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Radicali Italiani - Primi Piani e comunicati
Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Aggressione Salvini. Viale (Radicali): Solidarietà a Salvini senza esitazione

Mar, 11/11/2014 - 19:06
08/11/14

Dichiarazione di Silvio Viale, esponente radicale e consigliere comunale a Torino:

"Proprio per la distanza dalle sue posizioni razziste, omofobe e illiberali non ho alcuna esitazione a esprimere solidarietà a Matteo Salvini per l'aggressione subita. Matteo Salvini ha il diritto di visitare un campo Rom. Alla sua legittima provocazione politica si deve rispondere con fermezza, ma senza violenza".

"L'aggressione fisica può forse soddisfare l'ego violento di qualcuno, individuale o collettivo che sia, ma è una palese manifestazione di debolezza. Se è pericoloso fare di ogni erba un fascio, come fa Salvini, bisogna evitare di difendere l'esistente, come se il superamento dei campi non debba passare attraverso una riduzione dell'illegalità che negli anni li ha fatti spesso diventare un baluardo di malaffare e criminalità organizzata. Che Salvini sbagli è una certezza, come è certo che non si possa perdonare agli aggressori questa dovuta solidarietà a Salvini".

Categorie: Politica

Rom, Magi: Cutini spieghi perché comune spende milioni di euro per un lager

Mar, 11/11/2014 - 17:26
11/11/14

Circa 300 persone, di cui più della metà minori, vivono accalcati in struttura senza fonti di luce naturale e d'aria. Interrogazione all'Assessore alle Politiche Sociali, Rita Cutini. Segnalazione alla Asl e ipotesi danno erariale.


Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e vicepresidente della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale

"Ieri, insieme all'Associazione 21 Luglio e a una delegazione della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato, ho visitato per la seconda volta la struttura definita "Best House Rom" in via Visso, dove oltre un anno fa 130 persone di etnia Rom, tra cui molti minori, sono stati trasferite dal campo della Cesarina per decisione dell'Assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale. Ma forse, più che trasferiti, bisognerebbe dire "deportate", visto che le condizioni di questa struttura, finanziata dal Comune e gestita dalla Coop. Soc. Inopera, sono paragonabili a quelle di un lager, in cui ogni famiglia vive accalcata in un'unica stanza di 12 mq senza finestre priva di fonti d'aria e luce naturale, con gravissimi rischi per la salute - fisica e psicologica - degli adulti e soprattutto dei bambini. Secondo la legge regionale, 12 mq è lo spazio che dovrebbe essere garantito a ciascun ospite, invece a Via Visso si vive in 2,5 mq a testa. Peggio che in un carcere, insomma, come ci hanno spiegato gli stessi ospiti del "Best House Rom", dove i servizi igienici sono estremamente carenti, mancano gli spazi comuni, le famiglie non hanno nemmeno la libertà di cucinare. Gli ospiti arrivati alla fine del 2013 dalla Cesarina si sono aggiunti alle comunità che già soggiornavano in questo che dovrebbe essere un centro di accoglienza temporanea.
A chiudere cerchio sono i costi esorbitanti e inaccettabili della struttura. Per questa vera e propria operazione di "segregazione razziale", il Comune di Roma ha speso nel 2013 più di 1 milione di euro dei cittadini romani e nel 2014 arriverà a spenderne oltre 2. La spesa è infatti di circa 600 euro al mese a persona. Una follia costosissima e illegale, di cui l'Amministrazione deve rendere conto ai cittadini, che pagano, agli organismi europei e internazionali, che vigilano sul rispetto dei diritti umani, e anche al Governo italiano, che nel 2012 ha adottato la Strategia Nazionale per l’Inclusione dei Rom, nella quale si escludono le politiche dei campi e altre forme di ghettizzazione. Per questo oggi stesso presenterò interrogazione all'Assessore Cutini, chiedendo che venga a riferire in aula e non per iscritto, per sapere se è a conoscenza che la struttura di Via Visso non possieda i requisiti di abitabilità essendo accatastata come magazzino; che non sia accreditata come struttura di accoglienza come previsto dalla legge regionale 41/2003, sempre per mancanza dei requisiti di legge necessari; se non ritenga che l'impegno di fondi pubblici, peraltro con affidamento diretto, per siffatta struttura non dia luogo a un danno erariale; cosa intenda fare l'assessore qualora confermi tutte queste circostanze.
Infine sarà mia cura informare la Asl competente della situazione del centro di via Visso.

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Bolognetti: "Pittela torni sui suoi passi, inizi a difendere per davvero la Basilicata e la smetta di proporsi come alfiere e difensore di una potente lobby"

Mar, 11/11/2014 - 09:26
11/11/14

Nuova del Sud, 10 novembre 2014

 

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani

 

Il nostro olio, l’oro verde di piante d’ulivo secolari è uno dei tanti tesori custoditi dalla Val d’Agri ed è un tesoro che rievoca tradizioni antiche.

Il nostro olio, quello dolce e profumato, che evoca sapori e tradizioni, colori e paesaggi.

E’ questo il nostro tesoro, il nostro futuro. Un futuro che nulla ha a che fare con barili e trivelle, buchi per terra e royalties utilizzate per comprare l’anima di una terra straordinaria qual è la nostra Basilicata.

Mentre a Potenza centinaia di persone gridavano la loro indignazione e dicevano stop al far west petrolifero della trimurti Renzi-Guidi-Pittella, in un angolo della Val d’Agri si rendeva omaggio alla terra e ai suoi generosi frutti. A Missanello ci si fermava per un week-end dedicato all’olio d’oliva.

Il futuro senza futuro, che qualcuno sta disegnando per la nostra Basilicata, noi lo rifiutiamo in nome di un altro “progresso”, rispettoso della natura, dei suoi cicli e di risorse che vanno tutelate e valorizzate.

Il nostro oro verde, le nostre acque, le nostre valli rappresentano il nostro futuro e non possono essere ulteriormente compromesse dalla folle e insensata ricerca di pochi barili di greggio.

Mentre a Potenza il Presidente Pittella continua a sventolare inesistenti successi, spacciando una resa incondizionata per conquista, dalle mura vaticane forte si è levato il grido del Papa in difesa del creato.

Il nostro Governatore provi ad ascoltare le voci della piazza e magari ascolti quella fastidiosa vocina che corrisponde al nome di coscienza.

Io oso sperare che Marcello Pittella torni sui suoi passi e inizi a difendere per davvero gli interessi della Basilicata, delle sue genti e la smetta di proporsi come alfiere e difensore degli interessi di una potente lobby.

Rifletta, signor Governatore, e si chieda se sia giusto e sensato l’assalto petrolifero legalizzato dal Governo Renzi e se gli indubitabili rischi connessi alle attività estrattive siano ricompensati da innegabili vantaggi.

La risposta è una e una soltanto, per dirla con Leonardo Maugeri, stante la scarsità di riserve di greggio di cui disponiamo non ha “senso affannarsi nello sfruttamento di risorse interne poiché il mercato internazionale è aperto e ricco di fornitori e si può tranquillamente coprire il fabbisogno interno con importazioni”.

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Roma. Devetag: nasce "Liberi con una firma" contro i circhi che sfruttano animali

Mar, 11/11/2014 - 01:45
11/11/14

Comunicato di Maria Giovanna Devetag, segretaria di “Parte in Causa”, per il lancio della raccolta firme contro l'attendamento dei circhi che impiegano animali:

"L’associazione radicale antispecista 'Parte in Causa', assieme alle associazioni romane 'Coordinamento Antispecista' e 'Per Animalia Veritas', ha lanciato 'Liberi con una firma', una campagna che interessa il comune di Roma Capitale, volta a disincentivare l’attendamento di circhi che impiegano animali all’interno di tutto il territorio comunale, nonché a dare applicazione alle direttive sul mantenimento in cattività delle specie selvatiche ed esotiche contenute nella normativa Cites".

"Lo strumento che abbiamo scelto per la nostra campagna - a proseguito la Devetag - è la Delibera di iniziativa popolare, istituto previsto dagli art. 6 e 8 dello Statuto di Roma Capitale nell’ambito degli strumenti previsti per favorire la partecipazione popolare alla vita del Comune. Il comitato per un Circo Senza Animali, formato dalle tre associazioni promotrici della delibera, ha depositato il testo il 20 ottobre scorso presso gli uffici competenti del Campidoglio. Lo stesso giorno è partita la raccolta firme, con l’obiettivo di raccoglierne 5mila nell’arco di tre mesi, affinché la delibera possa essere votata dall’Assemblea capitolina".

L'esponente radicale ha poi concluso: "La raccolta firme terminerà il 20 gennaio. Chiunque voglia sostenere la campagna è invitato a visitare il sito www.libericonunafirma.org. Dal sito è possibile scaricare il testo completo della delibera, avere informazioni (aggiornate settimanalmente) sull’ubicazione dei punti di raccolta firme ed è anche possibile versare un contributo per aiutare il Comitato a sostenere le spese della campagna".

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Fecondazione, Filomena Gallo: Ministro aggiorni subito linee guida e avvii campagna di informazione

Lun, 11/10/2014 - 17:31
10/11/14

 

Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il Partito radicale 

    Dopo le prime gravidanze presso un centro privato di Pma di Roma rese note lo scorso 21 luglio, oggi è stata pubblicata sia l'intervista ad una delle coppie per cui la gravidanza prosegue,  i centri italiani-sia privati che pubblici -  stanno applicando la tecnica eterologa ( mentre fino al 2004 era possibile solo nel privato).    Finalmente tante coppie sterili potranno provare ad avere un bambino in Italia grazie ad un dono di gameti. Chiediamo al ministro Lorenzin che aggiorni ora e senza indugi le linee guida sulla legge 40 e con il Governo predisponga campagne informative sulla sulla donazione di gameti per aiutare chi non ne ha più ad avere un bambino e sulla  prevenzione della sterilità e infertilità, sia femminile che maschile

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Non c'è Pace Senza Giustizia: 20 anni di lotta all'impunità

Lun, 11/10/2014 - 16:32
10/11/14 Roma, 10 novembre 2014 - Venti anni fa nasceva Non c'è Pace Senza Giustizia, un comitato di parlamentari, sindaci e cittadini, costituito su iniziativa del Partito Radicale con il mandato di lanciare una campagna internazionale per la creazione di una Corte Penale Permanente dopo l'esperienza dei Tribunali ad hoc.   Cè voluto quasi un decennio di mobilitazione a tutti i livelli perché questo primo segmento di giustizia penale internazionale fosse istituito e iniziasse a funzionare, sia come suprema istanza giurisdizionale in casi di genocidio, crimini e guerra e crimini contro l'umanità, sia come deterrente rispetto alla commissione di tali atrocità.   Non c'è Pace Senza Giustizia vuole celebrare il suo ventesimo anniversario nel corso di una conferenza che faccia un bilancio dei primi dieci anni di attività della Corte Penale Internazionale, delle sfide e opportunità che la Corte si trova ad affrontare nell'esercizio del suo mandato, in particolare rispetto alla cooperazione da parte degli Stati e alla complementarità rispetto alle giurisdizioni nazionali.   La conferenza XX anniversario di Non c'è Pace Senza Giustizia: sfide e opportunità per la Corte Penale Internazionale si aprirà giovedì 13 novembre 2014 alle ore 9.00 presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica e proseguirà nel pomeriggio, a partire dalle 14.00 presso la Commissione Difesa del Senato.  I lavori saranno aperti dal Presidente del Senato Pietro Grasso e da Emma Bonino, fondatrice di Non c'è Pace Senza Giustizia, e vedranno la partecipazione di diverse personalità tra le quali James Kirkpatrick Stewart, vice-Procuratore della Corte Penale Internazionale.     Il programma è disponibile sul sito www.npwj.org  

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Rom. Magi: da Salvini spot elettorale, ma campi sono frutto di politica emergenziale di Maroni e business per cooperative e associazioni, intanto UE condanna e cittadini pagano

Sab, 11/08/2014 - 19:39
08/11/14

I campi rom ormai sono da anni una vera S.p.A.. Basterebbe realizzare i progetti anti-segregazione di altre città europee, utilizzando anche i fondi strutturali dedicati alla conversione dei campi in progetti d'inserimento abitativo

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma

La chiusura dei campi rom non è una richiesta della Lega Nord. E' invece l'obiettivo della Strategia nazionale di inclusione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, che nel 2012 ha recepito le linee guida della Commissione europea che prevedono il superamento dei campi. Obiettivo ribadito pochi giorni fa nella lettera inviata dalla Commissione Ue al Governo italiano. Una strada chiara e non negoziabile, da perseguire a Roma, Napoli, Bologna e nelle altre città che hanno visto la nascita di piccoli e mega-campi monoetnici.
Il superamento dei campi è un traguardo raggiungibile, basta confrontarsi con situazioni analoghe risolte con successo in altre città europee anche grazie all'uso dei fondi strutturali della Comunità, fondi che non vengono neppure richiesti dall'Italia.
Per questo a partire da Roma - dove per appena 1200 famiglie rom la gestione dei campi ha comportato un esborso di risorse pubbliche pari di ben 25 milioni di euro solo nel 2013 - abbiamo proposto al sindaco Ignazio Marino, un piano di conversione delle risorse pubbliche attualmente impiegate nella gestione dei campi e dei servizi annessi, in percorsi concreti di carattere abitativo e lavorativo sul modello proposto dalle linee di finanziamento europeo. Solo così sarà possibile realizzare nella Capitale la reale discontinuità con le amministrazioni precedenti, inclusa quella di Alemanno che oggi denuncia quegli interessi che le sue politiche sui campi, costose e dannose, hanno assecondato e foraggiato per anni.
Ai centri sociali chiediamo  di cominciare finalmente a rifiutare questo piano di discussione completamente falsato. A Matteo Salvini e alla Lega invece ricordiamo la sentenza del Consiglio di Stato (ribadita dalla Corte di Cassazione) che ha dichiarato illegittimo il decreto sullo stato di emergenza: un decreto a firma Maroni, che ha consentito negli anni scorsi, da una parte di avere fondi milionari e adottare atti in deroga alle leggi, dall’altra di creare l’allarme sociale da usare a fini elettorali.
Sono proprio le loro politiche securitarie, insieme alla spinta affarista di cooperative e associazioni - che non hanno la credibilità per parlare di integrazione - e all'ottusità di certa sinistra, a determinare spese per centinaia di milioni di euro per un sistema fallimentare su cui grava il rischio imminente di una pesante condanna da parte dell'Ue. Condanna che peserà anch'essa sulle tasche dei cittadini italiani. Impedire l'integrazione è servito sia a destra che a sinistra, a tutti, tranne ai cittadini rom e a tutti i cittadini che pagano le tasse.

