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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Bolognetti: Storie di merda, depuratori e reflui urbani.

Gio, 11/27/2014 - 18:53
27/11/14

Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno, 27 novembre 2014 

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro della Giunta di Radicali Italiani

Quante volte ho ripetuto che l’Italia è uno Stato canaglia incapace di rispettare il diritto comunitario posto a tutela dell’ambiente e della salute umana. Siamo uno Stato canaglia incapace di rispettare la sua propria legalità. Siamo uno Stato che recepisce con puntuale e disarmante ritardo le direttive comunitarie in materia ambientale e che con altrettanta puntualità, anche quando le ha recepite, non le applica.

Ma se l’Italia è Stato canaglia, la Basilicata nero petrolio non è da meno. La Lucania fenix è sul fronte della tutela ambientale, dell’applicazione delle direttive comunitarie in materia di ambiente, una regione canaglia, dove può succedere che in una città di 60mila abitanti i rifiuti restino a marcire per strada e dove i reflui fognari non depurati finiscono nei fiumi e nelle dighe.

In Basilicata è passata pressoché inosservata la “messa in mora” del nostro Paese per la violazione della direttiva 1991/271/CEE.

Eppure, proprio la Basilicata ha offerto un importante contributo all’ennesima procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea a carico del nostro Paese, in base a quanto previsto dall’art. 258 del TFUE(Trattato Funzionamento Unione Europea).

Sì, avete capito bene, parliamo di una direttiva del 1991 “concernente il trattamento delle acque reflue urbane”, successivamente modificata dalla direttiva 98/15/CE della Commissione.

Una direttiva varata “per evitare ripercussioni negative sull'ambiente, dovute allo scarico di acque reflue urbane trattate in modo insufficiente”.

A fine marzo 2014, la Commissione Europea ha inviato al nostro Ministero degli Esteri una missiva che ha un che di ironico, nella quale è tra l’altro dato leggere: “Signora Ministro, la Commissione ha l’onore di attirare l’attenzione del Suo governo sull’applicazione in Italia degli articoli 3, 4, 5 e 10 della direttiva del Consiglio 91/271/CEE[…]La direttiva ha per obiettivo quello di assicurare che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a un trattamento appropriato, al fine di assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente e, di conseguenza, della salute dei cittadini dell’Unione Europea”.

Onore loro, ma evidentemente non nostro, beccati per l’ennesima volta con il sorcio in bocca o, verrebbe da dire pensando alla Basilicata, con qualche fogna non collettata o scarichi non adeguatamente trattati.

La Commissione ci ricorda che ai sensi del sopracitato art. 3, entro e non oltre il 31 dicembre 2005, tutti i comuni con un numero di abitanti compreso tra i 2000 e i 15000 avrebbero dovuto essere provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane e che l’art. 4 imponeva entro la stessa data l’obbligo di sottoporre i reflui, prima dello scarico,  ad un trattamento secondario.

Ovviamente non è andata così, anzi. E tra le centinaia di comuni italiani tra i 2000 e i 15000 abitanti che hanno violato la direttiva 91/271 troviamo ben 41 comuni lucani, tra i quali Latronico, Lauria, Maratea, Moliterno, Muro Lucano, Montescaglioso, Ferrandina, Francavilla, Chiaromonte. Nella quasi totalità dei casi in Basilicata si è violato l’art. 4. Tradotto c’è stato un inadeguato trattamento volto a ridurre nei limiti previsti il carico inquinante delle acque reflue.

Che dire? Viene in mente quella parola “onore” con la quale la Commissione si è rivolta al nostro Ministero, ma viene soprattutto da chiedersi quanto guano scarichiamo nelle nostre acque, in una regione che paga già un prezzo molto alto in termini di inquinamento collegato alle attività di estrazione idrocarburi.

E vogliamo meravigliarci se AQL non riesce a garantire la salubrità dell’acqua a Ferrandina? C’è solo da incrociare le dita, da invocare ciascuno il proprio santo patrono mormorando. “Io speriamo che me la cavo”.

Quanto a Latronico, che ambisce ad essere la città del benessere, se l’attuale primo cittadino, prototipo del renzismo imperante, dismettesse i panni del Paolini lucano e si occupasse di più della cosa pubblica, non sarebbe male.

 

Approfondimenti

 

Bolognetti: Sul fronte della tutela ambientale l’Italia è uno Stato canaglia(radicali.it, 7 luglio 2011)

 

Alla ricerca della fogna perduta(Radio Radicale, 23 maggio 2010)

 

 

Storie di merda e di depuratori(Canale Youtube Radicali Lucani, 27 gennaio 2010)

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Stato di diritto contro ragion di Stato, il 4 dicembre alla Camera dei deputati con Pannella e Bernardini

Gio, 11/27/2014 - 16:23
27/11/14

Il 4 dicembre 2014 dalle 10:30 alle 13:00 verranno presentati alla Sala del Cenacolo della Camera dei deputati a Roma gli Atti del convegno di Bruxelles “Stato di diritto contro ragion di Stato” tenutosi a febbraio di quest’anno. Dopo dieci anni di campagne condotte soprattutto al Parlamento europeo e in Italia, il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito (Prntt), assieme a Non c’è Pace Senza Giustizia (Npsg) e Nessuno Tocchi Caino (Ntc), propone di compiere ancora un passo volto a ripristinare la fiducia nella democrazia e nello Stato di diritto.

Gli atti sono già stati presentati nella sede di Ginevra del Consiglio Onu sui Diritti Umani e a Londra, alla Camera dei Comuni di Westminster. Questa terza presentazione servirà anche come trampolino di lancio per un secondo convegno, previsto il prossimo anno nuovamente a Bruxelles, che dovrebbe identificare la via da percorrere per migliorare il rapporto tra i governi e i cittadini, attraverso la possibile creazione del “diritto alla conoscenza”.

L’appuntamento dunque, reso possibile grazie al vice presidente della Camera dei deputati Roberto Giachetti, uno dei promotori del convegno di Bruxelles del febbraio scorso, è per giovedì 4 dicembre alla Sala del Cenacolo in vicolo Valdina 3/A, dalle 10:30 alle 13:00.

Per assistere è necessario prenotarsi inviando una mail entro il 2 dicembre scrivere a info@radicali.it

Per accedere alla Camera, per gli uomini è obbligatorio indossare giacca.

Partecipano:
Fausto Bertinotti, già presidente della Camera dei deputati
Amb. Giulio Terzi di Sant'Agata, già ministro degli Esteri
Furio Colombo, giornalista, scrittore, già deputato
Amb. Giuseppe Cassini
Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, già deputata
Sergio D’Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino, già deputato
Matteo Angioli, membro del Prntt e Npsg
Marco Pannella, leader del Prntt

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PAT, Cappato: Mario Chiesa sarebbe perfetto per l'operazione di potere di Majorino

Gio, 11/27/2014 - 15:09
27/11/14

 

Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo a Milano 

  Invece di occuparsi delle tariffe comunali di assistenza (ferme da oltre un decennio) che mettono a rischio i bilanci delle aziende, l’Assessore Majorino si mobilita per proteggere il Direttore Generale del PAT dall’attuale Consiglio di Amministrazione, reo di resistere a pressioni e influenze esterne.

