Radicali Italiani
Giustizia. Suicidio di Sollicciano conferma che l'emergenza non è superata. Servono amnistia e indulto
Dopo il suicidio di ieri del detenuto di 45 anni nel carcere di Sollicciano, sono intervenuti Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, rispettivamente segretario e presidente dell'Associazione per l'iniziativa radicale "Andrea Tamburi":
"Si tratta dell'ennesimo episodio di una mattanza che sembra non finire: contrariamente dai proclami del Governo Renzi, l'emergenza carceraria è tutt'altro che superata". I due esponenti radicali hanno inoltre affrontato il tema della reintroduzione nella società: "In gran parte degli istituti penitenziari della Regione Toscana non vengono adottati percorsi di riabilitazione del condannato: se viene meno questa funzione primaria della pena, viene meno l'utilità del carcere". Infine Buzzegoli e Lensi ribadiscono l'importanza dei provvedimenti di amnistia e indulto: "Così come richiesto dalle massime autorità magistrali italiane e internazionali, solo i provvedimenti di amnistia e indulto saranno in grado di risolvere i problemi della Giustizia e delle carceri".
Per informazioni contattare Maurizio Buzzegoli (3382318159).
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Legge elettorale. Radicali: sì all'appello di Italia Unica contro Italicum
Dichiarazione di Rita Bernardini, Emma Bonino, Marco Cappato e Marco Pannella:
"L'appello diffuso da Italia Unica, il soggetto politico di Corrado Passera, e rivolto a deputati e senatori è convergente con la nostra analisi sulle contro-riforme proposte dal Governo Renzi. Le questioni sollevate da Italia Unica - l'abnorme premio di maggioranza, la forte presenza di parlamentari nominati e non eletti, la non elettività popolare del Senato - rappresentano non un rischio, ma una certezza di ulteriore involuzione anti-democratica della vita istituzionale italiana, già connotata dalla totale illegalità del sistema giustizia.
"Ci auguriamo che questa iniziativa possa contribuire a dare coraggio a tutti coloro che - come Italia unica e, da sempre, noi Radicali - ritengono fondamentale l'istituzione di collegi uninominali che colleghino direttamente gli eletti al loro territorio. Per noi, il sistema elettorale ideale è quello uninominale maggioritario e turno unico all'anglosassone, con presidenzialismo e federalismo interno ed europeo. Non a caso, è il sistema più semplice e popolare, e proprio per questo escluso dai dibattiti parlamentari e televisivi. Anche un sistema uninominale maggioritario a doppio turno, ufficialmente fatto proprio dal Partito Democratico anni fa ma mai effettivamente sostenuto in Parlamento, rappresenterebbe una buona alternativa alla controriforma Renzi, senza neanche bisogno di ridurre il numero di collegi che a quel punto garantirebbero un rapporto diretto con gli elettori".
"Come è sempre stato nostro metodo, siamo pronti a percorrere tratti di strada con chi è accomunato dai nostri stessi obiettivi, sapendo che il primo e più grande ostacolo è quello di poter affermare il diritto dei cittadini italiani a conoscere vere proposte alternative a quelle espresse dalle varianti del renzismo e dell'antirenzismo ufficiali, entrambi volti a mantenere il potere delle burocrazie politiche italiane".
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Bilancio, Magi: da assemblea ok a riforme radicali su rom, politiche abitative e servizi alla persona
Grazie a Consiglio per voto trasversale per via d'uscita politica e non solo giudiziaria dalla crisi
Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma
"L'assemblea capitolina ha approvato gli emendamenti che ho presentato alla relazione previsionale e programmatica del bilancio e che prevedono l'avvio di un percorso di chiusura graduale dei campi rom, il rafforzamento degli strumenti di contrasto al fenomeno delle presenze irregolari, senza i requisiti necessari, delle case popolari e l'introduzione di nuovi modelli di erogazione di servizi alla persona, in particolare ai disabili e agli anziani.
