Radicali Italiani
Carceri: Consiglio d''Europa prende atto di lettera Radicali
Da un'agenzia di stampa letta su Radio Radicale
Sentenza Torreggiani, contestati dati governo (ANSA) - STRASBURGO, 9 MAG - Il Comitato dei ministri del
Consiglio d''Europa ha pubblicato sul suo sito la lettera inviata dai Radicali in aprile, in cui gli stessi contestano le informazioni fornite dal governo sulla risoluzione del problema del sovraffollamento nelle carceri. Una questione che l''Italia deve riuscire a risolvere entro la fine di maggio, come indicato dalla sentenza Torreggiani, emessa dalla Corte europea dei diritti umani un anno fa. Nella lettera che e'' ora a disposizione, come documento ufficiale, di tutti i paesi membri del Consiglio d''Europa, e del dipartimento che si occupa di valutare come gli Stati eseguono le sentenze della Corte di Strasburgo, e'' sottolineato che i
Radicali "ritengono che la situazione nelle prigioni italiane non sia cambiata nell''ultimo anno", e "che non esiste alcuna prospettiva realistica che la questione del sovraffollamento possa essere risolta entro il 28 maggio prossimo". I radicali contestano tra l''altro i dati forniti dal governo sulla capacita'' legale delle prigioni italiane.(ANSA).
09-MAG-14 17:21
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Expo, Marco Cappato: Pisapia torni Commissario e si istituisca la Consulta ambientale soppressa
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Stamina, Filomena Gallo: quale sarà l'atteggiamento dell'avvocatura di Stato?
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
Le dichiarazioni di oggi del Ministro Lorenzin in merito all'inizio dei lavori della nuova commissione chiamata a giudicare il metodo Stamina se da un lato fanno pensare ad un inizio dei lavori per recuperare tempo per via di una possibile decisione di annullamento nel merito del parere della precedente commissione, dall'altro ci lasciano perplessi. La decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio in merito al Comitato di esperti chiamato a esprimere parere sul metodo Stamina è solo un provvedimento di sospensiva che vedrà la discussione nel merito all'udienza che si terrà l'11 giugno dinanzi al TAR Lazio. Sinceramente ci saremmo aspettati comunque una difesa della prima Commissione che ha espresso un parere sul metodo Stamina in base a documentazione fornita dallo stesso Vannoni con la fondazione Stamina. La documentazione all'esame della nuova Commissione sarà la stessa? L'avvocatura di Stato per il Ministro Lorenzin difenderà all'udienza del giorno 11 la Commissione precedente e il loro lavoro? Occorre rivendicare l'autorevolezza della prima Commissione e ricordare al Tar quanto è emerso sino ad oggi sulla Stamina Foundation dal punto di vista scientifico e giuridico e anche il lavoro della Commissione Igiene e Sanità del Senato. Il giudici del TAR Lazio scrivono infatti quanto segue non pronunciandosi nel merito:" Considerato che solo un’approfondita istruttoria in contraddittorio con chi afferma che il Metodo Stamina non produce effetti negativi collaterali potrà - ove a conclusione dei lavori si arrivasse a confermare il parere contrario all’inizio della sperimentazione - convincere anche i malati con patologie dall’esito certamente infausto, e che su tale Metodo hanno riposto le ultime speranze, che il rimedio stesso non è, almeno allo stato, effettivamente praticabile; Considerato infine che la giusta preoccupazione del Ministero della salute e della comunità scientifica - che non siano autorizzate procedure che creino solo illusioni di guarigione o comunque, e quanto meno, di un miglioramento del tipo di vita, e che si dimostrino invece nella pratica inutili o addirittura dannose - può essere, anche nella specie, superata con un’istruttoria a tal punto approfondita in tutti i suoi aspetti da non lasciare più margini di dubbio, anche ai fautori del Metodo in esame, ove il procedimento si concludesse negativamente, che il Metodo stesso non è, o almeno non è per il momento, praticabile"
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Governo, Bernardini e Testa: Renzi favorevole ad autodichia per far da scudo a sua incapacità?
Abbiamo invitato più volte, anche a ridosso dell'udienza, il presidente Renzi a non costituirsi in giudizio davanti alla Corte costituzionale, lasciando Grasso e Boldrini da soli a difendere l'odioso privilegio, ma non abbiamo ricevuto risposta. Siamo fiduciosi che la Corte saprà fare a breve giustizia della tesi assurda, secondo cui l'indipendenza dei massimi organi dello Stato riposerebbe sulla sottrazione di un dipendente demansionato al giudice comune di legittimità.
