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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Benin: conclusa la conferenza pan-africana sull'abolizione della pena di morte

Ven, 07/04/2014 - 18:17

 

COMUNICATO STAMPA DI NESSUNO TOCCHI CAINO

4 luglio 2014: Si è conclusa oggi la Conferenza continentale sull'abolizione della pena di morte in Africa convocata nella capitale del Benin a Cotonou dalla Commissione africana per il diritti umani e dei popoli con la sessione ministeriale presieduta dal Ministro degli esteri Bako-Arifari Nassirou. 

La presidente del gruppo di lavoro della Commissione africana che lavora sulla pena di morte Sylvie Kayetesi Zianabo ha riassunto per i ministri i primi due giorni di lavoro della Conferenza sottolineando il numero di contributi provenienti da tutte le regioni dell'Africa e da parte di esperti continentali e internazionali sia sulla bozza di protocollo alla Carte africana dei diritti umani, che dovrebbe esser adottato definitivamente ad ottobre in Niger, sia sulle strategie nazionali per l'abolizione o la sospensione delle esecuzioni capitali. Il Ministro della giustizia del Benin Djenontin-Agossou Valentin ha dato il benvenuto alle delegazioni governative a nome del presidente della Repubblica Yayi Boni, ricordando quali sono stati i passi significativi del paese verso l'abolizione della pena di morte in Benin e qual è il ruolo che il paese vuole giocare al livello continentale, dove ha proposta l'istituzione di un osservatorio africano sulla pena di morte, e internazionale nella mobilitazione internazionale per guadagnare l'abolizione della pena di morte nel mondo. Il Benin ritiene che la pena di morte non possa esser ipotizzata come deterrente nei confronti del crimine ma la criminalità, piccola o grande che sia, può esser sconfitta con la certezza del diritto e delle pene. Il governo ha avviato un processo di revisione del proprio codice penale che dovrà prevedere anche la creazione di un istituzione nazionale interamente dedicata alle carceri per favorire il pieno recupero dei detenuti. Ha poi preso la parola la Ministra della giustizia del Madagascar, Ramanantenasoa Noéline, che ha confermato il voto e la co-sponsorizzazione, della Risoluzione sulla Moratoria Universale della pena di morte alle Nazioni unite e annunciato che nei prossimi giorni verrà presentata in parlamento, da parte del presidente dell'Assemblea nazionale, una proposta di legge di abolizione della pena di morte che verrà discussa alla ripresa dei lavori a fine d'estate. Il Madagascar ha anche annunciato il proprio fermo sostegno alla bozza di protocollo aggiuntivo alla Carta africana dei diritti umani e dei popoli che prevede l'abolizione della pena di morte. Quartay Thomas Kwesi, Ambasciatore, Vice Ministro degli esteri del Ghana, ha ricordato come il processo di revisione della costituzione del suo paese sia terminato con una serie di raccomandazioni al Governo e al Parlamento tutte contro il mantenimento della pena di morte. Governo e Parlamento le hanno accettate e per l'autunno è previsto un referendum di conferma delle modifiche. Anche a seguito del risultato del referendum il Ghana deciderà come votare alle Nazioni unite.  Bouguetaia Mohamed Abdelaziz ha preso la parola a nome del Ministro degli esteri dell'Algeria ricordando come, malgrado la pena di morte non sia stata abolita e ancora vengano adottate condanne a morte, il paese mantiene ferma la moratoria, decisione che si manifesta con la co-sponsorizzazione e voto a favore della Risoluzione alle Nazioni unite. L'Algeria ha anche annunciato il proprio sostegno alla bozza di protocollo addizionale alla Carta africana dei diritti umani e dei popoli. Sono poi intervenuti gli Ambasciatori d'Italia, Francia e Unione europea. L'Ambasciatore Fulvio Rustico si è complimentato con il Benin per la leadership regionale in materia di promozione e protezione dei diritti umani annunciando il pieno sostegno italiano, anche in quanto presidente di turno dell'Unione europea, a tutte le iniziative africane che nei prossimi mesi si terranno per consolidare il blocco di voti de continente a favore della risoluzione sulla moratoria. L'Ambasciatrice Aline Kuster Manager ha ricordato come l'abolizione della pene di morte in Francia, grazie a Robert Badinter, resti un esempio di come si possa arrivare politicamente a una radicale revisione dell'amministrazione della giustizia con ampio sostegno popolare.  La sessione è stata conclusa dall'intervento di Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale che, a nome di Nessuno Tocchi Caino, ha ringraziato le delegazioni presenti, auspicato che nella dichiarazione finale fossero ripresi tutti gli appelli e suggerimenti elaborati nei tre giorni di lavoro e ricordato come NTC abbia deciso di onorare la leadership del Benin conferendogli il premio di abolizionista dell'anno per il 2014 che verrà consegnato a Roma il 17 luglio prossimo nella mani del Presidente della Repubblica. Si è quindi passati all'adozione della dichiarazione di Cotonou che è stata fatta propria dai partecipanti per acclamazione. Si sono poi susseguiti altri cinque interventi dei rappresentanti dei vari settori della società civile che hanno confermato i propri impegni per i mesi futuri. Alla fine anche le ONG presenti hanno adottato una dichiarazione della società civile.

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Franco Loriso intervista Maurizio Bolognetti

Ven, 07/04/2014 - 13:15
04/07/14

  "Verdana","sans-serif"">Fonte Nuova del SudVia Pretoria, 4 luglio 2014

 

In due righe dicci chi è veramente Maurizio Bolognetti?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Libertario, Liberale, Antiproibizionista, Radicale. Credo nelle forza delle idee e provo a nutrire le mie convinzioni non barattandole mai con ciò che conviene. 

 

Maurizio Bolognetti radicale, non violento, non eletto e allora perché fai politica?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Rispondo citando Ernesto Rossi: “L’Italia non potrà essere diversa se non siamo noi capaci di volerla diversa. E volere è agire”. Se non ci interessiamo noi della politica, la politica si interesserà di noi. E questa politica, quella del settantennio partitocratico nega democrazia, legalità e verità, intesa come diritto alla conoscenza.

