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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Rimborsopoli: Tra condanne e patteggiamenti coinvolto (per ora) un terzo dell'ex maggioranza di centro-destra. Lega nord e Italia dei valori raccolgono i cocci

Mar, 07/15/2014 - 14:02
15/07/14

Preso atto dei 23 rinvii a giudizio, che si aggiungono a quello già fissato di Roberto Cota, delle 4 condanne e dei 14 patteggiamenti relativi ai rimborsi spese contestati a ex consiglieri regionali del Piemonte, Giulio Manfredi, segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Silvio Viale, presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, hanno dichiarato:

“Da garantisti per i 25 rinvii a giudizio attendiamo l’esito del processo. Ma ci sono già 4 condanne e 14 patteggiamenti, (che sono 14 ammissioni implicite di colpa), che riguardano già un terzo della vecchia maggioranza di centro-destra che sosteneva Roberto Cota. Fra i 14 che hanno patteggiato ci sono i due ex consiglieri dell’Italia dei Valori (Buquicchio e Ponso), 4 ex consiglieri leghisti (Angeleri, Carossa, Marinello e Novero) e 2 ex assessore regionali leghiste (Maccanti e Quaglia). Stiamo parlando di due partiti, Italia dei Valori e Lega, che in passato hanno fatto le loro fortune elettorali ergendosi a paladini contro la partitocrazia e “Roma ladrona”. Ora raccolgono i cocci.

Quando la Guardia di Finanza – sull’onda d’urto iniziata nell’estate 2012 in Lazio grazie ai consiglieri radicali Rossodivita e Berardo - si presentò a Palazzo Lascaris per sequestrare le pezze giustificative dei rimborsi, i radicali chiesero a tutti i consiglieri regionali indagati di mettere online, in modo analitico, una per una, le spese contestate. Per 22 mesi nessuno l’ha fatto e così i cittadini hanno dovuto attendere la pubblicazione degli atti della Procura.”

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Categorie: Politica

Eutanasia. Veronesi, Feltri e Cappato: legge fondamentale al di là degli schieramenti politici

Lun, 07/14/2014 - 16:18
14/07/14

 

Veronesi: non discutere di fine vita significa essere deboli. Si discuta presto in Parlamento Feltri: affrontare l’eutanasia in maniera razionale e politicamente trasversale Cappato: non chiediamo che l'eutanasia entri nel programma di Governo, ma che il Parlamento dibatta

Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il Partito radicale   Si è conclusa la conferenza stampa organizzata dall’Associazione Luca Coscioni presso la Sala delle Commissioni Consiliari di Palazzo Marino (Piazza della Scala) a Milano, sul tema: EUTANASIA: IL PARLAMENTO SI FACCIA VIVO [RIASCOLTABILE A QUESTO LINK]. Sono intervenuti:  Umberto VERONESI,  direttore dell'Istituto europeo di oncologia Umberto Veronesi, il giornalista Vittorio FELTRIMarco CAPPATO, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia Legale.    Vi riproponiamo gli estratti delle loro dichiarazioni:   Ha dichiarato Marco Cappato: il 13 settembre dell’anno scorso abbiamo consegnato alla Camera dei Deputati oltre 70000 firme sottoscritte e certificate di cittadini italiani che vogliono che si parli di fine-vita in Parlamento. Da allora nessuna calendarizzazione, né audizione, né un serio dibattito televisivo. Sono passati quasi quattro mesi dal giorno in cui il Presidente inviò al dirigente dell’Associazione Luca Coscioni Carlo Troilo una lettera in cui sollecitava il Parlamento ad un “sereno e approfondito confronto” sui drammatici problemi del fine vita, ribadendo la posizione che aveva già reso pubblica nel dicembre del 2006 rispondendo a una lettera di Piergiorgio Welby. E pochi giorni fa, incontrando rappresentanti del Comitato Nazionale di Bioetica, sempre Napolitano  “ha sottolineato che il silenzio osservato negli ultimi tempi dal Parlamento su queste materie non può costituire un atteggiamento soddisfacente rispetto a problemi la cui complessità e acutezza continua a essere largamente avvertita”. Sono 17 i parlamentari che hanno sottoscritto la nostra proposta di legge di tutti gli schieramenti. Nessuno di noi pretende che il Governo Renzi  e la maggioranza di cui è costituito facciano proprio questo obiettivo e lo portino avanti. Non c’è la pretesa che nel programma di Governo ci sia l’eutanasia ma che ci sia il dibattito e il confronto parlamentare. Si lasci il parlamento libero di discutere di affrontare questi temi davanti all’opinione pubblica, attraverso il cosiddetto servizio pubblico dell’informazione radio televisiva. Se ci sarà dibattito, vedrete che quello che oggi sembra impossibile potrà diventare una possibilità concreta perché è difficile per qualsiasi soggetto politico andare contro delle maggioranze sociali consapevoli e di informate.   Ha proseguito Umberto Veronesi:  il mio è il parere di una persona che per tutta la vita ha vissuto accanto a persone sofferenti, vicine alla morte. Sono molto sensibile a questo tema perché l’ho vissuto e lo vivo da vicino. Davanti ad una sofferenza e ad un dolore incontrollabile è necessario che ognuno possa decidere, soprattutto davanti ad una vita ormai abbreviata dalla malattia, in serenità e consapevolezza come chiudere la propria vicenda umana. La morte è inevitabile per tutti. Davanti alla sofferenza, le terapie palliative sono sicuramente un forte sollievo, un forte antidoto, ma non sempre sono sufficienti a togliere di mezzo questo dolore. Il dolore di una persona che ha un tumore in stato avanzato non è solo fisico: c’è la sofferenza che viene dal senso di abbandono, di solitudine, di emarginazione. E’ quello che spinge a chiedere una abbreviazione da parte di una persona di questo continuo dolore e quindi di chiudere la propria esistenza. E’ una condizione umana certamente eccezionale, ma molto frequente. I momenti prima della morte sono davvero terribili. La medicina di oggi fa molto: ho parlato delle cure palliative, ma poi c’è la medicina che si preoccupa di allungare la vita. Abbiamo macchine, strumenti, medici che sono in grado di tenere in vita le persone per tanto tempo in una vita artificiale, come nel caso Welby. Sono d’accordo con Marco Cappato: non si può evitare la discussione. Non vogliamo imporre niente, vogliamo solo che si dibatta del tema. Le famiglie hanno potuto discutere di testamento biologico, ma invece l’eutanasia rimane sotto la cenere, perché l’eutanasia è un termine abbastanza ambiguo. Fu inventato da Francis Bacon nel 1605 per indicare ai medici di allora di occuparsi con umanità della persona nella fase terminale della vita e di concederle la possibilità di andarsene con serenità.   Dunque concedere una "buona morte". Ma poi questo termine si è oscurato quando nel secolo scorso il nazismo lo utilizzò per liberarsi di tutte quelle persone considerate indegne di vivere, oppure politicamente contrarie al nazismo. Vennero eliminate con una piccola iniezione contro la loro volontà – ed è qui l’equivoco – chiamandola eutanasia. Oggi qualcuno pensa ancora che praticare l’eutanasia significa far morire qualcuno contro la propria volontà, invece è esattamente l’opposto della nostra legge. Negli Stati Uniti, la condanna a morte è ancora frequente ma si è passati dalla fucilazione, dalla sedia elettrica, dall’impiccagione all’iniezione letale, creduta eutanasia. Il punto invece è che noi siamo a favore della libertà di scelta. Il tema fondamentale è l’autodeterminazione.  Ci sono tre modi di avvicinare una persona alla morte: il primo è quello di lasciarlo morire, cioè l’abbandono terapeutico; il secondo di aiutare la persona a morire: metodo abbastanza diffuso tra i medici e che consiste nell’aumentare la dose di oppiacei e di morfina di giorno in giorno, fin quando questa dose così elevata porta a morte la persona. Poi c’è un terzo modo, il far morire: fare una iniezione che ad  una persona prima sedata  blocca le funzionali essenziali dell’organismo. Questo è il tema di oggi. Il fatto di aver già avuto una anticipazione nel testamento biologico ci ha avvicinato, come pure il fatto che la legge di oggi contempla il rifiuto delle terapie. Nel rispetto del diritto di una persona che può scegliere ‘come’ porre fine alla propria vita, quello dell’eutanasia è un segno di profonda civiltà. L'eutanasia che intendiamo noi non è solo una iniezione senza dolore, ma è una scelta, è una libera scelta, è la capacità di poter programmare con consapevolezza, senza essere influenzati. Questo è il nostro pensiero, questo è il fondamento della nostra legge. Credo che non abbiamo scelta nel futuro: parlo alle persone che hanno come principio la responsabilità della vita. Questo è il punto delicato perché esiste un mondo religioso che invece parla di sacralità della vita, per cui solo Dio ti da’ e ti toglie la vita. Nessuno di noi vuole convincere una persona religiosa a non seguire le proprie idee. Noi vogliamo che questa legge divina valga per i fedeli, ma non per chi non crede. L’Italia è piena di non credenti o credenti di altre religioni, di miscredenti o di persone che credono solo in parte ai vangeli. E' arrivato il momento di discutere di questo. Noi vogliamo che si dibatta di eutanasia in Parlamento e tra la popolazione. Che diventi un argomento chiave, perché è un argomento chiave quello di come concludere la vita. Se non affrontiamo il fine vita significa che siamo deboli e incapaci di affrontare i grandi temi della vita. Per questo ritengo che sia indispensabile arrivare in Parlamento perché un dibattito in Parlamento aprirà un dibattito in tutta la società.   Ha concluso Vittorio Feltri: Umberto Veronesi è una autorità scientifica e morale. Marco Cappato è un condottiero, uno che dà battaglia per finalità che personalmente condivido. Nel futuro di tutti c’è una tomba. Mi secca finire in una tomba, ma quello che mi secca di più è doverci finire anche facendo fatica, soffrendo. Naturalmente c’è chi desidera offrire le sofferenze e i patimenti  al Padreterno – sperando che ci sia – ed è giusto che lo faccia, né io mai vorrei che gli fosse impedito. Ma mi domando perché, invece, a me o anche ad altri che non abbiam voglia di subire delle torture inutili, sapendo che ormai è finita, si voglia negare il diritto di decidere. Ma perché? Perché l’ha detto il parroco? Questo non mi piace. Il parroco io lo rispetto, vorrei che il parroco rispettasse la mia volontà. I motivi per cui ciò è necessario, li ha spiegati Veronesi. Aggiungerei che gli argomenti che mi hanno convinto ad aderire a queste battaglie non sono quelli a favore dell’eutanasia,  ma quelli contro l’eutanasia, che sono talmente deboli, talmente stupidi che anziché convincerti ti convincono del contrario; per cui quando parla uno contrario all’eutanasia si rafforza in me la convinzione che l’eutanasia sia necessaria. Ovviamente disciplinandola, perché in molta gente è maturata una idea strana e cioè che se cominciamo ad aprire una breccia su questo fronte quando vedranno poi uno che comincia a zoppicare lo stendono, lo stecchiscono con una iniezione. Questa è l’idea sciocca che molti hanno. Allora qui bisogna convincerli che si tratta di una facoltà e non di obbligo. E' in base a questo principio che bisogna concedere diritti quando sono necessari ed è anche necessario che nessuno ci impedisca di esercitarli in nome di argomenti anche astratti, di dogmi che non condividiamo. La discussione va fatta su un piano razionale e credo che, così come è stata preparata questa disciplina, non dovrebbero sorgere problemi  in persone dotate di un minimo indispensabile di intelligenza necessario, per esempio per prendere la patente. Succede che i giornali sono pieni di ciellini e questi fanno una attività molto intensa contro i diritti civili, tra cui quello all’eutanasia. I giornali, le televisioni, l’informazione non appoggiano, non aiutano molto volentieri la comprensione di quello che si vuol fare. Anzi si attribuiscono delle idee  e delle aspirazioni che noi non abbiamo mai avuto: noi vorremmo semplicemente che ciascuno decidesse in  proprio della propria vita. La politica non deve entrare in queste questioni: non significa niente essere di destra, di sinistra o di centro, star sopra o sotto. Qui si tratta di fare un ragionamento elementare prescindendo da qualsiasi schieramento. C’ è poi un’altra questione: è vero che molti medici cominciano a convincersi a sospendere il cosiddetto accanimento terapeutico. Ma i medici hanno bisogno che tutto questo venga regolamentato altrimenti rischiano in proprio, rischiano denunce, processi e anche condanne. E anche coloro, magari parenti, che spingono per questa soluzione possono essere perseguiti penalmente. Questo è sbagliato. L’eutanasia deve intraprendere un percorso rigoroso e questo della proposta di legge lo è. Mi auguro che si riesca a convincere i partiti a smuoversi, partiti che si smuovono solo quando suppongono di poter trarre un po’ di consenso in più per durare più a lungo sulla poltroncina.

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Partito Radicale/Russia: Esce “Operazione Idigov, come il Partito Radicale ha sconfitto la Russia di Putin alle Nazioni unite” il primo libro dell'ex Senatore Radicale Marco Perduca con l'introduzione di Emma Bonino

Lun, 07/14/2014 - 13:33
14/07/14

Esce lunedì 14 luglio, in tutte le librerie online Operazione Idigov, come il Partito Radicale ha sconfitto la Russia di Putin alle Nazioni Unite, il primo libro dell'ex Senatore Radicale Marco Perduca con un'introduzione di Emma Bonino pubblicato da Reality Book.