Si tratta di un segnale importante che dimostra come lo sforzo per conquistare il necessario risanamento passi anche da una definizione più chiara e strategica degli obiettivi e delle azioni dell'amministrazione indicate nella relazione introduttiva alla manovra.
Il primo degli emendamenti approvati prevede l’approvazione di un piano che preveda come prima azione un’indagine preliminare volta a individuare modalità e tempi per il superamento di almeno tre insediamenti formali nei prossimi tre anni: un primo passo verso una nuova strategia che permetta a coloro che vogliono vivere nella legalità di crearsi una vita. Il secondo contribuisce a una più efficace recupero degli alloggi popolari occupati senza titolo attraverso al messa a gara di servizi di deposito delle masserizie a seguito di sgombero. L'ultimo emendamento riguarda i servizi alla persona e prevede la concessione, su richiesta dell'interessato, di voucher validi per l'acquisto di servizi sociali da soggetti accreditati dal sistema integrato di interventi e servizi sociali: uno strumento all'insegna dell'autodeterminazione che garantisce ai cittadini bisognosi di assistenza la libertà di scegliere a chi rivolgersi.
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Firmigoni: dopo 5 anni il Consiglio di Stato certifica l'illegalità delle Regionali 2010 e della candidatura Formigoni. 20.000 euro di rimborso spese a Cappato e Lipparini
Dichiarazione di Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, Radicali della Lista Bonino - Pannella
Dopo oltre 5 anni dai fatti, si è chiuso il procedimento amministrativo avviato dal ricorso che presentammo un mese prima delle elezioni regionali lombarde del 2010 chiedendo l'esclusione di Roberto Formigoni e della sua coalizione dalle elezioni. Il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza con la quale il TAR Lombardia (giudice Leo) aveva riammesso Formigoni alle elezioni, ha stabilito tra le altre cose quanto segue:
"risulta per tabulas - e non è stato oggetto di contestazione specifica dalle controparti costituite – che, sottraendo alle 3.918 firme a suo tempo dichiarate dagli autenticatori le 723 firme riconosciute false dal giudicato civile, la lista «Per la Lombardia» non avrebbe raggiunto il numero di sottoscrizioni minime (pari a 3.500) richiesto dalla legge per la presentazione della lista; da qui l’erroneità dell’ammissione della lista in questione alla competizione elettorale e l’invalidità delle successive operazioni elettorali culminate nella proclamazione delle eletti al consiglio regionale e del candidato signor Roberto Formigoni alla presidenza della giunta regionale.
Il Consiglio di Stato “dichiara illegittima la proclamazione degli eletti e le presupposte operazioni elettorali per il rinnovo del consiglio regionale della Lombardia svoltesi il 28 e 29 marzo 2010"; Segue anche la (non scontata) condanna delle parti costituite, compresa la regione Lombardia (ma escluso l’Ufficio centrale regionale presso la Corte d'appello di Milano), in solido fra loro, a "rifondere in favore dei signori Marco Cappato e Lorenzo Lipparini le spese e gli onorari di ambedue i gradi di giudizio che liquida in complessivi euro 20.000/00 (ventimila/00), oltre accessori di legge (I.V.A., C.P.A. e 15% a titolo di rimborso di spese generali)".
Avendo infine il Consiglio di Stato dichiarato nella sentenza che on possono "essere determinate in questa sede le implicazioni di tale declaratoria di illegittimità", ci riserviamo di verificare tali "implicazioni" in altre sedi giurisdizionali.
Ringraziamo gli avvocati Giovanni Pesce, Simona Viola e Mario Bucello per aver reso possibile questa vittoria.
Il ritardo di 5 anni dal nostro ricorso, quando ormai Formigoni è Presidente di Commissione Parlamentare e i Radicali sono esclusi dal Consiglio regionale e dal Parlamento, è l'emblema di una democrazia totalmente cancellata e negata, ai danni degli elettori lombardi. Chiediamo al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle Camere di intervenire per impedire che un simile attentato ai diritti civili e politici dei cittadini possa ripetersi.
