Radicali Italiani
Ucraina/Manfredi: ripetizione accelerata dinamiche "Bosnia anni '90", con Putin al posto di Milosevic
Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani:
Nel corso delle sue guerre di aggressione alla Croazia e alla Bosnia, il dittatore serbo Slobodan Milosevic si servì di unità speciali del Ministero degli Interni chiamate “berretti rossi”, che appoggiavano i secessionisti serbi nelle Krajne. Vent’anni dopo, in Ucraina, cambia solamente il colore ma la dinamica è la stessa: gli “omini verdi” di Putin fomentano le rivolte nell’est del Paese, dopo aver contribuito alla secessione della Crimea.
Vent’anni fa Milosevic perse ad un certo punto il controllo dei suoi sottoposti Ratko Mladic e Radovan Karadzic (ma anche del tristemente famoso “comandante Arkan”), che credettero di poter fare da soli, senza più il guinzaglio di Belgrado e furono abbandonati nel 1995 da Milosevic al loro destino, insieme ai serbi delle Krajne.
Ora, in Ucraina, lo stesso Putin rischia di perdere il controllo della situazione; sono spuntati dal nulla tanti “comandanti Arkan” che vogliono gestire autonomamente il piccolo potere che si sono conquistati con la violenza, senza dover rispondere più a Mosca.
Rispetto a vent’anni fa, tutto è più accelerato grazie soprattutto alla rivoluzione digitale dei mezzi di comunicazione e di informazione.
Roma, 5 maggio 2014
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Il tribunale di Grosseto apre la strada al matrimonio tra persone dello stesso sesso. E se accadesse anche a Torino?
Silvio Viale e Igor Boni chiedono che il Sindaco Fassino si renda disponibile a trascrivere sui registri comunali matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso.
Il Tribunale di Grosseto con ordinanza del 3 aprile 2014 ha ordinato al Cmatriomune di Grosseto di trascrivere nei registri dello stato civile il matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato all'estero, poiché non è contrario all'ordine pubblico, è valido e produce effetti giuridici nel luogo in cui è stato pubblicato e infine non sussiste né nelle norme del diritto internazionale privato né nella legislazione interna, un riferimento alle diversità di sesso quale condizione necessaria per contrarre matrimonio.
Silvio Viale in qualità di consigliere comunale a Torino ha presentato una mozione che chiede tra l'altro che il Sindaco, o un suo delegato, nella qualità di Ufficiale di Stato Civile, possa trascrivere gli atti di matrimonio celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso residenti a Torino.
Dichiarazione di Silvio Viale, Presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani e consigliere comunale del PD, e Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta e candidato alle regionali per il PD:
"Il Tribunale di Grosseto apre la strada al riconoscimento ufficiale in Italia di matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso. Chiediamo che il Consiglio comunale di Torino e il Sindaco Fassino dichiarino sin da subito la loro disponibilità a fare la stessa cosa per una coppia dello stesso sesso che chiedesse di trascrivere sui registri dello stato civile della città il loro matrimonio realizzato fuori dai confini italiani. Come spesso accade sulle questioni legate ai diritti civili e alle libertà personali i tribunali aprono un varco nella legislazione anticipando il legislatore. In questo caso vorremmo vedere davvero “Torino capitale dei diritti” e vorremmo lo fosse non solo a parole".
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Lettera al Presidente della Repubblica. Rita Bernardini scrive a Giorgio Napolitano per ringraziarlo e informarlo sui dati ufficiali in circolazione su carceri e giustizia
Egregio Presidente,
non finirò mai di ringraziarLa per quanto sta facendo a favore del ripristino dello Stato di Diritto nel nostro Paese. Può contare poco, ma come Segretaria di Radicali italiani, mi sento pienamente rappresentata dal modo in cui Lei esercita il mandato di supremo magistrato del rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di quanto in essa è stato recepito dalle giurisdizioni superiori, in primo luogo quelle europee.
Ieri quando ho letto la Sua bellissima dichiarazione sull’ANSA a proposito dell’iniziativa di Marco Pannella, mi sono dovuta subito rammaricare per la nota aggiuntiva dell’agenzia sui dati riguardanti le carceri e intitolata “12 mila detenuti in più rispetto ai posti”. In questo take continuava ad essere fornito il dato totalmente falso di una capienza regolamentare di 48.309 posti.
Nel condurre il mio recente sciopero della fame (Satyagraha) durato 46 giorni, ho contestato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la correttezza dei dati diffusi riguardo alla capienza effettiva dei posti disponibili per i detenuti e chiesto ufficialmente al Ministro della Giustizia i dati veritieri sia dell’effettiva ricettività “legale” degli Istituti Penitenziari, sia della composizione dell’immensa mole dei procedimenti penali pendenti che affolla le scrivanie dei magistrati oberate da oltre 5.300.000 procedimenti penali pendenti che rendono la Giustizia italiana illegale sotto il profilo dell’irragionevole durata (violazione sistematica da trent’anni dell’art. 6 della CEDU e art. 111 della Costituzione italiana).
Alla prima delle richieste, il DAP mi rispondeva con una nota riportata dall’agenzia di stampa ADN Kronos del 2 aprile scorso nella quale, dopo aver premesso di ritenere diffamatorie le mie contestazioni sui dati, ammetteva letteralmente: “La vastità del patrimonio edilizio penitenziario determina fisiologicamente un certo numero di posti indisponibili per ragioni di inagibilità e per esigenze di ristrutturazione ordinaria e straordinaria, pertanto alla data odierna il numero esatto dei posti detentivi effettivi disponibili è di 43.547, pari al 90,14% della capienza regolamentare".