Operazione Idigov racconta come, nella primavera del 2000, la Federazione russa di Vladimir Putin chiese l'espulsione del Pr dalle Nazioni unite per aver fatto parlare davanti alla Commissione diritti umani di Ginevra il parlamentare ceceno Akhyad Idigov.
Attraverso la pubblicazione di documenti ufficiali del governo Russo e delle Nazioni unite, memorandum interni del Partito e ricordi personali di Perduca, all'epoca rappresentante radicale all'Onu, Operazione Idigov ripercorre le iniziative istituzionali, politiche e parlamentari messe in atto tra Roma, Bruxelles e New York perché l'Onu rigettasse la richiesta russa.
Pur non volendo essere un manuale di lobby, questo libro rappresenta un documento singolare nel suo genere poiché racconta come l'unico Partito politico che è riconosciuto all'Onu come organizzazione non-governativa sia riuscito a suscitare il sostegno di decine di paesi non solo per se stesso ma anche per quello che negli anni esso ha rappresentato all'Onu: un partito al servizio dei silenziati e degli oppressi di mezzo mondo.

Il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito è affiliato al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite dal 1995. Negli anni i Radicali sono riusciti a mobilitare con successo l'opinione pubblica e i governi di mezzo mondo nel perseguimento di obiettivi di rilevanza globale come la creazione dei tribunali ad hoc per la ex Yugoslavia e il Ruanda, l'istituzione della Corte penale internazionale, la proclamazione di una Moratoria Universale della pena di morte e la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili.

Nella postfazine di Operazione Idigov, Marco Perduca solleva l'interrogativo di cosa succederebbe oggi se un altro Stato membro delle Nazioni Unite attivasse nuovamente la procedura di sanzione nei confronti del Partito Radicale.

Nei prossimi giorni si terrà una prima presentazione pubblica del libro presso la sede del Partito Radicale a Roma.

Sull'autore:
Marco Perduca (Firenze 1967) è stato Senatore Radicale dal 2008 al 2013 in Commissione esteri e giustizia e segretario della Commissione speciale per la tutela dei dritti umani del Senato della Repubblica. Prima di una breve parentesi come consulente alla Farnesina dal 2006 al 2008, Perduca ha rappresentato il Partito Radicale alle Nazioni Unite tra New York, Ginevra e Vienna – responsabilità che ha ripreso dall'inizio del 2014. Per due anni è stato il coordinatore del gruppo italiano della Ong Parliamentarians for Global Action ed è membro dei consigli direttivi di Nessuno Tocchi Caino e Non c'è Pace senza Giustizia. Ha un blog su HuffingtonPost.it e su twitter è @perdukistan.

In allegato la copertina del libro di Aurelio Candido.

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Comitato Nazionale di Radicali Italiani 11-13 luglio 2014. La Mozione Generale

Lun, 07/14/2014 - 12:47
13/07/14

Comitato Nazionale di Radicali Italiani 11-13 luglio 2014

Mozione generale

Il movimento radicale nella sua storia sessantennale ha più volte dovuto attraversare lunghi periodi di resistenza che hanno poi consentito all’Italia di realizzare grandi conquiste nel campo dei diritti umani, sociali e civili o perlomeno di rallentare il processo di desertificazione della democrazia perseguito via via con sempre maggiore violenza dal regime partitocratico nelle sue diverse manifestazioni. Oggi questo processo ha prodotto un deserto che è soprattutto di idee e si manifesta ormai nella forma della supremazia della ragion di Stato sullo Stato di diritto democratico e federalista.

Il diritto alla conoscenza è ormai negato al popolo italiano fino ad un punto di non ritorno. Il Centro d’Ascolto dei programmi radiotelevisivi ha dimostrato la precisa corrispondenza tra la percentuale di ascolti consentita ai leader e alle forze politiche in occasione della recente consultazione europea e il risultato conseguito dalle varie liste. Clamoroso il caso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del PD: 41,1% di ascolti consentiti, 40,8% il risultato elettorale conseguito. Quanto al movimento radicale, altrettanto eloquente è il dato che vede Marco Pannella al 349° posto ed Emma Bonino addirittura espulsa dalla classifica dei 512 esponenti politici monitorati in merito alle trasmissioni della Rai-TV.

Sulla totale illegalità del “sistema giustizia” italiano e delle carceri, ambedue pluricondannati in sede europea - il primo per l’irragionevole durata dei processi e il secondo per i trattamenti inumani e degradanti - paradigmatico è il caso del ponderoso dossier inviato il 22 maggio da Radicali italiani al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa chiamato, il 5 giugno scorso, ad esprimersi sul rispetto da parte del nostro paese della Sentenza di condanna “Torreggiani”: la burocrazia europea ha illegalmente omesso di consegnarlo, con meschine azioni di occultamento, ai 47 delegati degli Stati favorendo così un esito benevolo verso la tesi difesa dal Governo italiano, che ha ammesso la forzatura, dichiarando “sulle carceri, per ora, ci abbiamo messo una pezza”.

Persino sulle misure compensative e riparatorie, il Governo italiano non si è fatto scrupolo - con l’ultimo decreto – di gabbare la CEDU: là dove la condanna ordinava all’Italia di prevedere ricorsi interni “effettivi” e “idonei”, il Governo Renzi ha fissato il “prezzo della tortura” in 1 giorno di sconto pena per ogni 10 giorni vissuti in carcere oppure, per chi è uscito dal carcere, in 8 euro per ogni giorno di prigionia inumana e degradante. Accedere a tale “mercimonio” sarà oltretutto impraticabile considerata l’impossibilità per magistrati di sorveglianza e giudici civili di verificare per ciascun soggetto quali siano state materialmente le condizioni di detenzione.

RISORSE

Il Comitato Nazionale di Radicali italiani, riunito a Roma l’11-12 e 13 luglio 2014

ribadisce come obbligato un provvedimento di amnistia e di indulto quale unica riforma strutturale in grado di fermare il mancato rispetto della Costituzione italiana e dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, anche secondo quanto affermato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il suo ostracizzato messaggio alle Camere.

Il Comitato sostiene il Satyagraha in corso di Marco Pannella, Rita Bernardini e di altri 150 cittadini esplicitamente volto, in questa fase, a fermare le morti in carcere e a garantire le cure necessarie ai detenuti malati. Da questo punto di vista è con ogni evidenza emblematico - e perciò richiamato espressamente come obiettivo dello sciopero della fame - il caso dell’ottantunenne boss di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, tuttora trattenuto in regime di 41-bis benché le Procure della Repubblica di Palermo, Caltanissetta e Firenze si siano pronunciate nei suoi confronti per la cancellazione del “carcere duro” e malgrado non sia più chiamato a intervenire nei processi in cui è ancora coinvolto perché “incapace di intendere e di volere”.

Il Comitato rileva che la inutile crudeltà di questa situazione non fa che qualificare lo Stato italiano ad un livello di criminalità, se possibile, addirittura superiore a quella del condannato.
Nella condizione di antidemocrazia in cui si trova il Paese, il Comitato di Radicali italiani richiama il movimento alla forza e alla conseguente necessità della pratica della nonviolenza e della disobbedienza civile, nel difficile tentativo di ricercare e aprire varchi di agibilità politica nei quali la sovranità del popolo possa finalmente affermarsi.

