Radicali Italiani
Partecipate, Marco Cappato: da Pisapia strategia di conservazione statalista
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale-federalista europeo Nella sua relazione al Consiglio comunale sulle società partecipate del Comune, il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha confermato gli attuali assetti, chiudendo la porta al maggior coinvolgimento di privati nelle principali partecipate: A2A, SEA, ATM, Metropolitana Milanese, Milanoristorazione e Milanosport. Per altre società -Sogemi, Serravalle, Famacie- il Sindaco ha rinviato ogni decisione alla soluzione di vari tipi di controversie che non dipendono dal Comune. La valutazione del Sindaco è arrivata in assenza di una vera e propria analisi di cosa sia e cosa non sia da considerarsi come servizio pubblico, e di quale sia la modalità più efficiente per fornire tale servizio. Si tratta quindi di una valutazione di stampo fondamentalmente conservatore, pregiudizialmente favorevole all'impostazione statalista in base alla quale deve essere mantenuta "a prescidendere" la proprietà pubblica delle aziende. Come Gruppo Radicale-federalista europeo continueremo a portare avanti una proposta altermativa, basata sull'impostazione liberale che distingue tra servizio pubblico e proprietà statale, e che prevede che il servizio pubblico sia garantito attraverso regole e risorse adeguate, lasciando poi al mercato e alla concorrenza la gestione del servizio stesso. Verificheremo ogni ipotesi di iniziativa popolare per coinvoglere la cittadinanza su queste scelte, e continuiamo a batterci per la pubblicità sul sito del Comune di ogni informazione rilevante sulle partecipate.
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Governo/Giustizia: altro che sentenza Torreggiani! I tempi sono già scaduti da anni, ma Matteo Renzi sembra voler rappresentare sempre più quell’Italia che storicamente presceglie valori e metodi da regimi anti-democratici
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria Nazionale di Radicali Italiani E’ semplicemente inaccettabile – e perciò non lo accetteremo – che le questioni poste dal Presidente della Repubblica con il suo messaggio alle camere dell’8 ottobre scorso siano state date finora come “non ricevute” e di fatto inascoltate, se la risposta del Parlamento si limita, come è accaduto, a qualche “salva carcere” il cui esito sarà quello di qualche migliaio di detenuti in meno. A 97 giorni dalla scadenza della sentenza Torreggiani con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha intimato all’Italia -con un verdetto “pilota”- di rimuovere le cause strutturali dei trattamenti inumani e degradanti (Tortura) praticati nei confronti dei detenuti ristretti nelle nostre carceri, il solenne Messaggio del Presidente della Repubblica non solo non è stato discusso, ma lo si è di fatto sbeffeggiato con l’approvazione di provvedimenti che nulla hanno a che vedere con l’obbligo di uscire immediatamente dalla flagranza criminale in cui si trova il nostro Stato. Sia chiaro, i termini, gli ultimatum sono già scaduti da anni: il 28 maggio 2014 costituisce un limite temporale che, per le reiterate condanne non adempiute da parte del nostro Paese, implicherebbe logicamente, necessariamente, il ricorso alle estreme possibilità e capacità di autodifesa della Unione Europea quali la sospensione o addirittura l’espulsione dall’Unione stessa. Per non parlare dell’altro e forse più grave “delitto” praticato dalle nostre istituzioni – anch’esso evidenziato nel messaggio presidenziale – che ci vede condannati “da” e “per” decenni per “l’irragionevole durata dei processi” penali e civili. Dall’incaricato a formare il nuovo governo, la parola “giustizia” non esiste nei programmi, come se le riforme di cui parla possano camminare su un’infrastruttura totalmente inagibile, rovinosa e rovinata come quella della “giustizia” italiana. Matteo Renzi sembra voler rappresentare sempre più quell’Italia che storicamente presceglie valori e metodi da regimi anti-democratici.
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Trasparenza/Oggi primo accesso civico compiuto in Consiglio regionale. Manfredi: se aspetto Vignale, la delibera sul grattacielo sarà online a Natale!
Questa mattina, Giulio Manfredi, membro della Direzione Radicali Italiani e segretario dell' Associazione radicale Adelaide Aglietta, ha effettuato la prima “richiesta di accesso civico” - la prima richiesta di dati in base alla legge sulla trasparenza (D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33) - dall’ottobre scorso, quando l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale nominò il “responsabile della trasparenza” (Dott.ssa Daniela Bartoli).
Giulio Manfredi:
“Ho richiesto che sia messo online il testo integrale della D.G.R. 2 agosto 2013, n. 83-6285, relativa al grattacielo in costruzione della Regione Piemonte, di cui compare sul web solo il titolo. Dieci giorni fa avevo chiesto la stessa cosa al Dott. Luciano Conterno, Direttore del Gabinetto della Presidenza della Giunta Regionale.
