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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Ru486/Lazio, Berardo: Risparmio di 2milioni di euro grazie a appropriatezza ricovero

Mer, 03/26/2014 - 13:20
26/03/14

 

  Dichiarazione di Rocco Berardo, membro della giunta dell'Associazione Luca Coscioni, già consigliere regionale Radicale del Lazio   La scelta della Giunta Zingaretti di passare dal ricovero ordinario al day hospital per la somministrazione della Ru486 è una decisione giusta che supera gli ostacoli ideologici e burocratici voluti dalla precedente giunta di centrodestra. Imporre, come fino ad oggi è stato imposto, il regime del ricovero ordinario per l'aborto farmacologico è stato davvero fuori da ogni logica e inappropriato in tempi in cui i posti letto vengono tagliati. I costi di politiche ideologiche sono molto onerosi, anche se non sono immediatamente evidenti.  Con questa delibera, dei circa 1000 casi stimati di ricorso all'aborto farmacologico nel Lazio, il risparmio è calcolabile in almeno in 2 milioni di euro, oltre ovviamente alla riconversione appropriata dei posti letto.   

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Radicali: la Franchino al posto di Giovine ovvero una toppa peggiore del buco. Intervenga la Corte dei conti. Negati i verbali della giunta ma inutilmente

Mar, 03/25/2014 - 18:41
25/03/14

Alla notizia che il Consiglio Regionale del Piemonte ha fatto decadere, con quattro mesi di ritardo, Michele Giovine dalla carica di consigliere regionale, sostituendolo con Sara Franchino, prima dei non eletti nella lista “Pensionati per Cota”, dichiarata nulla dai tribunali della Repubblica, Igor Boni, Presidente dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani, hanno dichiarato:

La toppa è peggiore del buco. Sara Franchino non può sostituire Giovine perché è la prima dei non eletti di una lista (Pensionati per Cota) di cui, con sentenza definitiva, è stato accertato che 17 candidati (fra cui la stessa Franchino) su 18 non avevano l’accettazione di candidatura valida.. Essendo false le accettazioni di candidatura, la lista “Pensionati per Cota” è da considerarsi come nulla, come mai presentata.

Di fronte ad una situazione mai verificatasi da quando esiste la Regione Piemonte e in assenza di disposizioni di legge ad hoc – la legge 108/1968 non dispone nulla al riguardo – il Consiglio Regionale avrebbe dovuto lasciare il seggio vacante. Il centro-destra ha voluto favorire a tutti i costi, fino all’ultimo, Giovine e Franchino, ma diffidiamo da subito le commissioni elettorali dall’accettare una lista accreditata dalla Franchino. E sfidiamo nuovamente i quattro moschettieri del centrodestra Pichetto/Porchietto/Crosetto/Sacchetto a dire subito se intendono prendersi nuovamente, per la terza volta, in squadra i “Pensionati” targati Giovine/Franchino.

Sarebbe poi il caso di sapere dove è finito l’esposto presentato da Mercedes Bresso (e da noi sottoscritto) alla Corte dei Conti sulla legittimità dei fondi attribuiti dal 2010 alla Lista “Pensionati per Cota”.

Infine, a proposito dell’esposto da noi presentato per omissione di atti d’ufficio della Giunta Elezioni, l’Ufficio Trasparenza del Consiglio Regionale ha respinto la nostra richiesta di “accesso civico” per ottenere il verbale della sedute della Giunta delle Elezioni del 31 gennaio scorso. Grazie al consigliere regionale Mauro Laus, siamo riusciti ad ottenerlo comunque e il nostro avvocato Alberto Ventrini lo allegherà all’esposto.

Tutte le sentenze del “caso Giovine” a questo link

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Carceri/Giustizia: Bernardini al Ministro Orlando “Fuori i dati veri sui posti disponibili in carcere!” Basta fandonie sui 49.000 posti.

Mar, 03/25/2014 - 13:13
25/03/14

normal">La Segretaria Nazionale di Radicali italiani, giunta oggi al 26° giorno di sciopero della fame, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

  Non sappiamo quali dati stia fornendo il Ministro della Giustizia Andrea Orlando a Strasburgo e a Bruxelles. Dispone sicuramente di quelli riguardanti i posti effettivamente agibili nei 206 istituti penitenziari italiani che NON sono 49.000, come riportato sul sito del Ministero della Giustizia, ma molte migliaia di meno perché ai 49.000 occorre sottrarre le sezioni inagibili, quelle in ristrutturazione, e quelle non utilizzate per carenza di personale. La Ministra Cancellieri, con la sua onestà intellettuale, lo aveva del resto detto con chiarezza convenendo con quanto denunciato da noi radicali e dall’Associazione Antigone.   Al DAP il quadro lo hanno chiarissimo, istituto per istituto. E’ ora che anche i cittadini italiani conoscano le cifre “vere” che – ce lo auguriamo – il Ministro Orlando riferirà anche in Europa. Il le chiedo ufficialmente.   Mi auguro anche che il Ministro della Giustizia ritiri definitivamente l’ipotesi circolata  dei ridicoli “risarcimenti pecuniari” di 10 o 20 euro: una sorta di “prezzo della tortura” che lo Stato sarebbe disposto a pagare per i trattamenti inumani e degradanti che subiscono i nostri detenuti. Così come – è questo il nostro auspicio di radicali – il Governo dovrebbe finirla con il concentrarsi sui 3 metri quadri che dovrebbero essere a disposizione del detenuto, perché la Corte Europea ha detto con chiarezza che anche in caso di superficie superiore, occorre considerare altri parametri, quali la possibilità di utilizzare i servizi igienici privatamente, l’areazione disponibile, l’accesso alla luce naturale e all’aria aperta, la qualità del riscaldamento e il rispetto delle esigenze sanitarie. Inoltre, ricordo che la Corte di Cassazione con sentenza n. 5728/2014 ha stabilito che nel calcolo dei metri quadrati di cui un detenuto deve legalmente disporre va detratto l'ingombro del mobilio: tavoli, sgabelli, armadietti, letti.   Infine, sorprende la sottovalutazione del Governo riguardo l’irragionevole durata dei processi civili e penali per la quale da trent’anni l’Italia subisce condanne dalla Corte EDU. Se solo si considera la parte penale – che registra oltre 5 milioni di procedimenti pendenti – l’aumento è costante (nel 2013 + 1,8%) e i processi sopravvenuti sono solo parzialmente compensati dalle prescrizioni che in modo letteralmente illegale ormai vengono decise a tavolino dalle procure.   Con il Satyagraha di circa mille “resistenti”, con la nostra nonviolenza vogliamo stare dalla parte di quanto affermato nel suo Messaggio alle Camere dal Supremo Garante della Costituzione, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il mio sciopero della fame giunge oggi al 26° giorno mentre al 28 maggio mancano solo 64 giorni: mi sento meglio (veramente) ad essere così, assieme ai miei compagni, più vicina agli ultimi piuttosto che dalla parte di uno Stato che fa dell’illegalità strutturale il suo modo di operare costante.   Per informazioni sul Satyagraha: http://www.radicalparty.org/it/content/abbiamo-contato-gli-anni-ora-contiamo-i-giorni

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Caso Giovine/Radicali: Se salta Giovine salta anche tutta la sua lista. Unica soluzione è lasciare seggio vacante. Nomine, trasparenza cercasi

Lun, 03/24/2014 - 18:06
24/03/14

Domani il Consiglio Regionale del Piemonte dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, visto che sono passati 131 giorni dalla sentenza definitiva di condanna) affrontare finalmente il “caso Giovine”, facendo decadere Michele Giovine dalla carica di consigliere regionale.

