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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Mafia Capitale, Magi a Renzi: problema è nazionale, dopo sconcerto serve il coraggio di una vera riforma elettorale. Inchiesta Pignatore dimostra che preferenze sono vulnus, uninominale unica garanzia per i cittadini

Gio, 12/04/2014 - 12:02
04/12/14

 

Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale di Roma

"Superato l’ennesimo sconcerto, c'è bisogno che Renzi spieghi qual è la sua proposta da premier, oltre che da segretario del Pd, per resettare e riformare un sistema così profondamente clientelare e corrotto", lo ha dichiarato questa mattina a Omnibus, su La7, Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma. "Provvedimenti come il Commissariamento del Pd romano o altre misure seguite da Zingaretti a seguito dello Scandalo Fiorito, sono una risposta al sentimento diffuso di indignazione, ma evidentemente non incidono sulle vere cause della degenerazione della classe dirigente, cause - spiega Magi - che sono da cercare nei suoi meccanismi di selezione. Il nodo è la produzione del consenso attraverso le preferenze: un sistema feudale - finanziato da decenni con manovrine d’aula, affidamenti diretti, gare pilotate - che permette a tanti consiglieri comunali e regionali di incassare migliaia di voti di preferenza, senza bisogno di fare iniziativa politica. A Roma, e non solo, i pacchetti di preferenze si scambiano o si ereditano, e garantiscono l'elezione sollevando gli eletti dall'obbligo di rendere conto del proprio operato sul territorio e per i cittadini. Ogni consigliere comunale e regionale fa capo poi ad un esponente nazionale: è così che alcuni personaggi politici arrivano a totalizzare anche centinaia di migliaia di preferenze riuscendo ad incidere sulle decisioni che riguardano milioni di cittadini”.

“Si tratta però di un sistema malato e fragile: ce lo dimostra l'inchiesta di Pignatone ma soprattutto ce lo insegna la storia. All'inizio degli anni Novanta  - prosegue Magi -  grazie ai referendum dei Radicali, l’80% degli italiani indicarono il sistema uninominale come via d'uscita dal calderone scoperchiato da Tangentopoli. Ma quell'indicazione è stata disattesa e l'aspirazione uninominale soffocata da un sistema elettorale ibrido e confuso. Lo scandalo deflagrato a Roma offre l'occasione di aprire una riflessione a livello nazionale e di correggere il tiro rispetto a una riforma elettorale che, anche in ossequio al totem delle preferenze, rischia di replicare gli errori di vent'anni fa. L'introduzione di collegi uninominali come noi Radicali affermiamo da sempre, è invece il solo strumento che mette candidati ed eletti di fronte alle proprie responsabilità verso il territorio".

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Perugia. Bilancio consolidato, valutazione dei servizi da parte dei cittadini e salvaguardia delle strutture di riduzione del danno di bassa soglia. L’impegno di Romizi dopo l’incontro con Radicali Italiani

Mer, 12/03/2014 - 18:08
03/12/14

Valerio Federico, Alessandro Massari, Andrea Maori, Mario Albi, Amato De Paulis di Radicali Italiani e Radicali Perugia hanno incontrato il sindaco Andrea Romizi e il vice sindaco Urbano Barelli martedì 2 dicembre 2014

Il sindaco Andrea Romizi si è impegnato, su richiesta delle delegazione radicale guidata dal tesoriere Valerio Federico, a dar attuazione alla normativa che prevede la redazione del bilancio consolidato per i comuni al di sopra di 100mila abitanti.

Il bilancio consolidato è l’unico strumento con il quale i cittadini possono conoscere effettivamente la situazione economico finanziaria del Comune, poiché comprende anche i conti delle società partecipate dal comune stesso che erogano servizi, facendo emergere la situazione finanziaria complessiva della municipalità.

Vi è poi stata una seconda richiesta, già posta in cantiere dal sindaco, tesa a realizzare un sistema di valutazione dei servizi pubblici locali a disposizione dei cittadini. Anche questo secondo obiettivo mira al rispetto dello Stato di diritto, poiché prevista nella normativa nazionale. Come detto, la proposta ha trovato il sindaco ben disponibile poiché essa è già presente nel programma dell’amministrazione e la sua realizzazione è in corso.

Si è aggiunta la proposta di realizzazione della “Anagrafe pubblica relativa alla raccolta, al recupero, allo smaltimento e agli impianti dei rifiuti solidi urbani” sul modello di quella realizzata nel Comune di Roma nel febbraio 2014 grazie al lavoro, tra gli altri, di Massimiliano Iervolino e di Riccardo Magi “Consigliere comunale Radicale a Roma della Lista Marino”.

E’ stata concordato col sindaco ed il vicesindaco l’impegno per organizzare nel più breve tempo possibile un convegno di rilievo nazionale sulla separazione tra le fondazioni bancarie e le banche, con la partecipazione di tutti gli attori, fondazioni, banche, imprese, associazioni di categoria, consumatori, professori e politici esperti della materia.

Per quanto riguarda i temi sociali abbiamo chiesto al sindaco un impegno a rinforzare le unità di strada di bassa soglia che forniscono informazioni e aiuto ai tossicodipendenti e a prostitute in alcune zone critiche della città; la richiesta è motivata dal fatto che esiste una tendenza all’interno del consiglio comunale di voler smantellare il servizio per motivi ideologici. Gridano allo scandalo per i costi, senza valutare che esso offre assistenza e informazioni – a basso costo – a decine di giovani tossicodipendenti; in questo senso va anche la richiesta di un’audizione nelle commissioni consiliari dei responsabili dei progetti; chiediamo anche di continuare il progetto di utilizzo dei detenuti del carcere di Perugia - come è stato fatto per tre mesi e ne ha parlato anche Report - per lavori di pubblica utilità; Questo tipo di interventi, secondo legge, da concordare tra amministrazioni locali e carcere non hanno particolari costi e vanno a vantaggio dei detenuti e della città. Infine abbiamo richiesto l'iscrizione di Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza nell'Italia del dopoguerra e stretto collaboratore di Capitini, coofondatore del Movimento Nonviolento, nell’albo d'oro del comune di Perugia con consegna della pergamena in occasione del XX giugno data storica per la città di Perugia per la liberazione dal potere temporale.