 

Maurizio Bolognetti sei stato proprio cattivo... occhio per occhio ente per ente, per te nessuna nomina, manco una nomination.

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Già! Ma a dire il vero non ho mai partecipato ai riti s-partitocratici, quelli officiati da una politica che ha ridotto le Istituzioni a un pied-à-terre di questo o quel satrapo. La cifra di questa nuova ondata di nomine possiamo riassumerla con le parole nepotismo, clientelismo, familismo amorale di banfildiana memoria.  

 

Ci sono più cavalli di razza nei partiti o nelle scuderie?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Per carità, non offendiamo i cavalli. E comunque, vedo molti ronzini spacciati per purosangue.

 

Che sangue corre tra lei e il governatore lucano Pittella?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Niente di personale, ma mi permetto di criticare uno dei “campioni” di una politica che ha negato alla nostra regione possibilità di sviluppo e di crescita altre. Pittella sta dando nuovo lustro all’italico gattopardismo. 

 

Ha avuto modelli?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Di certo Marco Pannella che mi ha insegnato a “non mollare”. E poi: Ernesto Rossi, Leonardo Sciascia, I Fratelli Rosselli e quel Eugenio Colorni, che mandato al confino in quel di Melfi, si rifiutò di esporre il gagliardetto fascista in occasione di una manifestazione.

 

Ma lei crede davvero che il radicale sia il politico più irresistibile degli altri politici?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Credo semplicemente che l’analisi contenuta nel nostro dossier “La Peste Italiana” scatti una perfetta fotografia di un paese dove la Costituzione scritta è stata sostituita dalla Costituzione materiale. Credo che l’Italia sia, sul piano tecnico-giuridico, uno “Stato canaglia” incapace di rispettare la sua propria legalità. Il topolino di Orano è diventato una zoccola e lo abbiamo esportato in Europa, così come anni fa fummo capaci di esportare il fascismo. Credo che i “mostri” che hanno appestato il XX secolo stiano tornando e che dovremmo attrezzarci per combatterli. Credo nella patria Europea vs l’Europa delle patrie e delle burocrazie.

 

Non ha mai dubitato dell’infallibilità delle sue scelte politiche?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Nessuno è infallibile e nessuno può essere impiccato a un malinteso senso della coerenza. Legittimo cambiare idea, a patto che sia frutto di un percorso che porti a metabolizzare nuove convinzioni. Ma è anche vero che stiamo assistendo al trionfo del trasformismo, con politici che ricordano lo Zelig di Woody Allen.

 

Quali politici lucani teme di più?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Temo chi non ha convinzioni, ma solo convenienze. C’è solo l’imbarazzo della scelta. 

 

Sfide più ne lancia o ne raccoglie?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Ne ho lanciate tante. Per esempio ho posto la questione del “debito ecologico” che sconta la nostra regione. Vorrei poterne raccogliere di più, ma spesso mancano le sollecitazioni.

 

Preferisce parlare o ascoltare?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> La capacità di sapere ascoltare è importante. Provo ad onorare i miei interlocutori dandogli tutta l’attenzione di cui sono capace.

 

C’è qualcosa di cui non potrebbe fare a meno?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> La lealtà e… il mio cellulare.

 

Di lei più si parla o si sparla?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Non faccio parte della categoria del “purchè se ne parli”. Non so, di certo qualche prefica prezzolata,  con la vicenda Pertusillo,  ha provato a demolire la mia credibilità.

 

 

Il cavillo giudiziario fa sempre aggio sul diritto?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Piuttosto direi che in Italia non c’è Stato di diritto, ma spesso arbitrio e la legge della giungla.

 

Colpa di chi se i processi vanno avanti alle calende greche?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Di chi preferisce continuare a vivere in un Paese dove ogni anno decine di migliaia di procedimenti finiscono prescritti: un’amnistia clandestina e spesso di classe. Di una politica che non ha voluto riformare una giustizia alla bancarotta. Noi continuiamo a proporre un provvedimento di Amnistia per questa nostra Repubblica criminale. Proponiamo un reset, per un nuovo inizio, vero. Leggere le scuse di uno dei carnefici di Enzo Tortora, il Pm Marmo, a 30 anni dalla morte, mi ha indignato. Ma viviamo in un Paese dove fa più notizia il morso di Suarez, che non la macelleria giudiziaria che ha ucciso un uomo.

 

Gli imprenditori i sono più datori di lavoro o padroni?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Ci sono imprenditori, per esempio alcuni esponenti della nostra Confindustria, che definirei “prenditori”. Pensando a certa imprenditoria assistita italiana, torna Ernesto Rossi che parlava di privatizzazione dei profitti e collettivizzazione delle perdite. Ma, per fortuna, c’è anche una imprenditoria sana.

 

Cosa c’è in lei di Narciso?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Abbiamo in comune l’acqua: solo che lui ci si specchiava ed io la faccio analizzare font-family:Wingdings;mso-ascii-font-family:Verdana;mso-hansi-font-family:Verdana;
mso-char-type:symbol;mso-symbol-font-family:Wingdings">J 10.0pt;font-family:"Verdana","sans-serif"">

 

Il suo più grosso errore

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Il vero santo pecca cento volte al giorno.

 

Pesa più il partito sul sindacato o il sindacato sul partito?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Difficile distinguerli. Basta vedere anche le ultime nomine lucane.

 

Bolognetti: giornalista, politico o moralista?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Uno e trino. Soprattutto, spero, Uomo.

 

 

 

 

 

 

Non sei un po’ troppo polemico?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> No, se per polemica intendiamo critica preconcetta. Provo a Con-Vincere i mie interlocutori e con-vincere significa vincere con , assieme e non contro. Questo presuppone che anch’io potrei farmi con-vincere dal mio interlocutore. E poi, per dirla tutta, la polemica mi piace.

 

In che rapporti sei con il denaro?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> Pessimi, il mio conto in banca segna rosso fisso.

 

Hai mai pensato al tuo epitaffio?

 

"Verdana","sans-serif"">R. "Verdana","sans-serif""> No, ma conto sulla tua collaborazione. In ogni caso mi è sempre piaciuta una frase di Carlo Rosselli: "E' questa assenza di vita, di fede coerente, di combattività che spaventa. Si creda pure nella luna, ma che si combatta per la luna."

