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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

L'appello ai vescovi di Bolognetti

Sab, 04/19/2014 - 19:48
19/04/14

Da Gazzetta del Mezzogiorno, 19 aprile 2014

L’appello ai Vescovi di Bolognetti

“Nelle carceri ripristinare il rispetto dei diritti umani”

Delibere a Missanello, Episcopia e Latronico

Giustizia e carceri. In occasione della Pasqua, Maurizio Bolognetti lancia un appello ai vescovi lucani. “In Basilicata – dice il segretario dei Radicali – in più occasioni è emersa una sensibilità sulle questioni attinenti l’amministrazione della giustizia e la realtà carceraria. Ce ne hanno dato prova nelle ultime ore i Comuni di Episcopia, Latronico e Missanello, che hanno approvato delle delibere di Giunta a sostegno del Satyagraha Radicale e dell’appello promosso dal PRNTT denominato ‘Abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni’. Nel ringraziare sindaci e giunte dei suddetti comuni, voglio esprimere l’auspicio che una volta di più dalla Basilicata arrivi un segnale forte sul fronte di una lotta che ci vede da tempo mobilitati per ripristinare il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Occorre, come ha chiesto il Presidente della Repubblica nel suo messaggio alle Camere, che il nostro Stato rispetti la sua propria legalità. Occorre che venga interrotta subito la violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che vieta “trattamenti inumani e degradanti” nei confronti di chi è ristretto in carcere.

Occorre che la situazione di bancarotta dell’amministrazione della giustizia, che grava sulla vita economica e sociale del Paese, venga sanata.

Occorre, ripetiamo, un provvedimento di Amnistia e Indulto, che è innanzitutto di Amnistia per la Repubblica.

Sono troppe le vite spezzate da questa situazione di illegalità e ciascuno di noi dovrebbe avvertire il dovere di fare qualcosa.

Mi rivolgo con fiducia alla Conferenza Episcopale di Basilicata, chiedendo innanzitutto a Monsignor Agostino Superbo di ricordare, nel corso delle funzioni religiose celebrate per la Santa Pasqua, una situazione ormai andata oltre il punto di rottura”. 

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Categorie: Politica

Bolognetti svela un'ulteriore comunicazione alla Regione del 15 maggio scorso e attacca: "Perché non avete divulgato queste informazioni?"

Sab, 04/19/2014 - 19:05
19/04/14

Fonte Nuova del Sud, 19 aprile 2014

Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Come in un film, nei giorni scorsi, ho provato a ripercorrere le tappe del caso Fenice. Prima hanno nascosto l'inquinamento per quasi dieci anni, poi hanno traccheggiato e minimizzato la portata dello stesso. E invece le cose stanno esattamente come avevo ipotizzato a partire dal 2009: l'inquinamento è andato decisamente oltre il perimetro di Fenice. Lor signori, però, hanno nascosto anche questo; così come la Procura non ha soddisfatto le richieste del CTU Fragassi. A costoro non è bastato avvelenare i cittadini del Vulture per 15 anni. No, hanno anche deciso di continuare con i veleni e con i silenzi omertosi. Mi chiedo: ma per continuare su questa rotta era necessario chiamare Berlinguer? Non bastavano e avanzavano i nostri eroi? Forse sì, se consideriamo che il nuovo corso renziano prevede di vendere il fumo per arrosto.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ancora una volta sapevano e hanno taciuto.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Sapevano, per esempio, della comunicazione - datata 15 maggio 2013 - della Snowstorm SRL, che rivolgendosi al Comune di Melfi, alla Provincia di Potenza, alla Prefettura e alla Regione scriveva: “il precedente proprietario del sito ha comunicato in data 22 marzo 2012 ai sensi ex art.245 il superamento delle CSC per Solventi Clorurati e Alogenati nelle acque di falda(nella fattispecie sono stati illo tempore rilevate eccedenze rispetto alle seguenti sostanze contaminanti: bromodiclorometano, cloroformio, dibromoclorometano, tetracloroetilene, tricloroetilene”.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">La stessa Snowstorn, nel declinare ogni responsabilità, scarica tutte le responsabilità della contaminazione su Fenice e, come se non bastasse, aggiunge che da analisi commissionate alla ERM Italia Spa è emerso il superamento delle CSC(Concentrazione soglia di contaminazione) nelle acque sotterranee, in relazione ai parametri relativi al “Benzo(a)pirene, tricloroetano, bromoclorometano, tricloroetilene, Tetracloroetilene,, Floruri, Arsenico, Manganese, Cromo Esavalente e Policlorobifenili”.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Allora, nuovamente, chiedo a chi è deputato alla salvaguardia dell’ambiente e della salute e agli Enti destinatari della missiva: perché non avete divulgato queste informazioni?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">E perché non si è ancora  provveduto a fare una indagine seria su inquinanti che di certo vengono emessi dagli impianti di incenerimento e che sono persistenti e bioaccumulabili come, per esempio, le diossine?

Nuova del Sud, 19 aprile 2014

Di Dario Cennamo

Inquinamento a valle di Fenice, si inizia scavando sei pozzi nell'area della Sata.

 

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">"Il carteggio con la Sata era tenuto accuratamente in un cassetto. Anche perchè la risposta di Fiat alla Regione Basilicata era stata non dura, ma durissima[...]Ma è a questo punto che la Sata con una lettera svelata qualche giorno fa dal segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti..."

 

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

mso-fareast-font-family:Calibri;mso-fareast-theme-font:minor-latin;mso-bidi-font-family:
"Times New Roman";mso-bidi-theme-font:minor-bidi;mso-ansi-language:IT;
mso-fareast-language:EN-US;mso-bidi-language:AR-SA">La lettera della Snowstorm

 

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

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Coscioni, Finevita-Eutanasia Appello a Luigi Manconi