Segnalo una disposizione ridicola contenuta nella D.G.R. 27 gennaio 2014, n. 21-7051, con la quale l’Assessore Vignale ha istituito la Struttura Complessa “Trasparenza e Anticorruzione”. Tale struttura inizierà ad operare dal 3 febbraio 2014 oppure dalla “data di effettivo inizio di svolgimento da parte del relativo responsabile delle funzioni alla medesima ascritte, qualora successiva”.
Traduco dal burocratese: visto che il 3 febbraio la struttura non risulta essere operativa, puo’ iniziare a lavorare quando vuole; se aspetto Vignale, la delibera sul grattacielo sarà online il prossimo Natale!”
Torino, 19 febbraio 2014
Approfondimenti
Confronta le pagine dedicate alla trasparenza di Consiglio e Giunta regionale:
Disciplina su trasparenza - accesso civico - anticorruzione del Consiglio Regionale del Piemonte
La regione Piemonte per un'Amministrazione trasparente
“Legge sulla trasparenza/Istruzioni per l’uso”, a cura dell’avv. Antonio Maria Polito
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Cie/Radicali: Torino è la prima grande città italiana a chiedere la chiusura dei Cie, senza se e senza ma. Anche in questo caso il radicale ha fatto la differenza
Giulio Manfredi, Membro della Direzione di Radicali Italiani, e Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:
Ieri sera, con il voto compatto di PD e SEL (sindaco Fassino compreso), il Consiglio Comunale di Torino ha votato un ordine del giorno che richiede al governo centrale non solo la chiusura del CIE di Torino ma di tutti i CIE italiani. Torino è la prima grande città italiana a esprimersi con questa radicalità.
E ancora un volta la differenza l'ha fatta la presenza in Consiglio di un radicale, Silvio Viale (indipendente nel gruppo PD), che ha tenuto duro sul suo emendamento che chiedeva di sostituire, nel testo originario dell'odg, la parole “superamento” (espressione ipocrita e ambigua) dei CIE con la parola “chiusura”; e alla fine ha avuto partita vinta.
Ricordiamo che i CIE furono introdotti in Italia, con altro nome, dal primo governo Prodi, grazie alla legge “Turco-Napolitano” (legge n. 40/1998); tale legge su poi peggiorata dai governi Berlusconi grazie all'opera della Lega, da Bossi a Maroni.
Anche in questo campo, Torino puo' fare da apripista all'approvazione di ordini del giorno analoghi nelle altre città che ospitano CIE ma, soprattutto, il voto di ieri sera può stimolare il nuovo governo in via di formazione a concepire politiche dell'immigrazione che non si basino più su di un istituto di contenzione che ha assommato la negazione dei più elementari diritti umani allo sperpero vergognoso di denaro pubblico.
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Sochi/Radicali: Fermo Pussy riot come nella migliore tradizione fascista e comunista. Ecco vero volto di Putin
Silvio Viale, Consigliere comunale a Torino e presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, e Giulio Manfredi, Membro di Direzione di Radicali Italiani:
Basta poco. E’ bastato che due donne russe inermi, Nadia Tolokonnikova e Maria Alekhina, con la sola colpa far parte della band musicale “Pussy Riot”, osassero passeggiare per le strade di Sochi, a 30 chilometri dai Giochi Olimpici, per far scattare il loro “fermo preventivo”, come nella migliore tradizione fascista e comunista, quando si mettevano cautelativamente in gattabuia oppositori e sovversivi prima della visita del gerarca di turno. E non importa se sono state già rilasciate; l’importante è il messaggio trasmesso a loro e a tutti i russi: “possiamo colpirvi quando vogliamo”.
Per qualche giorno zar Putin è riuscito a mascherare la natura autoritaria del suo regime dietro i suoi sorrisi, gli abbracci alle atlete GLBT, le foto di Luxuria con le famigliole russe. Ma davanti al terribile pericolo rappresentato per la sicurezza dello Stato russo dalla presenza a Sochi delle Pussy Riot, i servizi di sicurezza del Fsb (degni eredi del Kgb) sono entrati in azione, senza nemmeno la scusa utilizzata contro Luxuria, l’attuazione della legge antigay, comunque aberrante ma comunque legge.
Putin è sempre Putin e lo è sempre per tutti i cittadini russi, gay o non gay; le parole dell’ex premier Letta all’inaugurazione dei Giochi (“dopo questa cerimonia Mosca cambierà sui diritti”) si sono già rivelate una pia illusione.
