Radicali Italiani
Fecondazione, Gallo: il Ministro perché ritarda visto che la Consulta ha sancito che l’eterologa si può effettuare?
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Soggetto costituente il Partito radicale font-family:"Arial","sans-serif"">
Nelle ultime 24 ore abbiamo letto dichiarazioni completamente inesatte sulla fecondazione eterologa. A partire proprio dal comunicato del Ministro Lorenzin che ipotizza un ‘intervento legislativo urgente’.
Come abbiamo evidenziato, insieme a molti giuristi, nel manifesto in difesa della sentenza costituzionale che ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa “la sentenza n. 162 emanata dalla Corte Costituzionale lo scorso 9 aprile è immediatamente applicabile e che da ciò deriva la simultanea ripresa nei centri italiani della tecnica di fecondazione eterologa“. Ciò è stato ribadito anche dalla direttrice dell'Osservatorio sulla Famiglia dell'Eurispes, Andrea Catizone, che ha dichiarato il suo sostegno all’appello precisando che “Nuove norme per la messa in atto della pronuncia costituzionale" annunciate dal Ministero della Salute in merito all'eterologa, sono "un ulteriore passaggio non necessario”.
E’ davvero incomprensibile questo atteggiamento del Ministro che sta solo rallentando il desiderio di molte famiglie di avere un figlio.
Volendo scendere nei dettagli, è da giorni che da sedi istituzionali e da certa stampa emerge la necessità di normare alcuni aspetti che non sarebbero ancora regolamentati.
E’ ancora doveroso ribadire che la sentenza della Consulta non ha creato vuoto normativo, dunque praticare l’eterologa si può fare e non costituisce una azione illecita.
Nel dettaglio:
per effetto del recepimento della direttiva madre 2004/23/CE e direttive applicative successive 2006/17/12/CE; 2006/86/CE i centri di fecondazione medicalmente assistita posseggono tutti i requisiti tecnico scientifici necessari per poter immediatamente applicare tecniche con gameti donati dovranno riaprire le loro porte ai pazienti. L’Italia infatti ha recepito le Direttive comunitarie su conservazione, donazione, lavorazione, tracciabilità e sicurezza (Direttive 2004/23/CE;) con i decreti legislativi 191/07-16/10-85/12 e del 10 ottobre 2012. Tali norme in vigore hanno trasformato i centri di fecondazione in Istituti dei tessuti, obbligati ad attenersi a tutte le prescrizioni e regole che sono previste a livello comunitario, tra cui il divieto di commercializzazione di gameti e embrioni, consentendo solo un rimborso spese, screening precisi sia per donazione omologa che eterologa (191/07 -16/10-85/12)che di fatto coincidono con gli esami previsti, e conservazione dei dati per 30 anni dall’utilizzo dei gameti.
Nella nota tecnica che ho inviato due giorni fa al Ministro Lorenzin, in seguito al nostro incontro della scorsa settimana, ho proprio sottolineato che : “Non essendovi ostacoli quindi dovuti ad assenza di norme specifiche per il ripristino della tecnica con donazione di gameti, i centri di PMA potranno immediatamente riprendere l’applicazione delle tecniche eterologhe. Tutto ciò a conferma che sotto i profili scientifici, le normative recepite sulla tracciabilità e sicurezza di cellule e gameti (2004/23/CE e ss- DLGS 191 e ss) colmano pienamente la parte tecnica per l’applicazione di tecniche con donazione di gameti. In relazione al numero delle donazioni è, poi, possibile un aggiornamento delle Linee guida, eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito), ma tenendo conto dell’esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto”.
In Francia “nel numero di dieci bambini è fissato il limite che non può essere travalicato ogniqualvolta si fa ricorso ad una donazione di spermatozoi o di ovociti appartenenti allo stesso donatore o donatrice. Diversamente, il Code of Practice elaborato dalla Human Fertilisation and Embryology Authority,nel predisporre le linee guida che i centri devono seguire, fa riferimento al concetto di “famiglia” sancendo la necessità che le donazioni vengano effettuate per la costituzione di non più di dieci famiglie. Non si parla, pertanto, di “bambini” nati all’interno di una famiglia, così come disposto invece dall’ordinamento francese, ma di famiglie create con l’utilizzo dei gameti donati. Si tratta di una distinzione importante atteso che non essendo previsto alcun limite alle nascite all’interno di una stessa famiglia, quest’ultima potrà decidere di utilizzare gli spermatozoi dello stesso donatore, sempre attraverso il sostegno di un centro autorizzato, per donare in futuro un fratello o una sorella al bambino nato in precedenza. Resta in ogni caso garantito il diritto del donatore di decidere di donare, al fine di contribuire alla costituzione di meno di dieci famiglie, ciò anche alla luce dei Regulatory principles che i centri autorizzati devono rispettare, contenuti nel Code of Practice predisposto dalla Human Fertilisation and Embryology Authority” (nota tecnica a cura di Ida Parisi).
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Eterologa. Viale, con Lorenzin proseguirà la fuga all'estero, linee guida truffa
Sulle anticipazioni delle linee guida sulla fecondazione eterologa, riportate oggi da alcuni quotidiani, è intervenuto il ginecologo radicale Silvio Viale, noto per le vicende della Ru486.
Il ginecologo torinese ha dichiarato:
"Spero che sia una bufala, ma se davvero l'esterologa sarà interdetta alle donne sopra i 35 anni, proseguirà la fuga all'estero delle donne italiane. Il limite dei 35 anni non ha alcuna giustificazione scientifica ed è contro ogni logica di buon senso. Corrisponde alla vecchia logica di subordinare la scienza alla politica, che speravo avesse cambiato verso con il governo Renzi. Inoltre, dalle anticipazioni, si desume che non si è voluto affrontare il nodo delle donazioni, per cui sarà molto difficile avere delle donatrici, mentre sarebbe bastato un sistema che impegnasse ogni ricevente a fornire in donatore anonimo al centro per altre pazienti. Sembrebbe che una commissione di "smidollati" abbia partorito un obbrobrio e, se non è così, mi auguro che fiocchino le prese di distanza, le precisazioni e le dissociazioni. Sia la Lorenzi a contraddire la sentenza della Corte Costituzionale."
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Cannabis terapeutica: ieri la “semina” di Bernardini, Arconti e Pannella: un’associazione a delinquere di stampo “radicale”. La documentazione su www.radioradicale.it
L’hanno detto e l’hanno fatto. Nel pomeriggio di ieri, Rita Bernardini (Segretaria di Radicali italiani), Laura Arconti (Presidente di Radicali italiani) e Marco Pannella (Presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito), hanno seminato cannabis appositamente selezionata per la cura dei malati di sclerosi multipla decidendo di consegnare il raccolto (presumibilmente a ottobre) ai pazienti che non riescono ad accedere ai farmaci cannabinoidi.
