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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Registro testamenti biologici istituito anche a Prarolo (VC). È il primo comune del vercellese

Ven, 07/18/2014 - 13:07
18/07/14

Radicali: speriamo che Vercelli segua l’esempio e che il parlamento discuta finalmente proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzazone eutanasia.

Il Comune di Prarolo (VC), nella seduta del Consiglio Comunale di ieri, giovedì l 17 luglio, ha approvato la deliberazione che istituisce e regolamenta il registro dei testamento biologici, per raccogliere le volontà dei cittadini (qualunque esse siano) sul trattamento sanitario di fine vita.
L’iniziativa, promossa dalla Consigliera comunale di minoranza Giulia Bodo, eletta nelle lista civica “L’altra metà di Prarolo” ed appoggiata dai Consiglieri di minoranza Paolo Ranghino e Diego Cardano, è stata accolta dalla maggioranza guidata dal Sindaco Dario Caldera. Al momento del voto vi è stato un solo voto contrario.

Roswitha Flaibani (Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):

Decine di Comuni italiani hanno istituito registri comunali dove poter depositare il proprio testamento biologico. Un atto simbolico ma che in tribunale può garantire qualche opportunità in più se si vogliono far valere i propri diritti ad una libera scelta sul fine vita.
Prarolo è primo comune del Vercellese ad aver adottato il registro del testamento biologico; un segnale importante lanciato in primis al Comune di Vercelli, oltre che a tutti i comuni del vercellese.

Ricordiamo che l’anno scorso anche a Vercelli e provincia i radicali hanno raccolto le firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione sia dell’eutanasia sia del testamento biologico, promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Servivano almeno 50.000 firme autenticate; ne sono state consegnate in Parlamento 67.000; una firma su otto è stata raccolta in Piemonte. Si tratta ora di costringere il Parlamento ad affrontare la discussione della proposta di legge. Pochi giorni fa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha richiamato per la terza volta il Parlamento al dovere di discutere di scelte di fine vita ed in generale di temi etici.

Approfondisci:

Testamento biologico
Eutanasia legale
Proposta di legge di iniziativa popolare

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Bolognetti: Il Presidente del Consiglio? Volendo giocare con le parole potremmo ribattezzarlo “Lo Sfruttatore”.

Ven, 07/18/2014 - 12:33
18/07/14

Fonte: Nuova del Sud, 17 luglio 2014

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario di Radicali Lucani

Volendo giocare con le parole potremmo ribattezzarlo “Lo Sfruttatore”. Di chi sto parlando? Ma del nostro Presidente del Consiglio, dello Zelig fiorentino, di un uomo cresciuto a pane, tweet e slogan, di colui che è assurto ad archetipo dell’italico neo-gattopardismo. Sì, proprio lui, Matteo Renzi, l’uomo delle controriforme spacciate per rivoluzioni, il rottamatore delle labili tracce di democrazia sopravvissute nel nostro Paese.

Se non temessi di usare una frase di cui si abusa, potrei dire che “il re è nudo”. Le dichiarazioni rilasciate da Renzi al Corsera rappresentano solo l’ultima definitiva ed esplicita conferma di un disegno che parte da lontano. L’obiettivo, ormai si spera evidente a tutti, è la trasformazione di una Regione sempre più commissariata, la Basilicata, in serbatoio petrolifero d’Italia. Questo con buona pace dei certissimi effetti collaterali prodotti sulle matrici ambientali in una terra dal  delicato assetto idrogeologico. Sintomatica anche la scelta del verbo sfruttare fatta da Matteo Renzi, che non a caso nel rispondere alla fatidica domanda postagli dalla Meli ha affermato: “E’ impossibile parlare di Energia e Ambiente in Europa se nel frattempo non sfrutti l’Energia e l’Ambiente che hai in Sicilia e Basilicata”.

Presidente, più “sfruttati” e calpestati di così? Ancora di più?

Nelle parole di Renzi anche l’eco di quanto dichiarato da certo fascio confindustrial-petrolifero lucano, capitanato dall’ottimo Michele Somma. L’eco della voce dei “Padroni del Vapore” nella mai tramontata Italia dei Fasci e delle Corporazioni.

Fino a ieri conoscevamo il nome dei mandanti, oggi abbiamo l’identikit dell’esecutore materiale.

La ruota della fortuna e l’informazione di regime girano a favore del renzismo, ma il Presidente del Consiglio non creda che ce ne staremo a guardare. Siamo pronti a difendere il futuro vero della nostra terra, il futuro che volete rubarci e che già ci avete rubato.

Riusciremo, caro Presidente di questa Repubblica delle banane, a correggere la sua miope politica e a difendere risorse di gran lunga più preziose di qualche barile di greggio.

Intanto, se proprio vuole raccontare qualcosa in Europa, racconti ai suoi colleghi europei la vicenda del pozzo “Policoro 001”, anch’essa emblematica del come vengono trattate le questioni ambientali  nell’Italia “Stato canaglia” sul fronte del rispetto del diritto comunitario in materia ambientale.

E’ il 13 ottobre 1991; alle ore 6.40 il silenzio che avvolge le campagne di Policoro è rotto da un tremendo boato: i tecnici della SPI(Società Petrolifera Italiana/Gruppo Eni) hanno perso il controllo del pozzo “Policoro 001”.

La drammaticità del momento è restituita dalla relazione inviata dalla SPI all’UNMIG(Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse) e che finirà nel procedimento 1073/91 aperto dalla Procura della Repubblica di Matera: “Alle ore 6.40 circa, dopo che erano state estratte 8 lunghezze, il pozzo iniziava a scaricare fango dall’interno delle aste in progressione sempre più violenta, tanto da rendere vani i tentativi della squadra di sonda per avvitare la testa di sicurezza sulle aste. All’eruzione di fango dalle aste seguiva con un boato l’eruzione di gas che si incendiava immediatamente”.

Pochi mesi dopo, il 20 febbraio 1992, la stessa Spi indirizza una raccomandata all’Unmig, nella quale è tra l’altro dato leggere: “Veniva comunicato alla Spi di Fornovo che nel pozzo di acqua di proprietà di Michele Giordano , situato a 130 m. ad ovest del pozzo “Policoro 1”, si stavano verificando fenomeni di ribollimento. Il mattino successivo un nostro tecnico verificava che tale ribollimento era dovuto ad infiltrazioni di gas metano”.

Altro che valutazioni di impatto emozionale, tuttappostismo e negazionismo.

