Radicali Italiani
Lettera aperta al Governo italiano: cambiamo verso alle politiche sulle droghe?
La segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini ha inviato la seguente lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Egregio Presidente del Consiglio, Egregio Ministro, Gentile Ministra,
Il prossimo 26 giugno si terrà la “Giornata mondiale Antidroga”, istituita dalle Nazioni Unite. Per evitare, per quello che mi e ci compete, l’ennesimo appuntamento rituale e retorico, vorrei sottoporvi tre punti concreti relativi alle politiche sulle droghe, su cui il governo italiano può e deve intervenire.
1) Il primo punto potrebbe apparire irrisorio e non degno di attenzione da parte vostra ma, secondo me, è invece significativo della disattenzione con cui spesso le istituzioni pubbliche svolgono i loro compiti, fra i quali vi è la corretta informazione ai cittadini sulle leggi che tali cittadini devono rispettare. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 115 del 20 maggio 2014, a pag. 77, è stato riportato il testo “vigente” dell’art. 73 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo Unico delle leggi sugli stupefacenti). Si tratta di una norma molto importante perché fissa le pene per produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. Il testo pubblicato in Gazzetta è ancora quello previsto dalla legge n. 49/2006 (cosiddetta legge “Fini-Giovanardi”), abolita dalla sentenza della Corte Costituzionale 12-25 febbraio 2014, n. 32 (in G.U. 1a s.s. 5/3/2014, n. 11). Il testo non aggiornato prevede pene non differenziate a seconda che la sostanza stupefacente sia nella Tabella I (droghe pesanti) o nella Tabella II (cannabis e derivati) o nelle altre tre tabelle, reintrodotte dal recente D.L. 20 marzo 2014, n. 36 (in G.U. 21/03/2014, n. 67) , convertito con modificazioni dalla L. 16 maggio 2014, n. 79 (in G.U. 20/5/2014, n. 115). L’errore esistente in Gazzetta è stato propagato dalle banche giuridiche online (es. Normattiva), con grave danno per la certezza del diritto e grave rischio di errata interpretazione della norma da parte degli operatori del diritto. Dopo la nostra denuncia pubblica dell’infortunio formale ma sostanziale in cui è incorso il Ministero di Giustizia – che dobbiamo all’attenzione di Giulio Manfredi della Direzione di Radicali italiani e all’ADUC - abbiamo ricevuto una pronta replica dell’Ufficio Stampa del Ministro di Giustizia, che non ha contribuito a fare chiarezza sulla questione. Chiediamo al Ministro di Giustizia di ripubblicare in Gazzetta Ufficiale l’art. 73 del DPR 309/90 nel testo realmente vigente e di approfittare dell’occasione per pubblicare in Gazzetta Ufficiale un nuovo Testo Unico delle leggi sugli stupefacenti; quello attuale risale a 24 anni fa e le intervenute modificazioni, integrazioni, abrogazioni lo hanno ridotto alla stregua del vestito di Arlecchino, con grave rischio di errori di interpretazione, come peraltro testimoniato da quanto finora illustrato.
2) Il secondo punto su cui intendo attirare la vostra attenzione è la situazione del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Come radicali abbiamo salutato con soddisfazione la notizia della fine dell’incarico a Capo del Dipartimento del dott. Giovanni Serpelloni, di cui abbiamo denunciato nel corso degli anni una conduzione del tutto tecnocratica, volta solamente alla continua produzione di convegni e siti Internet, scollegata dalla situazione reale esistente nei servizi pubblici per le dipendenze, nelle comunità terapeutiche, nelle Regioni, nei Comuni e, permettetemi, nelle carceri. Il premier Renzi non ha ancora assegnato le deleghe in materia; mi pare che sia venuto il tempo delle scelte, il tempo di una profonda riforma del Dipartimento Politiche Antidroga, per renderlo uno strumento realmente utile all’intera comunità nazionale.
3) Infine, riporto qui di seguito quanto leggo sempre nel già citato D.P.R. 309/90, all’art. 1, comma 15: “Ogni tre anni, il Presidente del Consiglio dei Ministri, nella sua qualità di Presidente del Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga, convoca una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope alla quale invita soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza. Le conclusioni di tali conferenze sono comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall'esperienza applicativa”. L’ultima “Conferenza Nazionale sulla Droga” si è tenuta cinque anni fa a Trieste, organizzata dal governo Berlusconi… In cinque anni non è cambiato solamente lo scenario politico del Paese; è mutato il mercato delle droghe illegali; sono mutati i problemi degli operatori sul fronte della prevenzione e cura delle dipendenze (da droghe illegali e non); c’è l’esigenza di ridefinire i rapporti in materia fra Stato e Regioni. Vi chiedo di operare per l’indizione della Sesta Conferenza Nazionale sulla Droga il prossimo autunno, prendendo tutto il tempo necessario alla preparazione di un appuntamento che non deve essere rituale ma che deve segnare un profondo cambiamento; per esempio, riportando alla ribalta quelle politiche di “riduzione del danno” (harm reduction) che costituiscono in tanti Paesi europei il quarto pilastro (assieme a prevenzione, cura e repressione) delle politiche sulle dipendenze. Un appuntamento da utilizzare anche per una riflessione senza paraocchi sul fallimento delle politiche proibizioniste, in Italia come nel resto del mondo.
Mi fermo qui. Come potete constatare, ho toccato punti molto concreti, tentando così di inficiare l’accusa che viene continuamente rivolta ai fautori della legalizzazione delle droghe, quella di essere portatori di una non ben identificata “ideologia antiproibizionista”, avulsa completamente dalla realtà. Senza alcuna presunzione, mi pare che le lotte puntuali di Marco Pannella e dei radicali tutti di questi ultimi 50 anni rappresentino tutto fuorché una visione ideologica delle cose.
In attesa di un Vostro cortese riscontro, invio distinti saluti.