I radicali, da sempre favorevoli alla legalizzazione delle sostanze stupefacenti, vogliono – attraverso questa terza disobbedienza civile – che sia reso effettivo l’accesso ai farmaci oggi solo teoricamente consentito dalla legge Livia Turco del 2007: sono, infatti, solo 60 all’anno in tutta italiana i malati che riescono ad ottenere il Bedrocan (infiorescenze selezionate importate dall’Olanda) attraverso le ASL. Gli altri malati (pochissimi), se riescono a trovare il medico prescrittore, possono andarla ad acquistare presso le farmacie galeniche che, dopo lunga trafila, la vendono al prezzo di 35 euro al grammo! Il che vuol dire, per una persona affetta da sclerosi multipla che ha bisogno dai 2 ai 4 grammi quotidiani, spendere dai 2.100 ai 4.200 euro al mese! L’altra soluzione sempre disponibile e rischiosissima penalmente per chi non riesce a trovare beneficio dai farmaci tradizionali, è rivolgersi al mercato clandestino delle mafie, sempre aperto h 24 che, al prezzo di 5 euro al grammo, rifila un prodotto incontrollato, spesso inquinato e sicuramente non selezionato a fini terapeutici. L’iniziativa dei tre esponenti radicali si ispira alla lotta portata avanti dal Cannabis Social Club di Racale (LE) – LapianTiamo, il quale, grazie alla tenacia dei suoi esponenti Lucia Spiri e Andrea Trisciuoglio, affetti ambedue da Sclerosi multipla, è riuscito a far approvare dalla Regione Puglia una legge (la notizia è di tre giorni fa) che consentirà di sperimentare progetti pilota, per produrre medicinali cannabinoidi. Sapete quanto costerà un grammo di marijuana terapeutica prodotta dalla s.r.l. guidata da LapianTiamo e dalle Istituzioni che ne faranno parte? 1 euro e 55! I tre esponenti radicali hanno deciso che il prodotto della loro coltivazione sarà destinato ai malati di LapianTiamo se alla data in cui il raccolto sarà arrivato a maturazione il “progetto pilota” pugliese non avrà prodotto i suoi effetti. Altrimenti, la cessione avverrà ai malati di altre regioni che non dispongono ancora di una normativa così avanzata ed efficace come quella pugliese. Documenti: La “semina” di ieri di Bernardini, Arconti e Pannella: http://www.radioradicale.it/scheda/417386 (inizio III Disobbedienza Civile) La cessione ai malati del 29 gennaio 2014 (Foggia): http://www.radioradicale.it/scheda/402354/rita-bernardini-consegna-il-raccolto-di-marijuana-ad-alcuni-malati-di-sclerosi-multipla (II disobbedienza civile) La cessione ai malati del 9 novembre 2012 (Roma - Piazza Montecitorio): http://www.radioradicale.it/scheda/365096/cannabis-italia-chiama-usa (I disobbedienza civile)© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Carceri, Bernardini: appena nominato, il magistrato di sorveglianza di Modena va in ferie e, al rientro, andrà in pensione! Beffati ancora una volta i diritti dei detenuti
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani, giunta oggi al 25° giorno di sciopero della fame
Mentre si scaricano sui Magistrati di Sorveglianza e sui loro uffici ulteriori compiti ai quali adempiere – vedi il decreto leggi sulle carceri in fase di conversione – e mentre da anni i Tribunali di Sorveglianza non riescono a seguire nemmeno l’ordinaria amministrazione, all’Ufficio di Sorveglianza di Modena accade quel che scriverò in seguito, grazie alla testimonianza di una donna che da tempo sta cercando di interloquire con il Magistrato, stressata da telefoni che non rispondono, uffici che non chiariscono e che rimandano sine die gli adempimenti che competono loro per legge.
Da tempo a Modena non c’è il Magistrato di Sorveglianza che ha la competenza anche degli internati di Castelfranco Emilia. Questo significa che delle istanze dei detenuti nei due istituti nessuno si occupa: niente permessi, niente licenze, niente ingressi nelle comunità terapeutiche, solo per fare qualche esempio.
Quanto al Magistrato di Sorveglianza di Modena, la signora della quale ho scritto in premessa, mi ha riferito che – dopo tanti giorni di peripezie - dall’Ufficio di Sorveglianza le hanno risposto che “neanche loro sanno quando arriverà da Roma il sostituto e che è tutto fermo fino al suo arrivo”.
Decisa a non mollare, la signora telefona al Ministero, dove le consigliano di telefonare al CSM. Riesce a parlare con la sezione Settima dove le riferiscono che a loro risulta che il magistrato ha già preso l'incarico e che si tratta del dott. Sebastiano Bongiorno. Forte di questa notizia – la signora ritelefona all'ufficio di Modena dove finalmente le dicono che effettivamente il magistrato ha preso l'incarico… ma è andato in ferie e, comunque, anche dopo le ferie non rientrerà perché… andrà in pensione! Constato, attraverso una ricerchina fatta al volo su internet, che in effetti il Dott. Bongiorno (Magistrato e politico eletto nel 94 nella lista dei Progressisti) ha assunto servizio l’8 luglio scorso e che la decisione del CSM risale al 19 febbraio. Faceva parte della vasta schiera di Magistrati fuori ruolo presso il Ministero della Giustizia (DAP): la pacchia pertanto avrebbe dovuto finire, ma il dott. Bongiorno, come abbiamo visto, ha trovato un’alternativa.
Dal canto suo, il magistrato di Reggio Emilia -che in teoria sostituisce quello di Modena- non firma le licenze, quindi il risultato è che tutti i semiliberi che regolarmente usufruiscono di licenze, proprio nei mesi più caldi di luglio, agosto e settembre, non avranno la possibilità di esercitare un loro diritto. Inoltre,in molti avevano già prenotato le ferie per andare nei loro paesi di origine a trovare i genitori, che a loro volta aspettavano da tutto l'anno questo momento.
Di fronte a questa situazione, il Ministero della Giustizia tace, così come tacciono al CSM e la Procura Generale della Corte di Cassazione: è estate, i magistrati vanno in ferie e quanto prescritto dalla legge può attendere, in un Paese pluricondannato per violazione dei diritti umani fondamentali.
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Esecuzione in Arizona, Nessuno tocchi Caino: sbarazzarsi una volta per tutte del sistema arcaico della pena di morte
Dichiarazione di Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino Roma, 24 luglio 2014 “L’esecuzione di Joseph Wood in Arizona è solo l’ultima di una serie di esecuzioni “arrangiate” negli Stati Uniti, dove i farmaci mortali sono forniti alle amministrazioni penitenziarie ormai solo da laboratori artigianali, i quali sono stati coperti dal segreto di stato per tentare di impedire alle associazioni abolizioniste di fare pressione su di loro e ottenere, come è avvenuto con successo nel recente passato con le grandi case farmaceutiche multinazionali, di bloccare la vendita e l’uso letale dei loro prodotti. E’ già abbastanza grave che la pena di morte resista nella più antica democrazia del mondo, gli Stati Uniti, ma è ancor più inquietante assistere alle orribili conseguenze della presunta civiltà dell’iniezione letale. Svanito il mito di un metodo indolore, dolce e più umano di fare giustizia, rimane un ultimo, decisivo passo da compiere: sbarazzarsi una volte per tutto del sistema arcaico della pena di morte, cioè dell’aberrazione di uno Stato che per punire Caino diventa esso stesso Caino, per salvaguardare giustamente Abele crea malamente i suoi Abele.”