Ottenuto questo piccolo successo di “verità”, ho ritenuto di dover confutare anche la cifra finalmente resa nota dei 43.547 posti. Sono infatti da prendere in considerazione alcune realtà penitenziarie che hanno più posti detentivi rispetto all’effettiva presenza di detenuti. Si consideri, per esempio l’isola della Sardegna, dove a fronte di 1.800 posti regolamentari, abbiamo non più di 1.100 reclusi: a meno di pensare ad una deportazione di massa nell’isola, continueranno ad esserci 700 posti inutilizzati che però il DAP fa rientrare nella capienza regolamentare complessiva. Lo stesso vale per gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari in via di dismissione, seppure rallentata da una recente imbarazzante proroga: anche nel caso degli OPG, abbiamo altri 400 posti in più inutilizzabili che il DAP fa rientrare nella capienza regolamentare generale. Non credo di sbagliare, Signor Presidente, se affermo che occorra sottrarre altri 2.739 posti che fanno arrivare il totale dei posti “legali” a 40.808… per oltre 60.000 detenuti. A questo proposito, mi permetto di inviarLe una nota che ho voluto intitolare “I polli di Trilussa”. (Allegato 1)
Inoltre, trovo irrispettoso nei confronti dell’intelligenza dei cittadini che il DAP, nel fornire ufficialmente sul sito del Ministero della Giustizia la irrealistica cifra dei 48.309 posti, se la cavi aggiungendo un asterisco che recita “*Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato.”
Ma non è solo un problema di metri quadrati e non mi soffermo su questo perché, con il Suo messaggio alle Camere, Lei ha dato una lezione di educazione civica a tutti, me compresa.
Per mettere in pratica il macabro “gioco dei tre metri”, l’Amministrazione penitenziaria sta effettuando in questi giorni massicci spostamenti di detenuti trasferendoli lontani dalle famiglie (600 trasferiti da Poggioreale non si sa dove) mentre si sa che i reclusi preferiscono subire i trattamenti illegali pur di poter avere colloqui con i propri congiunti: figli, mogli, genitori… e, d’altra parte, la vicinanza ai propri familiari è regola di legge stabilita dell’Ordinamento Penitenziario.
Vengo ora all’altro problema che è in totale violazione dell’art. 3 della CEDU: il problema sanitario. È recentissima la notizia di un altro detenuto morto nel carcere di Giarre per mancanza di cure. La notizia è di qualche giorno successiva a quella dell’ennesima sentenza di condanna da parte della Corte EDU che ha chiesto all’Italia di risarcire con 25.000 euro un detenuto che non era stato curato. Il Ministero della Giustizia ha prontamente risposto che il caso si riferiva a 5 anni fa e che oggi la situazione è nettamente migliorata. A questo proposito, Signor Presidente, più delle mie parole (anche se personalmente sono in contatto quotidiano con una moltitudine di familiari di detenuti disperati per le drammatiche condizioni di salute dei loro congiunti), vale il rapporto della Società italiana di medicina penitenziaria (Simpse) secondo il quale “in cella contraggono malattie il 60-80% dei detenuti”.
Il Rapporto in sintesi afferma: “A trasformare le prigioni in veri e propri lazzaretti sono la presenza di soggetti a rischio, come i tossicodipendenti, che sono il 32% del totale, ma anche il sovraffollamento, che favorisce i contagi e l'assenza di controlli sistematici, per cui anche le dimensioni esatte del fenomeno non sono conosciuti. "Questi numeri derivano da nostre stime - spiega il presidente della SIMPSE Sergio Babudieri - non esiste infatti un Osservatorio Epidemiologico Nazionale, che noi chiediamo e solo due Regioni hanno attivato quello regionale. Il risultato è che probabilmente i dati sono sottostimati, anche perché molti dei detenuti non sanno di avere una malattia o non vogliono saperlo per non apparire indeboliti". Secondo le stime presentate, oltre i tossicodipendenti che sono, appunto il 32%, il 27% ha un problema psichiatrico, il 17% ha malattie osteoarticolari, il 16% cardiovascolari e circa il 10% problemi metabolici e dermatologici. Tra le malattie infettive è l'epatite C la più frequente (32,8%), seguita da Tbc (21,8%), Epatite B (5,3%), Hiv (3,8%) e sifilide (2,3%).”
Non mi soffermo – come Le ho detto – sul percorso riabilitativo che, in base al nostro ordinamento, dovrebbe essere addirittura “individualizzato”: il lavoro che non c’è se non per una minoranza di detenuti e lo studio anch’esso riservato a pochi fortunati. Così come tutti gli altri parametri considerati dalla Corte EDU affinché il trattamento in carcere non sia inumano e degradante, cioè illegale.
Ciò che mi preme in conclusione farLe sapere è che ancora non sono riuscita ad ottenere dal Ministero della Giustizia i dati riguardanti la composizione – per titolo di reato e per pena edittale massima – della mole immensa dei procedimenti penali pendenti. Qui siamo nel campo dell’altra violazione sistematica che vede il nostro Paese condannato da oltre trent’anni per l’irragionevole durata dei processi. Il dato è importante perché ci consentirebbe di sapere quanti procedimenti cadrebbero con un’amnistia per pena edittale massima a 3, 4, 5 anni. Solo la Guardasigilli dott.ssa, Annamaria Cancellieri riuscì, almeno, a recapitarmi una nota redatta dai suoi uffici che – con rilevazioni fatte un po’ a spanne – affermava che con un’amnistia a tre anni sarebbero caduti il 30% dei procedimenti (allegato 2). D’altra parte, nessuno degli oppositori ai provvedimenti previsti dall’art. 79 della Costituzione sembra curarsi dell’amnistia strisciante delle prescrizioni sempre più decisa dalle Procure della Repubblica, in violazione del principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale al quale i funzionari pubblici che compongono i ruoli della magistratura penale dovrebbero essere vincolati ad attenersi.
E’ mai possibile che coloro che sono chiamati a “governare” non siano in possesso di dati di conoscenza basilari ai fini della decisione dei provvedimenti da adottare?
Le chiedo veramente scusa, Signor Presidente, del tempo che Le ho sottratto per la lettura di questo mio scritto a Lei indirizzato.
Accolga i miei più deferenti saluti
Rita Bernardini
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
AttachmentSize ALLEGATO 1 - "I polli di Trilussa" (pdf)347.89 KB ALLEGATO 2 - PROIEZIONE AMNISTIA (pdf)337.49 KBPiemonte/elezioni/m5s - Viale a Bono: Bresso e Boni sono gli unici candidati che si sono battuti per la legalità sul caso Giovine. Grazie a loro che oggi si vota
Prendendo spunto da un confronto tra Mercedes BRESSO, candidata alle elezioni europee nel PD (nordovest), e Igor BONI, candidato alle elezioni regionali del Pemonte nel PD (circoscrizione di Torino), sui contenuti e i programmi delle loro candidature, Silvio Viale fa notare a Davide Bono come sia merito loro se in Piemonte si va finalmente al voto, aggiungendo che Igor Boni è l'unico candidato alle prossime elezioni regionali che si sia battuto contro le firme false di Giovine.