Sab, 04/19/2014 - 13:50
19/04/14

"Questo é un appello al presidente Luigi Manconi. Se vuole può. I sondaggi e le ricerche demoscopiche sono unanimi: la maggioranza degli italiani ritiene che a un certo punto della vita ognuno di noi abbia il diritto di poter disporre di se, di stabilire se la soglia del dolore e della sofferenza sia un prezzo troppo alto da pagare e se non sia più misericordioso andarsene con dignità. Quello del fine vita e dell'eutanasia sono temi certamente delicati, dove ogni opinione ha diritto di potersi esprimere e si ha il dovere di comprendere le altrui ragioni. Per questo sarebbe necessario e opportuno un grande dibattito che innanzi tutto garantisca informazione e conoscenza. Ma i grandi mezzi di comunicazione e i network sono occupati e presi da altro. Eppure non mancano casi di tragica cronaca che dovrebbero far riflettere: Mario Monicelli, Lucio Magri, Carlo Lizzani, tanto per citarne alcuni, che per qualche giorno hanno fatto "notizia" e poi sono stati frettolosamente archiviati. Così come dovrebbe far riflettere il fatto che Trieste è la città  con il più alto numero di anziani e di suicidi in Italia. C'è un nesso? E quale? Già nella passata legislatura noi radicali abbiamo chiesto alla politica di occuparsi del fondamentale tema che inevitabilmente riguarda tutti, quello della vita e della morte. Chiedemmo di procedere con una indagine conoscitiva parlamentare che raccogliesse le informazioni e i dati di base che ci potessero consentire una riflessione e un confronto; ma ci venne negato. Così come si sono lasciati cadere nel nulla gli autorevoli appelli del presidente della Repubblica Napolitano che in più occasioni ha chiesto si avviasse una riflessione su questo tema. L'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca ha poi raccolto le firme (ben di più delle 50 mila necessarie) per un progetto di legge di iniziativa popolare sull'eutanasia depositato alla Camera e successivamente da alcuni senatori presentato anche al Senato. Che venga almeno discusso! Che i favorevoli possano dire perché lo sono, e così i contrari, che il popolo sia messo nella condizione di conoscere e valutare... A questo punto non ci sono più alibi. Non c'è motivo che possa ostacolare l'apertura di un dibattito parlamentare lasciato incompiuto nella scorsa legislatura. E dunque l'appello di cui parlavo all'inizio che rivolgo al primo firmatario di un disegno di legge  in materia di eutanasia depositato nei primi mesi del suo mandato, il senatore Luigi Manconi presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. È nelle sue prerogative di senatore chiedere al gruppo di appartenenza, il Pd, di calendarizzare entro il prossimo trimestre il ddl in materia di eutanasia depositato e procedere con l'abbinamento della proposta di legge Coscioni di iniziativa popolare depositata dal Senatore Palermo del gruppo misto. L'invito al Presidente Manconi è quello di imporre il dibattito ora che ha dalla sua parte anche il Presidente Napolitano."

di Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente onorario Associazione Luca Coscioni 

 

L'appello é pubblicato sulla rivista di Sansonetti Gli Altri in edicola da venerdì 18 aprile e qui nella versione online... 

http://www.glialtrionline.it/2014/04/18/eutanasia-appello-a-luigi-manconi-si-discuta-presto-la-legge-al-senato/

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Giustizia. Vecellio: se Berlusconi e i suoi consiglieri vedessero al di la' del loro ombelico...

Sab, 04/19/2014 - 10:35
19/04/14

 

   I radicali, in quanto organizzazione politica non saranno presenti con proprie liste e simboli alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo. Non ci sono le condizioni minime che rendano possibile e praticabile una consultazione elettorale che si e' voluto trasformare in una sostanziale truffa ai danni del cittadino-elettore messa in essere pregiudicando e ledendo innanzitutto il diritto fondamentale a essere informati, l'einaudiano conoscere per poter giudicare. E' quanto scrive su "Notizie Radicali" Valter Vecellio, della direzione di Radicali italiani.

   La (s)partitocrazia, prosegue Vecellio, sta definitivamente chiudendo il ciclo cominciato 60 anni fa: Matteo Renzi e Beppe Grillo sono due nuovi/vecchi protagonisti di una politica dove maggioranza e opposizione, progressisti e conservatori, sinistra e destra non sono piu' distinguibili e sono anzi interscambiabili: come i ladri di Pisa che fingono di litigare per meglio spartirei il bottino.

   La questione di queste ore - a questo siamo! - sembra essere Berlusconi ai servizi sociali, che gli potrebbero essere revocati se si azzarda a esprimere commenti non graditi sui magistrati e opinioni "fuori linea" sulla magistratura. Se dovesse per esempio esprimere una valutazione negativa sull'atteggiamento dell'ANM che non accetta tagli agli stipendi, questo sarebbe il segno di un non ravvedimento? E i benefici di cui usufruisce gli verrebbero revocati?

Berlusconi mesi fa ha personalmente firmato i referendum radicali sulla giustizia, falliti perche' la doverosa informazione su questi temi e' dolosamente venuta meno. E' un "pacchetto" referendario che costituisce un vero e proprio programma di governo riformatore sulla e della giustizia.

Berlusconi, che dice di avere a cuore le questioni della giustizia, ha un modo per dimostrarlo senza per questo prestare il fianco a prevedibili ritorsioni: attraverso i mezzi di comunicazione di cui dispone assicuri e garantisca una autentica campagna informativa sui temi della giustizia, a partire dai quesiti referendari. Sarebbe un ottimo contributo, e il paese ne avrebbe un beneficio straordinario, il solo modo per cominciare ad occuparsi seriamente di giustizia tornando ad essere quel liberale che voleva essere, e che per un attimo si spero' fosse. Probabilmente pero' anche questo appartiene a quel possibile destinato ad essere schiacciato dal probabile...

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Garante regionale carceri/Radicali: dulcis in fundo. La nomina di Bruno Mellano corona 18 mesi di nostre iniziative. Un grosso grazie ai detenuti del carcere di Asti

Ven, 04/18/2014 - 18:32
16/04/14

Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta, Giulio Manfredi, segretario Aglietta, Direzione Radicali Italiani, e Silvio Viale, presidente Comitato nazionale RI:

Dulcis in fundo: nell’ultima seduta, nell’ultima votazione, questo Consiglio Regionale ha trovato in sé la forza per fare la cosa giusta: nominare il garante regionale delle carceri, come gli imponeva una legge regionale (la n. 28 del 2 dicembre 2009), entrata in vigore (si fa per dire) quattro anni e mezzo fa.

L’Associazione radicale Adelaide Aglietta si è battuta, innanzitutto, perché tale legge fosse rispettata. Nel gennaio 2012 ponemmo il problema della nomina del garante in una conferenza stampa con Emma Bonino; seguì un digiuno a staffetta di decine di persone, durato vari mesi (durante il quale Igor Boni e Salvatore Grizzanti digiunarono per dieci giorni ed ottennero di essere auditi in Commissione); poi cinque detenuti del carcere di Asti diffidarono formalmente (grazie al lavoro dell’avvocato Antonio Maria Polito) il Presidente della Giunta Regionale ad attuare la legge; poi l’Associazione Aglietta inviò gli avvocati Mauro Anetrini e Alberto Ventrini a perorare la causa del garante in I Commissione, contro i tentativi di stravolgimento della figura del garante o addirittura di abrogazione della legge (vedi la famigerata PDL “Montaruli/Pedrale”); e ancora comunicati, sit-in sotto il Consiglio (con battitura delle sbarre), lettere e appelli al Presidente Cattaneo.