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Dl Carceri, Bernardini: ha ragione l'on. Verini, l'Italia risparmia centinaia di milioni di euro stabilendo un prezzo al ribasso per la tortura fatta subire ai detenuti
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani
Do atto all’on. Valter Verini del PD di avere avuto almeno il coraggio di dire la verità: i risarcimenti previsti dal decreto, fanno risparmiare allo Stato italiano centinaia di milioni di euro per i trattamenti inumani e degradanti che il nostro Paese ha fatto subire e continua in molti casi a far sopportare ai detenuti ristretti nelle nostre infami carceri.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con la sentenza Torreggiani, aveva condannato l’Italia ordinandole di prevedere risarcimenti “effettivi e idonei ad offrire una riparazione adeguata”. Il Governo, invece, ingannando la CEDU e il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (che deve vigilare sull’esecuzione della sentenza) ha previsto 8 euro per ogni giorno di trattamenti indegni in un Paese che voglia essere democratico e civile, oppure, uno sconto di pena di 1 giorno ogni 10 giorni vissuti in quello stato. Ma non basta: la procedura è così complicata e farraginosa -visto anche il pessimo servizio offerto dalla Magistratura di Sorveglianza che non riesce nemmeno a stare dietro all’ordinaria amministrazione- che saranno pochissimi – e sicuramente non i poveri – i detenuti che avranno accesso a questo ignobile mercimonio.
Ieri, intanto, un altro detenuto poco più che trentenne si è suicidato nel carcere di Trento e noi radicali, con Marco Pannella e altri 306 cittadini, proseguiamo il Satyagraha affinché si interrompa questa mattanza e si garantiscano le cure a migliaia di detenuti oggi privati di ogni diritto. Abbiamo uno Stato che si comporta peggio del peggior criminale violando Costituzione e Convenzioni europee e Carte sui Diritti Fondamentali dell’individuo.
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Presidente regione Piemonte ha ricevuto delegazione radicale. Sul tavolo questioni trasparenza, lavoro, cannabis terapeutica, aborto
Mercoledì 23 luglio sera una delegazione radicale (composta da Igor Boni, Giulio Manfredi, Graziella Mirando e Silvio Viale) è stata ricevuta dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.
In un’ora di discussione franca e cordiale, gli esponenti radicali hanno illustrato a Chiamparino i seguenti punti:
Trasparenza – il dossier “grattacielo Regione” è il primo banco di prova della nuova amministrazione regionale, per dimostrare nei fatti che anche in materia di trasparenza si cambia verso rispetto alla Giunta Cota: rivitalizzare il sito ad hoc (sedeunica.regione.piemonte.it), inserendovi tutti i provvedimenti emanati in questi anni, in versione integrale, ma anche aggiornamenti continui sullo stato dell’opera.
Nel rispetto delle reciproche competenze, i radicali hanno chiesto a Chiamparino la massima attenzione alla Proposta di legge sulla Trasparenza predisposta dal consigliere Davide Gariglio, con la collaborazione dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta.
I radicali hanno appreso con favore che il futuro “commissario per la legalità”, annunciato da Chiamparino in occasione dell’illustrazione del suo programma di governo, svolgerà il suo compito a tempo pieno.
Lavoro - E' stata ribadita a Chiamparino l'opportunità di verificare gli spazi in Regione Piemonte per l'applicazione del "contratto di ricollocazione" proposto da Pietro Ichino, che è divenuto una realtà percorribile con l'approvazione della scorsa legge finanziaria. Nella prospettiva di eliminare le enormi differenze tra lavoratori con diversi contratti che perdono il posto e per ridurre gli effetti nefasti della cassa integrazione in deroga (in qualche caso in deroga anche alla logica), il contratto di ricollocazione è un'opzione che, verificando le situazioni di crisi esistenti sul territorio, potrebbe essere sperimentata.
Cannabis terapeutica - Necessità ed urgenza che la Regione Piemonte si doti, sulla scorta di quanto già fatto da altre regioni, di una legge che garantisca ai cittadini malati di accedere ai medicinali contenenti i principi attivi della cannabis. Esiste da anni una legge al riguardo ma la triste realtà è che solo 60 cittadini in tutta Italia possono accedere a tali medicinali, a causa degli alti costi e della burocrazia.
Interruzione di gravidanza – I radicali hanno sollecitato l’adozione da parte della Regione di una circolare che formalizzi ufficialmente la possibilità per le donne che hanno scelto l’aborto farmacologico di usufruire del regime di “day hospital” nei tre giorni intercorrenti fra la prima e la seconda assunzione.
A fine incontro Igor Boni ha scambiato con il Presidente alcune prime valutazioni riguardo all'IPLA SpA, istituto che da ieri, martedì 23 luglio, guida con il ruolo di Amministratore Unico, dopo avervi lavorato per venti anni come dipendente.
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E' morto Rosolino Chiodini. Il ricordo dei Radicali.
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani
Stamattina ho appreso la notizia della morte di Paolo Chiodini, per noi radicali “Rosolino”. Aveva 78 anni. Personalmente lo ricordo per sua grande allegria e il desiderio fortissimo di viaggiare: quando lo incontravo ai congressi di area radicale, mi parlava sempre del prossimo viaggio che aveva in testa di intraprendere. Avvicinatosi a metà degli anni ottanta, è stato iscritto per 18 anni consecutivi al Partito Radicale. Grande sostenitore dei referendum, ha partecipato attivamente a diverse campagne di raccolta firme. Ha fatto parte dell’Assemblea dei Club Pannella-Riformatori e sostenuto le cause dell’abolizione della pena di morte e dell’esperantismo. Voleva Emma Bonino Segretario Generale dell’ONU. Dai radicali gli giungano il nostro abbraccio e il nostro ringraziamento per aver compiuto con noi un lungo tratto di strada per l’affermazione dei diritti umani e civili. Partecipiamo al lutto dei familiari, i fratelli Guido e Rosa, la cognata Patrizia, i nipoti Cinzia, Tiziana, Raffaele e Marianna, unitamente ai parenti e agli amici tutti. I funerali si svolgeranno domani, Venerdì 25 Luglio, alle ore 16 partendo dall'Ospedale di Mantova per il Tempio Crematorio di Borgo Angeli.
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Rifiuti; Iervolino: “La Capitale rispetti gli obblighi comunitari”
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani:
Oggi un noto quotidiano romano riporta le dichiarazioni del Presidente dell’AMA Daniele Fortini che, durante l’audizione di ieri in Consiglio regionale, avrebbe paventato la possibilità di bypassare la seconda linea di raffinazione dei rifiuti indifferenziati per riuscire a trattare ulteriori 200 tonnellate al giorno. Questa operazione, in sintesi, comporterebbe il declassamento degli impianti di trattamento meccanico biologico in tritovagliatori. A tal proposito è bene ricordare che, nel mese di giugno, la Corte di Giustizia europea ha avviato la causa C-323/13 in merito alla procedura di infrazione 2011_4021.
