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Aggiornato: 3 mesi 2 settimane fa

Quirinale, Gallo e Cappato: per Bonino né malattia né disabilità sono handicap per la politica

Mer, 01/28/2015 - 17:17
28/01/15

Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato, a nome dell'associazione Luca Coscioni

  Le critiche di Giorgia Meloni ad Emma Bonino hanno il merito di rompere il silenzio assoluto che i media hanno riservato alla notizia che Emma stessa ha dato ieri: lei non si considera esclusa dalla corsa al Quirinale, nonostante il tumore.   Per il resto, Meloni ha evidentemente frainteso: Emma Bonino milita nel partito che è stato di Luca Coscioni e che agisce concretamente per fornire alle persone anche gravemente disabili tutti gli strumenti per la libertà di espressione, e quindi anche per fare politica. Lo stesso precedente evocato da Bonino di un Presidente disabile, come fu Churchill, esprime chiaramente la richiesta di non considerare né la malattia né la disabilità come un "handicap", cioè come uno "svantaggio", e quindi la persona malata e disabile non è "handicappata" per la politica, cioè non è svantaggiata.

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Unioni civili, Magi e Capriccioli: invece di festeggiare in Campidoglio Zingaretti e Smeriglio abroghino in Regione la discriminatoria “Legge Storace sulla famiglia”

Mer, 01/28/2015 - 17:13
28/01/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, Consigliere Comunale radicale della Lista Civica Marino, e di Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma.

  Secondo Massimiliano Smeriglio, vice di Zingaretti alla Regione Lazio, l’approvazione della delibera sulle unioni civili in Campidoglio è “un passo avanti per la civiltà” che “riconnette” Roma “con le grandi capitali del mondo”. Ebbene, invece di festeggiare quanto accade al Comune Smeriglio e Zingaretti dovrebbero spiegare ai cittadini come possa conciliarsi tanto entusiasmo con il fatto che la Legge per gli interventi a sostegno della famiglia tuttora vigente per tutta la Regione Lazio riguardi esclusivamente le famiglie fondate sul matrimonio, e che addirittura subordini la concessione di prestiti a tasso agevolato, l’edilizia residenziale pubblica e il rimborso delle spese relative a utenze e imposte alla “esibizione dell'atto matrimoniale entro un anno dalla concessione dei benefici”. Si tratta della famigerata Legge Regionale 7 Dicembre 2001 n. 32 (“Interventi a sostegno della famiglia”), meglio nota come “Legge Storace sulla famiglia”, evidentemente discriminatoria su servizi essenziali riguardanti tutti i cittadini del Lazio, il cui intero impianto è costruito su presupposti diametralmente opposti a quelli che oggi Smeriglio saluta enfaticamente come elementi di “civiltà”. Piuttosto che accorrere nell’Aula Giulio Cesare per festeggiare l’approvazione della delibera, circondato dallo stato maggiore di SEL compreso Nichi Vendola in prima fila, Smeriglio farebbe bene a occuparsi immediatamente, insieme al Presidente Zingaretti e alla loro maggioranza, di sanare questo vulnus: perché,  a prescindere dal fatto che gli interventi vengano o non vengano finanziati, si tratta di una legge letteralmente odiosa e discriminatoria nella filosofia, nei principi e nell’impianto che deve essere subito abrogata. 

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Comunali Milano 2016, Cappato a Pisapia: vertice di coalizione per partiti senza progetti

Mer, 01/28/2015 - 17:06
28/01/15

Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo, ha inviato la seguente lettera aperta al Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia
 

Caro Giuliano, leggo sui giornali del vostro "vertice di coalizione" che avresti tenuto con i capi milanesi di Pd, Sel e Prc alfine di placare gli animi dei partiti con i quali ti ritieni coalizzato, dopo le vostre polemiche dei giorni scorsi.

Qualche mese fa, in occasione di una riunione alla quale convocasti i Consiglieri comunali che sostengono la tua amministrazione, avevi preannunciato un programma politico per l'ultimo anno di consiliatura. Non ci hai fatto più sapere nulla, ed oggi affidi il dibattito politico ad un nuovo vecchissimo formato - il vertice di coalizione!- dal quale, non a caso, hai deciso di escludere i Consiglieri comunali, in modo da non dover discutere di progetti per Milano ma di equilibri tra partiti.
  So che se uso il termine "partitocratico" per la vostra riunione ti offendi. Scegli pure tu un altro termine, ma il metodo non può che determinare il risultato: ad oggi, il risultato è quello di un Sindaco assorbito da polemiche e logiche partitiche che nulla hanno a che vedere con il governo di Milano, e meno che mai con la realizzazione dei 5 referendum approvati dai milanesi nel 2011, sui quali pure ti eri impegnato.  

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Cannabis, Ass. Coscioni: mancano farmaci, interrogazione al Ministro Lorenzin

Mer, 01/28/2015 - 14:59
28/01/15

Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni


L’Associazione Luca Coscioni da mesi ha raccolto segnalazioni di operatori e pazienti da cui risulta che le esportazioni di Bediol, un medicinale a base di cannabis importato dall’Olanda, dalle proprietà
calmanti e sedative, la cui efficacia potenzia l'azione analgesica del Thc, riducendone, nello stesso tempo, gli effetti collaterali sono state sospese.
L'utilizzo del Bediol si è rivelato indicato nel trattamento dei sintomi riportati da pazienti, soprattutto minori, affetti da alcune forme di epilessia. L'assenza del Bediol comporta il concreto rischio di dover interrompere terapie in corso per pazienti perché al momento non sono attivabili, o percorribili, percorsi terapeutici alternativi.