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Radicali/Marò: Domani la corte indiana decida e decida secondo diritto
Dichiarazione dei tre esponenti radicali Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvio Viale che hanno promosso la due giorni (ieri ed oggi) di sciopero della fame per il rispetto delle convenzioni internazionali e dei diritti di difesa dei due militari italiani. All’iniziativa hanno preso parte oltre 70 cittadini:
“L’India non può più tergiversare; domani la Corte Suprema decida e decida secondo diritto, senza accondiscendenze a strumentalizzazioni e convenienze interne. I due fucilieri, dopo oltre due anni, aspettano un capo d’accusa che non può certo essere quello derivante da una legge anti-terrorismo e anti-pirateria.
L’internazionalizzazione della vicenda, ottenuta grazie al lavoro del Ministro Bonino, è la strada giusta per arrivare ad una soluzione che deve passare da un giusto processo dove siano garantiti i diritti alla difesa. La nostra iniziativa nonviolenta vuole evidenziare la necessità di arrivare ad una soluzione che non può e non deve passare dallo stravolgimento delle convenzioni internazionali sul diritto del mare”.
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Marò/Radicali: Iniziato lo sciopero della fame di due giorni per il rispetto delle convenzioni internazionali e i diritti alla difesa
Dichiarazione degli esponenti radicali promotori dell’iniziativa, Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvio Viale:
“Oltre 60 persone (da Mina Welby al capogruppo torinese di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone) dalla mezzanotte di ieri e fino a tutta la giornata di domani, digiuneranno affinché l’India non ricorra alla normativa antipirateria e antiterrorismo contro i fucilieri di marina Latorre e Girone.
Non ci permettiamo certo di entrare nel merito dell’accaduto ma riteniamo inaccettabile e in violazione delle convenzioni internazionali e dei diritti di difesa che si ricorra a una normativa di questa natura. Con la nonviolenza e il dialogo chiediamo alla Corte Suprema indiana di evitare un errore così grossolano, che lederebbe non solo la dignità dei due militari e dello stesso Stato italiano ma avrebbe evidentemente conseguenze negative in materia di pace e sicurezza internazionali e sulle operazioni anti pirateria.
La presa di posizione forte del Commissario Europeo Ashton è un ulteriore risultato degli sforzi tenaci del Ministro Bonino. Per questo chiediamo nuovamente alla Corte di decidere - dopo troppi rinvii - e di decidere secondo la legge e non secondo convenienze e strumentalizzazioni tutte interne alle dinamiche politiche indiane”.
Si può ancora aderire al digiuno cliccando qui
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Cappato e Gallo: "Sui diritti civili serve governo in grado di riportarci in Europa"
Dichiarazione di Marco Cappato e Filomena Gallo (Radicali, Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca Scientifica)
Da più parti si sottolinea l'importanza dei vincoli europei nel determinare agenda e responsabilità nelle politiche economiche del prossimo Governo.Nessuna attenzione è invece essere riservata a indicazioni europee non meno importanti che riguardano i diritti fondamentali e le libertà individuali. Oltre a richiamare le scadenze poste dalla Corte europea dei diritti umani per interrompere l'illegalità del sistema giudiziario e carcerario -oggetto dell'iniziativa radicale e del messaggio alle Camere del Presidente della repubblica- riteniamo indispensabile che la nuova compagine governativa sia adeguata ad affrontare anche il grave ritardo accumulato dal nostro Paese in tema di diritti civili e libertà individuali. L'Italia, infatti, è stata condannata a Strasburgo anche per la legge 40 contro la fecondazione assistita, ed è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda, tra l'altro, il testamento biologico, i diritti delle coppie omosessuali e la libertà di ricerca sugli embrioni. Secondo Roberto Formigoni -intervistato oggi dal Fatto- "i temi eticamente sensibili non vanno toccati" perché "non c'entrano con lo spirito delle larghe intese bis." Secondo noi, ogni intesa, larga o stretta che sia, che si riveli incapace di dare risposte a questioni sociali così diffuse sarà destinata ad aggravare sia la distanza tra le istituzioni e i cittadini, sia il ritardo nei confronti di altri Paesi europei. Al contrario, serve un Governo in grado di riportarci nell'Europa dei diritti e delle libertà.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Toto ministri. Beltrandi: Bonino conferma gradimento popolare su tutti nel silenzio dei media
Dichiarazione di Marco Beltrandi, componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani, già deputato radicale