Detto questo, siamo ancor più soddisfatti perché il prescelto è Bruno Mellano. Nella legislatura 2000<2005 furono oltre 100 le visite effettuate da Mellano e da Carmelo Palma nelle carceri piemontesi. Mellano e Palma presentarono (il 7 febbraio 2005) la prima proposta di legge sul garante carceri, poi ripresa da Rocchino Muliere (PD) e divenuta legge. Mellano ha poi proseguito l’impegno sulle carceri come parlamentare della Rosa nel Pugno e poi nella sua normale attività lavorativa in una cooperativa impegnata nell’inserimento lavorativo anche di persone detenute.

Auguriamo a Bruno buon lavoro, nell’interesse di tutta la collettività piemontese, di cui le 13 carceri, gli oltre 5.000 detenuti, le migliaia di agenti di polizia penitenziaria ed operatori devono essere considerati parte integrante, e non un mondo a parte.

L’abbiamo sempre detto: la nomina del garante è una misura di riduzione del danno, né più né meno. Il 28 maggio, fra 42 giorni, scadono i termini assegnati all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo affinché si ponga fine ai trattamenti inumani e degradanti che ormai da anni contraddistinguono l’esecuzione della pena e la custodia cautelare nei 205 penitenziari italiani. Continua la lotta di Marco Pannella e dei radicali per l’amnistia e l’indulto, nel silenzio generale delle forze politiche e dei media, nonostante le parole pesanti e inequivocabili pronunciate a più riprese dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Torino, 16 aprile 2014

Per approfondimenti:
http://www.associazioneaglietta.it/cosa-facciamo/garante-detenuti/

 

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Manfredi: Serpelloni precisi le sue accuse sul "malaffare". Non ci risultano sue denunce in procura

Ven, 04/18/2014 - 17:34
18/04/14

Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani:

“Sette giorni fa richiedemmo al premier Renzi, che ha riservato a sè le deleghe sulle dipendenze, di mandare a casa il Prof. Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Antidroga, e due giorni dopo Serpelloni è stato riassegnato all’ASL di Verona, da cui nel 2008 era partito alla volta di Roma.

In un’intervista al “Redattore Sociale”, Serpelloni replica alle accuse in merito alla sua gestione del Dipartimento, accuse che nel corso degli anni molti, noi compresi, gli hanno rivolto; ma poi va oltre. Ad una precisa domanda sull’utilizzo dei fondi del Dipartimento, risponde testualmente “Il malaffare l’ho trovato io quando sono arrivato qui”. Qui non si tratta più di difendere posizioni politiche e comportamenti professionali, qui si tratta dell’evocazione di reati penali.

Non ci risulta che nel 2008 Serpelloni denunciò il “malaffare” né ai media né in Procura. Serpelloni precisi le sue accuse se non vuole fare la meschina figura di chi lancia il sasso e nasconde la mano”.


Roma, 17 aprile 2014

Link all’intervista di Serpelloni

 

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Online i 184 vitalizi degli ex consiglieri regionali. Radicali: il presidente Cattaneo è stato di parola

Ven, 04/18/2014 - 17:19
18/04/14

E’ da poche ore online sul sito del Consiglio Regionale (vedi link in calce) l’elenco dei 184 vitalizi degli ex consiglieri regionali del Piemonte (o aventi diritto per reversibilità).

Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta, candidato alle regionali nella lista PD di Torino e provincia, e Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani

Due mesi fa l’Associazione Aglietta richiese al presidente del Consiglio Regionale, Valerio Cattaneo, di operare, nell’ambito delle proprie competenze, per il raggiungimento di tre obiettivi: far sancire la decadenza di Michele Giovine da consigliere regionale; nominare il garante regionale delle carceri; istituire l’anagrafe online dei vitalizi dei consiglieri regionali. Oggi abbiamo portato a casa tutti e tre gli obiettivi.

Diamo atto al Presidente Cattaneo di aver mantenuto la parola. Grazie anche a lui questo Consiglio Regionale non sarà solamente ricordato per le firme false o per le spese pazze ma anche per la nascita di istituti (garante carceri, anagrafe degli eletti e nominati, anagrafe dei vitalizi) utili ai cittadini sia sul piano della difesa dei diritti sia sul piano della trasparenza del Palazzo.

Torino, 17 aprile 2014

Link ad anagrafe vitalizi ex consiglieri regionali del Piemonte

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Processo di revisione universale 2014: i diritti umani delle persone lgbti a pieno titolo nel procedimento

Ven, 04/18/2014 - 15:17
18/04/14

Comunicato stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti

    La riforma delle Nazioni Unite per i diritti umani ha istituito nel 2008, nell’ambito delle prerogative del nuovo Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, l’Universal Periodic Review (UPR-Processo di Revisione Universale) una nuova procedura di monitoraggio dei diritti umani che ha per obiettivo la valutazione periodica (ogni 4 anni) dei progressi compiuti da ciascuno dei 192 Paesi delle Nazioni Unite, indipendentemente dalla ratifica dei trattati internazionali e anche in base agli impegni assunti a livello politico (voluntary pledges). Il 9 febbraio 2010 ha avuto luogo a Ginevra a Palais des Nations, sede del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il primo esame dell’Italia nell’ambito della UPR (www.upr-info.org). Una coalizione di associazioni composta da ILGA-Europe, Centro Risorse LGBTI, Associazione Radicale Certi Diritti, Famiglie Arcobaleno e Intersexioni hanno prodotto due documenti sulla situazione dei diritti umani delle persone LGBTI in Italia in previsione del prossimo esame in ambito UPR a cui l’Italia sarà sottoposta nel corso del 2014. Il documento più sintetico(http://www.certidiritti.org/wp-content/uploads/2014/04/UPR-JLD-final.pdf)  è stato presentato al Consiglio ONU per i diritti umani, quello più esteso(http://www.certidiritti.org/wp-content/uploads/2014/04/UPR_Italiano1.pdf)  è alla base delle osservazioni che stiamo presentando al Governo italiano durante le audizioni con le ONG italiane. La prima si è svolta il 17 aprile 2014, le prossime si svolgeranno a giungo (prima della presentazione del documento  governativo all’ONU), a settembre (prima dell’avvio del procedimento ad ottobre) e a dicembre. Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti e coordinatore del gruppo di lavoro, afferma: «La Revisione Universale è un momento fondamentale per porre le basi dell’azione governativa sui diritti umani nei prossimi 4 anni. È la prima volta che una coalizione di associazioni presenta alle Nazioni Unite una submission integralmente dedicata ai diritti umani delle persone LGBTI, che finalmente sono entrati a pieno titolo nel procedimento. Ringrazio il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani per l’attenzione dimostrata nei confronti delle Organizzazioni non Governative coinvolte con audizioni periodiche nel corso di tutto il Processo di Revisione Universale».