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Firme false regionali, Manfredi: Cinque anni fa Cota scese in piazza per tenere poltrona. Domani per chiedere dimissioni Chiamparino. Viva la coerenza. Solidarietà per attacco vandalico sede Lega San Salvario
Dichiarazione di Giulio Manfredi, segretario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta:
Il 28 giugno 2010 la Lega Nord sfilò con le fiaccole nel centro di Torino - assieme a tutto il centro-destra, Michele Giovine compreso - al grido di “L´ha scelto la gente: Cota presidente!” e “Giù le mani dal voto. Il popolo è sovrano”. Così si esprimeva l’allora Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, contro i ricorsi in tribunale presentati da Mercedes Bresso (e sostenuti dai radicali): “Le sembra normale in un momento come questo far spendere ai cittadini altri 25 milioni di euro? Tanto costerebbero nuove elezioni. Ma cosa andiamo a dire alla gente? Ma che segnale si dà sulle istituzioni e sulla democrazia? Io sono senza parole.” (“Corriere della Sera”, 29/06/2010).
Roberto Cota è la stessa persona che, assieme a Matteo Salvini, domani porterà nuovamente in piazza a Torino tutto il centro-destra per chiedere a Sergio Chiamparino di fare quello che lui non fece per ben quattro anni, dal 2010 al 2014: dimettersi da presidente della Regione.
Nel 2010, Chiamparino, allora sindaco di Torino, stigmatizzò duramente la fiaccolata di Cota: “Si può concordare o dissentire ma la magistratura non va influenzata con manifestazioni esterne”. La stessa cosa si può dire per la manifestazione di domani.
Ciò detto, esprimo solidarietà alla Lega Nord per l’attacco vandalico alla sua sede di San Salvario. Noi radicali abbiamo sempre contestato i leghisti con strumenti politici e a volte giudiziari, i soli ammissibili. Gli incitamenti all’odio, a maggior ragione nell’attuale contesto internazionale, sono inaccettabili e da condannare; violenze e vandalismi sono, infine, stupidi, perché portano solamente voti e simpatie a chi intendono danneggiare.
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Autofinanziamento straordinario al giro di boa: raccolto quasi il 50 per cento della somma necessaria a proseguire le lotte radicali
Radicali Italiani ha raggiunto il 45 per cento (16.636 euro) del suo obiettivo: raccogliere 37mila euro per rilanciare la propria attività politica. Più di cento persone e 2 associazioni hanno dato il loro contribuito di libertà.
Liberiamo l'informazione, legalizziamo il Paese, diamo un futuro all'iniziativa Radicale!
Un ulteriore sforzo è necessario, contribuisci anche tu.
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Milano. No-Tangenziale, Cappato: sarò alla manifestazione per impedire nuova opera inutile e devastante. Pisapia intervenga su Maroni
Appuntamento alle Ore 9 alla Piazza del Mercato di Albairate per la marcia contro la Vigevano-Malpensa
Comunicato stampa della Lista Civica Costituente per la partecipazione - la CIttà dei comuni, e del Gruppo Radicale - federalista europeo:
Insieme a Claudio Marinoni parteciperemo, a nome del Gruppo "Lista Civica Costituente per la Partecipazione" alla Città metropolitana di Milano e del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano, alla Manifestazione popolare contro la Tangenziale Vigevano-Malpensa che si terrà domani sabato 28 marzo ad Albairate alle 9.00 e muoverà verso Abbiategrasso. Ci muoveremo a piedi, in bici, con i trattori per dire "no" a un’opera inutile, cementificatrice, distruttrice di ambiente e di agricoltura.
Chiediamo a Giuliano PIsapia, come Sindaco della Città metropolitana e anche come Sindaco del Comune di Milano che detiene una partecipazione maggioritaria in SEA (direttamente coinvolta nel progetto) di prendere una iniziativa nei confronti di Regione Lomabrdia e di Roberto Maroni affinché l'opera sia abbandonata. Non vogliamo aspettare che siano delle nuove inchieste tra 4-5 anni a spiegarci ciò che già sappiamo oggi, come accaduto sugli appalti delle Vie d'acqua Expo.