Il procedimento richiamato, riguarda proprio il presunto trattamento che i rifiuti avrebbero ricevuto prima di essere smaltiti nelle discariche della Provincia di Roma e di Latina. In soldoni, la Commissione europea contesta all’Italia la violazione dell’articolo 6, lettera a), della direttiva 1999/31/CE mettendo sotto accusa finanche l’utilizzo della cosiddetta tritovagliatura quale metodo appropriato per il trattamento dell’indifferenziato. Ebbene visto che Bruxelles è partita proprio dal caso Lazio per analizzare lo scellerato metodo di trattamento dei rifiuti indifferenziati dell’intero Paese, sembra assurdo che proprio la Capitale voglia insistere con la tritovagliatura continuando a sperare di poter così ottemperare agli obblighi previsti dalla direttiva 1999/31/CE.
E’ da tener presente che, per l’appunto, questa contestata tecnologia venga già usata nella Capitale attraverso l’impianto di Rocca Cencia, senza che nessuno dei non addetti ai lavori sappia se i prodotti di lavorazione, prima di essere collocati in discarica, subiscano quella biostabilizzazione richiamata da una circolare del Ministero dell’Ambiente che - al fine di evitare ulteriori procedure di infrazione - il 6 agosto del 2013 è stata inviata a tutte le regioni italiane.
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Grattacielo regione Piemonte/Viale: A Fassino chiedo di effettuare subito un sopralluogo. A Chiamparino di implementare il sito ad hoc con tutti i provvedimenti in versione integrale
Silvio Viale, presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, consigliere comunale a Torino:
Al sindaco Fassino chiedo di effettuare prima possibile un sopralluogo, con l’assessore Lo Russo e i membri della II Commissione, al cantiere del grattacielo in costruzione della Regione Piemonte, nella zona dell’ex Fiat Avio. Le inchieste della magistratura facciano il loro corso; l’amministrazione comunale ha il compito di verificare l’impatto di un’opera così rilevante sul territorio, in una zona nevralgica per la Torino del futuro.
Al presidente Chiamparino chiedo quello che avevo già chiesto a Cota , senza ottener risposta, ben 10 mesi fa: di far pubblicare integralmente nel sito ad hoc creato dalla Regione (http://www.sedeunica.regione.piemonte.it/) tutti i provvedimenti in versione integrale relativi all’opera e magari qualche aggiornamento sui lavori, visto che le ultime notizie reperibili sul sito risalgono a due anni fa (26 luglio 2012).
Nel comunicato di ottobre ponevo anche il problema della fondatezza giuridica di una determinazione dirigenziale con cui un dirigente regionale, tra l’altro, designa se stesso come “responsabile del procedimento”. Quella determina (D.D. 31 luglio 2012, n. 684) fissa in 500.000 euro il compenso “onnicomprensivo” dell’architetto Fuksas “per la tutela artistica dell’opera progettata”. E’ interesse non solo mio, non solo dei radicali ma di tutti i cittadini piemontesi conoscere se quella determina è ancora valida o meno.
N. B.
Comunicato radicale del 14 ottobre 2013
Silvio Viale, (allora presidente di Radicali Italiani) consigliere comunale a Torino:
Per l'operazione trasparenza rispetto ai lavori di realizzazione della sede unica regionale, Cota deve partire dai fondamentali: tutti i provvedimenti passati e futuri inerenti tali lavori devono essere pubblicati integralmente nel sito ad hoc della Regione Piemonte.
[…] Chiedo perché un dirigente regionale abbia firmato una determinazione regionale nella quale prende atto che il “Responsabile del procedimento” amministrativo è lui stesso:
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2012/35/attach/ddst070000684_710.pdf
Forse era più corretto ed opportuno che la determinazione fosse firmata dal superiore in grado del dirigente.
Caro Cota, sul sito dedicato meno rulli di tamburi, più atti online, senza omissis. E magari più notizie, visto che le “ultime notizie” nel sito risalgono al 26 luglio 2012!
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Cannabis terapeutica: al via la terza disobbedienza civile dei Radicali. Un’associazione a delinquere Bernardini-Arconti-Pannella?
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Satyagraha/Carceri: Una email intitolata “Vicinanza”
Dichiarazione di Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani:
Stamattina ho ricevuto l’email che segue dal Dott. Francesco Di Maio, ex Capo della narcotici della Questura di Roma che ho conosciuto, insieme a Marco Pannella, in occasione dei fermi da lui effettuati nel corso delle disobbedienze civili per la legalizzazione dell’hashish del 1997.
Antiproibizionista dichiarato, dopo poco tempo si dimise da quell’importante incarico perché riteneva stolta la politica che lo costringeva a fermare un numero infinito di giovani consumatori o piccoli spacciatori anziché poter dedicare la sua professionalità ad arrestare i grandi narcotrafficanti.
Quando gli ho chiesto se potevo rendere nota la sua email, mi ha risposto “Non ho problemi Rita. Si tratta di un credo di un cittadino molto addolorato.”
Dott. Francesco Di Maio:
Ti ho sentita l’altra sera a Radio Radicale sul tema carceri e sto seguendo la vostra drammatica scelta di continuare lo sciopero della fame per richiamare l’attenzione della comunità e della politica su questa vergogna nazionale.
Ammiro, ma con grande preoccupazione, il vostro coraggio.
Una preoccupazione duplice: prima perché è in ballo la vostra incolumità e questo mi rende inquieto. La seconda, se vogliamo per certi aspetti anche più grave, è che un Paese già più volte condannato per una vicenda indegna di una nazione che si ostina a proclamarsi civile, per il comportamento adottato verso detenuti costretti a regimi afflittivi giustamente considerati equiparabili ad una tortura, ha bisogno di vittime civili per decidere su un tema così scottante e che coinvolge tutta la collettività.
Capisco, ci sono cose forse più importanti come le nomine europee o quelle delle grandi aziende di Stato, a chi può importare una qualche decina di migliaia di carcerati?
Ma questo, in tutto il suo dramma, è indice di un qualcosa di gravissimo, che nessun proclama né slogan, che sia di destra o di sinistra, può cancellare: s’è rotto, da tempo, il patto sociale. La nazione è una pura espressione geografica ed io, più che mai, mi sento un nostalgico del regno borbonico. Almeno in galera andavi a Santo Stefano e respiravi un po’ d’aria di mare.