Ecco, caro Presidente Renzi, ai suoi colleghi europei faccia sapere che di quell’incidente si è persa ogni traccia e che il solo tentativo di recuperare la sopra citata relazione mi ha portato a vestire i panni dell’investigatore e che dopo averla letta ho provato lo stupore che può provare un archeologo di fronte ad una scoperta. Dica all’Europa che ancora oggi non si riesce a capire se ci furono seri controlli terzi sull’incidente che portò all’esplosione del pozzo “Policoro 1” e che nulla sappiamo di eventuali “effetti collaterali” prodotti da quella esplosione, al di là di quanto viene raccontato da chi ne conserva memoria. Racconti questo in Europa, e magari lo racconti al Commissario europeo che si occupa di ambiente. 

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Roma Metropolitane: Magi, revoca Cda mossa tardiva e insufficiente, qual e' linea amministrazione?

Gio, 07/17/2014 - 19:00
17/07/14

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino

  La revoca del Cda di Roma Metropolitane non solo è una mossa tardiva ma rischia di coprire la vera questione che l'Amministrazione ha davanti per salvare la principale opera strategica in costruzione in Italia, pagata con i soldi dei romani e di tutti gli italiani. Le responsabilità dell'azienda controllata al 100% dal Comune sono enormi ma sono sempre state assecondate e condivise dalle Amministrazioni che negli anni si sono succedute e che hanno impartito all'azienda le linee di indirizzo. Nell'ultimo anno ho tentato in tutti i modi di mettere in guardia l'Amministrazione dal rischio che tutto stesse per precipitare e che l'Amministrazione dovesse ritenersi danneggiata non solo dall'operato di Roma Metropolitane ma dalla condotta del Contraente Generale Metro C che è ormai da tempo completamente fuori dal quadro giuridico dell'opera cioè la  "legge obiettivo". L'Amministrazione ha invece promosso e condiviso con Roma Metropolitane la stipula dell'Atto attuativo del 9 settembre che ha peggiorato la posizione di Roma Capitale fissando termini temporali ed economici ancor meno vantaggiosi per l'interesse pubblico.    Un atto, quello del 9 settembre scorso, con forti aspetti di illegittimità e in contraddizione con le linee di indirizzo dell'Assessore Improta del luglio 2013 ma pienamente sostenuto e rivendicato da Improta stesso. Un atto i cui termini che dovevano essere tombali sono già slittati e che ha già prodotto nuovo contenzioso. Il problema è davvero Roma Metropolitane? Qual è la linea che vuole seguire l'Amministrazione ora?  

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Certi Diritti: Escludere gli omosessuali dalle donazioni di sangue non è giustificabile

Gio, 07/17/2014 - 18:54
17/07/14

Oggi, l’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, l’Italiano Paolo Mengozzi, ha reso pubblico il suo parere in merito alla causa C-528/13, Goeffrey Léger / Ministre des affaires sociales et de la santé e Établissement français du sang. Nelle sue conclusioni odierne, l’avvocato generale Paolo Mengozzi considera che il solo fatto che un uomo abbia avuto o abbia rapporti sessuali con un altro uomo non costituisce, ai sensi della direttiva, un «comportamento sessuale» che giustifichi l’esclusione permanente di detto uomo dalla donazione di sangue.

  Molti paesi europei vietano ancora a gay, bisessuali e uomini che fanno sesso con altri uomini di donare il sangue per quello che sono o fanno, non per le abitudini e le pratiche sessuali dell’individuo interessato, cioè le condizioni concrete nelle quali i rapporti sessuali si realizzano.   In Italia, il ministro della Sanità, Umberto Veronesi, aveva firmato nel 2000 un decreto che modificava le norme in vigore, introdotte nel 1991 dall'allora ministro Francesco De Lorenzo, per evitare la diffusione dell’Aids tramite trasfusioni o trapianti. Da allora donare il sangue è vietato solo a chi adotti "comportamenti sessuali a rischio" essendo stata superata, formalmente, la concezione per "categorie" che vedeva gli omosessuali esclusi, in quanto tali, dalla possibilità di essere donatori. Tuttavia, nella prassi, gli operatori sanitari e gli enti coinvolti spesso impediscono agli omosessuali in quanto tali di donare il sangue.   Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «Accogliamo con grande favore questa opinione e le argomentazioni portate: speriamo che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si esprima di conseguenza. Quanto all’Italia siamo alle solite: le prassi di troppi ospedali, magari gestiti da gruppi economici d’ispirazione religiosa, ostacolano la piena applicazione delle leggi per mere ragioni ideologiche che non trovano alcun fondamento scientifico né giuridico, come dimostra il parere dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ma che, riducendo il numero di donatori di sangue e midollo, riducono anche le possibilità di salvare tante vite umane, con buona pace della retorica pro-life».  

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Ricerca, Gallo e Corbellini: da Corte UE solo valutazione su brevettabilità e no su ricerca scientifica

Gio, 07/17/2014 - 17:19
17/07/14

Dichiarazione di Filomena Gallo e Gilberto Corbellini, rispettivamente Segretario e Consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il Partito radicale

    IL FATTO: Cruz Villalón, avvocato generale designato dalla Corte di Giustizia, ha depositato le conclusioni nella causa C-364/13, che vede la High Court of Justice del Regno Unito chiedere alla Corte se gli ovuli umani non fecondati, stimolati a dividersi e svilupparsi attraverso la partenogenesi, e che, a differenza degli ovuli fecondati  che contengono solo cellule pluripotenti e non sono in grado di svilupparsi in esseri umani, siano compresi nell’espressione «embrioni umani», di cui alla direttiva 98/44/CE sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Le conclusioni di  Villalón  non sono vincolanti per la Corte di Giustizia ma propongono in piena indipendenza una soluzioni giuridica nella causa su cui i Giudici dovranno deliberare. In questo caso nello specifico le conclusioni dell’Avvocato generale  chiariscono  che un elemento isolato dal corpo umano, o diversamente prodotto mediante un procedimento tecnico, può essere soggetto a tutela brevettuale.   L’ANTEFATTO: L’elemento isolato nel procedimento de quo  è l’ ovocita attivato tramite partogenesi, su cui sono da escludersi  le restrizioni alla brevettabilità derivanti dalla sentenza Brüstle dove la Corte si è trovata a dover sciogliere quale sia esattamente l’ambito di applicazione della direttiva 98/44/CE che definisce non brevettabile “il corpo umano, nei vari stadi della sua costituzione e del suo sviluppo”.  Tale sentenza non vietava la ricerca sugli embrioni, ma determinava una restrizione alla brevettabilità, determinando di fatto il mancato investimento necessario per consentire che la ricerca potesse essere effettuata.   COMMENTO: La sentenza sarà pronunciata nei prossimi mesi: ma anche in questo caso, come in quello Brüstle, la Corte di Giustizia  non potrà di certo entrare nel merito di questioni che determinano la liceità della ricerca su embrioni o parti isolate del corpo, ma dovrà trattare solamente la parte legata alla brevettabilità,  quindi le questioni economiche annesse alla vicenda. Una questione è quella relativa la commercializzazione di ovuli, embrioni, o parti isolate del corpo; altra questione, sulla quale la Corte non può pronunciarsi, è quella che concerne la possibilità di fare ricerca scientifica.  Nonostante questo il lavoro degli scienziati ancora una volta è messo a dura prova per l'impossibilità di approvvigionamenti per le loro ricerche. La giurisprudenza in materia a questo punto deve essere anche da sprono per gli Stati ad aumentare i finanziamenti per la ricerca scientifica, così anche per i finanziamenti stabiliti nei vari programmi quadro della comunità europea: il valore della ricerca in realtà non ha prezzo perché ha come obiettivo la salute e la vita di persone che sperano in cure su malattie incurabili.