Silvio Viale, esponente radicale e consigliere comunale del PD, ha dichiarato:
"Prendo atto che Davide Bono, senza avere raccolto a sua volta le firme, rinuncia al ricorso contro chi non ha raccolto le firme come lui e proclami di volere restituire il Piemonte ai cittadini. Aldilà d ella formula, che più demagogica non si può, voglio ricordargli che alle regionali c'è solo un candidato che si è battuto per la legalità e non è lui: non è il pentastellato Bono, ma è il radicale Igor Boni, che sin dall'inizio ha sostenuto il ricorso di Mercedes Bresso. Dispiace dirlo, ma Mercedes Bresso e Igor Boni sono gli unici candidati che si sono battuti per la legalità e la trasparenza sul caso Giovine. E' principalmente grazie a Mercedes Bresso, e di conseguenza un po' anche di Boni, se oggi Bono può dire di voler restituire il Piemonte ai piemontesi. Sia onesto e lo riconosca."
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Giustizia-Berlusconi. Vecellio: Il miope e masochista appello per la revoca ai servizi sociali. E' Berlusconi il demone da esorcizzare. E lo stato comatoso della giustizia italiana?
"Si appellano contro l'affidamento ai servizi sociali di Silvio Berlusconi, perche' la legge prevede che questa formula sia presente solo nei casi in cui si puo' ritenere "che il provvedimento contribuisca alla rieducazione del reo". Un appello miope, masochista, ipocrita". E' quanto scrive Valter Vecellio della direzione di Radicali italiani in un editoriale per il periodico "Notizie Radicali".
"Don Aldo Antonelli, Roberta De Monticelli, Angelo Orsi, Paolo Flores d'Arcais, Giorgio Parisi, Adriano Prosperi promuovono una raccolta di firme perche' questa misura sia revocata. Averla concessa a Berlusconi, sostengo o, e' un'indecenza. Bene. Bravi. Noi ingenui pensavamo (ma lo pensiamo ancora) che l'intollerabile indecenza che andrebbe immediatamente sanata sia quella individuata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dalla Corte Costituzionale, dalle Corti di giustizia d'Europa, da decine, centinaia di giuristi ed esperti del diritto, e da ultimo, ma non ultimo, da Papa Francesco: lo stato vergognoso, e questo si indecente, delle carceri italiane, le condizioni di vita di tutte la comunita' penitenziaria, in generale l'intollerabile durata e lentezza della giustizia italiana e dei suoi processi. Hanno mai firmato e promosso appelli contro questa indecenza? Al contrario, dobbiamo registrare la loro indifferenza e inerzia. A loro preme Berlusoni: e' lui il demone da esorcizzare, la causa e il responsabile di ogni male. Un falso. Perche' Berlusconi e' solo l'ultimo anello di una catena che si snoda da sessant'anni. Un inganno. Perche' oggi, al pari di Berlusconi sempre piu' accecato da un delirio da impotenza, per quel che riguarda la responsabilita' di una autentica riforma della giustizia, vanno associati il presidente del Consiglio Renzi e buona parte del PD, che per un miope e meschino calcolo politico si oppongono ai provvedimenti di amnistia e indulto. Un calcolo miope e masochista. Perche' neppure si rendo o conto che cosi' facendo il "nemico" Berlusconi viene ulteriormente rafforzato e aiutato nel tentati o di recuperare voti e consensi".© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Torino/violenza primo maggio - Viale, ho sfilato con il PD contro i divieti e la subalternità culturale ai violenti
Silvio Viale, presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e consigliere comunale eletto nel PD, interviene sui commenti del dopo-corteo del primo maggio a Torino, rivendicando la propria partecipazione "a testa alta" al corteo con il PD contro i divieti e la subalternità culturale ai violenti.
Silvio Viale critica Davide Ferraio, Marco Revelli e Laura Castelli, ma anche Luigi Manconi.
L'esponente radicale ha diffuso la seguente nota:
"Potrei limitarmi dire che ho sfilato con il PD solo perché si voleva impedire che il PD sfilasse nel corteo del Primo Maggio, come quando Pannella andava ai congressi dell'MSI. Potrei limitarmi ad osservare come, con un astuto attestamento di prima mattina allo sbocco di Piazza Vittorio su via Po, il nucleo duro del cosiddetto "spezzone sociale" abbia imposto il proprio predominio, relegando a un ruolo subordinato le componenti della cosiddetta "altra sinistra". Potrei limitarmi a fare osservare come vi sia stato un continuo attacco ai fianchi del PD, complici i portici, di gruppi che si spostavano lungo il corteo fino a quando sono stati e si sono sentiti isolati. Potrei limitarmi a dire che vicino a Piazza Castello ho visto sputare a freddo in faccia a un ragazzo con la pettorina del PD, che non ha reagito, e poi spegnersi la baldanzositá dello sputatore quando gli ho chiesto "perché lo avesse fatto", cercando lui invano la solidarietà degli spettatori. Potrei ancora ... ma dopo avere letto le parole di Davide Ferrario, di Marco Revelli e anche di Luigi Manconi voglio denunciare il pericolo di una certa subalternità culturale, psicologica e fisica ai violenti e alla loro premeditata volontà di egemonia in piazza. A Luigi Manconi, di cui condivido tutte le osservazioni sulle forze di Polizia, voglio dire che centrano poco con quanto successo a Torino e la licenza di fare quello che si vuole contro chi si vuole. Davide Ferrario e Marco Revelli dovrebbero, invece, muoversi un po' di più lungo un corteo ed evitare di dare giudizi sul quel che gli fa comodo di vedere sotto il naso in un solo momento. Definire dieci ragazzotti con la pettorina PD in stile majorette (quindi pure identificabili) come il "servizio d'ordine del PD", evocando ben altri antichi scenari e dimenticandosi dei cordoni "imbottiti" dello spezzone antagonista, è disonesto in tutti i sensi. In questa occasione le varie anime dell'autodefinita "altra" sinistra (chissà perché non "Sinistra per Tsipras") hanno dimostrato una subalternità psicologica, culturale e psichica verso gli "antagonisti" dei centri sociali. Subalternità da cui non è estranea la grillina Laura Castelli, la cui giovane età non è certo un'attenuante, visto che ha fatto da sempre la stagista politica, che vuole proprio vedere il sangue delle vittime sacrificali. A lei e a coloro che sono intervenuti dal palco rubato al concerto non affiderei per due ore nemmeno il mio gatto, figuriamoci il paese. Sarebbe un ritorno ai peggiori regimi del secolo scorso e alla giustizia arbitraria fai da te."
