Radicali Italiani
Affissioni, Cappato: c'è il rischio che i Partiti "abusivi" la facciano franca
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo radicale - federalista europeo al Comune di Milano
"La riemissione delle ordinanze di ingiunzione notificate per i verbali della campagna elettorale 2016 significa due cose importanti:
la prima è che evidentemente le ordinanze sono state emesse in una forma che le espone a contestazioni giudiziarie e che, se non corretta, mette a rischio la riscossione degli oltre 6 milioni di euro da parte di partiti e candidati. La seconda è che la riemissione delle ordinanze fa slittare i termini avvicinando ancora di più la prescrizione, che la legge prevede sia di 5 anni.
Di fronte alla possibilità che la prescrizione faccia saltare l'introito di milioni di euro nelle casse del Comune è indispensabile che l'amministrazione Pisapia formi una vera e propria task force che si occupi del problema. Sono ormai tre anni che ho denunciato il problema e ho chiesto di dare una corsia privilegiata alla riscossione delle somme dovute da partiti e candidati. Se dovesse arrivare la prescrizione sarebbe responsabilità del Sindaco. Mi auguro che ciò non accada"
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Renzi alla prova delle riforme
Nota di Zeno Gobetti:
Il governo Renzi ha scommesso la possibilità di arrivare a fine mandato sulla rapidità e sulla capacità di produrre riforme strutturali per il Paese. L’entusiasmo che in molti settori dell’opinione pubblica questa “novità” ha portato, sembra essere confermata dai progetti e dagli annunci che Renzi ha fatto sin dal primo giorno della sua amministrazione. Difficile dire se tali progetti si concretizzeranno viste le numerose difficoltà che si dovranno superare in un contesto politico precario per il Governo.
Uno dei temi su cui si è focalizzata l’attenzione in questi giorni riguarda le riforme istituzionali. Il Governo ha presentato un ddl costituzionale che porterà alcuni cambiamenti di portata storica sull’assetto istituzionale. Non voglio arruolarmi al partito della “bella Costituzione” che da anni impedisce qualsiasi aggiornamento dell’assetto istituzionale sostenendo l’insostenibile assetto vigente. Ma desidero sollevare alcune perplessità in particolare per ciò che riguarda la riforma del Senato.
Il superamento del bicameralismo paritario auspicato da anni per semplificare l’iter legislativo e per ridurre il rischio di maggioranze precarie a sostegno del Governo ( come si è ripetutamente prodotto nelle ultime legislature), sarebbe uno degli effetti ricercati dal Governo con la nuova riforma costituzionale. Tuttavia, la proposta di riforma che è stata presentata non supera solo la parità di poteri tra le due camere ma, di fatto, determina un superamento del bicameralismo stesso. Infatti osservando il testo che è stato presentato dal Governo, si può evidenziare come il Senato sia totalmente svuotato di ogni potere significativo nell’iter legislativo ordinario, nella fiducia al Governo, nell’approvazione del Bilancio, nell’istituzione di commissioni d’inchiesta parlamentare, nell’attribuzione di poteri speciali al Governo in stato di guerra ecc….
Il Senato non svolgerebbe alcuna funzione significativa nel sistema istituzionale con la sola eccezione della partecipazione all’elezione del Capo dello Stato e la nomina di due giudici della Corte costituzionale. Mi sembra poco serio mantenere in vita un’assemblea per esercitare solo dei poteri di elezione di altre cariche che, per altro, hanno mandati molto lunghi. Visto che la retorica dei tagli ai costi della politica ( che personalmente ritengo molto dannosa se applicata alle istituzioni) la fa da padrone nei dibattiti sulle riforme, non si può che osservare con curiosità che un Senato così sarebbe un inutile spreco di denaro pubblico. Il costo di una istituzione si valuta in base alla sua funzionalità. Se questo Senato costasse anche un solo euro sarebbe comunque uno spreco visto ciò che può fare. C’è da chiedersi perché il Governo Renzi non abbia avuto il coraggio ( o la forza) di proporre l’abolizione totale del Senato presentato una riforma organica in senso monocamerale. A questa domanda non saprei dare una risposta certa. Tuttavia, se si vuole pensare male ( e a volte ci si azzecca) si potrebbe dire che in questo momento è più facile togliere l’indennità dei Senatori che ridurre i costi di struttura che, evidentemente, vanno a toccare “amici” che è bene tenersi tali. Ma questa può essere solo una malizia radicale.
Tornando al contenuto della riforma, si deve evidenziare un altro aspetto che suscita forti perplessità. Questo Senato è stato pomposamente definito “delle autonomie” poiché sarà composto da 127 senatori tra i Presidenti di Regione, due delegati per ogni consiglio Regionale, Sindaci e da 21 di nomina presidenziale. La scelta di non elezione popolare certamente indebolisce ulteriormente questa assemblea. Ma il dato più significativo risiede nel fatto che tale riforma è associata alle modifiche al titolo V della Costituzione nel quale viene introdotta la possibilità del Governo di normare materie di competenza esclusiva delle Regioni per motivi di “… interesse nazionale”. Ma chi lo decide l’interesse nazionale? Non sono tra i sostenitori del pessimo regionalismo che si è prodotto negli anni ’90, ma con queste due paroline si elimina nei fatti ogni “autonomia”.
Perché non superare il bicameralismo paritario attraverso una specializzazione funzionale come avviene in molti altri paesi? Il Senato poteva mantenere funzioni di garanzia e contrappeso rispetto alla Camera dei Deputati. Si potevano spostare i poteri di controllo sul Senato (istituzione di Commissioni d’inchiesta, nomina giudici di Corte e Consiglio Superiore della magistratura, verifica delle nomine nelle autorità Garanti ecc..). Si poteva lasciare al Senato un ruolo minore ma significativo sull’iter legislativo mantenendo la possibilità di rinvio alla Camera delle leggi. Si poteva valorizzare il Senato come reale camera delle autonomie introducendo forme di elezione speciali per garantire l’effettivo legame con il territorio. Si potevano proporre tante soluzioni per elaborare un progetto di riforma coerente. Ma si è preferita un’altra strada.
La riforma risponde all’esigenza di superare il bicameralismo paritario ma lascia un sistema istituzionale senza validi contrappesi alle funzioni del potere esecutivo e legislativo. Forse questa riforma rappresenta un “meno peggio” rispetto all’esistente ( cosa del quale non sono convinto) ma il Paese avrebbe bisogno di meglio.
