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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Radicali: domani, mercoledì 15 ottobre, Pannella, Della Vedova e Turco presentano libro di Perduca sul Partito Radicale all'ONU

Mar, 10/14/2014 - 12:55
14/10/14

Mercoledì 15 ottobre, dalle ore 18.30, presso la sede del Partito Radicale in Via di Torre Argentina 76 a Roma, si terrà la presentazione di "Operazione Idigov, come il Partito Radicale ha sconfitto la Russia di Putin alle Nazioni unite" il libro di Marco Perduca con l'introduzione di Emma Bonino.

  Il dibattito sarà moderato da Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, e vedrà la partecipazione di Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli esteri, Maurizio Turco, Tesoriere del Partito Radicale e Marco Pannella, presidente del Senato del Partito e l'autore.   “Operazione Idigov” racconta come, nella primavera del 2000, la Federazione russa di Vladimir Putin chiese l'espulsione del PR dalle Nazioni unite per aver fatto parlare davanti alla Commissione diritti umani di Ginevra il parlamentare ceceno Akhyad Idigov.   Attraverso la pubblicazione di documenti ufficiali del governo Russo e delle Nazioni Unite, memorandum interni del Partito e ricordi personali di Perduca, all'epoca rappresentante radicale all'Onu, “Operazione Idigov” ripercorre le iniziative istituzionali, politiche e parlamentari messe in atto tra Roma, Bruxelles e New York perché l'Onu rigettasse la richiesta russa.   Pur non volendo essere un manuale di lobby, il libro rappresenta un documento singolare nel suo genere poiché racconta come l'unico Partito politico che è riconosciuto all'Onu in quando organizzazione non-governativa sia riuscito a suscitare il sostegno di decine di paesi non solo per se stesso ma anche per quello che negli anni esso ha rappresentato alle Nazioni unite: un partito al servizio dei silenziati e degli oppressi di mezzo mondo.   Il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito è affiliato al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite dal 1995. Negli anni i Radicali sono riusciti a mobilitare con successo l'opinione pubblica e i governi di mezzo mondo nel perseguimento di obiettivi di rilevanza globale come la creazione dei tribunali ad hoc per la ex Yugoslavia e il Ruanda, l'istituzione della Corte penale internazionale, la proclamazione di una Moratoria Universale della pena di morte e la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili.   Nella postfazione di Operazione Idigov, Marco Perduca solleva l'interrogativo di cosa succederebbe oggi se un altro Stato membro delle Nazioni Unite attivasse nuovamente la procedura di sanzione nei confronti del Partito Radicale.   Sull'autore:   Marco Perduca (Firenze 1967) è stato Senatore Radicale dal 2008 al 2013 in Commissione esteri e giustizia e segretario della Commissione speciale per la tutela dei dritti umani del Senato della Repubblica. Prima di una breve parentesi come consulente alla Farnesina dal 2006 al 2008, Perduca ha rappresentato il Partito Radicale alle Nazioni Unite tra New York, Ginevra e Vienna – responsabilità che ha ripreso dall'inizio del 2014. Per due anni è stato il coordinatore del gruppo italiano della Ong Parliamentarians for Global Action ed è membro dei consigli direttivi di Nessuno Tocchi Caino e Non c'è Pace senza Giustizia. Ha un blog su HuffingtonPost.it e su twitter è @perdukistan.

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Proposta di legge elettorale del PD: il solito pasticciaccio partitocratico

Ven, 10/10/2014 - 18:50
10/10/14

Dichiarazione di Michele Guaitini e Andrea Maori, Radicaliperugia, Amato De paulis e Leonardo Triulzi, Alternativa Riformista Umbria, Luigino Ciotti, Sinistra Anticapitalista Umbria, componenti del “Comitato per la democrazia in Umbria”:

"Questa mattina è stata presentata alla stampa la proposta di legge elettorale che il PD ha portato all’esame della commissione regionale per le riforme statutarie.
Tale proposta è, se possibile, peggiorativa rispetto alla già pessima legge elettorale attualmente in vigore approvata a gennaio 2010.
Vengono riproposte pari pari le stesse criticità in materia di basilari principi democratici e di accesso all’elettorato passivo: -          Disparità di trattamento tra coloro che devono raccogliere le firme e le liste esentate perché già presenti in consiglio o in parlamento; -          Eccessivo numero di firme da raccogliere, pari a 3 mila. Fa sorridere l’affermazione del presidente della commissione Smacchi quando dichiara di voler andare incontro alle esigenze di tutti riducendone la soglia dalle 3200 attuali. Addirittura una riduzione del 6%! E allora come definire l’aumento del 20% stabilito 5 anni fa? -          Mancata previsione di una norma transitoria che in sede di prima applicazione preveda un consistente abbattimento del numero di firme da raccogliere in considerazione dello scarsissimo tempo a disposizione per l’organizzazione delle liste e la raccolta stessa, dal momento che nelle più rosee aspettative avremo la legge a metà novembre (lo scorso luglio le stesse persone dissero che sarebbe stata pronta entro il 30 settembre…)
Ma non finisce qui: stavolta questi “statisti de noantri” vanno oltre, riproponendo lo stesso meccanismo sul premio di maggioranza (almeno 11 seggi su 20, pari al 55%) stroncato dalla Corte Costituzionale appena lo scorso gennaio, laddove sentenzia che non può essere assegnato un premio di maggioranza senza che sia stabilita una soglia minima di voti da raggiungere. Cioè, secondo la proposta di legge all’esame, si potrebbe arrivare primi anche col 20% o 25% dei voti ottenendo il 55% dei seggi. La suprema Corte ritiene che un siffatto meccanismo, “in quanto combinato con l’assenza di una ragionevole soglia di voti minima per competere all’assegnazione del premio, è pertanto tale da determinare un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto (art. 48, secondo comma, Cost.).   Da parte nostra ci attiveremo in tutte le forme e modi possibili e facciamo appello a tutte le altre forze politiche, presenti e non in Consiglio Regionale, di affiancarci in questa battaglia affinché vengano corrette queste gravi violazioni di democrazia".  

 

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Denuncia lo Stato pietoso del carcere, ma viene convocato per altro. Bolognetti avrebbe assistito alle minacce di un detenuto al magistrato

Ven, 10/10/2014 - 09:59
10/10/14

Da Gazzetta del Mezzogiorno, 10 ottobre 2014

Di Massimo Brancati

E’ stato chiamato dai magistrati del tribunale di Catanzaro in qualità di testimone per una vicenda che riguarda un detenuto all’epoca rinchiuso nel carcere di Potenza. Si è arrovellato nei pensieri e negli interrogativi: che c’entro io con quell’uomo? Una persona mai conosciuta, un nome che non gli dice niente. Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali, ha scoperto solo ieri il motivo di quella chiamata: sarà ascoltato, insieme alla moglie Maria Antonietta, su una storia di minacce che quel detenuto avrebbe rivolto ad un magistrato potentino all’interno della casa circondariale dove Bolognetti e consorte si erano recati in qualità di accompagnatori dell’on. Rita Bernardini. Una visita ispettiva che risale all’estate del 2012, una delle tante che vede impegnati i Radicali da sempre molto attenti alle tematiche tiguardanti i diritti dietro le sbarre. Secondo l’accusa il detenuto, proprio nel corso di quella visita, avrebbe minacciato il Giudice di sorveglianza. I coniugi Bolognetti sono stati convocati dalla Procura per questa storia che è inedita nel panorama delle visite ispettive, ma della loro denuncia sulle condizioni precarie del carcere neppure l’ambra di un riscontro. Avevano scritto al Procuratore di “bagni dei puffi” a vista, di mancato rispetto dell’art. 27 della Costituzione, di carenze di organico, di scarsa manutenzione. A questo punto la domanda è d’obbligo: ma in Italia esiste l’obbligatorietà del’azione penale? E se esiste, perché la Procura non ha dato seguito alla denuncia di Bolognetti? Il leader lucano dei Radicali dice di non ricordare di aver assistito, in occasione della visita, ad accuse del detenuto al magistrato. E lo ribadirà in tribunale. Ma se lui e la moglie, come ritiene la Procura di Catanzaro, sono stati spettatori di questa aggressione verbale allora lo è stata anche l’on. Rita Bernardini, a capo della delegazione. Perché non è stata citata anche lei tra i testimoni? 

