Radicali Italiani
La MINI-AUTODICHIA DEI FORTINI REGIONALI, Bernardini/Testa: basta "zone franche" dai controlli sulle spese
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Stamina, Filomena Gallo: subito decreto che blocchi Stamina su tutto il territorio
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
La decisione del Tar del Lazio in merito al Comitato di esperti chiamato a valutare sul metodo Stamina è solo un provvedimento temporaneo in attesa dell'udienza di merito che si terrà l'11 giugno. Il giudici del TAR Lazio scrivono: "Considerato che solo un’approfondita istruttoria in contraddittorio con chi afferma che il Metodo Stamina non produce effetti negativi collaterali potrà - ove a conclusione dei lavori si arrivasse a confermare il parere contrario all’inizio della sperimentazione - convincere anche i malati con patologie dall’esito certamente infausto, e che su tale Metodo hanno riposto le ultime speranze, che il rimedio stesso non è, almeno allo stato, effettivamente praticabile; Considerato infine che la giusta preoccupazione del Ministero della salute e della comunità scientifica - che non siano autorizzate procedure che creino solo illusioni di guarigione o comunque, e quanto meno, di un miglioramento del tipo di vita, e che si dimostrino invece nella pratica inutili o addirittura dannose - può essere, anche nella specie, superata con un’istruttoria a tal punto approfondita in tutti i suoi aspetti da non lasciare più margini di dubbio, anche ai fautori del Metodo in esame, ove il procedimento si concludesse negativamente, che il Metodo stesso non è, o almeno non è per il momento, praticabile" Quindi di fatto nulla cambia fino all' udienza del prossimo giugno, ma è anche importante ricordare che la Stamina Foundation sta agendo in violazione della legge Turco e delle norme comunitarie che garantiscono gli standard di sicurezza. Inoltre non dimentichiamo che è ancora in vigore il blocco dell’Aifa sull'ancora misterioso metodo di Vannoni ed Andolina che non rientra nella fattispecie di cure compassionevoli, e che non ha neanche superato la fase I richiesta per la sperimentazione di una nuova cura e/o farmaco. Tutto questa faccenda trova origine nell'errore politico compiuto dall'allora Ministro Balduzzi che portò in discussione al Parlamento un decreto atto ad "assicurare una parità di trattamento tra tutti coloro che hanno avviato il protocollo presso l’ospedale di Brescia". La decisione del Ministro Lorenzin di istituire una nuova commissione risponde all' odierna ordinanza di sospensiva, e mira a voler dare ulteriori risposte ai malati. Ritengo che al momento sarebbe necessario un decreto che blocchi questa strana storia italiana su Stamina fino a quando Stamina non avrà dimostrato che il metodo non è nocivo e che può rientrare tra le cure compassionevoli con regolare autorizzazione. In questi due anni di proteste forse con un serio lavoro si sarebbe potuto evitare questo far west e chiedere a Vannoni ed Andolina di rendere noto il metodo . I malati e le loro speranza meritano rispetto.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Dissesto idrogeologico, Bolognetti: Basilicata attende Centro funzionale decentrato
Fonte Basilicatanet
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Consigliere Ass. Coscioni Potenza(3 dicembre) – Nell’Italia “Stato canaglia”, dove il dissesto ideologico produce e aggrava il dissesto idrogeologico, ammonta a 61,5 miliardi di euro il danno complessivo per frane e inondazioni dal 1944 al 2012. In Basilicata, regione particolarmente esposta sul fronte del rischio idraulico, ancora una volta un fenomeno alluvionale ha messo letteralmente in ginocchio il Metapontino. La Basilicata, gioverà ricordarlo, è una delle 9 regioni italiane dove ancora si attende l’istituzione di uno dei capisaldi del sistema di allertamento della Protezione Civile: il “Centro Funzionale Decentrato”. Nel Metapontino, per la terza volta dal 2011, si contano danni e vite spezzate da una politica incapace di governare il territorio e che crea, giorno dopo giorno, i presupposti delle “emergenze” di ieri e di domani.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Federico e Massari, Radicali:” Dopo 20 anni emerge la verità della truffa dei Partiti a danno degli Italiani e dei Radicali che li chiamarono a decidere”
16.0pt;font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Verdana">Da 20 anni i Partiti ingannano gli italiani versandosi illegittimamente i denari dei cittadini e una Magistratura silente li lascia fare. Finalmente grazie al procuratore della Corte dei Conti De Dominicis la verità è di nuovo davanti agli occhi di tutti.
none;text-autospace:none"> 16.0pt;font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Verdana">Nel 93 i Radicali vinsero insieme al popolo italiano un referendum contro tutti i Partiti per abolire il finanziamento pubblico, da quel momento la volontà popolare e la proposta Radicale fu spazzata via da leggi che hanno puntualmente aggirato l’esito referendario. I “rimborsi spese” sostituivano il “finanziamento pubblico” nelle leggi fasulle della partitocrazia ma i soldi erano sempre dei contribuenti e anzi il prelievo indebito dalle tasche dei cittadini andava moltiplicandosi.font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Georgia">Come detto, finalmente la Corte dei Conti 16.0pt;font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Arial">ha sollevato in via incidentale la questione di legittimità costituzionale delle norme sul finanziamento pubblico “camuffato” approvate dopo il referendum radicale del ’93.