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Regionali/Sintesi conferenza stampa presentazione candidatura del radicale Igor Boni nella lista Pd (Torino e provincia). In zona cesarini giunta regionale ha nominato responsabile trasparenza a cui tocca subito diffida radicale su grattacielo regione
Alla conferenza stampa, tenutasi nella sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, hanno partecipato: Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani, segretario Ass. Aglietta); Gigi Brossa (Libertà Eguale); Silvio Viale(Presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, consigliere comunale); Igor Boni (presidente Ass. Aglietta, candidato radicale nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali del 25 maggio 2013, circoscrizione Torino e provincia).
Manfredi ha, innanzitutto, informato di aver presentato in mattinata una diffida (redatta dall’avvocato Antonio Maria Polito) all’Assessore regionale alla Trasparenza (che la girerà per competenza al responsabile per la trasparenza della Giunta Regionale, la Dr.ssa Giuliana Bottero) per ottenere la pubblicazione online del testo completo della D.G.R. 2 agosto 2013, n. 83-6283, di cui compare sul Bollettino Ufficiale solamente il titolo.
La trasparenza deve essere presente in ogni ambito dell’amministrazione regionale; soprattutto rispetto ad un intervento (la nuova sede unica della Regione Piemonte in costruzione) che muterà radicalmente il territorio di un’ampia zona di Torino e che è oggetto di indagini sia da parte della Procura sia da parte della DIA.
Passando a trattare della candidatura di Igor Boni nel PD, Manfredi ha dichiarato:
“Conosco Igor da 28 anni; non deve dimostrare nulla, parlano per lui quasi trent’anni di militanza radicale, sempre al servizio delle varie iniziative, pagando tutto e non avendo alcun riconoscimento se non la stima di chi ha la fortuna di conoscerlo. Un radicale come Igor Boni può cambiare un poco il Palazzo e non esserne cambiato. Rivolgo un appello a tutti i radicali perché Igor, per farcela, ha bisogno del sostegno di tutti. Preciso che il sostegno alla candidatura Boni coinvolge solamente l’Associazione Aglietta e non le altre associazioni o organizzazioni radicali”.
Brossa: “Credo che Boni potrà dare nuova linfa alle parole “libertà” e “liberale”. Oggigiorno più tutti si dicono “liberali” più è profondo l’arretramento del pensiero e della pratica liberali”.
Viale: “Nel 2011, quando mi candidai nel PD alle elezioni comunali di Torino, pochissimi credevano nella mia elezione. Quel ricordo sia di augurio e di sprone per la campagna elettorale di Igor Boni. Serve un PD più laico, meno ideologico. Con Boni consigliere regionale, la Regione Piemonte deve diventare la Regione dei diritti e delle libertà”.
Boni: “Senza la mia candidatura la nostra lotta per la legalità di questi quattro anni, al fianco di Mercedes Bresso, rischiava di rimanere monca, senza continuità. Noi potevamo rimanere fuori dal campo di gioco, ad additare i falli dei vari giocatori. Abbiamo deciso, invece, di giocare; abbiamo appoggiato Matteo Renzi dall’inizio, il Renzi perdente contro Bersani. E’ indubbio che nei palazzi romani Renzi ha portato la rivoluzione; è indubbio che tale rivoluzione non si è ancora verificata nei palazzi torinesi, nel PD torinese. Ma, innanzitutto, noi dobbiamo aiutare Sergio Chiamparino a vincere e a vincere bene, per avere la maggioranza necessaria per governare; e a vincere contro un centro-destra inqualificabile, che ha fatto perdere al Piemonte quattro anni di opportunità. Solo un esempio: il modo inadeguato in cui si è finora affrontata la partita “Expo 2015”: miliardi di euro e milioni di persone si riverseranno su Milano e dintorni e noi piemontesi rischiamo di intercettare pochissimo di quella ricchezza. Abbiamo iniziato un rapporto proficuo con Davide Gariglio sulle iniziative sulla trasparenza. Abbiamo avuto un incontro con Sergio Chiamparino in cui gli abbiamo riversato le nostre proposte e Sergio ne ha subito rilanciata una veramente rivoluzionaria: esternalizzare le procedure di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali. A Sergio abbiamo anche richiesto un posto nel listino; lo diciamo senza alcun pudore, consapevoli come siamo che un radicale nel listino sarebbe solamente il giusto riconoscimento a decenni di lotte per la legalità e la trasparenza. In questi trent’anni ho giocato sempre da mediano; proverò nel prossimo mese a giocare da centravanti, per cercare di portare nel Palazzo la voce di chi non ha voce”.
Diffida radicale su grattacielo regione
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Rom: bene parole Cutini ma fatti finora le contraddicono
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale
Le parole pronunciate dall'assessore alla Politiche sociali Rita Cutini in occasione della celebrazione della Giornata internazionale del popolo Rom sono assolutamente condivisibili nell'indicare "la via dell'inclusione e abbandonare quella dell'assistenzialismo e del controllo". Peccato che finora le azioni dell'amministrazione abbiano contraddetto questa strategia segnando in alcuni casi una preoccupante continuità con gli ultimi trenta anni di politiche cittadine nei confronti della comunità Rom. Si continuano a buttare i soldi dei contribuenti nella ristrutturazione di campi, come quello della Cesarina - mentre si annuncia di volerli superare seguendo la "Strategia nazionale di inclusione" - o in strutture di accoglienza su base etnica che semplicemente non dovrebbero esistere, come il centro di via Visso in cui si assicura la violazione dei diritti umani di oltre 300 persone che vivono con 2,5 mq a persona in stanze senza finestre, pagando questa assistenza con milioni di euro dei cittadini romani. Infine ancora, vale la pena ricordarlo proprio oggi nella Giornata internazionale del popolo Rom, Roma Capitale nei propri atti ufficiali utilizza ancora il termine "nomade" perpetuando un falso storico in modo discriminatorio.
Questo è il momento di segnare un'inversione di marcia, spero che l'amministrazione Marino voglia cogliere questa occasione riconvertendo le risorse gettate finora in iniziative di effettiva inclusione che hanno dato ottimi frutti nelle migliori esperienze italiane ed europee.