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La Convocazione

Gio, 10/09/2014 - 22:47
09/10/14

 Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani

 

Avere a che fare con la giustizia è qualcosa che procura sempre uno stato di ansia, soprattutto quando parliamo di in un paese come l’Italia che da lustri continua a violare impunemente la sua propria legalità e le convenzioni a tutela dei diritti umani.

Ed è certamente per questa ragione che quando ho appreso di essere stato convocato, in qualità di teste, in un procedimento penale a carico di tale O.G. accusato di minacce, ho provato un sottile senso di inquietudine.

Un’inquietudine accresciuta dal fatto di non riuscire a ricordare chi fosse O.G. e perché la sede della convocazione fosse il Tribunale di Catanzaro.

Facile immaginare che per due notti ho perso il sonno, cercando di capire dove e quando si fossero verificati i fatti a cui teoricamente avrei assistito. Pensa e ripensa: niente, buio pesto.

Poi succede che, frequentando per altre ragioni il Tribunale di Catanzaro, riesco finalmente ad apprendere il motivo della citazione.

O.G. è un detenuto ed io avrei ascoltato, nel corso di una visita ispettiva effettuata presso la casa circondariale di Potenza, minacce pronunciate dal sopra citato nei confronti del magistrato di sorveglianza.

La rivelazione mi ha aperto un mondo e a quel punto ho iniziato a ricordare una serie di fatti.

Mi è venuto in mente, per esempio, che nel giugno del 2012  presentai un esposto-denuncia indirizzato al Procuratore capo di Potenza Laura Triassi. Una denuncia per evidenziare le illegalità emerse rispetto alla casa circondariale di Potenza. Illegalità riportate nero su bianco nella risposta data ad un’ interrogazione presentata dall’on. Rita Bernardini.

Ed è proprio nel corso della visita alla Casa Circondariale di Potenza dell’agosto 2012 che, secondo l’accusa, si sarebbero verificate le minacce di cui è accusato O.G.

Eppure io di quell’episodio non conservo memoria alcuna e O.G. è citato nei miei appunti solo per segnalare che “il detenuto lamenta la distanza dalla famiglia, dice che ha 4 bambini e che finalmente tra 110 giorni uscirà”.

Solo questo, uno dei tanti appunti raccolti visitando un’ umanità sofferente e abbandonata al suo destino, così come si sentono abbandonati e dimenticati dallo Stato gli Agenti di Polizia penitenziaria.

No, non ricordo minacce e avendo visitato in pochi mesi numerose carceri e ascoltato le parole di centinaia di detenuti difficilmente potrei associare delle minacce a un nome, a maggior ragione a tre anni di distanza dalla vicenda.

Prendo atto, però, che mentre nel caso di O.G. è scattata inesorabile l’obbligatorietà dell’azione penale, non è andata allo stesso modo per l’esposto-denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica di Potenza.

Il 17 giugno 2012, all’indomani dell’esposto inviato all’attenzione della dott.ssa Triassi, scrivevo:” Visto che qualcuno dice che esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, mi permetto di suggerire alla Procura della Repubblica di Potenza una attenta lettura della risposta data dal Ministero di Giustizia(fu Grazia) all’interrogazione presentata dall’On. Rita Bernardini sul carcere di Potenza. A nostro avviso ci sono notizie di reato”.

Del resto, nel maggio 2012, il Ministero della Giustizia così si esprimeva: “a causa della riduzione degli stanziamenti sui capitoli di spesa per l’edilizia penitenziaria non è stato possibile eseguire gli interventi di manutenzione relativi alla sistemazione della sala colloqui, del muro di cinta, dei reparti detentivi, al ripristino dell’integrità della copertura del fabbricato, degli impianti termici e dell’impianto antincendio”. 

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Case Popolari: Cappato, MM non diventi "infrastrutture milanesi": dopo il censimento, la gestione delle case popolari va scorporata

Gio, 10/09/2014 - 17:55
09/10/14

Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo in occasione della riunione di Commissione comunale sulla gestione da parte di MM delle case popolari del Comune di Milano

    Non ho nulla da eccepire alla decisione della Giunta Pisapia di farsi carico direttamente della gestione delle case popolari, dati gli enormi problemi della gestione Aler. Anche l'idea di affidarsi alla società MM per gestire l'emergenza è una scelta quasi obblgata. Ciò che invece è sbagliato e pericoloso è il piano del Comune di Milano di trasformare questa scelta di emergenza in soluzione permanente, con la crezione all'interno di MM di un nuova divisione "housing". In questo modo, MM, che già opera in settori economici fin troppo differenziati come le infrastrutture e la gestione del servizio idrico, si trasformerà in una superholding pubblica agli ordini della politica comunale milanese. I rischi di questo modello sono in realtà delle certezze: quella di seguire la parabola di Infrastrutture Lombarde, che per decenni ha operato contro il mercato e contro la concorrenza. Milano non deve imboccare questa strada! Chiedo che la Giunta Pisapia si impegni a scorporare immediatamente -appena MM avrà finito il censimento del patrimonio immobiliare delle case popolari- la gestione delle case popolari in una società distinta, che consenta di individuare con chiarezza il costo del servizio pubblico delle case popolari e di consentire la continua verifica della migliore soluzione per la gestione di tale servizio, incluso il coinvolgimento dei privati sulla base di bandi pubblici.  

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MetroC: Magi, dimissioni Improta atto dovuto. Nota del Mit ha dell'incredibile. Presa in giro la città e tutti i suoi rappresentanti in consiglio