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Il PLI sostiene Sbanchiamoli, l'iniziativa di separazione tra banche e fondazioni

Ven, 04/18/2014 - 15:17
18/04/14

 Il PLI sostiene Sbanchiamoli, l'iniziativa di separazione tra banche e fondazioni

 Il Partito Liberale Italiano sostiene la proposta di legge per la completa cessione delle azioni bancarie in possesso delle fondazioni di origine bancaria per addivenire ad una radicale separazione tra banche e fondazioni.Il PLI, già nella Direzione Nazionale del 19 Novembre 2013, aveva preso in esame analoga iniziativa illustrata da Edoardo de Blasio.Oggi perciò aderisce con convinzione all'iniziativa di Radicali Italiani.


La Segreteria Nazionale

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Vecellio: Pannella, Bonino, Bernardini, Radicali: vade retro...l 'eterno italico fascismo che non muore mai e che da sessant'anni ha il volto dell' antifascismo sfascista

Ven, 04/18/2014 - 09:16
18/04/14

Depositate finalmente le liste, resi noti i nomi piu' o meno eccellenti e prestigiosi dei candidati, la corona di volti noti, procacciatori di multi-preferenze o con la funzione di render presentabile la lista, ascoltati gli sfoghi e le recriminazioni degli esclusi, cosa manca, cosa non si e' fatto? Non  si e' prestata la minima attenzione agli "assenti", alle ragioni di queste assenze, da cosa sono determinate e causate. E' quanto scrive su Notie Radicali Valter Vecellio, componente della direzione di Radicali italiani. Se da una parte non c'e' un cattedratico (ai tempi di Mussolini ce ne furono almeno tredici che non giurarono fedelta' al regime!), che denuncia l'attuale antidemocratica del settantennale regime antifascista che in queste settimane ha raggiunto il suo acme, e' ben vero che non c'e' neppure giornale e giornalista che avverta la curiosita' di comprendere come mai e perche' l'organizzazione politica per eccellenza federalista ed europeista non e' presente, con liste proprie o in coalizione, per il Parlamento Europeo. Come mai e perche' Marco Pannella ed Emma Bonino non "corrono"?Che spiegazione danno per la loro assenza?  Perche' ritengono impraticabile partecipare alle elezioni? In nessuno dei tanti talk show di cui sono infarciti televisioni pubbliche e private sono mai invitati i radicali per raccogliere le loro ragioni. Un Crosetto, una Meloni, un Cacciari, una Polverini, un Formigoni valgono piu' di un Pannella, di una Bonino, di una Bernardini? E' normale che le cause promosse e agitate dai radicali prima o poi finiscano sempre con l'affermarsi, segno che appartengono a un "comune sentire" popolare, e contemporaneamente i radicali e i suoi leader vengono annichiliti e si impedisce che siano conosciuti? Significhera' qualcosa che non uno dei componenti della commissione parlamentare di vigilanza, degli esperti della comunicazione, dei commentatori-opinionisti-rubrichisti si accorga dell'"anomalia" costituita dal fatto che Pannella, Bonino, Bernardini, qualsiasi cosa dicano o facciano, quasi mai vengono ripresi da Tv e giornali, e il cittadino non ha il diritto e l'opportunita' di farsi un'opinione ascoltando le loro proposte? E' normale che vi sia un'overdose di Renzi, Grillo, Salvini, Alfano, Berlusconi che discutono del nulla, e non vi via un solo momento di confronto e riflessione su temi importanti e qualificanti come giustizia, procreazione assistita, rischio Vesuvio e Campi Flegrei, eutanasia, Stati Uniti d'Europa, finanziamento e costi della politica, autentica riforma delle istituzioni, con chi questi temi li agita? Certo tutto si risolverebbe se anche i radicali si accontentassero di un posto a tavola da aggiungere, di uno sgabelletto, di una piccola poltrona...ma altra e' l,ambizione, l 'obiettivo di questa forza politica. Quando si parla di antidemocrazia del regime democratico, si parla di questo: la coerenza dei fatti opposta alla coerenza delle spartizioni e degli appetiti.  Una cosa tutto sommato facile da comprendere e condividere. Per questo non bisogna farlo sapere e conoscere. E' quello che Leonardo Sciascia definiva l'eterno italico fascismo, che da sessant'anni ha il volto e la maschera dell'antifascismo sfascista. Sapremo reagire.

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Inceneritore Fenice-EDF, Bolognetti(Radicali) svela uno scambio di lettere e denuncia "l'ennesimo tentativo di occultare" la contaminazione(Nuova del Sud).

Gio, 04/17/2014 - 21:11
17/04/14

Da Nuova del Sud, 17 aprile(Pag.1 e 3)

Inquinamento nell'area industriale di Melfi, la Fiat-Sata "manda al diavolo" la Regione

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani

Il sindaco di Melfi è soddisfatto, l’Assessore Berlinguer gongola e la Basilicata continua ad essere la patria di tutte le lobby e di tutti i lobbisti. Ovviamente, trattasi sempre e comunque di lobby occulte.

Confesso che proprio non riesco a condividere gli entusiasmi e le grida di giubilo, che dopo il rilascio dell’Aia a Fenice-EDF, si sono levate alte da alcuni palazzi della nostra regione. La verità è che una volta di più ci siamo calati le braghe e abbiamo dato “semaforo” verde agli inquinatori e a coloro che saccheggiano il nostro territorio.

Ma la cosa davvero incredibile è che gli stessi, che oggi si spellano le mani dandosi vicendevolmente pacche sulle spalle, in questi mesi hanno continuato a tenere “segrete” notizie che invece avrebbero dovuto essere opportunamente divulgate e portate a conoscenza dell’avvelenato popolo del Vulture.

Quella stessa regione Basilicata che con leggerezza ha concesso l’AIA a Fenice, dovrebbe spiegare il senso della comunicazione inviata a Fiat-Sata in data 31 ottobre 2013 e avente per oggetto procedimenti attinenti l’art. 242 del Codice dell’Ambiente.