 

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Affisioni Abusive: Cappato, multe pagate per la prima volta in Italia. Ora agisca il prefetto. Aggiornamento ottenuto con un nuovo accesso agli atti

Mer, 12/03/2014 - 15:36
03/12/14

Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano

    Per la prima volta in Italia, le multe per le affissioni elettorali abusive in una grande città sono state pagata da alcuni dei destinatari dei verbali. A 3 anni e mezzo dai fatti, relativi alle elezioni comunali del 2011 a Milano, arriva così un primo risultato importante per contenere l'illegalità nelle future campagne elettorali. Peccato che il Sindaco Pisapia (incluso nell'elenco di coloro che "hanno effettuato il pagamento delle ordinanze-ingiunzioni o hanno presentato richiesta di rateizzazione") abbia scelto di subire l'iniziativa radicale per anni invece che intervenire immediatamente, come gli avevamo chiesto.

Non entro nel merito dei singoli casi, rispetto ai quali molti dei multati potranno esprimere dubbi più che legittimi sui criteri di sanzione da parte della Giunta Moratti e sui criteri di ricalcolo da parte della Giunta Pisapia, che ha fatto passare da 6 a 2 milioni l'importo complessivo. Spetta ora al Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, agire per assicurare che il rispetto della legge non sia un episodio isolato, ma divenga una pratica consolidata. Oltre, alla verifica di compatibilità dei ricorsi presentati con gli incarichi istituzionali ricoperti, è necessario che il Prefetto non lasci passare i 5 anni a sua disposizione per emettere le ordinanze di ingiunzione delle elezioni politiche, regionali ed europee tenutesi dal 2012 ad oggi.   La situazione aggiornata dei verbali pagati e dei ricorsi, da me ottenuta attraverso un accesso agli atti, è pubblicata sul sito del Gruppo radicale www.milanoradicale.it (preghiera di citare la fonte) a questo link.   

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Disabili, Ass. Coscioni: le dichiarazioni di Renzi e Lorenzin non bastano. Vogliamo tempi certi per Lea e Nomenclatore

Mer, 12/03/2014 - 15:06
03/12/14 Dichiarazione congiunta di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Sabrina Di Giulio e Gustavo Fraticelli, vice-segretari dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Gentili, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni   Nella Giornata internazionale delle persone con disabilità l’Associazione Luca Coscioni torna a chiedere al Governo una azione tempestiva per l’aggiornamento dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e del nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili. Oggi il Ministro Lorenzin ha sottolineato che il Patto della salute prevede la revisione dei Lea (900 milioni in tre anni) e del nomenclatore per le protesi (250 milioni). Ma quali sono le date per le revisioni? Da troppo tempo i vari Governi e Ministri della Salute e dell’Economia che si sono succeduti hanno trascurato e procrastinato l’aggiornamento:  nel 2014 vige ancora la norma pubblicata nel 1999 per il Nomenclatore, che per disposizione di legge risulta da aggiornarsi con i  LEA che sono fermi al 2001.   E’ tempo di mettere fine ai proclami politici:  il Ministro Lorenzin ha affermato che  il termine di scadenza per l'aggiornamento dei LEA è il  31 dicembre 2014, termine previsto dal Patto per la Salute siglato lo scorso luglio, ma non ha dichiarato se tale data coincida anche con la revisione del Nomenclatore. Allo stesso tempo il premier Renzi, sollecitato da un appello di Marco Gentili, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, nella trasmissione Le Iene aveva annunciato il suo interesse per farsi carico quanto prima della faccenda. E ora a che punto siamo? Presidente Renzi, Ministro Lorenzin le persone con disabilità #possonostareserene?   E’ proprio in una giornata come questa, che occorre prendersi la responsabilità politica dinanzi ai cittadini di dire quanto ancora in realtà devono aspettare prima di potersi riappropriare della loro vita indipendente, ostacolata da anni di burocrazia e indifferenza. Alle parole devono seguire i fatti, come è accaduto con il Fondo per la non autosufficienza, aumentato a seguito di estenuanti lotte dei malati, e che speriamo non venga modificato con l’approvazione della legge di stabilità.   

Ed è sempre oggi che dai Comuni italiani ci aspetteremmo un segnale forte in merito ai Piani di eliminazione delle barriere architettoniche ed particolare dal Comune di Roma,   condannato già due volte grazie ai ricorsi presentati dall’Associazione Luca Coscioni per discriminazione verso i disabili,  anche perché privo di qualsiasi programmazione in tema di abbattimento delle barriere, ci aspetteremmo un impegno ai massimi livelli per una capitale accessibile. 

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Satyagraha di Natale: adesione dell'associazione fiorentina "Andrea Tamburi"

Mer, 12/03/2014 - 14:00
03/12/14

Alcuni militanti dell'Associazione per l'iniziativa radicale fiorentina "Andrea Tamburi", tra cui il presidente, Maurizio Morganti, il segretario, Maurizio Buzzegoli, e il tesoriere, Emanuele Baciocchi, parteciperanno da oggi al "Satyagraha di Natale" nella modalità dello sciopero della fame.
L'iniziativa, promossa dal Partito Radicale e che vede impegnato direttamente Marco Pannella, ha tra i suoi obiettivi il ripristino dello Stato di Diritto e l'affermazione del Diritto alla conoscenza. Più in particolare i punti di questa nuova iniziativa nonviolenta riguardano il tema della giustizia e delle carceri: dalla decarcerizzazione di Bernardo Provenzano alla garanzia delle cure in carcere, dall'abolizione dell'ergastolo alla nomina del garante nazionale dei detenuti fino all'introduzione del reato di tortura. Nei prossimi giorni sono previste nuove manifestazioni nel capoluogo toscano.

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Bolognetti: Domani a manifestazione No-Oil

Mer, 12/03/2014 - 11:10
03/12/14

 

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Nel preannunciare che domani prenderò parte alla manifestazione che si terrà sotto la Regione Basilicata, esprimo l’auspicio che la stessa possa essere ricca di contenuti e di proposta e non solo di mera protesta. Una volta di più occorre spiegare perché non è possibile trasformare la Basilicata nel hub petrolifero d’Italia, con buona pace dei desiderata di Assominareria e di chi ha voluto assecondarne gli interessi. 

Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani

 

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Amnistia per la Repubblica. Gli obiettivi del nostro Satyagraha di Natale con Marco Pannella. Bolognetti: noi non molliamo!!!