 

 

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Fondazione CRCuneo. Valerio Federico, Radicali: una girandola di conflitti di interesse e crollo erogazioni in cinque anni con placet politica. #Sbanchiamoli!

Gio, 11/06/2014 - 15:30
06/11/14

Dichiarazione di Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani:

"Quasi tutto il CdA della Fondazione CRCuneo indagato per frode fiscale, ostacolo alle attività di vigilanza e appropriazione indebita. Alcune di queste persone sono lì grazie anche dalla politica. Attendendo gli esiti delle indagini, quello che emerge - come per altri scandali che hanno coinvolto le Fondazioni di Mps, Carige, Tercas e altre – è il legame proprietario tra questi enti politicizzati e le banche, dove i nominati, sempre gli stessi, si scambiano le poltrone tra le fondazioni e le banche. Come nel caso della Fondazione di Cuneo, azionista sia di Banca Regionale Europea che di Ubi Banca. Intessendo inoltre rapporti trasversali tra organismi decidenti e controllanti".

"Si legge nei documenti di bilancio della Fondazione CRCuneo 2013: 'Il Patrimonio viene gestito [...] rispettando criteri prudenziali e di diversificazione del rischio, con l’obiettivo [...] di generare una redditività adeguata'. A parte i reati ipotizzati, quello che è certo - aggiunge il dirigente di Radicali Italiani - è che gli investimenti in Banca Regionale Europea e in Ubi Banca non hanno generato 'una redditività adeguata', ma sono serviti solo a mantenere le banche nelle mani della politica, danneggiando sia le banche stesse che la Fondazione. Esemplare il dato delle erogazioni al territorio - che dovrebbe essere l’attività istituzionale delle Fondazioni –, diminuite tra il 2008 e il 2013 di 1/3 senza che questo destasse scalpore".

"La politica deve regolare i mercati, e non controllare gli attori finanziari. La finalità dei partiti di raccogliere il consenso, non è compatibile con le finalità di un’impresa e di una banca, che è quello di massimizzare il valore e accrescere la redditività. La politica si limiti a dettare le regole e liberi le banche dall'abbraccio delle Fondazioni". 

"Per far ripartire il sistema dell’impresa e degli investimenti è più che mai urgente che le Fondazioni bancarie escano dal capitale azionario degli istituti di credito. Questa è la nostra proposta, contenuta nella campagna '#Sbanchiamoli - Fuori i partiti dalle banche. Credito a chi lo merita’", ha detto in conclusione Federico. Tutti i materiali della campagna sono visibili sul sito di Radicali Italiani www.radicali.it/banche .

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Rom/Bernardini-Magi: 20 anni di politica fallimentare per bilancio e risultati. Rischio condanna UE sia spinta decisiva per discontinuità

Mar, 11/04/2014 - 18:46
04/11/14

"La lettera inviata dalla Direzione Generale Giustizia della Commissione Ue

al Governo italiano è un'ulteriore conferma di quanto noi Radicali denunciamo con forza da anni, cioè che tutti gli interventi emergenziali sulle politiche abitative dei cittadini di etnia rom finora adottati sono contrari ai diritti fondamentali", lo dichiarano in una nota Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, e Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma.   "Dopo le preoccupazioni espresse dal Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa - continuano - finisce ufficialmente sotto i riflettori dell’Ue la situazione del campo nomadi La Barbuta, a Roma: un luogo 'molto remoto e non accessibile, e dotato di recinti e impianti di sorveglianza', progettato e realizzato a seguito della proclamazione dello 'stato di emergenza' poi dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato. Nelle settimane scorse abbiamo denunciato il progetto che si stava definendo per La Barbuta, che vede coinvolti la Leroy Merlin Italia e la Comunità di Capodarco di Roma. Aderiamo dunque alla campagna di mobilitazione pubblica e di pressione nei confronti di Leroy Merlin Italia lanciata oggi dall’Ass. 21 luglio per chiedere all’azienda di non farsi coinvolgere nella creazione dell'ennesimo ghetto a Roma che aggraverebbe in modo definitivo la situazione e anche il giudizio dell’Unione europea.   L’“emergenza nomadi” proclamata sulla spinta dell’allarme mediatico, ha consentito negli anni scorsi da una parte di avere più fondi e adottare atti in deroga alle leggi, dall’altra di creare l’allarme sociale da usare a fini elettorali. In questo - osservano Bernadini e Magi - la situazione dei rom in Italia rappresenta perfettamente il Regime partitocratico trasversale che governa il nostro Paese.   In Italia, ma in particolare a Roma, permane un sistema di campi - per durata e indotto - unico in Europa. Nella Capitale infatti, sebbene riguardi appena 1200 famiglie, la gestione dei campi ha comportato un esborso di risorse pubbliche pari di ben 25 milioni di euro solo nel 2013 , con risultati disastrosi di inclusione sociale, lavorativa, abitativa.   Il rischio di una nuova condanna dell’UE che incombe sull'Italia, con ulteriori aggravi sul bilancio dello Stato, deve spingere l’Amministrazione di Roma Capitale ad adottare pienamente la Strategia nazionale di inclusione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, che nel 2012 ha recepito le linee guida della Commissione europea dove è chiaramente indicato l’obiettivo del superamento dei campi rom. Un obiettivo non negoziabile, da perseguire con l'immediata conversione delle risorse pubbliche attualmente impiegate nella gestione dei campi, e dei servizi annessi, in percorsi concreti di carattere abitativo e lavorativo.   Solo cosi sarà possibile assicurare una drastica inversione di rotta, dopo un ventennio di politiche fallimentari. È ora di affrontare questo problema come si affrontano nelle grandi città i problemi abitativi dei baraccati e degli indigenti, al di là della loro etnia, con soluzioni come l'housing sociale e la fine della discriminazione nell'accesso alle case popolari per i cittadini italiani di etnia rom che ora vivono nei campi.   Sul lato del Governo e del Parlamento, rappresenterebbe un forte e significativo cambiamento l'approvazione del disegno di legge -presentato dai radicali nelle scorse legislature- per l'estensione delle disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche alle minoranze dei Rom e dei Sinti", concludono.

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Risultati del XIII Congresso di Radicali Italiani - Presidenza, Segreteria, Tesoreria, Comitato nazionale

Mar, 11/04/2014 - 18:07
04/11/14

Lo scrutinio delle schede di votazione del XIII Congresso di Radicali Italiani ha avuto inizio alle ore 18.27 del giorno 2 novembre 2014. È stata riscontrata la presenza nelle urne di 197 schede, con il seguente esito:

 

 

 

 

Presidente

Magi 82 preferenze ELETTO

Viale 61 preferenze

Arconti 47 preferenze

Bianche 3

Nulle 4

 

Segretario

Bernardini 97 preferenze ELETTO

Sterzi 64 preferenze

Tosoni 3 preferenze

Bianche 16

Nulle 17

 

Tesoriere

Federico 121 preferenze ELETTO

Beltrandi 65 preferenze

Bianche 7

Nulle 4

 

Revisori dei conti

Bonano 77 preferenze ELETTO

Macchioni 49 preferenze ELETTO

Zanella 39 preferenze ELETTO

Natangeli 35 preferenze

Merenghi 9 preferenze

 

Si è successivamente proceduto allo scrutinio delle preferenze per il Comitato nazionale. Il conteggio Alle 22.35 si sono conclusi i lavori portando i seguenti risultati (sono eletti i primi 60):


Nb: Il totale è stato inserito a scopo puramente indicativo, non influisce sulla graduatoria.

 

  Cognome e Nome Ordine delle preferenze Totale     1 2 3 4 5   1 Barazzetta Claudio 6 4 6 2 1 19 2 Simi Giulia 6 1 1 2 1 11 3 Crivellini Giulia  5 5 5 6 9 30 4 D'Anna Giovanni (Gionny) 5 3 5 1 1 15 5 Di Carlo Alessio 5 3 4 1 2 15 6 Lipparini Lorenzo 5 2 4 3 1 15 7 Bacaro Demetrio 4 4 2 1 2 13 8 Osmetti Claudia 4 4 1 2 4 15 9 Zambrano Manuela 4 3 4 4 2 17 10 Rossodivita Giuseppe 4 2 3 2 1 12 11 Viale Silvio 4 1 1     6 12 Boilini Dario 3 5 2 2 3 15 13 Staderini Mario  3 3 4 6 5 21 14 Turco Maurizio 3 3 3 4 4 17 15 Berardo Rocco 3 3 2 8 4 20 16 D'Elia Sergio 3 2 4 3 2 14 17 Cianfanelli Deborah 3 2   3 4 12 18 Bove Luca 3 1 3 3 1 11 19 Alterio Giuseppe 3 1 3   4 11 20 Palazzi Marta 3 1 2 4 3 13 21 Lensi Massimo  3 1 1 1   6 22 Ceradini Vittorio 3 1 1   2 7 23 Di Masci Roberto 3   3 3   9 24 Furgiuele Andrea 3   2 2 1 8 25 Ferrante Fabrizio 3         3 26 Pauciulo Alfredo 2 7 4 4 2 19 27 Farina Coscioni Maria Antonietta 2 5 6 5 1 19 28 Soldo Antonella 2 5 2 2 4 15 29 Spagnoletti Aldo  2 5   1 1 9 30 Spadaccia Francesco 2 4 2 1   9 31 Stango Antonio 2 4 1 6 2 15 32 Santarossa Stefano 2 4 1 4 2 13 35 Iervolino Massimiliano 2 3 6     11 36 Kusterman Cristiano Lorenzo 2 3 2 2   9 33 Ciccarelli Gianmarco 2 3 1 2   8 34 Cianci Fabrizio 2 3 1 1   7 37 Devetag Maria Giovanna 2 2 4 4 4 16 38 Martucci Emilio 2 2 2 4 2 12 39 Angioli Matteo  2 2 2 3 5 14 40 De Gioellis Diego 2 2 1 1 1 7 41 Mainardi Matteo 2 1 3 2 4 12 42 Rossi Alexandre  2 1 2 2 1 8 43 Migliori Michele 2 1 2 1   6 44 Strik Lievers Lorenzo 2 1 2 1   6 45 Casu Antonella 2 1 1 3 2 9 46 De Falco José 2 1 1 3 2 9 47 Molinari Leonardo 2 1 1 2 5 11 48 Ariano Mariano 2 1 1 1   5 49 Biagini Aldo 2 1 1   1 5 50 Giustino Mariano 2 1 1     4 51 Rossi Angelo 2 1 1     4 52 Lucchiari Maria Grazia 2 1     1 4 53 De Martino Adinolfi Carmine 2 1       3 54 Valbonesi Ilari 2 1       3 55 Urso Antonino 2   3   1 6 56 Criscuolo Rosa 2   2 3 5 12 57 Candido Giuseppe 2   1 2   5 58 Monti Gabriele 2   1 2 1 6 59 Magaletti Nicola 2   1     3 60 Levi Franco 2     2 5 9 61 Recupero Luigi  2         2 62 Bonvicini Barbara 1 12 4 4 5 26 63 Mazzotta Luigi 1 4 1 2 1 9 64 Buzzegoli Maurizio 1 3 5 2 2 13 65 D'Andreti Antonella  1 3 3 1 1 9 66 Cenni Lorenzo 1 3 1 2 1 8 67 Minieri Michele 1 3 1 1 1 7 68 Di Nanna Vincenzo 1 3 1   1 6 69 Da Re Mattia 1 3   2 1 7 70 Scandola Leonardo Johnson  1 2 4 2 2 11 71 Tosoni Nicolino 1 2 3 1 3 10 72 Arconti Laura 1 2 2     5 73 Grifoni Ariberto 1 2 1 1   5 74 Focas Pier Giorgio 1 2 1     4 75 Di Leo Giuseppe 1 2   2   5 76 Latorraca Michele 1 2     2 5 77 Quintieri Emilio Enzo 1 2       3 78 Briganti Anna 1 1 3 3 1 9 79 Belelli Marco (Divino Otelma) 1 1 3 1 1 7 80 Scognamiglio Rosario 1 1 2 2 1 7 81 Testa Irene 1 1 2 1 1 6 82 Harth Laura 1 1 1 2 3 8 83 Pasquariello Francesco 1 1 1 2 2 7 84 Paesani valentino  1 1 1     3 85 Patavino Luca 1   4 1 5 11 86 Guatteri Raoul 1   4     5 87 Vecellio Valter 1     2 1 4 88 Dentamaro Gaetano 1         1 89 Flore Renzo 1         1 90 Zamparutti Elisabetta   5 2 2 4 13 91 Spena Domenico   2   3 2 7 92 Capano Michele   1 4     5 93 Mastroviti Francesco   1 1 2   4 94 Beltrandi Marco   1 1     2 95 Radicioni Francesco   1 1     2 96 Biancardi Guido   1       1 97 Raciti Zelda           0
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Eutanasia/Vaticano: Cappato a Carrasco De Paula, da Vaticano passo avanti nel rispetto delle coscienze, ma dignità non è imporre sofferenze

Mar, 11/04/2014 - 16:14
04/11/14

Dichiarazione di Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni

Il Presidente della Pontificia accademia per la Vita, mons. Carrasco de Paula, ha espresso condanna per il "gesto in sé" del suicidio assistito, che definisce come "un'assurdità". 
Prendo atto della volontà di Carrasco De Paula di non "giudicare le persone", a partire dal caso Brittany, e di fermarsi davanti al "santuario" della coscienza individuale. E' un passo avanti rispetto al Vaticano di Ruini, ad esempio sul caso Welby. Ma anche la questione del "gesto in sé" rimanda alla questione delle singole persone in carne ed ossa che affrontano condizioni di malattia e sofferenza. A tali persone, infatti, una volta garantite tutte le azioni di assistenza e di supporto, di fronte a una loro reiterata volontà di interrompere la vita, non si può che dare una delle due risposte: la prima è quella di rispettare la loro scelta, la seconda è quella di imporre una scelta decisa da altri. 
La parola "dignità", evocata dal Presidente dell'accademia pontificia, è un termine ambiguo, che noi preferiamo non usare perché sembra richiamare la possibilità di un giudizio oggettivo e superiore. Come associazione Luca Coscioni preferiamo parlare di libertà ed autodeterminazione, rimandando al giudizio del singolo sull'opportunità o meno del proprio morire: quella "morte opportuna" della quale parlavano il teologo Pohier e Welby. 
Non vi è certamente "dignità" -ed è anzi indegno dei Paesi civili- nel sequestrare alle persone la libertà e responsabilità di scelta.    