Con le sue sparate, l’Assessore Majorino più che nell'assistenza sociale mostra di impegnarsi nella tradizionale occupazione del potere e nella protezione di persone ritenute funzionali alle sue ambizioni politiche. In questa azione si trova alleato di tutte le corporazioni che hanno occupato il PAT negli ultimi decenni e che ora si sentono minacciate. Trova alleanze anche in quei settori regionali che hanno già storicamente lottizzato ogni angolo della sanità lombarda e ai quali non dispiacerebbe aggiungere un nuovo trofeo.

Dispiace che il Comune, dopo la fallimentare gestione della fusione tra Golgi e PAT, prosegua in questa assenza di visione e si chiuda a difesa di interessi personali. Per questo tipo di politica certo sarebbe perfetto il ritorno al PAT di Mario Chiesa.

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M4, Cappato: senza piano della mobilità impossibile valutare, non sarò alla riunione.

Gio, 11/27/2014 - 13:46
27/11/14 Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo radicale-federalista europeo a Milano   Più di un mese fa, il 19 Ottobre, avevo chiesto che la Giunta Pisapia presentasse almeno una bozza del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile prima di decidere sulla M4. Infatti, per poter valutare appieno i costi-benefici nel lunghissimo periodo su tutta la città è indispensabile non limitarsi a considerare l'opera in sé, ma inserirla in una strategia complessiva di investimenti per la mobilità a Milano.    Non ho ricevuto alcuna risposta, né tantomeno si sa che fine abbia fatto il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile: il preannunciato processo di ascolto della città non ha mai avuto luogo ed è già stato accumulato un ritardo di oltre un anno per la presentazione persino di una bozza. Le consultazioni di venerdì con maggioranza e opposizioni, e poi la riunione di Giunta si terranno dunque senza poter considerare alcuno strumento pianificatorio.    In queste condizioni, non sono in grado di esprimere con cognizione di causa un parere su un'opera che certamente può essere utile alla città, ma a condizione che si accompagni a una serie di provvedimenti per liberare Milano dal traffico e riqualificare gli spazi, a partire dalla riapertura dei Navigli e dall'allargamento di Area C come richiesto dai milanesi con i referendum.    Ringrazio dunque il Sindaco Pisapia per l'invito alla riunione di venerdì, ma non ritengo di dover apportare il mio contributo alla logica di fatti compiuti in assenza di strategia, dunque non sarò presente alla riunione.
 

 

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Teramo, prima Giornata dell’Integrazione con Marco Pannella e Rita Bernardini: “Teramo nostra” ospita “Dragan Aveva Ragione”

Gio, 11/27/2014 - 11:40
27/11/14

Di Nanna (Radicali Italiani): “Come ci ricorda papa Francesco, ‘L’unità autentica è quella che vive della ricchezza delle diversità che la compongono’”

Sabato 29 novembre a Teramo, alle ore 16.30, l’associazione “Teramo nostra”, presso la sede in via Fedele Romani, 1, ospiterà la prima Giornata dell’Integrazione: annunciata oggi in conferenza stampa la presenza del Presidente del Partito Radicale Marco Pannella, del Segretario di Radicali Italiani Rita Bernardini e dell’avvocato Vincenzo di Nanna, membro della Giunta nazionale di Radicali Italiani. “Teramo Nostra” presenterà infatti in anteprima “Dragan Aveva Ragione” di Gianni Carbotti e Camillo Maffia, un documentario sugli sgomberi e le condizioni dei campi nomadi a Roma, con la partecipazione del presidente della “Fondazione Romanì Italia” Nazzareno Guarnieri e degli autori del film.   “Sarà la prima proiezione della 20° edizione del premio Gianni Di Venanzo: ‘Dragan Aveva Ragione’ è un film che ancora non è entrato nel circuito nazionale, è stato presentato unicamente al Senato”, ha spiegato Piero Chiarini, presidente dell’associazione. “Ci interessa farlo conoscere ai nostri concittadini, che sono sempre stati all’avanguardia nell’accettare il diverso, soprattutto in un momento in cui ci sono gruppi che vorrebbero scaricare sugli immigrati tutti i disagi che viviamo”. “Come ha ricordato Papa Francesco nel suo splendido intervento al Parlamento Europeo, ‘l’unità autentica è quella che vive della ricchezza delle diversità che la compongono’: questo è lo spirito con cui bisogna realizzare una politica d’inclusione e d’integrazione, che manca del tutto. A Roma come in Abruzzo la politica discrimina: è quella della segregazione, dell’allontanamento dalle case, dello sgombero perfino dalle baracche. E ogni tanto ci scappa pure il morto, quando si usa la violenza con provvedimenti illegittimi”, ha dichiarato Vincenzo Di Nanna, che ha aggiunto: “Voglio ringraziare gli esponenti di Forza Nuova che scrivono sui muri di Giulianova, firmandosi, ‘Di Nanna = zingarone’: per me è una medaglia al valore, significa che sia l’azione da avvocato che quella politica cominciano evidentemente ad incidere”.  

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L’ingiustizia non aspetta il venerdì santo. Bolognetti: raccolgo l’invito degli Scouts di Potenza e domani parteciperò al cammino di riflessione sulla vicenda Cucchi

Gio, 11/27/2014 - 08:40
27/11/14

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, membro della Giunta di Radicali Italiani e Consigliere dell’Associazione Coscioni

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Con piacere ho raccolto l’invito che mi è stato rivolto dal gruppo Agesci di Potenza e quindi domani parteciperò al cammino di riflessione sulla vicenda di Stefano Cucchi.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Mi auguro che l’importante iniziativa organizzata dagli Scouts di Potenza possa essere anche l’occasione per un momento di riflessione sullo stato in cui versa l’amministrazione della giustizia e su carceri indegne di un paese civile che, per dirla con Marco Pannella, continuano ad essere luoghi di tortura per l’intera comunità penitenziaria.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ci sarò per chiedere giustizia per Stefano Cucchi e per ricordare anche a me stesso che l’Italia continua ad essere sul piano tecnico-giuridico uno Stato criminale che non rispetta la sua propria legalità, ad iniziare dalle Convenzioni internazionali poste a rispetto dei diritti dell’uomo.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ci sarò e porterò con me le parole che dal Quirinale sono giunte a Rita Bernardini il 21 novembre scorso: “Ciò che occorre fare è continuare a profondere il massimo impegno per far sì che gli istituti carcerari italiani cessino in fretta di essere luoghi disumani”.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ci sarò per ricordare anche a me stesso quanto Marco Pannella va ripetendo da tempo: “La strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”. 