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Farmacap, Magi: basta buttare soldi. Azienda torni a operare nell'interesse dei cittadini o si vendano licenze

Gio, 07/03/2014 - 20:13
03/07/14

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere capitolino Radicale eletto nella lista civica Marino:

Quando il 6 marzo scorso abbiamo votato i bilanci di Farmacap degli esercizi 2010, 2011, 2012 e (nella stessa delibera n. 8/2014) la destinazione di 15 milioni di euro per il ripiano delle perdite, sono stato l'unico in assemblea Capitolina a votare contro perchè ritenevo un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini romani gettare altri milioni di euro in quell'azienda in assenza di un piano industriale. 

In quel momento non era ancora stato nominato il commissario per Farmacap e osservai che non era chiaro il percorso politico e amministrativo che si intendeva seguire. Si è perso molto tempo nell'affrontare con coraggio questa come altre situazioni preoccupanti delle aziende capitoline su cui l'amministrazione aveva perso il controllo e non lo ha ancora recuperato.

In quella delibera si dava "indirizzo all'Azienda di presentare entro tre mesi un nuovo Piano industriale che preveda il conseguimento già nel 2014 di uno stabile equilibrio economico-finanziario aziendale, al fine di assicurare la salvaguardia degli equilibri di Bilancio complessivi di Roma Capitale". I tre mesi sono trascorsi, un piano industriale credibile non c'è e nemmeno una decisione chiara e responsabile sull'azienda e su come sia meglio utilizzare le risorse di tutti i romani in un momento in cui il principale obbiettivo della città è il risanamento. Non c'è neanche un bilancio del 2013.

La finalità per cui è nata Farmacap - al di là dei servizi,  peraltro in buona parte sospesi o inutilizzabili, che possono essere offerti internalizzandoli se ritenuti necessari - è quella di portare il servizio delle farmacie a fasce di popolazione disagiate e svantaggiate e in zone in cui non arriva il servizio privato. Ma come abbiamo dimostrato con la mappa di Opencampidoglio.it  la loro localizzazione non risponde alla missione dell'azienda, trovandosi le farmacie quasi sempre a poche decine o centinaia di metri da altre farmacie, e non offrendo servizi agevolati a quelle fasce di popolazione. O si valuta che sia possibile e doveroso riportare l'azienda al suo compito originario oppure la cosa migliore nell'interesse pubblico è la chiusura dell'azienda e la vendita delle licenze. 

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Riforme Costituzionali: Cappato, grave l'assenza di garanzie per i tempi delle iniziative popolari

Gio, 07/03/2014 - 13:26
03/07/14

Dichiarazione di Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna EutanasiaLegale

  Aumentare le firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare sarebbe stato ragionevole se si fosse garantito allo stesso tempo un termine certo per la loro calendarizzazione. Da quanto riportato dalle agenzie stampa, sembra invece che si sia fatta la scelta opposta: le firme sono moltiplicate per cinque (da 50 a 250mila), ma i tempi per la calendarizzazione sono rimandati ai regolamenti parlamentari, così come i modi. Se questa scelta fosse confermata, rimarrebbe possibile per i Gruppi presenti in Parlamento, confermare l'attuale assenza di qualsiasi garanzia, che ha come conseguenza le attuali 29 proposte di legge di iniziativa popolare in attesa di essere discusse, tra le quali la nostra per la legalizzazione dell'eutanasia, depositata lo scorso 13 settembre.

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Pena di morte. Prende avvio la conferenza africana in Benin

Mer, 07/02/2014 - 18:33
02/07/14

Oggi 2 luglio 2014, si sono aperti a Cotonou, capitale del Benin, i lavori della Conferenza continentale sull’abolizione della pena di morte in Africa convocata dal Governo locale con la Commissione sui diritti umani e dei popoli dell’Unione africana in collaborazione anche con Nessuno tocchi Caino ed il Partito Radicale.

La tre giorni è stata convocata in vista dell’adozione definitiva del protocollo aggiuntivo alla Carta dei diritti umani dell’Africa e del voto che si terrà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla risoluzione per la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali.

La conferenza è stata aperta dal Ministro degli Esteri del Benin Bako-Arifari Nssirou che ha confermato il ruolo di leadership continentale che il suo paese vuole giocare contro la pena di morte e la promozione dei diritti umani anche in vista del voto alle Nazioni Unite il prossimo dicembre. Successivamente ha preso la parola la Presidente del gruppo di lavoro sulla pena di morte e le esecuzioni extragiudiziarie sommarie e arbitrarie in Africa della Commissione africana, Silvie Zainaibo che ha ricordato come, grazie al lavoro del suo gruppo, si sia arrivati a un testo ormai pronto per l’adozione finale e che poter contare su uno strumento regionale specificamente dedicato all’abolizione della pena di morte potrà consolidare la tendenza positiva che caratterizza l’Africa nei confronti dell’abolizione delle esecuzioni.

Alla cerimonia di apertura erano presenti anche l’Ambasciatore dell’Unione europea, il rappresentante del dipartimento affari politici della Commissione africana e un ex-condannato a morte, poi esonerato, dell’Uganda.

La Conferenza è poi continuata con una prima sessione plenaria relativa agli strumenti regionali per la protezione dei diritti umani, quali garanzie per rafforzare e definire una loro protezione certa presieduto dalla componente la Commissione africana Maya Sahli Fadel. A questa sessione hanno partecipato gli accademici Philip Francis Iya, Carlson Anyangwe, Christoph Heyn,s, Special Rapporteur delle Nazioni unite sulle esecuzioni extragiudiziarie, e Maria Donatelli della Coalizione mondiale contro la pena di morte.

Oltre a una rassegna dei trattati e convenzioni globali e regionali, la discussione ha contribuito a rafforzare anche questioni relative alle politiche penali, il giustizialismo, la reversibilità delle scelte abolizioniste e la privatizzazione della giustizia con le esecuzioni extragiudiziarie.