Roma, 16 febbraio 2014. “Ancora ieri un sondaggio di La Stampa.it dava Emma Bonino, attuale Ministro degli Esteri del Governo dimissionario di Enrico Letta, in testa di gran lunga come gradimento popolare tra i ministri. Non è che l’ultimo dei tanti sondaggi che sempre, da anni, registrano questo dato di enorme (e primo) gradimento di Bonino su qualunque altro esponente politico o ministro. Non appare dunque un caso che in questo clima di Toto Ministri - un poco surreale – la notizia del gradimento per Emma Bonino venga completamente oscurata nei media cartacei e televisivi, mentre ha spazio incontrastato un unico sondaggio “fazioso” di Libero degli Angelucci, da tempo in campagna attiva contro Emma Bonino, il cui operato è stato ufficialmente riconosciuto come fondamentale al rilancio della immagine e della realtà italiana a livello internazionale. Lo segnaliamo e lo segnaleremo anche all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e alla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai (e al Presidente On. Roberto Fico). Ulteriori elementi di riflessione e dibattito nell’appuntamento di questo pomeriggio alle ore 17 in diretta su Radio Radicale nella conversazione settimanale di Marco Pannella con Massimo Bordin© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: Nelle lettere e negli scritti di Ernesto Rossi c’è la mia patria.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Forse proprio in queste ore, a maggior ragione in queste ore, vale la pena ricordare, conservare memoria di quello che è stato e ha rappresentato e rappresenta un uomo come Ernesto Rossi. Leonardo Sciascia in uno dei suoi romanzi meglio riusciti, “Il Contesto”, scriveva: “il nome di uno scrittore, il titolo di un libro, possono a volte e per alcuni, suonare come quello di una patria”. Nelle lettere e negli scritti di Ernesto Rossi c’è la mia patria. E di certo fa bene allo spirito, al cuore, alla mente, sfogliare i suoi epistolari per ritrovare il senso di qualcosa di vero che nel Paese dei tartufi e del tartufismo si è completamente smarrito. Smarrito in una politica che fa il verso al peggiore Reality Show. Aprire un libro di Ernesto Rossi, leggere le sue lettere, è come aprire una finestra e respirare a pieni polmoni dopo aver trascorso ore immerso in una cappa di smog.
Lettera a Egidio Reale(23 febbraio 1947)
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif""> “In questi ultimi giorni ho dovuto interessarmi di un nostro funzionario, presidente della commissione interna di Napoli, sul cui conto la polizia mi dava pessime informazioni. Assunto per vivissime raccomandazioni dell’ANPI, si era spacciato per ingegnere senza esserlo, e subito aveva attaccato il dirigente della sede di Napoli sui giornali e l’aveva denunciato per irregolarità a un ministro comunista, che aveva sostenuto la convenienza di affidargli la direzione di quella sede. Siamo riusciti a resistere alle pressioni, ma gli abbiamo dato un incarico di fiducia: vendere le gemme del più grande deposito di Napoli. Le cose sono andate malissimo. Camorre di tutti i generi. Cerco di farlo allontanare. Impossibile. Ha tutti i documenti che provano che è stato uno degli eroi delle ‘gloriose quattro giornate’ di Napoli nonostante mi assicurino che non era neppure presente a Napoli durante quelle giornate. Domando la fedina penale. Nel 1923 è stato condannato a quattro anni di prigione per peculato. Si difese sostenendo che aveva rubato e regalato biglietti ferroviari(era impiegato alle ferrovie) per favorire le squadre fasciste, ma neppure i magistrati fascisti accettarono una tale scusa. Nel 1925 l’intervento personale di Farinacci lo fece amnistiare considerando la ‘causa nazionale’ del suo reato, mettendo in rilievo che aveva diretto ‘le più sanguinose’ rappresaglie contro i sovversivi. Fra l’altro ha il merito di aver ucciso due comunisti. Faccio presente questo precedente ai comunisti. Si stringono nelle spalle. Non si può toccare. E’ un capo partigiano e fa parte della Commissione interna…”
Ernesto Rossi
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Marò/Radicali: per sostenere impegno Ministro Bonino, sciopero fame il 16 e 17 febbraio. Chiediamo il rispetto del diritto alla difesa per i due militari italiani
Gli esponenti radicali Igor Boni, Silvio Viale e Giulio Manfredi, che hanno lanciato lo sciopero della fame del 16 e 17 febbraio sulla vicenda dei due fucilieri di marina italiani, dopo aver riscontrato le decine di adesioni ricevute in poche ore, rilanciano la due giorni nonviolenta con la seguente dichiarazione:
Il ministro Bonino ha oggi pronunciato in Senato parole inequivocabili, richiamando tutti alle proprie responsabilità, a partire dal segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon. che non puo' trincerarsi dietro il paravento della "questione bilaterale fra Stati". Occorre sostenere l'impegno del governo e della diplomazia italiani, utilizzando lo strumento nonviolento, teorizzato e praticato per primo dal Mahatma Gandhi, padre della nazione indiana.