Rita Bernardini
Segretaria di Radicali Italiani
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Decentramento Milano, radicali: "Ecco i costi delle zone e i fondi distribuiti"
Comunicato stampa del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano
Si terrà il prossimo lunedì 23 giugno 2014 alle ore 14.45 a Milano in via Marino 7 (terzo piano) la conferenza stampa sul tema:
"Quanto costano le zone, cosa fanno e cosa dovrebbero fare"
Nel corso della conferenza stampa il Gruppo Radicale - Federalista Europeo renderà noti i costi strutturali dei 9 consigli di Zona di Milano attraverso la pubblicazione -zona per zona- dei costi per gli anni 2012 e 2013: gettoni di presenza dei consiglieri a commissioni e consigli, stipendi dei presidenti, costi per il personale amministrativo, rimborso delle spese di viaggio di alcuni consiglieri circoscrizionali. A fronte dei costi di gestione, sarà anche fornito il dettaglio dei fondi liquidati dalle zone.
Il Gruppo Radicale - federalista europeo presenterà le richieste di rispetto delle regole e le proposte di riforma del decentramento.
Interverranno:
- Yuri GUAIANA, Vice-Presidente di Zona 2
- Valerio FEDERICO, Tesoriere di Radicali italiani e Consigliere di Zona 6
- Marco CAPPATO, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo
Per informazioni 02-88450062
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Giuseppe Candido: Anche in Calabria una nefanda legge elettorale tradisce la volontà referendaria dei cittadini
In Calabria si è dovuto modificare la legge elettorale regionale perché i 50 consiglieri erano troppi (in base alla popolazione attuale devono essere al massimo 30), ma nei giorni scorsi il Consiglio regionale nella sua ultima seduta è andato ben oltre e ha approvato una legge elettorale per il rinnovo del prossimo Consiglio che non solo prevede uno stratosferico sbarramento al 15% fatto apposta per quei partiti che, verosimilmente, correranno da soli fuori dalle coalizioni come potrebbe avvenire per il Movimento 5 Stelle, non soltanto istituisce l'anomala figura del consigliere regionale supplente, ma quel che è peggio che il tutto avviene diminuendo i collegi da 5 a soli tre coincidenti con le tre provincie di Cosenza, Catanzaro e Reggio. Il tutto condito da primarie obbligatorie per i partiti e per le coalizioni, ma che saranno a spese delle casse regionali, o per meglio dire, dei cittadini calabresi. Una legge elettorale giustamente definita una “truffa” da Tripepi su Il Garantista del 19 giugno e che, quasi certamente, sarà impugnata dal Consiglio dei ministri proprio per l'eccessiva soglia di sbarramento e per l'anomala figura del consigliere supplente.
Dopo gli arresti di alcuni consiglieri regionali per voto di scambio, dopo l'inchiesta calabrese sui rimborsi erogati ai gruppi in Consiglio regionale che vede ben 44 dei 50 consiglieri sotto indagine per le spese folli (dai gratta e vinci alle tasse personali), con un presidente decaduto a causa di una condanna, certo in primo grado e non definitiva, ma a sei anni e con la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, la maggioranza di centro destra che ha (s)governato la regione in questi anni, oggi vara una legge truffa che aumenta sensibilmente lo sbarramento contro il nuovo che avanza.
Nel 1993, con un referendum gli italiani si erano espressi chiaramente a favore del sistema elettorale maggioritario. Allora si votò per l'abrogazione della legge elettorale per il Senato e introdurre il sistema maggioritario di tipo anglosassone. Su quasi 48 milioni di italiani andò a votare il 77% degli elettori e la percentuale dei favorevoli al sistema maggioritario fu bulgara: 82,7%!
Ma poi anche quel voto referendario – come spesso è accaduto in questo Paese – fu tradito dalla partitocrazia che approvò invece il Mattarellum che non solo prevedeva ancora che un quarto del parlamento venisse eletto con sistema proporzionale, ma che, mantenendo di fatto la supremazia dei partiti nelle liste proporzionali, consentiva di fatto di scegliere e quindi “nominare”, in ciascun collegio, il “rappresentante” dei partiti.
Noi Radicali siamo per l'uninominale maggioritario perché, come spesso ricorda Marco Pannella, “Uno che deve governare il proprio tempo e il proprio luogo, oggi, è uno che deve rispondere in correlazione importante non solo col mondo animale e quello vegetale, ma anche con quello minerale del sottosuolo, che è uno dei primi problemi”. Aggiungendo che: “Il sistema maggioritario uninominale è il migliore perché può rappresentare non solo l'eletto, ma il complesso, il contesto nel quale l'animale umano si pone, ma deve essercene coscienza e consapevolezza di questo”.
Se si vuole garantire questo tipo di rapporto tra eletto ed elettore, tra eletto e il territorio che esso rappresenta, il sistema elettorale più adatto è senz'altro il sistema uninominale maggioritario in collegi di piccole dimensioni, in maniera che dei candidati si conosca tutto, o come si dice, vita, morte e miracoli. Con un sistema del genere, tra l'altro, gli impresentabili sarebbero subito riconosciuti come tali e i candidati sostenuti da poteri strani che oggi, invece, fanno pesare le tante preferenze che riescono a controllare nei grandi collegi, certamente avrebbero minor spazio.
Per le elezioni del Consiglio Regionale della Calabria si è invece fatta l'ennesima schifezza. La legge rimane decisamente di tipo proporzionale con le preferenze da raccattare in grandi collegi, perché, appunto, i collegi sono stati diminuiti da 5 a 3, corrispondenti alle province, e quindi ingigantiti nel numero di elettori in modo che ad essere favoriti saranno proprio quei candidati sostenuti dalle consorterie locali.
Forse, per il bene della Calabria, si sarebbe potuto pensare a qualcosa di diverso, a una riforma elettorale differente che consentisse ai cittadini di conoscere e di scegliere i propri eletti sul territorio ma, al contempo, che evitasse quel mercimonio delle preferenze che, in Calabria, si trasforma troppo spesso in voto di scambio.
Il sistema elettorale che certo consentirebbe tutto questo, ne siamo convinti, è quello uninominale maggioritario. Anche per le elezioni regionali. I trenta consiglieri sarebbero candidati, con sistema maggioritario a turno unico (chi prende più voti sale) in altrettanti trenta piccoli collegi uninominali in cui dovrebbe essere suddiviso il territorio. Non tre collegi con una popolazione enorme, ma trenta piccoli collegi con bacini elettorali di dimensioni ridotte.
Il risultato sarebbe duplice: da un lato, quello di limitare le consorterie criminali a contare di meno e solo in alcuni territori e, dall'altro, quello di avvicinare straordinariamente l'eletto all'elettore. I partiti sarebbero costretti a candidare persone per bene e con capacità indubbie, non oligarchi e capi bastone.