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Rifiuti, per il nuovo sito spunta Aprilia
Il caso
Emergenza rifiuti, ora spunta anche, come soluzione parziale, l’impianto della Rida Ambiente, che fa capo proprio al grande accusatore di Cerroni, Fabio Altissimi. Questo Tmb (trattamento meccanico biologico), già funzionante, è ad Aprilia, in provincia di Latina. Certo, non è sufficiente a trattare le 2.000 tonnellate di rifiuti che attualmente passano nei due Tmb di Malagrotta, colpiti da una interdittiva antimafia della procura proprio per l’inchiesta sul gruppo Cerroni. Ma potrebbe essere un piccolo tassello della soluzione più complessiva su cui si comincerà a lavorare domani, nel vertice convocato dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, con Prefettura, Comune, Provincia e Regione.
Potenziamento
Non solo: a Roma gli impianti di trattamento meccanico biologico non lavorano tutti i giorni. Anzi, sono operativi solo 280 giorni all’anno. Vale per i due di Malagrotta, ma anche per quelli dell’Ama di Rocca Cencia e Salaria. Ed è in questo vicolo stretto che potrebbe passare un altro tassello delle soluzioni sul tappeto per riorganizzare il ciclo dei rifiuti senza i Tmb di Cerroni. In sintesi: secondo la procura gli impianti di Malagrotta devono fermarsi. Ma all’Ama dicono che le 2.000 tonnellate trattate attualmente nei Tmb di Cerroni (e nel tritovagliatore) con la chiusura di Malagrotta resterebbero per strada. Ma se gli impianti dell’Ama lavorassero più intensamente, il problema si ridurrebbe? È un’ipotesi di lavoro, complicata, ma non scartata a priori. Certo, servirebbe un’autorizzazione della Regione. E anche se lavorassero 500 tonnellate giornaliere di rifiuti in più resterebbe una quantità, circa 1.500, da portare da altre parti. Ed ecco che si guarda agli impianti del Lazio (Viterbo e Frosinone). E al Tmb di Aprilia, del gruppo Rida.
Riccardo Magi, radicale e consigliere comunale di maggioranza, aveva già sollevato il problema degli impianti di trattamento di Roma che lavorano a singhiozzo in un’interrogazione. Racconta: «Nella risposta l’assessore all’Ambiente, Estella Marino, ha confermato che gli impianti Tmb non lavorano tutti i giorni, un fatto che aggrava una situazione di per sé già molto precaria. Un qualsiasi evento - come le festività natalizie, o l’interdittiva antimafia di cui sopra - può far sprofondare Roma nell’emergenza».
Il paradosso
Ma il sistema messo in campo da Regione e Comune fa acqua da tutte le parti. C’è l’emergenza dei Tmb, che condanna Roma al ricatto di Cerroni e di Malagrotta, ma c’è anche il paradosso della carenza di impianti per la differenziata. Che fine fa la parte di rifiuti umida isolata dai cittadini più diligenti? Nelle regioni virtuose finiscono in impianti ad hoc. A Roma no. L’impianto di compostaggio di Maccarese è troppo piccolo. E il nuovo proposto da Ama è stato bocciato, come annunciato dal Comitato Rifiuti Zero Fiumicino, «dalla Conferenza dei Servizi della Provincia». Dunque il 75 per cento dell’umido finisce anch’esso al nord, in Veneto. E paghiamo caro questo servizio: 9 milioni di euro all’anno. Con un paradosso: più aumenta una pratica virtuosa come la differenziata, più aumenta il conto. Restano le preoccupazioni dei cittadini di Valle Galeria, per il futuro di Malagrotta: ieri sul blog Romareport.it sono state pubblicate le foto di un gregge di pecore che pascola dove non si dovrebbe, «in alcune aree poste sotto sequestro per lo sversamento di petrolio dalla vicina raffineria, nonostante sia ben visibile il nastro giallo che delimita la zona vietata».
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Petrolio: Radicali lucani a Guidi, 'no' ad altre concessioni non e' pregiudizio
Potenza, 7 apr. (Adnkronos) - "Ribadiamo la nostra assoluta contrarieta' a qualsiasi ulteriore concessione petrolifera. Un no che nasce non dal pregiudizio ma da attente valutazioni piu' volte esposte". Lo ha dichiarato il segretario dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti (direzione Radicali Italiani e consigliere Associazione Coscioni), rivolgendosi con una lettera aperta al ministro Federica Guidi in merito alla necessita' di ampliare l'utilizzo delle riserve italiane del greggio. La Basilicata e' la regione che offre il maggior apporto al fabbisogno energetico nazionale con le estrazioni in Val d'Agri. "Carissima Ministra - sostiene Bolognetti - ad oggi il 65% del territorio lucano e' vincolato da titoli minerari vigenti e istanze per la concessione di nuovi titoli. In Basilicata, per usare un'infelice espressione dell'ex ministro Romani, si son fatti "buchi per terra" in prossimita' di invasi, sorgenti, fiumi, in aree a rischio frana e a rischio sismico, a ridosso di centri abitati e in aree a vocazione agricola. Il costo reale in termini di inquinamento - ha sottolineato - considerando anche le coperture di cui godono le multinazionali dell'oro nero, lo valuteremo per intero solo quando avranno estratto fino all'ultima goccia di greggio". Quindi una provocazione di Bolognetti: "Non basta? Ne volete ancora? Gli abitanti delle valli lucane rappresentano un intralcio al disegno di trasformare i 10mila kmq della Lucania infelix in hub petrolifero? Beh, allora deportateci!".
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Fecondazione, Gallo e Baldini: nessun vuoto normativo se divieto eterologa verrà cancellato
Dichiarazione degli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali della coppia che si è rivolta al tribunale di Firenze e rispettivamente Segretario associazione Luca Coscioni e Docente università di Firenze
E' fondamentale precisare, rispetto a quanto ha dichiarato l'avvocato dello Stato Gabriella Palmieri stamane in udienza in Corte Costituzionale, che l'abrogazione del divieto di fecondazione di tipo eterologa previsto dalla legge 40 del 2004 non crea vuoto normativo. Già nel 2005 era stato ammesso il quesito referendario che prevedeva la cancellazione di tale divieto. Tale divieto non ha fondamento né scientifico né giuridico, ma solo morale. Quindi ci auguriamo che venga cancellato per ridare speranza a tante famiglie italiane che non vanno discriminate.