Il Comitato auspica che il ricorso alle Giurisdizioni nazionali, europee e transnazionali sia sempre più praticato da tutti gli organi di Radicali italiani per affermare, con il ripristino della legalità, i diritti fondamentali dei cittadini. Da questo punto di vista, il Comitato esprime il massimo plauso al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, all’Associazione Luca Coscioni, e al nostro stesso movimento per tutte le iniziative già intraprese con successo, in attesa di pronunciamento o pressoché prossime alla presentazione.

Il Comitato impegna gli organi dirigenti a dare il massimo supporto all’Avv. Deborah Cianfanelli affinché il dossier sulla giustizia, riguardante l’irragionevole durata dei processi civili e penali, sia al più presto aggiornato e depositato presso la Corte EDU. Il Comitato sostiene altresì l’iniziativa volta a presentare un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale causato dallo Stato italiano ai suoi cittadini.

Il Comitato ribadisce che partendo dall’analisi radicale sulla permanenza e vigenza di un sistema economico finanziario fondato su capitalismo inquinato, sottocapitalizzato, bancocentrico e di relazione, le campagne in corso #sbanchiamoli, #menoinquinomenopago e l’insieme di proposte sul capitalismo locale delle società partecipate da Enti locali e Regioni, oggi si confermano più che mai centrali nell’azione utile a rilanciare legalità, concorrenza, merito e innovazione, nonché a contenere il debito pubblico e quello ecologico, la spesa pubblica, la pressione fiscale e l’intermediazione indebita della politica e dei Partiti nell’economia. Il Comitato invita il governo Renzi, oltreché a far sue le misure citate, ad attivare al più presto un piano di riduzione dei trasferimenti anticompetitivi alle imprese nell'ambito del programma di tagli di spesa delineati dal commissario Cottarelli.

Il Comitato rivolge un accorato appello a tutti coloro che siano raggiunti da questa “mozione” e ne condividano premesse e obiettivi, affinché si iscrivano a Radicali italiani, al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito così come a tutte le Associazioni dell’area radicale ricordando che solo il versamento “dell’obolo di uno scellino” da dignità e forza ad una partecipazione responsabile.

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Città Metropolitana: Cappato, non siano elezioni di partito. Pisapia deve emanare regolamento

Ven, 07/11/2014 - 18:50
11/07/14

 

Dichiarazione di Marco Cappato Non è un bel segnale che l'annuncio della data delle elezioni per la città metropolitana sia arrivato da parte del Sindaco di Milano in occasione di una riunione di partito e non attraverso una comunicazione ufficiale. Il Sindaco di Milano ha la responsabilità di indire elezioni democratiche. Al momento non esiste alcuna comunicazione ufficiale ai Consiglieri comunali né un regolamento attuativo che consenta, ad esempio, di formare le liste. Come lista civica Ambiente e Referendum non ci è stato ancora possibile nemmeno comunicare agli oltre 2.000 consiglieri la volontà di depositare una lista. Chiediamo a Pisapia di predisporre al più presto gli strumenti e le regole per impedire che queste elezioni rimangano appannaggio delle bande e correnti di partito e coalizione.  

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Giunta elezioni/Radicali: ottima l'elezione di Mighetti (M5s) a Presidente. Ci aspettiamo massimo rigore su casi Marrone, Ruffino e Ottria. In caso contrario attiveremo le azioni popolari

Ven, 07/11/2014 - 18:05
11/07/14

Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani, Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta:

Eleggendo Paolo Mighetti (M5S) a suo presidente, la Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale ha fatto la cosa giusta. Da sempre la presidenza della Giunta è stata assegnata a un rappresentante dell'opposizione e riteniamo che un rappresentante del M5S possa assicurare rigore e rapidità nella trattazione dei vari casi; ricordiamo come ultimo precedente negativo gli oltre quattro mesi di tempo che ci sono voluti per far decadere Michele Giovine, condannato in via definitiva per le firme false (tranne poi sostituirlo del tutto illegittimamente con Sara Franchino). Nei casi di Maurizio Marrone e di Daniela Ruffino, si tratterà di verificare se la data di dimissioni dei due consiglieri regionali dagli incarichi ricoperti rispettivamente in Ires e in Sito spa e Sito Logistica e' antecedente o meno alla presentazione delle loro candidature alle elezioni regionali; nel caso di Valter Ottria, è del tutto evidente che per continuare a fare il consigliere regionale deve dimettersi da sindaco di Rivalta Bormida.

In caso di decisioni errate o di colpevoli ritardi da parte della Giunta delle Elezioni, ricordiamo che non è necessario essere radicali per attivare lo strumento dell' “azione popolare”, il ricorso del cittadino elettore al tribunale ordinario per fare sancire l'ineleggibilità o l'incompatibilità del consigliere. I radicali l'hanno utilizzato spesso in passato, anche quando, dieci anni fa, il plenum del Consiglio Regionale dichiarò ammissibile la presenza in consiglio di Rolando Picchioni (allora eletto nella Margherita), chiaramente incompatibile per i suoi incarichi al Salone del Libro e alla “Fondazione Gorbaciov”; promuovemmo l'azione popolare presso il Tribunale di Torino, che sancì l'incompatibilità di Picchioni.

Allora come ora siamo pronti e disponibili a collaborare con chiunque si batte per il rispetto della legge.

http://www.associazioneaglietta.it/cosa-facciamo/elezioni-e-legalita/

 

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Costi politica/Manfredi: Portavoce Chiamparino costerà 100.000 € in meno rispetto a portavoce Cota. Esempio da seguire per tutti gli staff di Chiamparino e degli assessori. I compensi siano pubblicati online

Ven, 07/11/2014 - 13:37
11/07/14

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte di ieri è stata pubblicata la delibera di Giunta che assegna l’incarico di Portavoce del Presidente della Giunta Regionale alla Dr. ssa Alessandra Perera, che percepirà un compenso annuo lordo di 62.985 euro. Allegato alla delibera è stato pubblicato lo schema di contratto fra la Regione Piemonte e la Dr. ssa Perera.

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del 20 maggio 2010 era stato pubblicato uno stralcio della delibera di Giunta che assegnava l’incarico di Portavoce dell’allora Presidente della Giunta Regionale, Roberto Cota, al Dr. Fabio Grosso, con una spesa di 83.460 euro.

Giulio Manfredi, membro della Direzione di Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta:

Nella seduta di Consiglio Regionale di martedì scorso, Sergio Chiamparino, illustrando il programma della sua giunta, ha dichiarato che occorre “essere credibili come pubblica amministrazione anche attraverso il necessario abbassamento dei costi della politica”. Il risparmio di 20.475 euro annui (102.375 euro complessivi sui cinque anni di legislatura) rispetto alla precedente Giunta sul compenso del portavoce del Presidente è una piccola ma concreta attuazione di quell’impegno.