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Segretario, Tesoriere, Presidente

Lun, 11/03/2014 - 23:04
03/11/14 Rita Bernardini - Segretario di Radicali Italiani

È il responsabile politico del Movimento, di cui ha la rappresentanza legale. Adotta i provvedimenti e le iniziative necessarie per conseguire gli obiettivi del Movimento e convoca il Congresso degli iscritti.

 

Valerio Federico - Tesoriere di Radicali Italiani

il rappresentante legale del Movimento in tutte le attività economico-finanziarie. È responsabile della gestione amministrativa e della politica finanziaria del Movimento e ne apre e gestisce i conti correnti bancari e postali.

 

Riccardo Magi - Presidente di Radicali Italiani

Presiede il Congresso, che si svolge con cadenza annuale, convoca il congresso straordinario e fa parte di diritto della Direzione.

 

Le tre cariche sono state elette dal XIII Congresso di Radicali Italiani, svoltosi a Chianciano Terme tra il 30 ottobre e il 2 novembre 2014. Il Congresso di Radicali Italiani per statuto si riunisce ogni anno agli inizi di novembre.

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Radicali, Magi: Grazie per elezione a Presidente. Buon 2015 radicale a tutti

Lun, 11/03/2014 - 18:53
03/11/14

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani

Grazie davvero a tutti gli iscritti per la mia elezione a Presidente di Radicali Italiani. E grazie anche a tutti coloro che hanno partecipato al Congresso, contribuendo a un dibattito vivo e di alto livello. A tutti coloro che si chiedono se i Radicali esistano ancora, a tutti quelli che vedono ormai superata la vicenda politica di Radicali italiani, i compagni storici e nuovi, riuniti a congresso, hanno risposto con grande vitalità e passione che la nostra analisi è valida e più che mai attuale. Se portate all'interno del dibattito pubblico e conosciute, le proposte radicali su temi fondamentali per la vita dei cittadini, non solo italiani - dalla giustizia all'economia, dall'ambiente ai diritti umani e civili -  potrebbero fare la differenza nella conquista di quelle riforme democratiche, federaliste, laiche non più rinviabili e maggioritarie. Le nostre analisi e proposte sono invece espulse dal dibattito e vietate ai cittadini. Da qui dovremo ripartire tentando di sfruttare tutte le contraddizioni che emergono da un sistema politico antidemocratico, prepotente quanto al collasso.

Da militante Radicale, con la segretaria Rita Bernardini e il tesoriere Valerio Federico,  lavorerò con determinazione, e insieme a tutti gli iscritti e militanti, per raggiungere gli obiettivi della mozione che abbiamo approvato. 

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Milano: il Consiglio accoglie la proposta radicale di pubblicare gli audiovideo delle sedute in formato aperto e scaricabile

Lun, 11/03/2014 - 18:32
03/11/14

 

Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo   Il Consiglio comunale di Milano ha accolto (31 favorevoli 8 astenuti) la delibera di iniziativa consigliare da me proposta a nome del Gruppo Radicale - federalista europeo per disciplinare le riprese delle sedute degli Organi collegiali del Comune di Milano. Con questa decisione, i file delle riunioni (incluse le riunioni di commissioni) dovranno restare per almeno 5 anni pubblicate in formato aperto e liberamente scaricabile sul sito del Comune. Si fa così compiere un salto di qualità nelle possibilità da parte del cittadino di accedere alle riunioni e ai dibattiti istituzionali e controllare il lavoro degli eletti in Consiglio comunale.

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Mozione Generale del 13° Congresso di Radicali Italiani

Lun, 11/03/2014 - 18:06
03/11/14

Il 13° Congresso di Radicali Italiani, riunito a Chianciano dal 30 ottobre al 2 novembre,

  Ribadisce l’analisi sull’ormai settantennale regime italiano, sempre più connotato dalla negazione sistematica di diritti civili politici e, quindi, umani, a partire dal diritto dei cittadini a conoscere per deliberare. A tal proposito individua come evento fondamentale la denuncia contro lo Stato italiano, presentata il 2 ottobre 2014 alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dall’Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella, per il tramite dello studio legale del prof. avv. Andrea Saccucci, per l’avvenuta violazione di ben due articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art.6 e art. 10) a seguito del comportamento della Rai, dell’Autorità per le Garanzie nella Comunicazioni e del Tar Lazio. Tale comportamento ha realizzato, nel corso di molti anni, una negazione del diritto dei cittadini alla conoscenza completa del dibattito politico ottenuta mediante la pervicace e dolosa cancellazione delle proposte, delle iniziative e dei soggetti politici radicali.   Riafferma i connotati di Radicali Italiani come soggetto costituente del Partito Radicale, a partire da quelli transnazionale, transpartitico e nonviolento affinché vivano nei fatti, nelle idee, negli obiettivi anche dell’azione radicale in Italia.   Sostiene la campagna del Partito Radicale per il diritto umano alla conoscenza, che ha tratto origine dalla iniziativa “Iraq libero: unica alternativa alla guerra” e si impegna a sviluppare l’azione politica in Italia su questi temi.   Saluta l’intervento di Papa Francesco del 23 ottobre scorso rivolto ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale, quale vera e propria “lezione magistrale” di respiro universale e di straordinario valore umanistico, politico e giuridico, nella quale Papa Bergoglio ha anche denunciato come una “forma di tortura” l’isolamento nelle cosiddette “prigioni di massima sicurezza”, utilizzate in particolare per i terroristi o per i criminali più pericolosi, con evidente riferimento anche al regime di 41 bis che si applica in Italia. E’ un solenne messaggio che è stato di fatto censurato dagli organi d’informazione.   Impegna il Movimento a proseguire l’iniziativa, anche a livello giurisdizionale in sede nazionale ed europea, per sollevare la questione di legittimità della “pena di morte nascosta” quale è l’ergastolo, oltre che della durata della permanenza in condizioni di isolamento.     Rilancia la battaglia per l’amnistia e l’indulto quali unici provvedimenti strutturalmente in grado di riportare nella legalità l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese e l’esecuzione delle pene detentive inflitte o della custodia cautelare in carcere che continuano ad essere inumani e degradanti. Tali proposte di rientro nella legalità costituzionale e sovranazionale, contenute nel messaggio solenne del Presidente Napolitano dello scorso anno, sono state totalmente ignorate dal Parlamento, benché ribadite anche a seguito di una visita ispettiva effettuata nel luglio scorso dal Gruppo di Esperti ONU sulla Detenzione Arbitraria.   Il Regime italiano si fonda su infrastrutture giuridiche inefficienti e strumentali alla sua continua rigenerazione, con un intreccio di interessi convergenti tra economia, finanza, politica e mezzi di comunicazione. Questo sistema regge anche grazie all’uso politico di banche, sussidi, società pubbliche e grandi gruppi privati e all’uso da parte delle strutture economiche della politica e degli apparati di partito. Da Salvemini a Maranini, Ernesto Rossi e Marco Pannella, le strutture economiche create dalla partitocrazia di ieri e di oggi sono state parte integrante dell’analisi Radicale. La rimozione dal dibattito pubblico dei reali dati macroeconomici che spiegano il declino del Paese e il fallimento della partitocrazia, presentati dal professor Baldassarri,  sono la pratica partitocratica mediante la quale si è garantita la perpetuazione del Regime a danno dei cittadini contribuenti elettori, ed è un ulteriore elemento della negazione del diritto alla conoscenza.  A partire dall’analisi e le proposte di riforma fatte negli anni dal Movimento sull’universo delle società partecipate - casa della nuova partitocrazia –, proseguendo con la critica all’assetto proprietario delle banche contenute nella campagna “#Sbanchiamoli! Fuori i partiti dalle banche”-, istituti ancora in mano agli apparati dei Partiti grazie allo schermo garantito dalle Fondazioni - e su quella denominata “#Menoinquinomenopago” contenente la critica agli incentivi statali concessi ai c.d. grandi energivori mirante all’abrogazione dei sussidi alle imprese, in particolar modo a quelle che consumano ambiente e benessere, sono nel solco della pluridecennale attività di contrasto Radicale e liberale al sistema anticoncorrenziale e non competitivo che caratterizza la specificità italiana, ancor oggi definibile come “Capitalismo inquinato”. A queste iniziative già avviate, si aggiungono le proposte di riforma economica contenute nel documento di Marcello Crivellini dal titolo “Debito pubblico: da rischio di commissariamento del paese a occasione di crescita e modernizzazione” presentato e valorizzato nel corso dei lavori congressuali. La comprovata vulnerabilità sismica e l'obsolescenza di una larga parte delle costruzioni italiane necessita di iniziative per realizzare il rinnovamento del patrimonio edilizio italiano, coinvolgendo anche l'imprenditoria privata con premi di cubatura ed incentivi. In questo modo, poiché la crisi ha duramente colpito il settore edilizio, è possibile contribuire allo sviluppo economico del Paese. La realizzazione di costruzioni sismoresistenti, a basso consumo energetico, ecocompatibili, realizzate senza il consumo di ulteriore suolo fertile, sono iniziative da realizzare proponendo nuove regole che garantiscano equità nell'accesso agli appalti pubblici ed il coordinamento del settore edilizio ad opera di un unico ministero   Registra come ulteriore strumento d’iniziativa l’esposto, predisposto dall’avv. Deborah Cianfanelli,  presentato presso la Corte dei Conti al fine di avviare una indagine giudiziaria volta a quantificare il danno erariale causato dalle condanne subite dallo Stato Italiano per le violazioni relative agli articoli 3 e 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.   La crisi economica finanziaria del 2007/2008 e soprattutto quella relativa ai debiti sovrani ha reso ancora più evidente l’inadeguatezza della attuale governance dell’eurozona. Ciò genera due problemi strutturali. Il primo attiene al deficit democratico che rianima antichi ed inefficaci nazionalismi. L’Europa, infatti, per poter contrastare il crollo economico, ha scelto di concentrare nuovi poteri presso le proprie istituzioni, affinché con un’azione calata dall’alto si arrivasse a regole di bilancio e monitoraggio più rigorose. La “legislazione dell’emergenza” ha permesso altresì che ulteriori spazi di sovranità venissero delegati ad alcuni membri della Commissione europea, ai componenti del Consiglio Europeo, alla Bce e ai vertici del Fmi. Il tentativo di gestire, senza governare, la crisi, ha eroso sempre   più gli spazi democratici, tant’ è che non esiste alcun organo elettivo — nemmeno il Parlamento Europeo — che possa interferire con le decisioni prese da questi soggetti. Il secondo riguarda la mancanza di una politica comune capace di affrontare la globale recessione europea. Infatti la politica monetaria, finanche espansionistica, può ben poco senza un governo unico dell’economia e delle principali politiche pubbliche. L’assenza di un Tesoro federale munito del potere di tassazione e di spesa, capace di agire anche come controparte indispensabile agli interventi emergenziali e all’attivismo della Banca Centrale, ha reso ancora più drammatica l’avvitamento economico. Tutto ciò ritenuto il Congresso ritiene l’analisi radicale contenuta sia nel documento “Una Federazione leggera per gli Stati Uniti d'Europa?” e quella emersa dagli atti del   convegno “Stato di diritto contro Ragion di Stato” promosso dal PRNTT come un indispensabile strumento di conoscenza e di lotta politica. Il Congresso afferma come l’Europa sia di fronte ad un bivio. O si giunge agli Stati Uniti d’Europa o si riaffermeranno le istanze nazionaliste. La soluzione è il federalismo europeo, laddove ad ogni ulteriore cessione di sovranità corrispondano quegli spazi democratici necessari alla costituzione   di una Europa Politica. a tal fine impegna il Movimento: a predisporre - anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni Radicali e degli iscritti al Movimento – iniziative per: documentare i benefici di una federazione leggera con politiche comuni su materie quali l’economia, difesa, ricerca, politica estera ed energetica; denunciare lo scandalo dell’uso dei fondi UE spesso male o sotto utilizzati; proporre l’attivazione del “Diritto d'iniziativa dei cittadini europei” (attivabile anche on line).   Richiama altresì il ricorso dell’avv. Niccolò Paoletti sul Rischio Vesuvio (e quello in via di ultimazione e deposito sui campi Flegrei) che su spinta di Marco Pannella è stato presentato in marzo da abitanti della “zona rossa” alla Corte Edu per denunciare l’inerzia delle autorità competenti le quali non hanno adottato “le misure, legislative e provvedimentali, adeguate a fronteggiare un evento dannoso che non è incerto se si verificherà ma solo quando si verificherà", come prevede ormai l’intera comunità scientifica. Non solo. Anche la Corte dei Conti è stata investita della questione con un esposto per “danno erariale” predisposto dall'avv. Deborah Cianfanelli denominato “danno da disservizio” a carico da una parte dei vertici della Protezione Civile, e, dall’altro, dei membri della Commissione istituita in relazione all’emergenza Vesuvio, in primis gli Amministratori locali coinvolti (Comuni, Provincia, Regione), che per oltre venti anni non hanno adottato le misure necessarie a fronteggiare l’emergenza, nonostante le risorse impiegate (sia umane che strumentali).   Ringrazia il Prof. Marcello Crivellini per la elaborazione dello straordinario documento dal titolo “debito pubblico: da rischio commissariamento del paese a occasione di crescita e modernizzazione”, che attualizza in modo molto efficace quel che lo Stato avrebbe dovuto fare nei decenni passati per il governo del debito pubblico e del paese se solo i radicali fossero stati ascoltati e ai cittadini consentito di conoscere le loro proposte per evitare lo stato di bancarotta.   Impegna il movimento a perseguire l'attivazione degli strumenti di iniziativa popolare e referendaria a qualsiasi livello -dall'Unione europea fino all'azione popolare giudiziaria, passando per le istituzioni nazionali, regionali e locali- per inserire nell'agenda politica le proposte di rivoluzione liberale e federalista e per affermare il diritto dei cittadini a conoscerle e sottoscriverle; a tal fine impegna gli organi dirigenti: - ad investire i Consigli regionali delle proposte di referendum abrogativi delle norme illiberali in materia di giustizia, istituzioni, immigrazione, libertà civili ed economiche, a partire da quanto ancora attuale degli 11 quesiti dei comitati Giustizia giusta e Cambiamo noi, con l'obiettivo di trovare almeno 5 Consigli che approvino la richiesta di convocazione dei referendum; - a individuare proposte di iniziativa popolare e referendaria ad ogni livello sugli obiettivi del movimento, da attivare sia attraverso le raccolte firme sia la decisione di organi istituzionali, come nel caso dei referendum regionali convocati dai Comuni; - a promuovere a tal fine la convocazione per i mesi di aprile, maggio e giugno 2013 di una una stagione di raccolta firme straordinaria sulle proposte che   saranno state nel frattempo fatte proprie dal movimento, e anche su proposte di altri sulle quali comunque si riterrà di voler consentire ai cittadini di esprimersi - a farsi promotori -alfine di rafforzare le possibilità di attivazione di tali strumenti- della creazione di una Lega per l'iniziativa popolare che unisca coloro che ritengono urgente rimuovere gli ostacoli normativi e burocratici che impediscono l'effettivo esercizio dei diritti di partecipazione democratica, a partire dal diritto alla conoscenza per arrivare alla possibilità dell'esercizio anche per via telematica di tali diritti.   Il congresso impegna gli organi del movimento, e invita tutti gli iscritti, i militanti e i cittadini a sostenere l’iniziativa di disobbedienza civile condotta da Rita Bernardini, Laura Arconti e Marco Pannella che nelle settimane scorse hanno seminato e coltivato piantine di marijuana che poi nei giorni del congresso hanno ceduto ai malati che ne hanno fatto richiesta a scopo terapeutico.   Preso atto della grave situazione economico-finanziaria del Movimento e del Partito Radicale, impegna gli organi dirigenti e invita i militanti tutti a promuovere ogni possibile iniziativa volta ad assicurare adeguate risorse umane e finanziarie attraverso le iscrizioni e la raccolta di contributi.   Rita Bernardini Marco Beltrandi Laura Arconti  