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Eterologa: Cappato, la Corte Costituzionale ci riporti in Europa
Dichiarazione di Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni
text-align:justify"> text-align:justify">Con la pronuncia di domani sulla questione della fecondazione eterologa, la Corte costituzionale ha nuovamente l'occasione di riportare l'Italia nell'Europa delle libertà civili, perlomeno per quanto riguarda il diritto di una coppia, nel caso di sterilità assoluta di una delle due persone, di accedere alla donazione di gamete, cioè all'unica procedura medica in grado di consentire di aver un figlio. Ci auguriamo che questa occasione sarà colta dalla Consulta. Come radicali dell'Associazione Luca Coscioni non abbiamo mai smesso di batterci sia sul piano giudiziario che su quello politico per questo obiettivo nei 10 anni trascorsi dal sabotaggio antireferendario.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Fecondazione, Filomena Gallo: domani Consulta decide su divieto eterologa; l'attesa di migliaia di coppie che desiderano solo avere un figlio
text-align:justify">Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni con le dichiarazioni di Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali della coppia che si è rivolta al tribunale di Firenze e rispettivamente, Segretario associazione Luca Coscioni e Docente università di Firenze. text-align:justify"> text-align:justify">Ancora una volta la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulla legge 40/04. Dopo che i Tribunali di Firenze, Milano e Catania hanno sollevato nuovamente la questione di legittimità costituzionale dopo il rinvio operato dalla corte nel maggio 2012 (ord. 159/2012), la Consulta dovrà nuovamente occuparsi della spinosa questione della fecondazione medicalmente assistita di tipo eterologa, cioè eseguita mediante utilizzo di materiale genetico di terzo donatore (quando uno dei due partner è sterile, vi è necessità di ricorrere a spermatozoi o a ovociti ''esterni'' alla coppia per concepire un bambino, pratica oggi vietata in Italia). · Domani, 8 aprile, alle 9 l’avvocato Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione, che rappresentava la coppia che chiedeva al Tribunale di Firenze di accedere alla fecondazione eterologa, con l’avvocato Gianni Baldini rappresenterà l'Associazione Luca Coscioni e le associazioni di pazienti Cerco un bimbo, l'Altra Cicogna, Amica Cicogna intervenute nel procedimento pervenuto dal Tribunale di Catania. text-align:justify">Dichiarano gli avvocati: "Non discuteremo il procedimento per la coppia di Firenze perché non ci siamo costituiti, poiché la legge 40 ha negato alla coppia la possibilità di una famiglia con conseguenze anche all'interno della coppia stessa. Per correttezza professionale nel rispetto dei fatti accaduti non abbiamo neppure costituito le associazioni che rappresentiamo ammesse al procedimenti dinanzi al Tribunale di Firenze, ma abbiamo presentato intervento nel procedimento sollevato dal Tribunale di Catania pubblicato successivamente in GU". · Non verranno discussi in sede costituzionale il divieto di ricerca sugli embrioni e il divieto di revoca del consenso informato, in quanto la Consulta su richiesta dell’Avv. Baldini ha disposto il rinvio della discussione in attesa della decisione della Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell''Uomo del 18 giugno prossimo sul procedimento Parrillo c/Italia (vedova di Nassiriya che vuole donare gli embrioni del marito deceduto), sostenuto dall’avv. Paoletti, con intervento tramite amicus curiae dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca e le associazioni Cerco un bimbo, Amica Cicogna, L’altra cicogna. text-align:justify">Il legale della coppia ricorrente Prof. Gianni Baldini aveva appunto presentato istanza di rinvio dinanzi la Consulta per costituirsi anche anche con le associazioni Madre Provetta, CECOS, Liberi di Decidere dinanzi alla Corte Edu nel caso Parrillo. text-align:justify">Le questioni implicate dalla metodica sono molteplici: da un lato i fautori del divieto di fecondazione eterologa sostengono che la tecnica violerebbe il diritto del nato all'identità genetica, comporterebbe rischi di commercializzazione del corpo umano e di relazioni atipiche. text-align:justify">Dall'altra parte, le pronunce della Corte EDU del 2019 (SH c Austria ) e del 2010, nonché un quadro normativo che a livello europeo ammette e regola in quasi tutti i Paesi la procreazione medicalmente assistita di tipo eterologa, rilevano che si tratta di un divieto anacronistico che penalizza e discrimina proprio coloro che presentano forme di sterilità assoluta, non consente di realizzare il progetto genitoriale e di famiglia di tante coppie, impedisce l'esercizio di un diritto alla procreazione cosciente e responsabile come sancito in leggi nazionali e dichiarazioni internazionali. text-align:justify">Dunque il divieto generalizzato è del tutto sproporzionato rispetto alla rilevanza degli interessi in campo e ai rischi della tecnica che possono essere evitati con una adeguata normativa sul modello di quanto fatto in altri paesi europei. text-align:justify">Come è noto l'iter della legge 40/04 è particolarmente travagliato, essendo la stessa stata oggetto di numerose censure da parte dei tribunali di merito per le questioni inerenti: legittimità della indagine genetica di pre-impianto; libertà di accesso delle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche trasmissibili; crioconservazione degli embrioni sovrannumerari; numero di embrioni producibili, obbligo di contemporaneo impianto e tutela della salute della donna ( 29 interventi dei Tribunali). text-align:justify">Proprio a seguito della ordinanza di remissione del Tribunale di Firenze nel 2009, nel maggio 2009 con la sentenza 151/09 la Consulta dichiarava la incostituzionalità delle norme sul divieto di creazione di più di 3 embrioni, sull'obbligo di trasferimento di tutti gli embrioni prodotti in un unico e contemporaneo impianto e sul divieto di crioconservazione in caso di pregiudizio alla salute della donna. La Consulta aveva affermato che vanno tutelate ''le giuste esigenze di procreazione'', che è prioritaria la salvaguardia della salute della donna e che a lei, insieme al medico, spetta la decisione in merito all' “applicazione delle tecniche di fecondazione assistita". text-align:justify">"Le coppie che questa volta hanno sollevato la questione – ricordano gli Avv.ti Gallo e Baldini - sono affette dalla sterilità assoluta di uno dei partner e dunque la richiesta di accedere alla donazione di gamete rappresenta l'unica procedura medica in grado di consentire di aver un figlio e quindi di poter perseguire un progetto genitoriale. Il risultato dell'eventuale eliminazione del divieto di fecondazione eterologa consentirebbe all'Italia di evitare vergognosi fenomeni di turismo procreativo come accade oggi, e nel contempo permetterebbe ai propri cittadini in piena sicurezza e senza discriminazioni (spesso basate sul censo) di realizzare il proprio progetto genitoriale in condizioni di massima sicurezza”.