Armati solamente delle ragioni del diritto, vogliamo porre con forza alle autorità giudiziarie indiane la necessità di sganciare il caso dei due militari italiani dalle logiche politiche interne. L'applicazione di una legge antiterrorismo e antipirateria nei confronti di chi era su quella nave per opporsi a terroristi e pirati è qualcosa di evidentemente inaccettabile, che violerebbe i diritti umani, le leggi internazionali e il diritto alla difesa dei due fucilieri. Vogliamo testimoniare con questi due giorni di digiuno la necessità di uscire da una spirale pericolosa di violazione delle regole, che non potrà che condurre ad un peggioramento della situazione. Invitiamo coloro i quali vogliono aderire all’iniziativa a segnalare la loro disponibilità sulla pagina a questo link oppure inviando un'email a: info@associazioneaglietta.it
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Marò: Radicali lanciano 2 giorni di digiuno contro la violazione dei diritti umani nei confronti dei due fucilieri italiani
In attesa del Giudizio della Corte indiana sull’imputazione per i due fucilieri di marina italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, previsto per il prossimo 18 febbraio, Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta, Silvio Viale, Consigliere comunale a Torino e Presidente del Comitato nazionale di Radicali italiani, Giulio Manfredi, Membro della Direzione nazionale di Radicali italiani, lanciano due giorni di sciopero della fame il 16 e il 17 febbraio.
Dichiarazione degli esponenti radicali:
“Tutta Italia in sciopero della fame! E’ questo il nostro auspicio. I due giorni di digiuno sono un’occasione che offriamo a tutti, ai cittadini italiani (e non solo) e alla politica, per unirsi insieme verso un obiettivo comune: avere dalla Corte indiana parole di ragionevolezza e legalità. L’accusa ai due fucilieri italiani basata sulla legge antiterrorismo e antipirateria è inaccettabile e contraria ad ogni evidenza rispetto a quanto accaduto. Speriamo che molti colgano questa occasione per esprimersi contro la patente violazione dei diritti da parte di un grande Stato democratico come l’India. Non vogliamo mettere in secondo piano la morte dei due pescatori indiani ma non possiamo più accettare che si rimandi la definizione dei capi di imputazione, impedendo una adeguata e giusta difesa ai due fucilieri. Non possiamo più accettare che l’India utilizzi questa vicenda a scopi interni. E, francamente, crediamo che l’Italia intera dovrebbe smettere di dividersi strumentalmente e dare un segnale forte come quello dell’azione nonviolenta - gandhiana - che proponiamo”.
N.B. Le adesioni al digiuno possono essere comunicate a: info@associazioneaglietta.it
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Roma. Anagrafe dei rifiuti: una delibera per la trasparenza e per il controllo
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della direzione nazionale di Radicali Italiani:
Quando nel giugno del 2011 mi accingevo a scrivere la proposta di “Anagrafe pubblica relativa alla raccolta, al recupero, allo smaltimento e agli impianti dei rifiuti solidi urbani”, avevo maturato da tempo la consapevolezza che la mancata trasparenza in materia fosse causa dell’indecifrabilità dell’intero ciclo dei rifiuti. Difatti, per anni, addetti ai lavori, comitati di cittadini e giornalisti, si erano arrovellati cercando quei dati sensibili utili a “leggere” e giudicare quanto stava accadendo nella Capitale soprattutto dopo la riapertura della procedura di infrazione su Malagrotta. Per esempio, tutti ricorderanno quanto sia stato difficile conoscere le rese quantitative e qualitative degli impianti di trattamento meccanico biologico ubicati a Roma, laddove per avere nozione di tali dati si è dovuti addirittura giungere alle ispezioni del Noe. Oltre ciò è bene aver presente come non sia mai stato possibile sapere quanti e quali controlli venissero realmente effettuati sia nella discarica di Roma che all’impiantistica a supporto dell’intero ciclo dei rifiuti.
Allo stesso modo, come dimenticare le dichiarazioni dell’Avvocato Cerroni che, pur di tenere sotto scacco la politica tutta, cambiava a suo piacimento opinione in merito alle volumetrie ancora disponibili nell’invaso della Valle Galeria, senza che nessun cittadino potesse mai controllare la veridicità di siffatte esternazioni non avendo a disposizione dati pubblici da cui attingere. Per di più ci siamo trovati continuamente di fronte ad annunci roboanti in merito alle percentuali di raccolta differenziata raggiunte, privati però dei numeri riguardanti l’effettivo recupero di materia. Con l’approvazione della delibera sull’anagrafe pubblica dei rifiuti invece, qualunque cittadino potrà consultare queste informazioni attraverso un semplice click.
Questo è un risultato storico per Roma, ottenuto grazie al lavoro del Consigliere Radicale Riccardo Magi. La nostra città è la prima in Italia a dotarsi di tale strumento e finalmente chiunque potrà conoscere e giudicare l’operato dell’Amministrazione su un tema che, fino ad oggi, è sempre stato a dir poco opaco.