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Arbitrati AMA COLARI, Magi: Marino denunci per danno erariale responsabili politici gestione rifiuti
Non paghino i romani la "buonuscita" all'avv. Cerroni. Oltre al danno ambientale si sta verificando la beffa del danno finanziario
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale di Roma Capitale, e Massimiliano Iervolino, Direzione di Radicali Italiani
Ora è evidente che quando nei mesi scorsi abbiamo da soli denunciato l'esistenza dei due arbitrati tra Ama e Co.la.ri non abbiamo fatto facili allarmismi ma segnalato che l'eredità di Malagrotta costituisce un enorme rischio finanziario per Roma.
La condanna di Ama al pagamento di circa 80 milioni rivela che la gestione dei rifiuti degli ultimi vent'anni, oltre ad aver causato danni ambientali enormi, rischia di contribuire al dissesto economico di Roma Capitale.
I cittadini capitolini pagano già da diverso tempo ingenti somme di denaro per smaltire i rifiuti fuori regione (circa 25 mln di euro l'anno) e per trattare l'umido in impianti fuori dai confini del Lazio. Da oggi rischiano anche di dover saldare il risarcimento danni all'avv. Manlio Cerroni. Tutto questo, come abbiamo più volte denunciato, è il risultato dell'immonda gestione dei rifiuti a Roma. La classe dirigente cittadina, di centrosinistra e di centrodestra, che ha governato la Regione Lazio e Comune di Roma negli anni passati, ha tenuto in piedi il "sistema Cerroni" dichiarando che Malagrotta conveniva per i il fatto di offrire prezzi di smaltimento molto bassi rispetto al mercato. Oggi abbiamo la conferma che tutto ciò è un falso storico.
Chiediamo al sindaco Marino di denunciare alla Corte dei Conti i responsabili politici che hanno prodotto questo enorme danno erariale. Il rischio è che la "buonuscita" all'avv. Cerroni la debbano pagare i cittadini romani.
Va inoltre segnalato che esiste un secondo arbitrato riguardante il mancato contratto di servizio tra Ama e Co.la.ri che, qualora dovesse vedere un esito sfavorevole all'azienda comunale, comporterebbe un ulteriore gravissimo danno alle casse dell'amministrazione
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Giulio Giorello e Luca Ostellino aderiscono a #Sbanchiamoli
Il filosofo Giulio Giorello e il giornalista de Il Sole 24 ORE Luca Ostellino sostengono la campagna "#Sbanchiamoli" di Radicali Italiani e sottoscrivono la petizione parlamentare contenente la proposta di legge che chiede che le fondazioni bancarie escano dal capitale azionario delle Banche.
Fuori i partiti dalle banche! L’obiettivo è quello di porre fine all'influenza illegittima dei Partiti nella destinazione del credito e nel governo delle Banche, influenza possibile anche attraverso gli Enti locali, le Fondazioni bancarie e il rapporto proprietario che queste hanno con le principali banche del Paese.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Ucraina, Perduca: Consiglio europeo, atlantico e d'Europa si convochino d'urgenza per coordinare risposta basata sul diritto internazionale, inclusa Corte penale internazionale
Dichiarazione di Marco Perduca, senatore nella XVI legislatura, rappresentante del Partito Radicale all'Onu
"Quanto accade in queste ore in Ucraina è l'ulteriore dimostrazione di cosa accade, e continua ad accadere, sistematicamente se l'Unione europea e il suo alleato storico d'oltre Oceano non parlano e agiscono con una sola voce. Era del tutto prevedibile, e anche abbondantemente previsto, che senza l'imposizione politica e diplomatica del rispetto del diritto internazionale e degli accordi recentemente raggiunti a Ginevra, la legge del più forte avrebbe prevalso - e in quella parte d'Europa il più forte resta Putin. Eppure le esperienze delle provocazioni russe in Georgia del 2008 avrebbero dovuto mettere in guardia sulle reali intenzioni di Mosca e invece, ancora una volta, ci si è limitati a ricercare, senza però coordinarsi, delle sanzioni ad hoc contro oligarchi ucraini e russi oppure a devolvere all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa il "monitoraggio" della situazione. Oggi nelle regioni orientali dell'Ucraina siamo di fronte al sequestro di un gruppo di osservatori OSCE, ritenuti prigionieri di guerra, da parte dei presunti "separatisti" e a una serie di azioni "anti-terrorismo" portate avanti dal governo di transizione ucraino. Un preoccupante dejà vu... Il portavoce del Kremlino ha denunciato la spedizione come "punitiva" e il Ministro degli esteri russo Lavrov aveva ammonito che un intervento dell'esercito ucraino avrebbe provocato "conseguenze catastrofiche" lasciando intendere che Mosca sarebbe stata pronta a intervenire direttamente.