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Bilancio: Cappato, emendamenti radicali per uscire dal conservatorismo: privatizzazione di Sea e San Siro, riapertura navigli, estesione Area C

Gio, 07/17/2014 - 17:17
17/07/14

Comunicato stampa del Gruppo Radicale - federalista

  Sono stati depositati oggi a firma del Presidente del Gruppo, Marco Cappato, 8 emendamenti al Bilancio 2014-2016 con i seguenti obiettivi:
- SEA: Privatizzazione totale di SEA aeroporti nel corso del 2015, con destinazione del ricavato nelle opere per la riapertura e riattivazione della navigabilità dell'intero sistema dei Navigli milanesi, inclusa la separazione delle acque del Seveso dalle acque del Naviglio della Martesana; l'eccedente sarà destinato alla riduzione del debito del Comune (e la quota parte di interessi risparmiati per ogni anno successivo saranno destinati al potenziamento degli sconti per gli abbonamenti al trasporto pubblico delle persone anziane);
- STADIO: Privatizzazione totale dello Stadio di San Siro, con destinazione del ricavato nella eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali allo sport su tutta la città di Milano;
- BARRIERE ARCH. Aumento del 30% dei fondi destinati all'abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali
- AREA C: Creazione di un'area di tariffazione del traffico esterna ad Area C, con un ricavo netto stimato di 100 milioni di Euro l'anno, da destinare interamente fino al 2016 al potenziamento delle infrastrutture del trasporto pubblico e delle mobilità sostenibile
- CONCHE NAVIGLI: inserimento nel piano triennale delle opere della riapertura della Conca di Viarenna (mi risulta esista un progetto per 12 milioni di Euro) e della riapertura della Conca dell'Incoronata (mi risulta esista un progetto per 3,2 milioni di Euro), da sostituire al restauro del Teatro Lirico;
- SEVESO E CERCHIA INTERNA: richiesta di inserimento per il Piano delle Opere 2015 dei lavori per: *separazione delle acque del Seveso dalle acque della Martesana * chiusura al traffico automobilistico privato della cerchia interna dei Navigli, con creazione di un percorso pedonale e di mobilità sostenibile, nonché di valorizzazione artistica e culturale dell'antico percorso dei Navigli.   "Sono proposte che, se accolte, potrebbero far uscire Milano dal conservatorismo al quale è improntato il bilancio -ha commentato Cappato; in particolare, solo un coraggioso piano di privatizzazioni e di fiscalità ecologica può fornire le risorse ncessarie per investire nell'ambiente e nella qualità della vita".  

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South Stream: Inasprimento sanzioni contro Russia farà emergere conflitto d’interessi aziende italiane. Anche ministro Mogherini è prudente su fattibilità South Stream

Gio, 07/17/2014 - 16:42
17/07/14

Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani, e Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:

“Il premier Renzi può abilmente bypassare la precisa domanda del corrispondente a Bruxelles di Radio Radicale, ma il problema del coinvolgimento indiretto di aziende italiane nelle sanzioni USA e UE contro aziende russe rimane sul tavolo e sarà sempre più evidente con l’inasprimento di tali sanzioni.

Il caso più eclatante è quello del gasdotto in costruzione “South Stream”, il cui capitale è detenuto per il 50% dalla russa Gazprom, per il 20% dall’italiana ENI, per il 15% dalla tedesca Wintershall Holding e dalla francese Edf. Oggi leggiamo su “Repubblica” un pezzo nell’inserto “Russia beyond the headlines”, la velina internazionale che Putin riesce a far pubblicare in 22 Paesi all’interno di 26 giornali (oltre a 18 siti). Il titolo del pezzo è ottimistico “South Stream, si va verso il via libera”, ma il testo lo è molto meno:

“… il destino di South Stream rimane ancora incerto. Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini si è mostrata prudente dopo l’incontro con Lavrov, sottolineando che il gasdotto dovrà essere conforme alla legislazione comunitaria dell’Unione europea. Mogherini si è soffermata sull’importanza di quest’iniziativa per l’Italia (così come per altri paesi europei) in termini di sicurezza energetica, ma ha fatto sapere che non si possono superare le regole imposte dalla legislazione comunitaria. Il suo discorso è apparso riferirsi soprattutto al “Terzo Pacchetto Energia”, che prevede la divisione dei fornitori di gas, delle società di trasporti e di distribuzione, nonché il libero accesso di terzi alle infrastrutture di trasporto. In questo modo, seguendo queste direttive, Gazprom dovrà ricorrere per il suo gasdotto ad altri fornitori di gas. A sua volta la parte russa insiste sul fatto che il progetto South Stream è stato lanciato prima che venisse adottato il “Terzo Pacchetto Energia” e non rientra sotto la sua azione …”.

Non siamo diplomatici né avvocati ma ci pare evidente che l’argomentazione di Gazprom “South Stream è iniziato nel 2007, la direttiva europea è del 2009 per cui non vale per South Stream” è molto debole. Se a ciò aggiungiamo gli effetti delle sanzioni antirusse, è difficile trovare gente che scommetta sulla realizzazione del gasdotto.”

Approfondisci:

La Russia del nuovo Zar Vladimir Putin

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Zitti zitti si stanno pappando la città metropolitana!

Gio, 07/17/2014 - 16:22
17/07/14

Dichiarazione di Claudio Barazzetta, Segretario dell'associazione Enzo Tortora - Radicali Milano, Marco Cappato, Consigliere radicale presidente del Gruppo Radicale-federalista europeo al Comune di Milano, Valerio Federico, Tesoriere di Radicali italiani:

Anche se nessuno te lo dice, il 28 settembre si terranno le elezioni per la Città metropolitana di Milano. È una nuova istituzione che comprende i 134 Comuni della provincia di Milano e che avrà il potere di decidere sul territorio, i trasporti, l'ambiente, i servizi al cittadino.