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Lettera appello a presidente, consiglieri e assessori della Regione Abruzzodai referenti Amnistia Giustizia Libertà - Abruzzo, Vincenzo di Nanna e Ariberto Grifoni
Egregi Presidenti, Egregi Consiglieri e Assessori,
sentiamo il dovere di sollecitare la vostra attenzione sulla perdurante inadempienza delle nostre Istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti, argomento non nuovo per la Regione Abruzzo che approvò all’unanimità, all’ultima seduta del precedente Consiglio la risoluzione che riportiamo di seguito. Come Radicali siamo certi che provvedimenti combinati di amnistia ed indulto siano allo stato attuale di urgente necessità, proprio perché propedeutici ad una riforma strutturale della giustizia atta a riportare il nostro Paese nell’alveo della propria legalità costituzionale e del diritto internazionale. Necessità e urgenza rilevate con chiarezza anche dal nostro Presidente, Giorgio Napolitano, nel messaggio alle Camere dello scorso 8 ottobre, e pochi giorni fa anche dalle Nazioni Unite. Particolarmente intollerabile è poi il fatto che nelle carceri italiane sia negato il diritto alla salute. Oltre il 60% dei detenuti soffre, infatti, di patologie cui le strutture penitenziarie non sono in grado di garantire prevenzione né tantomeno cura. Patologie che, oltretutto, sono non di rado generate dalla stessa carcerazione, o con essa incompatibili. Paradigmatico in questo senso è il caso di Bernardo Provenzano, incapace di intendere e di volere, incapace di attività autonoma e sottoposto a nutrizione parenterale, ma comunque costretto alla tortura del carcere duro come prescritto dal 41-bis (nonostante la richiesta di revoca delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze). Queste motivazioni hanno indotto Marco Pannella, Rita Bernardini e molti di noi a intraprendere un nuovo Satyagraha, nella forma dello sciopero della fame, con la richiesta di un intervento urgente del nostro Governo e del nostro Parlamento per porre immediatamente fine a questo intollerabile stato di cose. Vi chiediamo di aderire a questa lotta, nelle forme e con le modalità che riterrete opportune, e, nel vostro ruolo, di portarne parola e azione nonviolenta nelle Istituzioni. Vi chiediamo, altresì, di considerare l’utilità per ciascuno di voi d’iscrivervi al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito per dare concreto sostegno alle numerose attività dispiegate da ciascuna associazione di quest’universo politico, in ogni angolo del mondo. I referenti abruzzesi di Amnistia Giustizia Libertà Ariberto Grifoni e Vincenzo di Nanna Risoluzione urgente (sostegno al Satyagraha di Marco Pannella per l’amnistia) Premesso che nei giorni scorsi la cittadinanza abruzzese, come l’intera comunità nazionale, ha seguito con preoccupazione le notizie relative alla salute di Marco Pannella impegnato con i metodi della lotta nonviolenta in un Satyagraha per ottenere, attraverso l’amnistia, il rientro nella legalità dello Stato italiano entro il 28 maggio, data in cui scadrà il termine fissato dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo relativamente alla “sentenza Torreggiani”; l’amnistia e l’indulto, così come individuati dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio alle Camere dell’8 ottobre 2013, costituiscono una misura indispensabile che, “senza perdere nemmeno un giorno”, consentirebbe al nostro Paese di rientrare nella legalità costituzionale sia italiana che europea; non si può tacere di fronte alla mancata adesione e risposta da parte dell’Italia alla “sentenza pilota” adottata dalla Corte di Strasburgo l’8 gennaio 2013, relativa alla sistemica violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani; il Satyagraha “abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni” è iniziato il 28 febbraio per scandire quotidianamente il tempo concesso dalla Corte EDU allo Stato italiano affinché si ponga fine ai trattamenti inumani e degradanti che ormai da anni contraddistinguono l’esecuzione della pena e la custodia cautelare nei 205 penitenziari italiani ; “l’obiettivo del Satyagraha è lineare e semplice: chiediamo che le nostre istituzioni mettano in atto tutti quei provvedimenti legislativi volti ad eseguire quanto richiesto dalla Corte di Strasburgo con la sentenza Torreggiani e cioè a rimuovere le cause strutturali e sistemiche del sovraffollamento carcerario che generano i trattamenti disumani e degradanti nelle nostre carceri (violazione dell’art. 3 della Convenzione – TORTURA)”, Nel suo messaggio al Parlamento dell’8 ottobre 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto richiamare la sentenza della Corte Costituzionale (n. 210 del 2013) con la quale essa ha stabilito che, in caso di pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che accertano la violazione da parte di uno Stato delle norme della Convenzione, "è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione cessino"; lo stesso Presidente della Repubblica è tornato a sollecitare Parlamento e Governo: "E' ora - a distanza di oltre sei mesi dal messaggio da me rivolto al Parlamento a questo proposito - di fare il punto sulle misure adottate e da adottare, anche in ossequio alla nota sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo"; il Consiglio Regionale dell’Abruzzo esprime il proprio sostegno al Satygraha di Marco Pannella per lo Stato di diritto, il rispetto della dignità delle persone detenute, e auspica, assieme al Presidente della Repubblica, che il Parlamento si decida, prima che sia troppo tardi, a rispettare la prescrizione dell’Europa; invita il Governo nella persona del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il Parlamento nelle persone del Presidente del Senato Pietro Grasso e della Presidente della Camera Laura Boldrini a adottare entro la scadenza fissata dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo un provvedimento di amnistia ispirato al rispetto dei Diritti Umani fondamentali, sanciti nella Costituzione italiana, nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, nella Dichiarazione universale dei Diritti Umani, il cui ambito di applicazione sarà definito dal Parlamento tenendo conto della gravità dei reati.© 2014 Partito Radicale. 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Fecondazione, Gallo: primi testi gravidanza positivi per 3 le coppie a Roma
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il Partito radicale
Una settimana fa una notizia bella e importante: il primo test di gravidanza positivo per una coppia che grazie ad una donazione di gameti ha ottenuto una gravidanza nella propria città – Roma –; l'ho conosciuta, ha voluto condividere con noi questo momento di grande emozione e gioia dopo aver portato avanti insieme per dieci anni una lunga battaglia contro i divieti della legge 40. Sempre di pochi giorni fa la notizia di altre due coppie sempre a Roma che hanno potuto accedere alla fecondazione eterologa. Queste sono notizie che danno fiducia nel futuro, e che non devono essere strumentalizzate da parte di nessuno: tanto è vero che le coppie ed il medico hanno preferito condividere la splendida notizia con noi, evitando che chiunque potesse strumentalizzarla. Nei prossimi mesi saremo nuovamente in Corte Costituzionale sugli ultimi divieti della legge 40/40: embrioni non idonei per una gravidanza alla ricerca e accesso alla PMA per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche. Con le coppie ci auguriamo che anche il Governo e il Parlamento accolgano con soddisfazione questo annuncio e si adoperino quindi per cancellare gli ultimi divieti e non per aggiungerne altri.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Grattacielo Regione Piemonte/Radicali: Chiediamo a giunta Chiamparino la massima trasparenza, quella che non c'è stata con la giunta Cota
Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta:
“Finalmente è diventata di dominio pubblico la lite giudiziaria che contrappone la Regione Piemonte all’architetto Massimiliano Fuksas rispetto alla supervisione artistica (con conseguente compenso) dei lavori di costruzione del grattacielo della Regione. Si tratta di circa 22 milioni di euro di parcella a cui devono aggiungersi 2,5 milioni (circa) oggetto della querelle; tutti soldi pubblici, per cui è doveroso che sulla questione vi sia la massima trasparenza e conoscenza.
Trasparenza e conoscenza che sono mancate sotto la giunta Cota. I radicali furono gli unici a denunciare la delibera “fantasma” del 2 agosto 2013, relativa ai rapporti fra Regione e Fuksas, di cui fu pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione solo il titolo. Promuovemmo un “accesso agli atti”, attuando il “Decreto Monti” sulla trasparenza (D. lgs. n. 33/2013) ma la Giunta Cota non aveva nominato ancora il responsabile per la trasparenza; lo fece solo in zona Cesarini, a elezioni già convocate, e solo l’8 maggio di quest’anno, a due settimane dal voto, la delibera è stata pubblicata sul Bollettino quasi interamente; il “quasi” riguarda appunto i limiti e le condizioni della trattativa fra i legali della Regione Piemonte ed i legali di Fuksas per arrivare ad un accordo consensuale.