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XIII Congresso di Radicali italiani, Chianciano 30 ottobre - 2 novembre 2014: tutti i documenti

Lun, 11/03/2014 - 17:28

La mozione generale approvata»

Si è concluso ieri il XIII Congresso di Radicali Italiani tenutosi dal 30 ottobre al 2 novembre a Chianciano Terme.

I lavori hanno avuto alle 16.30 di giovedì 30 ottobre, con le relazioni del segretario Rita Bernardini e del tesoriere Valerio Federico. Successivamente si sono insediate le 4 commissioni: 

Alla Segreteria Nazionale è stata confermata Rita Bernardini con 97 preferenze. Alla tesoreria è stato confermato Valerio Federico, con 121 preferenze, e Riccardo Magi Presidente con 82 preferenze.

Eletti anche i tre revisori dei conti: Piero Bonano con 77 preferenze, Riccardo Macchioni con 49 preferenze, Mauro Zanella con 39. Revisori supplenti Natangeli e Merenghi, rispettivamente con 35 e 9 preferenze.

Documenti:

LA MOZIONE GENERALE APPROVATA »

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Bolognetti: Il programma del Presidente Pittella, lo “Sblocca Trivelle” e la Basilicata che hanno sempre voluto.

Sab, 11/01/2014 - 11:51
01/11/14

A rileggere un anno dopo il programma elettorale del Presidente Pittella, c'è da farsi cadere a terra la mascella causa grossa, grassa e prolungata risata.

Scriveva allora nel capitolo "La Basilicata che Vogliamo", colui il quale sarebbe di lì a poco assurto al soglio di Via Anzio con il nome di Marcello I: "la Basilicata offre tutti gli ingredienti per un modello di sviluppo che possiamo chiamare “TAC”: dove la T sta per turismo, la A per agricoltura ed agroalimentare di qualità, ambiente ed anche artigianato di qualità, la C per cultura, creatività e servizi di collettività".

Poi è arrivata la Guidi, la Vicari, la Marcegaglia, Assomineraria, il suo sodale Renzi e tutto è cambiato.

O forse - e ritengo sia l'ipotesi più attendibile - il Presidente ci ha semplicemente preso per il fondelli.

La Basilicata che volevano, che hanno sempre voluto, è una Basilicata fatta di clienti, buchi per terra, disperazione, emigrazione, servilismo e familismo amorale.

Una Basilicata dove la C sta per clientelismo, la D per doppiezza, la F per faccia di bronzo e la A per assenza assoluta di ideali.

 

Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani

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La relazione del tesoriere Valerio Federico al XIII congresso di Radicali Italiani

Ven, 10/31/2014 - 19:02
30/10/14

1^ parte

Care compagne, cari compagni,

La gestione di tesoreria 2014 è stata contraddistinta dalla crescita dell’ autofinanziamento e da un’azione complessiva di risanamento costituita da tagli di spesa e da una parziale copertura del debito verso soggetti esterni. Questa scelta si è resa necessaria in considerazione del disavanzo cumulato al 31 ottobre 2013 pari a € 285.600,00.

Il bilancio dal 01/11/2013 al 31/10/2014 ha avuto un risultato positivo, un avanzo di € 37.377,00; se escludiamo le partite straordinarie, non riconducibili alla gestione dell’esercizio, l’avanzo si riduce a € 29.241,00.

Tale risultato, conseguito appunto a seguito dell’azione di risanamento che ha caratterizzato l’intero anno, ha permesso una riduzione del disavanzo cumulato al 31 ottobre 2013 in misura pari al 13% incluse le partite straordinarie, e del 10% se le si escludono.

Nel corso della gestione 2014 vi è stato un rapporto costante di scambio di informazioni tra la tesoreria e i Revisori eletti, Eleonora Palma, Dario Boilini e Piero Bonano che colgo l’occasione di ringraziare per la loro collaborativa e costante disponibilità.

Costi

I costi di struttura sono stati ridotti del 25%.

Il costo della segreteria del Movimento è stato ridotto dell’11% e corrisponde a € 51.784,00, quello della tesoreria del 54% e corrisponde a € 27.568,00.

Il compenso netto della segretaria è stato ridotto del 20,3%, corrispondente nel 2014 a € 28.695,00 annuali. Il compenso netto del tesoriere è stato ridotto del 36,3%, pari a € 17.962,00 annuali. Alla segretaria vanno ancora saldati € 3.055,00, al tesoriere € 5.000,00.

Complessivamente le spese di personale e rimborsi sono state ridotte del 27%.

Debito

Il debito oggi è pari a € 273.743,00, ed è stato ridotto del 10% (da € 304.147,00 a € 273.743,00), se invece si considera solo il debito vs terzi - soggetti esterni - la riduzione è pari al 12%.

Il 45% del debito è verso soggetti interni e il 55% è “esterno”, verso fornitori, Inps, Irpef e comprende i compensi dovuti.

Il debito verso Edipro SRL di Fabrizio Pilotto – principale creditore del Movimento -, legato a costi relativi alla campagna referendaria 2013 “Cambiamo Noi”, è stato ridotto del 15% e attualmente corrisponde a € 63.520,00.

Va rilevato che ovviamente una situazione debitoria relativamente pesante limita le scelte di carattere economico-finanziario, e conseguentemente quelle politiche, non potendo neanche prendere in considerazione l’ipotesi di interventi di soggetti dell’area Radicale a copertura del debito di Radicali Italiani, come invece avvenuto in passato.

La gran parte del debito maturato da Radicali Italiani, dalla sua costituzione nel 2001, si è formata nei primi 4 anni, per una somma pari a 2 milioni di Euro. Il Partito Radicale, e in misura inferiore la Lista Pannella, hanno poi rimesso 1,8 milioni di Euro di debito nel 2011. La tesoreria ha reso dunque pubblici, sul sito www.radicali.it, i dati relativi alla formazione del debito del Movimento e le informazioni sulla sua parziale remissione.

Iscrizioni

Le iscrizioni totali a Radicali Italiani al 29 ottobre sono 849, 74 in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-8%). Le iscrizioni a quota piena, senza considerare dunque quelle a “pacchetto”, sono 581, 3 in più rispetto all’anno precedente (+0,5%)*. Al 24 ottobre le iscrizioni a “pacchetto” risultavano in calo di 43 unità (-12,3%). Va ricordato che ci sono persone iscritte contemporaneamente a “pacchetto” (€ 590,00) e ai soggetti costituenti a quota piena (almeno € 200,00 nel caso di Radicali Italiani).

*gli iscritti a Radicali Italiani sono 849, tra questi sono compresi gli iscritti a “pacchetto”, persone che scelgono di iscriversi a tutti i soggetti della Galassia versando € 590,00, utilizzati per le spese di struttura della sede di Torre Argentina. L’andamento delle iscrizioni a “pacchetto” non è dunque da considerarsi come esito dell’attività esclusiva di autofinanziamento di Radicali Italiani.

Autofinanziamento

L’autofinanziamento complessivo al 29 ottobre è pari a € 176.339,85, +18,3% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Per la prima volta dal 2008 c’è un’inversione di tendenza.

Fanno parte dell’autofinanziamento complessivo € 4.080,00 raccolti da contribuenti che hanno indicato nello specifico di sostenere il Movimento per le Campagne #Sbanchiamoli e #Menoinquinomenopago. Radicali Italiani ha contribuito con € 1.500,00 alla marcia di Natale per l’amnistia.

E’ stato chiesto di dedicare due collaboratori, tra gli otto totali, del Call Center del PRNTT - operante per i soggetti politici della “galassia” - in una azione ad hoc di finanziamento del Movimento per un periodo limitato, fornendo loro informazioni sulle campagne di Radicali Italiani. La risposta è stata negativa.

E’ stato chiesto a Radio Radicale di mettere in onda degli spot volti specificatamente all’autofinanziamento di Radicali Italiani. La risposta è stata negativa.

La tesoreria 2014 di Radicali Italiani ha dovuto provvedere, per la prima volta dalla sua costituzione, in modo completamente autonomo all’autofinanziamento del Movimento a partire dalla fine del mese di luglio, dopo la cessazione dell’attività del Call Center del PRNTT che operava a beneficio di tutti i soggetti costituenti. Nonostante questa difficoltà, l’autofinanziamento ha superato i risultati dell’anno precedente grazie anche allo straordinario lavoro di Alessandro Massari.

Di seguito i risultati dell’azione autonoma di autofinanziamento di Radicali Italiani seguiti alla chiusura del Call Center del PRNTT (avvenuta il 18 luglio):

€ 61.230,00 di autofinanziamento e 125 nuovi iscritti a quota piena.
A seguito di contatti diretti si sono ottenuti contributi da 149 persone (oltre 200 contattate), 50 delle quali nuove iscritte, per un autofinanziamento pari a € 46.507,00.

L’analisi percentuale dell’incremento dell’autofinanziamento è fatta sull’ “Anno Radicale”, come da prassi e per evidenziare i risultati legati alla gestione degli organi eletti, a differenza del dato a bilancio che considera l'anno solare.

Iscrizione a “pacchetto”

Esprimo i miei dubbi su questo strumento di raccolta fondi per 2 ordini di motivi:

1. L’intero introito da iscrizioni a pacchetto è destinato al Partito Radicale N.T.T per le spese di struttura delle quali beneficiano tutti i soggetti della “galassia” radicale: nulla dunque ricevono i soggetti costituenti, tra i quali Radicali Italiani. Si tratta di un meccanismo che mette in una condizione di inefficace concorrenza la raccolta di contributi a favore di Radicali Italiani e quella per le spese di struttura attraverso l’iscrizione a “pacchetto”: il soggetto costituente si concentra - come dimostrano i dati relativi al continuo calo di iscrizioni a “pacchetto” - sui contributi “per se”, dando erroneamente per scontato il pagamento delle spese di struttura da parte del PRNTT. Si tratta di un meccanismo disincentivante più utile ai soggetti per i quali le entrate da iscrizioni e contributi pesano meno rispetto a quanto accade per Radicali Italiani (finanziamenti derivanti da progetti o dal 5xmille).

2. Attraverso il “pacchetto” si chiedono iscrizioni a soggetti costituenti il Partito che, in alcuni casi, due, non esistono, che in altri casi pur producendo politica hanno la loro vita congressuale o statutaria sospesa o non sono politicamente contendibili non essendo possibile determinarne le cariche dirigenziali con processi democratici o partecipare al processo decisionale.