Unioni Civili. Certi Diritti: in commissione giustizia passa testo Cirinnà'. Adesso l'aula lavori per garantire un testo decente
"Con 14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto è stato licenziato il testo base Cirinnà sulle unioni civili. Di sicuro non è il matrimonio per tutti né una riforma esaustiva del diritto di famiglia, che proprio nel 2015 compie i suoi 40 anni e quindi necessità di essere aggiornata, ma rappresenta comunque un primo passo avanti".
Così Yuri Guaiana, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, commenta il voto di oggi pomeriggio della in Commissione giustizia del Senato."A differenza della proposta di Forza Italia, il testo unificato della relatrice Monica Cirinnà riconosce molti diritti riconosciuti dal matrimonio, compresa la pensione di reversibilità, e mantiene il riconoscimento del secondo genitore, pur escludendo le adozioni. Resta in piedi, per ora, anche l'istituto della 'convivenza di fatto' per etero ed omosessuali", aggiunge Guaiana. "Il lavoro è ancora lungo e le forze parlamentari devono garantire un testo che non sia oggetto di compromessi con l'ala fondamentalista e clericale del Parlamento e che anzi superi alcuni aspetti critici. Noi dell'Associaizone Radicale Certi Diritti siamo a completa disposizione per confronti e suggerimenti nel corso della fase di emendamenti".
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Opg: A pochi giorni dalla scadenza del 31 marzo Regione Toscana ancora tace. Vergognosa mancanza di trasparenza
Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione radicale “Andrea Tamburi” di Firenze:
"Mancano ormai un pugno di giorni alla scadenza del 31 marzo, quando cioè gli internati degli Opg dovrebbero essere presi in carico dai Servizi sanitari regionali. Un pugno di giorni da quella che poteva diventare una data da ricordare. Per ora si sa poco o nulla e quel poco che sappiamo è ancora pieno di incertezze e ambiguità. La Regione Toscana, infatti, non si è ancora formalmente pronunciata su nulla".
"Sappiamo solo che, forse, una struttura provvisoria per accogliere gli internati sarà localizzata a Volterra e un’altra, sempre forse, a Firenze. Ma sappiamo anche che queste Strutture Intermedie Provvisorie hanno bisogno di tempo per adattare gli ambienti e assumere personale specializzato".
"Cosa succederà il 31 marzo? Dove saranno trasferiti momentaneamente gli internati degli Opg? E gli internati delle altre Regioni (ricordiamo che all’Opg di Montelupo sono internati anche sardi e liguri che, per legge, dovrebbero essere affidati ai SSR delle loro regioni)? Quale sarà il futuro degli operatori sanitari e del corpo di guardie penitenziarie che attualmente operano su Montelupo?".
"Insomma, a un pugno di giorni dal 31 marzo l’incertezza regna sovrana. E la Regione Toscana ancora tace. Noi radicali non staremo a guardare, annunciamo sin da ora mobilitazioni straordinarie per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa vergognosa mancanza di trasparenza".
Per informazioni contattare Maurizio Buzzegoli al 3382318159.
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Pillola 5 giorni dopo. Viale: Non è compito Aifa promuovere i farmaci più costosi
#AIFA perché senza ricetta solo #EllaOne e non #Norlevo e #Lonel? Silenzio assordante dell'Ordine dei Medici
Con un tweet il ginecologo torinese Silvio Viale, esponente radicale e consigliere comunale del PD, chiede all'Aifa perché sia stata tolta la ricetta solo a EllaOne, la cosiddetta pillola dei cinque giorni, e non a Norlevo e Lonel,la cosiddetta pillola del giorno dopo, visto che le obiezioni contrarie verso Norlevo e Lonel sono minori di quelle verso EllaOne e in Europa da tempo non serve la ricetta per Norlevo e Lonel.