Chiediamo alla Giunta Chiamparino di assicurare da subito quella trasparenza che è mancata sotto la Giunta Cota, che ha nominato il responsabile per la trasparenza e ha pubblicato (con “omissis”) la delibera “fantasma” solo perché incalzata dal pungolo radicale”.
Approfondisci:
- La delibera “fantasma”
- La delibera pubblicata (con “omissis”) l’8 maggio scorso
- Trasparenza: istruzioni per l’uso
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Roma. Magi: chiedo cinque impegni al Sindaco perché sia vero il risanamento della Capitale
Lettera aperta al sindaco di Roma Capitale del Consigliere Capitolino Radicale Riccardo Magi, eletto nella Lista civica Marino: "Serve un impegno immediato almeno su cinque punti perchè il risanamento sia credibile e questo bilancio 2014 votabile"
Di seguito il testo della lettera inviata al Sindaco Marino e agli Assessori della sua Giunta
La città di Roma sta vivendo una fase drammatica. Una crisi istituzionale, sociale e del tessuto economico produttivo che ha ripercussioni pesanti sulla qualità della vita dei cittadini. I due nodi principali del problema sono la crisi finanziaria dell'ente Roma Capitale e la qualità dei servizi pubblici che non sono all'altezza della crescente pressione fiscale che i cittadini sopportano.
Per fronteggiare questa situazione questo è il male da evitare: l'ennesimo annuncio di una discontinuità che i romani aspettano da anni ma che stenta ad arrivare.
Come tutti i romani sanno, non si tratta solo di mancanza di risorse ma di come le risorse di tutti vengono utilizzate. I servizi pubblici locali non sono degni di una capitale europea, non solo e non tanto a causa della scarsità delle risorse pubbliche ma perchè non si intende affrontare il nodo dei modelli di erogazione dei servizi eliminando al contempo il peso delle enormi sacche di inefficienza e delle clientele che vivono e si ingrassano nel sistema dell'amministrazione e delle aziende comunali. In buona parte i romani hanno già pagato gli autobus che non ci sono, gli asili che non ci sono, le metropolitane che non ci sono, i servizi sociali che non ci sono.
Negli ultimi anni Roma non ha intrapreso un serio e credibile percorso di risanamento e sono stati necessari numerosi interventi legislativi nazionali per consentire alla Capitale di evitare almeno formalmente il dissesto finanziario.
L'ultimo, il cosiddetto decreto "Salva Roma", ha consentito di chiudere i bilanci 2013 e 2014 in pareggio autorizzando alcune operazioni contabili con la gestione commissariale del debito pregresso, ma imponendo l'adozione di un Piano di rientro triennale che sarà approvato nelle prossime settimane dal Governo e che indica precise misure da adottare perchè sia finalmente garantito l'avvio del risanamento strutturale. Il giudizio sul bilancio di previsione 2014 - il primo bilancio completamente ascrivibile alla Giunta Marino - non può prescindere da questo contesto e va reso congiuntamente con il giudizio sul Piano di rientro la cui responsabilità politica investe anche altri livelli istituzionali, essendo prevista per legge l'approvazione con Decreto del Presidente del Consiglio che, in questo modo dovrà "metterci la faccia".
Il Piano di rientro (che solo dal 15 luglio è stato messo a disposizione dei consiglieri nella versione integrale consegnata al Governo il 4 luglio) elaborato dalla Giunta Marino è tanto puntuale nella parte descrittiva quanto vago e debole in molti punti della parte propositiva ed esecutiva, quella in cui dovrebbero essere indicate le misure concrete che devono realizzare il risanamento tanto atteso.
Lascia perplessi anche la mancanza di un cronoprogramma dettagliato che scandisca e garantisca l'attuazione del piano.
Alla luce di queste considerazioni sento il dovere di condizionare il mio voto favorevole a questo bilancio ad alcune scelte che è necessario che l'Amministrazione compia ora comunicandole alla cittadinanza.
Una risposta favorevole non solo avrebbero ricadute positive immediate sugli equilibri di bilancio ma sarebbe il segno di una volontà politica chiara e di una assunzione di responsabilità. Questi i punti qualificanti su cui chiedo un impegno esplicito del Sindaco e della Giunta:
- Aziende: impegno chiaro di attuazione reale della strategia di fondo adottata nel Piano di rientro di in merito alle aziende in vari modi partecipate o controllate, cioè la dismissione delle partecipazioni o liquidazione di quelle realtà aziendali le cui attività non siano riconducibili alle finalità precipue del Comune ma siano reperibili sul mercato. Si chiede un impegno esplicito in questa direzione sui casi di Farmacap e Assicurazioni di Roma;
- Appalti e affidamenti: una risposta in tempi rapidi alle 4 interrogazioni depositate il 27 giugno scorso nelle quali si chiede quanti e quali affidamenti di Roma Capitale negli ambiti di competenza degli Assessorati alle Politiche Sociali, dell’Emergenza abitativa, dei Lavori pubblici, della Scuola, siano avvenuti con procedura diretta, cioè senza gara, con proroghe illegittime o con fornitura di servizi che si protrae in assenza di affidamento.
Queste prassi, piuttosto ricorrenti per l’Amministrazione capitolina come ha rilevato anche la verifica amministrativo-contabile del Mef del 21/03/14, in violazione delle disposizioni nazionali e comunitarie, hanno ricadute significative sugli equilibri di bilancio generando extra costi fuori bilancio, non garantendo le necessarie economie nell’acquisto di servizi, falsando il calcolo dei fabbisogni, configurando danni erariali per illegittimi affidamenti o proroghe.
- Trasparenza su incarichi dirigenziali, di collaborazione, di consulenza esterna: si chiede l’impegno in tempi rapidissimi a pubblicare sul sito del Comune le informazioni relative ai titolari di incarichi amministrativi di vertice, incarichi dirigenziali, collaborazioni e consulenze a qualsiasi titolo conferiti a sogetti esterni. Ciò è previsto dalla legge (art. 15 Dlgs. 33/2013) ed è condizione per l’efficacia dell’atto e per la liquidazione dei compensi eppure l’Amministrazione è tuttora inadempiente;
- Trasparenza totale su "manovre d'aula" e maxiemendamento della Giunta: è necessario che sia comprensibile a tutti, prima del voto notturno finale sul bilancio, quali siano ulteriori somme stanziate con il maxiemendamento che la Giunta sta predisponendo, recependo anche le indicazioni e le richieste dei gruppi capitolini, e nel dettaglio le destinazioni specifiche di tali fondi. La città non può tollerare, meno che mai in questa fase di crisi, che si giunga a scelte di allocazione di fondi per milioni di euro fuori o contro la strategia di risanamento. Che si tratti di fondi per prorogare i contratti a qualche centinaio di lavoratori, per prorogare o rafforzare un servizio o per alimentare qualche clientela consiliare o che si tratti di tutte queste finalità sommate insieme, non è tollerabile che avvenga fuori da ogni evidenza pubblica.