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Governo: Pannella, alternativa a Letta ora è un salto nel buio con melma e putrefazione
"L'alternativa alla decisione e alla posizione assunte da Letta è un salto nel buio, nella melma e nella putrefazione". Lo ha detto a Radio Radicale Marco Pannella a commento della conferenza stampa del Presidente del consiglio Enrico Letta.
“Essendo abituato da lungo tempo anche io a vivere le mie responsabilità come fossero quelle dell’ultimo giorno, ma anche del primo, per creare il possibile contro il probabile - ha detto Pannella - ritengo che rispetto alla decisione e alla posizione assunte da Letta, il tentativo ambizioso, coraggioso e difficilissimo che ha esposto ,l’alternativa sia per il contesto italiano e internazionale che ho ben presente, non solo europeo, sempre più chiaramente quella di un salto nel buio. E in questo salto nel buio si incontrano anche la melma e l’accentuarsi del processo di putrefazione come democrazia reale della democrazie e della lotta per lo stato di diritto e i diritti umani contro la ragion di stato, la ragion di partito”.
“Seguo l’attività e i testi di Renzi - ha concluso Pannella - con lo stesso tipo di interessamento e di partecipazione con cui si assiste ad una partita di calcio balilla. Il salto nel buio significa oggi un vuoto che incontra melma e putrefazione”.
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Stamina, Ass. Coscioni: dichiarazioni di Fazio sgretolano Vannoni e Medestea
Dichiarazioni di Filomena Gallo e Michele De Luca, rispettivamente Segretario e co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni
Le dichiarazioni dell'ex Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, oggi in Commissione Igiene e Sanità del Senato fanno cadere in un sol colpo sia la difesa portata avanti fino ad ora da Vannoni per giustificare le infusioni, sia le pretese di commercializzazione dietro Stamina, messe su da Medestea. Le infusioni Stamina, qualunque cosa contengano, non solo non sono compassionevoli perché non hanno i requisiti minimi per definirsi tali, ma non rispondono affatto ai requisiti della legge Turco Fazio; quindi ancora una volta si conferma che non erano legittimate ad essere somministrate. E ancora una volta anche da Fazio arriva la smentita del fatto che Aifa potesse sapere di quello che succedeva agli Spedali Civili di Brescia o che avesse dato autorizzazione. Sarà fondamentale capire sulla base di cosa il Ministro Balduzzi invece non rinforzò la piena esecuzione di quella ordinanza con un Decreto di blocco che per tutelare la salute dei cittadini avrebbe dovuto fare e invece inviò un'ispezione secondaria a cui l'ISS fece partecipare il Centro Nazionale Trapianti. Tutti sanno ormai che le cellule staminali sono medicinali e non trapianti, possibile non lo sapessero il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità. Come mai? Vi erano altri interessi in gioco? Quali? Ci auguriamo che quanto prima vengano stabilite le responsabilità di chi abbia potuto far entrare nel SSN un 'totale cieco', come dichiarato da Luca Pani nella scorsa audizione.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Fini-Giovanardi, Manfredi: Presidente emerito Ciampi, nulla da dichiarare?
E il Presidente Letta, che ha mandato allo sbaraglio l’Avvocatura dello Stato?
Giulio Manfredi, Membro della Direzione di Radicali italiani:
“Atteniamoci alle carte. Il 30 dicembre 2005 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi firmò un decreto-legge (n. 272/2005) di soli sei articoli riguardanti cinque materie diverse, fra le quali il finanziamento con lotteria delle imminenti Olimpiadi Invernali di Torino e la sospensione delle pene detentive per i cittadini tossicodipendenti sottoposti a programma di recupero.
Il successivo 21 febbraio 2006, sempre Ciampi promulgava la legge di conversione del suddetto decreto-legge (legge 49/2006, sedicente “Fini-Giovanardi), che conteneva al proprio interno la riscrittura del Testo Unico sugli stupefacenti, con l’equiparazione delle pene inerenti le cosiddette “droghe leggere” a quelle delle cosiddette “droghe pesanti” (da una pena minima di due anni e massima di sei si passava a una pena minima di sei e massima di venti); tutto questo era stato ottenuto dalla premiata coppia Fini-Giovanardi senza dibattito parlamentare, imponendo il voto di fiducia a un Parlamento in via di scioglimento per le imminenti elezioni politiche. E tutto questo sotto il titolo “Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi”. Alla faccia del recupero! La legge “Fini-Giovanardi” ha significato decine di migliaia di anni di carcere (nelle carceri italiane) per decine di migliaia di persone, italiani e non.