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Da sabato 12 aprile tavoli per sottoscrivere la petizione #Sbanchiamoli a Parma con FARE per fermare il declino
"#Sbanchiamoli, Fuori i partiti dalla banche" è il nome dell'iniziativa, promossa di Radicali Italiani e sostenuta da Fare per Fermare il Declino, presentata nel pomeriggio del 4 aprile a Parma. Da sabato 12 aprile, i Radicali e Fare inizieranno a raccogliere le firme dei cittadini che vorranno aderire all'iniziativa con i banchetti in via Mazzini.
Gian Marco Ferri di Fare per Fermare il Declino ha sottolineato: "Sosteniamo volentieri questa campagna, anche perché siamo stati tra i primi ad affrontare il tema dell'influenza della politica sulle banche. La politica dovrebbe disinteressarsi degli istituti di credito: le Fondazioni devono essere private".
La politica controlla le banche tramite le Fondazioni bancarie, i cui componenti sono nominati dagli Enti locali e dalla Chiesa. Le Fondazioni, il cui ruolo sarebbe quello di erogare contributi a favore del sociale, in realtà controllano gli istituti di credito, incidendo poi sulle scelte, anche per l'erogazione del credito. La campagna nazionale è stata avviata dal tesoriere dei Radicali Valerio Federico e da Alessandro Massari, membro della dirigenza nazionale. Le banche hanno chiuso i rubinetti anche agli Enti virtuosi: questo meccanismo deve essere capovolto. Il credito deve essere dato a chi se lo merita.
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Cappato: autentico le firme e sottoscrivo referendum della Lega
Comunicato stampa del Gruppo Radicale Federalista - europeo
Marco Cappato, Presidente del gruppo radicale, ha appena annunciato in Consiglio comunale di aver ufficializzato la comunicazione agli uffici di voler autenticare le firme sui 5 referendum promossi dalla Lega, che sottoscrive. "Da oggi autenticherò le firme per i 5 referendum promossi dalla Lega, cercando così di adempiere alla funzione pubblica che la legge mi attribuisce, al di là di qualsiasi valutazione sul merito, per dare ai cittadini la possibilità di decidere sui diversi temi.Con lo stesso obiettivo, sottoscriverò i quesiti referendari: sia quelli che condivido nell'obiettivo, come l'abolizione delle prefetture e la legalizzazione della prostituzione (sulla quale deve però essere mantenuta la proibizione dello sfruttamento), sia quelli che non condivido, come l'abrogazione della riforma delle pensioni, che ha arginato il tracollo economico-finanziario dello Stato italiano, o l'abrogazione della legge Mancino (condivisibile per quanto riguarda l'abrogazione dei reati d'opinione, ma non per quanto riguarda l'incitazione all'odio e la violenza per motivi razziali). Per quanto riguarda l'abrogazione della norma che estende agli immigrati la possibilità di partecipare ai concorsi pubblici, ritengo che si tratti di un referendum non solo non condivisibile nel merito, ma anche anticostituzionale.
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Droghe, Bernardini e Manfredi: vuoi conoscere le nuove tabelle sugli stupefacenti? Alfano non ti dà una mano!
Rita Bernardini, Segretaria Radicali Italiani, e Giulio Manfredi, membro di Direzione RI:
Prendiamo atto che il Prof. Serpelloni, che sappiamo consultare attentamente i siti radicali (l’unico posto dove compaiono i comunicati radicali), ha provveduto finalmente a far aggiornare il testo del DPR 309/90 (testo unico sugli stupefacenti) sul sito del Dipartimento Antidroga.
Rileviamo, invece, che i curatori del sito del Ministero degli Interni non si sono ancora accorti che lo scorso marzo il governo di cui il ministro Alfano ci risulta continui a far parte ha emanato un decreto-legge in materia, per sua natura immediatamente vigente, con allegate le nuove tabelle delle sostanze stupefacenti. Sul sito del Ministero compare il testo aggiornato della legge ma con allegate ancora le vecchie tabelle. Non sono questioni di lana caprina: a tabella diversa corrisponde sanzione e pena detentiva diversa (oppure nessuna sanzione o pena).
Piccolo consiglio: ma perché, con un semplice giro di telefonate, i vari uffici governativi preposti, dal Dipartimento Antidroga, ai Ministeri dell’Interno, della Sanità, della Giustizia non si mettono d’accordo nel mettere sui siti un’unica versione della normativa (non solo sugli stupefacenti), magari quella di “Normattiva” del Servizio Poligrafico e Zecca dello Stato, che consente una visione chiara e completa degli aggiornamenti delle leggi?
Prima di fare proclami antidroga, telefonatevi.
N. B.
Le tabelle presenti sul sito del Ministero dell’Interno (ore 15:00 di oggi)
Le tabelle vigenti dal 21 marzo 2014
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Biotestamento, Magi (Radicali): registro rientra pienamente nelle funzioni del comune. PD non usi stesse argomentazioni di Alemanno nel 2009 già bocciate da A.N.C.I.
Chi parla di assenza di fondamento giuridico del registro cerca alibi per non discutere tema. Il pungolo lo esercitino gli iscritti al Partito Democratico per non perdere altro tempo.
Affermare come fanno alcuni esponenti del Partito Democratico di Roma, che l'istituzione del registro comunale dei testamenti biologici non abbia fondamento giuridico significa allinearsi alla posizione dell'amministrazione Alemanno, che nel 2009 diede parere contrario alla proposta di delibera depositata da Mina Welby, Beppino Englaro, Carlo Lizzani, Emma Bonino e Marco Pannella sostenendo proprio che essa vertesse "su una materia che può essere disciplinata unicamente da una legge ordinaria dello Stato". Un'argomentazione strumentale, che all'epoca servì come pretesto per evitare il dibattito pubblico e in Consiglio comunale su una proposta che portava la firma di 8000 romani e che oggi rischia di rinviare ancora nella Capitale il riconoscimento del diritto dei cittadini a certificare la propria volontà sul fine di vita, come invece accade già in città importanti tra cui Torino, Milano e Venezia e in tanti altri comuni italiani da nord a sud. La proposta di delibera, infatti, non vuole affatto disciplinare la materia del fine vita, né chiede al Comune di farlo, ma attraverso l'istituzione del registro dei testamenti biologici intende attestare l'autenticità delle dichiarazioni anticipate di trattamento dei cittadini. Si tratta, perciò, di fornire un servizio “dedicato” ai cittadini, nell'ambito delle competenze e delle funzioni amministrative già esercitate dal Comune, La piena competenza dei Comuni sull’istituzione del Registro del Testamento biologico è stata chiarita anche dal parere fornito dall’A.N.C.I. alla circolare interministeriale del Governo Berlusconi che ha tentato di osteggiare i registri. L'A.N.C.I ha infatti affermato l'assoluta legittimità della pratica ad attribuire certezza di provenienza e data alle dichiarazioni rese dai cittadini, rientrando appunto nelle funzioni proprie del Comune.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti al Ministro Guidi: Se rappresentiamo un intralcio deportateci
Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni
Carissima Ministra, ad oggi il 65% del territorio lucano è vincolato da titoli minerari vigenti e istanze per la concessione di nuovi titoli. In Basilicata, per usare un'infelice espressione dell'ex ministro Romani, si son fatti "buchi per terra" in prossimità di invasi, sorgenti, fiumi, in aree a rischio frana e a rischio sismico, a ridosso di centri abitati e in aree a vocazione agricola.