Art. 242 che, gioverà ricordarlo, recita: “Al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, il responsabile dell'inquinamento mette in opera entro ventiquattro ore le misure necessarie di prevenzione e ne dà immediata comunicazione ai sensi e con le modalità di cui all'articolo 304, comma 2”.

Così come Fenice, Snowstorm srl, Comune di Melfi, Provincia di Potenza, Arpab, Asp e Prefettura potrebbero dirci la loro sui contenuti della risposta fornita da Fiat-Sata alla sopra citata missiva.

L’impressione che ne ricaviamo noi è che la Regione Basilicata abbia fatto una figura davvero meschina.

Infatti, nel dicembre del 2013 la Sata, rispondendo alla “Comunicazione” del 31/10/2013, scriveva: “Fermo restando che in base al principio recentemente enunciato dal Consiglio di Stato(ordinanza 21/2013), gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino gravano esclusivamente sul responsabile della contaminazione oppure, nel caso questa non sia individuabile o non provveda, alla P.A. e, pertanto quanto richiesto con la citata comunicazione, che fin d’ora ci riserviamo di impugnare nella sede amministrativa competente, risulta illogico e del tutto privo di fondamento, pur tuttavia, Vi invitiamo con riferimento alle passività ambientali ad oggi note e a quelle che dovessero presetarsi ad attivarVi tempestivamente per la completa e integrale bonifica e comunque per tutti gli interventi di risanamento necessari a ripristinare la conformità di legge”.

Tradotto, Sata manda cordialmente al diavolo la Regione Basilicata, che incautamente aveva chiesto alla stessa di farsi carico di una bonifica spettante ad altri.

Insomma, Sata ricorda agli uffici della Regione alcuni articoli del Codice dell’Ambiente che la Stessa, per chi sa quale oscura ragione, sembra aver dimenticato.

Considerando che Sata declina ogni responsabilità per la contaminazione delle falde rilevata all’interno del proprio sito e sottolineato che lo stesso confina con il perimetro dell’inceneritore Fenice, diventa perfino superfluo porre e porsi la domanda su chi possa essere il responsabile della contaminazione.

 

Non è superfluo, invece, chiedere alla Regione, al Comune di Melfi e alla Provincia se siano a conoscenza di quanto prescrive il comma 4 dell’art. 244 del Codice dell’Ambiente: “Se il responsabile non sia individuabile o non provveda e non provveda il proprietario del sito né altro soggetto interessato, gli interventi che risultassero necessari[…]sono adottati dall’amministrazione competente in conformità a quanto disposto dall’art. 250”.

 

E’ altresì opportuno porre le seguenti domande:

 

Su tutta questa vicenda è stata aperta una conferenza di servizi?

 

Sono stati previsti interventi di bonifica o di messa in sicurezza?

 

A che punto sono le indagini volte ad identificare il responsabile dell’inquinamento?

 

Con disappunto tocca prendere atto che una volta di più notizie attinenti la situazione ambientale del Vulture sono state di fatto “secretate”.

La cosa risulta ancora più grave alla luce della decisione presa dalla Regione Basilicata sulla vicenda Fenice.

Grave, considerando che ad oggi quello che alcuni ritengono “ovvio” non è mai stato accertato dagli enti competenti.

Nel prendere atto di comportamenti che viaggiano nel solco di un’assoluta continuità rispetto a un recente passato, affermo che gli Enti coinvolti in questa vicenda avrebbero dovuto diffondere immediatamente le informazioni acquisite.

 

Coloro che hanno manifestato sabato 12 aprile fuori ai cancelli di Fenice avrebbero avuto il diritto di leggere quanto scritto nella nota indirizzata dalla Regione alla Sata, al Comune di Melfi, alla Provincia ecc.ecc.: “In riferimento alla nota del Comune di Melfi concernente la relazione della Sata Spa che attesta il superamento delle CSC nelle acque sotterranee del sito in oggetto, si invita codesta società, in attesa  dell’individuazione del soggetto responsabile, ad ottemperare a tutti gli adempimenti previsti dall’art. 242 e 245 del D.LGS 152/2006”.

 

La risposta di Sata a questa richiesta ci siamo fatti carico noi di divulgarla. Adesso attendo spiegazioni da chi ha avuto la faccia tosta di definire vilipendio certe mie considerazioni.

L’unico vilipendio è quello che per l’ennesima volta è stato esercitato nei confronti del diritto dei cittadini a poter conoscere per deliberare. 

Approfondimenti

Prima pagina Nuova del Sud, 17 aprile 2014

Pag.3 Nuova del Sud, 17 aprile 2014

Sito Nuova del Sud

Tgr Basilicata, 13 aprile 2014

Tgr Basilicata, 14 aprile 2014

Lettera Fiat-Sata 

 

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Fecondazione, Filomena Gallo: facciamo chiarezza sul caso Pertini

Gio, 04/17/2014 - 14:57
17/04/14

Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni

  Il caso Pertini sta suscitando molti commenti e prese di posizione, spesso però non supportati da una conoscenza dettagliata del diritto vigente. La legge 40, all’art. 9 ss ‘Divieto del disconoscimento della paternità e dell'anonimato della madre’, prevede che i figli nati da eterologa non possano essere disconosciuti e non hanno alcun rapporto parentale con i donatori dei gameti. E’ bene precisare, ancora una volta, che il caso del Pertini non ha nulla a che vedere con una fecondazione di tipo eterologo: il caso di specie riguarda una coppia che è acceduta con i propri gameti alla fecondazione assistita per avere un figlio. Quanto scaturito dallo scambio di embrioni esce dalle previsioni della legge 40. Alla luce di tutto ciò, alla nascita dei gemelli, sarà esperito quanto previsto dal nuovo articolo 240 del codice civile, il quale richiama il primo comma dell'art. 239 cc. L’ipotesi che ricorre è quella di "sostituzione di neonato".  Secondo l'art. 248 questa azione può essere esercitata da qualsiasi interessato e, quindi, anche dai genitori biologici.   Tutto ciò non sarebbe accaduto se il Centro di fecondazione assistita avesse rispettato tutte le procedure scientifiche e organizzative , come previsto dall’articolo 10 della legge 40; e se la Regione avesse fatto i controlli previsti.   Resta il dolore irreparabile, che non sarà mai cancellato,  delle due famiglie che potranno comunque accertare le responsabilità di chi ha sbagliato in sede giuridica. Volevano solo un figlio, ma la gioia di un parto e di una gravidanza è stata sostituita da una angoscia profondissima, che merita rispetto e silenzio.   