Occorre quindi che venga convocato urgentissimamente un Consiglio d'Europa, uno europeo e uno altantico sul da farsi prima di doversi trovar di fronte a opzioni regionali di uso della forza o, peggio, di ulteriore paralisi di fronte ai cannoni russi. Ricordo anche che il 25 febbraio scorso, l'Ucraina ha riconosciuto la giurisdizione della Corte penale internazionale e che tale decisione la obbliga a rispettare il diritto che regola i conflitti, oltre che le operazioni "anti-terrorismo". L'ufficio del Procuratore sta studiando quanto è stato presentato formalmente dall'Ucraina, la "comunità internazionale" deve sostenere il lavoro della Cpi per affermare i più alti standard del diritto penale internazionale.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Vecellio: Manfellotto (Espresso) e Tortorella (Panorama), buon giornalismo "normale" che diventa eccezionale...
di Valter Vecellio Si dice che e' complicato seguire Marco Pannella nelle sue evoluzioni ed involuzioni lessicali, nei suoi funambolici scenari, nelle sue logorroiche comunicazioni, impossibili da riassumere e rendere intellegibili. Tutte balle, scrive Valter Vecellio, della direzione di Radicali italiani in un editoriale per "Notizie Radicali. Balle per occultare, quando va bene una pigrizia giornalistica che vorrebbe scodellate solo veline e comunicati; quando va male risultato di una precisa volo ta' politica che fa della non comunicazione e della confisca del sapere e della conoscenza la nuova arma di consenso a un regime che non ha piu' bisogno, come un tempo, della violenza per imporre i suoi diktat e i frutti del suo arbitrio. La prova che se si vuole si puo' (e come si diceva, se si può' allora si deve), viee da due settimanali, "l'Espresso" e "Panorama". Su "l'Espresso" scende direttamente in campo il direttore Bruno Manfellotto: "È stato lo scandalo tu carceri indegne di un Paese civile", scrive, " a spingere il vecchio leader radicale all`ennesimo sciopero. Secondo il solito copione sono seguiti applausi e incoraggiamenti. Con il rischio che tutto tonai come prima. E Marco a digiunare... ". Il rischio, caro Manfellotto c'e'. Ma c'e' anche un modo per scongiurarlo. Aiutare Pannella e i radicali in questa non facile lotta che vede uniti il presidente Napolitano e Papa Bergoglio, una buona parte del mondo cattolico e laico, e tante persone "comuni" che se potessero contarsi scoprirebbero di costituire - sorpresa per loro stessi - una straordinaria, composita, maggioranza. Leggetelo, leggiamolo,l'articolo di Manfellotto. E' la presa di posizione, importante, del direttore di un importante settimanale che mostra di aver compreso, capito: ".. lo ha cercato Napolitano; gli ha telefonato Bergoglio convincendolo a bere un caffè; ha fatto irruzione in piazza San Pietro proprio mentre la Chiesa faceva santi due papi visto che, proprio lì, di lui e di carceri hanno parlato Napolitano e Francesco. Stavolta però non ci si potrà fermare agli applausi liberatori. La sentenza della corte dei diritti dell`uomo che inchioda l`Italia alle sue responsabilità è del gennaio 2013; l`appello di Napolitano al Parlamento perché strappi i detenuti da condizioni di pena ottocentesche è di sei mesi fa; ed entro il 28 maggio, ha detto la Corte, la situazione va sanata o i detenuti risarciti a carissimo prezzo. Ma ormai, per quella data sarà possibile solo trovare un po` di soldi e rimandare di nuovo il problema. Con il rischio di dimenticarsene. E di costringere il vecchio Pannella a digiunare ancora". Ricordera', Manfellotto, anni lontani, qua do "l'Espresso" decise di appoggiare la campagna per i diritti civili avviata dalla Lega 13 maggio, "costola" radicale come tante leghe e movimenti in questi anni. Per settimane "l'Espresso" mise a disposizione un suo spazio a Pannella che ebbe cosi' modo di "comunicare", di farsi ri/conoscere. E non fu possiqbile, allora, ignorarlo. Ecco, sarebbe bello se "l'Espresso" memore di quella esperienza pagante anche dal punto di vista editoriale, decidesse di ripeterla. Forse il vecchio Pannella non sarebbe costretto a fare quello che fa... Maurizio Tortorella su "Panorama" scrive qualcosa che a via Arenula non devo o aver molto gradito: "L'ultima sentenza è recentissima: il 22 aprile la Corte europea dei diritti Dell`uomo ha condannato l`Italia a risarcire con 25 mila euro Giovanni Castaldo, detenuto del carcere di Bellizzi Irpino (Avellino), per cure mediche gravemente ritardate. Può bastare, come avviso finale? Sì, perché la scadenza è vicina: il 28 maggio termina l`anno concesso all`Italia dalla stessa Corte di Strasburgo per cancellare la condizione «inumana» delle sue 205 carceri. Nel maggio 2013 la Cedu aveva condannato Roma a risarcire con 100 mila euro 7 detenuti a Busto Arsizio e a Piacenza, sottoposti a «condizioni inumane e degradanti, e assimilabili alla tortura». Primo problema, gli spazi: i reclusi disponevano di soli 3 metri quadrati a testa. I giudici avevano allora sospeso altri 8 mila ricorsi pendenti contro il sovraffollamento. Ma solo per un anno, fino al 28 maggio 2014. Oggi, reclama il Dipartimento dell`amministrazione penitenziaria, la situazione spazi è «molto migliorata»: se il 31 gennaio 2013 i reclusi erano 65.905, il 31 marzo scorso sono scesi a 60.197, per 48 mila posti «regolamentari» disponibili. La cifra però è contestata dai radicali: Rita Bernardini, segretaria del partito, calcola che i posti davvero disponibili siano 43.547 e che 2.739 di questi non siano utilizzabili. «Per esempio» accusa «400 negli ospedali psichiatrici giudiziari, 700 nelle carceri sarde...». Si scenderebbe così a 40.808 posti, con 20 mila reclusi eccedenti. E il Consiglio d`Europa ha appena denunciato che, quanto a sovraffollamento, l`Italia è seconda solo alla Serbia. Anche per questo, da molti mesi, la presidenza della Repubblica preme sul Parlamento. Se nulla dovesse essere fatto, da giugno la Cedu potrebbe dare ascolto agli 8 mila vecchi pendenti e ai 4 mila che intanto si sono aggiunti (dietro le sbarre, si sa, le voci corrono). Ogni detenuto potrebbe ottenere un risarcimento tra 10 e 25 mila euro. Quanto rischia di pagare l`Italia? Nessuna cifra ufficiale. Ma si va da 100 a 300 milioni". Ecco due esempi di buon giornalismo, che si puo' fare se solo si vuole. Dovrebbe essere normale. Diventa qualcosa di eccezionale.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bilancio, Magi: manovra insufficiente. Attenzione alle entrate tutt'altro che certe
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino
Fermo restando che il necessario e non più rinviabile risanamento dei conti capitolini non può prescindere dall'effetto del piano triennale di rientro previsto dal Salva Roma, da concordare con il governo, non si può dimenticare che la situazione finanziaria di Roma Capitale è già gravemente compromessa e richiede un intervento serio e radicale il prima possibile. Proprio per questo dai primi dati a disposizione sul bilancio 2014 appare preoccupante il ricorso a entrate straordinarie per finanziare spesa corrente, un metodo che anzichè rimuovere in modo strutturale i fattori di squilibrio che hanno determinato il dissesto li rigenera nuovamente. Sul fronte delle entrate ci sono infatti molti punti da chiarire a partire da quelle derivanti dalla vendita del patrimonio e dal contributo di soggiorno. Su quello delle spese, lo sforzo non è all'altezza della discontinuità annunciata. E' davvero poco credibile infatti prospettare nuovi investimenti che trovino risorse in entrate non certe piuttosto che in un effettivo e strutturale taglio della spesa. C'è il serio rischio insomma che non siano davvero disinnescati i fattori che hanno alimentato lo squilibrio anche dopo la creazione della gestione commissariale nel 2008.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Pannella: il 2 maggio mattina sarò a Teramo in Piazza Martiri
Marco Pannella, in satyagraha dallo scorso 21 aprile per chiedere la fuoriuscita dell’Italia dalla illegalità sulla giustizia e le carceri, trascorrerà l’intera mattina del 2 maggio, giorno del proprio compleanno, a Teramo, sua città natale, in Piazza Martiri.