Nel pomeriggio, si sono svolte cinque commissioni sul ruolo dei parlamentari, delle commissioni economiche regionali, delle istituzioni nazionali sui diritti umani, della società civile e dei media e dei vari gruppi professionali che possono esser coinvolti nel dibattito sulla pena di morte.

Al sito www.radioradicale.it è possibile rivedere la sessione inaugurale.

 

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Fecondazione, Filomena Gallo: il quadro regolatorio già permette eterologa. Ministro alla ricerca di pretesti che ritardino? Dov'è relazione al Parlamento?

Mer, 07/02/2014 - 17:09
02/07/14

Fecondazione, Gallo (Ass. Coscioni): il quadro regolatorio già permette eterologa. Ministro alla ricerca di pretesti che ritardino? Dov'è relazione al Parlamento?

 

Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni

Oggi il Ministro Lorenzin rispondendo al question time ha dichiarato di aver convocato "un gruppo di lavoro formato da rappresentati delle società scientifiche, delle Regioni, degli operatori della Pma, con giuristi

ed esperti del ministero e dell'Iss"  per sciogliere le criticità evidenziate dalla sentenza della Consulta sulla legge 40. Sarebbe interessante ed utile sapere i nomi e le qualifiche del gruppo di esperti.

Il Ministro ha aggiunto che "il gruppo dovrà completare il lavoro in qualche settimana per valutare tutte le possibili iniziative, anche normative, ed avviare entro il 31 luglio per queste finalità la definizione delle tematiche. Un percorso necessario anche per la revisione delle linee guida del 2008 che non potranno non tenere conto del nuovo quadro regolatorio".

Su questo punto è  bene ricordare al Ministro che non esiste vuoto normativo a seguito della decisione della Consulta:  la Corte Costituzionale è chiara nelle motivazioni della sentenza come lo fu già nel 2005: nell’ammettere il quesito referendario per l’abrogazione del divieto di eterologa, affermò che non si creava vuoto normativo: la cancellazione del divieto non fa venir meno nessuna tutela. 

Inoltre il Ministro della Salute secondo le procedure previste della legge 40, "avvalendosi dell'Istituto superiore di sanità , e previo parere del Consiglio superiore di  sanità",   quando deciderà, "in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica" (art. 7 della legge 40) e delle sentenze della Corte Costituzionale (151 del 2009 e 162 del 2014) di procedere con l’aggiornamento delle Linee Guida, atto vincolante per le strutture di PMA, dovrà tener conto di quanto i Giudici della Corte in ultimo hanno scritto : “in relazione al numero delle donazioni è, poi, possibile un aggiornamento delle Linee guida, eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito), ma tenendo conto dell’esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto”

Inoltre, il quadro regolatorio attuale prevede che l'eterologa possa essere già attuata anche tramite la maggiore tutela dei donatori e dei pazienti riceventi con integrazione di esami diagnostici come previsto dalle normative comunitaria. Ci auguriamo che il Ministro non utilizzi nessun pretesto per ritardare l'attuazione della sentenza della Corte  visto che le maggiori società scientifiche hanno già predisposto un iter unico per garantire donatori e riceventi, come emerge anche dai lavori dell'Eshre in corso a Monaco. Chiediamo al Ministro invece l'immediato aggiornamento nei Lea con l'inclusione dell'infertilità/fecondazione medicalmente assistita.

In ultimo non vorremmo che nella ricerca di deterrenti per l'eterologa sia disatteso l'obbligo previsto all'art. 15 della legge 40 che impone al Ministro di presentare entro il 30 giugno una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 40. Oggi ricordiamo al Ministro che è già il 2 luglio. 

 

 

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Tav e ‘ndrangheta/Manfredi: Problema esiste e magistratura e forze dell’ordine lo stanno affrontando. Notav vittime “sindrome Grillo”: non facciamo nulla per paura del mafioso

Mer, 07/02/2014 - 16:42
02/07/14

Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta:

I radicali hanno da sempre denunciato la capacità delle organizzazioni criminali di espandersi sul territorio, utilizzando al meglio il fiume di denaro contante che intascano ogni giorno grazie al monopolio del commercio delle droghe. Da quanto apparso oggi sui giornali, alcune infiltrazioni mafiose sono partite da ricatti basati sull’uso di sostanze stupefacenti, Peccato che né l’onorevole Bindi né il 99% della classe politica si chieda se valga la pena lasciare alle mafie quel monopolio, visto che il proibizionismo non ha impedito e non impedisce alle droghe di circolare liberamente dovunque.

Dunque le infiltrazioni esistono e oggi abbiamo appreso erano da tempo sotto osservazione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. Il movimento NOTAV dovrebbe finirla di speculare sulla paura del mafioso, altrimenti rischia di chiudersi nel vicolo cieco in cui si è infilato ieri Beppe Grillo al Parlamento Europeo, quando ha chiesto il blocco dei finanziamenti dell’Unione Europea all’Italia perché finirebbero alle mafie. Togliere finanziamenti all’Italia significa agevolare ancor di più chi, come le narco-mafie, non ha certo bisogno di altri aiuti per inquinare l’economia legale, a scapito di coloro che, grazie, a quegli aiuti, si affrancherebbero dalla protezione criminale.

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Carceri, Marco Pannella: Strasburgo condanna di nuovo l'Italia, campioni del mondo solo su questo campo.

Mar, 07/01/2014 - 20:03
01/07/14

Dichiarazione di Marco Pannella, presidente del Senato del Partito Radicale.