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Almeno sotto il fascismo in tredici non giurarono. Oggi in pieno regime "antifascista" solo i Radicali...

Gio, 04/17/2014 - 12:39
17/04/14

ALMENO SOTTO IL FASCISMO IN TREDICI NON GIURARONO. OGGI IN PIENO REGIME "ANTIFASCISTA"  SOLO I RADICALI...

Editoriale di Valter Vecellio   "Tredici. Almeno negli anni bui della dittatura fascista ci furono tredici cattedratici che rifiutandosi di prestare fedelta' al regime riscattarono l'onore che il paese e gli italiani avevano perso. Un NO che costo' parecchio, a chi ebbe la forza e il coraggio di pronunciarlo. Oggi si vorrebbe poter individuare tredici personalita' che con lo stesso coraggio dei tredici di allora, denunciano il  "democratico" regime "antifascista". Non ci sono".  E' quanto scrive su "Notizie Radicali"  Valter Vecellio, della direzione di Radicali Italiani. "E dire" si legge ancora, "che gli ultimi avvenimenti (promesse non mantenute o dimenticate di Renzi, nomine di importanti enti di stato o parastato, composizione delle liste elettorali per il Parlamento Europeo...) altro non fanno che confermare l'analisi radicale e la gravita' di una situazione che giorno dopo giorno, ora dopo ora, si decompone e va in drammatica putrefazione. Ma e' ben vero che una classe intellettuale, qche si erge a guida morale del paese, preferisce essere nei fatti complice del regime invece che denunciarne fatti d misfatti. Purtroppo non e' piu' il tempo dei Pasolini e degli Sciascia, oggi e' il tempo dei Camilleri, delle Spinelli e, anche, lo si dicd a malincuore, dei Saviano. E'pertanto illusorio credere e sperare di poter agire e incidere politicamente come se ci si trovasse in una situazione di "normale" democrazia, dove si rispettano le regole, si e' titolari di doveri e di diritti. E' piuttosto una situazione dove maggioranza e opposizione hanno lo stesso volto e sono uniti per annichilire i nonviolenti e i credenti nel diritto. Ai radicali spetta il ruolo che fu di quei tredici. E' questo il loro compito e della loro eredita' devono cercare di essere degni. L'obiettivo da perseguire e conquistare e' il diritto alla conoscenza, a informare ed essere informati. Il resto, piaccia o no, e' fuffa".=  

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Roma, Magi: Morgante segnava discontinuità con passato. Risanamento resti obiettivo principale Giunta

Mer, 04/16/2014 - 19:33
16/04/14

Come Radicali continueremo a vigilare su gestione finanziaria del Comune

  Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale eletto nella Lista civica Marino   Ho sempre creduto che la presenza nella Giunta dell'assessore Morgante fosse di fondamentale importanza per segnare una discontinuità netta con la gestione finanziaria del Comune di Roma negli ultimi anni. Anni in cui attraverso una folle gestione delle risorse pubbliche si è prodotto un debito spaventoso, un carico enorme di pressione fiscale, un disastro nei servizi pubblici e l'opacità di molte procedure amministrative. Un assessore al bilancio con le caratteristiche di Daniela Morgante costituiva una garanzia per i cittadini romani e non vorrei che il suo congedo sia anche frutto delle forti resistenze al risanamento economico e finanziario della Capitale che rappresenterebbe un veri cambio di regime Noi Radicali siamo invece convinti che il risanamento debba restare il primo obiettivo di questa consiliatura, per questo continueremo a vigilare, come facciamo da anni, sulla gestione finanziaria del Comune. Auspichiamo, per il bene della città, che chi assumerà le deleghe del bilancio continui a tenere ben presente questa priorità.    

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Le aziende pubbliche, la forma societaria privata, le scelte politiche partitocratiche, il patto del Nazareno, i nominati2.0: #Italiastaiserena

Mer, 04/16/2014 - 18:18
16/04/14

Alessandro Massari, Direzione nazionale di radicali Italiani


Nel corso dell’ultimo comitato di Radicali Italiani abbiamo denunciato la nuova forma - privata - che la politica e i partiti hanno adottato in questi ultimi 20 anni per mantenere il controllo delle più importanti società italiane. La sostanza è quasi immutata rispetto agli anni ’90 - ove la forma pubblica era preponderante - grazie a un semplice effetto ottico distorcente che ha simulato una modernità fittizia e ci ha lasciato una privatizzazione finta. Infatti i vertici delle società rimangono nominati dalla politica, frutto di intrecci robusti, di comuni interessi spartitori tra i partiti, di dibattiti televisivi fuorvianti, per simulare una distinzione inesistente nei fatti. Con scelte non sempre basate sul merito. Ultimo fatto in ordine cronologico a testimoniare questa lettura è il noto patto del Nazareno, foriero di riforme inutili e dannose e che esplicitamente rende ancor oggi manifesta la continuità e la coincidenza di interessi esistente nell’intero sistema partitocratico italiano, ed i sistemi utilizzati che hanno portato alle nomine dei dirigenti delle società in mano al ministero del Tesoro.

Vediamo allora chi sono i nuovi dirigenti di società solo apparentemente private e da quali esperienze provengono.

Emma Marcegaglia all'Eni, imprenditrice, dopo le scialbe vicende che l’hanno vista in precedenza alla guida di Confindustria, non lascia ben sperare per la compagnia del cavallino a sei zampe.

Luisa Todini alle Poste, già parlamentare di FI, dal luglio 2012 consigliere d’amministrazione RAI, l’azienda che dovrebbe fornire il servizio pubblico dell’informazione e che invece dilapida denari in trasmissioni inutili e dibattiti dannosi perché parziali, in grado di manipolare la conoscenza, con i conti rigorosamente in rosso.

Patrizia Grieco all'Italgas, ex amministratore delegato Olivetti, in precedenza alla FIAT. Ottima manager nel settore media, viene messa in un posto dove non ha le migliori competenze.

Carla Bastioli a Terna, proveniente da Novamont, importante azienda nella produzione di chimica e plastica, dove naturalmente non si è mai occupata di reti per la trasmissione di energia elettrica.

Claudio Descalzi all’ENI, in perfetta continuità con Scaroni, di cui è stato stretto collaboratore, il manager che ha stipulato patti coi dittatori come Putin e Gheddafi.

Francesco Starace all'Enel, anche lui da anni nell’azienda, noto per aver tagliato pubblicità ai media che criticavano la sua scelta di quotare in borsa Green Power ai tempi in cui ne era direttore generale.