Non voterai tu, ma i circa 2.000 Consiglieri dei 134 Comuni.

Sono elezioni senza regole, senza programmi, senza campagna elettorale: elezioni fatte dai partiti apposta per i partiti.

Noi abbiamo una proposta diversa: fare della Città metropolitana il luogo della difesa del territorio, della qualità della vita e della democrazia diretta.

Per questo ci rivolgiamo a tutti i Consiglieri comunali che vogliono disobbedire agli ordini di scuderia dei partiti. A loro proponiamo di presentare una "Lista civica Ambiente & Referendum per la Grande Milano", proposta assieme ai referendari Edoardo Croci ed Enrico Fedrighini.

A te, e a tutti i cittadini, chiediamo di aiutarci a scovarli. Ne servono oltre 100 per presentare la Lista civica.

Cosa puoi fare per dare una mano?

1) aderire al progetto lasciandoci i tuoi dati (mandando una mail a questo indirizzo: claudio.barazzetta@gmail.com)
2) inviarci i tuoi suggerimenti e proposte per la grande Milano
3) contattare Consiglieri comunali del tuo Comune.

Fatti vivo e ti spiegheremo come.

Contatti di riferimento: 392.9727566 - claudio.barazzetta@gmail.com 

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Istituto Superiore di Sanità commissariato, Farina Coscioni: provvedimento dovuto e tardivo. Inascoltate le nostre denunce. Si accertino finalmente responsabilità e complicità per questa voragine sulla pelle dei cittadini-contribuenti.

Gio, 07/17/2014 - 13:45
17/07/14

Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, già deputata radicale

  È normale che l’Istituto Superiore di Sanità, vale a dire il massimo organismo pubblico di ricerca e verifica scientifica delle decisioni di governo per quanto riguarda la salute pubblica sia commissariato? È normale che presenti bilanci con “buchi” che sono voragini, segno evidente e manifesto di sperperi, speculazioni e nel migliore dei casi, cattiva gestione? È normale che questo commissariamento non sia “notizia”, e non esca dal ristretto ambito degli “addetti ai lavori”? Questa vicenda non dovrebbe essere, al contrario oggetto di riflessione, dibattito, accertamento dei fatti, portati a conoscenza della pubblica opinione?   Il provvedimento adottato dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin ad un tempo è “dovuto”, ma giunge perfino in ritardo. Dovuto perché una disposizione di legge del 2011 prevede che se un ente pubblico, sottoposto alla vigilanza dello Stato, presenta una situazione di disavanzo per due esercizi consecutivi, va nominato un commissario e gli organismi dirigenziali decadono; l’ISS per l’appunto presenta vistosi “buchi” di bilancio relativi agli anni 2011 e 2012, per circa 30 milioni di euro, su oltre 300 milioni in movimento finanziario l’anno. Una situazione a suo tempo denunciata da me e dai miei colleghi parlamentari radicali con interrogazioni, rimaste senza risposta. Si è dovuto attendere la relazione della Corte dei Conti perché accadesse qualcosa. La ministra della salute Lorenzin annuncia che il commissariamento sarà breve – sei mesi rinnovabili –, che si perseguirà il pareggio dei conti, che vuole trasformare l’ISS in un ente capace di attrarre investimenti dall’estero. Avremo modo di verificare se ai buoni propositi seguiranno fatti concreti.   L’ISS è il cuore scientifico della sanità pubblica, spazia dalle ricerche alla raccolta dei dati sulle malattie infettive, dagli studi sui nuovi farmaci ai pareri su casi controversi come i “casi” Di Bella e Stamina. Le sue funzioni e la sua importanza sono di una straordinaria evidenza. È necessario comprendere e capire perché le nostre denunce sono rimaste inascoltate; di chi è la responsabilità, e quali le complicità, per gli ammanchi registrati e avere precise risposte sulle consulenze e i progetti “chiacchierati”, i servizi e i fornitori; i criteri di scelta dei suoi manager; perché si è giunti a questa situazione sulla pelle e la vita di malati e dell’intera collettività anche scientifica.     

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Federico e Candido: "Chi consuma l'ambiente paghi. Meno tasse a lavoro e imprese!". Sabato 19 luglio conferenza stampa a Catanzaro

Gio, 07/17/2014 - 13:20
17/07/14

Anche in Calabria, sabato 19 luglio 2014 sarà presentata la campagna #MenoInquinoMenoPago di Radicali Italiani e Legambiente presso la Sala Concerti del Comune di Catanzaro e, in anteprima nazionale, sarà illustrata la relativa petizione parlamentare contenente una proposta di legge.

“Meno inquino, meno pago” è il nome della campagna di Radicali Italiani e Legambiente che sarà presentata sabato 19 luglio alle ore 11.00, con una conferenza stampa presso la Sala Concerti del Comune di Catanzaro in via Iannoni. Alla conferenza stampa saranno presenti Valerio Federico, tesoriere nazionale di Radicali Italiani, Andrea Dominijanni, vice presidente Legambiente Calabria, Michele Governatori e Alessandro Massari, membri della direzione nazionale di Radicali Italiani, Giuseppe Candido, segretario associazione di volontariato culturale Non Mollare, militante del Partito Radicale e Antonio Giglio, consigliere comunale di Catanzaro del Partito Socialista Europeo e iscritto, con doppia tessera, al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transparito.

Il principio secondo il quale “chi inquina paga” è stato introdotto quarant'anni fa dall'OCSE, fatto proprio dal trattato costitutivo della Comunità Europea e presente nel protocollo di Kyoto, ma in Italia non viene rispettato. I Radicali e Legambiente propongono una riforma fiscale ecologica al fine non solo di tutelare l'ambiente ma anche per ridurre le tasse su redditi da lavoro e d'impresa.

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Carceri: fermare subito il massacro, garantire le cure. Sciopero della fame di Rita Bernardini e Sciopero della sete di Marco Pannella

Mer, 07/16/2014 - 20:18

Carceri: fermare subito il massacro, garantire le cure. Sciopero della fame di Rita Bernardini. Prosegue il Satyagraha di Marco Pannella, anche a sostegno di questa nuova fase. 150 cittadini si sono già aggregati. Ora è anche l’ONU a chiedere all’Italia un provvedimento di amnistia e indulto: dà ragione ai radicali e al Presidente Napolitano sotto ogni aspetto.