Mer, 10/08/2014 - 19:48
08/10/14

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale Radicale

  La nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dell'incredibile. Dalla relazione della Commissione sicurezza emergono una montagna di carenze enormi in merito ad aspetti strutturali, non questioni di dettaglio ma ad esempio riguardanti il software ATC, cioè il cuore stesso della gestione della metropolitana, oppure la mancata trasmissione di documentazione fondamentale per l'autorizzazione all'apertura della linea.   Perchè il sindaco Marino ha dovuto occupare il Ministero per conoscere i motivi del parere negativo all'apertura che il suo Assessore alla Mobilità, Roma Metropolitane e l'Atac non potevano non conoscere da giorni? Perchè ancora ieri sera l'assessore Improta negava il rinvio dell'inaugurazione quando in base ai dati certamente in suo possesso era scontato che non potesse avere luogo. Ma questa è solo l'ultima parte del dramma. Dall'inizio di questa consiliatura ho tentato di mettere in guardia il sindaco e la giunta, continuando a seguire le vicende della principale opera strategica in costruzione in Italia come abbiamo fatto negli anni scorsi come Radicali. Ho criticato duramente l'Atto attuativo del settembre 2013 che - in contraddizione con il contenuto della memoria dell'assessore del luglio dello stesso anno in cui si individuavano chiaramente le responsabilità del "Contraente generale" all'interno del quadro giuridico della "legge obiettivo" -  ha riconosciuto alle imprese ulteriori benefici economici e ulteriori dilazioni nella consegna dell'opera. L'assessore Improta dopo aver sponsorizzato e rivendicato politicamente quell'Atto che avrebbe dovuto finalmente assicurare costi e tempi certi ne ha fatto uno dei motivi alla base della revoca del precedente Cda di Roma Metropolitane. Tutti le scadenze fissate da quell'atto sono saltate, gli unici effetti sono stati peggiorativi per l'interesse pubblico. Eppure qull'atto è stato presentato alla città come risolutivo.   Ho posto interrogativi gravi e pesanti al sindaco Marino e all'assessore Improta, senza mai ricevere risposte soddisfacenti. Quello che sta accadendo in queste ore dimostra che chi è davvero contro la realizzazione di questa opera fondamentale per Roma non è chi, come me, contesta l'illegalità delle procedure ma chi non vi ha mai prestato la necessaria attenzione.   Le responsabilità ovviamente sono enormi, condivise e trasversali, e iniziano con l'inizio stesso della storia di questa opera. Ci troviamo davanti a violazioni dei principi comunitari sulla concorrenza e della normativa sugli appalti, a riconoscimenti economici illeciti a cui non ha corrisposto consegna anticipata dell'opera. Ma sicuramente ci sono anche responsabilità politiche di questa Amministrazione. Se, come ci ha ricordato il sindaco oggi, "questa città deve avviarsi sulla via del rigore e della serietà" allora le dimissioni dell'assessore Improta, per le responsabilità politiche che si è assunto nella partita Metro C in questa consiliatura, sono un atto dovuto.   Confidiamo che la Procura della Corte dei Conti alla quale abbiamo fornito nei mesi scorsi tutte le informazioni e la documentazione in nostro possesso prosegua nella sua inchiesta anche oltre il lasso temporale finora preso inconsiderazione.

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Trasparenza/Piemonte: Radicali chiedono pubblicazione online verbali commissioni e giunte del Consiglio regionale

Mer, 10/08/2014 - 18:51
08/10/14

Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta, ha inviato oggi al presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus e ai presidenti di tutte le Commissioni e Giunte del Consiglio la seguente lettera aperta:

“Le polemiche sorte martedì 7 ottobre, sul contenuto del verbale della seduta della Giunta delle Elezioni del 29 settembre 2014, sono servite a far emergere un grande problema relativo all’esigenza di assicurare un’informazione corretta e completa sull’attività delle varie Commissioni e Giunte del Consiglio regionale, nell’ottica della maggiore trasparenza possibile del Palazzo. È sufficiente una rapida disamina dei contenuti delle “sintesi” dei lavori di commissione, disponibili attualmente online sul sito istituzionale del Consiglio regionale, per verificare che esse non assicurano tale informazione corretta e completa: sono quantitativamente esigue (non potrebbe essere diversamente vista la loro natura e funzione) e sono carenti anche rispetto al livello qualitativo delle informazioni. Faccio degli esempi: vi si può leggere: “Una parte dell’Opposizione dichiara che [...]” (quale parte dell’opposizione? Quali consiglieri?) [...] “Alcuni consiglieri di maggioranza [...]” (Chi?). Rispetto a sedute di commissione che non prevedono la trasmissione video in diretta dei lavori (come accade per il plenum del Consiglio), è necessario che il cittadino acquisisca maggiori elementi di conoscenza.

Per garantire tale conoscenza basterebbe pubblicare online (al posto delle “sintesi” o accanto ad esse) i “verbali” veri e propri stilati dalla segreteria di commissione, contenenti la precisa relazione dei vari interventi succedutisi nel corso della seduta. Non credo che la pubblicazione di tali verbali comporti una mole intollerabile di lavoro straordinario per gli uffici delle commissioni. Mi auguro che il Consiglio regionale possa rispondere in modo positivo alla mia richiesta, per rendere sempre di più il Palazzo una “casa di vetro”, per permettere ai cittadini di avere informazioni esaurienti ed esaustive sull’attività dei loro eletti”.

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Caso Marrone/Manfredi: Consiglio regionale ha avallato grave violazione suo regolamento. Giunta elezioni non ha il potere di sospendere giudizio in attesa sentenza appello. Chiesto intervento del presidente Laus

Mer, 10/08/2014 - 16:57
07/10/14

Giulio Manfredi, membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta:

La convalida dei consiglieri da parte della Giunta delle elezioni del Consiglio regionale – che costituisce un atto dovuto - e l’eventuale ricorso di cittadini elettori (cosiddetta “azione popolare”) presso la magistratura ordinaria sono due procedimenti distinti, dotati di reciproca autonomia, non intercambiabili né sostituibili uno con l’altro, come ribadito dalla Corte Costituzionale.

L’art. 18 del Regolamento del Consiglio regionale è chiaro e non prevede eccezioni: i consiglieri regionali devono essere convalidati (o meno) “comunque” (sic) entro 120 giorni dalla loro proclamazione.

Il presidente della Giunta delle elezioni ha accettato supinamente il voto della maggioranza della Giunta favorevole ad un inammissibile sospensione del giudizio in attesa della sentenza di appello sul “caso Marrone”. Non basta votare contro una patente violazione del regolamento che si è chiamati ad applicare; il presidente Paolo Mighetti (M5S) avrebbe dovuto denunciare in aula tale violazione.

Chiediamo al presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, di intervenire per sanare una situazione che crea un pericoloso precedente, che rappresenta comunque un danno morale e materiale per chi ha tutti i diritti di subentrare a Marrone in Consiglio regionale e che costituisce l’ennesimo esempio di abdicazione della politica a favore della magistratura.

Una nota di merito, infine, per il consigliere Andrea Appiano, vera e propria mosca bianca, l’unico a sollevare pubblicamente perplessità su come è stato trattato finora dal Palazzo (M5S compreso) il “caso Marrone”.

 

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Debiti della Giustizia – Esposto dei Radicali alla Corte dei Conti Mercoledì 8 ottobre alle 11.00. Deposito dell’esposto e alle ore 12.15, conferenza stampa

Mar, 10/07/2014 - 12:19
07/10/14   Alle ore 11 di mercoledì 8 ottobre 2014, ad un anno esatto dall’invio da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del suo messaggio alle Camere sulle condizioni della giustizia e delle carceri in Italia, Marco Pannella (Presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito), Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani), Laura Arconti (Presidente di Radicali Italiani) e Deborah Cianfanelli (membro della Direzione di Radicali Italiani ed estensore dell’atto) si recheranno presso la Procura Regionale della  Corte dei Conti del Lazio (Via Baiamonti 47 a Roma) per depositare un esposto.   Il punto di partenza, già in sé molto grave e inaccettabile, è che ancora nulla è stato fatto al fine di scongiurare i pericoli delineati nel messaggio del Presidente della Repubblica sull’ormai strutturale, decennale, illegalità dell’amministrazione della giustizia  con particolare riferimento alla irragionevole durata dei processi ed alle condizioni di detenzione nelle carceri. È ormai accertato che le suddette violazioni delle fondamentali norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo da parte del nostro Stato stanno causando ingenti danni all’intera economia nazionale.   Lo stesso Ministero della Giustizia, nella relazione presentata all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2014, ha ammesso che i ritardi della giustizia ordinaria determinano ricadute anche sul debito pubblico.   L’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio hanno comportato un forte accumulo di arretrato del debito ancora da pagare sulla base dei risarcimenti previsti dalla “legge Pinto”, debito che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro. Il fenomeno ha oramai assunto le sembianze di una vera e propria ipoteca accesa a carico di ogni cittadino italiano.   Questa situazione non può essere ulteriormente tollerata ed è per questo che Marco Pannella, Rita Bernardini, Laura Arconti e Deborah Cianfanelli si sono determinati a depositare, con l’approvazione della mozione approvata dal recente Comitato Nazionale di Radicali italiani, un esposto presso la procura regionale della Corte dei Conti per chiedere di avviare un’istruttoria volta a stabilire: a) se sia effettivamente sussistente ed a quanto ammonti esattamente il danno erariale patito dall’intera nazione  in relazione alla mancata attuazione di concrete ed urgenti riforme volte a impedire il reiterarsi delle violazioni della convenzione europea dei diritti dell’uomo, con particolare attenzione agli artt. 3 e 6, e delle conseguenti condanne economiche scaturenti; b) a quali soggetti sia eventualmente ascrivibile la responsabilità nella produzione del suddetto danno.   Qualora la Procura ritenga sussistere i suddetti elementi, gli esponenti chiedono che venga promosso un giudizio contabile nei confronti di chi sia ritenuto responsabile.  