Su nostra sollecitazione, i senatori LO GIUDICE , MANCONI , BATTISTA, CIRINNA' , DIRINDIN , FERRARA Elena, MASTRANGELI, PUPPATO,RICCHIUTI hanno presentato una interrogazione al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per segnalare il problema e per conoscere “le motivazioni o le problematiche che hanno bloccato le importazioni dall'Olanda del Bediol; quali misure si intendano adottare affinché sia garantita la continuità terapeutica per i pazienti attualmente in trattamento con tale medicina; o per garantire con continuità l'accessibilità da parte dei pazienti del Bediol, o medicinali analoghi, per le nuove terapie, in considerazione del fatto che per alcune patologie o pazienti, quali quelli pediatrici, esso rappresenta
l'unico tipo di cannabinoide prescrivibile”. Nel ringraziare i senatori per aver condiviso l’urgenza del problema, il dottor Vidmer Scaioli, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e neurologo in servizio all'Istituto Besta di Milano, ha
commentato: “si è verificato un parziale sia pure significativo ‘miglioramento’ del problema segnalato, ma non è un vero sblocco. Alcune farmacie, almeno tre al momento, ma potrebbero essere qualcuna
in più, che avevano in sospeso un numero di pazienti con relative prescrizioni, sono riuscite ad acquistarne un quantitativo sufficiente, attraverso canali non meglio chiariti. La situazione resta in generale confusa sia per quanto riguarda il Bediol che anche il Bedrocan. Continuano a giungermi notizie di farmacie che sono rimaste senza per circa un mese. Spero che la Ministra Lorenzin voglia prender in considerazione quanto richiesto dai senatori Lo Giudice, Manconi e altri perché ne va del diritto alla salute di migliaia di persone
”.

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Unioni civili, Magi: anche Giulio Cesare nella sua aula sorride gaio. Roma risponde così ai fondamentalismi. Dedico questa vittoria a Miriam Mafai che criticò il Pd di Veltroni per aver bocciato la nostra delibera nel 2007

Mer, 01/28/2015 - 14:28
28/01/15 Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma   "Nonostante il clima e gli animi accesi della seduta, conoscendo un po' di storia, anche Giulio Cesare nella sua aula sorride più gaio del solito. L’approvazione della delibera sulle Unioni civili è il secondo passo - dopo l’approvazione del registro dei testamenti biologici- per fare di Roma la Capitale di diritti e della laicità. Una risposta anche ai tragici fatti di Parigi che segna il cambio dai ritardi e dagli errori anche della sinistra romana nel passato. E’ importante ricordare quanto lunga e travagliata sia la storia delle Unioni civili al Comune di Roma: nel 2007 la delibera di iniziativa popolare promossa da Radicali Roma con una campagna a cui aderì tutto l’associazionismo Lgbtqi romano venne bocciata dalla maggioranza di sinistra dopo l'incontro dell’allora sindaco Veltroni con il card. Bertone. Miriam Mafai su Repubblica la definì la "prima sconfitta per il Pd" che stava nascendo in quei mesi; nel 2012 su una nuova delibera di iniziativa popolare – quasi identica nel testo a quella ora in discussione – raccogliemmo oltre 8.000 firme di romani ma, in violazione dello Statuto, non è stata mai discussa nella precedente consiliatura né in questa; lavorando a partire dal testo popolare del 2012 si è giunti alla delibera attuale, sosttoscritta da tutta la maggioranza e dal M5s. L’attesa è stata lunga se consideriamo che la delibera è stata depositata nell’ottobre 2013 e un anno fa, nel gennaio 2014, aveva già ottenuto i pareri favorevoli delle commissioni competenti.   La nostra proposta non esula dalle competenze dei comuni e non è anticostituzionale, come alcuni hanno affermato in questi giorni. Al contrario, va nella direzione di non discriminare le famiglie di fatto basate su legami affettivi eterosessuali od omosessuali rispetto a ogni attività, iniziativa o servizio erogato da Roma Capitale.

 

Dedichiamo questa vittoria a Miriam Mafai e a tutti coloro che assieme ai Radicali in questi anni hanno tenuto vive battaglie difficili".

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Per un mare senza barriere (e senza cemento). EcoRadicali scrivono alla Commissione europea

Mar, 01/27/2015 - 20:57
27/01/15

Nonostante l’articolo 23 della legge del 5 febbraio 1992 preveda una multa e la chiusura da uno a sei mesi dell’esercizio pubblico che discrimini una persona con disabilità, le spiagge a norma (il decreto ministeriale 236/1989 ne definisce le caratteristiche di accessibilità) sono ben poche in Italia.

In un quarto di secolo, poco o nulla si è mosso per adeguare gli impianti balneari italiani. Eppure oltre l’8% della popolazione italiana è disabile. Volendo ragionare in termini strettamente economici, si tratterebbe di un mercato potenziale di 5 milioni di persone in Italia e di circa 80 milioni in Europa.Immagine in linea 1

Se a questo si aggiunge che le persone disabili, come tutti gli altri turisti, viaggiano in compagnia (mediamente 2 persone al seguito) allora, già questi dati avrebbero dovuto muovere le imprese del settore verso una stretta osservanza nelle normative.

Ma la lungimiranza non è certamente la nota che ha caratterizzato la gestione delle spiagge italiane che, lo ricordiamo, sono proprietà demaniali, cioè di tutti i cittadini italiani, date in concessione a privati per un periodo di tempo limitato.

Su queste spiagge, in questi anni, è successo di tutto. Abusivismi edilizi di ogni genere. Dalla Versilia al Lido romano; dalla Riviera Adriatica alla Liguria, i lungomare hanno ceduto il posto ai “lungomuro”: i muraglioni (abusivi) degli stabilimenti; così come abusive sono quasi sempre tutte le cementificazioni all’interno degli stabilimenti. Paradossalmente, ma neanche troppo, questa gestione al di fuori di ogni rispetto minimo della legge, sta letteralmente togliendo il pane proprio ai gestori.

Abituati come siamo a spremere il bene pubblico come un limone, il nostro Paese vive da decenni un progressivo declino del turismo balneare. Inutile incolpare la crisi, dal momento che tutti gli altri paesi del Mediterraneo registrano flussi stazionari (Spagna e Grecia) o in crescita (Croazia e Francia).

La fuga di turisti dalle spiagge italiane è dettata da un’offerta ormai vecchia e che, come dicevamo all’inizio, non tiene conto di ampie fasce di pubblico (handicap); invece di “fare squadra” con il sistema dell’offerta culturale (arte, paesaggio, archeologia) si è preferito innalzare ristoranti (abusivi) dove vendere panini con la porchetta sfregiando ogni angolo di costa.

Ad oggi, le cementificazioni abusive operate dai gestori rappresentano una delle prime cause di erosione delle spiagge italiane. Puntualmente, ad ogni inizio della stagione balneare, si provvede ai ripascimenti per rimediare, con i soldi dei contribuenti, ai guasti provocati da tutti i cementificatori d’Italia. Il costo medio, solo della sabbia, è 7 euro/m3. In un Paese che conta oltre 8mila chilometri di coste, di cui la metà soggette ad erosione, fatevi due conti di quanto ci costi l’illegalità.