Nei singoli collegi dove ci si conosce e dove si conosce la vita e la storia personale di ciascuna persona, il piazzamento di candidati vicini ai poteri criminali organizzati come, invece, avviene oggi, sarebbe limitato se non addirittura impossibile.
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Droga, Perduca: caro Papa, è la proibizione che ha aumentato il mercato turpe. Col controllo legale sarebbe tutto più facile. Caro @Pontifex #parliamodidroghe
Dichiarazione di Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale:
Mi permetto di segnalare a Papa Francesco che in nessuna parte del mondo le campagne di prevenzione del consumo di "droghe" sono riuscite ad avere un impatto efficace sul controllo del fenomeno. Il mercato turpe denunciato dal Papa è frutto del proibiziosmo e non delle caratteristiche intrinseche delle sostanze stupefacenti illecite.Sono oltre 40 anni che il Partito Radicale denuncia che i danni relativi alle "droghe" non derivano da esse, ma dalla proibizione. E il mero fatto che ogni anno aumentino la produzione, il consumo e il commercio di tutte le sostanze proibite e che ogni giorno vengon scoperte nuove droghe dovrebbe insinuare il dubbio, anche nei meno addentro alla materia, che il proibionismo abbia abbondatemente manifestato i suoi fallimenti. Non solo, a un pontefice molto attento agli utlimi, ai poveri e ai diseredati, non dovrebbero sfuggire le violazioni dei diritti umani che vengono portate avanti in nome della "guerra alla droga": le carceri son piene di spacciatori trattati in modo disumano e degradante, i contadini andini o afgani sono schiavizzati e sfruttati, le donne usate come "mule", i bambini ridotti spacciatori e maltrattati e, cosa forse ancor più grave, l'80% del mondo non conosce analgesici in virtù della guerra all'oppio. Il 26 giugno sarà la giornata mondiale per la lotta alla droga; se nei prossimi giorni si riuscisse ad aprire un dibattito non ideologico in materia, son convinto che anche in Vaticano, dove certi temi fortunatamente non son più ossessioni, si propagherebbe il buon senso del controllo legale delle sostanze stupefacenti. Caro @Pontifex #parliamodidroghe
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Decentramento, Radicali: ecco i costi delle zone e i fondi distribuiti; lunedì ore 14.45 conferenza stampa
Comunicato stampa del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano
Si terrà il prossimo lunedì 23 giugno 2014 alle ore 14.45 a Milano in via Marino 7 (terzo piano) la conferenza stampa sul tema: "QUANTO COSTANO LE ZONE, COSA FANNO E COSA DOVREBBERO FARE" Nel corso della conferenza stampa il Gruppo Radicale - Federalista Europeo renderà noti i costi strutturali dei 9 consigli di Zona di Milano attraverso la pubblicazione -zona per zona- dei costi per gli anni 2012 e 2013: gettoni di presenza dei consiglieri a commissioni e consigli, stipendi dei presidenti, costi per il personale amministrativo, rimborso delle spese di viaggio di alcuni consiglieri circoscrizionali. A fronte dei costi di gestione, sarà anche fornito il dettaglio dei fondi liquidati dalle zone. Il Gruppo Radicale - federalista europeo presenterà le richieste di rispetto delle regole e le proposte di riforma del decentramento. Interverranno: - Yuri GUAIANA, Vice-Presidente di Zona 2
- Valerio FEDERICO, Tesoriere di Radicali italiani e Consigliere di Zona 6
- Marco CAPPATO, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo Per informazioni 02-88450062
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#Menoinquinomenopago – Federico: “Riduzione dei sussidi alle fonti fossili, piccolo passo avanti del Governo, ma resteranno solo buoni propositi?”
Dichiarazione di Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani:
Apprezzabile che il Governo affermi di voler "ridurre i sussidi alle fonti fossili", così come proposto nel manifesto della campagna #Menoinquinomenopago di Radicali Italiani e Legambiente.
Mercoledì 18 giugno, il ministro dello Sviluppo Guidi e il suo collega dell'Economia Padoan hanno preannunciato una serie di misure per la competitività che toccano anche le bollette dell'energia. Si tratta di un piano d'azione (approfondisci) a cui dovrebbe far seguito una serie di decreti.
Purtroppo però la bozza del decreto chiarisce che l'intervento diretto su alcuni dei sussidi alle fossili non sarà contenuto nel primo dispositivo. Esso, in termini di riduzione dei sussidi alle fonti energetiche fossili, si limita a ridurre alcune componenti di redistribuzione tra clienti dell'energia che oggi favoriscono i consumatori più intensi a spese degli altri. La direzione è giusta, ma l'approccio è incoerente e insufficiente. Il Governo dovrebbe agire sui sussidi alle fonti fossili non solo dopo un intervento di riduzione di quelli alle “rinnovabili”, e dovrebbe superare del tutto l'uso a fini di "politica industriale" delle bollette, con vantaggi di trasparenza e in ossequio al principio, presente nel Trattato fondativo della Comunità Europea e nel Trattato di Kyoto, "Chi inquina (o consuma) paga".
Radicali Italiani e Legambiente con #Menoinquinomenopago propongono una riforma fiscale ecologica che prevede il taglio di sussidi, esenzioni e sconti a chi consuma l’ambiente e la riduzione, con quanto risparmiato, della pressione fiscale sui redditi d’impresa e lavoro.