Proposte:

Sarebbe dunque auspicabile definire dei parametri per restare soggetti costituenti e procedere a una verifica dei poteri dei soggetti stessi, considerando inoltre che segretario e tesoriere dei vari soggetti partecipano con diritto di voto alle riunioni del Senato del Partito, organismo che, in questa fase, dovrebbe ad esempio decidere su una eventuale convocazione del Congresso del PRNTT.

Andrebbe inoltre rivisto il meccanismo del “pacchetto” – queste iscrizioni sono in continuo calo negli ultimi anni - non a danno della galassia ma a beneficio di questa, responsabilizzando maggiormente i soggetti costituenti, ognuno per quanto gli compete, re-inserendo il sistema per cui una parte delle entrate da pacchetto vengano distribuite tra i vari soggetti costituenti e prevedendo una quota per ogni soggetto da versare al Partito, proporzionale all’utilizzo della struttura. Questo incentiverebbe ad un’azione di autofinanziamento comune.

Come di seguito riportato, questa tesoreria ritiene da tempo indifferibile la locazione dell’attuale sede con il trasferimento dei soggetti in altra sede a costi sostenibili al fine di frenare la riduzione in corso da parte del PRNTT dei servizi utili ai soggetti costituenti (centro elaborazione dati, amministrazione, call center ormai chiuso, utenze etc), via che appare senza sbocchi e priva di un piano di azione, che, se esistente, non è noto.

Area Radicale

Per arginare parzialmente la crisi economico-finanziaria dell’Area e trovare una soluzione economicamente sostenibile, in Aprile la tesoreria, con il contributo di Giuseppe Alterio, ha elaborato una proposta: la locazione degli immobili di Torre Argentina per 18 anni e l’acquisto di un nuovo immobile adeguato alle esigenze dei soggetti politici. Accrescendo nel lungo periodo il patrimonio con una seconda sede, l’Area radicale si sarebbe assicurata un’entrata mensile di un minimo di 10 mila euro e garantita la presenza unitaria dei soggetti costituenti in un’unica sede.

Ritengo rientri nei compiti della tesoreria di Radicali Italiani informare gli iscritti in merito al contesto all’interno del quale Radicali Italiani vive. E’ necessario conoscere la situazione nella quale ci troviamo come soggetto costituente del Partito, come soggetto che utilizza la struttura di Torre Argentina e che ha uno stretto rapporto con Radio Radicale.

Su questo va detto che non informare sull’assetto proprietario e sulla situazione patrimoniale, ma solo sulle partite correnti, vuol dire dare un quadro parziale economico-finanziario dell’area Radicale. Mettere a vostra disposizione solo le informazioni su entrate e uscite correnti dei soggetti politici e non quelle patrimoniali e sull’assetto proprietario è economicamente insensato, anche per valutare le possibili soluzioni di uscita dalla crisi che coinvolge l’area.

La tesoreria ha reso dunque disponibile, sul sito radicali.it, lo statuto dell’associazione politica nazionale “Lista Marco Pannella” – soci Marco Pannella, Laura Arconti, Aurelio Candido, Rita Bernardini e Maurizio Turco – che detiene la maggioranza azionaria del Centro di Produzione SpA (Radio Radicale) 51,9% e Torre Argentina SpA 75,2%, e che gestisce l’archivio.

Ha reso disponibili, inoltre, in forma fruibile le informazioni essenziali economico-finanziarie sull’area Radicale e sul suo assetto proprietario, nonché i dati sulla situazione patrimoniale dell' Ass. L. Pannella, di Torre Argentina SpA, del Centro di Produzione SpA e dei soggetti politici Radicali.

Queste informazioni danno comunque una rappresentazione parziale. Sarebbe necessario predisporre un bilancio consolidato per avere un quadro leggibile della situazione complessiva: una sole voce di patrimonio netto, una sola di debito, una di avanzo/disavanzo di esercizio etc. Un bilancio consolidato dovrebbe dunque comprendere la situazione contabile e patrimoniale sia dei soggetti politici, sia di quelli proprietari.

Ho chiesto dunque, da anni, la redazione di un bilancio consolidato dell’area radicale, ovvero un bilancio che consideri in modo aggregato la situazione patrimoniale per tutte le passività interne ed esterne e il conto economico consolidato e che comprenda anche i conti delle parti correlate, nello specifico il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e i soggetti di questo costituenti, previa, evidentemente, la loro disponibilità.

Tra la struttura proprietaria/societaria e la galassia dei soggetti politici vi è un nesso politico, finanziario e statutario che legittima e rende necessaria un’aggregazione contabile, un bilancio consolidato. Il bilancio consolidato dell’Area radicale è l’unico strumento in grado di assicurare la conoscenza consolidata complessiva dei risultati delle gestioni di tutti i soggetti coinvolti.

Ciò consentirebbe l’apporto di ogni iscritto non solo nell’iniziativa politica, ma anche nell’analisi dei mezzi necessari a raggiungere i fini dell’area radicale. Il bilancio consolidato non rappresenta un fine ma uno strumento utile a conoscere e meglio deliberare.

I bilanci di esercizio delle singole associazioni o società non possono esprimere un contenuto informativo sufficiente a comprendere la realtà dell’area. Inoltre i bilanci dei singoli soggetti impegnati in imprese politiche acquistano la loro significatività anche nel contesto dell’area. L’azione politica radicale è anche la risultante delle iniziative di una pluralità di soggetti giuridici.

L’attuale assetto dell’Area Radicale ha garantito il proseguire della Storia Radicale e ha permesso, va detto, di evitare possibili se non probabili degenerazioni partitocratiche in un contesto quale quello del Regime italiano. Risultati importanti, sacrificando, va aggiunto però, in parte, una chiarezza nei processi decisionali politici - scelte dei candidati parlamentari, scelte in merito agli appuntamenti elettorali - e una conoscenza della gestione del patrimonio materiale, che pure riguarda tutti i Radicali.

Vi è un altro elemento di debolezza, la concentrazione della proprietà e la contemporanea diretta responsabilità di alcuni sul patrimonio materiale e su quello politico, con cariche elettive.

Partendo dall’assunto che la cosiddetta galassia è legata alla guida carismatica e alla vicenda politica e di vita di Marco Pannella, credo si debba prevedere un intervento sull’assetto proprietario che non sconvolga la natura e i pregi dell’esistente: prevedere come soci della Lista Pannella i responsabili legali, i segretari e i tesorieri, dei soggetti costituenti del Partito, lasciando naturalmente a Marco Pannella il ruolo di garante ultimo.

Patrimonio politico e patrimonio materiale

Marco Pannella giustamente ha differenziato il Patrimonio Politico dal Patrimonio Materiale in un soggetto politico, che pure sono intimamente legati. Io propongo alla vostra riflessione anche la doppia natura, non solo del patrimonio, ma anche della proprietà. Vi sono proprietà legale e la proprietà politica, la proprietà politica non solo del patrimonio politico, ma la proprietà politica del patrimonio materiale, anche questa va considerata per ogni proposta e/o azione da attuare in questa delicata fase della nostra storia.

Su questo punto risulta prezioso un contributo del 93’ dell’allora tesoriere del Partito Paolo Vigevano sulla società proprietaria della sede storica: "Nelle relazioni presentate ai congressi, (..) oltre al bilancio del Partito in quanto tale ho sempre presentato le elaborazioni e le analisi relative a quelle che definivo “le risorse complessive del partito”, riferendomi con ciò soprattutto alla sede del partito e all’andamento economico della società che ne è la proprietaria, la Torre Argentina S.p.A. (..). Abbiamo in tal modo tenuto conto delle risorse complessive, cioè sia di quelle su cui il partito può direttamente contare, sia di quelle che, pur non essendo formalmente di proprietà diretta del partito, si possono considerare di fatto come facenti parte del patrimonio del partito stesso. E’ bene precisare che con il termine “risorse complessive su cui il partito può contare” anziché “proprietà” del partito si intende rispettare la forma giuridica del rapporto tra il partito e la società proprietaria della sede. Questa società infatti è stata costituita con denaro fornito dal partito a Sergio Stanzani e Paolo Vigevano, nel 1987, i quali ne sono i formali e sostanziali proprietari, anche se le somme loro conferite avevano un vincolo di destinazione”.

Il finanziamento della Lista Pannella è figlio dell’attività politica dei Radicali di un sessantennio (prima dunque della sua costituzione), delle loro iscrizioni e della loro attività, del consenso ottenuto nel Paese, oltre che dei sacrifici e degli investimenti di Marco e della gestione economico-finanziaria, così come il finanziamento di RR e del Centro di produzione, di Torre Argentina SpA e dei soggetti politici.

Va dunque superata la separazione tra la struttura proprietaria - con a capo l’Associazione Nazionale Lista Pannella e con le società, da essa controllate, che gestiscono Radio Radicale e la sede di Torre Argentina - e la galassia dei soggetti politici con al vertice il PRNTT.

Va ricordato inoltre - come ha fatto Mario Staderini all’ultimo Comitato - come le ragioni politiche e costitutive dell’Associazione Nazionale Lista Pannella siano esaurite e i ruoli più tardi assunti, superati. L’Associazione non riveste più né il ruolo di motore dei Club Pannella, né il ruolo di “cassa” per la Galassia che gestiva i rimborsi elettorali e i contributi dei parlamentari, mentre è venuto meno il collegamento politico in occasione delle scelte elettorali con il Movimento Radicali Italiani e/o, come avvenuto nel 2006 con la Rosa nel Pugno, anche con l’Associazione Coscioni. Per questi motivi, di conseguenza, rimane aperta la questione politica del futuro di un soggetto come la Lista Pannella, uno dei protagonisti della “galassia” Radicale. C’è l’ipotesi dello scioglimento dell’Associazione Lista Pannella, c’è l’ipotesi dell’apertura della Lista ai rappresentanti legali eletti dei soggetti costituenti, ce ne possono essere altre, resta la questione.

Associazioni Radicali

Si è dato vita alla realizzazione e alla pubblicazione sul sito radicali.it di uno spazio dedicato alle interviste ai segretari delle Associazioni Radicali in collaborazione con Radio Radicale.

È stato chiesto di riprendere dopo alcuni anni una trasmissione di Radio Radicale con collegamenti con i responsabili eletti delle associazioni territoriali per promuoverne le attività. La risposta è stata negativa.

È stato creato un database con le informazioni e i dati essenziali sulle Associazioni Radicali.

Altro

La tesoreria ha avviato un sondaggio tra gli iscritti 2014 e quelli degli anni precedenti, che non hanno rinnovato l’iscrizione, per comprenderne le ragioni, iniziativa unica nel suo genere dalla costituzione del Movimento.

La tesoreria ha chiesto al Comitato Promotore Referendum la cessione gratuita del dominio radicali.it, essendo questo sito gestito completamente da Radicali Italiani con i relativi costi. La risposta è stata negativa.

2^ parte

Democrazia e Diritto. Da qui un Congresso Radicale non può che proseguire e ripartire. L’analisi pluridecennale antipartitocratica di Marco Pannella l’abbiamo fatta nostra ed è non solo valida, ma attuale nei suoi tratti essenziali, ci permette e permette al Paese di leggere la realtà politica e sociale in una chiave unica, quella che noi definiamo Regime.

L’esito dell’azione del Regime, di cui abbiamo continue evidenze, è la degenerazione della Democrazia italiana in democrazia reale, una democrazia apparente, nella quale lo Stato di Diritto è violato nelle sue fondamenta e l’illegalità è diffusa.

La nostra lettura è dunque unica. Abbiamo nei decenni conosciuto e riconosciuto un sistema, che noi chiamiamo Regime, dove gli interessi di maggioranze politiche e opposizioni, di apparati di partito, di caste varie e di imprese pubbliche e private sono convergenti. Convergenti a danno dell’interesse dei cittadini. Un Regime che assicura da anni al Paese una crisi democratica più accentuata ed una economico-finanziaria più prolungata rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, con specificità dunque tutte Italiane.

Il Regime è complesso, i Regimi sono complessi. Il Regime italiano si fonda su infrastrutture giuridiche strumentali alla sua continua rigenerazione, con un intreccio di interessi convergenti tra economia, finanza, politica e mezzi di comunicazione. Questo sistema complesso regge anche grazie all’uso politico di banche, sussidi, società pubbliche e grandi gruppi privati e all’uso da parte delle strutture economiche della politica e degli apparati di partito.

Tra gli effetti dell’azione di Regime abbiamo la difficoltà di accesso al credito da parte di imprese e famiglie, tassazione debito insostenibili e, nello stesso tempo, un consumo indiscriminato di ambiente e di risorse non rinnovabili.

Le campagne politiche alle quali abbiamo dato vita nel corso di questo anno, #Sbanchiamoli, #Menoinquinomenopago e da poco #Scacciamoli, hanno anche l’obiettivo di ri-allargare gli orizzonti dell’iniziativa politica Radicale e di tornare a parlare con segmenti di società con i quali abbiamo interrotto il rapporto. Ambiti della società “evoluti” e tradizionalmente sensibili a istanze rappresentate dalla pragmaticità dell’azione Radicale. Imprenditori, ecologisti, ambientalisti di ieri e di oggi.

Abbiamo cercato per queste riforme proposte al Paese la via indiretta della Democrazia rappresentativa proponendo a diversi parlamentari di fare un tratto di strada con noi e creando preziose interlocuzioni.

L’azione politica con queste campagne porta anche a una maggiore conoscenza e consapevolezza dei protagonisti e degli strumenti del Regime, e non vi è dubbio che l’attività bancaria e il sistema dei sussidi sono strumenti del Regime per mantenere posizioni di potere e per rendere il sistema impermeabile all’ingresso di nuovi attori economici.