Mer, 12/03/2014 - 10:52
03/12/14

Intanto grazie a Nicola Valluzzi e a Gianluca Mitidieri

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Giunta Radicali Italiani

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Fedele al non mollare e nella consapevolezza che è necessario affermare il rispetto dello Stato di diritto, mi unisco all’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella per sostenerne ragioni e obiettivi.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Occorre che nel nostro Paese si affermi la legalità nell’amministrazione della giustizia. Occorre che nelle nostre carceri, putrido percolato di una giustizia in bancarotta e assurte a luogo di tortura per detenuti e Agenti di Polizia, viva e si affermi il rispetto del Dettato Costituzionale e della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Quella Convenzione che continuiamo a calpestare, violandone l’art. 6 che parla della ragionevole durata dei processi che non c’è.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">In questo nostro Stato, dove la Costituzione più bella del mondo è stata da tempo sostituita dalla Costituzione materiale, i milioni di procedimenti arretrati sul fronte della giustizia penale e civile sono una zavorra che sta contribuendo a farci affondare e che di certo spezza vite e nega giustizia a imputati e vittime.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Noi non molliamo e nel rilanciare una lotta ricordiamo a ciascuno e a tutti il messaggio inviato dal Presidente Giorgio Napolitano alle Camere e le parole pronunciate da Papa Francesco il 23 ottobre, che ha tra l’altro detto:  “Le deplorevoli condizioni detentive che si verificano in diverse parti del pianeta, costituiscono spesso un autentico tratto inumano e degradante, molte volte prodotto delle deficienze del sistema penale, altre volte della carenza di infrastrutture e di pianificazione, mentre in non pochi casi non sono altro che il risultato dell’esercizio arbitrario e spietato del potere sulle persone private della libertà”.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">No, noi non molliamo e innalziamo le bandiere del Diritto e dei Diritti negati, per la vita del diritto e il diritto alla vita.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">In queste ore, il Consigliere comunale Gianluca Mitidieri ha depositato un ODG a sostegno del Satyagraha radicale e dei suoi obiettivi e il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, ha aderito all’iniziativa e si è impegnato a far approvare un Odg a sostegno. Mi auguro che nelle prossime ore analoghi segnali possano arrivare da tutti i comuni lucani e dallo stesso Ente Regione. 

 

Approfondimenti

ODG presentato dal Consigliere Gianluca Mitidieri

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L’associazione Jabar aderisce al Satyagraha di Natale 2014

Mer, 12/03/2014 - 10:51
03/12/14

L’associazione Jabar, con l’adesione di Corrà Elisa, Gino Sperandio, Claudio Gamba, Fabio Jerman e Giovanni Patriarca ed altre persone che si aggiungeranno nelle prossime ore, partecipa al Satyagraha radicale in supporto a Marco Pannella per chiedere:

Sanità in carcere: garantire le cure ai detenuti;
– Immediata scarcerazione di Bernardo Provenzano;
– Introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura;
– Abolizione dell’ergastolo a sostegno della campagna di Nessuno Tocchi Caino;
– No alle deportazioni in corso dei detenuti dell’alta sicurezza;
– Diritto alla conoscenza: 1) conoscibilità e costante aggiornamento dei dati riguardanti le carceri; 2) conoscibilità dei dati riguardanti i procedimenti penali pendenti;
– Rendere effettivi i risarcimenti ai detenuti che hanno subito trattamenti inumani e degradanti;
– Abolire la detenzione arbitraria e illegale del 41-bis;
– Nomina immediata del Garante Nazionale dei Detenuti;
– Per gli Stati Generali delle Carceri, preannunciati dal ministro della Giustizia, prevedere la presenza anche dei detenuti.

Ecco il link al sito dei radicali.

L’associazione Jabar (grazie ai Luganega), che da luglio di quest’anno ha attrezzato un’aula computer all’interno del carcere di Belluno e svolge lezioni di base sull’uso del pc ai detenuti, rivendica la richiesta dell’istituzione del garante dei diritti del detenuto di Belluno, alla quale il sindaco Massaro e l’assessore Tommasi hanno ottemperato ma non in modo completo. Infatti a maggio del 2013 abbiamo incontrato il sindaco per proporre l’istituzione del garante, poi ad ottobre dello stesso anno abbiamo fatto due veglie davanti al carcere per porre l’attenzione sulla situazione carceraria e finalmente il 18 dicembre 2013, il consiglio comunale ha deliberato sul garante. Ad un anno di distanza però, nonostante alcune sollecitazioni, il garante ancora non esiste.
Il nostro Satyagraha in funzione del dialogo, per l’istituzione del garante dei detenuti di Belluno e per migliorare le condizione del penitenziario di Baldenich, si svolgerà con un giorno di sciopero della fame a partire dalla mezzanotte del 3 dicembre e proseguirà con un giorno di sciopero della fame alla settimana fino a quando non sarà istituito il garante.
Domani, mercoledì 3 dicembre, dopo la consueta lezione settimanale verso le ore 18.30, Corrà e Patriarca incontreranno i giornalisti che vorranno avere maggiori informazioni al bar Tullia di Baldenich.

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Magi: Roma è una città basata su concussione e clientele.Massimo garantismo sulle indagini ma il sistema è chiaro, basta leggete i bilanci e gli affidamenti diretti.

Mar, 12/02/2014 - 15:12
02/12/14

PROSEGUE IL MIO SCIOPERO DELLA FAME PER CHIUDERE IL CENTRO DI ACCOGLIENZA PIU' ILLEGALE E COSTOSO DI ROMA MENTRE CARABINIERI PERQUISISCONO UFFICIO ROM E ARRESTANO RESPONSABILE


Per anni è stato coperto, attraverso il commissariamento del debito e le tasse più alte d'Italia, un sistema trasversale tra destra e sinistra fondato su spese disastrose e clientele. Di fronte a poteri così forti gli unici strumenti sono la trasparenza e rispetto della legge.