 

Subito dopo il deposito dell’Esposto, alle ore 12.15, davanti alla sede della Procura Regionale della  Corte dei Conti del Lazio, in via Via Baiamonti 47 a Roma, Marco Pannella e gli altri sponenti radicali terranno una conferenza stampa.

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Milano/Gay: ottimo l'invito al Parlamento a legiferare su matrimonio egualitario

Lun, 10/06/2014 - 20:36
06/10/14

Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno sulla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all'estero con un invito esplicito al Parlamento affinché "risponda al più presto all’invito rivoltogli, ormai quasi 5 anni fa, dalla Corte Costituzionale approvando subito una disciplina di carattere generale che consenta l’accesso all’istituto del matrimonio civile, su un piano di parità, per tutti i cittadini e le cittadine italiane, a prescindere dal loro orientamento sessuale e dal genere della persona che intendono sposare".​

  ​Yuri Guaiana, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: "Accogliamo con piacere l'importante novità di questo o​redine del giorno che, per la prima volta, invita esplicitamente il Parlamento a votare una legge sul matrimonio egualitario. Gli amministratori locali sanno come una legge di questo tipo li aiuterebbe a creare un contesto aperto alla ricchezza delle varie alterità umane, un contesto che va a vantaggio di tutti poiché favorisce una maggiore creatività, una migliore qualità della vita e dove gli imprenditori sono facilitati a costruire le imprese di domani. Chiediamo al Sindaco di Milano di farsi promotore presso l’Associazione Nazionale Comuni Italiani dell’approvazione di un documento di sostegno al matrimonio egualitario, nonché alla Giunta di dare finalmente attuazione alla delibera di iniziativa popolare per la formulazione di un Piano contro le discriminazioni e per la promozione di pari opportunità per tutti che non ha ancora visto la luce".    

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Manfredi: Esponenti leghisti di Novara e Verbania vogliono annessione territori alla Lombardia. Gianna Gancia, nulla da dichiarare?

Lun, 10/06/2014 - 13:07
02/10/14

Alla notizia della volontà di due esponenti leghisti (il commissario di Novara Luca Bona e il vicepresidente del VCO Alberto Preioni) di promuovere referendum comunali per il distacco delle rispettive province dal Piemonte e la loro annessione alla Lombardia, Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani e segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta) ha dichiarato:

“Nella loro follia, i leghisti sono coerenti e lucidi. Fino a pochi mesi fa, Roberto Cota era ancora alla guida del Piemonte ed era sufficiente che si spostasse oltre Ticino per prendere ordini dai dirigenti leghisti lombardi, prima Bossi, poi Maroni, poi Salvini. Ricordiamo tutti la foto cult di Cota che regge il portacenere a Bossi.

Ora che Cota non è più governatore, occore fare il contrario: fare in modo che Maroni governi direttamente almeno una parte del Piemonte.

Sarebbe politicamente interessante sapere se Gianna Gancia (consigliere regionale nonché presidente del Consiglio piemontese della Lega Nord) condivide la lucida follia dei suoi due compagni di partito di Novara e Verbania”.

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Hong Kong: Perduca (Radicali) La democrazia può parlare cinese perché ha la nonviolenza nella grammatica

Lun, 10/06/2014 - 10:14
06/10/14

Dichiarazione di Marco Perduca, rappresentante del Partito Radicale all'Onu in questi giorni a Hong Kong:

  "L'occupazione di oltre una settimana dei luoghi del potere di Hong Kong da parte di un eterogeneo movimento “politico” che chiede un vero suffragio universale ha dimostrato al mondo che la democrazia vuole poter parlare cinese. Ne ha tutto il diritto.   Ne ha diritto non solo perché il ritorno di Hong Kong alla Cina prevedeva il patto “uno stato due sistemi”, fatto di libertà economiche, di stampa e di associazione, ma perché in questi anni a Hong Kong hanno studiato – nell'ex colonia britannica ci son le migliori universit? dell'Asia – tutto lo scibile umano, ivi compresa la nonviolenza.   Il cosiddetto “movimento degli ombrelli” ha dimostrato che è possibile coinvolgere il proprio avversario nella propria lotta per lo Stato di Diritto e la democrazia senza volerlo sconfiggere o umiliare. Ha fatto vedere alle istituzioni dell'isola, e ancora di più a quelle della terra ferma, e sicuramente al mondo interno, che le richieste di riforme per affermare pienamente le libertà civili universalmente codificate, vanno a beneficio della collettività e non di chi manifesta.   Praticando quotidianamente la disobbedienza civile e la resistenza passiva, alcuni anche in sciopero della fame, i militanti per la democrazia di Hong Kong hanno dato una lezione al mondo e si son dati una lezione a se stessi. Ogni giorno, a tutte le ore, si tenevano riunioni della “Mobile Democracy Classroom”. In ogni angolo delle occupazioni c'erano oratori ascoltatissimi e applauditi, spesso salutati con belle risate. Il silenzio con cui gli astanti partecipavano era impressionante, come impressionate era l'ordine e la pulizia con cui l'occupazione è gestita da giovanissimi. Un'altra lezione, di vera e propria educazione civica. Con questi ingredienti la democrazia può finalmente parlare cinese, magari non domani, ma, grazie al “movimento degli ombrelli”, molto prima di quanto Pechino non voglia. Adesso tocca ai "democratici" seguire il dialogo tra i giovani di Hong Kong e le istituzioni affinché i patti internazionali e gli impegni di questi giorni siano rispettati nel merito e nei tempi.    