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Oro nero, quando lo sviluppo economico appanna le coscienze: intervista a Maurizio Bolognetti
Quindici, maggio 2014
Oro nero, quando lo sviluppo economico appanna le coscienze
Di Angela Cammarota
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Mentre in Emilia Romagna il rapporto Ichese Hnon esclude" il legame tra trivellazioni e terremoto, in un'altra terra sismica si intensifica la produzione di greggio e gas.Intervista a Maurizio Bolognetti, giornalista e coordinatore di Radicali lucani, da anni in prima linea per denunciare l'impatto ambientale e sociale delle estrazioni di idrocarburi in Basilicata.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Qui per scaricare e leggere l’articolo line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">
Approfondimenti
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Malati Sla. Coscioni, Welby, Gallo: ennesimo tavolo governativo per decidere di non decidere. Intervento immediato dei Ministri competenti
Malati SLA. Coscioni, Welby, Gallo: ennesimo tavolo di lavoro governativo per decidere di non decidere e negare la speranza a numerose famiglie italiane lasciate sole…basta con i venditori di illusioni, intervento immediato dei Ministri della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell'Economia
Ancora un tavolo di lavoro? È questo che il governo del "fare", anzi del "già fatto", sa proporre e concepire? È un ipotetico, futuribile, generico, "faremo" quello che sa promettere e annunciare? Quando, con che tempi, con quali risorse certe "farà"? Chi ci metterà la faccia? I malati di SLA sono stati presi in giro troppe volte da anni, da governi e ministri di ogni colore. Davvero, non se ne può più: i malati hanno problemi reali che non possono essere affrontati mettendo in gioco le loro vite. A loro e ai loro familiari tutta la nostra solidarietà.
È quanto dichiarano Maria Antonietta Farina Coscioni, Mina Welby, Filomena Gallo rispettivamente presidente onorario, copresidente e segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica.
Ieri, proseguono Farina Coscioni, Welby e Gallo si è consumata l'ennesima offensiva sceneggiata: una delegazione di malati di SLA è stata ricevuta per l'ennesima volta dai sottosegretari dei Ministeri della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell'Economia, ha esposto per l'ennesima volta i drammatici problemi in cui i malati con le loro famiglie si dibattono in solitudine, ha ricevuto per l'ennesima volta ampie e generiche assicurazioni...per l'ennesima volta, in concreto, seguirà il nulla?
Come, quando, chi, darà pratica esecuzione al contenuto di quei dossier che da tempo immemorabile giacciono al ministero della Salute? È vergognoso che la questione si trascini così da anni. Vendono fumo e illusioni, ed è avvilente questo sconcertante rimpallo tra ministeri, ministri e regioni senza che nessuno si assuma la responsabilità di fare qualcosa di concreto.
Il ministro della Salute non ha alibi, così come non ne ha il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e quello dell'Economia.
Promesse e assicurazioni sono solo, sempre più cortine fumogene per cercare di occultare inerzie e indifferenza. Occorre al contrario operare in termini di ore, neppure di giorni.
È bene che lo si sappia: se si continuerà con questa politica del rinvio e delle inconcludenti promesse saremo costretti ad agire e reagire di conseguenza.
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Utero surrogato, Ass. Coscioni: in Italia vietato solo se commercializzato. Si all'informazione del Ministero ma corretta
Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni
"In Europa, esistono legislazioni che permettono la pratica dell'utero surrogato regolato per legge e disciplinato in maniera del tutto legale. Inoltre nel nostro Paese la legge 40 del 2004 prevede che i figli nati da tecniche vietate nel nostro Stato siano considerati figli legittimi della coppia e non è possibile effettuare il divieto di paternità", dichiara l'avv. Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni.
Come ha evidenziato l'avvocato Francesca Re, membro di giunta dell'Associazione Luca Coscioni nel commentare la sentenza del Tribunale di Milano del 15 ottobre 2013, relativamente al caso di una coppia sterile che si è rivolta ad un centro ucraino per la maternità surrogata "Su questo punto, ed in via preliminare, occorre evidenziare che nell’agosto 2011 il Ministero degli Esteri diffuse un documento destinato alle ambasciate italiane il quale forniva indicazioni precise sul comportamento che il funzionario consolare dovesse assumere in presenza di una sospetta maternità surrogata. Il documento afferma letteralmente che “in presenza di atti di nascita formalmente validi, il funzionario consolare sebbene a conoscenza del fatto che la nascita aderivi da maternità surrogata, deve accettare gli atti e inoltrarli al Comune competente dando tuttavia nel contempo opportuna informazione delle particolari circostanza della nascita al Comune e alla procura della Repubblica”. E’ dunque prassi comune che il funzionario consolare accetti gli atti già perfezionati e li inoltri al competente comune per la trascrizione. Solo in un momento successivo, eventualmente, si darà inizio ad un accertamento dei fatti in sede penale, con riferimento al reato di alterazione di stato".