Pensiamo che questa premessa sia necessaria per descrivere l’urgenza di riportare la gestione del demanio marittimo nella legalità, salvaguardando - insieme - diritti civili e ambiente, turismo e lavoro. La premessa è altrettanto necessaria per descrivere i fatti che seguono.

È di questi giorni la notizia della convocazione di Federbalneari a Bruxelles presso la Commissione Petizioni. L’incontro avverrà martedì 27 gennaio per discutere la proroga di 20 anni sulle concessioni balneari, una misura contestata dalla Commissione Europea, secondo la quale il rinnovo automatico della concessione (di cui all’art. 1, c. 2, d.l. 400/1993, conv. L. 494/1994, e successivamente modificato dall’art. 10 L. 88/2001) contrasta con i principi di libertà di stabilimento delle imprese (art. 43 Trattato CE) e di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle procedure di selezione dei concessionari (art. 12, direttiva 2006/123/CE).

Nel 2013, la Federbalneari si era rivolta all’Unione Europea con una Petizione proprio per chiedere la non applicazione delle norme comunitarie. Sempre sul sito di Federbalneari si dà notizia di come anche il Governo si stia muovendo per il mantenimento dello status quo.

Mentre i balneari si preoccupano delle licenze e i “politici” dei voti dei balneari, pensiamo sia urgente riportare la gestione del demanio marittimo nell’interesse pubblico perché le spiagge sono un bene che appartiene a tutti gli italiani e, come tale, deve essere gestito.

Nella giornata di oggi, abbiamo inviato una lettera aperta indirizzata al Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Dott. Lucio Battistoni, chiedendo un incontro urgente.

 

Segue la lettera aperta a Lucio Battistoni, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea

Egregio Dott. Lucio Battistoni

Martedì 27 gennaio si svolgerà a Bruxelles un incontro tra Federbalneari e la Commissione Petizioni del Parlamento europeo. L’oggetto dell’incontro è la richiesta di proroga delle concessioni balneari, una misura contestata dalla Commissione Europea, secondo la quale il rinnovo automatico della concessione (di cui all’art. 1, c. 2, d.l. 400/1993, conv. L. 494/1994, e successivamente modificato dall’art. 10 L. 88/2001) contrasta con i principi di libertà di stabilimento delle imprese (art. 43 Trattato CE) e di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle procedure di selezione dei concessionari (art. 12, direttiva 2006/123/CE).

In qualità di rappresentante della Commissione europea in Italia, Le avanziamo la richiesta di incontro. È nostro desiderio poter conferire con Lei e chi di competenza sulla strutturale situazione di illegalità in materia di gestione delle spiagge in concessione con particolare riferimento alle norme di tutela dei valori paesistico-ambientali e del diritto di accessibilità e visitabilità delle strutture balneari per i cittadini portatori di handicap.

Sebbene non rispettati dalla larga parte dei gestori balneari, tali principi sono ampiamente previsti nella normativa nazionale e sono stati recentemente ribaditi nella Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 15 novembre 2010 «Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere» [COM(2010) 636].

Nel ringraziarLa sin da ora per l’attenzione che vorrà prestare alla presente, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

Fabrizio Cianci, Segretario EcoRadicali - Associazione Radicale Ecologista

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Libertà di ricerca scientifica, Farina Coscioni: basta all'ennesimo attacco alla ricerca degli atenei italiani con campagne di disinformazione e superficiali. Solidarietà al professor Roberto Caminiti. La comunità scientifica insorga

Mar, 01/27/2015 - 18:00
27/01/15

 

Maria Antonietta Farina Coscioni, componente del Comitato Nazionale di Radicali italiani ha rilasciato la seguente dichiarazione:

  Scoop giornalistici come quelli realizzati sul metodo Vannoni hanno insegnato poco o nulla e quindi si che prosegue in campagne che vorrebbero essere irriverenti e di "contro informazione".   Non basta esprimere solidarietà come pure é giusto fare, al professor Roberto Caminiti fatto oggetto di una grave e inquietante aggressione ad personam e al laboratorio di ricerca della università pubblica di Roma La Sapienza, di accuse che definire pericolose e assurde é poco.   É l'intera comunità degli uomini di scienza e di ricerca che deve insorgere. É in corso l'ennesimo tentativo di una campagna frutto di pregiudizi e disinformazione che vuole vietare in Italia quello che é legale e consentito nei paesi dell'Unione Europea: la ricerca scientifica e la sperimentazione animale costituiscono ancora, purtroppo, un irrinunciabile strumento di lotta contro gravissime malattie.   Un appello va fatto ed é quello alla ragionevolezza e al senso di solidarietà verso coloro che soffrono e hanno bisogno di aiuto e, al contempo, un richiamo al rispetto della legalità costituzionale che garantisce libertà di ricerca scientifica in Italia. Un appello perché concretamente ci si schieri a fianco di scienziati, ricercatori, tutti insieme per la lotta alle malattie a oggi inguaribili. 

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Utero surrogato, Filomena Gallo: bene Strasburgo, ora Parlamento legiferi per certezza dei diritti

Mar, 01/27/2015 - 14:10
27/01/15

Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni

  La sentenza di Strasburgo è importante perché evidenzia la necessità di far prevalere l’interesse del bambino in una situazione dai contorni indefiniti.   In Europa, esistono legislazioni che permettono la pratica dell’utero surrogato regolato per legge e disciplinato in maniera del tutto legale, a differenza dell’Italia in cui essa è vietata, in base alla legge 40 del 2004, solo se prevede commercializzazione. Tuttavia  la stessa legge prevede che i figli nati da tecniche vietate nel nostro Stato siano considerati figli legittimi della coppia.  E nel 2000 il Tribunale di Roma ha autorizzato un utero surrogato  se applicato su base solidale senza commercializzazione del corpo o di parti di esso nel pieno rispetto delle norme in vigore nel nostro Paese e delle norme comunitarie.   Oggi quindi molte coppie si recano all’estero per avere un figlio e nell’agosto 2011 il Ministero degli Esteri ha diffuso un documento destinato alle ambasciate italiane il quale forniva indicazioni precise sul comportamento che il funzionario consolare dovesse assumere in presenza di una sospetta maternità surrogata. Il documento afferma letteralmente che in presenza di atti di nascita formalmente validi, il funzionario consolare sebbene a conoscenza del fatto che la nascita aderivi da maternità surrogata, deve accettare gli atti e inoltrarli al Comune competente dando tuttavia nel contempo opportuna informazione delle particolari circostanza della nascita al Comune e alla procura della Repubblica. Sono stati davvero pochi i casi in cui il neonato è stato sottratto alla custodia dei genitori.   Il Parlamento italiano non può non tenere conto di questa fattispecie  che determina diversi interventi dei tribunali e ricorsi in sede europea. Occorre legiferare per dare certezza del diritto per le coppie e i bambini e scongiurare situazioni illegali che attualmente potrebbero configurarsi in base alla legge 40.   I controlli nei momenti delle trascrizioni degli atti di nascita sono necessari ma non possono tradursi in una intromissione nella vita delle coppie fino alla sottrazione del minore, che potrebbe subire danni in una delle fasi più importante della vita. 