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Comitato Nazionale di Radicali Italiani: Mozione generale

Dom, 10/05/2014 - 17:55
05/10/14

Mozione generale del Comitato Nazionale di Radicali italiani

presentata dalla Segretaria Rita Bernardini e dal tesoriere Valerio Federico e approvata con 30 voti a favore, nessun contrario e 8 astenuti:   Il Comitato Nazionale di Radicali Italiani, riunito a Roma dal 3 al 5 Ottobre 2014, saluta l’anno politico che volge al termine e che si concluderà con il prossimo XIII Congresso, come l’anno in cui le giurisdizioni nazionali e internazionali hanno finalmente emesso rivoluzionarie sentenze che hanno recepito diritti umani fondamentali, obiettivi storici delle lotte del movimento radicale: dall’abrogazione per incostituzionalità delle parti più proibizioniste della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, raggiunte con la sentenza della Corte Costituzionale del 12 febbraio 2014, alla demolizione di molti degli aspetti più odiosamente restrittivi dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita ottenuti, questi ultimi, grazie al perseverante impegno politico e professionale della segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, già protagonista di importanti successi in materia di fecondazione in vitro anche presso la Corte Europea dei Diritti dell’uomo e la Corte interamericana. Il 2014 è anche l’anno in cui l’ultradecennale campagna dei Radicali per la legalizzazione delle droghe trova autorevoli e diffusi consensi a livelli nazionali e internazionali per l’abbandono delle politiche proibizioniste, creando le premesse per la riforma delle convenzioni Onu in materia. Sul fronte italiano, si tratta della realizzazione dell’ordine del giorno radicale “Poretti – Perduca”, sostenuto nel tempo dall’Associazione Coscioni e dal Sen. Manconi, affinché lo stabilimento militare chimico-farmaceutico  di Firenze produca cannabis a fini terapeutici. Su questo fronte, il Comitato ringrazia la straordinaria mobilitazione dell’associazione LapianTiamo di Racale (LE) condividendone in pieno le finalità. Il Comitato Nazionale di Radicali italiani riconosce l’importanza delle associazioni territoriali come fulcro della politica radicale e ringrazia tutti i loro iscritti che, con il loro costante impegno, garantiscono la realizzazione, la continuità e la conoscenza delle battaglie radicali, sia a livello territoriale più prossimo, sia a livello nazionale e transnazionale. Il Comitato, nell’augurare a Marco Cappato un buon lavoro per il suo nuovo incarico, riconosce il lavoro e l’importante risultato ottenuto grazie al generoso impegno dei compagni milanesi i quali, seppure nella totale disinformazione (anche istituzionale), sono riusciti a rompere il muro del regime (s)partitocratico in occasione dell’elezione di secondo grado per il Consiglio della città metropolitana di Milano. Il Comitato ringrazia altresì tutti i compagni che hanno lottato – e che lotteranno – per raggiungere un analogo risultato laddove interessati da analoghe elezioni. La via del ricorso alle giurisdizioni si rivela ormai strumento imprescindibile di lotta per affermare lo Stato di diritto, democratico, federalista in una realtà in cui la degenerazione partitocratica e corporativa ha fatto precipitare l’Italia agli ultimi posti delle classifiche mondiali riguardo all’amministrazione della giustizia, alla libertà di impresa, all’inarrestabile formazione del debito pubblico. Rilevato che margin-left:18.0pt;margin-bottom:.0001pt;text-indent:-18.0pt;">-         l’enorme arretrato del carico processuale anche sul fronte civile costituisce ormai un vero e proprio stato di denegata giustizia, determinando una vera e propria ipoteca sull’economia nazionale, e rappresenta, come già denunciato nel 2007 dalla Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica, “una fonte di costi rilevanti per il sistema produttivo in termini di crescita e produttività”, margin-left:18.0pt;margin-bottom:.0001pt">  margin-left:36.0pt;margin-bottom:.0001pt;text-indent:-18.0pt;">-         nella relazione presentata all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014 lo stesso Ministero della giustizia ha ammesso che l’alto numero di condanne risarcitorie a carico dello Stato nei procedimenti attivati ai sensi della legge Pinto, ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del relativo debito ancora da pagare che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni  di euro,   -         che a queste cifre devono aggiungersi tutti gli esborsi conseguenti alle condanne inferte all’Italia per le violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in particolare per la situazione delle nostre carceri ed i trattamenti inumani e degradanti subiti dai detenuti, nonché le ulteriori condanne che deriveranno dai procedimenti instaurati ai sensi della Legge Pinto ad oggi ancora pendenti, oltre al maturare di interessi moratori per i ritardi nei pagamenti degli stessi risarcimenti, -         che anche sul fronte civile nulla è stato fatto per evitare la reiterata violazione del diritto ad ottenere giustizia in termini ragionevoli,  previsto dall’art. 6 della Convenzione, dà mandato agli organi dirigenti di depositare presso la Corte dei Conti l’esposto elaborato dall’Avv. radicale Deborah Cianfanelli volto ad ottenere l’apertura di un’inchiesta giudiziaria sul danno erariale arrecato ai cittadini dall’inerzia di uno Stato che da decenni nega loro il diritto ad un sistema giudiziario giusto ed efficiente. Il Comitato Nazionale di Radicali italiani constata la drammatica attualità del messaggio che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha indirizzato alle Camere un anno fa proprio sulle questioni della giustizia e del carcere. Rivolgendosi ai parlamentari e chiedendo loro di prendere in considerazione provvedimenti straordinari quali l’amnistia e l’indulto, il Massimo Magistrato della Repubblica sottolineò che l'Italia aveva l'obbligo di affrontare le questioni poste “per imperativi pronunciamenti europei”. Si tratta di questioni e ragioni – scrisse il Presidente - che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia. Il Comitato Nazionale di Radicali italiani rileva altresì che anche la delegazione di esperti dell’ONU sulla detenzione arbitraria che ha visitato le carceri italiane dal 7 al 9 luglio ha avanzato raccomandazioni e proposte puntuali analoghe a quelle formulate dal Presidente Giorgio Napolitano nel messaggio alle Camere volte a interrompere lo stato di illegalità in cui versa l’amministrazione della giustizia e la sua appendice carceraria nel nostro Paese, incluse le proposte in materia di amnistia e indulto, che sono "quanto mai urgenti per garantire la conformità al diritto internazionale" anche secondo gli esperti ONU, i quali hanno aggiunto e chiesto, tra l’altro, di rispettare "quanto statuito dalla sentenza Torreggiani" e di “allineare il regime detentivo speciale previsto dall'articolo 41-bis agli obblighi internazionali in materia di diritti umani.” Livelli di civiltà e di dignità che richiedevano ed esigono oggi – come ha avuto modo di dire il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso riferendosi all’esemplarità delle lotte di Marco Pannella e dei radicali – “l’implacabilità dell’intransigenza”, “anche quando le difficoltà sembrano vincerci”. Sotto questo aspetto è da salutare con gioia l’approvazione il 22 settembre scorso da parte del Consiglio regionale dell’Abruzzo della risoluzione a sostegno del Satyagraha dei Radicali  per l’amnistia e l’indulto, per la riforma della giustizia e per legalità della pena; risoluzione calendarizzata e votata a seguito di un lungo e difficile sciopero della fame del radicale teramano Ariberto Grifoni. Sul fronte specifico delle carceri, il Comitato dà mandato agli organi dirigenti di attivare gli strumenti necessari a salvaguardare i diritti dei detenuti tutt’oggi sottoposti a trattamenti inumani e degradanti in violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Il fatto che la Corte di Strasburgo abbia annullato quasi 4.000 ricorsi con la motivazione di “non avere prove per ritenere che il rimedio preventivo e quello compensativo introdotti dal Governo con i decreti legge 146/2013 e 92/2014, non funzionino”, esige una grande mobilitazione di tutta la comunità penitenziaria. Occorre infatti dimostrare – come già Radicali italiani ha denunciato a maggio e a settembre con i dossier presentati al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa - che i rimedi previsti dal Governo non solo sono umilianti per chi ha subito trattamenti equiparabili alla tortura, ma che neppure funzionano a causa della totale inefficienza della Magistratura di sorveglianza, inadeguata persino a rispondere alle istanze di ordinaria amministrazione avanzate dalla popolazione detenuta. Il Comitato Nazionale di Radicali italiani manifesta la sua gratitudine al Prof. Andrea Saccucci che, con la collaborazione diretta di Marco Beltrandi e Giuseppe Rossodivita, ha consentito alla Lista Pannella (e consentirà al nostro movimento nei prossimi giorni) di presentare ricorso alla Corte di Strasburgo per ottenere dal servizio pubblico radiotelevisivo il diritto alla conoscenza e all’informazione, negato al popolo italiano in violazione dell’art. 6, par. 1, e dell’articolo 10 della CEDU nella parte in cui la Convenzione garantisce il diritto di comunicare e ricevere informazioni nonché il diritto al pluralismo informativo. E’ la prima volta in cui tutto il “caso Italia” relativo all’informazione -e grandissima parte del caso radicale- viene portato alla Corte EDU. Il Comitato impegna gli organi: -  a promuovere, nelle forme adeguate, la partecipazione al prossimo Congresso di coloro che hanno dato vita alla Lega per l'uninominale; - ad invitare a Congresso forze politiche e sociali potenzialmente interessate all'opera di denuncia della condizione di criminalità dello Stato e all'attivazione degli strumenti di iniziativa popolare ad ogni livello, dall'Europa ai Comuni. Il Comitato dà infine mandato agli organi dirigenti di assicurare il necessario autofinanziamento per organizzare il XIII Congresso all’insegna della massima apertura a contributi di personalità esterne al Movimento, e invita iscritti e simpatizzanti a mobilitarsi per assicurare una grande partecipazione all’assise congressuale che si aprirà alla fine del mese di ottobre a Chianciano Terme.  