Chiedo a Chiamparino di seguire lo stesso esempio rispetto all’intero suo staff e ai suoi assessori di fare altrettanto. E di pubblicare online i compensi di tutti i componenti degli staff.

Conferimento incarico al portavoce di Cota / Conferimento incarico al portavoce di Chiamparino

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Rifiuti, Radicali: “La Corte dei Conti risponda al nostro esposto”

Ven, 07/11/2014 - 12:56
11/07/14

Il disastro della gestione dei rifiuti nella Capitale non è dovuto a una calamità naturale: si accertino responsabilità politiche ed erariali di questa situazione

Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della direzione nazionale di Radicali Italiani e Riccardo Magi consigliere Radicale di Roma Capitale eletto nella “Lista Civica per Marino”:

Apprendiamo con piacere che, ieri, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per la mancata raccolta dei rifiuti. Ora ci aspettiamo che, con la stessa celerità, anche la Corte dei Conti faccia la sua parte rispondendo al nostro esposto depositato a metà maggio. Facciamo questa richiesta perché siamo consapevoli che la crisi dei rifiuti a Roma è, in buona parte, dovuta all’inoperosità delle giunte di destra e di sinistra che si sono succedute negli anni. Tant’è che la fragilità quantitativa degli impianti di trattamento è la più diretta conseguenza del mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. In parole povere si può affermare che i cittadini della Capitale, oltre ad aver già subito un danno economico rilevante, oggi subiscono anche un danno ambientale dovuto ai cassonetti stracolmi di immondizia. Proprio per questo è bene ricordare il senso del nostro esposto inviato alla Magistratura contabile.

Le percentuali di raccolta differenziata che, negli anni, ogni ambito territoriale ottimale doveva raggiungere, erano stabilite dall’articolo 24 del decreto n. 22/1997, dalla legge n. 296 del 21 dicembre 2006 (Finanziaria 2007) e dall’art. 205, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006), ed erano le seguenti: 35% (2003, 2004, 2005, 2006), 40% (2007), 45% (2008), 50% (2009), 55% (2010), 60% (2011), 65% (2012). A fronte di questi obiettivi di riciclo, i dati ufficiali dell’Ama certificano i risultati ottenuti a Roma: 10,75% (2003), 13,53% (2004), 15,86% (2005), 16,23% (2006), 17,10% (2007), 19,51% (2008), 20,67% (2009), 22,00% (2010), 24,65% (2011), 25,66% (2012). La Capitale, quindi, ha raggiunto livelli di differenziata in misura significativamente inferiore a quelli previsti per legge, questo ha comportato a carico del Comune il pagamento di oneri aggiuntivi per il conferimento in discarica del materiale che avrebbe dovuto essere destinato proficuamente alla raccolta differenziata ed ha, pertanto, arrecato a Roma Capitale un danno patrimoniale conseguente.

Il danno erariale, a nostro avviso, si profila per i seguenti motivi puntuali:

  1.  maggiori costi sostenuti per il conferimento in discarica di materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di raccolta differenziata. Detti oneri sono stati, in particolare sostenuti a titolo di “tariffa smaltimento rifiuti” (c.d ecotassa) tributo speciale ex art. 3, comma 24 della legge n. 545/1995;
  2.  addizionale del 20% al tributo speciale prevista dall’art. 205, comma 3, del D.Lgs. N. 152/2006. Sovrattassa dovuta per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riciclo previsti dalla citata legge 3) maggiori costi dovuti allo smaltimento fuori dalla Regione Lazio dei rifiuti speciali (Fos, scarti e Cdr) durante gli anni 2013 e 2014.

La documentazione inviata alla Corte dei Conti, compresa una stima del danno erariale, è disponibile a questo link

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Arsenico nell'acqua, Radicali: "La Commissione europea avvia la procedura d'infrazione come da noi sollecitato"

Gio, 07/10/2014 - 17:33
10/07/14

Dichiarazione di Massimiliano Iervolino e Paolo Izzo, rispettivamente membro della Direzione nazionale di Radicali Italiani e segretario dell’Associazione Radicali Roma:

La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per la sua incapacità di garantire che, in diversi comuni del Lazio, l'acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee. Tale atto di diffida avviene anche a seguito del ricorso che come Radicali abbiamo presentato l'11 giugno scorso e al quale Bruxelles rispose con grande sollecitudine soltanto due settimane dopo, il 25 dello stesso mese, aprendo una procedura d'indagine. La nostra dettagliata denuncia era stata presentata alla Commissione europea proprio per documentare i superamenti dei valori limite di 10 µg/l per l’arsenico fissati nella parte B dell’allegato I della direttiva 98/83/CE, che disciplina la qualità dell'acqua potabile a livello europeo. Come Radicali continueremo a seguire passo dopo passo anche questa annosa vicenda, nella speranza che Bruxelles voglia essere determinata a garantire la protezione della salute umana.

Vogliamo infine sottolineare nuovamente come, nel silenzio generale, la Regione Lazio si trovi al centro di vari procedimenti aperti in sede europea. Alcuni di questi sono finiti da tempo dinnanzi alla Corte di giustizia dell’UE, per esempio la causa (C-323/13) relativa ad alcune discariche del Lazio dove sarebbero stati smaltiti rifiuti non trattati, oppure la causa (C-196/13) concernente 218 discariche illegali di rifiuti tra le quali 32 dislocate nel Lazio, e per finire la causa (C-85/13) riguardante alcuni agglomerati urbani ubicati anche nel nostro territorio dove si continuano a scaricare le acque reflue urbane in aree sensibili, senza rispettare le prescrizioni fissate dalla Direttiva 91/271/CEE.

Per alcune di queste istanze siamo già al secondo deferimento, pertanto semmai ci dovesse essere una nuova condanna saremmo chiamati a pagare multe salatissime. A dispetto di questo pericolo imminente – dovuto finanche a nuove indagini o a recenti procedure aperte da Bruxelles – quasi tutti fanno finta di niente. La Regione Lazio, intanto, sui temi legati all’ambiente, continua a essere parte in causa nelle accuse che l’Europa indirizza all’Italia.

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Radicali: si apre domani il Comitato nazionale di Radicali Italiani. Durerà tre giorni da venerdì 11 a domenica 13 luglio

Gio, 07/10/2014 - 15:36
10/07/14

Si apriranno domani, Venerdì 11 luglio, i lavori del Comitato Nazionale di Radicali Italiani che proseguiranno per tutta la giornata di Sabato 12 e di Domenica 13. Come di consueto, la riunione si svolgerà presso la sede del Partito Radicale in via di Torre Argentina 76, a Roma.

In apertura, dopo gli adempimenti istituzionali programmati alle ore 16.00, si terranno le relazioni della Segretaria del Movimento Rita Bernardini e del Tesoriere Valerio Federico.