"I tribunali però stanno archiviando tutti questi casi - conclude Gallo - ed è bene precisare che l'utero surrogato in Italia è vietato, in base alla legge 40, solo se commercializzato e che nel 2000 il Tribunale di Roma ha autorizzato questa pratica se applicata su base solidale senza commercializzazione del corpo o di parti di esso nel pieno rispetto delle norme in vigore nel nostro Paese e delle norme comunitarie. Quindi bene che il Ministero della Salute faccia informazione, ma informazione corretta".© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Vecellio: arresti Expo, un marcio negato, occultato e che nonostante tutto tracima...
A lungo negato, perfino occultato, il marcio Milan-lombardo emerge nuovamente, evidenziando la presenza di un nuovo/vecchio che sembra non finire mai. E' quanto scrive Valter Vecellio della direzione di Radicali italiani sul periodico "Notizie Radicali". Fermo restando che anche in questa occasione occorre cautela e prudenza, perche' troppe volte inchieste che apparivano inattaccabili si sono rivelate piu' che lacunose, e comunque vale per tutti il principio di innocenza fino a quando non si viene dichiarati colpevoli da sentenza definitiva, quello che sconcerta e' da una parte la ripetizione di nomi, persone, ruoli; dall'altra il dover prendere atto del persistere (anzi di un ulteriore consolidamento), di un sistema di potere politico-criminale-affaristico che affratella maggioranze reali e sedicenti opposizioni.
Piu' in generale: a Milano e in Lombardia i licenziamenti solo quest'anno sono aumentati del 45 per cento, la cassa integrazione del 78 per cento. Sta drammaticamente esplodendo la bomba costituita dagli aeroporti milanesi, 2.300 dipendenti hanno gia' ricevuto la lettera di licenziamento con nessuna prospettiva di assunzione, mentre l'Unione europea ha comminato una multa di 452 milioni di euro per pasticci contabili. Si registra una pesantissima crisi degli aeroporti, a pochi mesi da Expo 2015, con tutte le immaginabili conseguenze; e meta' dei lavori sono in alto mare, mentre le indagini della magistratura mettono in luce inquietanti inquinamenti da parte della 'ndrangheta e della criminalita' organizzata. Quello che emerge (ma in verita' era stato denunciato da tempo dai radicali) circa i veleni che inquinano palazzo di giustizia completa il quadro. Ma sopratutto quello che inquieta e sconcerta e' la completa assenza di una politica degna di questo nome. La linea della palma si sposta verso nord, si legge in una poesia giovanile di Leonardo Sciascia. Una "linea" che a Milano e in Lombardia, grazie anche all'assenza della politica e alla presenza attiva di certi politici, si e' consolidata da tempo. Possibile che a Milano e in Lombadia non ci siano almeno tredici politici in grado di elaborare una politica che sappia,possa, voglia contrastare tutto questo marcio che emerge e tracima?© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Datagate. Cappato e Perduca: Mogherini chieda spiegazioni agli USA sullo spionaggio del centro di fisica di Trieste
Dichiarazione di Marco Cappato e Marco Perduca, del Partito radicale
Secondo le rivelazioni pubblicate ieri da "Le Monde" basate sulle rivelazioni di Edward Snowden e relative alla lista delle vittime di spionaggio da parte della National Security Agency americana comparirebbe anche il Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, che da tempo collabora con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Se ciò dovesse corrispondere a verità si tratterebbe di un'ulteriore grave intrusione USA nelle attività di un alleato leale come l'Italia. Chiediamo quindi alla Ministra Mogherini di ottenere spiegazioni ufficiali da Washington sulla portata, gli obiettivi e i risultati di tale opera di spionaggio, nonché sulle procedure che l'hanno reso possibile e su ogni altra operazione simile eventualmente in atto nel passato o attualmente. E già che ci siamo, di far effettuare ulteriori controlli relativamente ad altre istituzioni a rischio.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: I filantropi della Fondazione Mattei e l’epopea dell’oro nero lucano.
Fonte Nuova del Sud(pag.2) e Quotidiano della Basilicata
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario di Radicali Lucani
Bontà loro, quei filantropi della “Fondazione Mattei” ci hanno voluto far sapere che noi altri terroni lucani dovremmo esprimere, quotidianamente, la nostra gratitudine per la presenza delle attività di estrazione idrocarburi nelle nostre valli e sulle nostre montagne. Ad ascoltarli, quelli della “Mattei”, verrebbe da chiedersi come mai il culto mariano della Madonna Nera di Viggiano non sia stato sostituito da un annuale o trimestrale pellegrinaggio nei luoghi “miracolosi” in cui sgorga abbondante l’oro nero.
La lettura dei dati sul “turismo business”, diciamocelo, risulta a dir poco esilarante. Pensate, grazie al petrolio arrivano nella Basilicata Saudita ben “11 milioni di euri”.