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Caccia, Devetag e Cianci: Ue torna a bacchettare l’Italia. Radicali Italiani offrono ai parlamentari una proposta di legge per evitare sanzioni e tutelare fauna e paesaggio

Mer, 11/26/2014 - 18:12
26/11/14

Con un parere motivato inviato al Governo italiano, la Commissione europea torna a bacchettare l’Italia sull’uso dei richiami vivi, vietato dalla Direttiva uccelli, ma ancora praticato in ben cinque regioni - Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche - e nella Provincia Autonoma di Trento.

L’Italia ha ora due mesi di tempo per mettersi in regola. Radicali Italiani, con le associazioni Parte in Causa e Radicali Ecologisti, ha depositato presso la Camera dei deputati una proposta di legge che mira a modernizzare l’attuale normativa venatoria, prevedendo, tra l’altro, l’abolizione dei richiami vivi, così come previsto dalla Direttiva europea.

I parlamentari italiani hanno quindi l’opportunità di sostenere una proposta di legge che non solo adegua la normativa italiana alla Direttiva europea, ma anche di porre le basi per una legislazione che porterebbe l’Italia da fanalino di coda a una posizione di avanguardia in tema di difesa della fauna e del paesaggio.

Maria Giovanna Devetag, segretaria Parte in Causa

Fabrizio Cianci, segretario Radicali Ecologisti

Per avere la petizione popolare con la proposta di legge contattare l’ufficio stampa di Radicali Italiani: radicalionline@gmail.com - 0640040735

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L'Europa contro il precariato: non vi sono lavori esenti

Mer, 11/26/2014 - 13:59
26/11/14   Irene Testa, della direzione di Radicali italiani e coautrice del libro Parlamento Zona Franca e Maurizio Turco, tesoriere del Partito radicale, hanno così commentato la sentenza odierna della Corte di giustizia dell'Unione europea sui precari della scuola:   La prima conclusione della sentenza della Corte di Lussemburgo sui precari trascende il caso della scuola e si rivolge a tutti i datori di lavoro, sia pubblico che privato: non esistono ambiti esenti dall'obbligo di prevenire il ricorso abusivo a una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.   Se l'appartenenza al pubblico impiego non è in sé una “ragione obiettiva” che giustifica tali contratti, meno che mai può allora esserlo il lavoro all'interno dei Palazzi della politica. L'autodichia delle Camere ha finora coperto procedure di selezione condotte, dietro la scusa dell'urgenza, con scarsissima evidenza pubblica e, soprattutto, con rinnovi periodici: per alcuni contratti di dattilografia, in spregio di ogni normativa nazionale ed europea, ci si sta avvicinando al decimo anno di rinnovo, tutti concessi anno per anno tenendo le interessate sotto il perpetuo ricatto del mancato rinnovo.   Non credano le Amministrazioni degli organi costituzionali di cavarsela come hanno fatto in passato, cacciando la polvere sotto il tappeto: quando, grazie alla nostra battaglia, sarà il giudice ordinario ad esercitare competenza su questi contratti, la stessa questione pregiudiziale sollevata per i precari della scuola dal tribunale di Napoli potrà essere sollevata dal giudice di Roma. Il ricatto occupazionale, allora, dovrà cedere il passo ad una gestione amministrativa meno rudimentale e più consapevole dei diritti di tutti i lavoratori, anche all'interno del Palazzo."    

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MGF/Non C'e' Pace Senza Giustizia: cresce all'ONU il fronte anti-mutilazioni genitali femminili

Mer, 11/26/2014 - 12:18
26/11/14

Non c'è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale salutano la decisione della Terza Commissione ONU sulle questioni sociali, culturali e umanitarie, di adottare all'unanimità e con 125 co-sponsorizzazioni, la Risoluzione di messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (MGF). 

  L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si era schierata per la prima volta contro questa pratica tradizionale il 20 dicembre del 2012, a seguito di una lunga campagna condotta dalla coalizione di Ong africane ed europee BanFGM, costituita su iniziativa di Non c'è Pace Senza Giustizia.   Il dato incoraggiante è l'ampliamento del fronte dei paesi che hanno promosso la Risoluzione: 21 in più rispetto al 2012. Non si tratta solo di un riconoscimento del lavoro delle attiviste sul campo, ma di una crescita di consenso che segna un chiaro impegno politico degli Stati nell'agire a tutti i livelli perché il dispositivo della Risoluzione, che riguarda la messa al bando della pratica in quanto violazione dei diritti umani di donne e bambine, venga applicato su scala mondiale.   Strumenti normativi e applicazione efficace della legge sono fattori cruciali assieme all'informazione e alla prevenzione. Auspichiamo che questa ulteriore presa di posizione  della comunità internazionale serva da stimolo sia per gli Stati ancora sprovvisti di strumenti cogenti di contrasto che per quelli già dotati di misure ad hoc.    Tra questi ultimi, proprio per il ruolo avuto nella campagna contro le MGF e per aver approvato nel 2008 una legge tra le più avanzate, è l'Egitto il Paese che suscita oggi maggiore inquietudine. Il caso di Suhair al-Bataa, la bambina di 13 anni deceduta nel giugno del 2013 a causa di un intervento di mutilazione genitale è sconcertante. Si è trattato del primo processo mai tenuto in Egitto per questo tipo di reato. La decisione della Corte di prosciogliere dalle accuse il medico che ha eseguito l'intervento e il padre della bambina che aveva deciso per l'operazione, al di là dell'aspetto sanzionatorio, rischia di vanificare irrimediabilmente la funzione deterrente della legge, che è il fondamento di un'autentica politica volta al rispetto della persona.

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Bernardini e Federico nominano la giunta di Radicali Italiani. Bernardini integra la Direzione

Mar, 11/25/2014 - 15:46
25/11/14

A seguito delle dimissioni di Gianfranco Spadaccia e di Marcello Crivellini, la Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini ha chiamato a far parte della Direzione Maurizio Buzzegoli e Guido Biancardi, i quali hanno accettato.

Pertanto, la Direzione del Movimento risulta così composta: Laura Arconti, Angiolo Bandinelli, Marco Beltrandi, Guido Biancardi, Maurizio Buzzegoli, Michele Capano, Deborah Cianfanelli, Giuseppe Di Federico, Giuseppe Di Leo, Massimiliano Iervolino, Alessandro Massari, Giuseppe Rossodivita, Valerio Spigarelli, Irene Testa, Valter Vecellio.

La Segretaria Rita Bernardini e il Tesoriere Valerio Federico si sono dotati di una Giunta esecutiva secondo quanto previsto dall’art. 5 bis dello statuto.