  Valentino Saba ha denunciato l’Italia, perché  durante la sua detenzione nel 2000 è stato sottoposto a trattamenti inumani e degradanti: ha vissuto una vera e propria tortura fisica. Dopo 14 anni, ancora una volta, c’è stato bisogno dell’intervento di un Tribunale di una giurisdizione superiore, che ha sommato, alle condanne storiche, questa ultima che sancisce una volta in più  lo stato tecnicamente criminale del Regime italiano.   È inaudito che, quando violazioni dell'articolo 3 avvengono, il sistema giudiziario italiano non riesca ad intervenire, perché questo e altri Parlamenti non sono riusciti a istituire il reato di tortura, lasciando l'Italia tra i campioni del mondo, almeno in questo campo, delle condanne. Valentino Saba ha denunciato l’Italia invocando l'articolo 3 (divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti), l'articolo 5 (diritto alla libertà e alla sicurezza) e l'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l'articolo 13 (diritto ad un ricorso effettivo).   Abbiamo deciso di depositare un amicus curiae con gli avvocati Nicolò Paoletti e Filomena Gallo per Non c’è Pace senza giustizia, Partito Radicale, Radicali Italiani; perché la fotografia della realtà italiana non corrisponde certo alle ragioni che la rappresentanza di Governo rappresenta nel difendere uno Stato che in materia di diritti fondamentali preferisce ignorare i tanti cittadini che chiedono rispetto della loro dignità, e quel rispetto equivale a diritti fondamentali della persona che nel nostro paese hanno perso applicazione diretta.   Appare evidente che lo Stato italiano non riesce ad attuare le garanzie riconosciute a tutti i cittadini e non riesce a ripristinare situazioni di giustizia.   Viene da chiedersi quale Stato democratico possa essere condannato per trattamenti inumani e degradanti e poi presentarsi al mondo come Repubblica democratica.   Sperare che il Regime italiano intervenga immediatamente, potrebbe portare alla disperazione; ma come Radicali vogliamo rappresentare altro, altro che è alternativa all'incapacità manifesta dello Stato italiano di interrompere questa tortura abituale.

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Carceri, Marco Pannella: Strasburgo condanna di nuovo l'Italia, campioni del mondo solo su questo campo.

Mar, 07/01/2014 - 20:03
01/07/14

Dichiarazione di Marco Pannella, presidente del Senato del Partito Radicale.

  Valentino Saba ha denunciato l’Italia, perché  durante la sua detenzione nel 2000 è stato sottoposto a trattamenti inumani e degradanti: ha vissuto una vera e propria tortura fisica. Dopo 14 anni, ancora una volta, c’è stato bisogno dell’intervento di un Tribunale di una giurisdizione superiore, che ha sommato, alle condanne storiche, questa ultima che sancisce una volta in più  lo stato tecnicamente criminale del Regime italiano.   È inaudito che, quando violazioni dell'articolo 3 avvengono, il sistema giudiziario italiano non riesca ad intervenire, perché questo e altri Parlamenti non sono riusciti a istituire il reato di tortura, lasciando l'Italia tra i campioni del mondo, almeno in questo campo, delle condanne. Valentino Saba ha denunciato l’Italia invocando l'articolo 3 (divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti), l'articolo 5 (diritto alla libertà e alla sicurezza) e l'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l'articolo 13 (diritto ad un ricorso effettivo).   Abbiamo deciso di depositare un amicus curiae con gli avvocati Nicolò Paoletti e Filomena Gallo per Non c’è Pace senza giustizia, Partito Radicale, Radicali Italiani; perché la fotografia della realtà italiana non corrisponde certo alle ragioni che la rappresentanza di Governo rappresenta nel difendere uno Stato che in materia di diritti fondamentali preferisce ignorare i tanti cittadini che chiedono rispetto della loro dignità, e quel rispetto equivale a diritti fondamentali della persona che nel nostro paese hanno perso applicazione diretta.   Appare evidente che lo Stato italiano non riesce ad attuare le garanzie riconosciute a tutti i cittadini e non riesce a ripristinare situazioni di giustizia.   Viene da chiedersi quale Stato democratico possa essere condannato per trattamenti inumani e degradanti e poi presentarsi al mondo come Repubblica democratica.   Sperare che il Regime italiano intervenga immediatamente, potrebbe portare alla disperazione; ma come Radicali vogliamo rappresentare altro, altro che è alternativa all'incapacità manifesta dello Stato italiano di interrompere questa tortura abituale.

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Droghe/Radicali: In attesa risposta governo su tre precise sue inadempienze… ne segnaliamo una quarta

Mar, 07/01/2014 - 18:42
01/07/14

... La mancata presentazione in parlamento della relazione annuale sulle dipendenze

Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani, e Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani:

Dieci giorni fa avevamo inviato una lettera ufficiale al premier Renzi e ai ministri Orlando e Lorenzin segnalando loro: la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’art. 73 del DPR 309/90 nel testo vecchio e superato dalle modifiche apportate dalla sentenza della Consulta che ha cancellato la legge “Fini-Giovanardi” (con conseguente moltiplicazione dell’errore nelle banche dati giuridiche); la situazione di stallo del Dipartimento Nazionale Antidroga; la mancata convocazione della Sesta Conferenza Nazionale sulle Droghe, prevista dalla legge ogni tre anni (l’ultima conferenza risale al 2009).

Siamo ancora in attesa di una risposta o almeno, come si dice fra persone ben educate, di “un cortese cenno di riscontro”. Approfittiamo dell’attesa per aggiungere una quarta inadempienza: ai sensi dell’art. 131 del DPR 309/90, il Governo deve presentare entro il 30 giugno di ogni anno una relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia, sulle strategie e sugli obiettivi raggiunti, sugli indirizzi seguiti nonché sull’attività riguardante l’erogazione dei contributi finalizzati al sostegno delle attività di prevenzione, riabilitazione, reinserimento e recupero dei tossicodipendenti.

Siamo a luglio e della Relazione al Parlamento non c'è traccia. Vero è che, come denunciamo da qualche decennio, in Italia i termini sono sempre “perentori” per i cittadini e “ordinatori” per l’amministrazione dello Stato, ma ci permettiamo di chiedere ai nostri interlocutori se, vista l’importanza della materia, non sia il caso di provvedere immediatamente.

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Conferenza africana sulla Pena di Morte in Benin

Mar, 07/01/2014 - 18:39
01/07/14

Mercoledì 2 luglio inizia a Cotonou la conferenza africana sulla pena di morte organizzata dal Governo del Benin e dalla Commissione africana per i diritti umani e dei popoli in collaborazione con Nessuno tocchi Caino ed il Partito Radicale, organizzazioni presenti con il Sen. Marco Perduca.

Gli obiettivi sono sensibilizzare i paesi africani affinchè aumenti il sostegno alla nuova Risoluzione per la moratoria delle esecuzioni al voto della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed  incoraggiare l’adozione di un Protocollo africano per l’abolizione della pena di morte.