Aderisci anche tu al Satyagraha radicale»

Dichiarazione della Segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, con la quale ha annunciato l'inizio del suo sciopero della fame:

Nel dossier di 56 pagine che il 22 maggio scorso, con le firme di Laura Arconti, Deborah Cianfanelli e mia, Radicali italiani ha trasmesso al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, un capitolo fondamentale riguardava la salute in carcere. Il Comitato dei Ministri, chiamato a valutare l’esecuzione della condanna inflitta all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (sentenza Torreggiani), il 5 giugno scorso si è espresso in modo positivo – seppure rimandando il giudizio definitivo al giugno 2015 - incentrando la sua valutazione sulla questione dei 3 metri quadrati a testa per ogni detenuto, segno evidente che la sentenza della CEDU non l’abbia presa in considerazione.

Così come non ha potuto prendere in considerazione il ponderoso dossier inviato il 22 maggio da Radicali italiani al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa: la burocrazia europea ha, infatti, illegalmente omesso di consegnarlo, con meschine azioni di occultamento, ai 47 delegati degli Stati favorendo così un esito benevolo verso la tesi difesa dal Governo italiano, che successivamente – dopo averla “sfangata” - ha ammesso la forzatura, dichiarando “sulle carceri, per ora, ci abbiamo messo una pezza”.

Detto questo, chi si occupa di carcere è letteralmente subissato da casi di detenuti non curati e troppo spesso lasciati morire. Nelle ultime ore, grazie a Ristretti Orizzonti, abbiamo avuto la notizia di due suicidi (uno a Firenze/Sollicciano e un altro a Cagliari/Buoncammino) e di un settantenne detenuto presso la casa circondariale di S. Maria C.V, morto all’ospedale Melorio dopo che, 15 giorni fa, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli gli aveva negato i domiciliari.

I dati che avevamo trasmesso in Europa anche sulla “salute” in carcere, provavano che la violazione dell’articolo 3 della Convenzione EDU (trattamenti inumani e degradanti) era sistematica nel nostro sistema carcerario, anche sotto questo profilo.

È per questa situazione che, a partire dalla mezzanotte di lunedì 30 giugno 2014, ho iniziato un Satyagraha nella forma dello sciopero della fame per richiedere a Governo e Parlamento che si faccia chiarezza e si intervenga immediatamente:

  1. per scongiurare le morti in carcere
  2.  sulle cure negate ai detenuti, molti dei quali incompatibili con lo stato di carcerazione
  3.  sulla tortura del 41-bis inflitta perfino a detenuti, come Bernardo Provenzano, per i quali le Procure della Repubblica di Palermo, Caltanissetta e Firenze hanno dato parere favorevole alla revoca del 41 bis.

Per aderire compila il form»

 

L'articolo di Luigi Manconi pubblicato il 10 luglio 2014 su L'Unità

Non Basta torturare un po' di meno

Leggi gli ultimi aggiornamenti:

Riascolta il collegamento di Rita Bernardini e Marco Pannella con RadioRadicale

 

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Valle del Sacco. Radicali: “Presentata denuncia alla Commissione europea per inquinamento da esaclorocicloesano”

Mer, 07/16/2014 - 19:02
16/07/14

Gli ultimi dati dell’Arpa Lazio confermano come diverse zone della Valle del Sacco continuino a essere soggette a inquinamento da esaclorocicloesano

Dichiarazione di Massimiliano Iervolino, membro della Direzione nazionale di Radicali Italiani, e di Paolo Izzo, segretario dell’associazione Radicali Roma

“Venerdì abbiamo inviato alla Commissione europea una denuncia contro lo Stato italiano per il perdurare dell’inquinamento nella Valle del Sacco. Questa azione è divenuta più che mai urgente dopo l’avvenuta consultazione degli ultimi dati dell’Arpa Lazio che, per l’anno 2013, certificano ancora una volta l’inquinamento da esaclorocicloesano in diverse zone della provincia di Roma e di Frosinone. Abbiamo richiesto i dati di monitoraggio tramite un accesso agli atti inviato all’Agenzia regionale: le misure sono state effettuate monitorando l’esaclorocicloesano (HCH) e i suoi isomeri (beta e gamma), nella zona indicata come Valle del Sacco relativamente ai comuni elencati nel decreto Ministeriale 4352/2008 (Collefferro, Segni, Gavignano) nonché nel Decreto Pres. Cons. Min. del 31/10/2011 (Frosinone, Patrica, Ceccano, Pofi, Castro dei Volsci, e Ceprano Falvaterra). I dati sono relativi ad acque superficiali, sedimenti e pozzi. V’è da tenere presente che la Direttiva 2013/39/UE nell’allegato II prevede che per l’esaclorocicloesano (HCH) la concentrazione totale di tutti gli isomeri (media annua) non debba essere superiore a 0,02 μg/l e la concentrazione puntuale massima ammissibile non debba essere superiore a 0,04 μg/l.

L’Europa, invero, ha scelto di fissare gli standard di qualità ambientali attraverso un valore medio annuo (SQA-AA) in grado di garantire una protezione nei confronti dell’esposizione a lungo termine e tramite concentrazioni puntuali massime ammissibili (SQA-CMA) per garantire la protezione contro l’esposizione a breve termine. Come è facile notare dalla lettura dei dati forniti nell’allegato I della nostra denuncia, per molte stazioni di monitoraggio i valori di esaclorocicloesano superano i limiti imposti dalla Direttiva 2013/39/UE. Allo stesso tempo abbiamo ritenuto utile denunciare la violazione di altre due direttive: la prima è la 2002/32/Ce relativa alle sostanze indesiderabili nell’alimentazione degli animali e la seconda riguarda la Direttiva 86/363/CEE, e successive modificazioni, che fissa le quantità massime di residui di antiparassitari sui e nei prodotti alimentari di origine animale. Come elementi probanti a sostegno della denuncia, oltre ai dati dell’Arpa Lazio, sono state inviate alla Commissione europea tre relazioni epidemiologiche (2008-2011-2013) – le quali, senza ombra di dubbio, certificano per la popolazione residente nella Valle del Sacco un aumento percentualmente non trascurabile di malattie e di decessi – e la relazione sulle “bonifiche dei siti contaminati in Italia, i ritardi nell’attuazione degli interventi e i profili di illegalità”, approvata a fine dicembre del 2012 dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

V’è da ricordare, infine, che la vicenda relativa all’inquinamento della Valle del Sacco salì agli “onori” della cronaca nel marzo 2005, allorquando vennero riscontrati livelli di beta-esaclorocicloesano molte volte superiori ai limiti di legge in campioni di latte di massa crudo e su foraggi prelevati in alcune aziende agricole del comprensorio di Colleferro (RM). Da allora sono passati otto anni, ma il problema ancora non è stato definitivamente risolto, sicché con la nostra denuncia alla Commissione europea auspichiamo che Bruxelles sappia intervenire affinché il Governo italiano possa risolvere finalmente l’annosa questione.”