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Cina: da piazze di Hong Kong una lezione di nonviolenza e buon senso riformatore, il silenzio di Italia ed Europa non aiutano la democrazia in Asia

Sab, 10/04/2014 - 11:03
04/10/14

Dichiarazione di Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale in questi giorni a Hong Kong, e Rita Bernardini, segretario di Radicali Italiani:


"Ringraziamo le migliaia di manifestanti a Hong Kong per la lezione di civismo che danno al mondo. E' la classica lotta di Davide contro Golia che anche noi Radicali conosciamo e pratichiamo da sempre. Una lotta nonviolena quella dei cittadini di Hong Kong che riesce a tenere insieme un movimento senza leadership coordinate ma che ha individuato nelle riforme democratiche e liberali i propri obiettivi comuni.


Quando la polizia o gli ascari di Pechino usano la forza o attaccano in piazza, a Hong Kong si porge l'altra guancia. Gli studenti, provati da oltre sette giorni di occupazione, non rispondono alla violenza. La nonviolenza che a Hong Kong oggi e' di strada, domani deve divenire nonviolenza politica per mettere insieme le componenti del movimento:

la federazione degli studenti di Hong Kong, il gruppo dei giovani Scholarism, i decani di Occupy Central e i legislatori indipendenti e quelli riuniti nel gruppo Pan-Democracy.


Si tratta della vera prova del nove del movimento e della lotta nonviolenta per i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo. E' incredibile, ma non ci meraviglia, come in Europa le istituzioni e i politici di regime non si rendano conto del livello di "educazione civica" incarnato da questo movimento di piazza. Hong Kong e' la cartina di tornasole di cosa puo' divenire la Cina se l'arma di attrazione di massa della promozione delle liberta' civili raggiunge oltre un miliardo di persone. L'Unione Europea, presieduta in modo piattamente burocratico dall'Italia, deve chiedere a Pechino di rispettare i patti con Hong Kong e avviare un dialogo trasparante con l'opposizione democratica per consentire le riforme di piena partecipazione, attiva e passiva, dell'elettorato di Honk Kong. Il silenzio istituzionale rischia solo di condonare le prepotenze che son state minacciate nelle prossime ore. Nei prossimi giorni chiederemo ai Parlamentari italiani ed europei di impegnare il governo italiano e la Commissione e il Consiglio europeo in questa direzione.

 

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Relazione su visita carcere di Cassino del 29 settembre 2014

Ven, 10/03/2014 - 11:55
03/10/14

 In data 29 settembre 2014, la delegazione di radicali dell’Associazione Radicale Pier Paolo Pasolini della Provincia di Frosinone, composta da Michele Latorraca e da Sandro Di Nardo, si è recata presso la Casa Circondariale di Cassino per una visita ad una delle tre strutture carcerarie presenti sul territorio ciociaro.