La Giunta risulta così composta: Demetrio Bacaro, Maurizio Bolognetti, Genea Canelles, Giovanni detto Gionny D’Anna, Alessio Di Carlo, Vincenzo Di Nanna, Laura Harth, Isio Maureddu, Luca Viscardi, Manuela Zambrano

Entrano a far parte del Comitato Nazionale a seguito della decadenza per incompatibilità di alcuni membri della Giunta: Antonella D'Andreti, Lorenzo Cenni, Michele Minieri e Mattia Da Re

All’elenco degli invitati si aggiungono Gianfranco Spadaccia in quanto ex Segretario del Partito Radicale iscritto a Radicali Italiani e Michele Governatori per la campagna #menoinquinomenopago

Alle riunioni di Direzione partecipano come invitati:

Il Presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento Marco Pannella, il Tesoriere Maurizio Turco, il vicepresidente Marco Perduca;
La ex Ministro degli esteri: Emma Bonino;
Gli ex parlamentari radicali iscritti a Radicali italiani, Maria Antonietta Farina Coscioni, Donatella Poretti;
Il Rappresentante di Radicali italiani presso l’Alde, Matteo Angioli;
Il Vice-Presidente della Camera dei Deputati iscritto a Radicali italiani, Roberto Giachetti
Il Segretario dell’associazione Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia, la Tesoriera Elisabetta Zamparutti, ed i membri del Consiglio Direttivo iscritti a Radicali italiani: Lucio Bertè e Antonio Stango;
La Segretaria dell'Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo, il Tesoriere Marco Cappato, i membri di Presidenza Michele De Luca, Marco Gentili, Mina Welby;
L'Amministratore del Centro di Produzione Paolo Chiarelli;
Il Direttore di Radio Radicale Alessio Falconio;
Il responsabile del Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva Gianni Betto;
Il Segretario di Non c'è Pace Senza Giustizia Niccolò Figa Talamanca e la tesoriera Antonella Casu;
Il Segretario dell'Associazione Radicale Esperantista Giorgio Pagano, il Tesoriere Lapo Orlandi;
Il segretario di Anticlericale.net Carlo Pontesilli;
I responsabili organizzativi dei siti internet www.radicali.it; www.radioradicale.it; www.radicalparty.org Francesco D’Ambrosio, Simone Sapienza, Marco Cerrone;
Il Segretario ed il Tesoriere della Lega Italiana Divorzio Breve (LID), Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi;
Il Segretario e il Tesoriere dell’Associazione Radicale Certi Diritti Yuri Guaiana e Leonardo Monaco, il Presidente Ottavio Marzocchi;
Il Presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e i vice presidenti [da eleggere nel corso della prima riunione, a norma dello Statuto, art 4 bis];

Gli ex Segretari del Partito Radicale iscritti a Radicali italiani, Roberto Cicciomessere e Gianfranco Spadaccia;
Gli ex Segretari e Tesorieri di Radicali italiani iscritti al Movimento, Mario Staderini e Michele De Lucia;
I consiglieri comunali e provinciali iscritti a Radicali italiani, Achille Chiomento, Massimo Lensi, Giorgio Pasetto, Stefano Santarossa, Marco Taradash e Silvio Viale;
l’ex consigliere regionale della Lista Bonino/Pannella iscritto a Radicali italiani, Rocco Berardo;
Il responsabile della campagna #menoinquinomenopago, Michele Governatori.

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Certi Diritti: unico attivista intersex italiano eletto presidente onorario

Lun, 11/24/2014 - 16:59
24/11/14

Domenica 23 novembre 2014 si è concluso l’VIII Congresso dell’Associazione Radicale Certi Diritti tenutosi a Lamezia Terme. È la prima volta che un’associazione LGBTI tiene il suo congresso nazionale in Calabria.

La due giorni di lavori si è conclusa con la conferma di segretario e tesoriere rispettivamente nelle persone di Yuri Guaiana e Leonardo Monaco e nell’elezione di Ottavio Marzocchi a presidente. Viene così riconfermata la vocazione transnazionale dell’Associazione che elegge a presidente un attivista che vive a Bruxelles e lavora al Parlamento Europeo. 

La novità più importante del Congresso è stata l’elezione a presidente onorario di Alessandro Comelli, l’unico attivista intersex italiano. Come scritto nella mozione particolare sui diritti umani delle persone intersessuali, l’Associazione Radicale Certi Diritti, tra gli obiettivi e le priorità politiche di quest’anno si dà quelle di rendere illegali gli interventi chirurgici attuati senza l’espressione del consenso dell’interessato, qualora non strettamente necessari alla sua sopravvivenza, e di assicurare a tutti coloro che giocano un ruolo nel benessere delle persone intersessuali - tra cui il personale socio-sanitario, i genitori e gli insegnanti - un’ampia informazione su eventuali esigenze specifiche e sui loro diritti civili e umani.

Il Congresso ha inoltre adottato la posizione di Famiglie Arcobaleno sulla gestazione per altri, impegnandosi a sostenere la battaglia per la legalizzazione della GPA anche in Italia secondo il modello auspicato da Famiglie Arcobaleno.

La mozione generale impegna inoltre l’associazione a “promuovere tutte le iniziative nonviolente che si riterranno opportune rivolte al Parlamento ed alle Istituzioni italiane per riaprire il dialogo e far ripartire il cammino delle riforme sui temi dell’uguaglianza reale e non solo formale delle persone omosessuali nel Paese e per la riforma del diritto di famiglia, a partire dall’estensione del matrimonio civile alle coppie formate da persone dello stesso sesso. Entro tali iniziative dovranno trovare spazio anche quelle attività di coinvolgimento popolare che, con l’associazionismo radicale, devono sapere e poter coinvolgere il più ampio numero di individui e associazioni italiane”.

Sul piano transnazionale, infine, “l’VIII Congresso dell’Associazione radicale certi diritti rilancia […] l’iniziativa transazionale presso l’ONU di depenalizzazione dell’omosessualità e della transessualità a partire dalla conoscenza dell’applicazione e degli effetti reali delle norme contro l’omosessualità e la transessualità nel mondo”.

Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: "Ringrazio la Presidenza della Repubblica per le parole che ha voluto inviare ai congressisti e gli amici calabri per l’impeccabile organizzazione del congresso. Vorrei però ringraziare in maniera particolare Alessandro Comeni che, con umanità e competenza, ha saputo porre l’attenzione del Congresso sui diritti delle persone intersessuali e che ci ha voluti scegliere come compagni di strada. Le persone intersessuali vedono violati i loro più elementari diritti umani, come quello all’integrità corporea e alla dignità personale. Occorre infrangere il muro del silenzio su questi temi anche in Italia dando voce alle e ai diretti interessati".

Alessandro Comeni, ha accettato la carica di presidente onorario dell’Associazione Radicale Certi Diritti con queste parole: "Accetto con onore questo dono fatto poiché questa carica mi dà uno strumento in più per arrivare agli altri. È un aiuto stimolante nel mio lavoro di attivista".

Ottavio Marzocchi, presidente dell'Associazione Radicale Certi Diritti, ritiene che "Certi Diritti continua ad avere davanti a sé il compito difficile di promuovere una riforma del diritto di famiglia basato sull'eguaglianza, sulla libertà e sull'autonomia decisionale degli individui. Sono necessarie riforme che introducano un ventaglio più ampio di possibilità di scelta, dal matrimonio egualitario, alle unioni civili, alla coabitazione - come accade in Belgio - a prescindere dal sesso e dall'orientamento sessuale delle persone. Per fare questo, dobbiamo sollevare in modo più incisivo l'imbarazzante ed ipocrita situazione italiana – che si perpetua anche con Renzi - in Europa, e avvicinare l'Italia ai modelli europei più avanzati, liberali ed egualitari, attraverso gli strumenti radicali del dialogo, dell'unione delle forze con chi condivide queste battaglie, della non-violenza".