#Sbanchiamoli – È notizia di questi giorni che due importanti banche italiane, MPS e CARIGE, sono state bocciate dall’UE. Si tratta, non casualmente, proprio delle due banche che fino a uno/due anni fa avevano la presenza maggiore delle Fondazioni, quindi dei Partiti, nel proprio capitale azionario. Due Fondazioni bancarie che fino all’ultimo hanno cercato di mantenere ciascuna il controllo del «suo» istituto. Il risultato? Due dei più grandi scandali bancari della storia della Repubblica. La rossa Monte Paschi ha buttato almeno 13 miliardi di Euro (8 dalla Banca e 5 dalla Fondazione).

In Italia le Fondazioni bancarie, in mano ai Partiti, hanno indebolito le Banche e la loro capacità di prestare denaro a imprese e famiglie. Le Banche stanno riducendo la capacità delle Fondazioni di aiutare i loro territori di riferimento con erogazioni adeguate, meno 44% tra il 2007 e il 2012. L’obiettivo è quello di salvare le Banche dalle Fondazioni e le Fondazioni dalle Banche. Noi Radicali proponiamo, con la campagna #Sbanchiamoli, che le Fondazioni bancarie escano dal capitale azionario delle Banche. Fuori i Partiti dalle banche! La Politica deve regolare i mercati, non controllare gli attori finanziari. La politica si limiti a dettare le regole e liberi le Banche dall'abbraccio delle Fondazioni. La legge prevede che le fondazioni diversifichino il loro portfolio, ma moltissime fondazioni investono oltre il 50% del proprio patrimonio nelle banche violando la regola. Questo non vuol dire diversificare per ridurre i rischi. Si tratta di scelte politiche che nulla hanno a che fare con la buona gestione, utili solo a mantenere in mano pubblica le banche. Il risultato è quello di erogare sempre meno denaro alle proprie città violando la legge.

Un recente studio di Mediobanca ha dimostrato che con investimenti diversi negli ultimi 12 anni rispetto a quello in capitale azionario delle banche avrebbe garantito rendimenti molto più alti a beneficio di una più forte patrimonializzazione e maggiori erogazioni.

Uno studio del Fondo Monetario Internazionale dimostra che attualmente le banche controllate per almeno il 20% dalle fondazioni sono meno capitalizzate rispetto alle altre banche. In qualunque scenario futuro previsto dall’FMI vede aumentare il gap tra queste banche e le altre.

Le Fondazioni toscane nel 2012 - senza considerare MPS - sono costate il 37% di quanto hanno erogato. La Deutsche Bank Foundation ha avuto invece oneri pari al 13% di quanto erogato, la Ford Foundation il 10% e l’italiana Unicredit Foundation il 12%”.

Le fondazioni bancarie erogano tramite bando per meno del 20% delle loro erogazioni.

Che ne pensa l’ex sindaco di Firenze, da sempre a conoscenza del sistema Fondazioni toscane-Banche e della sua evoluzione, ora capo del Governo, che guida il Partito con il maggior numero di nominati nelle Fondazioni bancarie? Renzi ritiene finalmente di rottamare questa pratica partitocratica che pesa sull’economia del Paese?

Le Fondazioni sono anche in CDP, formalmente privata - grazie alla presenza nel capitale proprio delle Fondazioni – che acquista asset pubblici “privatizzandoli” e sottraendoli dal perimetro del debito pubblico, e nel Fondo F2i (Fondo Italiano per le Infrastrutture), il più grande fondo chiuso del Paese.

Per la preziosa collaborazione su questa campagna ringrazio l’instancabile Alessandro Massari e il deputato di Scelta Civica Mariano Rabino che depositerà la PdL radicale #Sbanchiamoli – contenuta nella petizione parlamentare.

#Menoinquinomenopago – proponiamo che vengano eliminati sussidi, diretti e indiretti, che valgono 10 miliardi di euro, a chi consuma ambiente e risorse non rinnovabili (il paradosso è che in Italia chi inquina viene premiato) e con questo risparmio proponiamo di ridurre la tassazione su lavoro e imprese.

Il manifesto è stato elaborato, con Legambiente, da Michele Governatori, che ringrazio.

Il deputato del Partito Socialista Italiano Oreste Pastorelli ha collaborato e depositato la PdL. Abbiamo già ottenuto la firma di altri 13 deputati: Marco Di Lello, Pia Locatelli e Lello Di Gioia del PSI, Ermete Realacci, Valeria Valente e Massimiliano Manfredi del PD, Nicola Ciracì di FI, Salvatore Matarrese, di Scelta Civica, Alessandro Furnari, Vincenza Labriola e Alessio Tacconi del gruppo Misto (ex M5S), Edoardo Nesi, del gruppo Misto e Roberto Cappelli, Gruppo misto - Centro Democratico e, infine, al Senato la disponibilità di Gianni Pietro Girotto del M5S.

#Scacciamoli – con una petizione contenente una PdL, proponiamo di uniformare la normativa italiana a quella europea e di Paesi del Nord Europa, riducendo l’inquinamento da piombo, accrescendo la sicurezza per gli esseri umani, tutelando la proprietà privata, riducendo il numero degli animali uccisi, abolendo i richiami vivi ed evitando danni all’attività turistica. La petizione parlamentare #Scacciamoli (ringrazio Fabrizio Cianci – Maria Giovanna Devetag) è stata inviata alla Camera dei Deputati.

Tengo, amici, a segnalarvi 4 preziosi lavori che possono costituire punti di partenza di analisi e riforme da proporre al Paese, esempi di produzione politica di Radicali, magari meno noti, ma di notevole qualità.

1. Alessio Di Carlo dimostra, dati alla mano, come il problema centrale della giustizia civile non sia essenzialmente di natura legislativa ma politico-organizzativo. Esempi: i tempi in linea con l’Europa delle cause civili a Torino e Milano e i procedimenti pendenti per risarcimento danni da circolazione stradale in Italia nel 2012, che sono stati 450 mila (10% dei procedimenti pendenti totali). 256 mila sono a Napoli, il 60% del totale. Seguono a distanza siderale Roma, Salerno, Bari e Catanzaro. E’ dunque un problema legislativo? No ovviamente, lo è solo in parte. E' un problema politico-organizzativo nonché culturale, foriero di inefficienze e favori. Manager, dunque, nei tribunali, naturalmente non di nomina politica.

2. Manuela Zambrano. Insieme abbiamo immaginato e delineato una traccia di proposta, che Manuela ha sviluppato, di riforma nell’ambito dell’edilizia – settore che ha un ruolo centrale nell’economia del Paese, 10% del PIL - volta ad accrescere la sicurezza a fronte dei rischi sismici e idrogeologici, a rilanciare l’economia di settore, a ridurre l’utilizzo di materiali non ecologici derivati da fonti di energie non rinnovabili, a contenere i consumi energetici. Rinnovamento del patrimonio edilizio italiano, un patrimonio edilizio da rottamare nel solco dei lavori di Aldo Loris Rossi.

21,5 milioni di persone abitano in aree del paese esposte a rischio sismico molto o abbastanza elevato; altri 19 milioni risiedono in aree a rischio "basso", come l'area dell'Emilia colpita di recente da un catastrofico terremoto. Si stima altresì che il 40% del patrimonio edilizio italiano non sia adeguato a resistere ad un sisma di media intensità - negli ultimi 40 anni gli eventi sismici hanno comportato danni diretti pari a 147 miliardi di euro, circa 3,6 miliardi di euro l'anno. Ridurre l’impatto di eventi sismici consentirebbe, tra l’altro, di limitare il sistema degli appalti legati alle emergenze. Manuela Zambrano propone misure finalizzate alla partecipazione dei privati, con le proprie risorse economiche, alla ricostruzione del Paese.

3. Un lavoro di Massimo Giannuzzi e Alessandro Massari che analizza la riforma costituzionale Boschi, nota anche come Finocchiaro-Calderoli, e la riforma elettorale “Italicum” evidenziandone, indiscutibilmente, l’ulteriore deficit di democrazia che ne risulterebbe per il Paese.

4. Documento di Michele Governatori – ci spiega, partendo dalla recente produzione politica radicale sul tema, come attivare politiche che permettano, nello stesso tempo, di perseguire sviluppo e benessere e di ridurre consumo di ambiente e di risorse non rinnovabili.

Nel nostro Paese la Riforma costituzionale Finocchiaro-Calderoli, voluta da Renzi, - approvata dal Senato e in attesa di conferma alla Camera - prevede che le firme necessarie sulle leggi di iniziativa popolare passino da 50 mila a 150 mila (con l’obbligo di esame) e che quelle utili a indire un referendum restino sì 500 mila, ma con l’opzione di abbassare il quorum per chi ne raccoglie 800 mila, inevitabilmente solo i grandi partiti organizzati con molti consiglieri. Vogliono consegnare gli strumenti di democrazia diretta ai grandi Partiti con soldi e consiglieri, sottraendoli ai cittadini.

Ma il PD di Renzi non era il Partito della partecipazione dei cittadini alla vita democratica? Quante volte abbiamo ascoltato richiami alla partecipazione da questi signori? Tutti conosciamo l’impostazione che il Partito Democratico di Renzi ha dato alla costituzione delle Città metropolitane e alla riforma del Senato, elezioni di secondo livello che escludono ed escluderanno il cittadino dalla conoscenza delle proposte in campo e dalla possibilità di incidere. Proprio il mantra della partecipazione sta portando un attacco alla Democrazia.

Una strada non nuova ma necessaria, compagni - considerando anche la difficoltà di ottenere riforme fuori delle istituzioni nazionali ed europee - propongo debba essere quella di tentare di attivare o riattivare strumenti di iniziativa popolare a tutti i livelli, dai Comuni all’Unione Europea, per rigenerare diritto e democrazia. Sostengo, dunque, la proposta di Marco Cappato che definirei come una “Primavera della Democrazia”, e su questo propongo al Congresso di aprire un confronto e, auspico, di deliberare in merito.

Per affiancare e supportare una mobilitazione primaverile di iniziative popolari, vi propongo di costituire la “Lega per l’Iniziativa Popolare”, con l’obiettivo di riattivare o potenziare gli strumenti di democrazia diretta e di iniziativa popolare a tutti i livelli istituzionali e di riconsegnare al cittadino la seconda scheda, quella referendaria, così come proposte di legge e delibere popolari.

Un’azione politica guidata dai Radicali, dal movimento che ha dato vita a grandi riforme sociali in questo paese con i referendum. Una grande aggregazione aperta, naturalmente, a movimenti, organizzazioni, personalità, parlamentari nazionali ed europei, consiglieri locali e regionali e cittadini interessati al perseguimento di questi obiettivi. Un’aggregazione laica delle forze e degli individui con precisi obiettivi.

Va considerato che in questa fase la strada della democrazia rappresentativa, in termini di impegno elettorale diretto, è difficilmente praticabile - per quanto i Radicali non debbano certamente rinunciare a valutare qualunque opportunità possibile -, e che il terzo strumento di attivazione di democrazia e diritto, l’attivazione delle giurisdizioni nazionali e internazionali, che ha regalato successi ai Radicali, resta una strada da percorrere pur essendosi caratterizzata fino ad ora per una debole capacità aggregante.
Una lega, dunque, come strumento funzionale al “progetto Cappato” di una mobilitazione primaverile, che affianchi all’azione di attuazione degli strumenti attualmente disponibili una lotta politica per la creazione e per la conquista di nuovi strumenti realmente accessibili e fruibili dai cittadini e non solo - come avviene ora - ai grandi partiti organizzati con consiglieri, autenticatori e risorse economiche.

Un lavoro prezioso di Mario Staderini e Michele De Lucia delinea già alcune delle istanze che potrebbero essere della “Lega per l’Iniziativa Popolare”: abolire l’obbligatorietà della vidimazione dei moduli per la raccolta firme da parte delle segreterie comunali (o delle cancellerie degli uffici giudiziari) così come abolire l’obbligo di autenticazione prevedendo controlli successivi, come accade in Svizzera; rendere possibile la raccolta firme attraverso strumenti telematici che garantiscano l’identificazione certa del firmatario; estendere la platea degli autenticatori – agli avvocati come a persone indicate dai Comitati referendari autorizzate dai sindaci; voto elettronico.

Propongo dunque al Congresso di deliberare sulla proposta di costituzione della “Lega per l’Iniziativa Popolare” che unisca tutti coloro che ritengono urgente rimuovere gli ostacoli che impediscono l'effettivo esercizio dei diritti di partecipazione democratica.

Compagni, dobbiamo continuare ad avere la forza di essere diversi e ricordarci che quello che non faremo noi, c’è il forte rischio che in questo Paese non lo faccia nessuno!