Arrivati intorno alle 10.00 di mattina ci rendiamo immediatamente conto già di diverse criticità esterne al complesso: la necessità di un parcheggio idoneo alla struttura per chi arriva con l’auto,  il perdurare della mancanza di mezzi pubblici che servano la zona, l’assenza di una segnaletica che indichi ove sia effettivamente la struttura e poi la scoperta di un edificio che già dall’esterno appare vecchio e mal ridotto posto a ridosso del fiume Fiumerapido che ne lambisce le mura (il che non può che tradursi, con il riscontro poi avvenuto, in ambienti certo umidi e freddi d’inverno e caldi e umidissimi, con molti insetti, d’estate!) Veniamo accolti con estrema gentilezza ed educazione dalle due Vice Direttrici e dal Comandante facente funzione . Dopo le presentazioni ci raggiunge la Direttrice che ci conduce in una sala riunioni, da poco allestita anche grazie al lavoro di alcuni detenuti. La Direttrice e le sue collaboratrici, il comandante e in seguito due dei tre educatori che operano nella struttura, subito sollecitati da noi, ci evidenziano le parecchie criticità presenti nella struttura: line-height:115%;">·         Pianta organica polizia penitenziaria insufficiente e mal distribuita dato un numero spropositato di ispettori e sovrintendenti  rispetto agli agenti necessari al servizio, e comunque da sempre in numero insufficiente, per far  fronte alle esigenze effettive del carcere.  Precisamente:  3 comandanti, 16 ispettori, 16 sovrintendenti e 107 agenti( di cui 16 distaccati pro tempore). Considerando il numero di ferie arretrate, dei diritti acquisiti dagli ultracinquantenni e da coloro che hanno superato i venticinque anni di servizio, ci viene prospettato  un piano di rientro della gestione ferie e recuperi che terminerà solo nel 2016. In aggiunta a questo, buona parte del personale amministrativo presente sarà collocato molto presto in pensione. Una cronica carenza di personale di sorveglianza e di educatori, che, per fortuna, in questo momento non pregiudica il buon  funzionamento dell’Istituto, è dovuta al fatto che tale organismo carcerario presenta una notevolissima mobilità in entrata ed uscita di detenuti il che comporta alternanza di periodi di sovraffollamento, e quindi di forte disagio per tutti, ad altri in cui i reclusi restano nei limiti della capienza dovuta con conseguente buona operatività per gli educatori e gli addetti. Ci viene segnalato poi che l’ individuazione numerica dell’organico deve essere fatta su dati certi ed inconfutabili non su altri inventati ad hoc o regolamentari: una riduzione sistematica del personale parametrata sull’inesistente non si ripercuote solo contro l’Istituto ed  il suo buon funzionamento ma preminentemente contro i detenuti stessi. Avere, come in questo caso, edifici a più piani e quindi con più “posti di servizio”, significa impegnare un numero di persone molto superiori a quelli che paradossalmente  necessitano laddove il carcere non sia strutturato nel medesimo ordine ma magari con un numero assai maggiore di reclusi; line-height:115%;">·         Non vi è continuità nel lavoro da parte del magistrato di sorveglianza, in quanto, questi, da tempo in maternità non puo’ essere certo operativo. Viene infatti sostituito da colleghi che mutano periodicamente e l’impegno così appare parcellizzato e poco incisivo: gli stessi detenuti evidenziano, proprio in questo continuo ricambio del magistrato di sorveglianza, la causa del quasi totale rigetto di tutte le loro richieste cui viene appunto posta poca attenzione; line-height:115%;">·         Mediatori culturali encomiabili nel loro operare nell’Istituto ( Caritas ed altre Associazioni di volontariato), ma nei periodi in cui i progetti non sono finanziati, sono costretti ad impegnarsi gratuitamente per garantire continuità alla loro attività. line-height:115%;">·         Gli spazi per attività ludiche e teatrali sono piccoli ed anche un po’ angusti. Dopo aver analizzato al meglio queste criticità, siamo passati alla verifica dei numeri. Il carcere di Cassino può contare su un numero di 202 posti regolamentari, di cui n. 9 oggetto di ristrutturazione e quindi non disponibili e pertanto si scende a 193 attualmente disponibili. Di contro abbiamo la presenza di n. 240 detenuti oltre n. 1 detenuto semilibero con una percentuale di sovraffollamento di circa il 125%, considerando che si è arrivati anche a percentuali intorno al 190%, si sono raggiunti buoni risultati e questo, a detta della direttrice, anche grazie al decreto legge n.10 del 21.02.14 del ministro Orlando. Innanzitutto il dato sui posti regolamentari era a loro totalmente ignoto ed è stato fornito da noi radicali dopo aver visitato la scheda del carcere presente sul sito istituzione del Ministero della Giustizia. L’Istituto faceva affidamento solo ad un applicativo, in dotazione crediamo alla polizia penitenziaria, che recepiva le indicazioni della CEDU e che accanto al dato dei posti regolamentari, rilevava anche quelli della cosiddetta capienza tollerabile che consente, per la superficie complessiva adibita a celle del carcere di Cassino di 1.600 mq., un massimo di 315 posti detentivi.  Nello specifico, i detenuti presenti in questa struttura sono: ·         N. 30 in attesa di giudizio; ·         N. 10 appellanti; ·         N. 10 ricorrenti; ·         N. 176 definitivi; ·         N. 12 misti definitivi; ·         N. 2 misti senza nessuna sentenza definitiva. Successivamente abbiamo iniziato il nostro percorso dentro le sezioni per parlare coi detenuti presenti. La prima sezione che abbiamo visitato è stata quella occupata dai sex offenders certamente l’ala più nuova di  tutte. Abbiamo appurato la presenza di celle in buono stato conservativo, con docce presenti all’interno delle celle stesse, ma riscontrato anche che questa è la sezione dove il sovraffollamento è più marcato. Qui sono presenti anche sei letti in celle di circa 25 metri quadri (ad occhio, il dato effettivo non siamo riusciti ad averlo). Tale sezione presenta problemi di coabitazione notevoli, anche perché, fra i detenuti, esiste una certa gerarchia legata ai vari reati compiuti nella stessa sfera della violenza sessuale e quindi ogni piccola cosa può essere causa di lite anche violenta. Per una questione logistica e di cautela gli stessi non possono usufruire del cortile e del campetto sportivo: l’ora d’aria si consuma dentro squallidi cortili con pensiline. Inoltre nessuno o quasi è impegnato in attività lavorativa o formativa dentro o fuori il carcere e questo rappresenta un ulteriore motivo di tensione. Infine, stranamente, la Direttrice ha proibito l’acquisto di tabacco sfuso (avendo paura che in mezzo al tabacco possano venie mischiate altre sostanze) e questo viene vissuto da parte dei detenuti come una forte ingiustizia compiuta ai loro danni oltre che ad un aggravio economico per gli stessi e le loro famiglie essendo costretti ad acquistare solo sigarette. A dire il vero, abbiamo appurato, che la proibizione della vendita di tabacco è estesa a tutti i detenuti del carcere di Cassino, ritenendo l’amministrazione di operare così  per la salvaguardia della salute comune!  Altra sezione visitata è stata la IIa, di tre piani, occupata per lo più da tossicodipendenti e media sicurezza. Questa è stata ristrutturata in tempi recenti e si vede. Qui le celle sono più ampie, ma alquanto sovraffollate. Le docce sono comuni  e lo stato di manutenzione non merita la sufficienza anche se non raggiungono il degrado di quelli presenti nella IIIa sezione. Se non sbagliamo il piano terra di questa seconda sezione è un lungo corridoio buio ed assai umido adibito ad una parvenza di palestra. Sorvoliamo e passiamo all’ ultimo l’edificio che abbiamo visitato e che ospita la IIIa sezione, anch’essa di tre piani, il più vecchio di tutto l’Istituto penitenziario. Sono presenti, crediamo, tossicodipendenti, giudicabili, definitivi ed ha un piano ancora non ristrutturato e che appare buio e molto umido. Le docce comuni, già dicevamo, sono molto in cattivo stato ed hanno bisogno di una forte manutenzione. Le celle sono piccole, poco funzionali ed anguste, ma i detenuti non se ne lamentano più di tanto, un po’ per rassegnazione (tanto le carceri sono tutte così), un po’ per il discreto rapporto che hanno con il personale della polizia penitenziaria, che, come ci è dato da vedere, opera in maniera strameritevole. Un fatto positivo che abbiamo potuto riscontrare è che nessuno dei detenuti ha manifestato inefficienze nell’assistenza sanitaria; infatti oltre ad un Sert veramente ben strutturato  e che al momento segue 51 tossicodipendenti ( presente 5gg la settimana con 5 equipe di 4 persone!!), sono presenti specialisti in loco, con cadenza almeno settimanale, in Cardiologia, Infettivologia, Dermatologia, Psichiatria, Otorinolaringoiatria, Radiologia e Pneumologia. L’infermeria, che presto ci dicono potrà spostarsi in locali molto più confacenti, al momento è relegata in uno stanzone poco consono alle funzioni che deve svolgere con sempre la presenza di un medico e 2 infermieri la mattina ed un infermiere la sera. L’offerta medica potrà ampliarsi anche per dei locali che sono in via di allestimento nel primo edificio. All’interno della struttura inoltre si tengono corsi di alfabetizzazione per gli stranieri ed eventuali analfabeti nostrani, corsi di scuola primaria, medie e corso alberghiero. Ai reclusi è concessa una sola telefonata settimanale verso il solo soggetto indicato come ricevente utilizzando la scheda dedicata. Qualora ci fossero minori di 10 anni può essere concessa un’ulteriore telefonata agli stessi ciò in perfetta concordanza, ci è stato detto, con i dettami del regolamento carcerario vigente.  La visita si è completata intorno alle 14.30. L’impressione comune è che si tratti di una struttura fatiscente, segnatamente per quelle sezioni non ristrutturate. Sicuramente insufficiente per le aree verdi e per il passeggio, e in più, per i detenuti,  sconta la grave crisi economica ed il retaggio culturale della zona per attività lavorative continuative mai attivatesi. A breve dovrebbe partire un progetto denominato Olio di Gomito per il recupero di una serie di oliveti abbandonati nel cassinate e questo potrebbe alleviare questa esigenza. E’ sempre nostra impressione che le intenzioni, i progetti, i programmi presenti siano molteplici e tutti assai meritevoli ma poi scontino la cronica mancanza di fondi, che affligge da sempre il sistema penitenziario italiano, e che quindi vengano ridimensionati o molto più facilmente di volta in volta accantonati a tutto danno in primis dei reclusi e poi del personale penitenziario che dovrà supplire a queste croniche deficienze con un loro maggiore impegno e molto sacrificio. 