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Cannabis buffet in municipio Torino. Manfredi: È sasso nello stagno dell'immobilismo e dell'ipocrisia. Subito legge regionale su cannabis terapeutica. Dov’è finito accordo sanità/difesa?

Lun, 01/26/2015 - 20:41
26/01/15

Dichiarazione di Giulio Manfredi, segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta:

Con il loro “Cannabis buffet” organizzato oggi nel Municipio di Torino, Viale e compagni hanno lanciato un sasso nello stagno dell'immobilismo e dell'ipocrisia. L'ipocrisia di chi si straccia le vesti per un'iniziativa che non ha violato nessuna legge e non vede l'enorme scandalo rappresentato da una sostanza illegale (la cannabis) consumata ogni giorno da milioni di cittadini italiani. L'ipocrisia di chi si preoccupa del decoro delle istituzioni e non si pone minimamente il problema di assicurare l'accesso dei cittadini italiani ai farmaci cannabinoidi, legali in Italia, teoricamente, dal 2007; eppure, nel 2013, solo 60 (sessanta) cittadini, in tutta Italia, sono riusciti ad accedere a terapie a base di farmaci cannabinoidi.

Lo scorso 18 settembre, le ministre Lorenzin (Salute) e Pinotti (Difesa) avevano annunciato in pompa magna la stipula di un Accordo di collaborazione per l'avvio di un progetto pilota per la produzione nazionale di farmaci cannabinodi presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Sono passati quattro mesi ma di quell'Accordo si sono perse le tracce.

Come nessun segnale arriva dal Consiglio Regionale del Piemonte, dove il 1° dicembre scorso ben 12 consiglieri del centro-sinistra, guidati da Marco Grimaldi (Sel), hanno presentato una proposta di legge regionale (n. 78/2014, vedi link) per l'uso terapeutico della cannabis, come richiesto anche da una petizione popolare presentata il 23 settembre scorso dall'Associazione radicale Adelaide Aglietta.

Ancora una volta si guarderà il dito di Viale o Grimaldi, e non si vorrà vedere l'obiettivo che indica quel dito?

Link alla proposta di legge numero 78 del 2014 denominata: “uso terapeutico della cannabis”.

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Giustizia e carceri, Candido e Ruffa: Presidente Corte d'Appello di Catanzaro dà ragione a nostre denunce

Lun, 01/26/2015 - 20:14
26/01/15

“Anche quest’anno, dirigenti e militanti del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e di Radicali Italiani sono stati presenti all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso le Corti d’Appello, lo scorso sabato 24 gennaio. E anche a Catanzaro, dove è intervenuto Rocco Ruffa con delega della segretaria Rita Bernardini, durante la cerimonia i Radicali hanno letto un testo, lo stesso in ogni Corte d’Appello, per denunciare lo stato della giustizia e del sistema carcerario italiano, anche alla luce di quelle “ispezioni” che, militanti e dirigenti radicali svolgono regolarmente e che erano state intensificate nelle ultime settimane, nell’ambito dell’azione nonviolenta denominata "Satyagraha di Natale", lanciata dal leader Marco Pannella”.

A comunicarlo, con una nota congiunta, sono i radicali calabresi Giuseppe Candido, componente del Comitato nazionale di Radicali italiani e Rocco Ruffa militante del partito e intervenuto sabato 24 gennaio presso la Corte d'Appello di Catanzaro per i Radicali con delega della segretaria Rita Bernardini.

“Il Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro nella sua relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario, ha dato ragioni" – scrivono Candido e Ruffa – "a noi Radicali che a Capodanno eravamo stati al carcere Ugo Caridi di Catanzaro notando e denunciando come, soltanto dal punto di vista del sovraffollamento, la situazione era leggermente migliorata dopo la consegna del nuovo padiglione. Mentre avevamo denunciato il permanere di violazioni palesi dei diritti umani sia per quanto riguarda il diritto alla salute sia per quanto attiene il diritto al lavoro e a scontare la propria pena vicino i propri parenti. Per non parlare di quelle “traduzioni forzate” dei detenuti, trasferiti non su base della territorialità della pena, ma in base alle capienze disponibili. Una situazione patente in tutte le carceri della regione. Tutto ciò è stato rilevato, nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, dal presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Domenico Introcasio che ha sottolineato chiarissimamente come, nelle case circondariali del distretto di Catanzaro ci sia una “grave situazione igienico-sanitaria”. Riportando i dati del tribunale di Sorveglianza, il Presidente della Corte d'Appello del capoluogo calabrese, ha infatti sottolineato come, nelle otto carceri del distretto, sono presenti 1.810 detenuti: 645 a Catanzaro, 272 a Vibo Valentia, 242 a Rossano, 243 a Cosenza, 140 a Castrovillari, 264 a Paola, 4 a Crotone. Per il presidente Introcasio è migliorata quindi la percentuale di sovraffollamento, che comunque “rimane critica solo a Castrovillari” dove si registra ancora una presenza di detenuti superiore all'11% rispetto la capienza regolamentare, ma, come avevamo denunciato all'uscita dalla visita al carcere Ugo Caridi di Catanzaro condotta a Capodanno nell'ambito del Satyagraha di Natale, molti diritti umani delle persone detenute rimangono sistematicamente violati perché persistono i gravi deficit di personale rispetto alle piante organiche delle varie figure professionali, specie per educatori, polizia penitenziaria e personale amministrativo.