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Legge Stabilità. Legambiente e Radicali Italiani presentano emendamenti, via sussidi e sconti fiscali alle fonti fossili. Nuove regole per cave, acque minerali, concessioni balneari e consumo di suolo

Lun, 11/24/2014 - 16:46
24/11/13

Cancellare rendite contro l’ambiente e sussidi alle fonti fossili, per liberare risorse per investimenti in innovazione ambientale e per la riduzione delle tasse sul lavoro. Una proposta di legge che consentirebbe di generare 7 miliardi di euro all’anno di risorse fiscali intervenendo sul settore energetico e in campo ambientale. L’hanno scritta Legambiente e i Radicali Italiani, avanzando una vera e propria proposta di “correzione ecologica alla legge di stabilità”, che si aggiunge alla petizione per la modifica alla Delega Fiscale già presentata dall’on. Pastorelli alla Camera e in via di presentazione al Senato, con precisi emendamenti per cambiare la fiscalità ambientale. E l’hanno inviata al governo e a tutti i gruppi parlamentari, perché uscire dalla crisi con misure di questo tipo è una scelta politica trasversale, nell’interesse generale.
Sono due i settori principali di intervento del provvedimento. Il primo riguarda i canoni di concessione per l’attività di escavazione, il conferimento a discarica dei rifiuti edilizi, le concessioni per le acque minerali, le concessioni balneari, il consumo di suolo e la rigenerazione urbana. Rivedendo al rialzo canoni di concessione oggi estremamente bassi e la tassazione per la trasformazione dei suoli agricoli e naturali a usi urbani. La revisione della tassazione per la sola parte ambientale permetterebbe di generare già dal 2015 risorse pari a oltre 1 miliardo di euro l’anno.
In particolare, la revisione della tassazione sulle componenti ambientali permetterebbe di far passare i canoni per le concessioni da cava da 34 milioni di euro all’anno a 230 milioni, quelli per le concessioni di acqua minerale da 12 milioni di euro all’anno a 240 milioni, quelli per il conferimento a discarica da 40 milioni di a 500 milioni, quelli per le concessioni balneari da 100 milioni di euro all’anno ad almeno 300 milioni. Legambiente e Radicali Italiani sottolineano quanto sia difficile obiettare sugli interventi proposti se si considera, per esempio, che per l’acqua in bottiglia oggi si pagano canoni in media pari a 0,1 centesimi per litro e con la legge si passerebbe a 2 centesimi (il prezzo medio di vendita è 26 centesimi). Per le cave si pagherebbe il 20% del prezzo di vendita finale (siamo al 3,5% e in alcune Regioni è gratis). Negli stabilimenti balneari si avrebbe un valore per le concessioni minimo di 3mila euro all’anno, quando sono noti i guadagni nel settore. Inoltre si prevede l’introduzione, attraverso una delega, di principi e regole di tutela finalmente uniformi in tutto il territorio nazionale che riguardino le aree da escludere dalle attività di escavazione e dalle sorgenti per ragioni di tutela ambientale; l'occupazione massima dei litorali con concessioni balneari per rispettare il diritto alla fruizione libera del demanio balneare; gli obiettivi massimi di trasformazione dei suoli a usi urbani per spingere il riuso e la riqualificazione di aree dismesse o degradate.
Il secondo riguarda il settore energetico, per ripensare una fiscalità complessa, incoerente e costosa che ha introdotto nel tempo incentivi, sconti, esoneri da accise e altre imposte ambientali senza una verifica dei risultati e dei costi. Nella fiscalità energetica sono individuabili esenzioni alle accise sui consumi energetici pari ad almeno 5,7 mld/a nel 2014 - quasi tutte a vantaggio del consumo di fonti fossili – e nelle bollette oltre due miliardi di sussidi alle fonte fossili.
In particolare, il disegno di legge propone l’abolizione di tutte le esenzioni alle accise sui prodotti energetici; la loro rimodulazione, a parità di aliquota media, con una componente proporzionale al contenuto energetico e una proporzionale alle emissioni climalteranti; l’eliminazione dalle bollette dei sussidi alle fonti fossili e dei sussidi incrociati a favore dei grandi consumatori e dei consumatori energivori; la riduzione dei sussidi agli impianti di generazione da fonti rinnovabili in misura del recupero di competitività determinato dalla riduzione dei sussidi alle fonti fossili.
Inoltre, si introduce una delega per la revisione dell’Imposta sul Valore Aggiunto, a parità di gettito per lo Stato, con l’obiettivo di orientare il mercato verso modi di produzione e consumo sostenibili. In questo modo si introducono incentivi capaci di orientare sia le imprese che di favorire una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori rispetto all’impatto ambientale dei beni e dei prodotti.
“Alcune di queste proposte sono di immediata applicazione - dichiarano Legambiente e Radicali Italiani – e tutte sono coerenti con la Delega Fiscale già approvata dal Parlamento. Qui mostriamo come sia possibile, indispensabile e urgente in particolare in un periodo di recessione, intervenire sulla fiscalità per cancellare privilegi e rendite, liberando risorse per investimenti”. Con queste proposte, aggiungono, “si mettono in moto risorse per ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro e per investimenti in innovazione in settori produttivi centrali per l’economia italiana e per la riqualificazione ambientale”.
Le risorse generate e risparmiate, infatti, in coerenza con la delega fiscale, andrebbero a realizzare tre obiettivi: la riduzione delle imposte sul reddito di persone e imprese, la spinta agli investimenti in efficienza energetica nei settori interessati alla eliminazione delle esenzioni dalle imposte ambientali, il recupero ambientale negli ambiti coinvolti dalle attività interessate dall’aumento dei canoni e la rigenerazione urbana con bonifica di suoli inquinati, riutilizzo di aree dismesse, messa in sicurezza del territorio.
La proposta di modifica alla Legge di stabilità fa parte della campagna #menoinquinomenopago che ha l’obiettivo di informare i cittadini e coinvolgerli nella lotta per l’eliminazione di privilegi che vanno in direzione opposta a principi di tutela e sostenibilità ambientale introdotti dall’Unione Europea.

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Pena di morte: Nessuno Tocchi Caino, voto ONU ulteriore passo verso l’abolizione

Sab, 11/22/2014 - 16:58
22/11/14

Il Terzo Comitato sui Diritti Umani dell’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la quinta Risoluzione per la moratoria Universale delle esecuzioni capitali con il numero record di 114 voti a favore e il più basso dei voti contrari, 36, mentre gli astenuti e assenti al momento del voto sono stati 42.