Igor Boni, Presidente dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani:

"L’unica soluzione rispettosa della legge è di lasciare vacante il seggio di Michele Giovine. Sara Franchino non può sostituire Giovine perché è la prima dei non eletti di una lista (Pensionati per Cota) di cui, con sentenza definitiva, è stato accertato che 17 candidati (fra cui la stessa Franchino) su 18 non avevano l’accettazione di candidatura valida.. Essendo false le accettazioni di candidatura, la lista “Pensionati per Cota” è da considerarsi come mai presentata. E’ quello che abbiamo costantemente detto in tutti questi anni: se salta Giovine, salta anche la sua lista e Cota con loro (come infine accertato dalla giustizia amministrativa).
La cosa più sensata sarebbe quella di assegnare il seggio alla lista della coalizione del centro-destra del 2010 che abbia ottenuto il più alto resto, ma la legge elettorale per le regionali (legge 108/1968, art. 16) non contempla questa possibilità (la prevede solo per il cosiddetto “listino”). Peraltro TAR e Consiglio di Stato hanno annullato non solo la Lista “Pensionati per Cota” ma tutte le liste, per cui non è più possibile effettuare ripescaggi.

Se qualcuno della maggioranza fosse tentato di rinviare anche domani qualsiasi decisione, così da salvare capra e cavoli, ricordiamo che giace sempre in Procura il nostro esposto per omissione d’atti d’ufficio.

Infine, rileviamo che nell’ordine del giorno della seduta di domani del Consiglio compare, oltre al “punto Giovine” anche il punto “Nomine”. Trasparenza cercasi: quali nomine? Sono atti indifferibili e urgenti?"

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Eutanasia, Cappato e Troilo: ringraziamo la Boldrini per suo messaggio anche su leggi di iniziativa popolare

Lun, 03/24/2014 - 17:39
24/03/14

Dichiarazione di Marco Cappato e Carlo Troilo, a nome del Comitato Eutanasia legale e dell’Associazione Luca Coscioni  

 

Esprimiamo il nostro vivo apprezzamento per le dichiarazioni del Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha nuovamente sollecitato i Gruppi parlamentari ad esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare sulla eutanasia, e che ha ricordato che la proposta è stata assegnata alle Commissioni Giustizia  e Affari Sociali “senza che ne sia cominciato l’esame, mentre sono  ferme al palo tre proposte sul testamento  biologico che si trovano presso la Commissione Affari sociali”. 

 

Riteniamo importanti anche le parole dedicate dalla Presidente allo strumento delle leggi popolari: “Le proposte di legge di iniziativa popolare meritano più attenzione. Su questo ho sollecitato oggi i gruppi parlamentari”, ha dichiarato la Presidente. E’ una sollecitazione che riprende direttamente quanto chiedemmo alla Presidente Boldrini in occasione del nostro recente incontro come Comitato promotore della proposta di legge per l’eutanasia legale. 

 

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Camera: Ass. Coscioni "bene l'impegno M5S per calendarizzare una legge popolare al mese"

Dom, 03/23/2014 - 17:36
22/03/14

Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni e del Comitato per l'Eutanasia legale

Il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio ha raccolto l'appello del comitato eutanasia legale e degli altri comitati promotori di leggi popolari affinché siano finalmente messe in discussione le decine di proposte di legge in attesa di essere esaminate. 

I Co-Presidenti dell'Associazione Luca Coscioni - Mina Welby, Michele De Luca, Gustavo Fraticelli - hanno risposto a Di Maio con una lettera che sarà pubblicata domani su "Il Manifesto" (preghiera di citare le fonte) e della quale pubblichiamo alcuni stralci: 

"Con Filomena Gallo e Marco Cappato -Segretario e Tesoriere dell'associazione Luca Coscioni- condividiamo innanzitutto l'approccio da Lei adottato di prescindere dal merito delle iniziative, e di considerare che "la politica e il Parlamento debbano garantire il diritto dei cittadini firmatari a veder discusse le proprie proposte". (...).  Condividiamo anche l'idea che si possa -e dunque si debba- fare subito qualcosa,  senza aspettare la modifica dei regolamenti parlamentari (...). La Sua idea di "proporre a tutte le forze politiche e alla Presidenza della Camera in occasione della prossima conferenza dei Capigruppo che venga calendarizzata una proposta di legge popolare al mese, seguendo l'ordine cronologico di presentazione" è per noi una ottima idea e proposta, alla quale diamo il nostro sostegno. Ci auguriamo che il Servizio pubblico per l'informazione radiotelevisiva, magari opportunamente sollecitato dalla Commissione di Vigilanza, possa contribuire a creare un confronto su questa proposta e sull'appello dei Comitati promotori.

 

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Cannabis, il governo cambia le tabelle ma conferma il divieto di coltivazione per la cannabis anche a scopi terapeutici

Dom, 03/23/2014 - 17:35
23/03/14

color:#1A1A1A">Cappato, Gallo, Soldo: «Il Governo ha reintrodotto il divieto di coltivazione per la cannabis rimanendo nella contraddizione che vede da una parte una legge che consente l’uso del thc in terapia dal 2007, dall’altra un divieto a coltivare anche per scopi terapeutici». 