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Fecondazione, Filomena Gallo: divieto di ricerca su embrioni interferisce nelle scelte individuali
Dichiarazione Filomena Gallo, avvocato, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica Si è da poco conclusa l'udienza dinanzi alla Grande Camera della Corte EDU [ qui il video] sul caso Parrillo contro Italia sul divieto di donazione di embrioni italiani alla ricerca scientifica e revoca del consenso [qui il comunicato – qui dettagli in lingua italiana]. Vietare la donazione degli embrioni alla ricerca della Sig.ra Parrillo violerebbe gli articoli 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione (Protezione della proprietà) e 8 della Convenzione (Diritto al rispetto della vita privata e familiare): il divieto interviene nelle scelte individuali dei legittimi proprietari degli embrioni che non possono più procedere ad una destinazione diversa da quella per cui sono stati prodotti. Per tali motivi la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, seconda sezione, ha rinviato l'esame dinanzi alla Grande Camera per l'udienza odierna. Filomena Gallo, legale dell'Associazione Luca Coscioni che insieme alle associazioni Cerco un Bimbo, L'altra cicogna, Amica Cicogna e con 46 Parlamentari (elenco completo qui) ha depositato un amicus curiae, ha dichiarato: "La difesa della legge 40 è stata effettuata per il Governo da: Mme Paola Accardo, M. Gianluca Mauro Pellegrini, co-agents ; Mme Assunta Morresi,Mme Deirdre Fehily, conseillères. Mentre per la signora Parrillo:M. Nicolò Paoletti,Mme Claudia Sartori,Mme Natalia Paoletti, conseils ;M. Michele De Luca, conseiller." Le argomentazioni espresse dalla difesa della legge 40 appaiono più fantasiose che scientifiche o giuridiche. Il prof. Michele De Luca, esperto di staminali, ha illustrato alla Corte l'alto valore della donazione alla ricerca di embrioni non idonei per una gravidanza e l'importanza per tanti malati di progetti di ricerca sulle staminali embrionali. Il divieto di utilizzo di embrioni italiani imposto con la legge 40 vede i nostri ricercatori costretti ad acquistare all'estero le linee staminali embrionali. Attualmente le staminali embrionali utilizzate in Italia provengono da: USA, Australia, Svezia; Regno Unito, Belgio. Conclude Filomena Gallo: " Dobbiamo purtroppo constatare che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non ha fatto nulla per impedire l’intervento dei rappresentanti di Governo in Corte e ha così continuato a difendere la legge 40, diversamente da quanto Marco Cappato ed io gli avevano chiesto nel nostro appello, a cui non ha ancora risposto. Ci auguriamo che i 46 parlamentari che hanno sottoscritto il nostro intervento possano proseguire in Parlamento la lotta per scardinare definitivamente la legge 40 e ampliare il fronte di coloro che si battono per i diritti civili. E che il Governo cancelli gli ultimi divieti della legge 40 prima dell’intervento dei tribunali. Infatti nei prossimi mesi la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sia sul divieto di utilizzo per la ricerca di embrioni italiani e sia sul divieto di accesso alla PMA per le coppie fertili con patologie genetiche”.
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Comune di Roma, Riccardo Magi: delibere popolari finalmente in aula nel rispetto dello Statuto
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale eletto nella Lista civica Marino Finalmente! Con la decisione odierna della Presidenza dell'Assemblea capitolina finalmente verranno discusse le delibere di iniziativa popolare che giacciono da mesi, e in alcuni casi da anni, nei cassetti del Campidoglio in violazione dello Statuto che ne prescrive la discussione entro sei mesi dal deposito. Ciò ha costituito sin qui una violazione dello Statuto con grave danno ai diritti di partecipazione stabiliti dalla legge, per questo motivo nei giorni scorsi mi sono fatto promotore di una autoconvocazione del Consiglio e mi sono rivolto al Prefetto di Roma quale garante ultimo della legalità dell'ordinamento degli enti locali. La calendarizzazione delle delibere popolari è un traguardo importante, perché frutto di una lotta che parte da lontano e che come Radicali abbiamo condotto fuori e dentro il Consiglio, anche con iniziative nonviolente, walk-around durati giorni sulla piazza del Campidoglio e disobbedienze civili che mi sono costate l’interdizione fisica dall’aula Giulio Cesare come cittadino. Tutto ciò per il “semplice” rispetto del diritto di partecipazione dei cittadini e della legalità da parte delle istituzioni capitoline. Sull’ottemperanza dei termini lo stesso Presidente Coratti si era impegnato durante la prima seduta e oggi tiene fede a quell’impegno. Come Radicali abbiamo raccolto oltre 15 mila firme di romani sulle delibere per il Registro comunale dei testamenti biologici e per il riconoscimento delle Unioni civili. La prima venne depositata nel 2009 da Mina Welby, Beppino Englaro, Emma Bonino, Mario Staderini, la seconda, sempre su nostra iniziativa e con il sostegno di tutte le associazioni Lgbtq di Roma, l'abbiamo depositata il 17 maggio 2012 in occasione della Giornata Internazionale contro l'omofobia. Auspico che tutti i colleghi sappiamo cogliere l'importanza di questo rientro nella legalità statutaria animando un dibattito serio e aperto su tutte le delibere che discuteremo e sui temi cosiddetti etici su cui da anni la stragrande maggioranza dei cittadini è su posizioni più avanzate di quelle che le istituzioni riescono ad esprimere.
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Giunta elezioni/Radicali: Date al M5S la presidenza. Darla a Forza Italia sarebbe come dare a Dracula quella della banca del sangue, vista la difesa fino all'ultimo di Giovine. Avvocati radicali già al lavoro su ineleggibilità di Marrone
Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani:
"La presidenza della Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale, per tradizione, è sempre stata assegnata a un consigliere dell'opposizione. Visti i risultati elettorali, ci pare che la scelta sia fra un esponente di Forza Italia o del M5S.
Dare la presidenza a FI è come dare la presidenza della Banca del sangue a Dracula: non solo Forza Italia è scesa due volte in piazza a difesa del falsario Giovine ma Gilberto Pichetto ha accolto a braccia aperte - per la terza volta, dopo Ghigo e Cota - i Pensionati di Giovine (con capolista la sorella perchè Michele Giovine era incandidabile) nella sua coalizione alle scorse elezioni. I seguaci di Grillo, anche per le loro caratteristiche individuali, sono, nel caso spefico, molto più affidabili e credibili; oltretutto, avranno la preziosa consulenza in materia dell'avvocato Antonello Portera.
Noi radicali continueremo anche in questa legislatura come in quelle passate la nostra opera di verifica e controllo delle situazioni di ineleggibilità e di incompatibilità, sapendo di avere sempre a disposizione lo strumento dell' "azione popolare" (ricorso al Tribunale ordinario), che puo' essere promossa da ciascun cittadino elettore della Regione Piemonte (non occorre essere radicali) e che la Corte Costituzionale ha riconosciuto come pienamente autonoma e alternativa alla procedura di convalida attuata nel Palazzo dalla Giunta delle Elezioni.