- Metro c: la principale opera strategica in costruzione in Italia è anche l’infrastruttura più attesa dai cittadini romani, quella che avrebbe dovuto consentire la reale e consistente pedonalizzazione del centro storico cittadino. La realizzazione di quest’opera è ormai fuori dalla cornice giuridica della “legge obiettivo” che avrebbe dovuto garantire l’interesse pubblico e al contempo il Contraente generale, cioè le imprese. La situazione di fatto ha garantito le imprese che hanno ricevuto ben più del pattuito senza rispettare gli impegni. L’Amministrazione non ha mai fatto valere l’interesse pubblico contestando la violazione della “legge obiettivo” e rivalendosi per danni nei confronti del Contraente Generale.
Si chiede al Sindaco cosa intenda farne di questa opera di cui non sappiamo più dove andrà, con quali tempi, con quali costi aggiuntivi, con quali progetti di stazioni. La posizione dell’Amministrazione non può essere quella di continuare a navigare a vista.
Il Consigliere capitolino
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Bernardini: Vi spiego perché (dopo 19 giorni) proseguo il Satyagraha insieme a Marco Pannella (*), con il sostegno attivo di oltre 200 cittadini
Dichiarazione di Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani
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è inconcepibile per uno Stato che si definisca democratico che il boss di “cosa nostra” Bernardo Provenzano sia ancora detenuto in regime di 41-bis (carcere duro). Occorre immediatamente interrompere questa vergogna che mette lo Stato italiano a un livello di criminalità superiore a quello dei peggiori mafiosi o terroristi.
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occorre intervenire immediatamente per garantire le cure oggi negate a migliaia di detenuti che non possono essere “curati” nelle strutture carcerarie. Responsabili di questa situazione sono il Ministero della Giustizia, quello della Sanità e i magistrati di sorveglianza.
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il decreto sulle carceri in fase di conversione alla Camera, nel prevedere le misure risarcitorie per i detenuti che hanno subito trattamenti inumani e degradanti – che noi radicali abbiamo definito “il prezzo della tortura” – non ha corrisposto minimamente a quanto previsto dalla Corte EDU e a principi elementari di costituzionalità. Questo non lo affermiamo solo noi radicali, ma anche la Commissione Affari Costituzionali della Camera che ha espresso seri dubbi circa queste misure chiedendo alla Commissione Giustizia se "siano pienamente rispondenti ai principi stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nella richiamata sentenza dell'8 gennaio 2013 (causa Torreggiani e altri contro Italia, ricorsi 43517/09 più altri riuniti) ed al principio di proporzionalità di matrice costituzionale".
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Oltretutto, gli 8 euro per ogni giorno di trattamenti inumani e degradanti subiti in violazione dell’art. 3 della CEDU, o il giorno di sconto di pena ogni 10 giorni passati in carcere nella condizione suddetta, costituiscono misure inapplicabili per una Magistratura di Sorveglianza già sotto organico e non in grado -da tempo- di affrontare i doveri quotidiani ai quali è chiamata; lo stesso vale per i Giudici civili che dovrebbero ricostruire giorno per giorno e per ciascun detenuto le condizioni di carcerazione nei diversi spostamenti che i reclusi subiscono durante la permanenza nei penitenziari italiani: cambio di cella, di sezione, di istituto.
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occorre che Televisioni pubbliche e private rimedino all’ignobile censura che hanno riservato agli esiti della visita effettuata in Italia (dal 7 al 9 luglio) da parte delle Nazioni Unite tramite il “Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria”. Nel documento redatto e nelle richieste rivolte al nostro Paese dall’ONU ci sono tutti gli obiettivi della nostra lotta e tutti i contenuti del Messaggio al Parlamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, amnistia e indulto compresi. Gli esperti ONU hanno anche avuto da recriminare su un argomento tabu in Italia come quello del 41-bis, al quale solo noi radicali ci opponiamo. Secondo l’ONU non ci siamo ancora “adeguati ai requisiti internazionali per i diritti umani.
(*) Marco Pannella sta praticando il Satyagraha nella forma dello sciopero della sete, nonostante i medici glielo sconsiglino nel modo più assoluto.
Rita Bernardini è al 19° giorno di sciopero della fame. 200 cittadini sostengono il Satyagraha soprattutto praticando il digiuno fino a una settimana.
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Bollettino medico: i medici ritengono indispensabile l’immediata sospensione del digiuno dell’on. Pannella
Si trasmette il bollettino medico che prescrive a Marco Pannella l’immediata sospensione del digiuno, che i medici ritengono indispensabile:
I medici ritengono indispensabile l'immediata sospensione del digiuno dell'on. Pannella.
L'on. Marco Pannella, infatti, e' stato dimesso stamattina dalla Clinica Pio XI, ove e' stato sottoposto ad una serie di accertamenti, tra i quali un esame bioptico, per definire la natura di un processo espansivo polmonare. I medici curanti sono in attesa dell'esito completo di tali accertamenti per poter stabilire gli opportuni provvedimenti terapeutici. Nonostante un evidente stato di denutrizione testimoniato da un peso di 75 kg, durante la degenza ha continuato il digiuno totale per cibi solidi e liquidi. I sanitari riitengono assolutamente necessario sospendere immediatamente il digiuno, onde evitare che una ulteriore, inevitabile compromissione dello stato generale di salute renda inattuabili tali decisioni.
Per il Collegio medico, prof. Claudio Santini
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Giustizia: Inviata una lettera a tutte le cariche regionali toscane per chiedere l'adesione al Satyagraha di Pannella
I radicali fiorentini dell'Associazione "Andrea Tamburi" hanno inviato una lettera-appello al Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e a tutti gli assessori e consiglieri regionali per sostenere lo sciopero della fame per garantire il diritto alla salute in carcere. A livello nazionale, sono già centinaia le persone che hanno aderito all'iniziativa nonviolenta e che vede coinvolti in prima persona la Segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, e Marco Pannella, in sciopero totale della fame e della sete.
«Auspichiamo che le cariche istituzionali toscane decidano di prendere parte a questa importante lotta nonviolenta per i diritti umani - hanno dichiarato Massimo Lensi, già consigliere provinciale, e Maurizio Buzzegoli, Segretario dell'Associazione "A.Tamburi" - il 60% dei detenuti soffre, infatti, di patologie cui le strutture penitenziarie non sono in grado di garantire prevenzione né tantomeno cura. Patologie che, oltretutto, sono non di rado generate dalla stessa carcerazione, o con essa incompatibili».
Anche all'interno dei 19 istituti penitenziari toscani si evidenzia un dato sconcertante e ripugnante: l'ultima rilevazione redatta dall'Agenzia Regionale della Sanità registra che il 71,8% dei detenuti e' affetto da almeno una patologia. Infine, i due esponenti radicali ricordano l'importanza di amnistia e indulto:
« Potrebbero immediatamente riportare il Paese nei ranghi della legalità costituzionale e delle norme internazionali: anche il Presidente della Repubblica, Napolitano, e recentemente le Nazioni Unite, hanno evidenziato la prepotente urgenza di attuare questi provvedimenti».
I militanti fiorentini che hanno aderito allo sciopero della fame sono Maurizio Morganti, Emanuele Baciocchi, Raoul Guatteri, Chiara Scheggi, Laura Harth e Cinzia Venturi.