Silvio Viale, noto per le vicende della Ru486, va controcorrente e critica la decisione dell'Aifa per avere tolto la ricetta al prodotto più costiso e mantenuta per quello meno costoso. infatti EllaOne costa tre volte il Norlevo/Lonel.
Silvio Viale, chiede l'abolizione della ricetta per la contraccezione di emergenza, è stato per questo oggetto di un provvedimento disciplinare dall'Ordine dei Medici Oer averla prescritta davanti alle scuole e per strada.
Silvio Viale ha dichiarato: "Bene l'abolizione della ricetta per EllaOne, ma perché non per Norlevo e Lonel? Forse perché la ditta farmaceutica non è interessata a promuovere il prodotto meno costoso? Proprio per questo l'Aifa dovrebbe tutelare i pazienti e i consumatori, prendendo iniziativa propria e non subordinata all'industria farmaceutica.
Le problematiche dei due farmaci, ulipristal acetato e levonorgestrel, sono analoghe e entrambi sono senza ricetta nei paesi europei. Per entrambi la massima efficacia si ha entro le 24 ore, per cui bisognerebbe chiamarle la "pillola del subito dopo" ed evitare di attendere troppo per la somministrazione. Per questi motivi è un farmaco che deve essere disponibile subito, senza inutili ricette e percorsi ad ostacoli, lasciando ad ognuno le proprie valutazioni etiche. Stupisce quindi che l'Aifa non abbia tolto la ricetta anche ai due prodotti in uso dal 2001, perché non è compito dell'Aifa promuovere i prodotti più costosi".
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Condizioni inumane e degradanti nelle carceri calabresi, Candido: Presidente Oliverio istituisca subito garante regionale detenuti. C'è chi sconta una pena illegale
A chiedere con forza l'istituzione e la nomina del Garante dei Detenuti regionale, con un comunicato stampa, è l'esponente radicale Giuseppe Candido. Il senso del comunicato è che “non c'è tempo da perdere” perché “oltre a condizioni inumane e degradanti, oltre alle condizioni igienico sanitarie”, sostiene nel comunicato il radicale, “alcuni dei detenuti stanno dietro le sbarre per una legge dichiarata incostituzionale. Non solo la metà delle carceri calabre continuano a rimanere sovraffollate, non solo hanno pareti ammuffite, scarafaggi e, pure in Calabria, i detenuti patiscono l'assenza di lavoro che non li rieduca e di personale che possa consentire loro le ore di passeggio e socializzazione. Condizioni inumane e degradanti anche per chi in carcere lavora, agenti, educatori e direttori. Nella triste fotografia pubblicata nel rapporto “Oltre i tre metri quadri” curato dall'associazione Antigone ma fondato sui dati pubblicati dal Ministero della Giustizia," – continua Candido nella nota – “emerge una realtà calabrese desolante: ben sei, di dodici istituti di pena, permangono in condizioni di sovraffollamento, e anche quelle meno affollate soffrono gravi carenze igieniche. Una situazione che come Radicali abbiamo sempre denunciato dopo ogni nostra visita condotta nelle carceri. Senza dimenticare quanto denunciato dal Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario lo scorso 15 gennaio che ha parlato, letteralmente, di gravi condizioni igienico sanitarie in cui tutti gli istituti di pena calabresi versano. Il presidente Mario Oliverio,” - scrive ancora Candido - “in attesa che il Parlamento almeno discuta un provvedimento di amnistia e indulto così come aveva indicato chiarissimamente nel messaggio inviato alla Camere nell'ottobre 2013 l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha un grandissimo potere: quello di istituire subito il Garante regionale delle persone private della libertà personale”.