DICHIARAZIONE DI RICCARDO MAGI, PRESIDENTE DI RADICALI ITALIANI E CONSIGLEIRE COMUNALE A ROMA, AL SECONDO GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME

Mentre, da domenica, sono in sciopero della fame per chiedere la chiusura del centro accoglienza per soli Rom più illegale e costoso che conosciamo, il Best House Rom di via Visso, apprendiamo che stamattina, nell’ambito dell’indagine su mafia, appalti e finanziamenti pubblici, è stata posta agli arrestati domiciliari anche la responsabile dell’Ufficio Rom, Sinti e Caminanti del Dip. V e gli uffici perquisiti con sequestro di molti documenti tra quali quelli relativi a via Visso, che avevamo reso noti nei mesi scorsi. Non siamo sorpresi. Da tempo come Radicali denunciamo quell’industria della solidarietà, alimentata da affari e interessi che ruotano intorno alla gestione dei centri per immigrati e campi rom.

Da garantisti, attendiamo l’esito delle indagini con il massimo della cautela, ma quanto emerge in queste ore dà pienamente ragione alla nostra impostazione. Da mesi, infatti, come Radicali ripetiamo e denunciamo in tutte le sedi, dalla Procura e alla Commissione europea, all’Anac, la verità del sistema romano, fondato su spese disastrose e clientele trasversali, da destra a sinistra. Non è vero che mancano i fondi per governare l’accoglienza di rifugiati e rom, per rilanciare la mobilità e per offrire servizi con standard minimi di decenza. Le risorse ci sono, ma vengono sperperate da un apparato deficitario e fallimentare, gestito con logiche che vanno perfino oltre quelle della partitocrazia.

Come Radicali lo abbiamo dimostrato per la prima volta a gennaio, sul sito opencampidoglio.it, denunciando la cosiddetta "manovra d'aula": l'obolo da oltre 50 che ogni consigliere avrebbe avuto a disposizione per curare il proprio bacino di preferenze. E’ così che da almeno 15 anni si trucca anche il gioco (cosiddetto) democratico ed elettorale e si seleziona una classe dirigente capitolina del tutto funzionale a questo modello di gestione. Lo abbiamo dimostrato, poi, con le nostre denunce sugli appalti per la Metro C che hanno dato il via all’indagine della procura della Corte dei Conti e che sono state accolte anche nella relazione che il presidente delll’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha inviato al procuratore Pignatone. E lo abbiamo dimostrato con atti formali alla Procura, alla Corte dei Conti e alla Commissione europea che vanno dalla gestione del ciclo dei rifiuti alle concessioni demaniali sul lungo mare di Ostia.

Sono queste le ragioni della mia astensione, la scorsa settimana, sull’assestamento di bilancio della Giunta Marino. Gli unici strumenti per combattere l’intreccio di poteri così forti e trasversali sono la trasparenza e il rispetto della legge. Da mesi vincolo il mio voto sul bilancio di Roma Capitale a 5 richieste precise al sindaco Marino, ineludibili perché il risanamento sia credibile: gare regolari per appalti e affidamenti, trasparenza su consulenze e incarichi dirigenziali, vendita di aziende comunali che svolgono servizi non essenziali e sono fabbriche di preferenze elettorali, stop all'obolo a disposizione di associazioni scelte direttamente dei consiglieri, legalità e tempi certi per la realizzazione della Metro C.
E' ora che questa amministrazione realizzi quella discontinuità che finora è stata più annunciata che davvero perseguita.

 

 

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Eutanasia, Cappato: il Palazzo risponda a Piludu prima che sia troppo tardi

Lun, 12/01/2014 - 16:11
01/12/14

Dichiarazione di Marco Cappato, promotore della campagna Eutanasia legale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni

Walter Piludu, malato di sla, ex Presidente della Provincia di Cagliari ha rivolto a Angelino Alfano, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Nichi Vendola, Beppe Grillo, Mario Monti delle domande semplici, che ha inoltrato anche a Papa Francesco, e che non devono essere eluse: "è accettabile, è umano, è pietoso costringere una persona e i suoi cari ad un tale fardello di prolungata, indicibile sofferenza? Mi chiedo e vi chiedo: perché costringermi ad andare in Svizzera invece di poterlo fare vicino ai miei affetti, nella mia terra, nella mia patria? Ancora, mi chiedo e vi chiedo: se, come temo, non potrò andare in Svizzera, in ragione di insuperabili ostacoli logistici ed emozionali, in quale altro modo potrò realizzare la mia volontà se non col rifiuto di acqua e cibo e, dunque, con una lenta morte per sete e fame?"   Come Associazione Luca Coscioni ci uniamo alla richiesta di Walter Piludu (che ci fa l'onore di essere anche nostro iscritto) e sollecitiamo, come lui stesso ha fatto una risposta non soltanto alla sua lettera, ma anche alla proposta di legge di iniziativa popolare da noi depositata nel settembre 2013, cioè lo stesso mese nel quale Walter Piludu ha visto precipitare le proprie condizioni: "da metà del 2013 -scrive Piludu- sono completamente immobilizzato, vivo con un tubo che collega, 24 ore al giorno, il mio naso ad un respiratore meccanico, le mie funzioni vocali sono fortemente compromesse, non avendo più il riflesso difensivo della tosse mangio e bevo ogni volta con il terrore che qualcosa vada di traverso – mi è già successo due volte- generando una situazione terribile di soffocamento". Come si vede, la richiesta di una risposta è della massima urgenza.

 

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SLA: L’atroce realtà dei malati e delle loro famiglie: uno stato assente e ostile. Una vita degna di questo nome, diritto da conquistare. Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni

Lun, 12/01/2014 - 15:55
01/12/14

 