La conferenza sarà tramessa webcast da Radio Radicale.     

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Dichiarazione di Filomena Gallo e Nicolò Paoletti, entrambi legali per l'Amicus Curiae dinanzi alla Corte EDU nel caso Saba c/Italia

Mar, 07/01/2014 - 17:47
01/07/14

Oggi la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l'Italia per aver sottoposto a trattamento inumano e degradante Valentino Saba: si configura quindi la violazione dell’art.3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (Proibizione della tortura - Trattamento inumano e degradante) che prescrive che “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.

[LA DECISIONE] [IL SITO DELLA CORTE]

Nel 1989, l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU contro la tortura, ma da allora il reato di tortura non è mai stato tradotto in legge penale italiana. L’assenza di una legge italiana contro la tortura determina il paradosso per cui, in Italia, non soltanto il reato in questione non può essere riconosciuto giuridicamente, ma non può neanche essere concepito, né ipotizzato, anche quando è stato manifestamente commesso.

Nel caso Saba contro Italia, in cui il detenuto Valentino Saba nel carcere sardo lamenta i trattamenti ai quali è stato sottomesso dagli agenti penitenziari, il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Non C’è Pace Senza Giustizia e Radicali Italiani hanno presentato disgiuntamente delle osservazioni scritte alla Corte EDU (avvocati Paoletti e Gallo), per evidenziare, tra l’altro, che “la Costituzione italiana all’art. 13 stabilisce il principio secondo cui ‘È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà’” e che manca nel nostro ordinamento la fattispecie delittuosa del reato di tortura.

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Stato di diritto, Non C'è Pace Senza Giustizia: il sistema giudiziario italiano favorisce l'impunità

Mar, 07/01/2014 - 17:22
01/07/14

 

Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca e Antonella Casu, Segretario Generale  e Tesoriera di Non c'è Pace Senza Giustizia   Ci sono voluti 14 anni, tanta forza d'animo e dispendio di importanti risorse economiche perché Valentino Saba potesse vedersi riconosciuti, in Europa, i diritti umani di base che l'Italia gli ha negato. L'odissea giudiziaria di quest'uomo inizia nel 2000, dopo il pestaggio subito assieme ad altri detenuti da parte degli agenti della polizia penitenziaria del carcere San Sebastiano di Sassari. La maggior parte dei procedimenti penali a carico degli agenti coinvolti si è conclusa in un nulla di fatto a causa degli effetti anti-legalitari che la prescrizione produce nel nostro sistema giudiziario. Lungi dall'espletare la funzione che è all'origine della nascita di questo istituto, grazie all'eccessiva durata dei processi in Italia la prescrizione è ormai divenuta strumento di garanzia dell'impunità per chi commette crimini e dispone di adeguati mezzi e assistenza legale.   Il detenuto Valentino Saba non ha avuto altra scelta che rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che oggi ha depositato una sentenza di condanna, l'ennesima nei confronti dell'Italia, per trattamenti disumani e degradanti. Il Partito Radicale, Radicali Italiani e Non c'è Pace Senza Giustizia, in qualità di "amicus curiæ" avevano sostenuto dinanzi alla Corte le ragioni di Saba.   Nel giorno d'inaugurazione del semestre italiano di presidenza dell'UE, la decisione della giurisdizione europea restituisce dignità alla giustizia, ma rende ancor più evidente il disonore cui il governo guidato da Matteo Renzi continua a costringere il nostro Paese. Quanti anni dovranno ancora trascorrere prima che il Parlamento si decida ad introdurre il reato di tortura nel codice penale conformemente agi impegni presi a livello internazionale? Quante vite dovranno ancora essere distrutte prima che le istituzioni prendano atto e pongano rimedio alla situazione di ingiustizia cui sono costretti tutti quei cittadini che non hanno mezzi per difendersi? Da anni i Radicali denunciano lo sfacelo del sistema giudiziario, ma a Palazzo Chigi si continua a preferire le dichiarazioni di principio ai provvedimenti strutturali.      

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Carceri. Radicali: condanna per inumanità: e’ questo il volto che Renzi vuole presentare in Europa?

Mar, 07/01/2014 - 12:45
01/07/14

Dichiarazione della Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini e di Irene Testa Segretaria dell'associazione Il Detenuto Ignoto

  L'ennesima condanna da parte dell'Europa nei confronti dello Stato torturatore italiano non fa che confermare ciò che da anni noi Radicali denunciamo. Nel caso specifico del detenuto di San Sebastiano, già a suo tempo segnalammo l'esito scandaloso di alcuni dei procedimenti contro gli agenti di polizia penitenziaria che il 3 aprile del 2000 furono autori del violento pestaggio inflitto in massa a una trentina di detenuti nel carcere San Sebastiano di Sassari: sette prescrizioni per decorrenza dei termini, tra chi scelse di farsi processare con il rito ordinario. Colpevoli, secondo il collegio del Tribunale di Sassari, hanno così beneficiato di quella strisciante amnistia di classe - come la definisce spesso Marco Pannella - delle prescrizioni, riservata solo a chi ha i mezzi e l'assistenza legale per protrarre oltre i termini utili i processi.   Ricordiamo che il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, Radicali Italiani e Non c’è Pace Senza Giustizia, erano entrati nel procedimento davanti alla Corte EDU come “amicus curiae” a sostegno delle ragioni del detenuto Valentino Saba che oggi, finalmente, si è visto riconoscere quella violazione di Diritti Umani fondamentali che in Italia gli era stata negata.   Per quanto ancora il Parlamento potrà sottrarsi dall'affrontare il più ampio dibattito sulla giustizia e sulla responsabilità davanti al popolo elettore di votare un'amnistia alla luce del sole, contro l'imbroglio di una giustizia che si ritrova sempre di più ad essere violenta contro i deboli, ma raggirabile dai forti? Quanto occorrerà ancora aspettare per introdurre nel nostro ordinamento il reato di tortura la cui negazione mina le fondamenta dello Stato di Diritto? E’ con questo volto che il Premier Matteo Renzi vuole presiedere il semestre europeo?   Da parte nostra, come radicali fuori dal Parlamento e dal Governo, proseguiamo con Marco Pannella la nostra lotta nonviolenta per far uscire l’Italia dalla trasgressione sistematica e criminale dei Diritti Umani vitali del popolo italiano.