Dunque, la Regione che vanta due straordinari Parchi nazionali e risorse ambientali e paesaggistiche di inestimabile valore dovrebbe puntare sul turismo petrolifero. E perché no, potremmo proporre ai tour operator la settimana dell’oro nero lucano, con tanto di visita al Cova, alle sorgenti inquinate, ai pozzi trivellati in prossimità di dighe e centri abitati e tappa finale, con colazione al sacco, presso il DIME.
Quelli della “Fondazione”, siatene certi, ne sarebbero entusiasti.
In un futuro non lontano, la Valle dell’Agip potrebbe popolarsi di edicole votive dedicate al culto di San Gheller e San Cristiano Re, che verranno descritti dai libri di storia - o quanto meno da una stampa compiacente - come pionieri del vecchio West: l’epopea avventurosa della caccia al greggio lucano e del Far West petrolifero.
Ci dicono che senza di loro avremmo una Basilicata da terzo mondo. La verità è che la Basilicata terzo mondo lo è già e lo anche grazie all’ingombrante presenza delle compagnie petrolifere. La Basilicata è come il Delta del Niger, l’Iraq, il Kazakistan. La Basilicata è un pezzo del profondo sud che hanno deciso di sacrificare sull’altare del superiore interesse della nazione.
Non abbiamo diritti, ma solo doveri e se non accetteremo le perline e gli specchietti che continuano a venderci sono pronti a chiuderci in una qualche riserva.
Lo faranno, così come per anni hanno evitato seri controlli delle emissioni inquinanti.
Terzo mondo lo siamo oggi; un terzo mondo che qualcuno vuole vincolare alla monocultura del petrolio, anche a costo di distruggere risorse ben più preziose dell’oro nero.
Nel terzo mondo lucano non contano le direttive comunitarie in materia di Valutazione di Impatto Ambientale e si può trivellare anche in zone ad alto rischio sismico, con buona pace degli avvertimenti di quegli scienziati che operano in scienza e coscienza e non hanno svenduto la loro dignità di ricercatori a una qualche multinazionale.
Se il futuro della Basilicata è rappresentato dall’oro nero, allora vuol dire che la Basilicata non ha futuro.
Se mettessimo su un piatto della bilancia i presunti benefici che il nostro territorio ha ricavato dalle attività estrattive e sull’altro piatto i danni, gli effetti collaterali e le occasioni perse e sacrificate, avremmo un saldo nettamente passivo.
Il film che meglio potrebbe descrivere la Lucania dell’epopea dell’oro nero è “Il Petroliere”, del quale è tra l’altro stato scritto: “Il Petroliere è un film fatto di bitume, di corpi che diventano tutt'uno con la terra e l'oro nero che la intride. Corpi pronti ad essere spezzati e anche dilaniati nella ricerca di un possesso avido quanto amorale”.
Ecco, la “Basilicata Film Commission” potrebbe finanziare un film ispirato alla pellicola di Paul Anderson e ambientarlo nella Valle dell’Agip. La verità è che al di là della interessata lettura della realtà lucana fatta dai capoccioni della “Mattei”, il tema importante posto dalle attività estrattive, che è quello ambientale, sembra interessare a pochi, ad iniziare dai sindacati.
Approfondimenti
Il Quotidiano della Basilicata, 8 maggio 2014
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Droghe: Perduca (Radicali) mentre il mondo parla di legalizzazione l'Italia ascolta Giovanardi. Sul proibizionismo Renzi cambi verso e alleati
Dichiarazione di Marco Perduca, Rappresentante all'Onu del Partito Radicale:
“Oggi, mentre alla London School of Economics viene presentato uno studio internazionale dal titolo “Ending the Drug Wars” (metter fine alle guerra alla droga - www.lse.ac.uk/IDEAS/publications/reports/pdf/LSE-IDEAS-DRUGS-REPORT-FINAL-WEB.pdf) in Italia ci si appresta a “modificare” la peggiore legge europea in materia di sostanze stupefacenti affidandola alle sapienti cure di uno dei due estensori originali di quel testo: il senatore Carlo Giovanardi. Non credo che occorra aggiungere molto sulla qualità dell'operato repressivo e anti-scientifico del politico del Nuovo CentroDestra, credo però che sia opportuno sottolineare come la “modifica” della ex Fini-Giovnardi non si distacchi nell'approccio dall'impianto della legge del 2006: resta infatti intatto tanto lo schema proibizionista quanto la risposta punizionista. Niente di più, niente di meno. Eppure una maggioranza per andare oltre al fallimento della proibizione ci sarebbe stata, occorreva concentrarsi più sulla necessità di radicale discontinuità col passato piuttosto che sull'urgenza di colmare il vuoto legislativo. Tra le altre cose si tratta di una ulteriore occasione perduta anche per corrispondere alla sentenza pilota della Corte european sui diritti umani, visto e considerato che oltre un terzo dei detenuti italiani è in carcere per crimini legati alle “droghe”. A parte qindi la simbolica assegnazione a Giovanardi del ruolo di relatore in aula di una legge che porta il suo nome e che solo qualche settimana fa era stata dichiarata incostituzionale pel metodo in cui fu fatta adottare, di per sé una dichiarazione di non belligeranza col “nemico” della libertà di scelta, ricerca scienfitica e cura, l'Italia continua a scontare un'arretratezza culturale, oltre che politica, in materia di sostanze stupefacenti. Occorre che Matteo Renzi nomini quanto prima al Dipartimento per le Politiche Antidroga qualcuno che sia, anche internazionalmente riconosciuto, capace di governare il fenomeno in tutti i suoi aspetti e che lo doti di una direzione scientifica degna di tal nome dopo i disastri del dottor Serpelloni. Renzi, o chi per lui, legga inoltre il rapporto della London School of Economics, firmato da Nobel, esperti e politici, e deleghi qualcuno a esser presente al Convegno Internazionale della “International Society for the Study of Drug Policy” che si terrà a Roma dal 21 al 23 maggio 2014 presso la sede del CNR. Per cambiare verso ci vuol impegno e costanza.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bollettino medico di Marco Pannella
In giorno 6-5-2014 Marco Pannella è stato dimesso dalla Clinica Nostra Signora della Mercede, ove è stato ricoverato il 26-4-14.