Come Radicali Italiani abbiamo deciso di fare nostro e difendere in ogni sede istituzionale possibile quel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica alle Camere l'8 ottobre del 2013 in cui si descrivevano gli obblighi del nostro Paese per rientrare nella legalità costituzionale e sovranazionale che, praticamente, è rimasto inascoltato proprio dal quel Parlamento e dagli interlocutori istituzionali cui era esplicitamente rivolto. Un messaggio che – di fatto – chiedeva al Parlamento di riconsiderare l'ipotesi di un provvedimento di amnistia e indulto non solo per l'immonda realtà carceraria delle nostre patrie galere, ma anche, e forse soprattutto, per la non ragionevole durata dei processi per la quale il "Paese canaglia” Italia continua ad esser condannato da trent'anni a pagare cifre ingenti in risarcimenti. E, come ha sottolineato anche il Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro nella sua relazione, le pendenze sono in crescita anche nel distretto di Catanzaro dove, nel penale, sfiorano il 25%. E non solo il Presidente della Corte d'Appello, ma anche il Procuratore Generale, il rappresentante del C.S.M., il presidente Iannello e molte altre autorità intervenute all'inaugurazione hanno ammesso che la situazione, per molti versi, è "al collasso". Una non ragionevole durata dei processi che l'Europa sanziona, e come Radicali denunciamo inascoltati perché, di fatto, si ripercuote sul senso di giustizia che i cittadini percepiscono. Pure in Calabria – concludono Candido e Ruffa – serve subito il garante dei detenuti perché, con le prescrizioni che galoppano e di cui nessuno parla troppo, viene il dubbio che si discuta di ferie dei magistrati per far melina e nascondere i veri problemi della giustizia e delle carceri”.

 

Di seguito il testo letto e depositato per i Radicali Italiani, da Rocco Ruffa, presso la Corte d'Appello di Catanzaro sabato 24 gennaio 2015 in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario:

Anche quest’anno, come Radicali del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e come Radicali Italiani abbiamo deciso di essere presenti, chiedendo di intervenire, in tutte le Corti di Appello in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, leggendo lo stesso testo in ogni corte d’Appello, con lo spirito di dialogo e confronto con le istituzioni che hanno la responsabilità di occuparsi della giustizia.

Si tratta di un atto e di una iniziativa che riteniamo doverosa per corrispondere in una sede istituzionale all’unico messaggio formale, inviato alle Camere ai sensi dell’art. 87 Cost., dal Presidente della Repubblica uscente nel corso dei suoi nove anni di Presidenza, contestualmente denunciando il comportamento degli interlocutori istituzionali del Presidente, in primo luogo quelle Camere alle quali il Capo dello Stato si è rivolto, che con platealità hanno sistematicamente negato dignità al testo formale proveniente dalla più alta carica dello Stato nell’esercizio della sua massima autorità magistrale e volto a richiamare gli improcrastinabili obblighi di riforma strutturale della Giustizia, a partire da un provvedimento di amnistia e indulto.

Un comportamento scandaloso, che siamo convinti abbia suscitato non poca amarezza nell’animo del Presidente, che è servito e serve al regime partitocratico, editore di riferimento dell’informazione radiotelevisiva e di una stampa spesso asservita, per continuare ad impedire all’opinione pubblica e al popolo italiano di conoscere e giudicare gli atti del Presidente della Repubblica nel solenne esercizio delle sue funzioni costituzionali ed i fatti, gravissimi e che implicano altrettanto gravi violazioni di norme costituzionali e sovranazionali, che di quell’unico messaggio formale alle Camere rappresentano i presupposti.

L’assenza di riforme organiche e strutturali del sistema, a partire da quelle ordinamentali, ha reso - da anni - cronici i mali di una giustizia divenuta strutturalmente inefficiente soprattutto per la sua irragionevole durata.

La giustizia è divenuta in tal modo per i nostri cittadini e le nostre imprese – e queste sono parole del ministro Orlando dette alla Camera dei Deputati lo scorso 19 gennaio 2015 – non la sfera a cui rivolgersi per vedere garantiti diritti o dare tutela ai propri legittimi interessi, non la dimensione dove anche il più debole tra i cittadini possa trovare riparo dai soprusi del più forte, ma il simbolo di un calvario da tenere il più lontano possibile dalla propria vita.

Tutto questo ha un notevole costo in termini di denaro pubblico, a causa di uno Stato le cui stesse istituzioni non sono in grado di rispettare le proprie leggi.

È ormai accertato che le violazioni delle fondamentali norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo da parte del nostro Stato stanno causando ingenti danni all’intera economia nazionale. Lo stesso Ministero della Giustizia, nella relazione presentata all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2014, ha ammesso che i ritardi della giustizia ordinaria determinano ricadute anche sul debito pubblico.

L’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio hanno comportato un forte accumulo di arretrato del debito ancora da pagare sulla base dei risarcimenti previsti dalla “legge Pinto”, debito che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro.

Il fenomeno ha oramai assunto le sembianze di una vera e propria ipoteca accesa a carico di ogni cittadino italiano. A queste cifre si devono aggiungere le somme dovute a titolo di risarcimento per i detenuti che hanno scontato e che stanno scontando la loro pena in condizioni disumane e degradanti.

Lo scorso 8 ottobre, in occasione dell’anniversario dall’invio del messaggio alle camere da parte del Presidente Napolitano, noi Radicali abbiamo depositato un esposto presso la procura regionale della Corte dei Conti del Lazio per sollecitare un’indagine volta a stabilire l’esatto ammontare del danno economico patito dall’intera nazione in relazione alla mancata attuazione di concrete e urgenti riforme volte a impedire il reiterarsi delle violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo ed al fine di individuarne i responsabili.

Questa è lo stato in cui versa in Italia una fondamentale infrastruttura immateriale del paese, com’è la giustizia, perno di qualsiasi processo di crescita civile, sociale ed economica oltre che un essenziale pilastro di ogni moderna democrazia.

Gli interventi frammentari e disorganici assunti dal Governo anche nel corso del 2014 appena trascorso, l’assenza di un disegno complessivo di riforma del sistema, non hanno affatto posto rimedio alle censure mosse dalla Corte EDU con la nota sentenza Torreggiani, posto che la Corte aveva chiesto soluzioni e rimedi effettivi, mentre i rimedi adottati continuano a rimanere solo sulla carta, com’è evidente ad esempio, a chiunque conosca, anzitutto la magistratura di sorveglianza, la vicenda del nuovo art. 35 ter dell’ordinamento penitenziario, introdotto con il d.l. 92/2014 successivamente convertito con la legge 117/2014.

A sei anni dalla sentenza Sulejmanovic e a due dalla sentenza Torreggiani, in Italia abbiamo ancora ben 72 Istituti penitenziari che hanno un sovraffollamento che va dal 130% al 210% se vogliamo riferirci esclusivamente al sovraffollamento; ma tutti sappiamo che la sentenza pilota dell’8 gennaio 2013 faceva riferimento non solo allo spazio disponibile pro-capite in cella, ma anche alla possibilità di accesso alla luce naturale e all’aria, alle condizioni igieniche e, in generale, alle condizioni trattamentali.

L’Italia è ancora sub judice, le Istituzioni Europee sino ad ora hanno fatto fiducia all’Italia, riservandosi di verificare in un prossimo futuro l’effettività dei rimedi adottati in seguito alla sentenza Torreggiani: il 2015 sarà l’anno in cui la Corte Edu, così come il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, non potranno che prendere atto della assoluta ineffettività ed inadeguatezza di questi rimedi e nuove pesanti ombre si profilano all’orizzonte, sul versante della verifica del rispetto dei diritti umani fondamentali da parte dell’Italia.

È per questo che gli obiettivi indicati al Parlamento dal Capo dello Stato nel 2013, da raggiungere attraverso il percorso pure indicato dal Presidente, nel messaggio rimasto totalmente inascoltato anche nel corso dell’appena trascorso 2014, rappresentano e continuano a rappresentare i nostri obiettivi che hanno quale fondamentale pilastro quello del rientro nella legalità costituzionale e sovranazionale del sistema giustizia del nostro Paese.

Sin qui, illustrissimo signor Presidente, ho letto il discorso che, come Radicali Italiani, abbiamo inteso ribadire in ogni Corte d’Appello d’Italia per l’inaugurazione di quest’anno giudiziario. Giustizia ritardata è giustizia negata; come calabresi, siamo profondamente rattristati dalla condizione esanime della Giustizia anche calabrese dove, problematicità presenti in tutta Italia appaiono aggravate da carenze di organico ancora più marcate che altrove. Da semplice cittadino mi consenta di aggiungere che provo profonda vergogna a vivere in uno Stato che è condannato per la violazione dei fondamentali diritti umani, e che ha un Parlamento incapace di corrispondere come avrebbe dovuto al messaggio di Napolitano che, anch’io, personalmente e non formalmente ringrazio da questo luogo istituzionale.

Sul sito radioradicale.it si può ascoltare la registrazione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Catanzaro, con l'intervento di Rocco Ruffa per i Radicali Italiani.

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Fondazioni bancarie. Federico: miliardi di euro distribuiti dai politici senza bando

Lun, 01/26/2015 - 19:55
26/01/15

Riprendendo le dichiarazioni del sindaco di Roma Ignazio Marino, pronunciate alla presentazione delle nuove regola per gli appalti al Comune di Roma, il tesoriere di Radicali Italiani, Valerio Federico, ha dichiarato: "Ignazio Marino ha affermato la necessità di 'non ricorrere più, se non in casi di effettiva e prevedibile emergenza, all'assegnazione di appalti senza gara', considerando dunque lo strumento del bando a evidenza pubblica come irrinunciabile per l’utilizzo di soldi pubblici per lavori e servizi".

"Al contrario", prosegue Federico, "le fondazioni bancarie, guidate per lo più da politici indicati dagli enti locali e da uomini delle curie locali, delle università e delle camere di commercio, hanno distribuito, nel 2013, soldi pubblici per l’82 per cento dei casi senza bando. In un anno sono stati erogati arbitrariamente sul territorio 725,5 milioni di euro e, negli anni precedenti, anche di più".

Il dirigente radicale ha poi concluso: "È necessario sottrarre al più presto alla politica locale la gestione di fondi utili anche ad acquisire consenso e voti".

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Giustizia troppo lenta e carceri sovraffollate

Lun, 01/26/2015 - 18:54
26/01/15

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Manca un disegno complessivo di riforma

Lun, 01/26/2015 - 18:52
26/01/15

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Tgr Basilicata e Tgnorba24 su intervento Bolognetti nel corso dell’Anno Giudiziario

Dom, 01/25/2015 - 20:21
25/01/15

Sullo spazio Youtube dell’Associazione Radicali Lucani, i servizi che il Tgr Basilicata e TgNorba24 hanno dedicato all’intervento di Maurizio Bolognetti in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario.

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Tgr Basilicata, 24 gennaio 2015 line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">TgNorba, 24 gennaio 2015 line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Intervento di Maurizio Bolognetti in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Qui per ascoltare: LINK

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Casa, Magi all'Arena di Giletti: "Emergenza drammatica è prodotta da politica clientelare e occupanti organizzati. Via dai regolamenti comunali la corsia preferenziale per gli occupanti abusivi"

Dom, 01/25/2015 - 18:02
25/01/15

"A Roma l'emergenza casa che affligge migliaia di famiglie in attesa da anni di un alloggio, è determinata dalla mancanza di legalità. I responsabili di questa situazione sono una parte della politica, che negli anni ha infilato nelle case popolari amici e clienti in cambio di preferenze e consenso e continua a difendere dagli sgomberi famiglie che non hanno diritto, dall'altra i Movimenti per la casa, che partendo dal giusto impegno di tutelare quel diritto finiscono per tutelare gli abusivi per mantenere una posizione di privilegio e potere. Politica e Movimenti in questi anno hanno stretto un sodalizio che ha istituzionalizzato meccanismi illegali creando, di fatto, una corsia preferenziale per coloro che occupano". Lo ha dichiarato Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma, in diretta oggi su Raiuno ospite a L'Arena condotta da Massimo Giletti.

"Ogni volta, infatti, che si annuncia la disponibilità di alloggi popolari o nuove graduatorie, i movimenti organizzano nuove occupazioni perché sanno che c'è una quota riservata a chi occupa e che permette agli abusivi di scalare le liste e avere la precedenza su chi invece rispetta la legge", ha spiegato Magi. "Se si effettuassero i dovuti controlli e si mandassero via gli abusivi per assegnare gli alloggi ERP a chi possiede i requisiti, si potrebbe azzerare la graduatoria del 2010 e iniziare a rientrare nella legalità".

"Se l'assessore capitolino alla Casa, Francesca Danese, e quello alla Legalità, Alfonso Sabella, intendono smantellare questo sistema, per garantire il rispetto della legge e dare la casa a chi la attende invano da anni perché non ha copertura politica, né degli occupanti organizzati, noi saremo al loro fianco continuando, da Radicali, a denunciare sprechi e illegalità, come abbiamo fatto sui campi rom e le altre emergenze create ad arte per lucrare sul disagio delle persone", ha concluso Riccardo Magi.  

 

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Giulia Massari, il ricordo del Partito Radicale

Sab, 01/24/2015 - 16:17
24/01/15

Dichiarazione di Marco Pannella, Maurizio Turco, Valter Vecellio:

Con Giulia Massari i radicali perdono una compagna, un'amica di sempre, che da sempre sosteneva le iniziative e le battaglie per i diritti civili ed umani che nel corso di questi sessant'anni si sono portate avanti. Formatasi alla irripetibile scuola giornalistica del "Mondo" di Mario Pannunzio, Giulia Massari è stata radicale di quel Partito Radicale che aveva come simbolo la donna con il berretto frigio, ma lo è stata per anni, ininterrottamente,  anche nella successiva fase, di rilancio del Partito Radicale, testimone e insieme discreta partecipe di quella grande stagione di progresso e civiltà che ha visto i radicali promotori e animatori.

Non c'è praticamente stata battaglia o iniziativa politica radicale che non abbia visto Giulia schierata con generosità e impegno, si trattasse della lotta per il diritto dei radicali a essere conosciuti e giudicati, alle campagne per "Emma for President", per la moratoria della pena di morte alla campagna internazionale contro le mutilazioni genitali femminili.  Un impegno testimoniato dalla puntuale iscrizione, anno dopo anno al Partito e ai suoi soggetti costituenti. Ciao, Giulia. Chi ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerla, sa che aveva un grande culto, quello della libertà. Non dimenticheremo il tuo impegno, la tua onestà intellettuale, la tua coerenza e il tuo rigore sono per noi un esempio e uno sprone per continuare in quello che abbiamo creduto e crediamo.

 

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Inaugurazione anno giudiziario. Il discorso letto dai radicali in tutte le corti d'appello

Sab, 01/24/2015 - 11:22
24/01/15

Anche quest’anno, come Radicali del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e come Radicali Italiani abbiamo deciso di essere presenti, chiedendo di intervenire, in tutte le Corti di Appello in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, leggendo lo stesso testo in ogni corte d’Appello, con lo spirito di dialogo e confronto con le istituzioni che hanno la responsabilità di occuparsi della giustizia.

Si tratta di un atto e di una iniziativa che riteniamo doverosa per corrispondere in una sede istituzionale all’unico messaggio formale, inviato alle Camere ai sensi dell’art. 87 Cost., dal Presidente della Repubblica uscente nel corso dei suoi nove anni di Presidenza, contestualmente denunciando il comportamento  degli interlocutori istituzionali del Presidente, in primo luogo quelle Camere alle quali il Capo dello Stato si è rivolto, che con platealità hanno sistematicamente negato dignità al testo formale proveniente dalla più alta carica dello Stato nell’esercizio della sua massima autorità magistrale e volto a richiamare gli improcrastinabili obblighi di riforma strutturale della Giustizia, a partire da un provvedimento di amnistia e indulto.

Un comportamento scandaloso, che siamo convinti abbia suscitato non poca amarezza nell’animo del Presidente, che è servito e serve al regime partitocratico, editore di riferimento dell’informazione radiotelevisiva e di una stampa spesso asservita,  per continuare ad impedire all’opinione pubblica e al popolo italiano di conoscere e giudicare gli atti del Presidente della Repubblica nel solenne esercizio delle sue funzioni costituzionali ed i fatti, gravissimi e che implicano altrettanto gravi violazioni di norme costituzionali e sovranazionali, che di quell’unico messaggio formale alle Camere rappresentano i presupposti.

L’assenza di riforme organiche e strutturali del sistema, a partire da quelle ordinamentali, ha reso - da anni - cronici i mali di una giustizia divenuta strutturalmente inefficiente soprattutto per la sua irragionevole durata.

La giustizia è divenuta in tal modo per i nostri cittadini e le nostre imprese – e queste sono parole del Ministro Orlando dette alla Camera dei Deputati lo scorso 19 gennaio 2015 – non la sfera a cui rivolgersi per vedere garantiti diritti o dare tutela ai propri legittimi interessi, non la dimensione dove anche il più debole tra i cittadini possa trovare riparo dai soprusi del più forte, ma il simbolo di un calvario da tenere il più lontano possibile dalla propria vita.

Tutto questo ha un notevole costo in termini di denaro pubblico, a causa di uno Stato le cui stesse istituzioni non sono in grado di rispettare le proprie leggi.

È ormai accertato che le violazioni delle fondamentali norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo da parte del nostro Stato stanno causando ingenti danni all’intera economia nazionale. Lo stesso Ministero della Giustizia, nella relazione presentata all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2014, ha ammesso che i ritardi della giustizia ordinaria determinano ricadute anche sul debito pubblico.

L’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio hanno comportato un forte accumulo di arretrato del debito ancora da pagare sulla base dei risarcimenti previsti dalla “legge Pinto”, debito che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro.

Il fenomeno ha oramai assunto le sembianze di una vera e propria ipoteca accesa a carico di ogni cittadino italiano. A queste cifre si devono aggiungere le somme dovute a titolo di risarcimento per i detenuti che hanno scontato e che stanno scontando la loro pena in condizioni disumane e degradanti. 

Lo scorso 8 ottobre, in occasione dell’anniversario dall’invio del messaggio alle camerte da parte del Presidente Napolitano, noi Radicali abbiamo depositato un esposto presso la procura regionale della Corte dei Conti del Lazio per sollecitare un’indagine volta a stabilire l’esatto ammontare del danno economico patito dall’intera nazione  in relazione alla mancata attuazione di concrete e urgenti riforme volte a impedire il reiterarsi delle violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo ed al fine di individuarne i responsabili.

Questa è lo stato in cui versa in Italia una fondamentale infrastruttura immateriale del paese, com’è la giustizia, perno di qualsiasi  processo di crescita civile, sociale  ed economica oltre che un essenziale pilastro di ogni moderna democrazia.

Gli interventi frammentari e disorganici assunti dal Governo anche nel corso del 2014 appena trascorso, l’assenza di un disegno complessivo di riforma del sistema, non hanno affatto posto rimedio alle censure mosse dalla Corte EDU con la nota sentenza Torreggiani, posto che la Corte aveva chiesto soluzioni e rimedi effettivi, mentre i rimedi adottati continuano a rimanere solo sulla carta, com’è evidente ad esempio,  a chiunque conosca, anzitutto la magistratura di sorveglianza, la vicenda del nuovo art. 35 ter dell’ordinamento penitenziario, introdotto con il d.l. 92/2014 successivamente convertito con la legge 117/2014. 

A sei anni dalla sentenza Sulejmanovic e a due dalla sentenza Torreggiani, in Italia abbiamo ancora ben 72 Istituti penitenziari che hanno un sovraffollamento che va dal 130% al 210% se vogliamo riferirci esclusivamente al sovraffollamento; ma tutti sappiamo che la sentenza pilota dell'8 gennaio 2013 faceva riferimento non solo allo spazio disponibile pro-capite in cella, ma anche alla possibilità di accesso alla luce naturale e all'aria, alle condizioni igieniche e, in generale, alle condizioni trattamentali.

L’Italia è ancora sub judice, le Istituzioni Europee sino ad ora hanno fatto fiducia all’Italia, riservandosi di verificare in un prossimo futuro l’effettività dei rimedi adottati in seguito alla sentenza Torreggiani: il 2015 sarà l’anno in cui la Corte EDU, così come il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, non potranno che prendere atto della assoluta ineffettività ed inadeguatezza di questi rimedi e nuove pesanti  ombre si profilano all’orizzonte, sul versante della verifica del rispetto dei diritti umani fondamentali da parte dell’Italia.

È per questo che gli obiettivi indicati al Parlamento dal Capo dello Stato nel 2013, da raggiungere attraverso il percorso pure indicato dal Presidente,  nel messaggio rimasto totalmente inascoltato anche nel corso dell’appena trascorso 2014, rappresentano e continuano a rappresentare i nostri obiettivi che hanno quale fondamentale pilastro quello del rientro nella legalità costituzionale e sovranazionale  del sistema giustizia del nostro Paese.

LEGGI ANCHE: Bernardini: Sabato saremo a inaugurazione Anno giudiziario in tutte le Corti d’Appello


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Laurea Honoris Causa a Marco Pannella: il 20 febbraio all'Università degli Studi di Teramo

Ven, 01/23/2015 - 19:12
23/01/15

Venerdì 20 febbraio 2015 alle ore 10.30, nell'Aula Magna del Campus universitario di Coste Sant’Agostino, il Rettore dell’Università degli Studi di Teramo Luciano D’Amico, il Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione Stefano Traini, sono lieti di invitarla alla cerimonia ci conferimento della Laurea Honoris Causa in Comunicazione a Marco Pannella.

 

 

 

LAUDATIO
Stefano Traini

LECTIO DOCTORALIS
Marco Pannella

CONSEGNA DELLA PERGAMENA DI LAUREA

INTERVENTI
Luciano D’Alfonso
Gianni Letta

 

Scarica l'invito


Per informazioni istituzionali e per partecipare alla cerimonia:

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TERAMO

Ufficio stampa

Campus di Coste Sant'Agostino-Teramo

Tel. 0861 266096 - Fax. 0861 266085 - uffsta@unite.it

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Inaugurazione anno giudiziario. Dentro e fuori il palazzo per chiedere amnistia e indulto

Ven, 01/23/2015 - 17:31
23/01/15

Sabato 24 gennaio i radicali fiorentini dell'associazione "Andrea Tamburi" organizzeranno all'esterno del Palazzo di Giustizia di Firenze la contro-inaugurazione dell'anno giudiziario, mentre all'interno si terrà il consueto appuntamento annuale della Corte d'Appello.

I militanti radicali si ritroveranno alle 09.30 nel giardino antistante l'ingresso del Tribunale fiorentino per manifestare per il rientro della Giustizia e del Paese nei ranghi della legalità costituzionale ed internazionale e per chiedere al Governo ed al Parlamento i provvedimenti di amnistia e indulto.

All'interno, invece, durante l'inaugurazione, interverrà il segretario dell'Associazione, Maurizio Buzzegoli.

Per informazioni e contatti stampa:

Maurizio Buzzegoli: 3382318159,

Emanuele Baciocchi: 3318321858.

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Sanità, Radicali Ass. Coscioni: nostra vittoria fine dei Commissari-presidenti

Ven, 01/23/2015 - 14:30
23/01/15

 

Dichiarazione congiunta di Filomena Gallo e Marcello Crivellini,  rispettivamente Segretario e Membro di Direzione dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica,  soggetto costituente del Partito Radicale.   La previsione, contenuta nella legge di stabilità 2015 e prevista nel Patto per la salute,  per cui la nomina a Commissario ad acta nelle Regioni 'in rosso' sia incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissariamento è una vittoria dell'Associazione Luca Coscioni e dei radicali.   Finalmente finisce la farsa dei Commissari-Presidenti di regione, in atto dal 2004. Solo i radicali e l’Associazione Coscioni fin dall’inizio e costantemente avevano chiesto l’abolizione  dell’assurdità per cui venivano chiamati a risanare i guasti di gestioni sconsiderate proprio i maggiori responsabili o complici.   Alla fine del 2007, grazie alla presenza nel Governo di Emma Bonino, eravamo riusciti ad ottenerlo, ma già nell’estate del 2008 le lobby partitocratiche avevano rimesso tutto come prima, assicurandosi di nuovo, tramite i Presidenti-Commissari, il controllo della gestione dei deficit sanitari (dal produttore al consumatore!). In tal modo poteva continuare l’uso sconsiderato di ingenti risorse economiche per il mantenimento del consenso elettorale, invece che per la tutela della salute dei cittadini. Ora il comma 568 recupera la proposta radicale, anche se la rende valida per il futuro ma non per i Commissari-Presidenti in carica.   Nonostante ci siano voluti oltre dieci anni e decine di miliardi di euro buttati per ottenere una riforma in linea con i principi di trasparenza e legalità, è comunque un successo che speriamo si estenda anche ad un altro scandalo sanitario sotto gli occhi di tutti da decenni: i meccanismi di nomina dei Direttori Generali di ASL e di Aziende Ospedaliere, che vengono scelti solo in base alla fedeltà ai partiti di maggioranza regionali (senza differenze significative tra centrodestra e centrosinistra).   Anche in questo caso i radicali da oltre un decennio propongono che le scelte dei Direttori Generali siano al di fuori dalle spartizioni partitiche ed effettuate invece per competenza dalle maggiori società nazionali di selezione del personale dirigente.   Quanti anni, quanti miliardi di sprechi, quante migliaia di lottizzazioni e di appalti dovranno passare prima che sia adottata anche questa proposta radicale a tutela dei contribuenti e della salute?      

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