I nostri avvocati sono già al lavoro per verificare la situazione del consigliere regionale Maurizio Marrone. L'incompatibilità del consigliere Ottria, eletto sindaco di Rivalta Bormida, è del tutto evidente, tanto che Ottria ha già dichiarato che si dimetterà da sindaco.
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Radicali a Nardella: “Nomina il garante comunale dei detenuti”
Dichiarazione del consigliere provinciale Massimo Lensi:
“Garantisce coesione tra territorio, Istituzioni e popolazione carceraria”
Ormai la Giunta di Firenze è stata nominata, il Consiglio comunale si è insediato, tutto è pronto perchè la macchina amministatriva fiorentina prenda il largo.
“Invitiamo a questo punto il Sindaco Dario Nardella – è la richiesta del consigliere provinciale Massimo Lensi, radicale nel Gruppo Misto – a nominare il Garante comunale dei detenuti, importante figura di coesione tra territorio, Istituzioni e carcerati.
Sul territorio di Firenze ci sono ben tre istituti penitenziari, con una popolazione carceraria che supera, molte volte, le mille unità. Ricordo che questo importante ruolo è vacante dal novembre dell’anno scorso”.
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Dopo 25 anni una piccola breccia nel lungomuro del litorale di Ostia. Risultato dell'esposto e mobilitazione Radicale
DOPO 25 ANNI UNA PICCOLA BRECCIA NEL LUNGOMURO DEL LITORALE DI OSTIA. RISULTATO DELL'ESPOSTO E MOBILITAZIONE RADICALE
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale e Paolo Izzo, segretario di Radicali Roma Il X municipio capitolino, Ostia, ha finalmente fatto un primo tentativo di ripristino della legalità a Ostia. Questo primo importante risultato - dal valore anche simbolico in un contesto di grave illegalità come quello di Ostia - matura dopo un impegno di anni dei militanti Radicali di Ostia e in modo determinante a seguito dell'esposto che, nell'ottobre scorso, abbiamo presentato alla Procura della Repubblica di Roma riguardante in particolare i due cancelli ai lati del pontile di Largo dei Ravennati, destinati all'accesso pubblico alla spiaggia e da anni sbarrati o sostituiti da un muretto. Ancora nelle settimane scorse abbiamo fornito alle autorità di polizia giudiziaria e alla Procura documentazione anche fotografica relativa al "lungomuro" Il dovuto ripristino dei due varchi presso il pontile - presso i quali abbiamo condotto "fisicamente" il sindaco Ignazio Marino, in una nelle nostre ripetute manifestazioni - è un primo passo ma non ci basta e non è sufficiente a restituire il mare ai romani. Quanto all'azione dell'Assobalneari che ha impedito l'azione delle istituzioni definendola irregolare, non c'è nemmeno il bisogno di riconoscere la piena legittimità dell'iniziativa del Municipio fin troppo attesa dai cittadini, mentre è necessario ricordare che le innumerevoli irregolarità commesse dai concessionari che ancora in questi giorni chiedono il pagamento di un "biglietto" per l'accesso alla spiaggia che in base alla legge e all'ordinanza del Sindaco deve essere libero e gratuito e non espongono all'ingresso l'ordinanza stessa, delimitano le concessioni con reti metalliche invalicabili e precludono persino la visibilità del mare dal lungomare con teli di pvc. Altri varchi dovranno essere aperti, altro “lungomuro” dovrà essere abbattuto perché il mare si possa vedere, altra spiaggia - almeno il 50% chiedevamo con un referendum di “Roma Sì Muove” - dovrà essere resa “libera” e maggiore chiarezza dovrà essere fatta sulle concessioni balneari, cioè sulla trasparenza e sulle regole della concorrenza delle stesse. In applicazione della normativa europea e, in particolare, della direttiva Bolkestein, le concessioni demaniali degli stabilimenti balneari dovrebbero essere di durata limitata, oggetto di un bando con procedura di evidenza pubblica europea alla scadenza temporale di ogni concessione. Come Radicali Roma combatteremo ancora, con le uniche armi della nonviolenza e del diritto, fino a che il mare non si potrà vedere e non ci si potrà accedere secondo legge.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Eutanasia: Tarantola (Presidente CDA RAI) risponde a Filomena Gallo e Marco Cappato
Sollecitata ad intervenire riguardo la mancanza di informazione sulla campagna in corso sul fine vita, Anna Maria Tarantola - presidente del Consiglio di amministrazione Rai - risponde a Filomena Gallo e Marco Cappato - rispettivamente Segretario e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni. "Vi informo che, in linea con le procedure aziendali, ho trasmesso la Vostra richiesta alle Strutture Editoriali di competenza per le opportune valutazioni del caso".
Nella lettera - inviata anche al Direttore generale Rai Luigi Gubitosi, al Direttore del Tg1 Mario Orfini e al Presidente della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi Roberto Fico - l'Associazione Luca Coscioni denunciava come "sia il tema della legalizzazione dell'eutanasia, sia la campagna politica di rilevanza costituzionale in corso" sia ignorata dal servizio pubblico radiotelevisivo. "Ciò è avvenuto in violazione - per quel che concerne la completezza, l'obiettività, il pluralismo e l'imparzialità dell'informazione - dei principi fondamentali del Testo unico della radiotelevisione, degli atti di indirizzo della Commissione di Vigilanza Rai - sia in periodo elettorale, che non elettorale -, il Contratto di Servizio Rai - Ministero dello Sviluppo economico, il Codice Etico Rai. Al di là del più generale obbligo alla correttezza e completezza dell'informazione" continua la lettera, "riteniamo che il servizio pubblico abbia una missione in più, cioè quella di collegare la società alla vita delle istituzioni e della politica, in particolare laddove tale collegamento si può effettuare a partire dall'attivazione di strumenti di iniziativa popolare previsti dalla Costituzione. Chiediamo dunque alla RAI di operare con urgenza per integrare l'informazione fornita e restituire così ai cittadini italiani il diritto effettivo di conoscere anche l'iniziativa del Comitato per l'eutanasia legale". Infatti, come documentato dal Centro di Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva, nel triennio 2011/2013 la Rai ha dedicato al tema dell'eutanasia soltanto circa 215 minuti.
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Nomine in Sanità/Radicali: Delega al Governo e dichiarazioni Gariglio vanno nel verso giusto. Cosa ne pensa il nuovo Assessore alla Sanità?
Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani, e Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:
Nel Consiglio dei Ministri di venerdì scorso è stata varata una delega al governo in merito alla selezione dei direttori generali, sanitari e amministrativi delle aziende sanitarie che va nella direzione giusta, ponendo l’accento sul merito e sulle competenze e cercando di disincentivare le appartenenze partitiche o, meglio, la vicinanza ai numerosi gruppi di potere di cui è composta l’attuale partitocrazia senza partiti.
Occorre andare fino in fondo in questa riforma senza spesa; non basta un albo nazionale (o regionale per i direttori sanitari e amministrativi) da cui pescare; occorre affidare la pesca a soggetti esterni alla giunta regionale (agenzie di consulenza accreditate a livello nazionale), in grado di fornire all’organo politico una rosa ristretta di nomi tra cui scegliere non solo più il direttore generale ma, grazie alle nuove disposizioni governative, anche quello sanitario e amministrativo, in passato scelti personalmente dal direttore generale.
Per l’ennesima volta, Davide Gariglio (segretario regionale del PD, prossimo capogruppo PD in consiglio regionale) ha rilanciato la sua e nostra proposta, già formalizzata in un PDL. Sergio Chiamparino aveva iniziato la campagna elettorale facendo sua la proposta radicale, che, ricordiamolo, risale al 2002.
Oggi è entrata nel pieno delle sue funzioni la Giunta Regionale per cui una domanda è d’obbligo: cosa pensa della riforma dei criteri di nomina dei direttori delle aziende sanitarie regionali il neo-assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta?
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Rifiuti. Iervolino: giovedì alla Corte di Giustizia europea udienza su Malagrotta, in caso di condanna possibili ripercussioni su altre discariche italiane
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della direzione nazionale di Radicali Italiani:
“Giovedì 19 giugno la Corte di Giustizia europea affronterà l’udienza relativa alla causa C-323/13 in merito alla procedura di infrazione 2011_4021. Il procedimento è quello relativo alla discarica di Malagrotta ed altre discariche del Lazio.
La Commissione europea contesta all’Italia che in questi invasi parte dei rifiuti non siano stati sottoposti ad un trattamento comprensivo di un’adeguata selezione delle diverse frazioni e della stabilizzazione della parte organica, infatti, la Repubblica italiana, secondo Bruxelles, è venuta meno agli obblighi imposti l’articolo 6, lettera a), della direttiva 1999/31/CE che, tra le altre cose, prevede come in discarica possano essere collocati solo rifiuti trattati.
Quando, su questo tema, la Corte si pronuncerà ci troveremo di fronte ad un avvenimento importante che oltrepasserà finanche i confini del Lazio, effettivamente questo giudizio potrebbe avere una rilevanza tale da poter divenire a tutti gli effetti una sentenza pilota. Infatti, un’eventuale condanna del nostro Paese in merito alla procedura di infrazione 2011_4021 avrebbe ripercussioni su tante altre discariche italiane che continuano a ricevere il c.d. tal quale.
Quindi qualora la Corte di Giustizia europea dovesse confermare quanto sostenuto dalla Commissione, tutte le Regioni italiane dovrebbero immediatamente adeguarsi.”
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Per un pugno di Royalties. Il No incondizionato di Bolognetti
Fonte: Pisticci.com
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Confesso di aver trovato a dir poco esilaranti le dichiarazioni del sottosegretario all’economia Enrico Zanetti sulla vicenda petrolifera lucana.
Tanto esilaranti, quanto rivelatrici di un disegno che parte da lontano: la trasformazione della Lucania fenix in hub petrolifero.
Il fasullo confronto tra Marcello Pittella e il Ministro Guidi è solo l’ultima tappa di ciò che già era stato deciso con il Memorandum, il Decreto sulle liberalizzazioni, La Strategia Energetica Nazionale.
Tutti dimenticano, o fingono di dimenticare, che proprio nel “Memorandum d’intesa Stato – Regione Basilicata”, sottoscritto il 29 aprile 2011, vengono con chiarezza esplicitati gli obiettivi, laddove a pag. 1 è scritto: “Nella Regione sussistono inoltre potenzialità ulteriori di sviluppo e di stoccaggio che potranno essere opportunamente valorizzate”.
E allora di cosa ci si sorprende? Il Governo e il Partito unico del Petrolio, che in Basilicata gli fa da sponda, stanno solo procedendo all’attuazione di obiettivi preannunciati e dichiarati.
Ad adiuvandum, e se non dovesse bastare quanto scritto nel sopracitato Memorandum, si potrebbe citare la prima relazione di accompagnamento al cosiddetto Decreto sulle Liberalizzazioni, datata 17 gennaio 2012, dove in riferimento alla Basilicata è dato leggere: “Attraverso ulteriori ricerche sono altamente probabili altre scoperte dello stesso ordine di grandezza. Tale sviluppo risulta rallentato o impedito dalle difficoltà derivanti dall’insediamento degli impianti di estrazione idrocarburi…”
Se, poi, a chiarire le idee non dovesse bastare nemmeno l’operato del governo Monti, si potrebbe citare un documento intitolato “La Nuova Strategia Energetica Nazionale”, datato marzo 2013, dove - a pag. 119 alla voce “produzione sostenibile di idrocarburi”- è scritto: “In particolare 5 zone in Italia offrono un elevato potenziale di sviluppo: La val Padana, L’Alto Adriatico, l’Abruzzo, la Basilicata, il canale di Sicilia”.
Tutto chiaro? Pittella e Guidi sono gli esecutori materiali di un disegno che parte da lontano e di cui lo stesso governatore in carica è stato parte attiva. Sono i killer incaricati di sparare il colpo di grazia alla tempia di un territorio e dei suoi avvelenati abitanti.
All’ineffabile Zanetti e agli amici di Scelta Cinica(non è un refuso) dico che non tutti i partiti si oppongono ad un aumento delle attività estrattive per “ottenere di più”.
Noi Radicali dell’Associazione Radicali Lucani ci opponiamo in nome della difesa di risorse ben più preziose dell’oro nero e della difesa della salute umana e degli straordinari veri tesori di cui la Lucania è ricca e che vorremmo tramandare il più possibile integri alle future generazioni.
Noi no; noi non siamo disposti a barattare un futuro altro per un pugno di Royalties.