La dirigente radicale Maria Antonietta Farina Coscioni ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione:     “C’è da conquistare il diritto a una morte dignitosa, ma soprattutto c’è da conquistare il diritto a una vita che meriti di essere vissuta. Da questo punto di vista i casi sempre più frequenti di malati si SLA che rivendicano i loro diritti colpevolmente disattesi, sono un caso paradigmatico. Il poter mettere la parola fine in piena coscienza e consapevolezza a uno stato che si ritiene insopportabile e inutilmente doloroso, è solo l’anello terminale di una lunga catena: costituita da scelte e necessità quotidiane che lo Stato dovrebbe garantire e che nei fatti disattende. Come ben sa chiunque si trovi coinvolto con la SLA, questa malattia richiede assistenza continuativa e qualificata; tecnologia avanzata; sostegni concreti e psicologici. Niente di tutto questo viene garantito. Lo Stato sceglie di erogare finanziamenti a organizzazioni private e delega loro compiti che sono suoi, foraggia “residenze” che si tramutano in veri e propri ghetti per i malati di SLA, che non sono “liberi” di decidere, se lo desiderano, di poter continuare a vivere all’interno del proprio nucleo familiare. Questo perché un malato di SLA ha dei costi che solitamente una famiglia non è in grado di sostenere, e le istituzioni non se ne fanno carico. Ci sono delle precise responsabilità: l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza è bloccato al 2001! Gli ausili e le protesi sono obsoleti; se il malato vuole, come suo diritto, strumenti tecnologicamente avanzati, deve pagarli di tasca propria; lo Stato inoltre non si limita a non voler garantire un’adeguata assistenza in vita; si accanisce contro il malato, impedendogli di decidere quando far uso delle macchine “salvavita”, e quando decidere di privarsene… Questa l’atroce realtà del malato di SLA che si occulta, che si impedisce sia conosciuta e dibattuta; malati e le loro famiglie ostaggi di logiche perverse e mercantiliste, e uno Stato (e una classe politica) colpevolmente assente e indifferente. È per il diritto a una vita degna di questo nome che si deve lottare, per il diritto di tutti e di ciascuno di determinare quando non la si ritiene più degna e si vuole scrivere la parola "Fine’”.  

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Rom, Magi: in sciopero della fame per chiusura centro fuori legge finanziato con milioni dei romani. Si riconvertano queste risorse per percorsi inclusione per Rom e non Rom

Lun, 12/01/2014 - 13:28
01/12/14

Il Presidente di Radicali Italiani: "Per il centro accoglienza di Via Visso Comune paga milioni di euro per tenere cittadini rom in 2,5 mq a testa, senza aria né luce naturale. Dalla mezzanotte di ieri ho iniziato un digiuno per chiedere al sindaco Marino la chiusura di questo centro che viola legge e diritti e causa enorme spreco di risorse pubbliche. Il superamento dei campi Rom deve partire da qui".

“Mentre su periferie, immigrazione e Rom assistiamo da settimane alla messa in scena di uno scontro strumentale e ideologico tra chi vorrebbe “mandarli via tutti” e chi invece - per interesse o buona fede - si schiera a difesa di un sistema fallito, milioni e milioni dei contribuenti continuano a essere sperperati in politiche di accoglienza inadeguate che violano leggi e diritti fondamentali e non producono risultati.
Uno scandalo che a Roma è rappresentato in modo emblematico dal Best House Rom di via Visso, il “centro di accoglienza” inaugurato nel 2012 dall'Amministrazione Alemanno, finanziato dal Comune e gestito dalla Coop. Soc. Inopera, dove oltre 300 cittadini Rom vivono in condizioni disumane, con un enorme esborso di risorse pubbliche e in violazione delle leggi italiane ed europee”, lo dichiara Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere al Comune di Roma.

Per questo ho deciso di intraprendere dalla mezzanotte di ieri uno sciopero della fame di dialogo rivolto al sindaco Ignazio Marino, e all’Amministrazione Capitolina, per portare istituzioni e opinione pubblica a conoscenza di questo caso e dare il mio contributo perché si trovi la forza di chiudere questa struttura. Ecco la mia proposta: chiudere questo centro illegale il prima possibile e convertire le ingenti risorse che ogni mese vengono dissipate, per costruire quei percorsi di inclusione abitativa e lavorativa per Rom e non Rom che attualmente sono del tutto assenti” annuncia Riccardo Magi.

“Quella di via Visso è una realtà fuori legge e ignorata a cui bisogna porre fine. La struttura non ha nemmeno l’abitabilità e le sue condizioni sono paragonabili a quelle di un lager: privo di fonti di luce naturale e di ricambio d'aria e con servizi igienici insufficienti, con gravissimi rischi per la salute degli adulti e soprattutto dei bambini. Un lager, però, dai costi esorbitanti, che l’anno scorso è costato oltre 1 milione di euro dei cittadini romani e nel 2014 ne costerà almeno doppio. Roma Capitale spende infatti 600 euro al mese a persona per tenere famiglie intere accalcate in stanze di appena 12 mq senza finestre”.
"E’ urgente uscire dall'angolo di un dibattito demagogico, utile solo a nascondere le vere cause del disagio sociale delle nostre periferie e ad alimentare il clima di tensione. Siamo davanti a un drammatico deficit di accountability democratica: i campi, e luoghi come via Visso, sono infatti un problema non solo per chi li abita e per chi risiede nei dintorni, ma per la democrazia, perché se si ammette la sospensione dello stato di diritto e della legalità, promuovendola perfino a modello istituzionale, si opera contro la possibilità di una vita civile democratica. Proprio per questo la mia azione è al contempo una adesione all’iniziativa per la giustizia giusta, per la legalità del sistema della carceri italiane, per il diritto alla conoscenza, per lo stato di diritto, che Marco Pannella sta rilanciando in queste ore” conclude Magi.

 

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Vie d'acqua: Expo condannata per aver negato a Cappato copia del progetto. La società dovrà consegnargli il progetto e versargli 1.800 euro

Lun, 12/01/2014 - 13:25
01/12/14

Cappato: se Sala non riesce a garantire il rispetto della legge, rinunci al ruolo di Commissario o a quello di Amministratore delegato