“Trascorrerò la mattina del 2 maggio a Teramo - spiega Pannella - per fare il punto sul Satyagraha, rilanciare la lotta nonviolenta e dare così un segno tangibile di solidarietà e gratitudine al consiglio regionale dell’Abruzzo che ieri ha approvato all’unanimità una risoluzione a sostegno della nostra lotta nonviolenta”.
“Da Teramo rilanceremo la nostra iniziativa, condotta insieme al Presidente della Repubblica e al Papa, per proseguire la nostra lotta ed evitare che accada a Bergolio quello che accadde a Papa Giovanni Paolo II (che non riuscì a vedere approvato il provvedimento di amnistia chiesto in Parlamento il 14 novembre 2002 ,n.d.r.). Sarò in piazza con i nostri compagni radicali teramani e con i cittadini che vorranno stare insieme a noi”.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Droga, Perduca: adesso Renzi smantelli il Dipartimento politiche antidroga
Dichiarazione di Marco Perduca, senatore nella XVI legislatura e rappresentante all'Onu del Partito Radicale:
Dopo aver posto, e ottenuto, la fiducia sulle (ahime' poche) modifiche alla legge sulle droghe, Matteo Renzi, che ha tenuto per se' le deleghe per la gestione del Dipartimento sulle politiche antidroga, dovrebbe prendere in seria considerazione la decisione di chiuderlo o riformarlo alla radice. Negli anni in cui e' stato retto dal tandem Giovanardi-Serpelloni il DPA s'e' distinto solo ed esclusivamente per una gestione prepotentemente anti-scientifica arrivando a spendere milioni di euro per farsi pubblicita' con decine di inutili siti web e altrettante inefficaci campagne di "prevenzione". Ci sarebbe da chiedere i danni ai due ma, vista la grande attenzione del Presidente del Consiglio ai costi della pubblica amministrazione e' a dir poco auspicabile che s'adopri affinche' le attivita' del DPA vengano portate avanti esternalizzandole verso eccellenze scientifiche, come per esempio il CNR, al fine di elaborare dati reali e non desideri di questo o quel alleato politico, e rafforzando la collaborazione cogli operatori del settore che non hanno come missione la redenzione dei tossicomani ma la loro cura - cura da ricercare anche con l'uso medico delle stesse sostanze intossicanti. Quindi si cambi verso chiudendo il DPA e tutto cio' che di inutile e dannoso ha sempre significato, e si crei un'Agenzia sulle politiche sulle droghe piu' snella e capace di far tesoro delle migliori pratiche nazionali e degli esempi di efficienza ed efficacia che ormai da anni danno risultati consolidati in mezza Europa.
© 2014 Marco Perduca. Tutti i diritti riservati
Procreazione, Filomena Gallo: proposta Binetti e Gigli indecente e fantasiosa
Dichiarazione dell’avvocato Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Genitori incapaci di intendere e volere: questo è quello che credono i deputati Gigli e Binetti che si preoccupano di prevedere un curatore speciale nei procedimenti civili in materia di procreazione medicalmente assistita. Davvero una proposta fantasiosa più che indecente, atta a creare confusione e proporre nuovi deterrenti per chi desidera solo avere un figlio.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bilancio: Cappato "Ultima occasione per attuazione referendum, ma non ne vedo segnali"
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo
Milano, 29 aprile 2014 Il Bilancio 2014 - 2016 è l'ultima occasione per dare attuazione al progetto referendario, approvato con delibere formali sia dal Consiglio comunale che dalla Giunta. Se non saranno decise con questo Bilancio -già di troppi mesi in ritardo rispetto agli impegni assunti dalla Giunta e alle esigenze di pianificazione strategica della spesa- saranno rinviate alla prossima amministrazione misure come il potenziamento dei mezzi pubblici (annullando gli aumenti del prezzo del biglietto) attraverso l'estensione di Area C, o come l'avvio della riapertura dei Navigli. La conversione ecologica degli investimenti comunali dovrebbe passare da scelte coraggiose anche sul piano delle partecipate, disinvestendo sugli aeroporti e investendo sulla mobilità sostenibile nella città metropolitana. Purtroppo, finora non sono arrivati segnali che facciano ben sperare sulla volontà della Giunta di usare il bilancio come strumento di innovazione e di attuazione di ciò che avevano chiesto i cittadini.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Slot, Riccardo Magi: Campidoglio sia coraggioso come per anagrafe dei rifiuti. Le sentenze del Tar danno ragione ai comuni
Contro mafie e dipendenza no a delibere idealiste e poco pratiche. E' mia intensione, coordinandomi con gli altri colleghi, indire alcune audizioni sui poteri degli amministratori locali e le best pratice in Italia, sulla ludopatia e problemi relativi alla criminalità legata al gioco nella Capitale.