Tutta la documentazione inviata alla Commissione europea è disponibile al seguente link:

http://www.radicaliroma.com/wp/2014/07/valle-del-sacco-radicali-presentata-denuncia-alla-commissione-europea-per-inquinamento-da-esaclorocicloesano-2/

 

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Giustizia minorile, Bernardini: poiché funziona, stanno per smantellarlo. Il Satyagraha è anche per questo

Mer, 07/16/2014 - 18:30
16/07/14

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani:

 

Il Ministero della Giustizia sta per smantellare – è questione di ore – uno dei pochi settori funzionanti, quello della giustizia minorile, da sempre impegnata con successo nel recupero dei ragazzi che entrano a far parte del circuito penale. Ciò accade mentre gli si affidano nuovi compiti, come quello di accogliere anche i giovani detenuti da 21 ai 25 anni.

Il Dipartimento della Giustizia Minorile (DGM), infatti, è quello sul quale sembra voler abbattersi con maggiore violenza la mannaia dei tagli in quanto il Governo ha previsto sia la scomparsa dell’attuale specifica Direzione Generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari, sia la drastica riduzione dei dirigenti di seconda fascia, cuore del DGM. Come se ciò non bastasse, la scure si abbatterà anche su assistenti sociali, educatori e amministrativi peraltro già notevolmente ridimensionati dalle cesure precedenti. 

Insomma, il Governo italiano si appresta ad annientare l’unico settore della Giustizia italiano non raggiunto dalle condanne sistematiche della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Al Satyagraha che sto portando avanti nella forma dello sciopero della fame da 16 giorni, con Marco Pannella e altri 190 cittadini, aggiungo anche questo obiettivo, questa volta non per ripristinare la legalità perduta, ma per mantenere quella c’è in un comparto che finora l’Italia ha potuto mostrare in Europa come un fiore all’occhiello.

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Governatori e Federico: “La British Columbia rilancia economia e ambiente con la carbon tax. Da noi, lo stesso risultato si può avere senza nessuna nuova tassa!”

Mer, 07/16/2014 - 18:28
16/07/14

Dichiarazione di Michele Governatori, membro della Direzione di Radicali Italiani, e Valerio Federico, Tesoriere di Radicali Italiani:

Un articolo su Quale Energia del 15 luglio scorso analizza i risultati di cinque anni di applicazione in British Columbia, Canada, di una carbon tax finalizzata ad abbassare le tasse sui redditi e a disincentivare il consumo di fonti fossili di energia. Sul piano economico, abbassare le tasse sui redditi ha un effetto tanto più espansivo sull’economia quanto più alte ne sono le aliquote. Anche per questo da noi è urgente seguire le orme della British Columbia.

La buona notizia è che l’effetto positivo sulle tasse e sull’ambiente – previsto anche nella proposta di Radicali Italiani e Legambiente - da noi non richiederebbe nessuna nuova imposta sulla benzina e sugli altri combustibili (se mai un loro riequilibrio sulla base delle emissioni nocive). Infatti, come Radicali Italiani e Legambiente hanno mostrato nella documentazione della campagna #menoinquinomenopago, nel caso italiano è possibile un forte disincentivo al consumo di risorse ambientali con la semplice abolizione degli sconti fiscali e sussidi che queste attività dannose ricevono.

L’ordine di grandezza delle risorse recuperabili stimato da Radicali e Legambiente è di 10 miliardi di Euro all’anno, di cui 5,7 solo di sconti fiscali ai combustibili. Abbastanza da poter finanziare – oltre che la riduzione delle tasse sui redditi di persone e imprese - anche investimenti in efficienza energetica nei settori colpiti dalla perdita dei sussidi.

Il Parlamento cosa ne pensa? La delega fiscale (già legge) è quantomeno pilatesca: prima fa l’apologia dell’economia green, poi però prima di una revisione coerente del fisco chiede di aspettare che ci obblighi l’Europa. Intanto il numero uno della IEA (agenzia energetica dell’OCSE) ci consiglia una volta ancora, in un’intervista a La Stampa del 15 luglio, di finirla coi sussidi alle fonti fossili di energia.

La proposta dei Radicali e Legambiente c’è, e vede come primo passo l’immediata applicabilità della riforma fiscale prevista nella delega.

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Sanità: Ministro della Salute incontra Associazione Luca Coscioni

Mer, 07/16/2014 - 18:11
16/07/14
Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, soggetto costituente il Partito radicale   Si è concluso nella tarda mattinata, presso il Ministero della Salute, l’incontro tra il Ministro Beatrice Lorenzin e Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni e il professor Gilberto Corbellini, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni; erano presenti il consigliere del Ministro Giuseppe Chinè e la prof.ssa Assuntina Morresi.   Filomena Gallo e Gilberto Corbellini, al termine dell’incontro hanno rilasciato la seguente dichiarazione:   “I temi trattati durante l’incontro, sui quali abbiamo trovato un Ministro molto attento, sono stati: le politiche sulla disabilità e PEBA (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche);  l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e del Nomenclatore tariffario; la verifica della applicazione corretta delle Legge 194/78, e soluzioni possibili; prossime tappe per superare i divieti della legge 40/04.   Riguardo i Lea abbiamo riformulato le proposte elaborate in precedenza con il prof. Marcello Crivellini e la Dott.ssa Agati: la possibilità di  una revisione della lista delle tipologie di ausili erogabili con l’eliminazione di quelle obsolete a fronte dell’inclusione delle nuove tecnologie (che possono essere anche meno costose rispetto a quelle nomenclate);  un più efficace sistema di identificazione dei dispositivi erogabili attraverso la registrazione approvata da un’apposita commissione simile a quella del farmaco, dei modelli fornibili (così come avviene in tutta Europa ed in tutti i paesi civili del mondo) in un “Repertorio” degli ausili tecnici,  peraltro già previsto dalla legge finanziaria 2006 – art. 292 comma b),  permetterebbero da soli  e “a costo zero” l’eliminazione della quasi totalità delle forniture difformi, “discrezionali” ed incontrollabili in quanto ad appropriatezza e congruità, che costituiscono il vulnus più appariscente e più grave dell’attuale sistema. A tal proposito il Ministro ha confermato che,  a seguito anche del lavoro effettuato in Commissione Diritti Umani al Senato con il Presidente Manconi lo scorso anno,  ha proposto l’inclusione del tema nel Patto della salute e, tenuto conto dell’avvenuta approvazione del Patto, si è ormai vicini all’aggiornamento dei LEA e del  Nomenclatore. In merito alla applicazione della 194 è in corso un lavoro con le Regioni su possibili soluzioni per garantire una corretta applicazione della normativa su tutto il territorio. Il Ministro ci ha informati sul lavoro che il Ministero sta effettuando alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di eterologa; da parte nostra abbiamo evidenziato le garanzie già normate in materia nel nostro ordinamento per la tutela dei diritti di tutti i soggetti coinvolti. Su questo punto forniremo ulteriori commenti.