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Radicali: si apre oggi il Comitato Nazionale di Radicali Italiani. Durerà tre giorni da venerdì 3 a domenica 5 ottobre

Ven, 10/03/2014 - 08:49
03/10/14

Si aprono oggi, Venerdì 3 ottobre, i lavori del Comitato Nazionale di Radicali Italiani che proseguiranno per tutta la giornata di Sabato 4 e di Domenica 5. Come di consueto, la riunione si svolgerà presso la sede del Partito Radicale in via di Torre Argentina 76, a Roma.

In apertura, prevista per le ore 16.00, si terranno le relazioni della Segretaria del Movimento Rita Bernardini e del Tesoriere Valerio Federico.   Si preannuncia la presenza del leader storico Marco Pannella e della Presidente del Movimento Laura Arconti. I lavori saranno presieduti da Silvio Viale (Presidente del Comitato) e dai Vicepresidenti Antonella Soldo e Leonardo Molinari.   Del Comitato Nazionale fanno parte i 60 membri eletti dal Congresso, le associazioni radicali con più di 25 iscritti a Radicali italiani e i Parlamentari iscritti al Movimento.  Partecipano alle riunioni del Comitato i membri di Direzione e di Giunta e gli invitati, in massima parte responsabili dei soggetti costituenti del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.

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Crisi/eterologa, Filomena Gallo: interventi immediati su accesso PMA per favorire nascite

Mer, 10/01/2014 - 15:38
01/10/14

  Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il partito radicale   I dati presentati oggi a Roma da Censis e dalla fondazione Ibsa per cui l'Italia dall'inizio della crisi avrebbe perso oltre 62mila nuovi nato l'anno confermano un quadro allarmante che non ha solo cause economiche ma anche socio-culturali. Un Paese senza nuove generazioni è un Paese senza futuro. Le politiche per la famiglia sono inesistenti. Non ci sono garanzie e servizi adeguati. Il sistema welfare è svuotato.La crisi demografica è qualcosa di maggiore rispetto alla crisi economica. Se da un lato la precarietà economica disincentiva la formazione di nuove famiglie, dall'altro lato manca da troppo tempo una campagna di informazione e di azione da parte dello Stato sul fenomeno della natalità.   E' fondamentale che nell'agenda politica siano previsti interventi immediati. Il Governo deve necessariamente dare attenzione e risposte ai cittadini di un Paese con mutazioni sociali: meno legami sociali, ridefinizione del ruolo della famiglia, sempre tendente a diminuire i componenti, invecchiamento della popolazione, l'aumento della povertà, la necessità di integrazione con altre realtà culturali. Sono in gioco le libertà delle persone persone e diritti costituzionali rilevanti.Tra gli obiettivi urgenti oltre ai servizi occorre che sia garantito l'accesso alle cure  a 360° e siano rimossi gli ostacoli per l'accesso alle tecniche di PMA inserendo tutte le tecniche nei Livelli Essenziali di Assistenza, compresa l'eterologa, a cui sono favorevoli il 59% degli italiani (dati Ipso); evitare discriminazioni tra Regioni nel beneficio delle tecniche procreative.  L'Italia è fanalino di coda dell'Unione Europea quanto a politiche familiari. In  media in Europa si spende il 2,2% del PIL per la politica familiare, mentre in Italia solo  l’1,2% del PIL è destinato alla famiglia ed ai figli; nei paesi scandinavi e dell’area tedesca  la quota di PIL destinata a sostenere le famiglie arriva al 3% (fonte Eurostat).    Non  possiamo più  rimandare a domani un piano d'intervento immediato   

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Cina: dal 2 ottobre una delegazione del Partito Radicale a Hong Kong per onorare lotta nonviolenta per democrazia e Stato di Diritto

Mer, 10/01/2014 - 13:09
01/10/14   Da giovedì 2 ottobre una delegazione del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, sarà a Hong Kong per onorare la giornata mondiale della nonviolenza al fianco delle migliaia di cinesi che da mesi chiedono che Pechino rispetti gli obblighi assunti col ritorno dell'ex colonia britannica alla Repubblica popolare cinese: suffragio universale pieno e no ai veti sulle candidature.    L'ex senatore Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito, guida la delegazione che resterà sull'isola fino alla settimana prossima. Sono previsti frequenti collegamenti con Radio Radicale per aggiornare sulla mobilitazione in atto come, la' dove possibile, ‎brevi informazioni via twitter dall'account @perdukistan con hashtag #RadicalPartyHK.   

 

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Carceri: i risarcimenti ai detenuti e i rimedi per impedire i trattamenti inumani e degradanti sono un fallimento. Bernardini, porteremo le prove a Strasburgo

Mar, 09/30/2014 - 18:47
30/09/14

Stasera a Radio Carcere (la trasmissione condotta da Riccardo Arena su Radio Radicale) la Segretaria di Radicali italiani, Rita Bernardini, parlerà dello stop ai ricorsi pronunciato dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per violazione dell'art. 3 della Convenzione (trattamenti inumani e degradanti).

Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, la Corte EDU nel respingere 19 ricorsi provenienti dall’Italia, ha dichiarato di “non avere prove per ritenere che il rimedio preventivo e quello compensativo introdotti dal governo con i decreti legge 146/2013 e 92/2014, non funzionino”. La Corte di Strasburgo ha inoltre deciso di mettere uno stop anche ai quasi 4.000 ricorsi ricevuti in questi anni dai detenuti delle carceri italiane.

“Come abbiamo già documentato al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa con il nostro dossier del 22 maggio (non consegnato per tempo ai delegati dalla burocrazia europea) – ha dichiarato la Segretaria di Radicali italiani, Rita Bernardini - proveremo che i rimedi previsti dal Governo italiano non solo sono umilianti per chi ha subito trattamenti equiparabili alla tortura, ma nemmeno funzionano per come è organizzata oggi la Magistratura di sorveglianza, inadeguata persino a rispondere alle istanze di ordinaria amministrazione avanzate dalla popolazione detenuta. Toccherà ancora una volta a noi e alle associazioni del mondo penitenziario armarsi di nonviolenza e di molta precisione e pazienza per impedire che la "peste italiana" della negazione di diritti umani fondamentali si diffonda anche in Europa. Lo faremo con i detenuti e le loro famiglie.”

 

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Articolo 18/Viale, Radicali: Soddisfazione anche se giunge con 14 anni di ritardo

Mar, 09/30/2014 - 18:19
30/09/14

Soddisfazione per la svolta del PD sull'articolo 18 è stata espressa da Silvio Viale, presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e consigliere comunale del PD a Torino, anche se giunge con 14 anni di ritardo.

Silvio Viale ha dichiarato:

"Abbiamo dovuto aspettare 14 anni per vedere riconosciute le nostre buone ragioni. Molte cose sarebbero state diverse se, nel 2000, il referendum radicale per abolire l'articolo 18 avesse avuto il quorum e non fosse stato boicottato da Silvio Berlusconi. Ironia della sorte, proprio lui che definì quei referendum "comunisti" assiste oggi alla sconfitta di Bersani e D'Alema, non per merito suo, ma grazie alla svolta di Matteo Renzi.

Anzi, con 14 anni di ritardo Renzi fa quello che Silvio Berlusconi aveva nel 2000 promesso di fare, dopo aver proclamato il boicottaggio del nostro referendum, e che poi non ha fatto."

 

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