Il costo reale in termini di inquinamento, considerando anche le coperture di cui godono le multinazionali dell'oro nero, lo valuteremo per intero solo quando avranno estratto fino all'ultima goccia di greggio.
Non basta? Ne volete ancora? Gli abitanti delle valli lucane rappresentano un intralcio al disegno di trasformare i 10mila kmq della Lucania infelix in hub petrolifero?
Beh, allora deportateci! Consideri però, signora Ministra, che la nostra è ragionevolezza, mentre la vostra è miopia. La miopia di chi non comprende che occorre salvaguardare per le generazioni a venire risorse ben più preziose dell'oro nero.
Noi vorremmo tanto che si discutesse del mito dello sviluppo illimitato, di bomba demografica, della necessità di cambiare i nostri paradigmi di riferimento prima di aver ammazzato completamente il nostro pianeta.
Vorremmo un dibattito sulla questione energetica, vorremmo discutere di rottamazione edilizia e della necessità di spianare la strada a un nuovo inizio. Per dirla con il prof. Aldo Loris Rossi, riteniamo indispensabile una "nuova alleanza con la natura".
Dalla nostra riserva - a volte confino, a volte galera - ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi ulteriore concessione. Un no che nasce non dal pregiudizio, ma da attente valutazioni più volte esposte.
Se l'inquinamento delle nostre valli fosse solo un inquinamento ambientale e non anche inquinamento delle coscienze e delle "anime", forse sarebbe perfino pleonastico spiegare ciò che abbiamo più e più volte argomentato.
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Roberto Antonione ha aderito alla campagna "#Sbanchiamoli: fuori i partiti dalle banche. Credito a chi merita"
Ha dichiarato, in occasione della presentazione della campagna e di una successiva tavola rotonda svoltesi lunedì 31 Marzo a Trieste:
“Per chi ama la politica, queste sono iniziative che sollevano il morale: si parla di cose concrete, che incidono realmente su ognuno di noi.
Mi ritrovo pienamente d’accordo sulle questioni sollevate dai Radicali: è vero che la legge prevede che le fondazioni non abbiano il controllo delle banche; è altresì del tutto evidente che questo non solo sia disatteso, ma che spesso, oltretutto, a fronte di modeste quote di capitale detenute, le fondazioni si trovino ad esprimere grossa parte del board della banca partecipata.
Questa è una situazione che dovrebbe trovare risposte a livello normativo. Spero quindi che i radicali continuino a fare le battaglie che hanno sempre fatto, tra le quali proporre norme che favoriscano la trasparenza nel sistema dei partiti.
Non nego comunque di sentirmi a disagio pensando di essere stato membro del governo Berlusconi, governo che su proposta del suo Ministro dell’Economia ha approvato una legge che ha prodotto questa situazione.”
In virtù della sua attuale posizione di consigliere comunale a Trieste, Antonione ha inoltre dichiarato:
“Noi consiglieri comunali, così come tutti quelli che vengono nominati nelle varie Società ed Enti, siamo tenuti a rendere pubblici i nostri redditi e la nostra situazione patrimoniale , mentre ciò non vale per chi viene designato dal comune stesso nelle fondazioni: il Consiglio di Fondazione CRTrieste, ha espressamente sottolineato come i designati siano indicati dal comune, ma nominati dal Consiglio stesso; rispondono quindi a loro stessi, non ai cittadini. Così il legame col territorio non sussiste né dal punto di vista tecnico né da quello istituzionale. Anche se queste persone fossero dotate dei migliori curricula, a nessuno è dato di sapere come svolgono realmente il loro lavoro.
Inoltre, il meccanismo consente allo stesso Consiglio uscente di riconfermare i propri membri. A tal proposito, si sente spesso, parlare di caste: in questo caso, i consiglieri hanno potere di auto-nominarsi, non è dato di sapere cosa facciano, così come quanto prendano e a chi rispondano; si sa solo che gestiscono grosse quantità di denaro. Quella dei consiglieri delle fondazioni, è palesemente una casta.”
Ha quindi concluso affermando che: “Se si dovesse andare ad indagare su malfunzionamenti dovuti all’ingerenza dei partiti, quello dei Consigli delle Fondazioni è il luogo giusto. Anche per questo penso che questa iniziativa vada sostenuta e propagandata.”
NOTE:
Roberto Antonione è stato parlamentare per Forza Italia e PdL nelle legislature XIV-XV-XVI; ha ricoperto la carica di sottosegretario agli esteri nei governi Berlusconi II e III, dal 2001 al 2006.
Nel novembre del 2011, è figurato tra i deputati della maggioranza che non hanno votato il rendiconto generale dello stato, portando alla caduta del governo Berlusconi; in precedenza, Antonione aveva firmato, assieme ad altri deputati ex-Pdl, una lettera nella quale si chiedeva a Berlusconi di agire da uomo di Stato consentendo la formazione di un nuovo governo. Ha in seguito egli stesso lasciato il Pdl.
Attualmente svolge, da indipendente, la carica di consigliere comunale a Trieste, essendo stato sconfitto da candidato sindaco di un centrodestra locale frammentato, alle ultime elezioni comunali nel 2011. In quell’occasione, il suo nome era stato suggerito per il voto ai cittadini triestini anche da Marco Pannella; Antonione è stato infatti, in passato, più volte iscritto al Partito Radicale.