Il 22 aprile era stato sottoposto ad intervento d’urgenza per leak della branca sinistra di endoprotesi aorto-bisiliaca con formazione di vasto ematoma retroperitoneale. E’ stata posizionata una nuova endoprotesi e confezionato un bypass protesico femoro-femorale. Nel postoperatorio è stato necessario effettuare due emotrasfusioni, a seguito di anemizzazione secondaria al sanguinamento acuto. Fin dalla prima giornata post-operatoria il paziente ha rifiutato di assumere cibi e liquidi per via orale e, trascorse le prime 24 ore dopo l’intervento, anche per via endovenosa. Per tale ragione non era stato ritenuto opportuno effettuare la prevista angio TC post-operatoria necessaria per verificare l’esito dell’intervento. Alla dimissione dal Policlinico Gemelli, dato il rifiuto del paziente ad interrompere il digiuno e il conseguente stato di disidratazione è stato deciso il trasferimento presso la Clinica Nostra Signora della Mercede. Durante la degenza Pannella ha accettato la correzione di una grave ipopotassiemia, attraverso infusione di fleboclisi contenenti potassio e, il giorno 5-5, di effettuare la prevista angioTC post-operatoria, con relativa idratazione prime e dopo la somministrazione di mezzo di contrasto. L’esame ha confermato il pieno successo dell’intervento chirurgico, con parziale riassorbimento dell’ematoma. La funzione renale non si è modificata. Dall’ingresso in clinica il paziente è rimasto sostanzialmente a digiuno, sia per solidi che per liquidi, consentendosi solo occasionalmente della coca cola e delle mele. Tuttavia le infusioni endovenose effettuate, soprattutto in preparazione della TC, hanno limitato le conseguenze del digiuno (dall’ingresso il peso è diminuito di circa 1 kg). Per quanto sopra detto, essendo stato interrotto al momento della dimissione ogni supporto infusivo parenterale, è assolutamente necessario che il paziente riprenda una regolare alimentazione ed idratazione, per preservare la funzionalità del bypass recentemente impiantato e dei reni, sovraccaricati da farmaci e mezzi di contrasto. A tale prescrizione, nonostante le motivazioni esposte dettagliatamente dai curanti, il paziente al momento non intende aderire.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Morire d'Amianto
Di Maurizio Bolognetti
Centinaia di lavoratori della Val Basento hanno dovuto barattare la salute per il lavoro. Un baratto infame consumatosi sulla pelle di chi per anni, inconsapevole, ha lavorato a contatto con sostanze tossico-nocive-cancerogene e tra queste la micidiale fibra killer: l’amianto. In occasione della IX Giornata Mondiale delle vittime del’Amianto, la Sezione Val Basento dell’AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto) ha organizzato la manifestazione "Storie di Lavoro e di morte - Dialoghi D’Amianto". Il 15 aprile del 2013, Mario Murgia, vice presidente nazionale dell’Aiea, ha depositato presso la Procura della Repubblica di Matera un esposto-denuncia relativo alle "decine di morti che solo nell’ultimo decennio si sono verificate tra i dipendenti dello stabilimento Anic/Enichem Spa" di Pisticci scalo. Morti silenziate e che qualcuno vorrebbe rimuovere e far dimenticare. Nell’esposto si ipotizzano i reati di lesione e omicidio colposo aggravato a danno di centinaia di lavoratori dello stabilimento Anic/Enichem
"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti
Quotidiano della Basilicata, 7 maggio 2014
Gazzetta del Mezzogiorno, 7 maggio 2014
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Pannella, ancora fame di amnistia e indulto. Prosegue la lotta del leader radicale. Nostra campagna per farlo senatore
Pubblichiamo un articolo di Vittorio Pezzuto, con un intervento della Segretaria nazionale di Radicali Italiani, Rita Bernardini, edito oggi sul Giornale online "La Notizia". L'iniziativa del giornale online riguarda la campagna perché Marco Pannella possa essere nominato Senatore a vita.