I voti a favore sono stati 3 in più del 2012 e i contrari 5 in meno. Degno di nota è in particolare il voto per la prima volta a favore del Niger, frutto di una missione nel Paese di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale guidata da Marco Pannella che si è svolta dal 19 al 21 novembre.

Insieme al Niger hanno per la prima volta votato a favore anche Eritrea e Suriname.

Come ulteriore fatto positivo è da segnalare anche il passaggio dal voto contrario all’astensione di Bahrein, Myanmar e Uganda.

Dopo il voto al Terzo Comitato, si attende ora per metà dicembre il passaggio della Risoluzione in plenaria, dove Nessuno tocchi Caino stima potranno aggiungersi altri voti a favore.

“Questo voto, il quinto in sette anni dell’Assemblea Generale ONU, segna un ulteriore passo verso l’abolizione della pena di morte, processo ormai irreversibile a livello mondiale, determinato dalla scelta dialogica e creativa di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale di proporre - sin dall’inizio e da soli - la moratoria delle esecuzioni come passaggio chiave per giungere all’abolizione,” ha dichiarato il Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia.

 

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Sblocca Italia - Edilizia. Zambrano e Federico "Misure inconsistenti, quello che serve è fermare il consumo di suolo e rottamare il patrimonio edilizio"

Sab, 11/22/2014 - 15:29
22/11/14

 

Dichiarazioni di Manuela Zambrano, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e di Valerio Federico, tesoriere del Movimento

 

 

"Non c'è quasi nulla su recupero o riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e sulla riduzione del consumo di suolo nella legge Sblocca Italia". "Nessun serio incentivo a rottamare case ed edifici per ricostruirli sicuri ed ecocompatibili - il 40% del patrimonio edilizio italiano non è adeguato a resistere a un sisma di media intensità -, nessuna concreta misura per agevolare le attivitá costruttive orientate alla riqualificazione ed alla messa in sicurezza dell'esistente. Non si sblocca l'Italia rendendo sufficiente la S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in un paio di casi per cui prima era necessario il Permesso di costruire, non si sblocca l'Italia con qualche sconticino sugli oneri di urbanizzazione: ci vuole coraggio e proposte forti e radicali che rendano davvero imprenditorialmente conveniente "risparmiare" il suolo ed intervenire sull'obsolescente patrimonio edilizio italiano".

"Nulla di tutto questo c'è nella legge pomposamente definita "sblocca Italia" propiziata dal governo Renzi: un'aspirina data ad un sistema che avrebbe bisogno di una cura da cavallo. Magari non fa male ma non risolve di certo il problema".

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Il Quirinale risponde alla lettera di Rita Bernardini: I penitenziari siano luoghi di rieducazione

Ven, 11/21/2014 - 18:58
21/11/14

Lettera di risposta di Ernesto Lupo, consigliere per la Giustizia del Presidente della Repubblica, alla missiva che Rita Bernardini ha inviato al Capo dello Stato affinché si faccia chiarezza sulla morte in carcere di di Marcello Lonzi


Gentile Rita Bernardini,

rispondo alla sua lettera del 13 novembre indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in merito alla triste vicenda del giovane Marcello Lonzi, deceduto nel carcere di Livorno 1'11 luglio 2003.

Desidero innanzitutto esprimere il cordoglio del Signor Presidente, oltre che il mio personale, alla madre ed ai familiari del giovane. Comprendo quanto un evento tanto tragico possa essere ancora più difficile da accettare quando avviene in ambiente carcerario. Episodi del genere lasciano sgomenti e su di essi è necessario fare la massima chiarezza.

La vicenda di Marcello Lonzi non ha trovato sinora sorda la magistratura, che si è più volte dimostrata sensibile alle richieste di verità della signora Ciuffi. La stessa ultima richiesta di integrazione delle indagini dimostra la volontà di andare a fondo nel tentativo di fare luce sui fatti, pur nei limiti di un accertamento processuale. Non ci resta, pertanto, che avere fiducia nella professionalità dei magistrati e dei loro ausiliari, consapevoli tuttavia delle difficoltà che derivano dal lungo tempo trascorso e dalla complessità della ricostruzione dei fatti. Ciò che occorre fare è continuare a profondere il massimo impegno per far sì che gli istituti carcerari italiani cessino in fretta di essere luoghi disumani. Solo una rinnovata concezione del carcere, non più come luogo di segregazione ed isolamento sociale, bensì come luogo di rieducazione e reinserimento, potrà definitivamente porre fine ad episodi tragici come quello di Marcello Lonzi. Per questo, la ringrazio per l'attenzione che da sempre dedica, assieme al gruppo politico a cui appartiene, al tema dei diritti dei detenuti e delle condizioni della detenzione. Come lei sa, è questo un tema, una battaglia culturale e civile, che il Presidente considera della massima importanza e nel cui ambito c'è ancora molto da fare.

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Metro C, Magi: rapporto autorità anticorruzione accoglie in pieno nostra denuncia. Giunta Marino si assuma responsabilità di interrompere scempio. Subito consiglio straordinario su Metro C

Ven, 11/21/2014 - 17:38
21/11/14

 

L'opera ormai impedisce di ragionare su altre infrastrutture realistiche per la mobilità nella Capitale

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale di Roma

Sulla Metro C l'Autorità nazionale anticorruzione ci dà pienamente ragione. Nel suo rapporto sulla principale opera strategica in costruzione oggi in Italia, infatti, il magistrato Raffaele Cantone accoglie le denunce che abbiamo presentato nei mesi scorsi confermando a pieno la nostra tesi sul progetto e la realizzazione della linea C della metro. 

L'esposto, che è alla base del rapporto stilato da Cantone, era stato depositato all'inizio di agosto sia alla Procura della Repubblica che alla Procura della Corte dei Conti che, come ha reso noto lo stesso procuratore De Dominicis, anche a partire da quella nostra denuncia ha avviato le indagini e ha contestato un danno erariale di oltre 360 milioni solo per il primo tratto della linea.
 
E' chiaro a tutti, ormai, che la realizzazione della Metro C sta avvenendo al di fuori del quadro giuridico che doveva garantirne l'interesse pubblico, in termini di strategicità e di costo dell'opera. Il piano economico è stato infatti stravolto a seguito delle numerose varianti e degli ulteriori importi riconosciuti - a nostro avviso - illegittimamente al consorzio di imprese, ma anche a causa delle numerose violazioni della normativa sugli appalti: violazioni favorite dal mancato controllo degli organi preposti, da omissioni e abusi enormi.

La necessità di ripensare la linea C, dunque, non deriva dal fatto che i vagoni del primissimo tratto inaugurato stiano viaggiando vuoti (circostanza che non sorprende, visto che i flussi di passeggeri erano ampiamente prevedibili e previsti). Il progetto va invece radicalmente ripensato per impedire che un enorme cantiere, pluridecennale e costosissimo, comprometta irrimediabilmente una visione della mobilità cittadina all'altezza di una capitale europea. Quest'opera ormai impedisce di ragionare su infrastrutture realistiche per la mobilità nella capitale.