Mauro Moretti passa dalle Ferrovie a Finmeccanica, la fondamentale holding dell'aerospazio e della difesa. Uno spostamento difficilmente spiegabile se non alla luce della polemica sugli stipendi dei manager che lo ha visto recentemente protagonista. Un economista competente, impiegato in un settore strategico che non conosce.

Gianni De Gennaro è l’unico tra i manager confermati. Rimane Presidente di Finmeccanica, incarico assunto nel luglio 2013, anche in seguito agli scandali del gruppo che hanno indotto a scegliere un investigatore, infatti è stato capo della polizia dal 2000 al 2007.

Molti hanno criticato il basso profilo di alcuni di questi alti dirigenti pubblici, frutto di scelte fatte in base ai criteri detti, che appaiono ancora quelli del mitico manuale Cencelli. Non esiste più quel sistema misto pubblico privato tipico della prima repubblica, l’IRI e il sistema Beneduce, per intenderci, che almeno formava tecnici altamente professionali e capaci.

Oggi, i figli chi non fanno parte delle famiglie che contano, anche se sono manager bravi, preferiscono divenire “cervelli in fuga”. Fuggono all’estero e stanno lontani da questa Paese ove la Politica decide tutto in base a logiche inefficienti, inefficaci, antieconomiche. Fuggono perché sanno che oggi si può esser premiati anche senza merito, ma che si può essere “scaricarti” con la stessa naturalezza e senza alcun motivo; o meglio, perché si è mantenuta la schiena dritta, si è agito per il bene comune senza ascoltare i “suggerimenti” di partiti, sindacati, imprese assistite.


Renzi, come per la fase della formazione del Governo, ha incassato molti no. Lui non è un cervelo in fuga, rimane, e quando va all’estero la stampa del Paese che lo accoglie neanche se ne accorge.
Come abbiamo già affermato pochi giorni fa nella mozione conclusiva del Comitato nazionale di Radicali Italiani, e che pare trovar conferma nella vicenda delle nomine, ribadiamo che “Il Comitato di Radicali italiani evidenzia come la partitocrazia abbia assunto negli ultimi 20 anni nuove forme, mantenendo le vecchie pratiche, da sempre evidenziate dall’analisi radicale. Oggi si struttura in oligarchie e reti di potere legate o interne a partiti e corporazioni. Questa “nuova” partitocrazia occupa le strutture economiche della società italiana conservando i vizi del consociativismo e del metodo spartitorio. Essa non agisce più prioritariamente tramite le Istituzioni e le assemblee elettive, ma attraverso un’enorme area solo formalmente privata, di fatto sottoposta a controllo partitocratico.”

A questo link puoi trovare il documento completo 

 

 

 

 

 

 

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Immigrazione: Marco Perduca giovedì alle 17 al dibattito "Italians of a different color" alla New York University Florence

Mer, 04/16/2014 - 15:14
16/04/14

 

  Giovedì 17 aprile, dalle ore 17 alle ore 19, nel ciclo degli incontri "La Pietra Dialogues" organizzato dalla sede fiorentina della New York University si terrà un dibattito dal titolo "Italians of a different color" che affronterà alcuni degli aspetti legati all'immigrazione da e verso l'Italia.   Ne discutono Mauro Valeri, sociologo, direttore dal 1992 al 1996 dell’Osservatorio nazionale sulla xenofobia e dal 2005 responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio, Ashraf Saber, atleta italiano con padre egiziano, campione mondiale juniores dei 400 oracoli a Seul 1992 e Marco Perduca, senatore nella XVI legislatura e rappresentante all'Onu del Partito Radicale.   Nel dibattito, organizzato dallo studente del master in studi italiani Antonio Corrado, verrano affrontate le problematiche derivanti dalle normative basate sullo ius sanguinis piuttosto che sullo Ius soli, mentre lo sport sarà la lente attraverso la quale verranno messe a fuoco le questioni della cittadinanza e dell'identità nazionale e dell'inclusione civile, sociale ed economica dei nuovi italiani.   L'incontro si tiene alla NYU in via bolognese 120 ed è aperto al pubblico. Date le caratteristiche dello spazio è indispensabile prenotare telefonando in orario d'ufficio allo 055 5007202 oppure scrivendo a lapietra.dialogues@nyu.edu.  

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Governo, Beltradi: Renzi e maggioranza rinviano quanto promesso

Mer, 04/16/2014 - 15:12
16/04/14

Dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani, già deputato della XV e XVI legislatura

  Mentre i media televisivi sono inondati dagli interventi, con tante promesse, del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, come mai era accaduto in precedenza, le riforme che erano state promesse come imminenti con un preciso crono programma dal Capo del Governo vengono ora proiettate su un orizzonte temporale ampio e in buona misura indefinito. E’ il caso di una delle riforme più importanti per l’economia quanto politicamente “critica”,  oggetto di iniziative e proposte anche referendarie da decenni dei Radicali, il Job Act che ora il Ministro Poletti rinvia addirittura al primo semestre 2015. Altro rinvio per la riforma, pessima, del Senato della Repubblica e del titolo V della Costituzione: persino la promessa già fortemente ridimensionata di una prima lettura al Senato prima delle elezioni europee è slittata a dopo il 25 maggio 2014, così come la nuova legge elettorale che dovrebbe seguire la riforma costituzionale. Insomma, siamo alle solite: parole, parole, parole…e niente più!

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Nomine Eni, Bolognetti: E’ l’Italia dei Fasci e delle Corporazioni

Mer, 04/16/2014 - 14:11
16/04/14

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani

Il buon Marcello Pittella, per non essere da meno rispetto al suo mentore e maieuta Matteo Renzi, si è prontamente accodato al coro di osanna che salutano la nomina di Emma Marcegaglia ai vertici dell’Eni.

Lo ha fatto, particolare non trascurabile, da Presidente di una Regione dove si estrae circa l’80% del greggio italiano e dove l’Ente Nazionale Idrocarburi ha effettuato consistenti investimenti in particolare nella Valle dell’Agip/Agri, dove si trivella allegramente a ridosso di dighe, invasi, sorgenti, aree a rischio frana e a rischio sismico.

Personalmente da abitante della Scaronia, più che accodarmi agli osanna e agli alleluia dei Pittella, preferisco sottoscrivere le considerazioni fatte da Valter Vecellio sulla nomina di Descalzi: “il governo di Matteo Renzi ha "semplicemente" voluto coniugare un minimo di continuità con un massimo di lottizzazione mascherata da rinnovamento”.