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Berlusconi Per i diritti LGBTI: ottima notizia, si iscriva a Certi Diritti e sostenga il matrimonio egualitario, l’unica vera riforma liberale

Mar, 07/01/2014 - 09:56
01/07/14

 

Silvio Berlusconi ha dichiarato che "Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti». Ottima notizia che riapre il dibattito su una destra laica e liberale in questo Paese, ma gli annunci provenienti da destra e manca hanno stancato, è tempo di concretezza. Renzi propone un passo nella giusta direzione - soprattutto per la proposta di istituti multipli anche aperti alle coppie di fatto eterosessuali oltre al nuovo istituto riservato alle coppie dello stesso sesso - che però, facendo un parallelismo iperbolico con la vicenda storica degli afroamericani, farebbe passare l’Italia da un regime schiavista a uno segregazionista dove ad essere riservati ad alcuni cittadini non sono più le scuole e i posti sull’autobus, ma gli istituti giuridici e il discrimine non sarebbe più il colore della pelle, ma l’orientamento sessuale. Certo passare da una condizione di totale esclusione a una di «segregazionismo giuridico» è un passo avanti, ma una riforma liberale è tutt’altra cosa. Cameron nel Regno Unito lo ha capito, Berlusconi saprà fare altrettanto?   Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «Che dalla batosta europea e dalla crisi di Forza Italia possa riprendere forza la promessa, tradita nel 1994, di una destra liberale? Speriamo, questo Paese ne avrebbe molto bisogno. Invitiamo Silvio Berlusconi a iscriversi all’Associazione Radicale Certi Diritti e a dare concretezza alle sue parole sostenendo il lavoro di chi da anni si impegna per l’unica vera riforma liberale su questi temi: una riforma complessiva del diritto di famiglia che apra l’istituto del matrimonio civile anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso e introduca nel nostro ordinamento giuridico istituti, aperti a tutti, alternativi al matrimonio e più flessibili come Unioni libere, Intese di solidarietà e Comunità intenzionali. Dopo vent’anni di politiche omofobe, le parole non bastano: Forza Italia presenti una proposta di legge in questo senso, noi possiamo aiutarli a stenderla, oppure, il Presidente della Commissione Giustizia in Senato, il forzista Nitto Palma, metta subito in discussione i disegni di legge sul matrimonio egualitario già depositati in Senato. Se i parlamentari di Forza Italia li sostenessero, una maggioranza ci sarebbe e l’Italia avrebbe la sua prima grande riforma liberale dopo quella del diritto di famiglia nel 1975».  

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Salva Roma, Riccardo Magi: per vero risanamento si apra dibattito su modelli erogazione servizi pubblici e maggiore coraggio su aziende

Lun, 06/30/2014 - 19:51
30/06/14

 

  Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere Capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino   Per avviare un vero risanamento delle finanze capitoline e rimuovere quei fattori strutturali di squilibrio che hanno contraddistinto gli ultimi decenni serve è un aprire un dibattito serio e ampio sui modelli di erogazione dei servizi pubblici locali e avere coraggio nel ridimensionare o dismettere quelle aziende che sono cresciute solo per servire i partiti in una rapporto perverso con l'Amministrazione e pesando sulle spalle di tutti. Non si tratta solo di tagliare - cosa dovuta in alcuni casi e quasi automatica una volta individuati i costi standard - ma di riformare le modalità di erogazione di alcuni servizi pubblici. I casi di Farmacap e di Assicurazioni di Roma vanno affrontati tempestivamente, cosa che non è stata fatta in tutti questi mesi. A mio avviso in entrambi i casi l'interesse pubblico in questa fase non ci consente di investire ulteriori risorse in un efficientamento di queste due realtà aziendali. Dalla liquidazione di queste due aziende possono venire quelle risorse per gli investimenti di cui si lamenta giustamente la mancanza.       

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Carceri, Radicali: Il detenuto suicida a Sollicciano è l'ennesima tragedia evitabile

Lun, 06/30/2014 - 14:17
30/06/14

Firenze - Massimo Lensi, già consigliere provinciale e componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani, e Maurizio Buzzegoli, Segretario dell'Associazione radicale "Andrea Tamburi", sono intervenuti a seguito della diffusione della notizia del suicidio di un detenuto trentenne nel carcere di Sollicciano avvenuto nella notte del 29 giugno:

«Le Istituzioni locali e nazionali potevano evitare questa ennesima tragedia: bisogna mettere in campo un progetto concreto contro la tortura nelle carceri italiane che necessariamente deve partire dai provvedimenti di amnistia e indulto».

I due esponenti radicali proseguono elencando i problemi del carcere fiorentino:

«Non corrisponde alle esigenze basilari della vita di uomini, donne e bambini: il pianeta penitenziario fiorentino è costretto a vivere nell'emergenza quotidiana».

Infine, Lensi e Buzzegoli, rilanciano l'invito al sindaco di Firenze, Dario Nardella, a nominare il garante comunale dei detenuti.

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Torino Pride/Radicali: La Regione modifichi la legislazione per dare pari diritti a tutte le famiglie

Lun, 06/30/2014 - 13:53
28/06/14

I Radicali saranno presenti come sempre al Pride di Torinio con le loro bandiere e i loro striscioni. Nell’occasione Igor Boni, Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani, hanno dichiarato:

 

“Il patrocinio della Regione Piemonte al Pride di Torino e la presenza di Sergio Chiamparino sono buone notizie ma oltre ai simboli occorre portare innovazione nella legislazione regionale.