Marco Pannella non molla e annuncia la convocazione dal 23 al 25 maggio (in coincidenza con la domenica elettorale) dell’ottavo congresso italiano del Partito radicale. Costretto a rinunciare allo sciopero della sete (in queste ore si sta sottoponendo a una Tac di controllo che necessita di un liquido di contrasto) prosegue intanto lo sciopero della fame per chiedere che vengano deliberati quei provvedimenti di amnistia e di indulto che farebbero uscire lo Stato italiano dalla condizione di flagrante reato di violazione dei diritti umani.
«Non siamo più solo noi a denunciarlo – spiega la segretaria radicale Rita Bernardini – ma l’Europa stessa, che con la sentenza Torreggiani ci ha imposto la data-tagliola del prossimo 28 maggio per ripristinare finalmente il diritto nelle carceri e nel Paese».
Un tema che lo scorso 8 ottobre il presidente Napolitano aveva sollevato con forza nell’unico messaggio scritto finora inviato alle Camere.
«Il Capo dello Stato – ricorda Bernardini – ha ammonito il Parlamento sull’obbligo di rientrare immediatamente nella legalità e ha invitato a prendere in considerazione i provvedimenti di amnistia e indulto, dal momento che tutte le misure di depenalizzazione e di decarcerizzazione potranno valere solo per il futuro. Purtroppo il dibattito in Aula è stato sottotono e di fatto ha restituito il messaggio al mittente».
Ragion per cui Pannella si è visto costretto a sferzare l’indifferenza della classe politica con un’iniziativa nonviolenta che (a sorpresa ma non troppo) ha suscitato l’attenzione e la solidarietà dello stesso Papa Francesco. Un gesto che gli è valso il ringraziamento dello stesso Napolitano, ribadito formalmente con una dichiarazione all’Ansa.
«Alla felicità per la sua nota – osserva Bernardini – si è però aggiunta la tristezza per un altro take della stessa agenzia, intitolata “12 mila detenuti in più rispetto ai posti”. Falso, sono invece più di 20mila! Per questo motivo mi sono vista costretta a scrivere al Capo dello Stato per informarlo sul taroccamento dei dati ufficiali in circolazione su carceri e giustizia».
Quanto alla campagna de La Notizia per la nomina di Pannella a senatore a vita (che ha raccolto adesioni importanti e trasversali, da Berlusconi a Cofferati passando per Parisi e Mastella) Bernardini osserva: «Non siamo certo noi a doverci esprimere in proposito ma certo oggi quella nomina avrebbe una pregnanza diversa rispetto al passato, avrebbe un’importanza ancora maggiore».
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Eutanasia, Ass. Coscioni: 8mila firme in meno di 24 ore. Domani ottavo presidio per chiedere discussione in Parlamento
Si terrà domani, mercoledì 7 maggio, dalle 09.30 alle 11.00 per l'ottava settimana consecutiva, il Presidio dell'Associazione Luca Coscioni a Piazza Montecitorio per chiedere al Parlamento, dopo 236 giorni dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia, di fornire una risposta ai 79.000 firmatari. Si chiederà altresì un impegno ai capigruppo per la calendarizzazione della proposta, in modo da aprire un "sereno e approfondito dibattito" sul tema del fine-vita, così come auspicato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera inviata alla nostra Associazione il 18 marzo 2014.
Nel corso del presidio al quale prenderà parte Mina Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni e prima firmataria della proposta di legge, sarà distribuito il testo di un appello rivolto ai Presidenti Boldrini e Grasso per la calendarizzazione della proposta che la stessa Mina Welby ha lanciato dal sito Change.org, appello che ha raccolto 8.000 firme in meno di 24.