Comunicato stampa del Gruppo Radicale - federalista europeo a Milano

La società EXPO 2015 è stata condannata dal TAR della Lombardia (a questo LINK copia della sentenza) a fornire al Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano Marco Cappato copia del progetto "Vie d'acqua sud", che Cappato aveva chiesto a maggio 2014 per poter valutare l'impatto sul territorio della nuova versione di un'opera da subito denunciata come inutile da Milanosìmuove e dai Radicali, e realizzata con un appalto commissariato a novembre 2014. Il TAR ha anche condannato EXPO 2015 al pagamento a Cappato di 1.800 Euro oltre IVA e Contributo obbligatorio.   La società EXPO 2015 aveva negato copia dei documenti di progetto in quanto non ancora "perfezionati e approvati da competenti organi", ma il TAR ha ribadito l'obbligo di consentire l'accesso ad atti anche in itinere per consentire al ricorrente di provare a "fornire soluzioni alternative" rispetto al progetto in corso.   A seguito della sentenza, Marco Cappato ha dichiarato:   "lL vie d'acqua sono un'opera tanto inutile quanto devastante, uno spreco di danaro che abbiamo denunciato prima ancora che la magistratura se ne interessasse. Dopo tutto quello che è successo, il minimo sarebbe stato da parte di EXPO 2015 di rispettare la legge nel fornire puntuale accesso agli atti ai Consiglieri comunali, ma anche ai Comitati e ai cittadini. Invece, non è bastato nemmeno un ricorso davanti al TAR per ottenere i documenti richiesti.   Chiedo all'Amministratore delegato di Expo 2015 e Commissario unico a Expo, Giuseppe Sala, di spiegare le ragioni di un comportamento del genere e quali provvedimenti intenda prendere per il futuro. Se nella sua duplice veste non riesce a garantire il rispetto della legge nemmeno su una questione così elementare come la risposta ad un accesso agli atti, allora è meglio che si faccia da parte o come Commissario o come Amministratore delegato. Non è infatti ragionevole continuare -come fanno Maroni e Pisapia- a far gravare sulla stessa persona sia le responsabilità di gestione sia quelle di indirizzo e controllo". 

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Convocazione della Direzione di radicali italiani

Lun, 12/01/2014 - 02:13
30/11/14

Care compagne e cari compagni,

domenica 7 dicembre alle ore 10.00 è convocata la Direzione Nazionale di Radicali italiani sul seguente ordine del giorno:

  • analisi della situazione politica alla luce della convocazione per l’8 gennaio del Senato del Partito Radicale del quale fanno parte, in rappresentanza di Radicali Italiani, la Segretaria e il Tesoriere (vedi email di convocazione a firma Marco Pannella);
  • le iniziative politiche in corso;
  • la situazione economico-finanziaria del Movimento e la sua “organizzazione”.

La riunione si aprirà con le nostre relazioni e si protrarrà fino alle ore 16:00.

Rita Bernardini
Valerio Federico

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Amnistia per la Repubblica. Gli obiettivi del nostro Satyagraha di Natale con Marco Pannella

Lun, 12/01/2014 - 00:57
01/12/13

Noi sottoscritti abitanti il territorio italiano ci uniamo alla lotta nonviolenta del leader radicale Marco Pannella affinché nel nostro Paese si affermi la legalità nell’amministrazione della Giustizia (da anni straziata insieme alla vita di milioni di persone a causa dell’irragionevole durata dei processi penali e civili) e si rimuovano le cause strutturali che fanno delle nostre carceri luoghi di trattamenti inumani e degradanti.

Noi siamo convinti che l’amnistia e l’indulto siano gli unici provvedimenti strutturalmente in grado, da subito, di riportare nella legalità costituzionale e sovranazionale il nostro Paese. Non siamo soli: cerchiamo di far vivere con il nostro Satyagraha le parole contenute nel messaggio solenne del Presidente Napolitano al Parlamento, quelle pronunciate da Papa Francesco il 23 ottobre scorso in occasione dell’incontro con i delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale, e quelle – chiarissime – pronunciate dal Gruppo di Esperti Onu sulla Detenzione Arbitraria a seguito di una visita ispettiva effettuata in Italia nel luglio scorso.

Per questo, nel partecipare al Satyagraha - e nell’ambito della battaglia centrale volta ad ottenere un provvedimento di amnistia e di indulto - indichiamo i seguenti obiettivi:

Sanità in carcere: garantire le cure ai detenuti;
Immediata scarcerazione di Bernardo Provenzano;
Introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura;
Abolizione dell’ergastolo a sostegno della campagna di Nessuno Tocchi Caino;
No alle deportazioni in corso dei detenuti dell’alta sicurezza;
Diritto alla conoscenza: 1) conoscibilità e costante aggiornamento dei dati riguardanti le carceri 2) conoscibilità dei dati riguardanti i procedimenti penali pendenti;
Rendere effettivi i risarcimenti ai detenuti che hanno subito trattamenti inumani e degradanti;
Abolire la detenzione arbitraria e illegale del 41-bis;
Nomina immediata del Garante Nazionale dei Detenuti;
Per gli Stati Generali delle Carceri, preannunciati dal Ministro della Giustizia, prevedere la presenza anche dei detenuti.
Per aderire al Satyagraha, che avrà inizio dalla mezzanotte di mercoledì 3 dicembre 2014, ti preghiamo di riempire il questionario sottostante. Puoi aderire con uno o più giorni di sciopero della fame, o con altre forme di lotta nonviolenta.

Fra le prime adesioni, quella di Rita Bernardini, Valter Vecellio, Don Enzo Chiarini, Laura Arconti, Maurizio Turco.

http://www.radicalparty.org/inserimentifirmeappelli/form_direct.php

 

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Bolognetti: L'elenco delle società che trattano i rifiuti provenienti dal Centro Oli Eni della Val d'Agri lo pubblichiamo noi

Sab, 11/29/2014 - 10:37
29/11/14

 Bolognetti: No, Eni non può cavarsela con una non risposta. A noi non basta sapere che i reflui radioattivi,  abitualmente smaltiti presso Tecnoparco, finiranno in strutture di fuori regione.

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro della Giunta di Radicali Italiani

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">No, Eni non può cavarsela con una non risposta. A noi non basta sapere che i reflui radioattivi, abitualmente smaltiti presso Tecnoparco, finiranno in strutture di fuori regione.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">No, non basta affatto! E’ opportuno, anzi oserei dire doveroso, che il “cane a sei zampe” renda noto l’elenco della/e società che smaltiranno le acque di strato.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Soprattutto, sarebbe opportuno smetterla con il gioco delle tre carte. Ribadisco all’Eni e agli Enti interessati che la re-iniezione delle acque di strato in zona sismica è operazione esplicitamente vietata da una Delibera del Comitato dei Ministri del febbraio 1977.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Nel ricordare che da anni giace nei cassetti della Regione una mia proposta volta ad istituire un’anagrafe dei rifiuti, ritengo opportuno onorare il diritto a poter conoscere per deliberare dei cittadini lucani diffondendo l’elenco delle società che hanno trattato rifiuti per conto di Eni Spa nell’anno di grazia 2008. Questo in attesa che Ispra decida di pubblicare il nuovo rapporto sui rifiuti speciali e pericolosi.