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale
Come Presidente della Commissione speciale Legalità del Campodoglio, con compentenze sulle Politiche di prevenzione e contrasto alle mafie ed alla criminalità e Piano di contrasto alle dipendenze, vorrei ringraziare innanzitutto il collega Dario Nanni per l'impegno profuso in questi mesi per presentare una delibera sul tema letteralmente esplosivo del gioco d'azzardo e il collega Corsetti per il lavoro svolto dalla Commissione che presiede. L'Italia è il Paese con gli stipendi medi fra i più bassi d'Europa ed è in testa alle classifiche della spesa pro capite per il gioco d'azzardo, con circa 1250 euro al mese, neonati compresi. 800mila sono le persone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi 2 milioni di giocatori a rischio. Il consumo dei giochi interessa prevalentemente le fasce sociali più deboli e secondo i dati Eurispes nel gioco investe il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. Libera stima in una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui i costi sociali e sanitari che il gioco d'azzardo patologico comporta per la collettività. La regione Lazio è al secondo nella classifica nazionale, con una spesa media che supera i 2mila euro pro capite. A Roma e provincia si concentra circa il 12% delle sale da gioco presenti sul territorio italiano.
Di fronte a questo fenomeno con altissimi costi sociali, tre sono i provvedimenti sui quali si misurerà il coraggio dei legislatori locali, tenendo presente la lacunosità della normativa nazionale. La prima questione è la distanza in termini di metri da luoghi considerati sensibili. Se è vero che una restrizione può scatenare il ricorso al TAR di alcuni esercenti, a causa del vuoto del decreto Balduzzi che indica la necessità di una distanza e ricollocazione delle concessionarie ma non indica nessuna misura, è anche vero che non sono pochi gli enti locali che hanno incassato successi da parte dei Tar regionali che hanno ritenuto legittimo il provvedimento di restrizione, facendo riferimento alla competenza dei comuni in materia di regolamenti. E' ridicolo pensare che Roma sia più indietro di tante città che alla stregua di Genova hanno scelto di imporre i propri regolamenti.
La seconda questione centrale per misurare l'efficacia del provvedimento saranno gli incentivi fiscali. Proprio perché le società concessionarie detengono il potere di imporre nuovi contratti e rivalersi sugli esercenti, in molti comuni si è deciso di creare un fondo di sostegno per gli esercenti di bar, tabaccherie, ristoranti, che vogliono liberarsi delle slot machine ma non riescono a sottrarsi ai vincoli contrattuali. Questa idea è stata raccolta ma non ancora concretizzata da una delibera del primo municipio che ha raccolto le linee guida del Manifesto dei sindaci.
Terzo e ultimo punto è quello relativo al controllo del regolamento comunale. E' necessario attribuire chiare competenze e indispensabile definire delle multe ai gestori che non rispettano il regolamento. Altrimenti se l'unica sanzione è il non rinnovo della concessione e l'impossibilità di cederla, le conseguenze sono troppo spropositate per singole piccole irregolarità e rischiano di essere aleatorie e non praticabili. Per queste ragioni e per giungere al dibattito in aula facendo tesoro non solo di interpretazioni normative ma anche di esperienze politiche e sociali realizzate in questi anni in Italia, è mia intensione, coordinandomi con gli altri colleghi, indire alcune audizioni sui poteri degli amministratori locali e le best pratice in Italia, sulla ludopatia e problemi relativi alla criminalità legata al gioco nella Capitale.
Marco Pannella: bollettino medico
BOLLETTINO MEDICO DEL 26.4.2014
Marco Pannella si è ricoverato in data odierna presso la Clinica Nostra Signora della Mercede proveniente dal Policlinico Gemelli, dove il 22-4-2014 è stato sottoposto ad intervento d’urgenza per rottura di sacca aneurismatica iliaca sinistra da leak di endoprotesi precedentemente impiantata, con formazione di vasto ematoma retroperitoneale.
E’ stato necessario introdurre una nuova protesi e confezionare un by pass femoro-femorale protesico per rivascolarizzare l’arto inferiore destro. Ieri ha effettuato due emotrasfusioni per correggere un’anemia secondaria al sanguinamento recente.
Dal momento dell’intervento ha continuato a rifiutare l’assunzione di cibi e bevande.
All’ingresso si presentava discretamente disidratato, con buoni parametri cardio-circolatori (pressione arteriosa 150/80 mmHg, frequenza cardiaca 85 battiti al minuto). Gli esami ematochimici eseguiti hanno documentato emoglobina di 11.8, creatinina di 1.1 mg/dl e potassiemia di 2.9 mEq/l (v.n. 3.5-5.3).
E’ stata proposta al paziente una terapia infusiva per correggere la disidratazione e lo squilibrio elettrolitico, oltre alla ripresa dell’assunzione di liquidi e cibi.
Il paziente ha rifiutato tale proposta e si è dichiarato disposto ad effettuare altre emotrasfusioni, con lo scopo di poter continuare il suo digiuno “fino al raggiungimento degli obbiettivi della lotta non violenta per lo stato di diritto”.
I medici hanno informato il paziente che tale trattamento non trova indicazioni, data l’assenza di anemia, ed anzi aggraverebbe lo stato di disidratazione secondario al digiuno. Hanno anche informato il paziente sui gravi rischi legati all’ipopotassiemia, soprattutto a livello cardiaco.
In considerazione delle comorbidità e del grave evento acuto recentemente affrontato, i medici considerano particolarmente rischiosi il perdurante digiuno e la mancata correzione dello squilibrio idro-elettrolitico e ritengono che, in assenza di solleciti interventi terapeutici, il quadro clinico sia destinato ad un rapido aggravamento fino ad arrivare a situazioni di rischio elevatissimo.