"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti
Audizione di Marco Pannella presso la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulla mancata individuazione dei responsabili delle stragi.
“PANNELLA. "...e mi limito a dire che (non è un caso) mi pare che nei confronti dell'AGIP, dell'ENI e di tutta quella componente, fortissima nei suoi collegamenti e nelle sue influenze sui servizi italiani in quel periodo, come è noto (è documentato e conosciuto), anche su quello, nessuna ostilità sia stata mostrata dal Partito comunista italiano, anzi. Quindi, l'interpretazione a mio avviso è che il Partito comunista italiano ha compiuto una scelta strategica che spiega, nel bene e nel male, l'evoluzione in quei lustri della realtà italiana; ma che siccome non si vuole rispettare questa politica e leggerla per ciò che realmente è stata, continuiamo a vedere in un modo troppo falsato tutto quello che è accaduto e possiamo allora vedere solo degli spezzoncini". (32ª SEDUTA - MERCOLEDI 18 FEBBRAIO 1998)
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Fecondazione: Gallo e Cappato a Renzi: ' è il momento di scegliere se continuare a difendere la legge 40'
Lettera aperta di Filomena Gallo e Marco Cappato al Presidente del Consiglio in vista dell'udienza a Strasburgo su divieto ricerca embrioni
“Dopo dieci anni di diritti lesi, ADESSO è il momento di guardare avanti. Come? Cancellando gli ultimi divieti rimasti della legge 40, e che tra poco saranno nuovamente al vaglio della Corte Costituzionale; emanando nuove Linee Guida, “eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito”; inserendo nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), riconoscendone il carattere di patologia, l'infertilità e la sterilità e cause connesse, a cui ora si può rispondere solo ricorrendo a tecniche di fecondazione ma con una grossa disparità regionale, creando nuove ed ulteriori discriminazioni": questo uno stralcio dell’appello rivolto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi da Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretario e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che sarà pubblicato domani sul quotidiano Europa [con preghiera di citazione]. Nella lettera si chiede a Renzi esplicitamente da che parte sta dopo che 30 interventi giudiziari in sede italiana ed europea hanno smantellato una legge, la 40/2004 sulla PMA, che, con i suoi divieti, "che provammo a cancellare con il referendum del 2005", ha sottratto in dieci lunghi anni solo diritti ai cittadini e creato forti discriminazioni. E che il 9 aprile la Corte Costituzionale ha per la seconda volta ritenuto incostituzionale nel vietare la fecondazione eterologa. In particolare Gallo e Cappato scrivono: “il Governo deve decidere ora se ostinarsi a difendere - o, come noi auspichiamo, se finalmente contrastare- il divieto di ricerca sugli embrioni nel caso ‘Parrillo contro Italia’, che verrà discusso a Strasburgo il prossimo 18 giugno; e deve decidere se eliminare gli ultimi divieti della legge 40 prima che intervenga la Corte Costituzionale”.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: “Oggi posso e devo ripeterlo: i delinquenti e gli associati a delinquere, quelli veri, sono a piede libero
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno, 14 giugno 2014
Bolognetti: “Oggi posso e devo ripeterlo: i delinquenti e gli associati a delinquere, quelli veri, sono a piede libero, e - ahimè, ahinoi - parliamo di persone al di sopra o forse al di sotto di ogni sospetto”.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Adesso che sono state rese note le motivazioni della sentenza sulla vicenda dell’inquinamento delle dighe lucane, con la quale è stata disposta la mia assoluzione, ribadisco che c’è un giudice a Berlino, anzi tre!
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Il Collegio presieduto dal dott. Gubitosi e composto da Lucio Setola e Francesco Rossini ha opportunamente richiamato quell’art. 32 del dettato costituzionale che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. Di fatto, citando l’art. 32, è stato accolto uno degli argomenti cardine della linea difensiva: l’art. 5 comma C della Convenzione di Aarhus e l’art. 3 Ter del Codice dell’Ambiente.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Una sentenza, quella pronunciata dal Tribunale di Potenza, che rappresenta un importante precedente anche per tutti coloro che provano ad onorare il diritto/dovere di informare. Non a caso il Collegio giudicante ha voluto sottolineare “l’indubbio riflesso sociale del mio operato”.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Oggi, più di ieri, ribadisco che ho divulgato analisi prodotte dall’Agenzia regionale per l’Ambiente, che mai erano state diffuse dalla stessa, e analisi da me pagate e commissionate alla Biosan di Vasto. Nessun segreto quindi, ma l’unica grave colpa di essermi sostituito ad Enti pubblici che non hanno onorato la loro missione.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Oggi posso e devo ripeterlo: i delinquenti e gli associati a delinquere, quelli veri, sono a piede libero, e - ahimè, ahinoi - parliamo di persone al di sopra o forse al di sotto di ogni sospetto.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Parlo di coloro che hanno tradito la loro missione, di chi doveva controllare e non lo ha fatto, di chi doveva onorare il diritto a conoscere per deliberare e non lo ha fatto, di chi doveva indagare e non lo ha fatto. Parlo dei "meccanici" che hanno inquinato gli invasi e degli Enti pubblici che sapevano e hanno taciuto. Parlo di chi definisce "chiacchiere da comari" le dichiarazioni rese in sede di Bicamerale sul ciclo dei rifiuti da un galantuomo come la buonanima del dott. Nicola Maria Pace. Parlo, e lo dico fuori dai denti, di chi tutti i giorni, con le sue omissioni, sputa sulla tomba del Capitano Natale De Grazia e di Ilaria Alpi. Parlo, e non voglio tacere, di coloro che tradiscono ogni giorno la fiducia del popolo sovrano e disonorano le cariche pubbliche che abusivamente ricoprono.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Questa sentenza rappresenta un riconoscimento della correttezza del mio operato.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Verrà il momento per poter tornare a sottolineare il gioco sporco fatto da prefiche di Regime che vendono la loro funzione al miglior offerente.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Oggi, però, voglio godermi l’aria salubre che arriva dal Tribunale Potenza.