 

text-align:justify"> color:#1A1A1A">Solo due settimane fa noi insieme alle altre associazioni di malati che si occupano di cannabis terapeutica abbiamo festeggiato la decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese n.4 del 04 gennaio 2014, che disciplina le “Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. Quella abruzzese è al momento la legge più completa e avanzata in materia di cannabis terapeutica. Regolamenta tutto quanto concerne l’erogazione del farmaco e addirittura prevede la possibilità di avviare azioni sperimentali o progetti pilota di coltivazionedella cannabis, attraverso la stipula di convenzioni con altri «soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, a produrre medicinali cannabinoidi» (Art. 6, Legge regionale n.4/2014). Dunque, un ravvedimento quello del Governo? Un segnale di apertura? In realtà il motivo è statotecnico e molto interessante: l’unico punto su cui il Governo avrebbe potuto portare avanti il ricorso – appellandosi al divieto di coltivazione (art. 26 del T.U. 309/90) – riguardava proprio le disposizioni dell’articolo 6 del testo regionale abruzzese in merito alla possibilità di avviare delle coltivazioni a scopo terapeutico.  text-align:justify"> color:#1A1A1A">L’ABROGAZIONE DEL DIVIETO DI COLTIVAZIONE – Uno degli effetti poco pubblicizzati, o nient’affatto pubblicizzati, del pronunciamento della Consulta sulla legge Fini-Giovanardi è stato, infatti, proprio quello dell’abrogazione del divieto di coltivazione. Rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti), ovvero quelli concernenti le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, la sentenza della Corte costituzionale ha inciso anche sull’abrogazione degli altri articoli che a queste tabelle facevano riferimento, e quindi anche sull’articolo 26 sul divieto di coltivazione. La deroga a un tale divieto era ammessa solo riguardo alle eccezioni costituite da coltivazioni avviate per scopi “scientifici, sperimentali o didattici”. Dunque nemmeno gli scopi terapeutici erano contemplati tra le eccezioni e l’iniziativa abruzzese avrebbe potuto essere passibile di ricorso. Avrebbe potuto sì, ma non nel vuoto aperto sentenza della Corte costituzionale. L’abrogazione di questo articolo ha aperto degli scenari inimmaginabili in Italia fino a poco fa.  text-align:justify"> color:#1A1A1A">IL DECRETO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Dell’ampiezza di questi orizzonti si è accorto il Governo, che attraverso un decreto emanato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 marzo ha cercato di colmare tale vuoto e reintegrare alcuni aspetti della legge Fini-Giovanardi. Tale decreto ha formalmente abbandonato l’equiparazione tra droghe pesanti e cannabis, proponendone la collocazione in due tabelle distinte (le droghe pesanti nella tabella I e la cannabis in una tabella a sé stante, la tabella II), di fatto però continua ad accomunarle per quanto concerne i divieti. Il provvedimento, infatti ha ripristinato l’articolo 26sul divieto di coltivazione con riferimento sia alle sostanze contenute sia nella tabella I, che alla cannabis, senza alcuna eccezione per gli scopi terapeutici, e dunque riportando la situazione esattamente a quella che era prima del pronunciamento della Consulta.  text-align:justify"> color:#1A1A1A">L’APPELLO – Ora il decreto ministeriale passerà alle Camere per la conversione in legge entro 60 giorni. L’esortazione che ci sentiamo di fare al Parlamento è quella di non ratificare questo testo e di opporsi al ripristino del divieto di coltivazione per la cannabis per uscire dalla contraddizione che vede da una parte una legge che consente l’uso del thc in terapia dal 2007, dall’altra un divieto a coltivare anche per scopi terapeutici. È questo il momento di fare un atto di responsabilità per permettere ai tanti malati che oggi si riforniscono al mercato nero di avere accesso in modo legale a questa terapia. Il modo più economico, più rapido e anche più ragionevole per farlo è quello di avviare delle coltivazioni in Italia, mantenendo un doppio binario: quello di coltivazioni controllate dal Governo, come chiede già il disegno di legge depositato dal senatore Luigi Manconi, che prevede l’avvio della produzione presso lo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze; e quello dell’auto-coltivazione da parte dei pazienti, come chiedono di poter fare associazioni come Lapiantiamo. In questi giorni di rielaborazione delle tabelle tutto questo diventa immediatamente realizzabile e non c’è più tempo da perdere.    Filomena Gallo, segretaria associazione Luca Coscioni Marco Cappato, tesoriere associazione Luca Coscioni Antonella Soldo, responsabile cannabis terapeutica associazione Luca Coscioni  

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Eutanasia: Di Maio (M5S) all'Ass. Coscioni "proporrò la calendarizzazione di una legge popolare al mese"

Dom, 03/23/2014 - 17:31
22/03/14

Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni

  Il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio ha inviato una lettera all'Associazione Luca Coscioni (nelle persone dei Presidenti Welby, De Luca e Fraticelli, e della Presidente onoraria, Farina Coscioni) in risposta all'appello rivolto dall'associazione ai Parlamentari della Repubblica affinché deliberino con “la massima urgenza un programma di lavori straordinario per mettere in discussione entro il 2014 le leggi popolari vigenti":   Eccone un estratto della lettera, pubblicata oggi da "Il Manifesto": (...) Al di là del merito delle proposte di legge presentate, su cui possiamo anche essere in disaccordo, io credo fermamente che la politica e il Parlamento debbano garantire il diritto dei cittadini firmatari a veder discusse le proprie proposte, anche non aspettando necessariamente riforme del regolamento o nuove leggi che lo impongano. Prima di tutto deve esserci la sensibilità politica di tutte le parti nel garantire il diritto dei cittadini di veder discusse le proprie proposte, a maggior ragione perché questi strumenti di democrazia diretta furono istituiti proprio per permettere anche a chi non fosse presente in Parlamento di poter partecipare all’attività legislativa.  E’ proprio l’esperienza di quel primo V-Day che mi fa capire quanto disarmante possa essere il silenzio del Parlamento di fronte alle decine di migliaia di firme da voi regolarmente raccolte. Probabilmente la mia forza politica non sarebbe neanche nata se la proposta di legge “Parlamento pulito” fosse stata discussa in Parlamento. Non ci sarebbe stato nessun problema qualora fosse stata bocciata, ma almeno avremmo avuto una risposta. Un segno di vita. Tutto ciò per spiegare quanto io e il M5S – al di là del merito delle singole proposte – siamo vicini al tema sollevato dall’Associazione Coscioni. (...) Le spiego la mia idea. A proposito di sensibilità politica, ho intenzione di proporre a tutte le forze politiche e alla Presidente della Camera, in occasione della prossima conferenza dei capigruppo (in cui io siedo come Vice presidente della Camera), che venga calendarizzata una proposta di legge popolare al mese, seguendo l’ordine cronologico di presentazione. In particolare, insisterò affinchè questi provvedimenti vengano effettivamente discussi in Aula e perché siano esaminate le proposte sostenute di migliaia di cittadini italiani. (...)   [CLICCANDO QUI IL TESTO INTEGRALE]  

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Autodichia: i Radicali scrivono a Renzi: occorre rottamarla. Il Governo non si costituisca, lasci decidere la Consulta

Ven, 03/21/2014 - 11:46
21/03/14

Signor Matteo RENZI

Presidente del consiglio dei ministri

Palazzo Chigi

Piazza Colonna

00186 ROMA

Roma, 21marzo 2014

Presidente,

abbiamo certamente apprezzato che -nella rielaborazione conseguente al ritiro del decreto-legge n. 151, deciso dal Suo governo appena insediato - non sia stato riproposto l'emendamento all'art. 2, consentendo in questo modo, come disposto, il recesso annuale automatico dai contratti d'affitto da parte delle pubbliche amministrazioni, in linea con quanto già previsto dal Governo Monti (art 3 del decreto 95/2012), che affrontava la questione degli affitti d'oro della Camera. Eppure, un cambio di passo del Governo nelle questioni amministrative del Parlamento non può limitarsi a questo: finora l'atteggiamento del Governo è apparso troppo tenue e balbettante nell'affrontare la disonorevole situazione giuridica da cui ebbe origine il regime derogatorio di cui ha approfittato il costruttore Scarpellini.

Che cosa impediva ad applicare alla Camera le usuali procedure di legge sul potere di disdetta e mancato rinnovo delle locazioni con amministrazioni pubbliche? Il problema, onorevole Presidente, è l'autodichia. Da che rimane intatto un tal retaggio, si è alimentato molto del discredito che si va riversando sulle Istituzioni democratiche. Per recidere il groviglio dell'autodichia, è stata investita la Corte costituzionale: eppure anche il Governo può fare qualcosa, per superare questo sistema unico al mondo.

È già avvenuto che la Presidenza del consiglio abbia negato mandato all'avvocatura dello Stato a costituirsi "in difesa dello status quo" a palazzo della Consulta. È avvenuto con un'altra questione di costituzionalità sollevata dalla Cassazione, quella sulla legge elettorale. Può e deve avvenire, ora, anche per la questione sollevata dalle sezioni unite civili della Cassazione contro l'autodichia con ordinanza n. 10400 del 2013. Nella mattina di martedì 25 marzo prossimo la Corte costituzionale esaminerà la cosiddetta autodichia. Camera e Senato la invocano, ad ogni pie' sospinto, per giustificare la sottrazione delle loro amministrazioni all'automatica applicazione della legge esterna.

Al momento la Presidenza del consiglio è costituita in giudizio a difesa del Senato contro la Corte di cassazione. Quest'ultima, anche dopo aver visionato la proposta di legge radicale della scorsa legislatura, ha avanzato il dubbio che l'antico privilegio sia contrario alla Costituzione ed ai trattati internazionali.

I Radicali si aspettano, dopo la relazione del professor Giuliano Amato, parlino solo le parti private, e che il Governo non intervenga in una questione che, in fin dei conti, è di mero diritto civile. Se Enrico Letta l'ha fatto per il Porcellum, astenendosi dal difendere la legge, è lecito richiedere a Lei di lasciare i quindici giudici della Corte liberi di decidere sull'autodichia, ritirando la costituzione in giudizio dell'Avvocatura dello Stato.

Sarebbe anche questo l'indizio di un cambio di passo, superando l'anomalìa per la quale il nostro è l'unico Paese al mondo che attribuisce questo potere al suo Parlamento.

Se le Presidenze delle Camere hanno sin qui fatto orecchio da mercante alla nostra richiesta, siamo convinti che il Governo possa e debba dimostrare maggiore disinteresse, sulla questione.

Presidente, ritiri ogni atto depositato dall'avvocatura dello Stato e lasci la Corte determinarsi secondo scienza e coscienza.

La professionalità e la competenza giuridica del Relatore in Corte, che è stato anche autorevole parlamentare e due volte Presidente del consiglio, non necessita di ulteriori "interventi a difesa della legge"; ciò tanto più che, finora, la memoria del Governo s'è ridotta ad una clonazione delle memorie delle Camere. Il collegio giudicante è già nelle migliori condizioni per decidere e portarci ad uno standardeuropeo anche su questa questione.

 

Attendiamo fiduciosi

Irene Testa                                                                                                     On.le Rita Bernardini

Radicale e coautrice del libro "Parlamento Zona Franca" lo scudo dell'autodichia        Segretaria di Radicali Italiani

     

Avv. Alessandro Gerardi                                                                            On.le Maurizio Turco

Coautore del libro "Parlamento Zona Franca" lo scudo dell'autodichia              Tesoriere del Partito Radicale

 

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Bilanci gruppi Consiliari Regione. I Radicali fanno le pulci e aspettano pubblicazione online anagrafe vitalizi

Gio, 03/20/2014 - 17:52
20/03/14

Giulio Manfredi, membro di Direzione Radicali Italiani, e Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:

Prendiamo atto della pubblicazione online dei rendiconti dei gruppi consiliari per il 2013. Chiediamo al Presidente Cattaneo di inserire tali dati anche nel link “Anagrafe degli eletti”, il posto più idoneo per contenere tali informazioni, visto che ospita già i dati sui consiglieri regionali e i dati sul finanziamento dei gruppi consiliari; così il cittadino potrà agevolmente confrontare per ogni gruppo quanti fondi gli sono stati assegnati e come li ha utilizzati.

È possibile, intanto, verificare che per il 2014 sono online i contributi per il finanziamento dei gruppi relativi ai primi tre mesi del 2014; non sono invece ancora stati inseriti gli importi dei contratti per il personale dei gruppi. Troppo presto? Gi importi dei contratti del personale dei gruppi per l’anno 2013 risalgono al 7/12/2012 (vedi primo link in calce); se tanto mi dà tanto, è già possibile inserire online i contratti del personale per l’anno 2014 con dati aggiornati al dicembre 2013.
Infine, attendiamo sempre la pubblicazione online dell’anagrafe dei vitalizi dei consiglieri regionali (compresi coloro che hanno scelto di essere liquidati cash).

Approfondisci
Assegnazione di personale ai gruppi consiliari nel 2013
Rendiconti
Contributi finanziamento gruppi consiliari nel 2013
Contributi finanziamento gruppi consiliari nei primi tre mesi del 2014
 

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Bolognetti: Tre domande all'ing. Gheller(Eni) e al Mise e al Dipratimento ambiente della Regione Basilicata

Gio, 03/20/2014 - 10:51
20/03/14

Quanti barili di greggio lavora realmente il Centro Oli dell'Eni?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Quanti barili arrivano al Centro dal pozzo "Alli2"?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Siamo sicuri che il Centro Oli possa lavorare in sicurezza il numero di Barili che arriva dai vari pozzi con relativa quantità di gas convogliati in torcia?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Gheller and company dovrebbero rispondere a queste domande e non solo a queste.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Le spiegazioni fornite non convincono e la sensazione è che qualcuno stia giocando con il fuoco.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Gioverà ricordare che il Cova, ai sensi della Direttiva Seveso, è classificato come stabilimento a rischio incidente rilevante.

Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani 

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

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Bernardini: “Renzi sta divorando la democrazia. Per le riforme riascolti Pannella degli anni ’80. È in tempo”

Mer, 03/19/2014 - 17:32
19/03/14

Riportiamo di seguito l'intervista di Intelligonews alla Segretaria nazionale di radicali italiani, Rita Bernardini.

 

IntelligoNews ha intervistato il segretario dei Radicali Italiani, Rita Bernardini, e con lei ha conversato di politica e non solo. Riguardo all’allarme di Espas-Italia sull’utilizzo di droghe sintentiche e dell’eroina da parte dei giovani è tutta “colpa della repressione e di uno Stato che non governa il fenomeno”, afferma la Bernardini. MA è parlando dell’attuale governo che i toni si fanno più alti. Si dice d’accordo con Pannella sul fatto che Renzi abbia “fatto fuori la Bonino” e definisce poi la politica del premier “un gioco (o malattia) che sta divorando gli ultimi brandelli di democrazia e di Stato di diritto che ancora sopravvivono dopo un sessantennio di regime partitocratico”. E sulle riforme invia un messaggio a Renzi: “Riascolti gli interventi di Pannella negli ‘80, siamo ancora in tempo…”.

 

Marco Pannella a Radio Radicale ha puntato il dito contro il premier. “Per accettare di fare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha preteso che Emma Bonino fosse esclusa dal governo”. Un suo commento segretario.

«Che sia accaduto quel che Pannella ha denunciato, è indubbio. Emma Bonino, oltre ad essere graditissima al Presidente della Repubblica, era di gran lunga in testa a tutti i sondaggi che chiedevano agli intervistati quali ministri del Governo Letta riconfermare. Un volto, una biografia, una storia quella della Bonino capace di conquistare le diplomazie europee e transnazionali. Renzi ha fatto fuori la Bonino. Ha preteso l’umiliazione del messaggio alle Camere del Presidente Napolitano su carceri e giustizia. Ha rifiutato l’estate scorsa di firmare i 12 referendum radicali su diritti civili e giustizia. Se Pannella lo definisce “un abile giocatore di calciobalilla”, Rino Formica rilancia descrivendolo affetto da “convulsa attività psicomotoria”. Condivido e aggiungo che questo gioco (o malattia) sta divorando gli ultimi brandelli di democrazia e di Stato di diritto che ancora sopravvivono dopo un sessantennio di regime partitocratico».

 

I giovani e le droghe. E’ allarme. Ieri i dati Espad-Italia, che riguardano dall’utilizzo di spinelli tutti i giorni al ritorno dell’eroina. Li ha letti? Cosa ne pensa del fatto che tutte le sostanze, da quelle sintetiche alle altre, siano state presentate insieme nello studio?

«E’ la logica della Fini-Giovanardi che ha riempito le patrie galere, generato decine di migliaia di processi che contribuiscono a paralizzare la giustizia e un numero spropositato di persone incolpevoli sottoposte a prediche inutili e a sanzioni amministrative devastanti. Lo Stato, anziché governare un fenomeno che riguarda milioni di persone nel nostro Paese, usa l’inefficace e più facile mano della repressione, lasciando di fatto gestire la questione alle organizzazioni criminali che hanno tutto l’interesse di propagandare la diffusione del consumo di sostanze illegali. Mettere sullo stesso piano spinelli ed eroina, oltre a non avere alcun fondamento scientifico, non è credibile agli occhi delle giovani generazioni che trovano ancora più rafforzato il desiderio di trasgressione. Nessuna politica dissuasiva può essere fatta se le informazioni che vengono fornite sono false e se si appalta alle mafie la commercializzazione delle sostanze stupefacenti. Quanto alla politica, ci faccia caso, più i politici sono “severi” e “moralisti”, imponendo ai cittadini leggi super repressive, più è facile che siano beccati con le mani nel sacco».

 

Il colloquio tra Renzi e la Merkel. Un incontro-accordo che sa di Gattopardo?

«Mi sento di rimandarla alla risposta che le ho dato alla prima domanda. Prima o poi il giocatore di calciobalilla dovrà fare i conti con tutte le violazioni della Costituzione e delle Convenzioni europee che sta imponendo al popolo italiano. Si osservi il patto scellerato sull’Italicum che, oltre ad essere peggiore dell’incostituzionale “porcata” di Calderoli per quel che riguarda il sistema di elezione della Camera dei Deputati, impone anche – “zac!” – la cancellazione del Senato. Vedrà, la pallina bianca salterà fuori dal campo e non la si troverà più».

 

Quali punti non la convincono della manovra economica di Renzi?

«Non mi convince la sufficienza con la quale scansa il problema della débâcle della giustizia in Italia, convintissimo come è che le riforme possano marciare su un’infrastruttura devastata come quella del sistema giudiziario italiano intasato da oltre 10 milioni di processi penali e civili pendenti, da una giustizia “ritardata” per la quale subiamo da trent’anni condanne seriali da parte della Corte di Strasburgo (violazione dell’art. 6 della CEDU), senza che lo Stato italiano abbia mai dato alcun segno di pentimento e di volontà di riabilitazione. Basta interpellare i veri imprenditori – quelli non sussidiati dagli aiuti pubblici – per comprendere il calvario che devono affrontare quotidianamente solo per riscuotere un credito o per stare dietro alle fantasie burocratiche degli adempimenti imposti dallo Stato. Per non parlare di chi vorrebbe venire ad investire in Italia e ci rinuncia, senza nemmeno provarci.

Non mi convince la sua sottovalutazione del debito pubblico che continua ad aumentare nonostante anni di sacrifici imposti agli italiani e che grava come un macigno sulla testa di ognuno, neonati compresi. Non mi convincono i titoli attraenti che dà alle “riforme” che afferma di voler fare, perché nello svolgimento dei temi mancano o non convincono le coperture finanziarie. Se si volessero trovare le fondamenta per una riforma organica dell’economia che non spizzichi qua e là riformicchie inconcludenti, suggerirei di riascoltare gli interventi che Marco Pannella faceva all’inizio degli anni ’80 sull’ascesa del debito pubblico. Consiglierei inoltre di approfondire i quesiti referendari economici promossi dai radicali a partire dalla metà degli anni ’90. Referendum vincenti che se non fossero stati traditi dai partiti con leggi-truffa o cassati dalla Corte Costituzionale (definita da Pannella “Suprema Cupola della Mafiosità Partitocratica”) avrebbero fatto dell’Italia di oggi un Paese diverso e “altro” rispetto a quello – devastato – che ora è sotto gli occhi di tutti. Non ne sono sicura ma -forse- potremmo essere ancora in tempo».

 

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Petrolio, botta e risposta tra Pittella e Bolognetti

Mer, 03/19/2014 - 17:19
19/03/14

Bolognetti: Caro Presidente, confrontiamoci dove e quando vuoi su energia, petrolio, impronta ecologica e debito ecologico. 

 

Caro Presidente,

leggo la tua risposta al mio intervento e mi chiedo se hai mai davvero letto quello che vado scrivendo da anni.

Ci sono occasioni di sviluppo che sono state negate ad una regione che si è crocifissa e che è stata crocifissa alla monocultura del petrolio.

Parli di normalizzazione? Consentimelo, la parola fa un po’ paura, soprattutto quando viene utilizzata riferendosi ad un contesto che è fin troppo “normalizzato” e sedato da una gestione del potere e del sottopotere che ha avvilito energie e distrutto speranze.

Non abbiamo bisogno di normalizzare, ma di liberare risorse, energie, intelligenze.

Io ho sempre argomentato i miei no. Ho sempre cercato di essere propositivo. Ho provato a spiegare, per esempio, perché non si può trivellare in prossimità di dighe, invasi, aree a rischio frana e a rischio sismico, a ridosso di ospedali e centri abitati.

I miei “no” nascono dalla ragionevolezza e dal buon senso. Certi “sì”, invece, assecondano interessi che apertamente entrano in conflitto con la tutela di risorse ben più preziose dell’oro nero.

Noi siamo quelli della proposta e non della mera protesta.

Ho provato ad inquadrare la vicenda petrolifera lucana nel più ampio contesto della questione energetica e del futuro energetico del nostro Paese e del nostro piccolo pianeta. Ho provato a porre all’ordine del giorno, di un dibattito che non c’è, la questione del debito ecologico e di un Paese che anche sul fronte della tutela ambientale e della salute umana è uno “Stato canaglia”.

Ho provato a sottoporre all’attenzione di tutti, nella speranza che potesse scaturirne una riflessione, uno straordinario documento presentato dal Prntt al World Urban Forum tenutosi a Napoli nel 2012.

Il prof. Aldo Loris Rossi afferma che “la sinergia tra tecnocrazia, economicismo e mercatismo ha continuato a ignorare l’ecocidio planetario in atto svelato e denunciato, dagli anni Settanta in poi, dalla nuova visione sistemica del mondo”. Temo che il prof. Rossi abbia ragione; così come sono convinto che occorra una “nuova alleanza con la natura” e che occorra mettere in discussione il mito dello sviluppo illimitato. Occorre passare da un paradigma riduzionista-meccanicista a un paradigma organico-olistico(ecologico). Dobbiamo farlo se non vogliamo andare a sbattere, se non vogliamo consumare noi stessi e il futuro delle generazioni a venire.

Come vedi ho una gran voglia di confrontarmi e di discutere.

Parliamone! Parliamo di quello che avviene in questo nostro piccolo lembo di Mezzogiorno e parliamo anche di impronta ecologica, di energia, di quale futuro immaginiamo per il Paese e per il pianeta tutto. Parliamo dell’era dell’Antropocene e di bomba demografica.

Io lo farei partendo da un paio di frasi che ho appuntato nel mio diario.

La prima è di Ghandi, che diceva che “l’essenza di una civiltà non consiste nella moltiplicazione dei desideri, ma nella deliberata e volontaria rinuncia ad essi”.

La seconda è di Albert Einstein, che ebbe a dichiarare: “Se le api scomparissero dalla terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

Chissà perché, caro Governatore, quest’ultima frase mi fa venire in mente uno studio che ha fatto emergere la presenza di idrocarburi nel miele della Valle dell’Agip.

Io non vi avrei mai impedito di parlare, ma di certo avrei chiesto di poter avere un confronto ad armi pari. Credo che la violenza non vada mai esercitata, nemmeno nei confronti di coloro che con arroganza tentano di occupare un territorio e di devastarlo a piacimento.

Gli insulti e le invettive non portano da nessuna parte; il confronto franco e aperto, sì.

Io ci sto. Quando vuoi e dove vuoi.

Maurizio Bolognetti 

 

Approfondimenti

Petrolio: Lettera di Bolognetti a Pittella (Sassiland, 19 marzo)

Petrolio, Pittella risponde a Bolognetti (Basilicatanet, 19 marzo)

Petrolio, Bolognetti: Non concedere altro (Basilicatanet, 19 marzo)

Bolognetti risponde al Governatore Pittella (Basilicata24, 19 marzo)

Bolognetti a Pittella sulla vicenda petrolio (La Siritide, 19 Marzo)

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Autodichia. Bernardini e Testa, il governo lasci decidere la Corte Costituzionale in totale autonomia

Mer, 03/19/2014 - 12:12
19/03/14

La Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini e Irene Testa, coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro "Parlamento zona franca" lo scudo dell'Autodichia hanno dichiarato:
"Nella mattina di martedì 25 marzo prossimo la Corte costituzionale esaminerà la cosiddetta autodichia. Camera e Senato la invocano, ad ogni pie' sospinto, per giustificare la sottrazione delle loro amministrazioni all'automatica applicazione della legge esterna.
Al momento la Presidenza del consiglio è costituita in giudizio a difesa del Senato contro la Corte di cassazione. Quest'ultima, anche dopo aver visionato la proposta di legge radicale della scorsa legislatura, ha avanzato il dubbio che l'antico privilegio sia contrario alla Costituzione ed ai trattati internazionali.
I radicali si aspettano, dopo la relazione del professor Giuliano Amato, parlino solo le parti private, e che il Governo non intervenga in una questione di diritti civili e di danno da demansionamento. Se Enrico Letta l'ha fatto per il Porcellum, astenendosi dal difendere la legge, è lecito richiedere a Matteo Renzi di lasciare i quindici giudici della Corte liberi di decidere sull'autodichia, ritirando la costituzione in giudizio dell'Avvocatura dello Stato.
Sarebbe anche questo l'indizio di un cambio di passo, superando l'anomalìa per la quale il nostro è l'unico Paese al mondo che attribuisce questo potere al suo Parlamento."

www.autodichia.blogspot.com

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Eutanasia: Cappato, se ne occupi il servizio pubblico radiotelevisivo

Mar, 03/18/2014 - 18:50
18/03/14

Dichiarazione di Marco Cappato, Coordinatore della campagna Eutanasia legale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni

 

Grazie alla risposta del Presidente della Repubblica al Consigliere dell'Associazione Luca Coscioni Carlo Troilo, si è aperto uno squarcio di conoscenza sulla nostra richiesta al Parlamento di discutere la proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale, depositata ormai sei mesi fa alla Camera dei deputati.