* L’articolo 127, paragrafo 1, del Trattato istitutivo della UE sancisce che “l’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali [...] è il mantenimento della stabilità dei prezzi.”
** Draghi, discorso del 26 luglio 2012 – “ All’interno del nostro mandato, la Bce è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente ” per stabilizzare immediatamente i tassi dei bond periferici, senza che la banca centrale comprasse un singolo titolo di stato. In sostanza, è come se Draghi avesse detto agli speculatori: “Il gioco è finito: da oggi in poi se il tasso d’interesse di un certo paese sale oltre un certo limite, interverrà la Bce comprando i titoli al posto vostro”. Dal punto di vista della salvaguardia dell’integrità finanziaria e politica dell’eurozona, il piano OMT (acquisto diretto titoli del debito pubblico da parte della BCE) – pur non essendo mai stato effettivamente implementato – è stato indubbiamente un successo, mettendo il freno a una furia speculativa che rischiava di far rapidamente implodere l’unione monetaria. Non a caso l’intervento di Draghi è noto come “il discorso che ha salvato l’euro” - Fonte EUNEWS.IT - 30 luglio 2014
*** La decretazione d'urgenza ha sovvertito la costituzione e i regolamenti parlamentari. La DC già ne abusava. Dovette intervenire la Corte Costituzionale per far interrompere l'abitudine di reiterare i decreti legge oltre i 60 gg, facendoli decadere e non rendendoli più presentabili (se sono norme urgenti 60 gg bastano e avanzano, se invece non sono convertite, allora non sono urgenti e decadono). La soluzione è stata peggiore del male visto che ora, per rispettare i tempi di 60 gg tassativi, i "governativi" eliminano qualsiasi discussione grazie ai maxiemendamenti con votazione di un solo articolo.
**** ”(..) si è manifestata una crescente, e anomala, supremazia decisionale del Consiglio, particolarmente durante la crisi finanziaria, quando ha imposto una severa politica di austerità alla Commissione e al Parlamento. Con arroganza, ha trasformato di fatto la Commissione in un suo segretariato” - Guido Montani “Far crescere il governo dell’Europa” (il Mulino 4/14)

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Veneto, smog. Da Bruxelles seconda procedura d'infrazione. Presentata a Padova delibera di iniziativa popolare per rispetto legge comunitaria

Ven, 10/31/2014 - 18:37
31/10/14

L’asma da rinite allergica e la bronchite cronica sono cresciute in Italia nonostante ci sia stata una riduzione drastica dei fumatori, negli ultimi vent’anni, di oltre del 10%. Significa che ci sono dei fattori di rischio differenti dal fumo che hanno un ruolo rilevante nelle malattie respiratorie e l’inquinamento dell’aria è uno dei più importanti.

L’allarme arriva dal primo congresso internazionale sulle grandi indagini di popolazione italiana ed europea in tema di salute respiratoria che si è tenuto a Verona, nel quale specialisti in allergologia, pneumologi, biologi e farmacisti hanno fatto il punto sui principali risultati dei più importanti studi epidemiologici sulla salute respiratoria di bambini e adulti in Italia e in Europa.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato l’inquinamento da polveri sottili come fattore cancerogeno e inserito nel gruppo 1, quello che contiene le sostanze più pericolose. Il Veneto primeggia tra le regioni che registrano un sistematico superamento dei limiti sanitari delle polveri sottili, da dieci anni, infatti, gli amministratori locali non applicano le norme comunitarie che impongono l’adozione di piani di risanamento con la Valutazione Ambientale Strategica per aree omogenee.

Per questo con oltre 650 firme abbiamo depositato al comune di Padova una delibera di iniziativa popolare affinché l’amministrazione si doti degli strumenti previsti dalla legge. La Commissione europea lo scorso luglio ha aperto una nuova procedura d'infrazione nei confronti del Veneto per il superamento dei limiti delle polveri sottili. Non è la prima volta che la nostra regione viene richiamata da Bruxelles. Una precedente procedura d'infrazione si era conclusa nel 2012 con una condanna della Corte di giustizia che confermava il mancato rispetto nel 2006 e nel 2007 dei limiti di PM10.

A pochi anni di distanza, l'esame dei valori di polveri sottili ha mostrato che i valori massimi sono stati continuamente superati anche nel periodo 2008-2012. Per questo motivo la Commissione europea ha deciso di avviare una nuova procedura d'infrazione che, oltre al Veneto, coinvolge anche Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria. Secondo l’agenzia Oms l’inquinamento dell’aria è la prima causa di morte nell’Ue, con oltre 400mila decessi prematuri nel 2010, cioè più di dieci volte la vittime di incidenti stradali. Si tratta di un costo enorme per la salute dei cittadini e per l’economia, con oltre 100 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno, cioè 15 miliardi di euro di produttività in meno. A questi costi vanno aggiunti 4 miliardi di euro in termini di assistenza sanitaria per i ricoveri.

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Categorie: Politica

Debito pubblico: da rischio di commissariamento del paese a occasione di crescita e modernizzazione

Ven, 10/31/2014 - 13:09
31/10/14

La segretaria di Radicali italiani, Rita Bernardini, ha ampiamente citato nella sua relazione d'apertura il documento/proposta di Marcello Crivellini sul debito pubblico italiano. D'accordo con l'ex deputato, che fu protagonista negli anni '80, con il Gruppo parlamentare radicale, di quella battaglia istituzionale, politica (e culturale) per fermare ed invertire (allora!) la corsa al Debito pubblico che si sarebbe scaricato - come poi è accaduto - sulle generazioni future e sul Paese, ha messo a disposizione documento per i congressisti di Radicali italiani.