Società che nel 2008 hanno trattato rifiuti prodotti da Eni Spa.

 

- ALFAREC S.P.A.                                            

- A.C.R. DI REGGIANI ALBERTINO S.P.A.                       

- F.G.S. DI GUIDI FERNANDO & C SNC                          

font-family:"Verdana","sans-serif";mso-ansi-language:EN-US">- SETRA SRL..                                               

font-family:"Verdana","sans-serif";mso-ansi-language:EN-US">- UNIPROJECT S.R.L.                                         

- CRISCUOLO ECO PETROL SERVICE S.R.L.                       

font-family:"Verdana","sans-serif";mso-ansi-language:EN-US">- ECOSISTEM SRL                                              

font-family:"Verdana","sans-serif";mso-ansi-language:EN-US">- UNIPROJECT S.R.L.                                         

- IULA BERARDINO S.R.L.                                     

- DI FLORIO S.R.L.                                          

- TECNOPARCO VAL BASENTO S.P.A.                              

- ECONET S.R.L.                                             

- CONSAR - CONSORZIO STERRATORI AUTOTRASPORTATORI         

- GARRAMONE MICHELE& FIGLI SNC

 

P.S. Ulteriori considerazioni e dati nelle prossime ore.

Forse adesso si capisce perché Somma e Confindustria si son schierati armi, bagagli e monnezza a favore di ulteriori "buchi per terra". 

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Bolognetti: Storie di merda, depuratori e reflui urbani

Ven, 11/28/2014 - 17:08
28/11/14

Quante volte ho ripetuto che l’Italia è uno Stato canaglia incapace di rispettare il diritto comunitario posto a tutela dell’ambiente e della salute umana. Siamo uno Stato canaglia incapace di rispettare la sua propria legalità. Siamo uno Stato che recepisce con puntuale e disarmante ritardo le direttive comunitarie in materia ambientale e che con altrettanta puntualità, anche quando le ha recepite, non le applica.
Ma se l’Italia è Stato canaglia, la Basilicata nero petrolio non è da meno. La Lucania fenix è sul fronte della tutela ambientale, dell’applicazione delle direttive comunitarie in materia di ambiente, una regione canaglia, dove può succedere che in una città di 60mila abitanti i rifiuti restino a marcire per strada e dove i reflui fognari non depurati finiscono nei fiumi e nelle dighe.
In Basilicata è passata pressoché inosservata la “messa in mora” del nostro Paese per la violazione della direttiva 1991/271/CEE.
Eppure, proprio la Basilicata ha offerto un importante contributo all’ennesima procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea a carico del nostro Paese, in base a quanto previsto dall’art. 258 del TFUE(Trattato Funzionamento Unione Europea).
Sì, avete capito bene, parliamo di una direttiva del 1991 “concernente il trattamento delle acque reflue urbane”, successivamente modificata dalla direttiva 98/15/CE della Commissione.
Una direttiva varata “per evitare ripercussioni negative sull'ambiente, dovute allo scarico di acque reflue urbane trattate in modo insufficiente”.
A fine marzo 2014, la Commissione Europea ha inviato al nostro Ministero degli Esteri una missiva che ha un che di ironico, nella quale è tra l’altro dato leggere: “Signora Ministro, la Commissione ha l’onore di attirare l’attenzione del Suo governo sull’applicazione in Italia degli articoli 3, 4, 5 e 10 della direttiva del Consiglio 91/271/CEE[…]. La direttiva ha per obiettivo quello di assicurare che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a un trattamento appropriato, al fine di assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente e, di conseguenza, della salute dei cittadini dell’Unione Europea”.
Onore loro, ma evidentemente non nostro, beccati per l’ennesima volta con il sorcio in bocca o, verrebbe da dire pensando alla Basilicata, con qualche fogna non collettata o scarichi non adeguatamente trattati.
La Commissione ci ricorda che ai sensi del sopracitato art. 3, entro e non oltre il 31 dicembre 2005, tutti i comuni con un numero di abitanti compreso tra i 2000 e i 15000 avrebbero dovuto essere provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane e che l’art. 4 imponeva entro la stessa data l’obbligo di sottoporre i reflui, prima dello scarico, ad un trattamento secondario.
Ovviamente non è andata così, anzi. E tra le centinaia di comuni italiani tra i 2000 e i 15000 abitanti che hanno violato la direttiva 91/271 troviamo ben 41 comuni lucani, tra i quali Latronico, Lauria, Maratea, Moliterno, Muro Lucano, Montescaglioso, Ferrandina, Francavilla, Chiaromonte. Nella quasi totalità dei casi in Basilicata si è violato l’art. 4. Tradotto c’è stato un inadeguato trattamento volto a ridurre nei limiti previsti il carico inquinante delle acque reflue.
Che dire? Viene in mente quella parola “onore” con la quale la Commissione si è rivolta al nostro Ministero, ma viene soprattutto da chiedersi quanto guano scarichiamo nelle nostre acque, in una regione che paga già un prezzo molto alto in termini di inquinamento collegato alle attività di estrazione idrocarburi.
E vogliamo meravigliarci se AQL non riesce a garantire la salubrità dell’acqua a Ferrandina? C’è solo da incrociare le dita, da invocare ciascuno il proprio santo patrono mormorando. “Io speriamo che me la cavo”.
Quanto a Latronico, che ambisce ad essere la città del benessere, se l’attuale primo cittadino, prototipo del renzismo imperante, dismettesse i panni del Paolini lucano e si occupasse di più della cosa pubblica, non sarebbe male.

* intervento pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 27 novembre 2014

Per approfondire

Bolognetti: Sul fronte della tutela ambientale l’Italia è uno Stato canaglia (radicali.it, 7 luglio 2011)

Alla ricerca della fogna perduta (Radio Radicale, 23 maggio 2010)

Storie di merda e di depuratori (Canale Youtube Radicali Lucani, 27 gennaio 2010)

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Bolognetti: Storie di merda, depuratori e reflui urbani

Ven, 11/28/2014 - 16:59
28/11/14

Quante volte ho ripetuto che l’Italia è uno Stato canaglia incapace di rispettare il diritto comunitario posto a tutela dell’ambiente e della salute umana. Siamo uno Stato canaglia incapace di rispettare la sua propria legalità. Siamo uno Stato che recepisce con puntuale e disarmante ritardo le direttive comunitarie in materia ambientale e che con altrettanta puntualità, anche quando le ha recepite, non le applica.