L’intervento integrale di Antonione, nell’ambito della tavola rotonda svoltasi a Trieste il 31 Marzo, è disponibile in formato audio a questo link.
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L’associazione Radicali Lucani parteciperà alla I Marcia per la salute e per l’ambiente
Fonte Corriere di Taranto, 5 aprile 2014
Lo ha reso noto il segretario Maurizio Bolognetti
L’associazione Radicali Lucani parteciperà alla I Marcia per la salute e per l’ambiente, che si terrà domani in terra ionica, con percorso da Statte fino allo stabilimento Italcave.
«Il “caso Taranto” - riferisce Maurizio Bolognetti, della Direzione Nazionale dei Radicali Italiani e segretario dell’Associazione Radicali Lucani – è la plastica rappresentazione di quanto da tempo va sostenendo Marco Pannella, ovvero che “la strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”».
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Ricerca/salute, Ass. Coscioni: Rasi (Ema), Pani (Aifa), De Luca e Abbott (Nature) al Congresso internazionale
Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni
Sabato 5 aprile presso la Protomoteca del Campidoglio a Roma, nella sessione pomeridiana del secondo giorno di lavori del Terzo Incontro del Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, si terrà una sessione dal titolo "I test clinici: le promesse della medicina e le attese dei malati: una miscela esplosiva", coordinata dalla giornalista di Nature Alison Abbott, che ha trattato sulla rivista internazionale il caso Stamina. Gli interventi saranno quelli di: Guido RASI, Direttore dell'Agenzia Europea del Farmaco, Luca PANI, Direttore Generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco, Michele DE LUCA, Co-Presidente dell'Associazione Luca Coscioni, Giuseppe TESTA, Direttore del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali, dell' Istituto Europeo di Oncologia. Il Terzo Incontro del Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifico, intitolato "colmare il divario tra scienza e politica” (http://www.freedomofresearch.org/), prosegue oggi i lavori alla sala della Protomoteca al Campidoglio di Roma L’incontro è organizzato dall’Associazione Luca Coscioni e dal Partito radicale, con il patrocinio del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, del Ministero degli Esteri, di Roma Capitale© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Crescono le adesioni a Sbanchiamoli. Consiglieri regionali, provinciali e comunali chiedono che la Politica lasci liberi Banche e Credito
Ecco il primo elenco dei sottoscrittori della petizione parlamentare che il tesoriere di Radicali Italiani Valerio Federico ha inviato a Camera e Senato:
Diego Bottacin, Consigliere regionale in Veneto, Presidente Gruppo misto, Verso Nord
Sandro Sandri, Consigliere regionale in Veneto, Gruppo misto (già Assessore alla Sanità)
Santino Bozza, Consigliere regionale in Veneto, Gruppo misto
Giovanni Furlanetto, Consigliere regionale in Veneto, Gruppo misto
Eugenio Neri, Consigliere comunale a Siena, capogruppo di Siena Rinasce
Giuseppe Giordano, Consigliere comunale a Siena, Siena Rinasce
Lucia Tanti, Consigliere provinciale ad Arezzo, Forza Italia
Roberto Bardelli, Consigliere comunale ad Arezzo, Forza Italia
Daniele Farsetti, Consigliere comunale ad Arezzo, Movimento 5 Stelle
Roberto Antonione, Consigliere comunale a Trieste, capogruppo Gruppo misto (già sottosegretario agli esteri nei governi Berlusconi)
Giuseppe Pedicini, Consigliere comunale a Pordenone, Nuova Pordenone
Fernando Padelletti, Consigliere provinciale a Pordenone, Forza Italia
Radicali Italiani sta promuovendo una campagna nazionale con l’obiettivo di separare i Partiti dalle Banche chiedendo l’uscita delle Fondazioni bancarie dal capitale azionario degli Istituti di credito italiani.
Gli Enti locali e le Regioni indicano parte dei componenti degli organismi decisionali delle Fondazioni.
I dati degli ultimi anni relativi alla netta diminuzione delle erogazioni delle Fondazioni a favore delle comunità locali e nel contempo gli ostacoli posti da alcune Fondazioni ai necessari aumenti di capitale delle Banche dimostrano con evidenza il fallimento del sistema Partiti-Enti locali- Fondazioni-Banche-Credito. Le Fondazioni persistono nel non diversificare i propri investimenti come la legge prevede e sole, o in cartello con altre, hanno tuttora il controllo di molte tra le principali Banche del Paese. La separazione a nostro avviso – ma anche di Bankitalia, del FMI e di diversi autorevoli economisti – sarebbe utile sia a una più consistente capitalizzazione delle Banche con benefici per il sistema creditizio, che alle Fondazioni bancarie stesse che potrebbero finanziare più e meglio i territori di riferimento.
Le leggi che regolano l'attività delle Fondazioni bancarie e il rapporto con le banche non sono rispettate; altro, ennesimo, elemento di violazione dello Stato di Diritto nel Paese.
Alla c.a. della Presidente della Camera della Repubblica, Laura Boldrini, del Presidente del Senato della Repubblica, Piero Grasso, e ai Presidenti dei Gruppi parlamentari della Camera e del Senato della Repubblica (..)
Gentili onorevoli,
Io sottoscritto, Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani, assieme a Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani (..), utilizzando lo strumento previsto dall'articolo 50 della Costituzione, riteniamo opportuno presentare ai titolari del potere legislativo questa petizione (..)
Lo scopo è quello di persuadere il Parlamento della necessità (..) di dare al Paese delle nuove, solide infrastrutture giuridiche che possano meglio regolare il perverso sistema attuale che lega politica, enti territoriali, fondazioni bancarie e banche. Una nuova legge che preveda la separazione tra fondazioni di origine bancarie e le banche per tagliare il nodo gordiano che lega le nostre imprese, stabilmente sottocapitalizzate al sistema bancario in crisi di liquidità, e quindi
alle fondazioni che controllano gli erogatori del credito. (..)
Grazie allo schermo rappresentato dalle fondazioni, ancor oggi, almeno indirettamente, la dinamica del credito è ancora influenzabile dai partiti, naturalmente inclini ad una tutela di parte, che nei casi più clamorosi diviene vantaggio per la propria parte a danno dell'intera cittadinanza (..)
(..) una banca che compie operazioni di mercato spericolate, senza alcun attenzione all'interesse del risparmiatore (..) viola legge e Costituzione
Per superare questa situazione e partecipare attivamente alla sua soluzione (..), desideriamo allegare una proposta di legge in materia di separazione tra banche e fondazioni, da proporre come un testo iniziale su cui iniziare un iter legislativo di riforma del settore (..)