Con il Ministro abbiamo commentato la situazione relativa alla vicenda Stamina, e siamo stati informati che la Commissione Scientifica sta procedendo a valutare gli elementi forniti dalla Fondazione Stamina. Il  Ministro auspica che il Parlamento crei le condizioni per interrompere pratiche medicalmente inappropriate e rischiose. 

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Affissioni abusive: Cappato presenta esposto al prefetto per l'incompatibilità' del Sindaco, di 2 assessori e 4 consiglieri

Mer, 07/16/2014 - 17:06
16/07/14

Comunicato stampa del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano

  Il Presidente del Gruppo, Marco Cappato, assieme all'Avvocato Massimo Rossi, ha presentato oggi il testo dell'esposto al Prefetto di Milano volto ad accertare l'incompatibilità della carica ricoperta con le azioni messe in atto da parte del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, degli Assessori Pierfrancesco Maran e Pierfrancesco Majorino e dei Consiglieri comunali Roberto Biscardini, Giulio Gallera, Marco Osnato e Manfredi Palmeri, relativamente ai verbali per le affissioni abusive della campagna elettorale delle comunali 2011.

Nell'esposto si nota come i sette esponenti istituzionali destinatari dei verbali "in opposizione a quanto ivi veniva loro contestato, non aderivano al pagamento in misura ridotta delle sanzioni loro comminate e depositavano “scritti difensivi” avanti l’Ufficio Contenzioso del Settore Pubblicità del Comune di Milano. Dal momento che ai sensi della legge 267/2000, “non può ricoprire la  carica di Sindaco...(omissis) ... colui che ha lite pendente, in quanto  parte di un procedimento civile o amministrativo... con il Comune...”; e che a norma della Legge nr. 689/1981, deve considerarsi che con i verbali di accertamento e con le relative contestazioni prende formalmente avvio un “procedimento amministrativo” si osserva nell'esposto che "non possono sussistere dubbi che i soggetti sopra  menzionati siano da considerarsi “parti” di un procedimento  amministrativo con il Comune di Milano". Si osserva infine che in ogni caso, non avendo i predetti soggetti aderito al pagamento  in misura ridotta delle sanzioni loro comminate, gli stessi hanno di fatto instaurato  incontestabilmente una vera e propria “lite” con il Comune di Milano, posto che l’atto successivo al mancato pagamento è l’emissione da parte di quest’ultimo di una serie di ordinanze-ingiunzioni;

In base a tali considerazioni Marco Cappato chiede che il Prefetto voglia acquisire tutta la documentazione e "valutare la sussistenza di cause di incompatibilità per il mandato" del Sindaco, degli assessori e dei Consiglieri e voglia promuovere l’azione ordinaria avanti il Tribunale Civile affinchè venga accertata la sussistenza dei presupposti dell'incompatibilità e la stessa venga quindi dichiarata a ogni effetto.

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Sentenza Tamoil: presidio dei Radicali davanti al Tribunale di Cremona. Al termine dell'udienza, conferenza stampa con Maurizio Turco, Gino Ruggeri, Alessio Romanelli, Sergio Ravelli

Mer, 07/16/2014 - 16:31
16/07/14

 

Venerdi 18 luglio verrà emessa dal Giudice Guido Salvini la sentenza nei confronti dei  principali manager della multinazionale libica Tamoil.

 

A questo importante appuntamento si è arrivati dopo trent'anni di lotte radicali contro l'inquinamento prodotto dalla raffineria Tamoil, un inquinamento che è stato non solo di natura ambientale, ma anche economico, sociale e politico.   Solo la forza e la durata dell'iniziativa radicale ha consentito di trascinare il Comune di Cremona nel processo come parte civile danneggiata attraverso la straordinaria azione popolare attivata da Gino Ruggeri, segretario dell'associazione radicale Piero Welby.   A partire dalle ore 11, i Radicali terranno un sit-in davanti al Tribunale di Cremona in attesa della sentenza.   Al termine dell'udienza è convocata presso la sala SpazioComune (piazza Stradivari) una conferenza stampa per le valutazioni circa l'esito della vicenda processuale.   Interverranno: Maurizio Turco, già deputato e tesoriere del Partito Radicale Transnazionale; Gino Ruggeri, parte civile in sostituzione del Comune di Cremona; Alessio Romanelli, avvocato di parte civile; Sergio Ravelli, parte civile in qualità di socio della società canottieri Bissolati.   Cremona, 16 luglio 2014     11.0pt;Verdana","sans-serif"">Associazione radicale Piero Welby 11.0pt;Verdana","sans-serif"">Cremona  

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Farmacap, Magi: basta buttare soldi. Farmacie comunali sono circondate da quelle private. Lunedì 21 nessuno sentirà assenza

Mar, 07/15/2014 - 20:00
15/07/14

 

  Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere Capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino   Quello che dovrebbe far riflettere tutti, a partire dagli amministratori e dai dipendenti di Farmacap, è che il 21 luglio, giorno dello sciopero annunciato oggi, probabilmente nessuno in città sentirà la mancanza delle farmacie comunali. Provo rispetto per questi lavoratori come per tutti gli altri impiegati in aziende pubbliche o private, ma da amministratore sento il dovere di agire nell'interesse dei cittadini romani, che pagano tasse altissime per servizi essenziali scadenti. La finalità per cui è nata Farmacap - al di là dei servizi di assistenza e soccorso,  peraltro in buona parte sospesi o inutilizzabili, che possono essere offerti internalizzandoli se ritenuti necessari - è quella di portare il servizio delle farmacie a fasce di popolazione disagiate e svantaggiate e in zone in cui non arriva il servizio privato. Ma come abbiamo dimostrato con la mappa di Opencampidoglio.it  la localizzazione di quasi tutte le 44 farmacie comunali non risponde alla missione dell'azienda, trovandosi le farmacie quasi sempre a poche decine o centinaia di metri da altre farmacie, e non offrendo servizi agevolati a quelle fasce di popolazione. O si valuta che sia possibile e doveroso riportare l'azienda al suo compito originario oppure la cosa migliore nell'interesse pubblico è la chiusura dell'azienda e la vendita delle licenze.   Quando il 6 marzo scorso abbiamo votato i bilanci di Farmacap degli esercizi 2010-2012 e (nella stessa delibera n. 8/2014) la destinazione di 15 milioni di euro per il ripiano delle perdite, sono stato l'unico in assemblea Capitolina a votare contro perché ritenevo un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini romani gettare altri milioni di euro in quell'azienda in assenza di un piano industriale.  In quella delibera si dava "indirizzo all'Azienda di presentare entro tre mesi un nuovo Piano industriale che preveda il conseguimento già nel 2014 di uno stabile equilibrio economico-finanziario aziendale, al fine di assicurare la salvaguardia degli equilibri di Bilancio complessivi di Roma Capitale". I tre mesi sono trascorsi, un piano industriale credibile non c'è e nemmeno una decisione chiara e responsabile sull'azienda e su come sia meglio utilizzare le risorse di tutti i romani in un momento in cui il principale obiettivo della città è il risanamento.  Non c'è neanche un bilancio del 2013 nel quale ci sono altri 3 milioni di perdite. Per salvare 300 posti di lavoro (che comunque si potrebbero salvare in altro modo) si spendono milioni l'anno per un servizio inutile già superato dal mercato. E' un sistema quello che regge le aziende capitoline, che crea più disoccupazione e povertà. Se il Consiglio, ma anche il Governo con il Piano di riequilibrio, non intervengono neppure su Farmacap vuol dire che manca coraggio per vero risanamento anche su tutto il resto.

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Carceri e giustizia: l’Onu chiede per l’Italia amnistia e indulto ed è censura pressoché totale. Chi ha occultato la notizia?

Mar, 07/15/2014 - 15:54
15/07/14

Dichiarazione congiunta di Rita Bernardini (Segretaria di Radicali italiani) e di Marco Pannella (Presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito):

La vera notizia è che la “notizia” è stata quasi totalmente censurata dai mezzi di informazione. Tranne pochissime agenzie, fra le quali, l’ANSA, nessuna televisione pubblica o privata l’ha data, nessun giornale ne ha parlato (tranne, meritoriamente, Il Manifesto che però non ha citato né la parola amnistia, né la parola indulto richiesti dalla delegazione ONU). In internet, se selezionate le parole “Mads Andenas”, cioè il nome del norvegese che ha guidato la delegazione delle Nazioni Unite che è venuta in visita in Italia dal 7 al 9 luglio, la notizia è passata solo sui seguenti siti internet: DaringToDo.com, Blastingnews.com, il Velino.it e Corriere.it.

Cosa hanno dichiarato e chiesto gli esperti dell’ONU sulla detenzione arbitraria all’Italia per bocca del capodelegazione Mads? 1) Di adottare "misure straordinarie, come per esempio soluzioni alternative alla detenzione, al fine di eliminare l'eccessivo ricorso alla detenzione e proteggere i diritti dei migranti" 2) "Quando gli standard minimi non possono essere altrimenti rispettati, il rimedio è la scarcerazione" 3) "Chiediamo alle autorità italiane di rispettare le nostre raccomandazioni" del 2008 e "quanto statuito dalla sentenza Torreggiani" 4) Secondo l'esperto – scriveva l’ANSA - raccomandazioni come quelle formulate dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2013, incluse le proposte in materia di amnistia e indulto, sono "quanto mai urgenti per garantire la conformità al diritto internazionale" 5) Sui migranti, oltre ad esprimere rammarico per i “rimpatri forzati”, la delegazione ONU "resta preoccupata per la durata della detenzione amministrativa e per le condizioni detentive nei Centri di identificazione ed espulsione". Infine, udite udite, gli esperti ONU si esprimono anche sull’illegalità del 41-bis di cui, come forza politica, si occupano solo i radicali, anche con lo sciopero della fame in corso: "il regime detentivo speciale previsto dall'articolo 41-bis" per i mafiosi non è ancora stato allineato agli obblighi internazionali in materia di diritti umani.”

Temiamo che la censura sia stata anche determinata da qualche manina super-informata che abbia deliberatamente deciso di non far circolare la notizia e ci auguriamo che non si tratti di quella di qualche associazione che normalmente si occupa di diritti umani. Che non abbiano voluto disturbare – come ormai fan quasi tutti - il Premier Renzi e il Guardasigilli Orlando, mentre il Governo si appresta a nominare il Garante Nazionale dei detenuti e il Capo del DAP?

C’è un’altra notizia totalmente censurata dai media (tranne Radio Radicale): si tratta della mozione approvata dal Comitato Nazionale di Radicali Italiani tenutosi lo scorso week-end a Roma. Se mai ci fosse qualche media interessato, ci limitiamo ad indicare il link al testo che ha molto a che fare con questo nostro comunicato:

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Par condicio, Marco Beltrandi: inadeguata è anzitutto l'azione dell'AgCom

Mar, 07/15/2014 - 15:13
15/07/14

 

In occasione della lettura delle relazione annuale dell’Agcom al Parlamento, dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, componente della Direzione di Radicali Italiani, già parlamentare della XV e XVI legislatura e componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai   Roma, 15 luglio 2014. “Oggi il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Prof. Angelo Cardani, ha dichiarato nella sua relazione annuale al Parlamento che la legge sulla par condicio sarebbe “inadeguata”. Mentre non dubito che la legge possa essere migliorata, osservo che ad essere inadeguata totalmente è stata sino ad oggi l’azione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni da lui presieduta, Autorità che non è stata in grado e non ha voluto che la legge, e i regolamenti della Vigilanza, fossero applicati anzitutto alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. E che le poche volte che invece è intervenuta, come quando per due volte in due anni ha ordinato alla Rai di organizzare dibattiti in orari di massimo ascolto sul tema della giustizia, sulle carceri, e su amnistia ed indulto, anche con la presenza – ordinata – di Marco Pannella, ha poi lasciato che non seguissero conseguenze al rifiuto della concessionaria del Servizio pubblico radiotelevisivo ad adempiere a tale ordine. Quanto alla comunicazione politica basterebbe fosse collocata in orari di massimo ascolto, invece che essere relegata negli interstizi meno visti dei palinsesti. Quindi, per rivendicare o richiedere una riforma, occorrerebbe che la “forma” vivesse, che la legge fosse applicata, mentre evidentemente non lo è.”    

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