Ciampi, quattro anni fa, si era espresso molto chiaramente contro la funzione notarile che alcuni vorrebbero attribuire al Presidente della Repubblica, per cui la sua firma sui provvedimenti sarebbe un atto dovuto.
Alla luce di tutto questo, dopo la sentenza della Consulta di oggi, la domanda sorge spontanea: Presidente emerito Ciampi, nulla da dichiarare?
E magari qualcosa dovrebbe dichiarare anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta.
Il capo del governo avrebbe dovuto convocare, a norma di legge, la Conferenza nazionale sulle Droghe e non l’ha fatto. Avrebbe dovuto dare il benservito al Capo del Dipartimento Antidroga, dott. Giovanni Serpelloni, e non l’ha fatto. Non contento, ha mandato allo sbaraglio l’Avvocatura dello Stato, che si è costituita in giudizio presso la Consulta per difendere (con argomenti risibili) la legge “Fini Giovanardi” … contro la quale si era espresso a tempo debito il PD!
Approfondimenti
Così parlò Ciampi:
“Io non do consigli a nessuno, meno che mai a chi mi ha succeduto al Quirinale. Ma il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione. Se una legge non va non si firma. E non si deve usare come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione che tanto, se il Parlamento riapprova la legge respinta la prima volta, il presidente è poi costretto a firmarla. Intanto non si promulghi la legge in prima lettura: la Costituzione prevede espressamente questa prerogativa presidenziale. La si usi: è un modo per lanciare un segnale forte, a chi vuole alterare le regole, al Parlamento e all’opinione pubblica”.
(Carlo Azeglio Ciampi intervistato da Massimo Giannini di “Repubblica”, 23 novembre 2009)
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Bocciatura Fini-Giovanardi: E ora, legalizzazione!
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani:
Fini-Giovanardi, con la loro legge, hanno imposto otto anni di sofferenze a decine di migliaia di persone che hanno affollato le patrie galere. Lo hanno fatto subdolamente con un decreto-legge su tutt’altra materia e superando ogni limite di decenza in sede di conversione del medesimo. Il centro-sinistra in tutti questi anni è stato a guardare; non posso dimenticare, infatti, quando nella passata legislatura qualsiasi proposta radicale in materia, anche la più moderata come l’equiparazione della coltivazione di marijuana alla detenzione per uso personale, veniva respinta in accordo con la parte più proibizionista del centro-destra. Così come non posso dimenticare il mancato sostegno al referendum che tentammo di indire la scorsa estate.
Da pluripregiudicata (come Pannella e altri radicali) per le mie disobbedienze civili sulla legalizzazione della cannabis, chiedo agli esponenti moderati e ragionevoli presenti in tutti gli schieramenti politici, di attivarsi subito per la legalizzazione/regolamentazione della marijuana e, in primo luogo -e immediatamente- per consentire ai malati che ne possono trarre beneficio di poter accedere effettivamente ai farmaci cannabinoidi.
Per quanto mi riguarda proseguirò a disobbedire fino a che i malati e i consumatori saranno costretti dalla legge a rifornirsi al mercato criminale al quale il nostro Stato ha appaltato la gestione di un fenomeno sociale che coinvolge milioni di persone. Non essendo stata arrestata a Foggia il 30 gennaio scorso quando mi sono autodenunciata per aver ceduto ai malati del Cannabis Social Club di Racale 120 grammi di marijuana coltivata sul mio terrazzo, mi ritengo autorizzata alla coltivazione fino a che non sarò trattata come i tanti che sono arrestati per coltivazione o fino a che la legge non sarà cambiata in senso antiproibizionista.
Infine, ai tanti media che scrivono che, dopo la sentenza della Consulta, torna in vigore la legge Jervolino-Vassalli come modificata dal referendum del ’93, ricordo che quella consultazione popolare vincente si tenne per volontà e determinazione RADICALE, mentre tanti (troppi) ci spiegavano che il popolo italiano non avrebbe capito. Capì, dimostrando ancora una volta di essere molto più avanti dei suoi governanti e rappresentanti in Parlamento.
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Piemonte/Radicali: Cota a casa. Giustizia è fatta seppur con 4 anni di ritardo. Ora election-day con le europee di maggio
Dichiarazione di Silvio Viale, Consigliere comunale radicale a Torino e presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani, Igor Boni, presidente dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, Membro di Direzione Radicali Italiani, appena appresa la notizia della sentenza del Consiglio di Stato che riporterà il Piemonte alle urne:
"Giustizia è fatta anche se con quattro anni di ritardo. Quattro lunghi anni nei quali, al fianco di Mercedes Bresso, abbiamo lottato per vedere riconosciute le nostre ragioni. Lo abbiamo invocato in ogni sede e in ogni modo e non l'abbiamo fatto contro Cota ma per la legalità elettorale, violata da una truffa intollerabile.
Resta il rammarico di non aver visto la decadenza di Michele Giovine, protetto vergognosamente fino all'ultimo dalla maggioranza di centrodestra. Ora si vada al voto con le elezioni europee per risparmiare decine di milioni di euro e per ripartire.
Il Piemonte si merita un cambio di passo e faremo di tutto per contribuire a realizzarlo".
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Bolognetti: C’è una forma di inquinamento più devastante di quella prodotta dalle trivelle delle multinazionali petrolifere.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">C’è una forma di inquinamento più devastante di quella prodotta dalle trivelle delle multinazionali petrolifere. Parlo dell’inquinamento delle coscienze prodotto dai miasmi di una democrazia in decomposizione, che di fatto nega in questo nostro paese sia il diritto di elettorato attivo che il diritto di elettorato passivo. C’è un inquinamento delle coscienze che a volte lascia inermi, quasi attoniti.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Se democrazia è conoscere per deliberare, l’Italia non è una democrazia. E nell’assoluta assenza di dibattito può capitare che chi è senza memoria possa scriverti che sei complice degli “usurpatori”.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">A Marsico Nuovo succede che squadristi a 5 stelle mi urlino contro mentre provo ad intervenire: “la gente muore di tumore e voi fate chiacchiere da 40 anni[…] sei un rappresentante della vecchia politica”.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Come se non bastasse, tale G. D’Imperio da Lauria mi scrive: "Ho letto il suo libro, ho apprezzato la sua denuncia e mi sono arrabbiata perché ha subito delle ritorsioni, ma quando ho visto che nelle competizioni elettorali stava a fianco degli usurpatori non ho capito più il senso della sua lotta".
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Credo sia superfluo aggiungere un qualsiasi commento.
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Grattacielo regione/Radicali attuano “accesso civico” per conoscere i contenuti delibera di cui compare solo il titolo
Giunta ancora latitante su trasparenza e anticorruzione. Ottimo Presidente Consiglio regionale su anagrafe vitalizi
Giulio Manfredi, membro della Direzione di Radicali Italiani, e Silvio Viale, Consigliere comunale radicale a Torino:
Mesi fa avevamo segnalato la presenza sul sito del Consiglio Regionale della seguente deliberazione della Giunta Regionale (D.G.R. 2 Agosto 2013, n. 83-6285): “Esecuzione dei lavori per la realizzazione del nuovo complesso amministrativo ed istituzionale della Regione Piemonte: indirizzi in merito al conseguimento dell'autosufficienza energetica e alle condizioni di eventuale partecipazione alla fase realizzativa dell'ATI Fuksas capogruppo”.
Piccolo particolare: sul sito, allora come ora, c’è solo il titolo della delibera ma manca l’intero testo.
Anche alla luce delle contestazioni mosse dalla Corte dei Conti in merito alle spese esorbitanti del grattacielo della Regione, per ottenere la massima trasparenza possibile sulla questione, oggi abbiamo inviato formale richiesta di “accesso civico” alla Regione Piemonte, ai sensi della legge sulla trasparenza (D. lgs. 14 marzo 2013, n. 33), richiedendo la pubblicazione online dell’intero testo della deliberazione suddetta.
Siamo stati costretti ad inviare la nostra richiesta al Direttore del Gabinetto della Presidenza della Giunta Regionale (che sovrintende ai lavori di realizzazione del grattacielo) perché non è stato ancora nominato il “Responsabile della Trasparenza” della Giunta regionale. Nella seduta della Giunta regionale del 27 gennaio scorso, l’Assessore Vignale aveva annunciato di aver costituito un settore ad hoc per la Trasparenza e l’Anticorruzione. Attualmente questo settore è come l’araba fenice: che ci sia Vignale lo dice, dove sia nessun lo sa!
Ricordiamo che il Presidente del Consiglio Regionale, Valerio Cattaneo, ha nominato i Responsabili per la Trasparenza e l’Anticorruzione il 1° ottobre 2013.
Rileviamo, altresì, che il Presidente Cattaneo si è dichiarato pubblicamente d’accordo con la nostra richiesta di istituire online l’ “Anagrafe dei vitalizi dei consiglieri regionali”. Si tratta ora di passare dalle parole ai fatti, tenendo presente che si tratta – come la nomina dei responsabili Trasparenza e Anticorruzione - di una semplice attuazione della legge nazionale (art. 14, comma 1, lettera c) del D. lgs. 14 marzo 2013, n. 33), non comportante ulteriori spese, per cui può e deve essere fatta subito, senza trincerarsi dietro l’attesa della sentenza del Consiglio di Stato sulla regolarità o meno delle elezioni regionali del 2010.
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