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Ucraina. Perduca: Occidente non vada in ordine sparso, chieda rispetto norme legalità internazionale e diritti della minoranza tatara
Dichiarazione di Marco Perduca, Rappresentate all’Onu del Partito Radicale:
Occorre che su quanto accade in Ucraina l’Occidente parli con una voce sola chiedendo tanto il rispetto dei patti raggiunti a Ginevra quanto quello del riconoscimento della giurisdizione della Corte penale internazionale da parte di Kiev per cui l’uso della forza sul territorio di quel paese è ancor più soggetto al diritto umanitario internazionale. Posto che mi par molto difficile invocare il rispetto di un accordo, come quello di Ginevra, avvenuto molto prima che provocazioni e reazioni violente avessero fatto precipitare la situazione e posto che comunque solo il confronto e il dialogo politico possono evitare il peggio – sempre che le centinaia di vittime civili e militari già non siano il “peggio” - bisogna che in seno al Consiglio d’Europa venga proposta una possibile via d’uscita dalla guerra civile che non deroghi dagli obblighi internazionali di tutte le parti interessate direttamente, e indirettamente, nel conflitto. In mancanza di corrispondenza a tali obblighi, oltre alle sanzioni penali, occorre prendere in considerazioni anche gravi decisioni politiche come fu fatto una quindicina d’anni fa proprio nei confronti della Federazione russa in occasione della seconda guerra di Cecenia. Occorre quindi far sapere a l’Ucraina e alla Russia che tra i possibili scenari ci può esser anche quello della sospensione delle loro delegazioni dal Consiglio d’Europa in attesa che la ragione prevalga sulle provocazioni e gli scontri armati. Allo stesso tempo occorre anche far sì che il 25 maggio prossimo si tengano le elezioni presidenziali perché sarebbe particolarmente difficile poter continuare a dialogare con un governo a scarsa “legittimazione democratica” in un momento in cui è a rischio l’integrità territoriale e la stabilità di ampie zone dell’Europa orientale. Infine mi permetto di segnalare ai paesi tradizionalmente più vicini alla Russia, quindi anche all’Italia, che in Crimea si stanno verificando pericolosissimi episodi di “liste di proscrizione” nei confronti della minoranza tatara, un ulteriore motivo per cui l’appello al rispetto della legalità internazionale e ai diritti umani dovrebbe esser al centro dei contatti anche bilaterali…© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Vecellio/Giustizia: non basta condividere, occorre fare. Il Ministro della Giustizia Orlando se e' davvero d'accordo con il Presidente della Repubblica Napolitano "urli": amnistia, indulto subito
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando fa sapere di condividere le valutazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e che esistono le condizioni per una riforma della giustizia; dunque e' necessario agire.
Condividere non e' sufficiente, occorre fare, scrive Valter Vecellio della direzione di Radicali italiani in una nota per il periodico "Notizie Radicali". E cosa si deve fare il presidente Napolitano lo ha autorevolmente e solennemente detto in almeno tre occasioni: durante il prestigioso convegno ospitato al Senato tre anni fa; in occasione del primo (e unico) messaggio inviato alle Camere; nel corso del colloquio con Papa Francesco che poco prima aveva telefonato a Marco Pannella per esprimergli solidarieta', vicinanza, sostegno. Occorre, come misura preliminare, condizione decisiva e fondamentale per poter avviare le riforme sulla giustizia, un provvedimento di amnistia e di indulto. Il ministro Orlando dunque lo dica, anzi lo gridi: per sanare la situazione intollerabile nelle carceri e nei tribunali, occorrono amnistia e indulto, subito. Sono gli unici provvedimenti che si possono adottare per superare lo stato comatoso della giustizia Italiana. Tutto il resto, assicurato e ipotizzato, sono solo pannicelli caldi, cortine fumogene fuorvianti. Orlando, se vuole, puo' farsi portatore nel Governo e nel PD, dell'unica, vera, riforma in grado di interrompere una miope e criminale politica decennale che ci ha portato all'attuale collasso. Se Orlando condivide i richiami e i moniti del presidente Napolitano deve gridare: amnistia e indulto subito! Sapra', vorra', potra' farlo?© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti su “morti bianche” Val Basento e denunce Aiea
Fonte Pisticci.com, 6 maggio 2014
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiane e Segretario di Radicali Lucani
Morti silenziate, morti che qualcuno vorrebbe rimuovere e far dimenticare. Morti, figlie di un’industrializzazione che ha prodotto soprattutto cassa integrazione e una pesantissima contaminazione di un’estesa area della Val Basento compresa tra i comuni di Ferrandina, Pisticci, Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra. Un’area che non a caso è tra i Siti di Bonifica di Interesse Nazionale e dove tutt’ora, e dopo lustri, la bonifica è al di là da venire. Intanto, i veleni che hanno contaminato tutte le matrici ambientali continuano a reclamare il loro tributo di morte.
Centinaia di lavoratori della Val Basento hanno dovuto barattare la salute per il lavoro. Un baratto infame consumatosi sulla pelle di chi per anni, inconsapevole, ha lavorato a contatto con sostanze tossico-nocive-cancerogene e tra queste la micidiale fibra killer: l’amianto. Chi sapeva, e avrebbe potuto intervenire per evitare la strage, ha taciuto. Come sempre accade, la strage di legalità e di diritto si traduce in strage di popoli.
I morti della Val Basento reclamano giustizia, così come un territorio martoriato dalla umana incoscienza e avidità reclama bonifica.
Per dirla con il Presidente dell’AIEA Vba Mario Murgia occorre dare un volto a coloro che ancora vagano nell’oblio e attendono una giustizia terrena oltre che una giustizia altrove.