Rispetto a coloro che ancora oggi ritengono preferibile che il Parlamento non affronti il tema del fine vita, o che vorrebbero imporre insensate "moratorie" all'azione legislativa, è fin troppo evidente ciò di cui hanno paura: l'opinione pubblica. Sono terrorizzati, infatti, dai loro stessi elettori che, come i sondaggi dimostrano (l'ultimo pubblicato da Il Gazzettino sul Nordest) sono in sintonia con noi, anche nel caso di cattolici praticanti o di elettori leghisti.

Non solo è indispensabile che il Parlamento finalmente ne discuta, ma che lo faccia con il pieno coinvolgimento dell'opinione pubblica. Finora, il servizio pubblico radiotelevisivo è stato completamente latitante, occupandosi di eutanasia solo per i fatti di cronaca e senza mai ospitare un vero dibattito tra le ragioni favorevoli e quelle contrarie.

 

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Caso Giovine/Radicali: Consiglio regionale decide di non decidere. Unica soluzione è lasciare il seggio vacante

Mar, 03/18/2014 - 18:50
18/03/14

Alla notizia che il Consiglio Regionale del Piemonte ha deciso di rinviare ogni decisione sul “caso Giovine” alla prossima settimana, Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta, ha dichiarato:

Il centrodestra prende tempo perché non vuole ammettere che l’unica soluzione rispettosa della legge è di lasciare vacante il seggio di Michele Giovine. Grazie al lavoro di Emilio Colombo (compagno radicale, esperto in leggi elettorali), abbiamo appurato quanto segue: Sara Franchino non può sostituire Giovine perché è la prima dei non eletti di una lista (Pensionati per Cota) di cui, con sentenza definitiva, è stato accertato che 17 candidati su 18 non avevano l’accettazione di candidatura valida. Essendo false le accettazioni di candidatura, non ci sono candidati idonei a subentrare a Giovine

La cosa più sensata sarebbe quella di assegnare il seggio alla lista della coalizione del centro-destra del 2010 che abbia ottenuto il più alto resto, ma la legge elettorale per le regionali (legge 108/1968) non contempla questa possibilità (la prevede solo per il cosiddetto “listino”). Peraltro, sia TAR che Consiglio di Stato hanno annullato non solo la Lista “Pensionati per Cota” ma tutte le liste, per cui non c’è più nulla da cui effettuare ripescaggi.

Quindi la cosa più rispettosa della legalità sarebbe il ritorno a casa di Sara Franchino assieme a Giovine. Lui si paragona a Cincinnato, magari con la segreta speranza che Picchetto o Porchietto o Crosetto lo richiamino in servizio; la maggioranza dei piemontesi vorrebbe, invece, che restasse a zappare l’orto.

Per quanto riguarda il Consiglio Regionale, rileviamo che oggi è stato investito ufficialmente dalla Giunta delle Elezioni del problema della decadenza del consigliere Michele Giovine, a 124 giorni dalla sentenza definitiva della Cassazione e a sette giorni dal nostro esposto in Procura. Consiglio avvisato...

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Giustizia: Perduca, Italia non dietro la lavagna ma in ginocchio sui ceci. Renzi lanci "contrordine compagni"

Mar, 03/18/2014 - 15:52
18/03/14 Dichiarazione di Marco Perduca, senatore Radicale nella XVI legislatura:   "Non so se qualcuno abbia informato il Presidente del Consiglio che nel giorno in cui affermava l'orgoglio di italiano a Berlino - dicendo che l'Italia non sta dietro la lavagna - un giudice di Londra negava l'estradizione di Domenico Rancadore verso il nostro paese utilizzando come precedente una simile decisione della Royal Courts of Justice che in appello aveva dato ragione a un cittadino somalo imputato dalla Procura di Firenze, e dico Firenze, per reati finanziari.   Forse la verve dialettica del Presidente del Consiglio Renzi ha voluto evocare l'immagine del somaro, o ciuco, come si dice dalle nostre parti, messo dietro la lavagna in punizione per presunte mancanze di rispetto di impegni o obblighi economico-finanziari per nascondere quella piu' dolente e dolorosa dello scolaro in ginocchio sui ceci per avere peccato.   Siamo sicuramente di fronte al peccato della hybrus renziana ma, e con implicazioni politoco-giuridiche maggiori, siamo di fronte al reato della Repubblica italiana che viola l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani, quello che proibisce i trattamenti inumani e degradanti sistematicamente praticati nei 205 istituti di pena italiana.   Ormai quattro anni fa, unico parlamentare eletto nelle liste del PD in Toscana, e su suo invito, accompagnai l'allora sindaco di Firenze in una lunga e toccante visita del Carcere di Sollicciano - quello stesso carcere dove avrebbe dovuto esser ristretto il cittadino somalo se l'estradizione fosse stata concessa settimana scorsa, quello stesso carcere che disegnato per 475 posti non e' mai sceso sotto la soglia illegale di 950 presenze negli ultimi 6 anni.   Oggi non e' piu' necessario, almeno per il Presidente Renzi, visitare quel, o alcun altro, istituto di pena; oggi e' necessario e urgente che in mancanza di possibilita' d'agire per decreto su questa materia, il Presidente del Consiglio, indossi la giacca di segretario di partito e, abbottonandola come si deve, lanci un bel "contrordine compagni" dando il via libera a un'ampia amnistia e indulto per farsi trovar pronto alla scadenza di fine maggio fissata dalla corte di Strasburgo che impone all'Italia di adottare misure contro la "tortura" nelle carceri e alla preannunciata e fantomatica riforma della giustizia prevista pel mese di Luglio.  

 

In caso contrario, alle lavagne e ai ceci, si sostituiranno le multe da pagare e saranno salate arrabbiate, come si dice dalle nostre parti. 

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A Vicenza i cancerogeni nell’aria oltre i limiti sanitari non frenano le corse podistiche. Domeniche ecologiche e il presunto ruolo educativo ipocrita e paternalistico, che copre ciò che in realtà è l’essenza dell’educazione ovvero il rispetto della legge

Lun, 03/17/2014 - 18:42
17/03/14

Nota di Maria Grazia Lucchiari, membro di Giunta di Radicali italiani:

Padova - Il Comune di Vicenza chiude al traffico delle auto una parte della città per via del grave inquinamento da polveri sottili. Negli ultimi sei giorni i cancerogeni nell’aria hanno superato i limiti sanitari raggiungendo il picco massimo sabato e domenica rispettivamente con 121 e 113 microgrammi per metro cubo d’aria. A 50 microgrammi la legge fissa il limite sanitario. Esattamente i due giorni in cui più di 10mila sportivi si sono dati appuntamento per due marce con percorso nel centro cittadino. Certamente un’aria pessima per fare attività sportiva, così dicono i medici, per il fatto che un corpo sotto sforzo deve assorbire più aria, che a Vicenza è satura di cancerogeni.

Una delle conseguenze dell'inquinamento è anche lo scompenso cardiaco e il suo aggravamento. Pertanto il beneficio dello sport si trasforma in danno sanitario, un danno che ogni sindaco ha l’obbligo per legge di prevenire e tutelare.