Si preannuncia la presenza del leader storico Marco Pannella e della Presidente del Movimento Laura Arconti. I lavori saranno presieduti da Silvio Viale (Presidente del Comitato) e dai Vicepresidenti Antonella Soldo e Leonardo Molinari.

Del Comitato Nazionale fanno parte i 60 membri eletti dal Congresso, le associazioni radicali con più di 25 iscritti a Radicali italiani e i Parlamentari iscritti al Movimento. Partecipano alle riunioni del Comitato i membri di Direzione e di Giunta e gli invitati, in massima parte responsabili dei soggetti costituenti del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.

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Giustizia: assistenza sanitaria per i detenuti... se l'Italia sembra la Guinea

Gio, 07/10/2014 - 15:24
10/07/14

Articolo di Luigi Manconi pubblicato su L'Unità il 10 luglio 2014

Leggo dello sciopero della fame iniziato il 30 giugno scorso, da Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani e vengo preso da un senso di smarrimento.

Lei nel proporre ancora una volta il tema del carcere - con tutta la sapientissima follia che è virtù propria delle persone razionali e pragmatiche - ha dedicato particolare attenzione alla questione dell'assistenza sanitaria per i reclusi.

Si tratta di un problema gigantesco, che non sembra presentare differenze troppo acute tra gli standard di cura e di terapia garantiti nelle carceri del nostro Paese e quelli presenti, per esempio, nella prigione di Bata, città della Guinea equatoriale, dov'è rinchiuso Roberto Berardi, un prigioniero italiano che ho iniziato a conoscere. Da qui quel mio senso di smarrimento.

A scanso di equivoci, il nostro è un Paese di solida democrazia pur afflitto da una grave crisi di rappresentanza politica e da un antico deficit di garanzie nel processo penale, mentre la Guinea equatoriale è dominata dal 1979 da un despota di nome Teodoro Obiang.

Di conseguenza lo stato dei diritti nel nostro Paese e lo stato dei diritti in quella nazione dell'Africa centrale sono incomparabilmente diversi. Ci mancherebbe. Ma qui si verifica un atroce paradosso: la profonda differenza tra i due sistemi e la superiore qualità della vita sociale, dei diritti individuali e collettivi, delle tutele e delle libertà in Italia tendono via via ad attenuarsi se osserviamo alcuni particolari gruppi sociali e alcuni particolari luoghi.

Per un verso le condizioni degli strati più vulnerabili di popolazione e, per l'altro, la debolezza delle garanzie negli istituti del controllo e della repressione sembrano rassomigliarsi qui e in Guinea. In altre parole, per quanto sia doloroso riconoscerlo, a un derelitto recluso in una cella dell'Ucciardone o internato nell'Opg di Aversa e affetto da una qualche patologia può accadere di non essere trattato in modo troppo diverso (ovvero migliore) di come viene trattato Berardi nella sua cella nel carcere di Bata dove la temperatura è stabilmente sui 40 gradi e dove le condizioni igienico-sanitarie determinano il cronicizzarsi della malaria.

Berardi sta in quel carcere dal gennaio del 2013 e si trova in stato di isolamento da oltre sette mesi, sottoposto a percosse, violenze e sevizie, dopo una condanna a due anni e quattro mesi e al pagamento di un milione e 400mila euro. Gli è stata promessa la grazia dal presidente Obiang, ma l'atto di clemenza potrebbe sospendere l'esecuzione della pena senza rimetterlo in libertà, perché quella sanzione pecuniaria costituisce la vera merce di scambio. L'integrità del suo corpo (e la stessa possibilità di salvezza) "vale" oggi un milione e 400mila euro.

E quanto vale la vita - e quanto valgono i corpi malati, febbricitanti, affetti dalle più diverse patologie, debilitati dalla cattiva alimentazione, scossi da infermità mentali o annichiliti dalla follia - di migliaia di detenuti italiani? Per questo Rita Bernardini ha intrapreso lo sciopero della fame finalizzato a interrompere la tragedia delle morti in carcere e a denunciare la carenza di cure che riguarda anche i reclusi incompatibili con la detenzione.

Alla Bernardini si sono affiancati nel digiuno altri 200 cittadini: e condividono il suo allarme tantissimi giuristi, sindacati della polizia penitenziaria, cappellani e direttori di carcere, tutte le associazioni che operano nel sistema penitenziario, alcuni (purtroppo pochi, pochissimi) parlamentari e quel Giorgio Napolitano che, alla bella età di 89 anni, conserva tutta intera la capacità di scandalizzarsi.

Le prime parole e i primi atti del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, fanno ben sperare: e i provvedimenti presi dagli ultimi governi - che alcuni irresponsabilmente hanno annunciato come "svuota carceri" - hanno ridotto il sovraffollamento. Ma non in misura sufficiente: siamo ancora ben oltre la capienza regolamentare.

E rimaniamo lontani dal garantire alla gran parte dei reclusi quelle otto ore di "celle aperte" che costituiscono una indispensabile opportunità di socializzazione e di libertà di movimento. Ciò comporta - oltre alla sofferenza di corpi ristretti in spazi angusti, addensati entro perimetri soffocanti, abbracciati loro malgrado e promiscui per necessità, allo stesso tempo intimi e ostili - anche la decadenza di tutti i servizi, a partire proprio da quelli della salute.

Oggi i detenuti italiani che si trovano in questo stato sono oltre 58mila. A essi vanno sommati i 3.300 nostri connazionali reclusi in prigioni di Stati stranieri. Si tratta di Paesi che, fortunatamente, non assomigliano sempre alla Guinea equatoriale, ma ci sono anche quelli che ne rappresentano una versione ancora più feroce.

Ciò che, invero, appare non troppo dissimile è, come si è detto, la condizione dei penitenziari. E di quei connazionali che si trovano detenuti all'estero nulla, o quasi nulla, sappiamo. Quanto ci viene raccontato a proposito di Roberto Berardi non può che inquietarci. E costituisce una ragione in più per sostenere l'iniziativa di Rita Bernardini e di quanti credono nella giustizia giusta.

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Riforme: Radicali, per referendum c'è "contro-democrazia"

Mer, 07/09/2014 - 18:44
09/07/14

 Da una nota d'agenzia letta da RadioRadicale:

I referendum oggi si trovano in una situazione di "contro-democrazia" che fa strage di diritti come fossero un "fastidio da seppellire". Così il segretario dei Radicali, Rita Bernardini, a proposito dell'emendamento sulle firme per i referendum passato in commissione Affari costituzionali al Senato nel corso dell'esame al testo del ddl Boschi sulle riforme, per la quale "non ci possono essere contentini". 

"La cosa non mi meraviglia molto - spiega Bernardini - Immagino non abbiano pensato a qualcosa che possa semplificare e rendere legale le firme: perché la più grande difficoltà che hanno i cittadini è reperire gli autenticatori".

Bernardini fa presente che potrebbe anche "essere d'accordo sulla scelta di innalzare il numero di firme ma che ci sia la possibilità concreta di raccoglierle e autenticarle".