Un primo passo potrebbe farlo la Procura della Repubblica di Matera, che da oltre un anno custodisce nei suoi cassetti un esposto-denuncia dell’Aiea(Associazione Italiana Esposti Amianto) sulle decine di morti verificatesi nell’ultimo decennio tra i dipendenti dello stabilimento Anic/Enichem.
Questo per non citare l’esposto indirizzato alla stessa Procura materana, datato 22 giugno 2010, nel quale si chiede di accertare le responsabilità dei datori di lavoro che hanno operato nella Val Basento(Eni, Snia, Liquichimica, Materit), in relazione alle innumerevoli malattie professionali e al decesso di decine e decine di lavoratori.
Il silenzio sulle “morti bianche” della Val Basento va spezzato e va resa giustizia a coloro che la reclamano.
L’Associazione Radicali Lucani si schiera, come già fatto in passato, al fianco di vittime, familiari e dell’Aiea che sta svolgendo un lavoro straordinario di documentazione, denuncia e proposta.
P.S.
Suggerisco alla Procura di Matera di dare un’occhiata alle video-inchieste che ho prodotto nel 2009 sull’area industriale della Val Basento. Sono certo che dalle stesse emergano numerose notizie di reato, incluso il disastro ambientale.
"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti
"Verdana","sans-serif"">Dialoghi d’Amianto(Radio Radicale, 6 maggio 2014)
"Verdana","sans-serif"">Il Lavoro rende Liberi: Le morti Bianche di Ottana(Notizie Radicali, 16 maggio 2012)
"Verdana","sans-serif"">In sciopero della fame per le vittime dell’amianto(Adnkronos, 7 ottobre 2010)
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VIII Congresso Italiano Partito Radicale - messaggio di Marco Pannella
Il messaggio/invito diffuso da Marco Pannella al termine del Senato del Partito Radicale:
Preannuncio che l’VIII Congresso italiano del Partito radicale si terrà a Roma a partire dal primo pomeriggio di venerdì 23 maggio a domenica 25 fino a conclusione dei lavori.
E’ quanto ha appena deliberato all'unanimità il Senato del Partito Radicale alla presenza dei responsabili dei soggetti costituenti (Radicali Italiani, Non c'è Pace senza Giustizia, Nessuno Tocchi Caino, Certi Diritti, Associazione Luca Coscioni, Esperanto Radikala Asocio, Anticlericale.net) riunitosi formalmente a Roma il 2 e 3 maggio 2014.
In allegato troverai un brevissimo messaggio che ho registrato per Radio Radicale. Ho voluto avvisarti immediatamente di questa decisione riservandomi di inviarti nelle prossime ore la convocazione ufficiale.
Spero che tu possa, se non lo hai ancora fatto, iscriverti al Partito Radicale per tentare insieme di compiere questo sforzo
Un abbraccio,
Marco
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Stamina, Gallo e De Luca: intervenga Ministro su dichiarazioni Mantovani
Dichiarazione di Filomena Gallo e Michele De Luca, rispettivamente Segretario e co-Presidente dell'Associazione Luca Coscioni
Le dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Mario Mantovani, che ha lanciato un vero e proprio appello “a tutti i dirigenti delle Aziende ospedaliere chiedendo se c’'e'' qualche medico disponibile a fare le infusioni", sono gravissime. Siamo dinanzi ad una politica schizofrenica, con un membro della Giunta Lombarda che anziché cercare di fare chiarezza contribuisce a peggiorare il già inammissibile far west che la vicenda Stamina ha creato. Perché proprio l’Assessore alla Salute chiede ai medici della sua regione di agire in contrasto con il codice deontologico della loro professione che all’articolo 13 cita ‘Sono vietate l’ adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinico scientifica, nonché di terapie segrete”, come ribadito dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale? Perché Mantovani, che proprio qualche mese fa aveva dichiarato che dalla Regione Lombardia non era giunto nessun ok all’entrata di Stamina agli Spedali civili di Brescia, ora, si mette a fare il battitore d’asta dei medici favorevoli alle infusioni con il cosiddetto “metodo Stamina”? Mantovani ignora il blocco alle infusioni deciso dall'Aifa nel maggio 2012? Mantovani ignora il pericolo per la salute pubblico sotteso alle infusioni?
Siamo dinanzi ad una politica che si fa ricattare da ‘chiunque’ pretenda ‘qualsiasi cosa’ (incluse cure che cure non sono e su cui, ricordiamolo, sta indagando la magistratura con accuse pesantissime) urlandolo nelle piazze e davanti alle telecamere.
Chiediamo l’immediato intervento del Ministro Lorenzin per fermare questa iniziativa di Mantovani e mostrare rispetto per gli Spedali civili di Brescia e per i medici che, come ha ricordato poco fa Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) sono, dopo i pazienti, le seconde vittime di questa assurda situazione.
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