Noi ci saremo al Pride anche per chiedere che in tutta la legislazione relativa al welfare regionale siano concessi stessi diritti a tutte le famiglie. Il grado di civiltà e di cambiamento di questa regione si vedrà anche dalla capacità di riconoscere a tutti i suoi cittadini le stesse opportunità. Non possiamo chiedere alla regione di riconoscere il matrimonio omosessuale dato che questo è compito di una legge dello Stato (peraltro, riscontriamo la volontà del premier Renzi di cambiare verso anche in questo terreno) ma possiamo e dobbiamo chiedere a Chiamparino e alla sua giunta che, per esempio, sul diritto alla casa le famiglie LGBT abbiano gli stessi diritti rispetto ad una famiglia fatta da un uomo e da una donna sposati.

Dobbiamo in sostanza finalmente parlare di ‘famiglie’ e non più di ‘famiglia’, ed agire di conseguenza.

 

 

www.associazioneaglietta.it

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Carceri: fermare subito il massacro, garantire le cure. Sciopero della fame di Rita Bernardini

Lun, 06/30/2014 - 13:03
30/06/14

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria Nazionale di Radicali italiani

 

Nel dossier di 56 pagine che il 22 maggio scorso, con le firme di Laura Arconti, Deborah Cianfanelli e mia, Radicali italiani ha trasmesso al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, un capitolo fondamentale riguardava la salute in carcere. Il Comitato dei Ministri, chiamato a valutare l’esecuzione della condanna inflitta all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (sentenza Torreggiani), il 5 giugno scorso si è espresso in modo positivo – seppure rimandando il giudizio definitivo al giugno 2015 - incentrando la sua valutazione sulla questione dei 3 metri quadrati a testa per ogni detenuto, segno evidente che la sentenza della CEDU non l’abbia presa in considerazione. Così come non ha preso in considerazione (non sappiamo se per motivi burocratici o politici o per entrambi) il dossier di Radicali Italiani che – abbiamo verificato - non è stato distribuito ai 47 delegati del Comitato e che sarà esaminato, invece, nella prossima sessione del 23/25 settembre. Su questa grave omissione è in corso un  contenzioso con gli Uffici del Consiglio D’Europa. Detto questo, chi si occupa di carcere è letteralmente subissato da casi di detenuti non curati e troppo spesso lasciati morire. Nelle ultime ore, grazie a Ristretti Orizzonti, abbiamo avuto la notizia di due suicidi (uno a Firenze/Sollicciano e un altro a Cagliari/Buoncammino) e di un settantenne detenuto presso la casa circondariale di S. Maria C.V, morto all’ospedale Melorio dopo che, 15 giorni fa, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli gli aveva negato i domiciliari. I dati che avevamo trasmesso in Europa anche sulla “salute” in carcere, provavano che la violazione dell’articolo 3 della Convenzione EDU (trattamenti inumani e degradanti) era sistematica nel nostro sistema carcerario. In particolare, prendevamo in considerazione quanto rilevato dalla Società italiana di medicina penitenziaria (Simpse): “in cella contraggono malattie il 60-80% dei detenuti”. Carceri definiti come veri e proprio lazzaretti: i tossicodipendenti, che sono il 32%; il 27% dei detenuti che ha un problema psichiatrico, il 17% ha malattie osteoarticolari, il 16% cardiovascolari e circa il 10% problemi metabolici e dermatologici. Tra le malattie infettive è l'epatite C la più frequente (32,8%), seguita da Tbc (21,8%),Epatite B (5,3%), HIV (3,8%) e sifilide (2,3%).  E’ per questa situazione che, a partire dalla mezzanotte di oggi, lunedì 30 giugno 2014, inizierò un Satyagraha nella forma dello sciopero della fame per richiedere a Governo e Parlamento che si faccia chiarezza e si intervenga immediatamente:
1) per scongiurare le morti in carcere
2) sulle cure negate ai detenuti, molti dei quali incompatibili con lo stato di carcerazione
3) sulla tortura del 41-bis inflitta perfino a detenuti, come Bernardo Provenzano, per i quali le Procure della Repubblica di Palermo, Caltanissetta e Firenze hanno dato parere favorevole alla revoca del 41 bis.  

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Droghe, Ass. Coscioni/radicali: Roberto Saviano firma l'appello #parliamodidroghe

Ven, 06/27/2014 - 14:54
27/06/14

Roberto Saviano ha firmato l'appello online #parliamodidroghe sul sito dell'Associazione Luca Coscioni e ha reso nota la sua adesione con un messaggio sulla sua pagina facebook in cui ricorda che la ricorrenza della "Giornata mondiale di lotta alla droga e al narcotraffico" e denuncia come “Ovunque nel mondo la tendenza è discutere, anche senza essere d'accordo. Ma parlare, rompere il silenzio, per capire i limiti del proibizionismo. Ovunque, tranne in Italia”.

  Saviano conclude il suo messaggio in cui informa della firma affermando che "ormai è chiaro che la lotta ai narcos si fa legalizzando".

Dichiara Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni: "A nome dell'Associazione Luca Coscioni, ringrazio Roberto Saviano per aver sottoscritto l'appello a Governo, Parlamento e media italiani, che abbiamo lanciato assieme al Partito Radicale, perché anche in Italia si affronti il fenomeno delle droghe sulla base di dati certi ed evidenze scientifiche. La firma di Roberto Saviano conferma la sua costante attenzione al tema delle droghe e alle mobilitazioni politiche che propongono alternative di "governo" del fenomeno. Ma anche il suo impegno per alcune nostre battaglie di civiltà come quella sul fine-vita e sulla procreazione medicalmente assistita”.
Marco Perduca, rappresentante all’Onu del partito radicale prosegue: “L'appello può esser ancora sottoscritto al sito http://www.associazionelucacoscioni.it/e-ora-di-parlare-di-droghe : occorre insistere con il Governo affinché risponda con urgenza all'interrogazione presentata dal deputato del PD Roberto Rampi, iscritto al Partito radicale,  ed altri che affronta tutti i temi che abbiamo voluto sollevare unendoci alla mobilitazione #supportdontpunish e raccolti alla pagina facebook  E' ora di parlare di droghe” Conclude Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “La proibizione sulle piante e le sostanze psicoattive derivate ha anche imposto enormi limitazioni alle ricerca scientifica pura e a quella applicata allo sviluppo di nuove terapie per decine di malattie, bloccando il progresso della scienza con danni gravissimi per la salute di milioni di persone”. 

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