font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Arial">Ricordiamo e rivendichiamo con orgoglio non solo la vittoria del ’93 ma anche la strenua difesa del risultato fatta da quel comitato promotore che chiese alla Corte Costituzionale, la stessa Corte a cui oggi si rivolge la magistratura contabile, per ben due volte, nel 1996 e nel ‘97, di dichiarare in costituzionali le varie leggi che reintroducevano sotto forme diverse il finanziamento pubblico. La Corte preferì il rigetto dei ricorsi, dichiarandoli inammissibili, confermando un fatto paradossale: il comitato promotore è sì riconosciuto come un potere dello Stato… ma senza poter esercitare alcun potere effettivo, in questo modo prendendo in giro i milioni di elettori che con il loro voto abrogarono una legge detestata.
font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Arial">Attendiamo la prossima sentenza per veder riconosciuto il diritto e abrogato il privilegio.
font-family:"Verdana","sans-serif";mso-bidi-font-family:Verdana">Acquisiremo gli atti della Corte dei Conti per arricchire il dossier che nelle prossime settimane presenteremo al Comitato diritti umani dell’Onu per denunciare la violazione da parte dello Stato italiano dei diritti civili e politici dei cittadini
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Direzione di Radicali Italiani: domani, 1° dicembre, diretta streaming sul sito di Radio Radicale
La Direzione di Radicali Italiani, la prima dopo il Congresso di Chianciano di un mese fa, si terrà nella giornata di domani, 1° dicembre, a partire dalle ore 9.45 presso la sede del Partito Radicale in Via di Torre Argentina 76 a Roma. Sarà trasmessa in diretta on line tramite il sito www.radioradicale.it . Basterà cliccare sull’apposito banner che sarà situato sulla destra del sito.
Alla riunione prenderanno parte la Presidente Laura Arconti, la Segretaria Rita Bernardini, il Tesoriere Valerio Federico, i membri nominati dalla Segretaria d’intesa con il Tesoriere, i componenti della Giunta esecutiva e gli invitati individuati fra i responsabili dei soggetti della “galassia radicale” (a cominciare dal Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito, di cui Radicali italiani è soggetto costituente) e fra gli eletti nelle istituzioni iscritti al Movimento. Parteciperanno Emma Bonino e Marco Pannella.
A questo link http://www.radicali.it/contenuto/direzione è possibile leggere tutti i nomi dei componenti della Direzione e gli invitati a partecipare.
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Conoscenza Verità e Democrazia
Il diritto alla conoscenza degli atti e dell’attività della Pubblica Amministrazione, sia a livello globale che locale, corrisponde alla conoscenza da parte dell’individuo di una “propria” dimensione pubblica. La Pubblica Amministrazione è l’amministrazione della cosa pubblica di cui l’individuo è parte integrante e interessata.
Per questo il diritto alla verità è un’estensione delle facoltà di scelta, di controllo e di partecipazione del cittadino nell'amministrazione dello Stato e delle sue articolazioni regionali e locali, un elemento di democratizzazione della società.
Ma se da una parte l’evoluzione attuale del modello di cittadinanza, basato sulla domanda continua di accesso alle informazioni, ha portato a una larga condivisone dello slogan di Luigi Einaudi “conoscere per deliberare”, allo stesso tempo i poteri istituzionali ed extra-istituzionali che guidano le scelte politiche stentano a cedere lo spazio necessario a un reale e più esteso controllo democratico. Controllo inesistente nei regimi dittatoriali, ma che stenta ad affermarsi anche nei paesi cosiddetti democratici, comunque inclini al prepotere della “Ragion di Stato”
Dal globale al locale, il ricorso alla Ragion di Stato è il primo ostacolo al diritto alla conoscenza globale e locale, alla verità, all’esercizio della sovranità popolare e il primo strumento a servizio dei poteri reali illegittimi.
Un esempio è la formazione del bilancio dello Stato e degli Enti locali. Per molti dei Paesi che vivono una profonda crisi economica, un primo atto rivoluzionario sarebbe quello di rendere effettivamente conoscibili le voci reali della spesa pubblica, come i Radicali hanno tentato di fare già dai primi anni '80, divulgando i dati sul debito pubblico italiano.
Oggi chiediamo, a partire dai Comuni e dalle Regioni, l’anagrafe pubblica delle attività economiche e la pubblicazione del bilancio consolidato, un conto unico che comprenda anche i dati di bilancio delle società partecipate dall’Istituzione regionale o locale.