Ma si sa che, da queste parti, sindaci e assessori all’ambiente quando l’aria è più inquinata si inventano le domeniche ecologiche e danno via libera alle marce podistiche con migliaia di persone che, convinte di stare bene, invece, vanno incontro a rischi molto gravi per la loro salute. Ma le domeniche ecologiche sono giornate irresistibili per chi amministra le nostre città, perché dietro un presunto ruolo educativo, ipocrita e paternalistico, si copre ciò che in realtà è l’essenza dell’educazione ovvero il rispetto della legge, infatti, dal 2005 il sindaco e assessore all’ambiente non hanno ancora predisposto il Piano di Azione per il risanamento dell’aria assoggettato alla valutazione ambientale strategica, un piano che deve considerare tutte le fonti di inquinamento dei Comuni dell’area attorno a Vicenza e non solo il traffico veicolare.

Un obbligo preciso della Comunità europea e della legge nazionale. Tanto che i provvedimenti in materia presi dall’amministrazione se sono adottati in a ssenza della valutazione ambientale strategica sono annullabili per violazione di legge. Se, come afferma uno studio del Comune, la maggior parte dell’inquinamento che grava sulla città, un 55%, deriva dall’attività pesante delle acciaierie Valbruna, si comprende che la domenica ecologica per sindaco e assessore all’ambiente ha altre finalità, molto lontane dalla pianificazione strategica del risanamento dell’aria.
 

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Crimea/Radicali: Lavrov come Goebbels. Referendum del 1991 in Kosovo non fu riconosciuto da Unione Europea. Bloccare subito beni e conti correnti di 140 oligarchi russi

Lun, 03/17/2014 - 18:34
17/03/14

Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani, e Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:

“Se dici una menzogna enorme e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà”. La lezione del ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels è stata imparata e perfezionata dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che continua a ripetere che quanto è successo ieri in Crimea è uguale a quanto accadde vent’anni fa in Kosovo. Falso. Dopo oltre due anni di violenze dei serbi di Milosevic, fra il 26 il 30 settembre 1991 – dopo che sia Slovenia che Croazia si erano proclamate indipendenti, come consentiva loro la Costituzione della Federazione jugoslava - i leader kosovari albanesi organizzarono un referendum clandestino, al quale partecipo’ l’87% degli aventi diritto, che si espressero praticamente all’unanimità a favore di un formale distacco del Kosovo dalla Jugoslavia; sulla base dei risultati del referendum, il Parlamento koosvaro proclamo’ l’indipendenza, il 19 ottobre 1991. La Commissione Badinter, creata dall’Unione Europea, non riconobbe i risultati del referendum, con la motivazione giuridica che solo le Repubbliche della Jugoslavia e non le province autonome (quali erano Kosovo e Vojvodina) avessero diritto alla secessione e all’indipendenza. La motivazione politica del “niet” europeo era quella di non intaccare il principio dell’inviolabilità delle frontiere in Europa e di evitare che gli albanesi presenti in Montenegro, Macedonia e Grecia seguissero l’esempio del Kosovo, nel nome della “Grande Albania”. Ci sarebbero voluti ancora otto anni di violenze serbe per arrivare all’intervento della NATO, nel 1999. In Crimea non è stato finora accertato un solo atto di violenza nei confronti della popolazione russa o russofila.

I russi hanno imparato la lezione di Goebbels anche su altri punti: nel 1938, nel “referendum farsa” fatto nei Sudeti per giustificare l’annessione nazista, Goebbels fece stampare sulle schede il “SI” all’annessione quattro volte più grosso del “NO”. Putin non ha certo bisogno di simili trucchetti: è bastato far presidiare i seggi e le caserme ucraine da miliziani armati. E per festeggiare i russi hanno tirato fuori dal cilindro anche l’utile idiota italiota, Riccardo Fogli.

Per contrabattere alle falsità e alle violenze russe, l’Unione Europea ha un’unica risposta valida, peraltro consigliata anche dall’oppositore russo Garry Kasparov: bloccare i beni e i conti correnti dei 140 oligarchi russi, che costituiscono il blocco di potere di Putin; negare loro i visti per entrare in Europa. Dall’inizio della crisi, gli oligarchi hanno già perso 7 miliardi di dollari del loro patrimonio complessivo, solamente a causa dell’instabilità dei mercati causata dalla situazione in Crimea. Le sanzioni mirate nei loro confronti non colpirebbero la popolazione russa in modo indiscriminato ma solamente il tallone d’Achille di Putin.

Per approfondimenti:
“Le guerre jugoslave. 1991-1999” di Joze Pirjevec (Einaudi)

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Radicali: Giovine decaduto grazie a nostro esposto. Le nomine previste per domani sono atti indifferibili e urgenti?

Lun, 03/17/2014 - 18:25
17/03/14

Alla notizia che la Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale ha preso atto della decadenza di Michele Giovine dalla carica di consigliere regionale per sentenza definitiva emessa dalla Cassazione il 14 novembre 2013, gli esponenti radicali Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali italiani, Igor Boni, presidente dell'Associazione Radicale Adelaide Aglietta, e Silvio Viale, Consigliere comunale Radicale a Torino, hanno dichiarato:

La Giunta delle Elezioni ha fatto oggi quello che avrebbe potuto e dovuto fare quattro mesi fa: prendere atto di una sentenza definitiva e di una legge dello Stato, la cosiddetta “Legge Severino” (art. 8, comma 6, D. lgs. 31/12/2012, n. 235). Addirittura il Consiglio Comunale del piccolo Comune di Gurro (VB) è arrivato prima del grosso Consiglio Regionale del Piemonte, dichiarando decaduto Giovine da consigliere comunale lo scorso 1° marzo.

Se non era per il nostro esposto alla Procura della Repubblica, che naturalmente non ritiriamo, lorsignori avrebbero continuato a fregarsene sia della sentenza sia della legge. E non è ancora detta l’ultima parola, perché la ratifica della decadenza, a norma dello Statuto regionale, spetta al Consiglio regionale convocato per domani.

Ci auguriamo che, dopo aver ratificato la decadenza di Giovine, il Consiglio di domani ratifichi anche la decisione di istituire sul suo sito istituzionale l’Anagrafe dei vitalizi dei consiglieri regionali, in attuazione della legge sulla trasparenza, come più volte promesso dal Presidente Cattaneo.

Infine, ci domandiamo e domandiamo a Cattaneo se le “Nomine” (Quali? Per quali enti?) previste nell’ordine del giorno del Consiglio di domani rivestano il carattere di “atto indifferibile e urgente”.

Convocazione Consiglio regionale

Attività Associazione Adelaide Aglietta

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