Prof. Claudio Santini per il Collegio medico
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Giustizia. Vecellio: se berlusconi andasse a trovare Pannella per poi tornare a fare quella politica liberale e riformatrice della giustizia a cui aveva aderito firmando i dodici referendum...
A Furio Colombo: il rischio sono strade e piazze intitolate al politico ignoto ed ignorato...
"Al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che continua a dirsi vittima di ingiuste sentenze che lo hanno condannato, di persecuzioni giudiziarie, e che dice di voler riformare radicalmente la giustizia, verrebbe da consigliare un gesto che avrebbe un grande significato umano e politico: andare a trovare Marco Pannella impegnato come mai in queste ore nell'unica vera, concreta iniziativa politica per una giustizia giusta, a favore dei diritti umani e civili di migliaia di cittadini detenuti - violazioni rubricabili come vere e proprie torture - e perche' finalmente lo stato italiano rispetti le sue stesse leggi". E' quanto scrive Valter Vecellio della direzione nazionale di Radicali italiani per il periodico "Notizie Radicali". "Si puo' tuttavia, esser quasi sicuri che in questo momento Berlusconi sia in sintonia e concordia con il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, con nettezza e brutalita' non da ora si e' dichiarato in totale dissenso con le proposte e le iniziative di Pannella e dei radicali. Vero e' che Berlusconi ha firmato tutti e dodici i referendum radicali, anche quelli che lo vedevano in dissenso, perche', dichiaro' era giusto che su quei temi importanti decidesse il popolo italiano. Ma quella sembra una pagina che Il leader di Forza Italia si e' lasciato alle spalle, per combattere una sua personale e personalistica battaglia di cartapesta con la maggioranza dei Renzi e degli Alfano. Sarebbe auspicabile che Berlusconi tornasse a chiedere consiglio come un tempo a Pannella. Ne ricaverebbe certamente conforto umano e politico. Ma a quanto pare e' altra la partita che il leader di Forza Italia intende giocare: una partita interna al regime della democrazia "reale" che da sessant'anni ci sgoverna, e non suo antagonista. E' anche per questo che Pannella, Bonino, Bernardini, i radicali con protervia e pervicacia sono esclusi dai programmi politici trasmessi dalle Tv pubbliche e private. Lo diciamo a Furio Colombo, che su "Il Fatto" ricava, da questa esclusione, motivo di quasi conforto. Ve lo immaginate, chiede Colombo, Pannella a un "porta a porta" tagliato su misura su di lui, come accade agli altri ospiti. No, non sarebbe possibile certamente, e sicuramente sarebbero "Porta a porta", o "Ballaro'", o "Servizio pubblico" altri, diversi da quelli che solitamente si vedono. A Colombo, che ipotizza per un giorno lontanissimo, strade e piazze intitolate a Pannella "estraneo alla Tv truccata" diciamo pero' che il rischio e' che si abbiano monumenti al "politico ignoto" e "ignorato"' che non hanno avuto il modo di farsi conoscere e ri/conoscere. Proprio in questi giorni Ilvo Diamanti con il suo "Democrazia ibrida" ci dice che tutti gli strumenti telematici di democrazia "orizzontale" sono si importanti, ma che le Tv continuano ad avere un ruolo fondamentale nei processi di formazione del consenso, informazione e formazione. Per tornare a Berlusconi: il leader di Forza Italia e' davvero sixuro che non sia una buona mossa, anche per i suoi interessi, andare per un'ora ad ascoltare Pannella, e poi dare corpo e voce alle istanze liberali e riformatrici che sono l'essenza dell'azione politica dei radicali?© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: “Club Forza Silvio Potenza Azzurra” approva mozione a sostegno dell’appello “Abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni”
"Verdana","sans-serif"">Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario di Radicali Lucani
Non so perché, ma in queste ore di lotta e di forti emozioni mi è venuta in mente una frase di Francesco Guccini: “Le verità cercate per terra da maiali, tenetevi le ghiande lasciatemi le ali”. Penso a questo nucleo di resistenza nonviolenta che siamo; penso alla forza che Marco Pannella sta esprimendo, alla forza di coloro che stanno dando corpo alla fame e sete di giustizia, verità e democrazia con il loro Satyagraha; ai tanti compagni che in giro per l’Italia alimentano la resistenza nonviolenta nel tentativo di con-vincere, e mi riscopro a sorridere e a provare qualcosa che credo sia gioia. Penso a Marco, al suo desiderio di dialogo, alla sua voglia di spiegare, di capire e di farsi capire, di con-vincere e mi dico che stiamo provando, con tutti gli uomini di buona volontà che incontriamo sul nostro cammino, a ricostruire sulle macerie dell’assenza di Stato di diritto un nuovo possibile inizio. A Fabrizio Fiorini, Presidente del “Club Forza Silvio Potenza Azzurra”, dico semplicemente grazie. Grazie per aver voluto condividere una lotta finalizzata a ripristinare il rispetto dei Diritti Umani, della Costituzione, della nostra legge. Grazie anche perché Fabrizio è stato tra i primissimi che, a Potenza, hanno sottoscritto i 12 quesiti referendari per la Giustizia Giusta, la Democrazia, per nuovi Diritti Umani.
"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti
Mozione Club Forza Silvio Potenza Azzurra
“Abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni”
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Milano, affissioni abusive. Cappato "suggerisco immediata emissione delle ordinanze contro i partiti"
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo
Mi permetto di suggerire al Sindaco Giuliano Pisapia e alla sua Giunta di dare disposizioni per l'emissione di tutte le oltre 5000 ordinanze di ingiunzione relative ai verbali per le affissioni abusive della campagna elettorale delle comunali 2011, e in particolare la IMMEDIATA ri-emissione delle ordinanze annullate lo scorso 8 aprile.
Tali ordinanze sono lo strumento indispensabile per riscuotere -se lo si vuole davvero fare- almeno parte delle somme relative ai verbali stessi (oltre 6 milioni di euro). Nel caso in cui il Sindaco e la Giunta non volessero provvedere già nelle prossime ore ad assumere atti concreti, si assumerebbero la responsabilità di esporsi a un rilevante danno di immagine e di credibilità politica, e esporrebbero il Comune a un danno economico non meno importante.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati