanno diffuso la seguente nota:

"Dopo tutto quello che è successo in settimana, riteniamo utile individuare i punti di accordo piuttosto che i punti di divisione. Pertanto, saremo presenti alla manifestazione del sindacato di domani su questi due punti, per noi fondamentali:
“Cota a casa, elezioni in primavera”: Roberto Cota ha fallito politicamente, basti pensare a dove è finita la sua tanto sbandierata “rivoluzione della sanità”; la magistratura amministrativa si appresta ad accertare quello che ha già accertato quella penale, cioè che Cota è rimasto al potere per tre anni e mezzo grazie alle firme false di Michele Giovine; le dimensioni di “Rimborsopoli” sono tali da non consentire la prosecuzione della legislatura.
“Per la legalità, dentro e fuori il Palazzo”: la critica dura del governo regionale e/o di quello centrale non puo’ mai giustificare atti di violenza, intimidazione, squadrismo vero e proprio, quali quelli che si sono ripetuti centinaia di volte in questa settimana nelle vie e piazze di Torino. Noi radicali lo diciamo da cinquant’anni: non si costruisce la buona politica sul qualunquismo e sul populismo, eccitando i peggiori istinti delle persone, del branco.

Infine, due parole sul PD: è innegabile che la segreteria Renzi abbia già portato ad alcuni cambiamenti a livello nazionale. A livello locale, invece, il PD abbozza, tentenna, si rifugia nelle più rassicuranti braccia del sindacato. La sua adesione alla manifestazione di domani non può e non deve far dimenticare l’esigenza che il PD, assieme alle altre forze di opposizione, alle associazioni e ai movimenti, organizzi (ormai a gennaio) una manifestazione, con Matteo Renzi, per “Cota a casa, elezioni in primavera”."

Torino, 13 dicembre 2013

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Contribuisci alla realizzazione della Marcia di Natale per l'Amnistia, la Giustizia, la Libertà

Ven, 12/13/2013 - 16:10
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La III Marcia per l’AMNISTIA, la GIUSTIZIA, la LIBERTA’ partirà alle ore 10.00 del 25 dicembre da San Pietro (il raduno dei marciatori inizierà dalle 9.30 in Piazza Pia, all’inizio di Via della Conciliazione) per arrivare davanti la sede del Governo a Palazzo Chigi in Piazza Colonna. Durante la marcia saranno fatte brevi soste davanti al Carcere di Regina Coeli, al Ministero della Giustizia (Via Arenula), al Senato (Corso Rinascimento) e alla Camera dei Deputati (Piazza Montecitorio). Finito il corteo e la manifestazione davanti a Palazzo Chigi, i marciatori si saluteranno nella vicina Piazza San Silvestro, dove si terranno gli interventi conclusivi di saluto e di augurio.

(La mappa è indicativa, potrebbe subire cambiamenti di percorso da qui al 25 dicembre, i cambiamenti verranno tempestivamente comunicati)

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