A questo proposito, aggiunge, "non sono state neanche prese in considerazione le nostre proposte: avevamo chiesto un albo degli autenticatori" perchè il rischio è che "chi non rientra nel gioco partitocratico non puo'' farcela; allora dicano con coraggio che il referendum possono farlo solo di partiti, anche se la Costituzione parla di elettori". 

"Siamo in un sistema contro-democratico da anni - osserva il segretario dei Radicali - Si fa strage di diritti umani come se fossero da seppellire".

Il quorum mobile viene invece ritenuto "un contentino che non compensa il fatto che i referendum si svolgono in una questa situazione di contro-democrazia totale".
(ANSA)

 

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Fecondazione, Gallo: Relazione al Parlamento evidenzia diseguaglianza nell'accesso

Mer, 07/09/2014 - 18:07
09/07/14

Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni - soggetto costituente il Partito radicale:

La Relazione al Parlamento sulla legge 40 relativa al 2012 evidenzia che a seguito dell’intervento della Corte Costituzionale nel 2009:

  1. sono aumentate le gravidanze e i nati;

  2. si è stabilizzata la diminuzione delle gravidanze plurime che erano determinate dall’obbligo di trasferimento in utero di tutti gli embrioni prodotti - obbligo cancellato dalla sentenza 151 della Corte Costituzionale.

Il dato sul fenomeno della migrazione interregionale fa emergere la diversa accessibilità ai servizi pubblici che purtroppo ancora fa registrare una disuguaglianza nell’accesso alle cure per regione. Di fatto con le coppie siamo dovuti ricorrere ai Tribunali affinché il pubblico lavori come il privato e fornisca tutte le tecniche per cui risulta autorizzato, come nel caso di Cagliari dove lo scorso anno un giudice  ha ordinato ad una struttura pubblica di eseguire una tecnica di diagnostica pre-impianto sull’embrione. 

Nella Relazione leggiamo che l’età delle coppie che cercano un figlio è un po' più alta: questo dato non stupisce in un Paese dove è aumentata la disoccupazione e si giunge a fare famiglia sempre più tardi e vi è un welfare inesistente con politiche per la famiglia e l’assistenza che subiscono purtroppo i tagli maggiori anche a livello di servizi locali a causa della situazione economica italiana.  

Tra le 5 regioni  che non hanno ancora inviato al Ministero la documentazione relativa all’impiego delle somme stanziate per l’anno 2013 c’è sempre il Lazio oltre a Molise, Puglia, Calabria, Sicilia.

Sicuramente la cancellazione del divieto di eterologa consentirà un aumento delle gravidanze:speriamo che non sia accentuata la mancanza di equità nell’accesso ai trattamenti  di fecondazione assistita. In questa materia abbiamo bisogno che sia rispettato il diritto all’accesso alle cure anche nel pubblico con alta professionalità e esperienza con l’applicazione della legge 40 così come riformata dalle sentenze della Corte Costituzionale. Nei prossimi mesi gli ultimi divieti della legge 40 potrebbero essere cancellati dalla Corte Costituzionale, preso atto della latitanza del Governo e del Parlamento. Renzi fa dichiarazioni su tutto ma non si è mai espresso sulla fecondazione né intende prendere iniziative politiche per intervenire sui brandelli della legge 40. 

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Legalità/Manfredi: Commissario per la legalità non deve essere foglia di fico

Mer, 07/09/2014 - 17:52
09/07/14

Giunta Chiamparino impronti i suoi atti a binomio inscindibile “legalità e trasparenza”

Giulio Manfredi, membro della Direzione Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta:

Proprio perché apprezzo l’attenzione che Sergio Chiamparino dimostra di avere alla questione prioritaria della legalità, mi preme sottolineare un pericolo insito nella nuova figura del “commissario per la legalità”: quello di rappresentare la classica “foglia di fico”, che deresponsabilizza l’intera macchina regionale. Nulla da eccepire al nome che circola su giornali e siti, quello del magistrato Paolo Borgna, di cui anche noi radicali abbiamo avuto modo di apprezzare sia la preparazione sia la capacità di confronto con tutti. Mi lascia perplesso, invece, la gratuità dell’incarico, che presuppone che l’incaricato prima faccia il lavoro per il quale è pagato e poi si occupi di legalità; mi pare, invece, che occorra una persona che dedichi tutto il suo tempo alla questione, senza parlare poi dei possibili conflitti d’interesse derivanti da un lavoro “bypartisan”.

Al di là e al di sopra della figura del “commissario”, occorre che la Giunta Chiamparino impronti tutti i suoi atti al binomio inscindibile “legalità e trasparenza”, un binomio che è mancato nella Giunta Cota: ricordo solamente il ritardo con cui sono stati istituiti i responsabili per la trasparenza e l’anticorruzione e l’estenuante trafila burocratica che ho dovuto fare per ottenere la pubblicazione parziale sul Bollettino Ufficiale della deliberazione riguardante la lite giudiziaria fra l’architetto Fuksas e la Regione Piemonte sul grattacielo in costruzione al Lingotto.

Occorre cambiare verso, facendo andare di pari passo legalità e trasparenza.

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Expo: Cappato, depositato ricorso al Tar per mancato accesso atti su vie d'acqua

Mer, 07/09/2014 - 14:59
09/07/14

 

Comunicato di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo     Ho appena depositato un ricorso al TAR per il diniego di accesso agli atti da parte del Comune di Milano e della Società Expo sulla variante del progetto "Vie d'Acqua Sud", del quale avevo chiesto copia due mesi fa.   Il 25 Giugno l'Ad di Expo e Commissario unico, Giuseppe Sala, mi aveva comunicato che: “i documenti richiesti potranno essere resi disponibili non appena perfezionati e approvati dai competenti organi”.
Non ho ritenuto tale risposta soddisfadcente, in quanto il mio obiettivo, come Consigliere comunale, è proprio quello di consentire ai cittadini e ai comitati di conoscere il progetto anche nel processo formativo, e non soltanto a giochi fatti quando il progetto sarà definitivo. A questo link si può trovare copia del ricorso:

http://www.milanoradicale.it/2014/07/08/ricorso-accesso-agli-atti-richiesta-variante-al-progetto-esecutivo-di-expo-spa-vie-dacqua-sud/

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Riforme/referendum: Perduca (Radicali) Finocchiaro e Calderoli si son dimenticati di prevedere il quorum per il referendum confermativo delle modifiche costituzionali!