Preme altresì ricordare il fatto che la vigente normativa è in più parti violata (..)
Attendiamo con fiducia l'interesse dei titolari del potere legislativo per un dibattito sul merito, con analisi del testo proposto (..)
PROPOSTA DI LEGGE PER LA COMPLETA CESSIONE DELLE AZIONI BANCARIE IN POSSESSO DELLE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA PER ADDIVENIRE A UNA RADICALE SEPARAZIONE TRA BANCHE E FONDAZIONI
Articolo 1
(Abrogazioni)
L’articolo 25, del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, è abrogato e sostituito dal seguente:
Art 25 (Dismissione delle partecipazioni delle fondazioni nelle Società bancarie)
Le partecipazioni in essere nelle Società bancarie devono essere collocate sul mercato. Possono continuare ad essere detenute, in via transitoria, ai fini della loro ottimale dismissione, per il periodo di quattro anni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Nel caso di mancata dismissione entro il suddetto termine, le partecipazioni previste dal presente comma possono ulteriormente essere detenute per non oltre due anni. Qualora la fondazione, scaduti i periodi di tempo previsti al comma precedente, continui a detenere le partecipazioni in società bancarie, alla dismissione provvede l'Autorità di vigilanza, sentita la fondazione e un apposito commissario indicato dal Ministro dell’economia, nella misura idonea a determinare la cessione completa delle partecipazioni in essere nelle Società bancarie e nei tempi ritenuti opportuni in relazione alle condizioni di mercato ed all'esigenza di salvaguardare il valore del patrimonio.
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Rom, Magi: visita al centro via Visso assieme al Presidente del Comitato Europeo per i Diritti Sociali e Ass. 21 luglio. Marino visiti da sindaco e medico una struttura costosa e illegale
Presto iniziative legali nei confronti dei responsabili anche istituzionali di questa follia che ci umilia di fronte all'Europa. Milioni di euro dei cittadini romani investiti in una struttura registrata come deposito merci che discrimina cittadini con gravi conseguenze per la loro salute. Marino visiti al più presto la struttura illegale, come medico ancor prima che come sindaco.
Questa mattina insieme al presidente dell'associazione 21 Luglio, Carlo Stasolla, abbiamo visitato il cosiddetto centro di accoglienza per Rom sito in via Visso denominato "Best House Rom" e abbiamo voluto mostrare la struttura al Presidente del Comitato Europeo per i Diritti Sociali, prof. Luis Quimena Quesada, che si trova in Italia in questi giorni.
Il dato eclatante, confermato da ciò che abbiamo visto, è l'illegalità della struttura che non ha nessuno dei requisiti previsti dalla normativa regionale sulle strutture di accoglienza e quindi evidentemente non può essere accreditata come centro di accoglienza. Il centro di raccolta con cui l'amministrazione Alemanno stipulò la prima convenzione nel luglio 2012 successivamente rinnovata, ospita attualmente oltre 300 rom di cui circa 200 minori.
La struttura, in violazione della legge, non è in possesso dei requisiti di "civile abitazione" indispensabili ma è registrata come deposito merci; lo spazio interno è stato suddiviso in circa 60 stanze prive di finestre che ospitano ognuna almeno cinque persone; manca la cucina, obbligatoria secondo la legge, anche nel caso in cui i pasti siano portati da un servizio esterno; anche il numero dei bagni non risponde alle indicazioni di legge. in base ai nostri calcoli ogni persona avrebbe a disposizione circa 2,5 mq contro i 12 indicati dalla legge regionale vigente che in ogni caso non prevede strutture di pronta accoglienza accreditate che ospitino più di 20 persone. Questa situazione implica una grave violazione dei diritti umani, con un comportamento discriminatorio da parte dell'amministrazione e lesivo della salute dei cittadini ospitati nella "Best House Rom". Tutto ciò costa all'amministrazione 20 Euro al giorno a persona cioè oltre 2 milioni di euro l'anno.
Per questo occorre un chiarimento e un intervento immediato. Lavoriamo immediatamente assieme alla Giunta e al Consiglio, siamo ancora in tempo per segnare una svolta nelle politiche di inclusione delle comunità Rom da parte dell'amministrazione, come noi Radicali chiediamo da tempo. Sia l'esistenza di strutture come quella di via Visso, sia il rifacimento del campo della Cesarina cozzano con la necessità di questa svolta.
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Società Libera di Vincenzo Olita aderisce a #Sbanchiamoli
Dichiarazione di Vincenzo Olita, Direttore di Società Libera:
Società Libera aderisce alla campagna promossa da Radicali Italiani sulla netta separazione tra Banche e Fondazioni bancarie.
"#Sbanchiamoli" è una battaglia liberale tesa ad arginare l'influenza partitica sul sistema finanziario-creditizio che tanti danni ha procurato nel Paese. Società Libera ritiene che l'azione dei Radicali sia oltremodo utile anche all'affermazione di una concezione e pratica del Capitalismo e quindi del libero mercato che, causa commistioni quale quella denunciata da Radicali Italiani, tanta denigrazione ha subito dagli avversari del Liberalismo.
Questa del resto è una comune battaglia anche in considerazione della Mozione, sottoscritta il 1 Marzo da alcune organizzazioni del mondo liberale, che tra le iniziative pubbliche da promuovere individua proprio il problema così opportunamente sollevato da Radicali Italiani.
Società Libera non mancherà di farsi interprete presso le suddette organizzazioni per un concreto sostegno alla vostra iniziativa"
NOTA:
Società Libera è presente nel panorama culturale italiano dal 1998.
Associazione di cultura liberale vuole essere un’opportunità di collegamento per coloro che condividono sia la necessità di riflettere su cosa una società liberale richieda per essere sostanzialmente tale,sia l’opportunità di soffermarsi, oltre che sulle affermazioni, anche sulle difficoltà e gli insuccessi che la cultura liberale incontra nelle società occidentali e neo-industriali. Non vuole essere una chiamata alla mobilitazione per vecchi e nuovi liberali, bensì un appello alla consapevolezza che la legittimazione di uno Stato di diritto è basata anche sulla sua capacità di dare risposte adeguate ai problemi della società civile. Società Libera rappresenta un esempio di istituzione privata che si occupa di cultura politica senza essere parte politica.
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