Essenziali poi sono due elementi. Il primo è l’effettiva accessibilità delle fonti. La trasparenza, da sola, non assicura infatti la conoscibilità. Un insieme di informazioni e dati non organizzati e non elaborati possono risultare né leggibili e né utili. Vanno formulate proposte di presentazione e elaborazione di dati e informazioni. In questo senso sono essenziali le proposte di “open data” e agenda digitale.
Altro elemento assente ma altrettanto determinante è il dibattito pubblico. Alla democrazia rappresentativa va affiancata quella democrazia dibattimentale, richiamata da Sabino Cassese, che prevede procedure di partecipazione del cittadino nella fase della progettazione e formulazione delle politiche pubbliche.
I recenti scandali che hanno riguardato le amministrazioni locali nonché l’amministrazione dei fondi statali, nascono in gran parte da un sistema di controlli di natura meramente formale che si è dimostrato inadeguato. Dunque parlare di “trasparenza” rischia di essere riduttivo. In gioco c’è l’affermazione o meno dei diritti democratici e con essi le prospettive di progresso e sviluppo economico e sociale.
È questa la chiave “italiana”, “locale”, per comprendere quanto si profili centrale l’intuizione di Marco Pannella: “rendere universale il diritto alla verità, ovvero, in questa fase storica, il diritto umano e civile alla conoscenza di come lo Stato opera. L’aggettivo “umano” lega questo diritto al complesso dei Diritti Umani sanciti dalle Nazioni Unite, mentre con “civile” facciamo riferimento al cittadino come attore che aziona il diritto nei confronti dei poteri dello Stato – sia esso il governo o l’apparato istituzionale”.
La campagna del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito - sostenuta con alcune delle iniziative politiche in corso, già richiamate da Radicali Italiani - ha come scopo un preciso riconoscimento di questo diritto nel perimetro della giurisprudenza internazionale. Allo stesso tempo ritiene necessario l’impegno per diffondere questo diritto attraverso gli Stati, con la sostanziale riduzione delle clausole che fermano la conoscenza del cittadino.
L’Unione Europea può assumere di tutta evidenza, così come accaduto per la battaglia contro la pena di morte, un compito fondamentale nello spingere nella direzione auspicata gli stati membri e la dottrina comunitaria.
Sarebbe ancora più significativo se una campagna del genere partisse dall’Italia. Da un Paese caratterizzato da un altissimo tasso di corruzione, da mancanza di trasparenza e da uno Stato di diritto che produce diritti ineffettivi. Aspetti strutturali, denunciati e descritti dai Radicali in primis nel documento dal titolo “La Peste italiana”.
Rappresenterebbe ed evidenzierebbe, tale campagna, l'urgenza di un diffuso monitoraggio delle Democrazie.
*di Valerio Federico, tesoriere di Radicali italiani, e Simone Sapienza, Membro della Direzione di Radicali italiani
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Default Lazio, Berardo: Relazione Corte dei Conti preannunciata da denunce Radicali
Default Lazio, Berardo: Relazione Corte dei Conti preannunciata da denunce Radicali
Dichiarazione di Rocco Berardo, consigliere regionale Radicale del Lazio nella precedente legislatura. Oggi, nella loro relazione all'udienza di parificazione del rendiconto dell'Ente, i consiglieri della Corte dei Conti hanno attaccato pesantemente la programmazione economica della Regione Lazio. Fra le altre carenze "l'amministrazione regionale - hanno detto - non ha predisposto ed approvato il Dpef 2012-2014, e la sua carenza, in un quadro finanziario regionale da tempo economicamente compromesso, priva il decisore politico di un indispensabile strumento di programmazione". Il gruppo Radicale della Lista Bonino Pannella alla Regione Lazio nella precedente legislatura ha ripetutamente sollevato il caso, inascoltato purtroppo come spesso accaduto e accade. Oggi, solo pro memoria, vorrei segnalare questa interpellanza in cui, con il collega Giuseppe Rossodivita, abbiamo posto a più riprese la questione pubblicamente e istituzionalmente alla precedente Giunta. Si chiedeva il perché, visto che “la programmazione è sempre e a maggior ragione nei periodi di crisi uno strumento essenziale per l'azione di governo” non fosse stata ancora presentata, e perché vi fosse il costante “mancato rispetto di tutte le scadenze delle norme vigenti”: a queste denunce non è stata mai data risposta. Oggi la Corte dei conti fa luce sulla vicenda, descrivendo una gestione disastrosa con un rischio default sempre più concreto. Ecco il link al documento: http://atticrl2010-2012.regione.lazio.it/allegati/interpellanze/5.pdf© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Tra pugnalate e sabotatori
Nel primo pomeriggio di ieri è giunta la notizia che la Cassazione aveva bocciato i referendum radicali sulla giustizia per mancato raggiungimento delle 500.000 firme. "Fonti della Cassazione", scrivevano online, così come quotidianamente scrivono "voci della Procura". Non sappiamo se abbiano espresso un loro auspicio che, guarda caso, coincide con quello dell’Associazione Nazionale Magistrati. Forse hanno fatto, bene informati senza troppa fatica, uno scoop.
Ma i funzionari della Cassazione da noi interpellati hanno smentito stizziti la notizia affermando che il conteggio era ancora in corso e che l’Ufficio Centrale sarebbe tornato a riunirsi lunedì prossimo. Noi attendiamo fiduciosi e, se la cattiva notizia sarà confermata, presenteremo - come ha dichiarato ieri Marco Pannella - il nostro fiducioso ricorso. Il fatto che la Commissione giudicatrice abbia come Presidente quel galantuomo di Corrado Carnevale - seppure il suo voto valga uno - ci rende sereni sulla scrupolosa presenza di una voce che saprà ben rappresentare il diritto costituzionale dei cittadini di promuovere referendum, un diritto che non può essere vanificato dall’inefficienza di una pubblica amministrazione (leggi Comuni) che sbaglia date, omette timbri, si dimentica di autenticare, invia le firme fuori tempo massimo.
Ci sarà tempo e modo di ragionare su come la classe politica e i mezzi di informazione si sono rapportati alla campagna dei 12 referendum. Fra i media, a parte Radio Radicale, posso tessere le lodi di un solo quotidiano, Il Tempo, che ha pubblicato pagine e pagine di brillanti inchieste. Fra le forze politiche c’è da stendere un velo pietoso su quelle di centro, centro sinistra e sinistra-sinistra. Renzi ha pronunciato il suo niet spiegando che le riforme, compresa quella sulla giustizia, le deve fare il Parlamento. Figurarsi! Quanto al fu Pdl, dobbiamo registrare la pugnalata che il "fu" Popolo della Libertà ha inferto a Silvio Berlusconi il quale, seppure tardivamente, aveva sottoscritto al banchetto con Marco Pannella tutti e 12 i referendum, «per consentire al popolo italiano» di votarli: in tutto il nord e nel centro d’Italia il PdL ha letteralmente sabotato l’impegno di Berlusconi. 5 milioni ne avevano promesse Brunetta e Alfano: invece, siamo qui costretti a difendere una a una le 534.000 firme depositate.
Ma non ci arrendiamo, nonostante i fanfaroni, gli arroganti, i pugnalatori e un sistema a-democratico ladro di informazione, di conoscenza, di libertà e democrazia.
*Articolo di Rita Bernardini edito venerdì 29 novembre 2013 dal quotidiano Il Tempo
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Regione Piemonte. Viale: Staccate la spina con dignità
C'era anche Silvio Viale, esponente radicale e consigliere comunale del PD, questa a mattina davanti a Palazzo Lascaris a manifestare per lo scioglimento del Consiglio Regionale.
Silvio Viale, che esponeva un cartello con scritto "STACCATE LA SPINA", ha dichiarato:
"E' ora che il Consiglio Regionale stacchi la spina e cerchi di farlo in modo dignitoso. In altre parole una "dolce morte" invece di un "suicidio" sofferente e precipitoso. Non saremo certo noi a negare quel garantismo che a, parti inverse, molti rivendicano per se stessi e non concedono ai nemici, ma è innegabile che la fine politica anticipata della legislatura regionale sia in agenda, soprattutto da quando è in dirittura finale la vicenda della lista taroccata di Giovine. Sono contento che, oggi, molti chiedano scandalizzati lo scioglimento del consiglio regionale, ma mi sarebbe piaciuto che lo avessero fatto con noi si dall'inizio in nome della legalità, invece di starsene a casa. Lo dico anche a chi, questa mattina, per cercare una priorità verginità in cerca di "nuove poltrone" ha finito per mettere anche me nel mucchio. E' anche per evitare che la politica diventi preda di predoni ignoranti e senza scrupoli che chiedo quello scatto di orgoglio che porta a staccare la spina."
Torino, 28 novembre 2013
(Silvio Viale 339.3257406)
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Desecretare i documenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della Direzione nazionale di Radicali Italiani.
Intorno al traffico illecito di rifiuti tossici e radioattivi continuano ad esserci fin troppi segreti. Proprio per questo condivido interamente la lettera appello che Greenpeace ha inviato al presidente del Senato Pietro Grasso e della Camera Laura Boldrini. In tale messaggio si chiede la pubblicazione di tutti i materiali acquisiti in oltre dieci anni di attività della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Infatti troppe sono le audizioni ed i documenti che sono ancora sottoposti a segretezza. Tant’è che, come riportato nell’articolo di Andrea Palladino pubblicato il 27-11-2013 sul Manifesto, sarebbero più di mille i dossier inaccessibili, rapporti firmati finanche dai due servizi di intelligence italiani, l’Aisi e l’Aise e informative del Copasir quando a dirigerlo era Massimo D'Alema.
I contenuti riguardano le «navi dei veleni», i traffici con la Somalia ed altro ancora. Seppur tale documentazione non sarebbe decisiva a livello giudiziario lo è invece per far conoscere ai cittadini italiani questo capitolo così oscuro della nostra storia. Proprio come è accaduto con i verbali dell’audizione di Carmine Schiavone che, sebbene non abbiano rilevato nulla di nuovo, hanno avuto il merito di rimettere all’ordine del giorno un problema grave ed irrisolto come quello della “terra dei fuochi”. Anche per questo è essenziale appoggiare l’iniziativa di Greenpeace che, come direbbe Marco Pannella, segue quella direzione utile ad affermare il diritto umano alla verità
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Referendum, Pannella: se confermate notizie Cassazione su insufficienza firme, subito fiducioso nostro ricorso
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Se verranno confermate le notizie di stampa di queste ore sulla non validazione delle nostre sei richieste referendarie per “insufficienza” del prescritto numero minimo di 500.000 firme, posso sin d’ora preannunciare che il Comitato Promotore dei Referendum sulla Giustizia Giusta presenterà immediatamente – dopo la conoscenza della decisione ufficiale della Corte Suprema di Cassazione – un nostro, fiducioso ricorso".© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Decadenza, decadenti e decaduti nell’Italia “Stato canaglia”.
Di Maurizio Boilognetti, Direzione Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni. Diciamocelo, la vicenda della “decadenza” di Silvio Berlusconi ha scatenato il festival dell’ipocrisia partitocratica. Come napalm stucchevoli frasi fatte sono piovute sulle nostre povere teste, e a poco è servito aprire l’ombrello. Attonito, ho ascoltato e letto che “la giustizia è uguale per tutti”. Quasi ipnotizzato ho udito un non mi ricordo chi affermare: “abbiamo difeso lo Stato di diritto”. Azz, ma quanto senso dello Stato in questo nostro paese! Quanti veri e sinceri democratici assetati di giustizia! Sobrio, per esempio, il titolo del “Quotidiano della Basilicata” che annuncia: “Berlusconi è fuori”. Ok, il “mostro” è stato espulso da un’aula che da troppo tempo è stata trasformata in bivacco partitocratico. E adesso, adesso che “giustizia” è fatta, cosa facciamo? La legge è uguale per tutti? Ne siamo certi? Anche per i detenuti in attesa di giudizio? Anche per chi attende lustri una sentenza in sede di giustizia civile? Anche per coloro che vittime o imputati vedranno andare in prescrizione, dopo le solite lungaggini, il procedimento che magari gli ha tolto il sonno e rovinato la vita? Ma di quale legge parliamo? L’Italia è quel paese che da oltre 30 anni viene condannato per la non ragionevole durata dei processi e per carceri assurte a luogo di tortura per l’intera comunità penitenziaria. L’Italia è quel paese dove un parlamento “decadente” e istituzioni fuorilegge non riescono a calendarizzare un dibattito sul messaggio con cui il Presidente della Repubblica ha inteso onorare la sua funzione di garante del dettato costituzionale. L’Italia è il paese dove la volontà popolare e referendaria è stata ripetutamente tradita da un ceto partitocratico impotente, corrotto e corruttore. Cosa ne è stato del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati? Dov’è il rispetto per l’art. 27 della Costituzione? Altro che “abbiamo difeso lo Stato di diritto”!!! E’ vero o no che la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo è stata ridotta a carta da cesso? In questo nostro Stato canaglia e criminale tocca ascoltare le grida di giubilo di chi ci racconta che “giustizia è fatta”. Intanto, nella più totale indifferenza da parte dei media, crepano centinaia di detenuti e si tolgo la vita decine di agenti di Polizia penitenziaria. Tutto questo mentre sul nostro paese incombe la “Sentenza Torreggiani”, che ha nuovamente e con vigore sottolineato la nostra condizione di Stato fuorilegge, incapace di rispettare la sua propria legalità. Centinaia di ore dedicate alla “decadenza” di Silvio Berlusconi e zero dibattito sulla bancarotta della giustizia. A rischio di essere “linciato”, mi auguro che Silvio il decaduto riconverta le sue energie per chiedere a gran voce un’Amnistia per la Repubblica. Mi auguro che da domani, da subito, si discuta dei 10 milioni di procedimenti penali e civili pendenti che si traducono in vite spezzate, in giustizia negata, in opportunità di sviluppo bruciate. Mi auguro che in questa “democrazia reale”, che nega Diritto, Diritti e conoscenza, si comprenda che occorre interrompere la flagranza di reato in atto contro i Diritti umani e la Costituzione. Noi che nella necessità di rispettare la “legge” ci crediamo, non possiamo rassegnarci. Continueremo a puntellare con la forza della nonviolenza l’agire di chi ha compreso che siamo arrivati al capolinea. Toccherà, nonostante tutto, provare a ragionare al di fuori degli schemi imposti, provando nel contempo a stare alla larga da chi è capace solo di alimentare scontri tribali. Noi, con Marco Pannella, non ci stanchiamo nemmeno in queste ore di innalzare le nostre bandiere e seguire la nostra rotta: Giustizia, Diritto, Amnistia, Libertà, Democrazia. Approfondimenti
Bolognetti su sistema giustizia e carcerario (da Basilicatanet, 28 novembre)
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Referendum giustizia: Radicali, non ancora concluso il conteggio delle firme
In relazione a notizie di stampa secondo cui la commissione per i referendum istituita dalla Suprema Corte avrebbe terminato ieri sera il controllo delle sottoscrizioni, presentate in settembre dai Radicali e che per nessun quesito sarebbe stato raggiunto il tetto delle 500 mila firme necessario per dare il via libera ai referendum, il Comitato Promotore dei Referendum precisa quanto segue:
Avendo oggi alle ore15.30 interpellato a tal proposito l’ufficio competente della Cassazione, ci è stato risposto che “il conteggio delle firme non è stato ancora concluso”. Inoltre, il Comitato Promotore ci tiene a segnalare che, a distanza di sessanta giorni dalla scadenza stabilita dalla legge, continuano ad arrivare dai Comuni italiani buste contenenti numerose firme di sottoscrittori dei referendum, dodici delle quali nell’ultima settimana.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Referendum, mancato quorum: Bernardini (Radicali Italiani), occasione mancata
"Una occasione sprecata. Perché sicuramente, se fossimo stati ascoltati, se vivessimo in uno Stato di diritto, quello che si è verificato con il controllo delle firme non sarebbe il responso che ci è stato dato oggi". Lo ha detto la segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, intervistata in diretta a Radio Radicale sulle notizie per cui non sarebbe stato raggiunto il quorum delle 500 mila firme per i referendum sulla giustizia.
Bernardini ha ricordato che "tutto è giocato sul filo", e che "abbiamo tutta la documentazione di decine di pacchi di firme arrivati in ritardo alla Cassazione per ritardi non nostri, ma delle società di spedizione, o addirittura degli stessi Comuni. Ancora in questi giorni arrivano le firme dalle segreterie comunali, per esempio...".
"Lo voglio dire da Radio Radicale: il fatto che sia Corrado Carnevale presidente dell'Ufficio centrale sul referendum è per me una garanzia. Conosco lo scrupolo dell'uomo", ha detto la Bernardini.
Ma, ha aggiunto, "ovviamente c'è il rammarico politico. Da una parte dobbiamo constatare l'atteggiamento della sinistra nei confronti dei referendum, tanto che in alcune feste de L'Unità i nostri militanti sono stati persino allontanati mentre tentavano di raccogliere le firme, e raccoglievano le firme su tutti i quesiti, anche su immigrazione e droga, che teoricamente dovrebbero essere temi cari alla sinistra. Vorrei poi ricordare le dichiarazioni di Renzi, che disse che le riforme, e in particolare quella della giustizia le doveva fare il Parlamento e non si fanno per referendum":
"Dall'altra parte la riflessione da fare sul centrodestra. Intanto per la firma tardiva di Berlusconi, che ha sottoscritto i 12 Referendum solo i primi giorni di settembre. Sappiamo tutti che quel momento di pubblicità ha fatto affluire molti cittadini ai tavoli. Ma sappiamo che nel Pdl c'è stato chi ha remato contro, qualcuno non ha raccolto affatto le firme, soprattutto nel nord Italia. Risposte seppure non vicine alle promesse che erano state fatte sono arrivate molto significative da Puglia, Campania e Calabria. E pensare che c'era chi, come Brunetta, diceva 'siamo noi che stiamo raccogliendo le firme', e prometteva che sarebbero state oltre i 5 milioni".Certo, il gran numero di firme che ci è stato consegnato dal Pdl, comunque insufficiente, risentiva anche della scarsa capacità di questo movimento a raccogliere le firme secondo quanto prevede la legge", ha concluso la segretaria di Radicali Italiani.
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Decadenza. Valerio Federico: Berlusconi, l’attacco alla democrazia c’è da sessant'anni, non inizia oggi
Dichiarazione di Valerio Federico, tesoriere di Radicali italiani:
È bastato esporre uno striscione con scritto "È un colpo di Stato" davanti Palazzo Grazioli per scatenare l'ennesima sterile polemica: interrogazioni parlamentari e richiami alla libertà di opinione da una parte, sdegno e inviti alla rimozione dall'altra.
In pochi minuti il fatto diventa prima notizia in tutti i media, mentre diversa sorte mediatica era toccata lunedì scorso al segretario di Radicali Roma e a un altro militante, portati in Questura e denunciati perchè, di fronte allo stesso Palazzo Grazioli in occasione della cena di Putin da Berlusconi, hanno esposto cartelli con cui si chiedeva il rispetto dei diritti umani in Russia, rispetto che Berlusconi dimentica da quando frequenta l’amico Vladimir.
Nel giorno in cui sarà proclamata la decadenza di Berlusconi, con annesse urla di attacchi alla democrazia, non si può non ricordare che lo stesso Berlusconi per un quarto di secolo è stato parte integrante di un Regime partitocratico che ha spento il microfono di televisioni pubbliche e private, radio e giornali a voci dissonanti e scomode come quella Radicale.
Benvenuto Silvio, dunque, fuori dal Palazzo. Ma uscirai veramente dal Palazzo?
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Botte in Consiglio regionale Piemonte/Viale: tutta Italia ha visto ma per ufficio di presidenza non è successo niente. Rendere pubbliche le videoregistrazioni. Finalmente online l’impegno di Cota a dimettersi
Il giorno dopo la vergognosa esibizione in Consiglio Regionale il radicale Silvio Viale (Comitato nazionale di Radicali Italiani), consigliere comunale a Torino, denuncia l'incredibile coperchio che l'Ufficio di Presidenza ha posto sull’accaduto, invitandoli a rendere pubblica la moviola:
“Proprio un bel quadretto di giornata.
- Leggo sul sito del Consiglio Regionale del Piemonte un fantasioso comunicato dell'Ufficio di Presidenza per il quale “durante la seduta si sono vissuti momenti di inusuale tensione tra alcuni consiglieri”, ma che “non vi è stato da parte di alcuno la volontà di compiere atti fisici di violenza”. Cioè che non è successo niente, nonostante tutta Italia abbia visto, e si può far finta di niente.
- Vengo poi a sapere che sia l’intervento di Mercedes Bresso e che la bagarre non sono satti segnalati dai twitter che accompagnano, passo a passo, i lavori del consiglio regionale. Mi chiedo se hanno già cancellato anche le videoregistrazioni. Mi auguro che ci siano ancora e che siano diffuse pubblicamente per, eventualmente, smentire le sequenze fotografiche dei siti nazionali.
- Intanto al TG3 un rinato Franco Maria Botta (capogruppo dei Fratelli d’Italia), quello che ha interrotto l’intervento di Mercedes Bresso e scatenato la bagarre, chiede scusa ai “topi”, cioè ai giornalisti, ma non alla “fogna”, mantenendo il riferimento alle redazioni dei giornali. Forse non si è rivisto alla moviola.
- Infine, finalmente, è online l’impegno di Cota a dimettersi, come pronunciato l’11 gennaio 2013 di fronte ai Pubblici Ministeri Gian Carlo Caselli, Andrea Beoni ed Enrica Gavetta. In quel verbale Roberto Cota dichiara testualmente: “… Come Presidente della Regione non posso nascondervi nulla, tengo al vostro giudizio, né posso permanere in questa carica anche solo con l’ombra di un avviso di garanzia; soprattutto in un momento come questo quando la gente sta male, ha legittime aspettative dalla politica ed ha bisogno di punti di riferimento sicuri. Se un politico deve proporre la chiusura di ospedali non può, allo stesso tempo, vivere nel dubbio di apparire come uno che approfitta per se’ della sua posizione politico-istituzionale …”.
Credo che rimanga solo da chiedersi quando si metterà sul serio fine a tutto questo per andare a eleggere un nuovo Consiglio Regionale.”
Torino, 27 novembre 2013
(Silvio Viale 339.3257406)
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Amnistia subito! Pannella: aiutiamo il Governo a decidere. Un Natale all’insegna della lotta nonviolenta
L’iniziativa nonviolenta, che ha visto la mobilitazione dei radicali e dei familiari dei detenuti davanti alle carceri di molte città italiane, deve necessariamente riprendere avendo come primo interlocutore il Governo in carica.
Il solenne messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica dell’8 ottobre scorso ha trovato Camera e Senato distratti, inadeguati, quando non addirittura silenti. Più che di uno sgarbo trattasi di una profonda ferita istituzionale che finora – e sono passati 50 giorni – ha relegato il 1° messaggio del Presidente Napolitano, inviato secondo quanto previsto dall’art. 87 della Costituzione, nel limbo degli affari parlamentari di secondaria importanza.
Ora, occorre che il Governo assuma di sé la responsabilità di rispondere adeguatamente a quanto proposto dal Presidente Napolitano nel suo messaggio. Occorre che il Governo che su quasi tutto ritiene di investire il Parlamento con i suoi disegni di legge, indichi i tempi per l’approvazione di un provvedimento straordinario che consenta al nostro Paese di uscire dalla flagrante violazione di diritti umani fondamentali, come sanzionato dalla Corte EDU con la sentenza Torreggiani. Sentenza che deve essere rispettata entro il 28 maggio prossimo con il ripristino della legalità europea e costituzionale italiana.
Lo stesso Capo del DAP Giovanni Tamburino ha poco fa dichiarato che difficilmente l’Italia riuscirà a rispettare quanto previsto dalla Corte EDU senza percorrere nell’immediato la soluzione "indicata dal presidente Napolitano" con "interventi di carattere straordinario".
L’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella, di Rita Bernardini, dei radicali, dei detenuti e dei loro familiari, riprenderà nei prossimi giorni con un appello straordinario rivolto all’intera comunità penitenziaria affinché si mobiliti per dialogare con il Governo al quale si chiederà di fare, in coscienza, ciò che i principi ispiratori dello Stato di Diritto e della democrazia impongono.
A questo link è possibile ascoltare la trasmissione di Radio Radicale, “Radio Carcere”, andata in onda (come ogni martedì) nella giornata del 26 novembre. Nel corso della puntata condotta da Riccardo Arena, Marco Pannella ha fatto esplicito riferimento alla ripresa della lotta nonviolenta che potrebbe culminare in una Marcia di Natale sull’Amnistia che rievocherebbe quella del 2005 quando, con i radicali, marciarono Giorgio Napolitano, Francesco Cossiga, Massimo D’Alema, Don Mazzi e i cappellani di molti istituti penitenziari.
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Stamina, Gallo: appoggio alla Lorenzin per pubblicazione del metodo Stamina
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
Chiediamo a Davide Vannoni la pubblicazione del metodo Stamina, ci associamo alla richiesta effettuata dal Ministro Lorenzin. E' quanto più necessario adesso, considerate le conseguenze che questa situazione sta provocando ai malati e ai loro familiari, spinti a dissanguarsi a Piazza Montecitorio per difendere qualcosa di sconosciuto ai più, rendere noto tutto: la prassi vorrebbe che il metodo Stamina venisse pubblicato su una rivista scientifica e fatto conoscere a tutta la comunità internazionale. Invece Vannoni continua a prendersi gioco di tutti, dicendo che è tutto visibile su google. Resta il fatto che ha preteso una clausola di riservatezza affinché il Ministero non lo pubblichi; in più le cartelle cliniche, tanto sbandierate nella prima e unica conferenza stampa della Stamina foundation in cui sarebbero evidenziati i miglioranti di molti pazienti, al momento non sono state rese pubbliche, nonostante le promosse di Vannoni.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Eutanasia: Cappato, dal Senato belga un aiuto ai minori per decidere (con genitori e medici) nella legalità, mentre il Parlamento italiano si gira dall'altra parte
Dichiarazione di Marco Cappato, Radicale, Promotore della Proposta di legge di iniziativa popolare per l'Eutanasia legale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni Milano, 27 novembre 2011 Il voto a larga maggioranza (13 contro 4) delle Commissioni congiunte affari sociali e giustizia del Senato belga apre la possibilità anche per i minori di ottenere, su loro richiesta, l'accesso all'eutanasia, previo l'assenso dei genitori e solo nel caso in cui essi siano malati terminali, seguiti da un'équipe medica, in condizioni di sofferenza fisica insopportabile e non mitigabile. Con questo voto, se confermato dalla plenaria, il Senato si assumerà la responsbailità di non lasciare senza risposta quelle persone minorenni che, insieme ai propri genitori e ai medici curanti, sono sottoposti nella fase terminale della loro malattia a una tortura implacabile e definitiva. Il disegno di legge votato è preciso e rigoroso, ed esigerà una applicazione altrattanto rigorosa per evitare ogni abuso.
Il Parlamento italiano, al contrario di quello belga, ha finora deciso di girare la testa dall'altra parte, lasciando che ogni scelta di fine vita sia assunta in un contesto di sofferenza, disperazione e clandestinità, sia per quanto riguarda il testamento biologico che l'eutanasia, anche per quanto riguarda le persone maggiorenni.
Come Radicali dell'Associazione Luca Coscioni continuiamo a raccogliere sottoscrizioni online su www.eutanasialegale.it sulla proposta di legge di iniziativa popolare già depositata alla Camera dei Deputati con 67.000 firme autenticate e certificate, in attesa che i Capigruppo ne consentano la discussione. La nostra proposta di legge fissa il principio generale di libertà e responsabilità nelle scelte di fine vita delle persone maggiorenni, lasciando al dibattito parlamentare -finora negato- il compito di affrontare temi come quello dell'obiezione di coscienza e dei minori, magari anche sulla scorta di esperienze internazionali come quella belga.
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Fiducia degli italiani nei ministri: a nessuno come a Emma Bonino
Ministro degli Esteri, federalista europea, benvista dalla comunità internazionale e determinata nel suo lavoro e nelle sue battaglie: radicale. Emma Bonino non è affermata solo all'estero ma anche nel suo paese. A confermarlo è il sondaggio di Datamonitor per Il Tempo dove, alla domanda "Quanta fiducia ha nei ministri?", Bonino risulta la più apprezzata con il 50% della fiducia. A seguire Delrio (42%), Cancellieri (40%), Lupi (40%) e Alfano (40%).
Questo ulteriore sondaggio mostra chiaramente come la leader radicale che si è battuta e si batte quotidianamente per i diritti umani e civili in Italia e nel mondo, sia il politico - non solo il ministro - più caro agli italiani.