La giunta Marino - dopo aver riconosciuto ulteriori importi illegittimi con l'Atto attuativo del 9 settembre 2013 - deve ora assumersi la responsabilità di interrompere questo scempio.
Per questo auspichiamo che le intenzioni espresse dal presidente di Roma Metropolitane Omodeo Salè, appena venti giorni fa in occasione dell'audizione in commissione Metro C, in merito al proseguimento dell'opera verso Ottaviano, senza un progetto definitivo, senza fermate, senza uno studio serio sulla strategicità, senza una nuova gara, siano al più presto smentite.   Chiediamo inoltre che sia convocato a breve un Consiglio straordinario sulla Metro C, in modo da iniziare a dibattere con la massima pubblicità di una questione fondamentale per la vita dei cittadini romani.  

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Abruzzo, conferma assoluzione ex sindaco di Montesilvano. Di Carlo: arginare magistratura debordante

Ven, 11/21/2014 - 17:10
21/11/14

Dichiarazione di Alessio Di Carlo, segretario dell'Associazione "Radicali Abruzzo" e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani:

"La conferma dell'assoluzione dell'ex sindaco di Montesilvano, Enzo Cantagallo, da parte della Corte d'Appello di L'Aquila, ripropone  con forza  il problema di una giustizia che entra a gamba tesa nella vita di persone che vedono stravolta la propria esistenza per le iniziative estemporanee di una parte della magistratura. Quando poi si tratta di Amministratori scelti dagli elettori, il danno ha anche una gravissima evidenza pubblica, poiché l'intervento dei giudici finisce per scippare i cittadini dei diritti civili che loro attribuisce la Costituzione".

"Ad oltre vent'anni da Tangentopoli, questo nodo resta irrisolto e sarebbe ora che il Governo affrontasse  il problema rappresentato da un potere giudiziario debordante in danno di quello esecutivo e legislativo che, al contrario, meritano identica dignità e tutele".

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Rifiuti Campania: persi 31 milioni di fondi Ue. I Radicali presentano un esposto alla Corte dei Conti

Ven, 11/21/2014 - 14:59
21/11/14

Trentuno milioni di euro di fondi europei del Fesr (Fondo Europeo Sviluppo Regionale) persi dall'Italia per effetto della procedura di infrazione 2007/2195 avviata il 29 giugno 2007 dalla Commissione europea contro il nostro Paese per non aver adottato in Regione Campania tutte le misure affinché i rifiuti venissero smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo, né danni per l’ambiente, e per non aver creato una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento. Seguono sia una condanna da parte della Corte di Giustizia, che una doppia bocciatura di un ricorso e di un’impugnazione presentate dall’Italia.

Questo il bollettino a cui Radicali Italiani insieme all'Associazione “Per La Grande Napoli” hanno risposto presentando alla Procura regionale della Corte dei Conti della Campania un esposto per danno erariale, indicando, con l’ausilio di una cospicua documentazione, le responsabilità degli amministratori e dei politici dell’epoca dei fatti: dal presidente della Regione pro tempore ai presidenti del Consiglio dei ministri fino ai vari commissari straordinari all’emergenza che con la loro condotta hanno indotto la Commissione europea ad aprire la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

Il tesoriere di Radicali Italiani Valerio Federico, tra i promotori dell’iniziativa, ha dichiarato: "Per questi fatti nessuno ha risposto per le proprie responsabilità e per i propri errori, eccetto i cittadini italiani, che hanno pagato due volte il prezzo della negligenza della loro classe politica. Una volta per i danni alla salute e i disagi patiti dalle popolazioni coinvolte dall’emergenza, e una seconda volta per quei 31 milioni di euro che lo Stato non riceverà mai dall’Europa e che prenderà dalle tasche dei contribuenti italiani. Senza contare l’ennesima figuraccia del nostro Paese, ancora una volta campione di illegalità a livello internazionale, nel silenzio di maggioranze e opposizioni nostrane".

Massimiliano Iervolino membro della direzione nazionale di Radicali Italiani ha dichiarato: “I mancati pagamenti da parte della Commissione europea di alcuni cospicui fondi del PO/FESR non sono che un amaro antipasto di ciò che accadrà a breve, tant’è che in merito alla procedura di infrazione 2007/2195 è ormai imminente la seconda sentenza della Corte di Giustizia europea che, molto probabilmente, condannerà il nostro Paese ad una sanzione di circa 228 milioni di euro. Una vera vergogna tutta italiana!”

Il segretario dell'Associazione Radicale “Per La Grande Napoli” Giuseppe Alterio ha dichiarato: ”Secondo la Commissione la Regione Campania non aveva realizzato alcuna rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento e quindi al danno si e' aggiunta la beffa perché i cittadini campani che , per colpa di amministratori incapaci , si ritrovano con un sistema di raccolta e gestione dei rifiuti urbani inefficiente e dannoso per salute e ambiente, dovranno anche ripagare il conto degli sprechi rimborsando di tasca propria le somme dei fondi europei non erogati”

 

SCHEDA DI SINTESI

La Commissione europea, in data 8/08/2000, approvò il programma operativo FESR relativo alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti della Regione Campania. Le azioni effettuate e destinate a migliorare ed a promuovere il sistema di raccolta e di smaltimento diedero luogo ad esborsi pari a circa 93 milioni di euro, il cui 50% – ovvero circa 46.5 milioni - erano stati cofinanziati dai Fondi strutturali. La stessa Commissione europea - dopo diversi anni e più precisamente il 29 giugno 2007 - inviò alle autorità italiane una lettera di costituzione in mora che aprì il procedimento d’infrazione 2007/2195 per non aver adottato, in relazione alla Regione Campania, tutte le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti venissero smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente ed, in particolare, per non aver creato una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento. Il 31 marzo del 2008, la Commissione informò le autorità italiane delle conseguenze che intendeva trarre dal procedimento d’infrazione citato, rispetto al finanziamento per l’attuazione del programma operativo della Campania, dichiarando esplicitamente che - conformemente all’articolo 32, paragrafo 3, del regolamento n. 1260/19699 - non poteva ulteriormente procedere ai pagamenti intermedi, poiché tale misura ha ad oggetto il sistema regionale di gestione e smaltimento dei rifiuti a cui si riferisce proprio la procedura d’infrazione 2007/2195, che evidenzia appunto l’inefficacia nella messa in opera di una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento. La Commissione, in più, precisò che la data a partire dalla quale considerava inammissibili le spese relative al programma operativo FESR era il 29 giugno 2007 coincidente con l’invio della lettera di costituzione di messa in mora. Alla luce di queste decisioni, gli organi competenti dichiararono inammissibili due domande di pagamento delle autorità italiane. La prima era quella del 18 novembre 2008 per un importo di circa 12 milioni di euro, la seconda era datata 22 dicembre 2008 per un ammontare di circa 18,5 milioni di euro. L’Italia, il 4 marzo del 2009, ricorse innanzi al Tribunale dell’Unione europea contro le decisioni della Commissione di non procedere ad alcuni pagamenti relativi al programma operativo della Campania. Il 19 aprile 2013 il Tribunale emise la sentenza respingendo il ricorso. Il nostro Stato, il 4 luglio 2013, domandò alla Corte di Giustizia europea l’annullamento della sentenza del Tribunale dell’Unione. La Corte, poche settimane fa, ha negato l’impugnazione poiché nessuno dei motivi fatti valere dalla Repubblica italiana a suo avviso poteva essere accolto.

 

I DOCUMENTI

- Esposto Corte dei Conti fondi Fesr Campania

Allegato I) Sentenza Tribunale fondi Fesr Campania

Allegato II) Sentenza Corte di Giustizia europea fondi Fesr Campania

- Allegato III) abstract procedura di infrazione 2007-2195 rifiuti in Campania

- Allegato IV) sentenza CORTE DI GIUSTIZIA europea rifiuti Campania

- Comunicato Corte sui Fondi Fesr Campania

AttachmentSize Allegato I) Sentenza Tribunale fondi Fesr Campania.pdf221.05 KB Allegato II) Sentenza Corte di Giustizia europea fondi Fesr Campania.pdf192.69 KB allegato III) abstract procedura di infrazione 2007-2195 rifiuti in campania.pdf85.29 KB Allegato IV) sentenza CORTE DI GIUSTIZIA europea rifiuti Campania.pdf205.9 KB Comunicato_Corte_sui_Fondi_Fesr_Campania.pdf216.79 KB Esposto Corte dei Conti fondi fesr campania.pdf112.56 KB
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Metro C: ripensarla non solo opportuno, ma obbligatorio

Gio, 11/20/2014 - 19:33
20/11/14

 


Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale di Roma

Ripensare la Metro C è politicamente opportuno sotto il profilo strategico dell'opera - affinché possa servire al meglio la mobilità cittadina - e alla luce della totale sproporzione tra utilità pubblica e onere finanziario che essa comporta. Ma è anche un obbligo giuridico, se si considera che la realizzazione della principale opera strategica italiana sta avvenendo completamente al di fuori del quadro giuridico che doveva garantire l'interesse pubblico. Per questo motivo abbiamo denunciato alla Procura, alla Corte dei Conti (che, anche sulla base del nostro esposto risalente all'inizio di agosto, ha contestato il danno erariale di oltre 360 milioni per la prima tratta dell'opera) e all'Anac, numerosi abusi e omissioni e violazioni della normativa sugli appalti.
C'è da sperare che finalmente la giunta Marino, dopo un anno e mezzo di scelte su Metro C in pericolosa continuità con quelle delle passate amministrazioni, segni una svolta cominciando a ragionare in termini strategici di infrastrutture per la mobilità nella Capitale.  

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Cappellani Militari, Comellini (pdm): abbiamo vinto la nostra battaglia di legalità e civiltà: finalmente rinunciano a gradi e soldi, governo ne prende atto e annuncia risposte entro 3 mesi. motivazione inammissibilità emendamento giachetti (pd) basata su

Gio, 11/20/2014 - 15:16
20/11/14

FALSO PRESUPPOSTO. BOCCIA (PD) RIVEDA SUA POSIZIONE.

  DUBBI SULLA CONGRUITÀ DELLA LEGGE DI BILANCIO 2015.   Roma 20 NOV 2014   "Il servizio "I sacerdoti pagati dallo Stato" trasmesso ieri 19 novembre durante il programma “Le Iene” ha finalmente, e spero definitivamente, chiarito che non esiste alcuna intesa stipulata tra Governo italiano e Santa Sede sulla questione dei cappellani militari come invece hanno sempre sostenuto – sbagliando – alcuni esponenti del Parlamento tra cui proprio il presidente della Commissione Bilancio della Camera, On. Boccia che ha dichiarato inannissibile uno specifico emendamento del vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. Inoltre, – precisa - ancora una volta l'Ordinario militare mons. Marcianò, capo dell'istituzione religiosa militare, ha chiaramente espresso la volontà sua e di tutti i sacerdoti militari di essere pronti a rinunciare ai gradi e al relativo trattamento economico che oggi è pagato dal Ministero della Difesa e pesa per oltre dieci milioni di euro all'anno sulle tasche dei contribuenti.” Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei militari e delle forze di polizia (Pdm) in merito al contenuto del servizio trasmesso durante il noto programma Le Iene andato in onda ieri, 19 novembre, sulla rete di Mediaset “Italia 1”.   “L'unico emendamento al testo della legge di bilancio per il 2015 – ha proseguito Comellini – volto a tagliare i costi dell'ordinariato è stato presentato nei giorni scorsi dal vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, intervistato dalla iena Luigi Pelazza, ma è stato dichiarato inammissibile dal presidente della Commissione Bilancio, Boccia (PD), sulla base dell'esistenza di una intesa prevista dal protocollo aggiuntivo al Concordato del 1929 che di fatto non è mai stata stipulata come hanno confermato gli stessi vertici dell'Ordinariato militare e - ha aggiunto – solo grazie al servizio de Le Iene il governo, per voce del sottosegretario su Stato alla Difesa, Domenico Rossi, anch'esso intervistato da Pelazza, ha finalmente e ufficialmente preso atto della volontà di rinuncia espressa dall'Ordinario militare annunciando risposte entro 3 mesi.”   “Non servono altri tre mesi per discutere di come assicurare l'assistenza spirituale al personale delle Forze armate – insiste Comellini - se vi è l'intenzione di accogliere la richiesta fatta dall'Ordinario militare, ciò togliere gradi e stipendio ai cappellani e porre i costi a carico della Chiesa, basta semplicemente riammettere l'emendamento di Roberto Giachetti e approvarlo una volta per tutte perché sono quasi 30 anni che paghiamo il servizio spirituale senza alcuna ragione logica o giuridica e mi sembra sia arrivato il momento di smettere di prendere in giro gli italiani”.   “Inoltre – prosegue Comellini – mi sembra opportuno che il ministro della difesa e quello dell'economia e delle finanze chiariscano alcuni aspetti della questione che emergono dal punto di vista della congruità dei dati riportati nella Tabella n. 11 allegata alla legge di bilancio perché se da un lato non è assolutamente giustificabile l'aumento dei cappellani militari in relazione all'attuazione delle norme sulla revisione in senso riduttivo dello strumento militare, dall'altro l'incremento della spesa per oltre 2 milioni di euro rispetto al 2014 riportato nel bilancio dello Stato sarebbe ingiustificato qualora non vi sia poi alcuna effettiva variazione rispetto al numero attuale di 173 cappellani militari e, siccome a pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca – conclude -, mi sorge il dubbio se tale aumento della spesa corrente per gli stipendi dei cappellani non possa essere letto come una sorta di accantonamento di risorse non ammesso dalla vigente normativa e se lo stesso aumento non possa essere stato fatto anche per altre voci di spesa riportate nella medesima tabella, o in altre, allegate alla legge di bilancio per il 2015.”.  

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