Ma se l’Italia è Stato canaglia, la Basilicata nero petrolio non è da meno. La Lucania fenix è sul fronte della tutela ambientale, dell’applicazione delle direttive comunitarie in materia di ambiente, una regione canaglia, dove può succedere che in una città di 60mila abitanti i rifiuti restino a marcire per strada e dove i reflui fognari non depurati finiscono nei fiumi e nelle dighe.

In Basilicata è passata pressoché inosservata la “messa in mora” del nostro Paese per la violazione della direttiva 1991/271/CEE.

Eppure, proprio la Basilicata ha offerto un importante contributo all’ennesima procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea a carico del nostro Paese, in base a quanto previsto dall’art. 258 del TFUE(Trattato Funzionamento Unione Europea).

Sì, avete capito bene, parliamo di una direttiva del 1991 “concernente il trattamento delle acque reflue urbane”, successivamente modificata dalla direttiva 98/15/CE della Commissione.

Una direttiva varata “per evitare ripercussioni negative sull'ambiente, dovute allo scarico di acque reflue urbane trattate in modo insufficiente”.

A fine marzo 2014, la Commissione Europea ha inviato al nostro Ministero degli Esteri una missiva che ha un che di ironico, nella quale è tra l’altro dato leggere: “Signora Ministro, la Commissione ha l’onore di attirare l’attenzione del Suo governo sull’applicazione in Italia degli articoli 3, 4, 5 e 10 della direttiva del Consiglio 91/271/CEE[…]La direttiva ha per obiettivo quello di assicurare che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a un trattamento appropriato, al fine di assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente e, di conseguenza, della salute dei cittadini dell’Unione Europea”.

Onore loro, ma evidentemente non nostro, beccati per l’ennesima volta con il sorcio in bocca o, verrebbe da dire pensando alla Basilicata, con qualche fogna non collettata o scarichi non adeguatamente trattati.

La Commissione ci ricorda che ai sensi del sopracitato art. 3, entro e non oltre il 31 dicembre 2005, tutti i comuni con un numero di abitanti compreso tra i 2000 e i 15000 avrebbero dovuto essere provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane e che l’art. 4 imponeva entro la stessa data l’obbligo di sottoporre i reflui, prima dello scarico,  ad un trattamento secondario.

Ovviamente non è andata così, anzi. E tra le centinaia di comuni italiani tra i 2000 e i 15000 abitanti che hanno violato la direttiva 91/271 troviamo ben 41 comuni lucani, tra i quali Latronico, Lauria, Maratea, Moliterno, Muro Lucano, Montescaglioso, Ferrandina, Francavilla, Chiaromonte. Nella quasi totalità dei casi in Basilicata si è violato l’art. 4. Tradotto c’è stato un inadeguato trattamento volto a ridurre nei limiti previsti il carico inquinante delle acque reflue.

Che dire? Viene in mente quella parola “onore” con la quale la Commissione si è rivolta al nostro Ministero, ma viene soprattutto da chiedersi quanto guano scarichiamo nelle nostre acque, in una regione che paga già un prezzo molto alto in termini di inquinamento collegato alle attività di estrazione idrocarburi.

E vogliamo meravigliarci se AQL non riesce a garantire la salubrità dell’acqua a Ferrandina? C’è solo da incrociare le dita, da invocare ciascuno il proprio santo patrono mormorando. “Io speriamo che me la cavo”.

Quanto a Latronico, che ambisce ad essere la città del benessere, se l’attuale primo cittadino, prototipo del renzismo imperante, dismettesse i panni del Paolini lucano e si occupasse di più della cosa pubblica, non sarebbe male.

* intervento pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 27 novembre 2014.

Per approfondire:

Bolognetti: Sul fronte della tutela ambientale l’Italia è uno Stato canaglia (radicali.it, 7 luglio 2011)

Alla ricerca della fogna perduta (Radio Radicale, 23 maggio 2010)

Storie di merda e di depuratori (Canale Youtube Radicali Lucani, 27 gennaio 2010)

 

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Firme false, Cappato e Lipparini: sono crimini gravi e il primo criminale è lo Stato italiano

Ven, 11/28/2014 - 16:31
28/11/14

Dichiarazione di Marco Cappato e Lorenzo Lipparini della lista Bonino-Pannella:

"Sono passati quattro anni e nove mesi da quando ci rivolgemmo alla giustizia italiana per denunciare (in particolare all'allora sostituto procuratore Bruti Liberati) la truffa elettorale 'Firmigoni' e per chiedere l'annullamento delle elezioni regionali lombarde del 2010".

"Il processo civile è ancora in corso davanti al Consiglio di Stato, mentre è arrivata oggi la conclusione del primo grado al penale, rispetto alla quale ci permettiamo di sottolineare che i crimini contro la democrazia dovrebbero essere considerati tra i crimini più gravi".

"Le responsabilità di quanto accaduto vanno al di là di quelle dei singoli autenticatori e di chi li ha organizzati. Nella truffa Firmigoni il primo criminale è lo Stato italiano che - nelle sue varie ramificazioni politiche, giudiziarie ed editoriali- ha impedito agli elettori lombardi di ottenere elezioni legali e democratiche e ha negato per anni il diritto alla verità sui crimini commessi".

"Solo così è stato possibile eliminare dalle istituzioni lombarde noi Radicali, cioè l'unica alternativa a un sistema di potere assolutamente trasversale e ancora oggi attivo. Le condanne di oggi non rappresentano per noi un impossibile risarcimento, ma la conferma di un delitto che avrebbe potuto e dovuto essere evitato se fossimo stati subito ascoltati".

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"Bolognetti viene a mettere in guardia i montesi". Domani presentazione del libro "Le mani nel petrolio" a Montescaglioso(MT)

Ven, 11/28/2014 - 11:09
28/11/14

Maurizio Bolognetti inaugura il primo di una serie di INCONTRI FORMATIVI sul tema del PETROLIO e dell'inquinamento Ambientale.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">a Montescaglioso - Sabato 29 Novembre 2014 - Sala Sandro Pertini - Ore 18.00

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Approfondimenti line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

Montescaglioso.net

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