Prendo atto, inoltre, che mentre Pittella si spella le mani per plaudire alla nomina della Marcegaglia, il Governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, dispone la sospensione delle attività estrattive a seguito della divulgazione del rapporto della “Commissione Ichese” sulle “possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi” e aumento dell’attività sismica nell’aree colpite da terremoti.

Da cittadino di una regione un po’ Kazakistan un po’ Delta del Niger, da anni denuncio anche, ma non solo, il rischio evidenziato dalla “Commissione Ichese”.

A tal proposito segnalo per l’ennesima volta “Lo studio degli effetti di sito nel Bacino della Val D’Agri”, riportato sul sito dell’INVG(Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia): “La Val d’Agri è una delle aree italiane a maggiore potenziale sismo genetico. Il recente sviluppo urbanistico, in particolare nella parte alta della valle (Villa d’Agri, Viggiano), e la presenza di infrastrutture legate all’attività di estrazione e raffinazione di idrocarburi, contribuiscono ad accrescere il rischio sismico dell’area, che è già stata colpita da un terremoto distruttivo nel 1857”.

Quanto scrive l’INVG trova del resto conferma e conforto nelle parole del geologo Franco Ortolani, autore di una delle prefazioni al mio libro “Le mani nel Petrolio”, e in quanto ebbe ad affermare il prof. Leonardo Seeber(docente alla Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University) il 25 giugno 2011: “Più recentemente, si è anche capito che le attività ingegneristiche possono alterare lo stato meccanico della crosta terrestre in maniera sufficiente da triggerare terremoti. Triggerare significa anticipare un terremoto che senza l’intervento umano sarebbe accaduto più tardi. Quindi, rispondo di sì, l’attività estrattiva di idrocarburi è ben conosciuta come un agente che può alterare lo stato meccanico crostale in maniera sufficiente da triggerare terremoti”.

Per non dire delle considerazioni del Prof. Giuseppe Mastrolorenzo sul - per fortuna fallito -progetto “Deep Drilling” nella caldera dei Campi Flegrei.

Il governatore Pittella, oltre a scambiarsi pacche sulle spalle con il Presidente del Consiglio, farebbe bene ad occuparsi anche di queste cosette.

Farebbe bene ad occuparsi degli effetti collaterali prodotti dalle attività estrattive, che da tempo vado denunciando, ad iniziare dalla contaminazione di invasi e sorgenti.

Quanto alla nomina ai vertici dell’Eni dell’Ex Presidente di Confindustria, non trascurerei i rapporti intercorsi tra il gruppo Marcegaglia e la stessa Eni.

A me sembra di intravedere un possibile conflitto di interessi o quanto meno una scelta poco opportuna.

Di certo, e non so perché, le nomine e il contesto, mi hanno fatto venire in mente un bel libro di Ernesto Rossi dedicato all’Italia dei Fasci e delle Corporazioni: I Padroni del Vapore.

Era l’Italia del ventennio, ma anche quella del settantennio partitocratico. 

 

Approfondimenti

Dal Kazakistan lucani rivolgo un'opportuna domanda a Scaroni e Alfano

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Nomine/Boni e Manfredi: non riconferma Scaroni è unica misura reale anti-Putin adottata da governo italiano

Mer, 04/16/2014 - 11:38
16/04/14

Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):

Da quando fu nominato alla guida dall’Eni da Berlusconi ben nove anni fa, Gian Paolo Scaroni ha perseguito con costanza una sempre più stretta collaborazione dell’Eni con Gazprom, cioè con Putin. Magistrale da questo punto di vista il ruolo “di sponda” giocato da Eni e Enel nello smantellamo operato nel 2007 da Putin dell’impero economico di Yukos dell’oligarca Mikhail Khodorkovsky, opportunamente fatto sparire in un gulag siberano (e liberato solamente lo scorso dicembre, dopo la “rieducazione”). Allora solo noi radicali (compreso il presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, un certo Daniele Capezzone) denunciammo il ruolo giocato dalle nostre due aziende di Stato.
Sulle abilità diplomatiche di Scaroni, nulla da dire e tutto da eccepire; è rimasta insuperabile la sua dichiarazione del 30 agosto 2011: “Nessuno sentirà la nostalgia di Gheddafi che il giorno dopo il golpe, il 2 settembre 1969, pensò di mettersi alla guida di una pala meccanica per spianare il cimitero ebraico e disperdere le ossa in mare. Ha ridotto uno dei Paesi più ricchi del mondo in un Paese povero.” Peccato che tale accorate parole fossero arrivate solo dopo la caduta del Raiss, con il quale Scaroni aveva fatto affari per sei anni, senza alcun problema di coscienza.

Dicono che il sostituto di Scaroni, Claudio Descalzi, essendo il suo delfino seguirà le sue orme. Staremo a vedere ma di una cosa siamo sicuri: ieri il governo Renzi, consapevolmente o meno, ha preso l’unica misura reale anti-Putin adottata finora. In tale ottica, comprendiamo benissimo la rabbia e la delusione di Berlusconi, quando ha appreso della dorata defenestrazione di Scaroni.

L’interrogazione di Daniele Capezzone nel 2007

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Nomine. Vecellio: garantita una sostanziale continuità coniugata con una concreta lottizzazione (vedi caso Eni). L'inaffondabile De Gennaro

Mer, 04/16/2014 - 09:28
16/04/14 "Aver nominato, in sostituzione di Paolo Scaroni il suo "delfino" significa che il governo di Matteo Renzi ha "semplicemente" voluto coniugare un minimo di continuità con un massimo di lottizzazione mascherata da rinnovamento. Ed e' in questa chiave, che vanno lette e "capite" le recenti nomine". E' quanto scrive sul periodico "Notizie Radicali" Valter Vecellio componente della direzione di Radicali italiani. "Dunque non avremo, per quel che riguarda per esempio l'Eni, sorprese sul fronte Putin, l'Iran, il Venezuela, qualche porcheria consumata in Africa e con qualche repubblichetta dell'Asia centrale Continuerà, insomma la nostra ultra-decennale politica  "grigia" fatta di acquiescenza e, quando e' il caso, di sostanziale complicità con regimi autoritari, violenti e dittature. In nome del petrolio e altre preziose risorse energetiche. Nell'ambito di queste nomine sarebbe comunque opportuno chiederai la ragione dell'inaffondabilita' del dottor Gianni De Gennaro, gia' capo della polizia, uscito indenne dal G8 genovese,  una lunga stagione sotto vari governi a palazzo Chigi a occuparsi di servizi segreti, e infine in un posto delicato e strategico in Finmeccanica. Ecco: di tutte le nomine quella di De Gennaro e' quella che mi mette piu' curiosita', diciamo cosi'.

 

     

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