Marcello Crivellini,  è docente di Analisi dell' Organizzazione di sistemi sanitari al Politecnico di Milano.         color:#548DD4;">Debito pubblico: da rischio di commissariamento del paese a occasione di crescita e modernizzazione.                 color:#548DD4;">settembre 2014           margin-bottom:0cm;margin-left:17.85pt;margin-bottom:.0001pt;
text-indent:0cm;line-height:200%;"> 200%;Times New Roman","serif";Times New Roman";
color:#548DD4;">1.     
color:#548DD4;">Introduzione margin-bottom:0cm;margin-left:17.85pt;margin-bottom:.0001pt;
text-indent:0cm;line-height:200%;"> 200%;Times New Roman","serif";Times New Roman";
color:#548DD4;">2.     
color:#548DD4;">I numeri essenziali margin-bottom:0cm;margin-left:17.85pt;margin-bottom:.0001pt;
text-indent:0cm;line-height:200%;"> 200%;Times New Roman","serif";Times New Roman";
color:#548DD4;">3.     
color:#548DD4;">La battaglia politico-istituzionale dei radicali negli anni ‘80 margin-bottom:0cm;margin-left:17.85pt;margin-bottom:.0001pt;
text-indent:0cm;line-height:200%;"> 200%;Times New Roman","serif";Times New Roman";
color:#548DD4;">4.     
color:#548DD4;">Una nuova proposta radicale per il governo del Debito pubblico e del paese margin-bottom:0cm;margin-left:17.85pt;margin-bottom:.0001pt;
text-indent:0cm;line-height:200%;"> 200%;Times New Roman","serif";Times New Roman";
color:#548DD4;">5.     
color:#548DD4;">Conclusioni  200%">  200%">  200%">   200%">  200%">  line-height:150%;Times New Roman","serif"">1. Introduzione 150%">  justify;line-height:150%">Il Debito pubblico è certamente un dato finanziario con forti riflessi sul sistema economico, ma ancor più è il risultato delle politiche degli ultimi quaranta anni: delle scelte fatte, di quelle non fatte e di ciò che si è preferito ignorare. justify;line-height:150%">La sua soluzione non può più essere delegata a esperti di politica economica e finanziaria; per le dimensioni attuali e per la dinamica e i determinanti della sua crescita richiede una grande operazione di verità che deve vedere coinvolti istituzioni, politica e cittadini, in una parola il paese. justify;line-height:150%">E’ dunque un problema prevalentemente politico e come tale va necessariamente affrontato. justify;line-height:150%">Forse 40 anni fa si sarebbe potuto affrontare, contenere e governare nei confini delle istituzioni a ciò preposte, ora è necessario un dibattito che crei consapevolezza e coinvolgimento dell’intero paese. Consapevolezza che penetri il suo corpo, perché è proprio dalla trasformazione vera e profonda del paese che può venire la soluzione. justify;line-height:150%">Trasformare il Debito pubblico da problema e freno di sviluppo ad opportunità di crescita civile e di modernità, non solo economica: questa  è ormai l’unica soluzione possibile. justify;line-height:150%">In questo documento, dopo aver ricordato i dati numerici complessivi strettamente necessari, si richiamerà la posizione radicale di 35 anni fa e l’analisi che essi, primi e inascoltati, cercarono di portare nelle istituzioni e in parlamento, offrendo soluzioni a breve e medio termine, allora facilmente percorribili. justify;line-height:150%">Con quell’azione e quella analisi si voleva evitare quanto purtroppo ora è manifesto: il rischio che, tramite il Debito pubblico, l’intero paese sia commissariato a livello economico e politico. justify;line-height:150%">Averlo previsto (cercando di evitarlo) con quarant’anni di anticipo è soddisfazione relativa ma consente di interpretare con chiarezza e semplicità la dinamica e i determinanti che hanno portato il Debito pubblico alle attuali abnormi dimensioni. justify;line-height:150%">Su queste basi viene infine avanzata una nuova proposta per il governo del Debito pubblico e lo sviluppo reale del paese. Proposta politica, prima ancora che finanziaria e di bilancio, che i radicali offrono di nuovo alle istituzioni e al paese. justify;line-height:150%">  justify;line-height:150%">  justify;line-height:150%">2. I numeri essenziali justify;line-height:150%">  justify;line-height:150%">Secondo Bankitalia a giugno 2014 il Debito pubblico ha raggiunto  2.168 miliardi di euro in valore assoluto, superando il 135% in percentuale sul PIL. justify;line-height:150%">Il Debito pubblico è il risultato di tutti i deficit di Bilancio accumulati anno dopo anno. Negli ultimi anni esso è aumentato di almeno 40/50 miliardi l’anno, in valore assoluto. Ad esempio nel 2012 il debito è aumentato di circa 47 miliardi, perché tale è stato il deficit di Bilancio di quell’anno. justify;line-height:150%">Ovviamente il Debito pubblico aumenterà sempre in presenza di ulteriori deficit; il suo valore può rimanere stabile se il Bilancio dello Stato raggiunge il pareggio, senza bisogno di ricorrere a nuovo indebitamento. justify;line-height:150%">In effetti il Bilancio in senso stretto (cioè senza contare gli interessi che vanno pagati ai sottoscrittori vecchi e nuovi del Debito) è già attivo: il cosiddetto Avanzo primario del Bilancio è stato nel 2012 di circa 40 miliardi di euro. Ma poiché vanno pagati gli interessi sul Debito (almeno 80 miliardi l’anno, cioè circa il doppio dell’Avanzo primario) il Bilancio dello Stato generale diventa negativo per la differenza, che va ad incrementare il valore del Debito. text-align:center;line-height:150%">  justify;line-height:150%">In altre parole lo Stato con i propri mezzi riesce a pagare gli interessi sul Debito solo per una parte; per onorare il resto degli interessi è costretto ad aumentare ulteriormente l’indebitamento  ogni anno. justify;line-height:150%">Invero sono possibili piccole variazioni in più o in meno, in funzione di operazioni specificamente finalizzate alla diminuzione del Debito (peraltro di entità sinora irrisoria) o di maggiori emissioni di titoli per approfittare di bassi tassi. justify;line-height:150%">Altri dati generali rilevanti sono: margin-bottom:0cm;margin-left:41.75pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         ogni anno mediamente lo Stato è costretto a rinnovare una parte del Debito in scadenza per circa 350 miliardi di euro (durata media dei titoli: 6,6 anni) margin-bottom:0cm;margin-left:41.75pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         attualmente i sottoscrittori del Debito sono per il 67% soggetti italiani e per il 33% investitori esteri; i soggetti italiani sono prevalentemente banche, fondi,..(quasi l’85%), oltre alle famiglie (circa 15%). margin-bottom:0cm;margin-left:41.75pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">  margin-bottom:0cm;margin-left:41.75pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">  150%"> line-height:150%;Times New Roman","serif"">3. La battaglia politico-istituzionale dei radicali negli anni ‘80 150%">  justify;line-height:150%">A partire dal 1980 i radicali hanno condotto una specifica battaglia politica in parlamento sul Debito pubblico. justify;line-height:150%">Ogni anno in occasione della discussione della legge di Bilancio e della Legge Finanziaria i radicali hanno formalizzato in ogni tipo di atti parlamentari (relazioni di minoranza su Bilancio e Legge Finanziaria, emendamenti, proposte di legge, interventi in Aula e Commissioni,...) analisi e proposte per il governo del Debito, della sua dinamica e sui rischi politici (oltre che finanziari ed economici) per le istituzioni e il paese. justify;line-height:150%">Per primi hanno impostato una battaglia politica sul Debito pubblico, non solo con gli strumenti tradizionali dell’iniziativa politica (interventi pubblici, comunicati, comizi,..) ma con la formalizzazione istituzionale del problema. justify;line-height:150%">Gli atti depositati e sottoposti alla discussione parlamentare sin dai primissimi anni ’80 mostravano, anche con il dettaglio di tabelle e dati quantitativi, che nel confronto con i maggiori paesi industrializzati comparabili: margin-bottom:0cm;margin-left:38.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         il valore del Debito pubblico italiano in percentuale sul PIL era quasi il doppio degli altri margin-bottom:0cm;margin-left:38.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         l’andamento era crescente e palesemente senza controllo margin-bottom:0cm;margin-left:38.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         la denuncia (10 anni prima che a Maastricht fosse adottato questo valore come limite) che stava per essere superato il valore del 60% sul PIL e la pericolosità di tale soglia margin-bottom:0cm;margin-left:38.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         la denuncia che l’indifferenza dei partiti di governo e di opposizione (PCI da una parte e MSI dall’altra) avevano portato a considerare il ricorso all’indebitamento una normale forma di copertura margin-bottom:0cm;margin-left:38.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         la previsione che tali dinamica e cultura avrebbero portato a totale dipendenza finanziaria dai mercati e a un vero e proprio commissariamento politico ed economico del paese. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">L’analisi radicale non si fermava alla denuncia politica ma coerentemente portava a proposte , quantitative e scandite nel tempo, per la soluzione del problema. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La proposta più immediata era azzerare il disavanzo primario (decenni prima di quando fu poi tentato); quella a medio termine consisteva in una modifica costituzionale dell’ Art. 81 (quasi trent’anni prima del fiscal compact!). margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Erano proposte ragionevoli, possibili, con transitori adeguati alla complessità del problema. Per l’azzeramento del disavanzo primario si proponeva di agire rapidamente e quasi esclusivamente sul fronte della spesa (trent’anni prima dell’attuale spending review). margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Si proponeva inoltre di rendere incostituzionale il ricorso al mercato finanziario (leggi nuovo indebitamento) oltre una certa percentuale delle entrate proprie, cioè quelle derivanti da imposte e tasse. In quegli anni quella percentuale era nella realtà di circa il 50% e si individuava un percorso pluriennale per arrivare al 10%. Dunque un meccanismo non rigido o declamatorio come quello adottato pochi anni fa e destinato alla immediata manifesta violazione. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">A quella proposta di soluzione si era arrivati anche in base all’analisi di altri dibattiti internazionali, come la proposta Gramm-Rudman adottata negli USA, che peraltro abbiamo valutato troppo facilmente aggirabile, nel caso italiano. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">E’ stata dunque una lunga battaglia politica e istituzionale, ma anche culturale: contro la cultura del sistema dei partiti (di maggioranza e di opposizione) di sottovalutazione  e  di rinvio dei problemi del paese nei principali settori economici e sociali. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Una battaglia essenzialmente di verità: fermare ed invertire la corsa al Debito significava infatti rendere noto il peso che comode politiche corporative e le non scelte avrebbero scaricato sulle generazioni future e sul paese. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La battaglia radicale degli anni ’80 sul Debito pubblico è stata peraltro la sintesi delle molte altre iniziative specifiche radicali per ammodernare il paese e renderlo autenticamente democratico, oltre che competitivo. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Abrogare il finanziamento pubblico dei partiti, una decente legislazione sui sindacati (i loro bilanci, il sistema di finanziamento, il loro potere di veto..) che li riportasse da opachi enti parastatali alla loro funzione originaria, trasformazione del mercato del lavoro (abrogazione art. 18, abbandono della Cassa integrazioni per i “protetti” in favore di indennità di disoccupazione per tutti,..), riforma  della giustizia (separazione delle carriere, non obbligatorietà dell’azione penale, CSM, responsabilità civile dei magistrati,..) per una “giustizia giusta”, abolizione del valore legale del titolo di studio per una scuola basata sul merito, riforma del sistema pensionistico con separazione netta tra assistenza e previdenza, dimagramento dello Stato con privatizzazioni delle miriadi di partecipazioni e di enti (RAI e tutti gli altri), diversa politica europea per gli Stati Uniti d’Europa, nuovo sistema elettorale uninominale,..... : tutte queste proposte (e altre ancora) furono oggetto di iniziative politiche e referendarie 20 o 30 anni prima che, dopo averle duramente boicottate, se ne scoprisse l’attualità e l’urgenza economica, sociale e istituzionale. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Il divario di modernità dell’Italia attuale trae origine proprio dall’emarginazione (spesso illegale perché contro risultati referendari) delle proposte radicali di allora, avviando il paese al declino economico e politico. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Mentre in altri settori come per alcuni diritti civili (divorzio, aborto, obiezione di coscienza,..) le battaglie radicali sono state vincenti e hanno comportato più libertà e diritti per tutti, nel settore economico, istituzionale e di assetto dello Stato il sistema dei partiti è stato più compatto, riuscendo ad imporre il fermo di ogni innovazione e necessaria modernità. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Le conseguenze sono ora evidenti: la fiducia nei partiti e nelle istituzioni è al minimo, il sistema economico è  stremato, prigioniero di se stesso e della sua cultura da piccolo mondo antico. margin-left:2.3pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La perdita di tre decenni di politica e cultura ha comportato: margin-bottom:0cm;margin-left:20.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">a)      forte aggravamento dei problemi margin-bottom:0cm;margin-left:20.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">b)      perdita di ricchezza margin-bottom:0cm;margin-left:20.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">c)      progressiva divaricazione dai paesi più sviluppati margin-bottom:0cm;margin-left:20.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">d)     forte perdita di competitività economica, finanziaria, politica, istituzionale margin-bottom:0cm;margin-left:20.3pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">e)      fragilità del paese nei confronti del sistema finanziario internazionale. margin-left:5.75pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">  margin-left:5.75pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">  margin-left:5.75pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%"> 150%;Times New Roman","serif"">4. Una nuova proposta radicale sul Debito pubblico margin-left:5.75pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">  margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">“Governare il Debito o esserne governati?”; questa la domanda che avevamo inutilmente posto negli anni ’80. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">A trentacinque anni dalla battaglia radicale sul Debito pubblico e dopo che tutti i problemi del paese si sono aggravati non solo nelle dimensioni ma per la cresciuta distanza “qualitativa” dagli altri paesi industrializzati, proprio in base all’analisi dell’origine e delle cause di tale aggravamento i radicali sono in grado di offrire una nuova proposta per il governo del Debito pubblico. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Se il problema fosse stato affrontato allora, la soluzione sarebbe stata relativamente agevole. Dopo molti decenni persi il problema è cambiato e richiede soluzioni nuove. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Anche il riflesso tardivo, adottato per costrizione esterna e non per scelta, di perseguire un Avanzo primario quasi esclusivamente tramite un forte aumento dell’imposizione fiscale si è rilevato controproducente per lo sviluppo economico e poco utile per il contenimento del Debito. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La corsa dell’Avanzo primario (attualmente circa 40 miliardi di euro) al raggiungimento della somma necessaria a pagare gli interessi sul Debito (circa 80 miliardi di euro l’anno) somiglia molto al paradosso di Zenone su Achille  e la tartaruga: più si cerca di aumentare l’Avanzo primario, maggiore risulta la distanza con l’obiettivo numerico necessario. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">D’altronde non stupisce che ciò avvenga, proprio perchè il problema non è più solo finanziario e numerico ma trae origine dall’ ultradecennale ritardo di riforme e di modernità in tutti i principali settori del paese. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Coerentemente con l’analisi politica sul Debito pubblico i radicali propongono una soluzione che preveda DUE FASI PARALLELE E CONTESTUALI. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La prima è rivolta al deficit di tempo, la seconda ad azzerare il deficit di modernità civile, politico, economico.   margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Per realizzare le riforme che ilpaese ha rinviato da decenni e di cui ha urgente bisogno servono almeno 3 o 4 anni. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Dunque questo è il tempo che è necessario guadagnare senza che il Debito rischi, con il suo enorme peso, di schiacciare definitivamente il paese. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Impedire che il Debito cresca ulteriormente per 3/4 anni in valore assoluto significa trovare (non dall’economia corrente e tanto meno dall’aggravamento dell’imposizione fiscale) risorse finanziarie per 120-160 miliardi di euro, cioè 3/4 volte la differenza tra Avanzo primario attuale e azzeramento effettivo del deficit complessivo. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Se disponessimo di tale cifra potremmo contare, per 3//4 anni, di un Debito stabile in valore assoluto (forse per la prima volta nella storia della Repubblica) e di un deficit uguale a zero, cioè di fattori di grandissima portata e riflessi positivi sui mercati internazionali da cui siamo fortemente dipendenti. Significherebbe anche stroncare la crescita del Debito in rapporto al PIL, anzi ottenerne quasi certamente una diminuzione consistente. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Ma soprattutto significherebbe guadagnare i 3/4 anni necessari ad attuare (non annunciare) tutte le riforme necessarie, nelle migliori condizioni finanziarie e politiche, interne ed internazionali. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Per questo le due fasi devono procedere parallelamente e contestualmente: il reperimento di 120-160 miliardi di euro, non dalle risorse correnti, deve essere attuato entro lo stesso tempo necessario ad attuare compiutamente le riforme. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La contestualità è fattore essenziale: nell’attuale scenario il tempo si paga. Se il tempo per le riforme si allunga, il costo si dilata e gli effetti delle riforme non saranno più sufficienti a riempire il gap di modernità, competitività, di risorse economiche e di Debito verso gli altri paesi. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">In altre parole Achille davvero non raggiungerà mai la tartaruga. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Ma se per 3/4 anni riusciremo a tenere ferma la tartaruga, il paese-Achille vincerà la corsa una volta per tutte. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Come realizzare le due fasi contestuali?   Nel seguito vengono illustrate nel dettaglio. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">  margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">  margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">FASE I margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">I 120-160 miliardi di euro in 3/4 anni non devono provenire da leve fiscali o dall’economia corrente, come troppo spesso si è ricorso sin’ora. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">La soluzione proposta è reperire tale somma per metà dall’alienazione di tutte le partecipazioni dello Stato ad aziende ed enti economici di varia natura (ENEL, ENI, RAI, POSTE, FERROVIE, FINMECCANICA, ENAV, ecc.). Gli effetti benefici sarebbero almeno tre : reperimento della somma necessaria (60-80 miliardi di euro), liberazione della politica (e del sistema dei partiti) dall’infezione cronica delle nomine e del sottogoverno, liberazione dell’economia del paese da monopoli e meccanismi distorsivi del merito e della concorrenza. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">L’altra metà della cifra (altri 60-80 miliardi di euro) può essere reperita dalla vendita di quella parte del patrimonio immobiliare statale più facilmente appetibile dal mercato. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Anche in questo caso il raggiungimento dell’obiettivo è relativamente agevole, sia tenendo conto della cifra assoluta che del valore dell’intero patrimonio immobiliare a disposizione, valutato almeno sette o otto volte le necessità indicate. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">  margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">FASE II margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">E’ la fase (contestuale alla prima) dell’attuazione delle riforme necessarie al paese. Quasi tutte non sono altro che quelle indicate dai radicali (con referendum, proposte, iniziative, disobbedienza civile, lotte nonviolente, .....) da quarant’anni nel tentativo di rendere moderno e competitivo il paese a tutti i livelli: civile, economico, politico, istituzionale. margin-left:5.65pt;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;line-height:150%">Ecco le principali: margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         mercato del lavoro: abrogazione art. 18, abolizione Cassa integrazione e sostituzione con una vera indennità di disoccupazione, .... margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         giustizia giusta: separazione delle carriere dei magistrati, responsabilità civile, abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, riportare il CSM ai suoi compiti costituzionali, amnistia e indulto per liberare la montagna di processi del “Debito processuale”, .... margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         sindacati e partiti: legge di regolamentazione della loro vita  e dei bilanci, trasparenza su eletti e nominati, abolizione di finanziamenti pubblici, abolizione (già approvata per via referendaria) dell’iscrizione “automatica” e delle trattenute sindacali per via aziendale,.... margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         ordini professionali: abolizione e trasformazione in libere associazioni, abolizione ordine dei giornalisti, abolizione di vincoli e di “gabelle” obbligatorie, ..... margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         sistema di istruzione: abolizione del valore legale del titolo di studio, finanziamento a scuole e atenei in base ai risultati di formazione, abolizione dei vincoli di tassazione e borse effettive agli studenti meritevoli,.. margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         pubblico impiego e amministrazione pubblica line-height:150%;Times New Roman","serif"">: disdetta dell’attuale contratto, abolizione di tutti i vincoli di inamovibilità e degli strumenti che attualmente consentono assenze di decine di punti percentuali superiori al privato, dirigenti pubblici licenziabili allo stesso modo dei dirigenti privati, ... margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">·         salute e sanità: trasparenza totale su ogni euro speso, valutazione dei servizi, dei luoghi di cura e del personale, strumenti di informazione e scelta effettivi ed accessibili per i cittadini, abolizione della farsa dei Commissari-Presidenti di Regione, vero commissariamento delle Regioni in deficit (sia di soldi che di qualità dei servizi), trasferimento di 10-20 miliardi l’anno dalle cure per acuti alla cronicità-disabilità (a parità di spesa complessiva), abolizione dello scandalo dei Direttori Generali nominati dai partiti. margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">  margin-bottom:0cm;margin-left:41.65pt;margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;text-indent:-18.0pt;line-height:150%;">  6.      115%;Times New Roman","serif"">Conclusioni   justify;line-height:150%">La proposta radicale sul Debito pubblico vuole trasformare il rischio incombente di commissariamento economico e politico del paese in occasione di sviluppo economico, sociale, civile e di modernità. justify;line-height:150%">Guadagnare il tempo necessario (3/4 anni) per attuare le riforme rinviate da 30-40 anni, senza aumentare la pressione fiscale o minare l’economia corrente, in due fasi contestuali. justify;line-height:150%">Il tempo lo si guadagna fermando il Debito al valore assoluto attuale, con probabile guadagno in % sul PIL e sicuro rafforzamento (se non entusiasmo) a livello di mercati finanziari. justify;line-height:150%">La modernizzazione del paese, la ripartenza di competitività e attrattività economica, la si ottiene attuando in 3/4 anni le riforme che non si sono volute fare negli ultimi decenni. justify;line-height:150%">Le proposte presenti nelle Fasi I e II contengono fattori di modernità e di abbandono delle vecchie logiche consociative, corporative e di privilegio che hanno portato all’invecchiamento culturale e politico del paese e alla diffusione delle attuali fortissime incrostazioni sociali, che impediscono l’affermazione del merito e deprimono la speranza (oltre che l’economia), facendo dell’Italia il paese a più bassa mobilità sociale. justify;line-height:150%">Esse possono essere inoltre facilitate dalla politica della Bce e di Draghi che ha in questi giorni creato condizioni certamente più favorevoli ma temporanee (e dunque da cogliere in fretta). justify;line-height:150%">D’altra parte decenni fa Giorgio Fuà classificava l’Italia fra i paesi a sviluppo in ritardo e identificava nel fattore O-I (capacità organizzativa e imprenditoriale disponibile a livello di impresa) una delle strozzature decisive per la crescita. Sottrarsi da questa situazione di inferiorità significa anche uscire dalla “oppressione” del Debito, che sarà così certamente governato non solo nei numeri ma nel suo contenuto economico e politico. justify;line-height:150%">Ora, come 35 anni fa, la nuova proposta radicale è ragionevole, percorribile, reale. justify;line-height:150%">Questa volta, però, tutto indica che per il paese essa sia l’ultima possibilità; per questo è necessaria una grande operazione di verità, di informazione, di democrazia. justify;line-height:150%">Mettere in un angolo anche questa proposta radicale è relativamente semplice; continuare a ignorare la realtà che essa contiene sarà invece impossibile.  

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