Approfondimenti
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Le vignette di Franco Loriso su Via Pretoria – Nuova del Sud, 14 giugno 2014
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Gazzetta del Mezzogiorno, 14 giugno 2014
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">
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Mose/Mafia, Turco: Il Fatto Quotidiano mi attribuisce frasi non dette mentre Travaglio diffama gravemente il Partito Radicale
Dichiarazione di Maurizio Turco, Tesoriere del Partito radicale:
Contrariamente a quanto scritto oggi su Il Fatto non ho mai scritto o affermato che non abbiamo ricevuto soldi dal Consorzio Venezia Nuova.Ribadisco invece che sia il Partito radicale che Radicali Italiani, due soggetti che per statuto non si presentano alle elezioni, nel 2008 hanno ricevuto - senza richiederlo - due versamenti registrati a bilancio a nome del CVN di 2.500 euro ciascuno.
Non è nemmeno vero quanto nella trasmissione ottoemezzo dell'On. Lilli Gruber ha affermato il direttore del Fatto, Marco Travaglio "i radicali sono andati a portare anche la loro tessera onoraria a Michele Greco capo della mafia". Diffamazione gravissima per la quale adiremo le vie legali."
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Corte Costituzionale: Certi Diritti, abrogato il divorzio obbligatorio in caso di mutamento di genere di uno dei due coniugi
Mentre il Parlamento danese ha approvato una legge che rimuove vari ostacoli al riconoscimento legale del genere, la Corte Costituzionale italiana ha dichiarato illegittima la norma che annulla le nozze se uno dei due coniugi cambia sesso in assenza della possibilità «di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata». A 4 anni dalla sentenza 138/2010 l’Alta Corte ribadisce quindi l’invito a che si crei una forma di convivenza giuridicamente riconosciuta «che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima, con le modalità da statuirsi dal legislatore». Questa volta però la Corte Costituzionale sostiene che il legislatore deve intervenire «con la massima sollecitudine». Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «Al di là dei chiaroscuri della sentenza, il Parlamento non può più esitare a rivedere la legge n. 164 del 1982, che dimostra tutto il suo anacronismo, anche per eliminare le ambiguità riguardanti le condizioni per ottenere il riconoscimento legale del genere. Ma il Parlamento non può ignorare nemmeno il nuovo forte invito dell’Alta Corte ad approvare una disciplina di carattere generale finalizzata a regolare diritti e doveri delle coppie di persone dello stesso sesso». Per approfondire e per un’esposizione più articolata della posizione dell’Associazione Radicale Certi Diritti si rimanda a: http://www.huffingtonpost.it/yuri-guaiana/corte-costituzionale-no-divorzio-obbligatorio-stesso-sesso_b_5486318.html?utm_hp_ref=italy.
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Legge droghe/Radicali: Le spiegazioni ufficio stampa del Ministro Giustizia non spiegano nulla. Repetita iuvant: Ministro ripubblichi testo corretto, ogni giorno di ritardo alimenta incertezza del diritto
Oggi è possibile leggere su “il manifesto” la seguente comunicazione dell’ufficio stampa del Ministero della Giustizia, inerente la denuncia radicale di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 maggio dell’art. 73 del DPR 309/90 (Testo Unico stupefacenti) in una versione sbagliata:
“… Il testo pubblicato non comprende, né avrebbe potuto, le norme del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 non modificate né dal decreto né dalla legge di conversione, quale l’articolo 73 comma 1 del d.P.R. citato - recante le previsioni sanzionatorie delle condotte illecite con la relativa distinzione tra droghe leggere e pesanti - conseguenza della declaratoria di illegittimità costituzionale di cui alla sentenza n. 32 del 2014, depositata il 25 febbraio 2014 e pubblicata nella G. U., 1^ serie speciale, “Corte Costituzionale”, del 5 marzo 2014. Nella Gazzetta ufficiale in cui è stata pubblicata la legge non potevano quindi che essere inserite soltanto le norme approvate dal Parlamento. E’ incontrovertibile che la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini Giovanardi ha determinato l’automatica entrata in vigore della precedente disciplina, cosiddetta Jervolino Vassalli. Disciplina che il Parlamento ha modificato solo nei punti riportati nella Gazzetta ufficiale del 20 marzo 2014 e non anche le norme in vigore della Jervolino Vassalli non modificate dal Parlamento. Il dubbio prospettato circa la pubblicazione delle norme espresso dal signor Manfredi non può dunque essere in nessun modo sciolto dalle Gazzette ufficiali in quanto le norme a cui fa riferimento sono già in vigore dal momento in cui è stata dichiarata incostituzionale la Fini Giovanardi.”
Rita Bernardini (segretaria Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Mai come in questo caso “carta canta”: a pag. 77 della Gazzetta Ufficiale del 20 maggio è stato pubblicato integralmente il testo dell’art. 73 del DPR 309/90. Quindi, non è vero, come scrive l’ufficio stampa del ministro Orlando, che “il testo pubblicato non comprende … le norme del DPR 309/90 non modificate né dal decreto né dalla legge di conversione …”. Il testo dell’art. 73 pubblicato è ancora quello risultante dalla legge “Fini-Giovanardi” e non quello precedente. Rimandiamo alla esaustiva tabella contenuta nel link in calce al comunicato, redatta dall’avvocato Carlo Alberto Zaina dell’ADUC.
Facciamo un solo ma significativo esempio: ai sensi dell’art. 73 come pubblicato in Gazzetta, la pena per lo spaccio di cannabis non di lieve entità va da sei a 20 anni di reclusione (oppure, secondo un’altra interpretazione, lo spaccio di cannabis non sarebbe neppure punito); ai sensi dell’art. 73 realmente vigente, la pena per lo spaccio di cannabis va da due a sei anni.
Se si riporta una legge in Gazzetta la si riporta nel testo corretto, altrimenti le conseguenze sono gravi: ad oggi, in Gazzetta Ufficiale, sul sito del Dipartimento antidroghe, e su molte banche dati giuridiche utilizzate da avvocati e magistrati, viene riportato un testo errato e dichiarato incostituzionale. Con il concreto rischio di processi celebrati in base ad una norma non più vigente quale la legge Fini-Giovanardi.
Naturalmente quanto successo avvalora ancora di più la nostra richiesta della pubblicazione in Gazzetta di un nuovo Testo Unico delle leggi sugli stupefacenti, a ben 24 anni dalla pubblicazione del precedente, che è stato sottoposto a decine di abrogazioni, integrazioni e modificazioni.
http://droghe.aduc.it/articolo/stupefacenti+ministero+giustizia+gazzetta+ufficiale_22290.php
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