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Bolognetti: per opportuna conoscenza pubblico una lettera inviata il 2 febbraio alla Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini
Confesso che la joint-venture tra Radicali Italiani e Legambiente non mi convince e non solo perché in passato ho, a più riprese, definito a ragione quelli della “Lega” ambientalisti di regime e nel regime, o perché nel 2003 ebbi a rendere di pubblico dominio una lettera inviata dall’allora Presidente di Legambiente Basilicata alla Fri-EL. Qualche mese fa, raccogliendo una sollecitazione di Rita Bernardini ho provato a spiegare le mie perplessità e i motivi del mio dissenso. Nel postare la missiva sul sito ufficiale di Radicali Italiani, rivolgo l’invito a tutti i compagni a leggere quanto nell’aprile del 1988 veniva pubblicato in un opuscolo intitolato “Gli obiettivi del Partito Radicale”. Al punto sei si afferma che il Partito dovrà occuparsi di “Ambiente, energia, dell’ecosistema”.
Ritengo che la nostra rotta in materia non possa oggi prescindere dal documento a firma Loris Rossi, presentato al World Urban Forum nel 2012 e che la materia vada trattata con un occhio attento all’aspetto Italia “Stato canaglia” anche in materia ambientale e di tutela della salute umana.
Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
Latronico, lì 2 febbraio 2014
Carissima Rita,
a mio avviso dovremmo avere come rotta il doc presentato da Aldo Loris Rossi a nome del Prntt al World Urban Forum del 2012. In particolare la necessità di un cambio di paradigma/modello di riferimento. Loris afferma che occorre passare da un paradigma/modello riduzionista-meccanicista a un paradigma organico-olistico.
Cito: "La sinergia tra tecnocrazia, economicismo e mercatismo ha continuato a ignorare l’ecocidio planetario in atto svelato e denunciato, dagli anni Settanta in poi, dalla nuova visione sistemica del mondo[...]I 250 anni della rivoluzione industriale, ovvero della nuova era dell’Antropocene, sono stati dominati per i quattro quinti dallo statuto funzionalista, cioè dal paradigma meccanicista-riduzionista e dal mito dello “sviluppo illimitato” che hanno prodotto insieme all’affluent society, patologie oggi incontrollabili. Ma nell’ultima fase post-industriale, si è aperta una nuova prospettiva, sebbene anticipata da profetiche intuizioni: il paradigma organico-olistico (ecologico) consapevole, viceversa, della realtà dei “limiti dello sviluppo” e orientato verso un’era post-consumista, una nuova frontiera eco-metropolitana e un’architettura che viva in simbiosi con la Natura!"
Non so se la visione di Loris sia una visione liberale, ma temo che la risposta all'ecocidio planetario in atto non la troveremo nel "mercato", in questo "mercato" e con questo modello di sviluppo e battendo logiche "mercatiste" e "sviluppiste".
Altro spunto di riflessione.
Nel suo "Anatomia di una rivoluzione", l'economista Giuseppe De Marzo ha scritto: "Non siamo dinanzi a una crisi esclusivamente di natura economica e sociale, come spesso viene descritta. Il problema nuovo posto dalla crisi attuale sta nella minaccia alla salute del pianeta e alle sue possibilità di autorigenerazione. Un problema che non investe solo il campo dell'ecologia ma riguarda soprattutto gli esseri umani e la nostra civiltà, strettamente dipendente dalla sorte della sua casa comune: la Terra".
Lo sviluppo non può essere inteso solo in termini di crescita economica.
The limits to growth (i limiti della crescita) - il documento scritto nel 1972 su commissione del club di Roma - ha aperto il dibattito sulle conseguenze teoriche e pratiche di un modello di sviluppo incentrato sulla crescita economica infinita.
La domanda che è alla base del libro è la seguente: come si coniuga questo modello - quello del paradigma meccanicista-riduzionista di cui parla Loris - con le risorse finite e limitate del pianeta? Quale sarà la relazione tra gli ecosistemi e il sistema umano a fronte di un uso/utilizzo insostenibile delle risorse?
È stato detto: "Molti dei costi e dei danni ambientali e sociali della crescita antiecomica non vengono documentati dalla contabilità del PIL [...]" Mi sento di sottoscrivere e far mia questa affermazione.
Ci sono scelte che nell'immediato producono un aumento del Pil. Ma nel lungo periodo queste scelte renderanno più povera o più ricca una comunità?
Magari dovremmo sostituire il Pil con il GPI (Genuine Progress Indicator), "Indice del benessere economico sostenibile".
È stato ancora detto: "Per costruire comunità sostenibili abbiamo bisogno di politiche che promuovano la completa riconversione ecologica della struttura produttiva ed energetica, dall'efficientamento ecologico dei trasporti a quello abitativo, dai consumi condivisi, alle ecotasse, dallo stop al consumo del suolo, ecc. ecc.
Stiamo andando a sbattere, siamo già andati a sbattere. A partire dagli anni '80 abbiamo iniziato a consumare ogni anno più risorse di quante il pianeta non ne abbia rigenerate.
In questi giorni sto leggendo con grande attenzione "I nuovi limiti dello sviluppo". Trattasi di un aggiornamento del libro commissionato nel 1972 dal Club di Roma.
Questo sistema per sua natura è pensato ed è basato sulla crescita infinita e sull'obosolescenza programmata che è funzionale alla stessa. Per esempio si inserisce un chip in una stampate che ordina a quella stampate di non funzionare più dopo un certo numero di copie anche se potrebbe continuare a funzionare.
Scusami, ho buttato alla rinfusa un po' di riflessioni e dopo aver scorso molto velocemente il doc del Governatori.
Aurelio Peccei scriveva: "L'avvenire non è più quello che sarebbe potuto essere se gli uomini avessero saputo utilizzare meglio i loro cervelli e le loro opportunità. Ma può ancora essere quello che essi possono ragionevolmente e realisticamente volere" (1981).
Mi piacerebbe poter organizzare un incontro con l'autore di "Usa e getta" Serge Latouche e non sarebbe male parlare del fenomeno del "Land Grabbing" con le conseguenze che lo accompagnano.
Intanto, secondo le stime del Global Footprint Network, l'Earth Overshoot Day arriva ogni anno sempre prima e l'ultimo rapporto IPCC non lascia dubbi su quello che stiamo facendo al pianeta e a noi stessi.
Certo non sarebbe male interrogarsi sulle conseguenze sociali di questo sistema e su una "democrazia reale" soggiogata dal "capitalismo reale"
Un abbraccio
TVB
Maurizio Bolognetti
P.S.
Per il resto trovo che Governatori abbia fatto economia della mia iniziativa.
Credo che tra le questioni che ho posto, e posto con forza, ci sia quella dell'Italia Stato canaglia in materia di rispetto del diritto comunitario in materia ambientale e quindi in materia di tutela della salute umana.
E la strage di legalità, anche in questo caso, si fa inevitabilmente strage di popoli
Ma è sana abitudine di Governatori fare economia dell'altrui iniziativa/proposta/pensiero.
Saluti dal Kazakistan lucano.
P.P.S.
Ovviamente le questioni ambientali andrebbero affrontate in una logica transnazionale. Da questo punto di vista molto potrebbero dirci preziosi documenti prodotti dal PRNTT.
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