Mer, 07/09/2014 - 12:36

Dichiarazione di Marco Perduca, Senatore Radicale nella XVI legislatura:

"Mi sa che nell'afflato riformatore, la Presidente Finocchiaro e il padre del Porcellum Calderoli si son dimenticati di metter una bella ciliegina sulla torta anti-demcratica che stanno cucinando in queste ore. Non solo accondiscendono, come tutti del resto, alla cancellazione del Senato, rendono ressoché impossibile la presentazione di proposte di leggi d'iniziativa popolare quintuplicando la soglia minima di firme necessarie, ma stracciano, de jure e de facto, anche la terza scheda! Un milione di firme da raccogliere su carta e alla presenza di un pubblico ufficiale, quando l'autocertificazione è legge e la pubblica amministrazione è ormai migrata online, e prevedere un parere in corso d'opera della Consulta ammazzano un (altro) diritto costituzionalmente garantito: la possibilità per gli italiani di abrogare le leggi, sepsso comunque già di per sé incostituzionali, del parlamento dei partitocrati. Per terminare degnamente l'opera adesso occorre scolpire la lapide dell'omicidio democratico in atto, e cioè prevedere il quorum, magari con una formula matematica degna dell'Italicum, per il referendum confermativo delle modifiche costituzionali. Sarebbe una degna ciliegina su questa bella torta avvelenata. 

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Federico: "In Toscana 6 consiglieri regionali di Forza Italia hanno sottoscritto #Sbanchiamoli, la campagna di Radicali Italiani"

Mar, 07/08/2014 - 16:10
08/07/14

Dichiarazione di Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani:

"La presenza dei Partiti nelle Fondazioni bancarie, che in Italia hanno la proprietà di molte banche e quindi il controllo sul credito, ha causato nel Paese scandali della portata di quelli che hanno travolto Banca Monte Paschi Siena e più recentemente Banca Carige.

Si stima che lo scandalo MPS abbia portato Fondazione e Banca a buttar via circa 13 miliardi di Euro. Proprio in Toscana 6 consiglieri regionali di Forza Italia, compreso il capogruppo, hanno scelto di sottoscrivere la petizione parlamentare #Sbanchiamoli contenente una proposta di legge che prevede l'uscita delle Fondazioni bancarie, guidate da Enti locali e Partiti, dal capitale azionario delle banche.

Di seguito l'elenco dei consiglieri sottoscrittori: Giovanni Santini capogruppo, Nicola Nascosti di Firenze, Jacopo Ferri di Massa Carrara, Tommaso Villa di Firenze, Stefania Fuscagni di Firenze, Salvadore Bartolomei di Lucca".

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Eterologa, Farina Coscioni (radicali): appello al Ministro della Salute Lorenzin. Garantisca il massimo di conoscenza e pubblicità

Mar, 07/08/2014 - 09:49
08/07/14

Maria Antonietta Farina Coscioni, già parlamentare radicale e presidente onorario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ha rilasciato la seguente dichiarazione:

  É opportuno e doveroso che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin abbia convocato, sia pure informalmente, un "tavolo tecnico" per elaborare le linee guida dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa. Ascoltare il parere di esperti e scienziati potrà contribuire all'elaborazione di testi soddisfacenti dal punto di vista costituzionale, e soprattutto rispondere alle legittime aspettative di coppie che una legge sbagliata ha finora assurdamente punito. É tuttavia necessario assicurare il massimo della conoscenza e della pubblicità. Rivolgo quindi un formale appello al ministro perché si attivi in questo senso, e siano almeno redatti verbali della seduta e resi accessibili. Meglio ancora sarebbe predisporre la trasmissione audio-video dell'incontro, e metterlo in rete. Su una questione importante come l'eterologa, l'informazione e la conoscenza diventano essenziali".

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Morti in carcere, denegato diritto alle cure e carcere duro a Provenzano: uno Stato che si pone allo stesso livello dei peggiori criminali

Lun, 07/07/2014 - 15:15
07/07/14

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani

  Con il sostegno di Marco Pannella e di almeno 150 cittadini, questo è per me il settimo giorno di sciopero della fame finalizzato ad interrompere la tragedia delle morti in carcere e la mancanza di cure che riguardano anche reclusi incompatibili con il regime di detenzione carceraria. Fra queste migliaia di casi è incluso anche il caso dell’ottantenne boss di cosa nostra Bernardo Provenzano che si trova ristretto in regime di carcere duro (41-bis) pur essendo incapace di intendere e di volere e con patologie gravissime. Sebbene sia ridotto al lumicino, leggo che il tribunale di sorveglianza di Roma ha rimandato la decisione sulla revoca del 41-bis al 3 ottobre, abbondantemente superate le ferie estive. In questo modo, una parte della magistratura e lo stesso ministero della giustizia, si contrappongono al giudizio di tre procure della repubblica (Palermo, Caltanissetta e Firenze) che si sono invece pronunciate per la cancellazione del “carcere duro” per Provenzano. Ma non solo. Abbiamo istituzioni che, quanto al rispetto di diritti umani fondamentali, si pongono allo stesso livello di criminalità di coloro che affermano di voler combattere.  

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Magi e Izzo. Il mare negato: video-inchiesta di Radicali Roma sugli stabilimenti balneari di Ostia

Sab, 07/05/2014 - 17:24
05/07/14

"Togliamo le concessioni a chi viola le regole. Davanti alla prepotenza dei concessionari anche Sindaco, magistratura e forze dell'ordine sono inerti. Non sia più scandalo definirla la Corleone del litorale"

 

Dichiarazione di Riccardo Magi, Consigliere Radicale al Comune di Roma, e di Paolo Izzo, segretario dell'associazione Radicali Roma

 

A Ostia il mare c'è, ma non si vede. E' confinato dietro una barriera di costruzioni illegittime, recinzioni non autorizzate e cancelli murati dal giorno alla notte, che per 9 chilometri impedisce ai residenti e ai visitatori di accedere liberamente alla spiaggia.

La battaglia dei Radicali contro il cosiddetto “lungomuro” del litorale di Roma va avanti da anni, ma anche semplici interventi promessi dal Sindaco Ignazio Marino e dal X Municipio sembrano impossibili contro la prepotenza dei gestori delle concessioni assegnate dallo stesso Comune.

 

Il nostro video sul "lungomuro" pubblicato oggi da Repubblica.it smentisce le affermazioni delle associazioni di categoria dei concessionari balneari che nelle scorse settimane hanno affermato a più riprese che il libero e gratuito accesso è garantito ai cittadini da tutti i concessionari. Di fronte a questa illegalità persistente chiediamo siano ritirate le concessioni a chi non rispetta le norme e usa il demanio pubblico come proprietà privata e con prepotenza nei confronti di romani e turisti.

 

I gravi problemi di criminalità a Ostia, già noti ma riemersi in queste settimane, si risolvono riqualificando il litorale ma non ci potrà essere riqualificazione efficace che non parta dalla legalità e dal ristabilire per i cittadini il diritto di fruire del mare di Roma.

Le concessioni balneari inoltre sono diventate pretese acquisite, senza vera concorrenza come impongono le direttive europee. Per questo motivo oltre all'esposto alla Procura di Roma per garantire il libero accesso e la riapertura di varchi pubblici abbiamo già depositato due denuncia alla Commissione europea per violazione della direttiva Bolkestein.

 

Link alla video inchiesta:

http://youtu.be/KyXA25AdWuI

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