Poi la nota prosegue ricordando la lotta nonviolente per chiedere un provvedimento di amnistia e indulto. “Rita Bernardini,” - si legge nella nota “segretaria dei Radicali, è in sciopero della fame da 10 marzo proprio per ricordare quel messaggio di Napolitano che, come Radicali, abbiamo fatto nostro manifesto politico a rilanciare in ogni luogo e che, appunto, sollevava l'obbligo giuridico (oltreché morale) di far cessare subito le condizioni inumane e degradanti che la sentenza Torreggiani della CEDU aveva sanzionato come strutturali e sistematiche e che, come dimostra la recentissima sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Firenze che ha scarcerato e risarcito un detenuto per aver patito una detenzione inumana e degradante nell'Istituto di pena di Sollicciano, spesso continuano a permanere. Quel giudice ha scarcerato il detenuto non solo in base al minimo (violato) dei tre metri quadri che un detenuto ha il diritto umano ad avere, ma anche (e forse sarebbe da dire soprattutto) in relazione alle condizioni strutturali del carcere: muffa alle pareti, scarafaggi e ragni nelle celle, mancanza d'acqua calda. Condizioni che anche nelle carceri calabresi ricorrono dappertutto. Non sono occasionali, ma, come il sovraffollamento, sono pure loro strutturali e sistemiche. Il Garante Regionale dei detenuti, in attesa di un provvedimento di amnistia e indulto, consentirebbe quantomeno di far emergere i casi più eclatanti che pure esistono in Calabria anche per come dimostrato nelle numerose visite, fatte anche a Capodanno, come da consuetudine del partito radicale. Olivero, su questo, potrebbe marcare la differenza. Ma c'è un altro aspetto che dovrebbe invitare a considerare, con maggior ragione, la necessità urgente del Garante: anche nelle carceri, e magari in condizioni inumane e degradanti, oggi c'è pure chi sconta una pena illegale di fatto illegale perché irrorata in base a una legge dichiarata incostituzionale: la Fini-Giovanardi. Una legge dichiarata incostituzionale dalla suprema Corte nel febbraio 2014 e, adesso, con la sentenza n°22621 del 26 febbraio scorso, la Cassazione ha ribadito la necessità di “rideterminare” (a ribasso) tutte le pene riguardanti le così dette droghe leggere. È la stessa Cassazione che sembra ricordare al legislatore, magari nelle more di un'amnistia specifica e mirata, che nelle carceri ci sono persone sottoposte, di fatto, ad una pena illegale”.
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Cannabis: il sito radicali.it pubblica il "profilo criminale" della segretaria di Radicali Italiani
Nel corso di questi 20 anni (1995-2015) la Segretaria di Radicali italiani Rita Bernardini ha ripetutamente chiesto di essere arrestata, processata e condannata configurandosi per tutte le sue iniziative la condizione di flagranza dei reati commessi; in particolare, al congresso di Radicali italiani si è rivolta alle forze dell’ordine gridando: «Arrestateci, come fate ogni giorno con migliaia di consumatori». Questa volta il “sostegno” alla legalizzazione arriva dalla Direzione Nazionale Antimafia che nella sua relazione annuale presentata a gennaio 2015 “sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2013 – 30 giugno 2014”, afferma testualmente: - la diffusione della cannabis è un “fenomeno endemico, capillare e sviluppato ovunque, non dissimile, quanto a radicamento e diffusione sociale, a quello del consumo di sostanze lecite (ma, il cui abuso può del pari essere nocivo) quali tabacco ed alcool”; - “oggettivamente, e nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva”; - quando si parla di “massimo sforzo profuso” in tale specifica azione di contrasto, si intende dire che - fatti salvi i sempre possibili miglioramenti qualitativi, ovvero la razionalizzazione o gli aggiustamenti nell’impiego delle risorse – attualmente, il sistema repressivo ed investigativo nazionale, che questo Ufficio osserva da una posizione privilegiata, è nella letterale impossibilità di aumentare gli sforzi per reprimere meglio e di più la diffusione dei cannabinoidi. Ciò per la semplice ragione che, oggi, con le risorse attuali, non è né pensabile né auspicabile, non solo impegnare ulteriori mezzi ed uomini sul fronte anti-droga inteso in senso globale, comprensivo di tutte le droghe (impegno che assorbe già enormi risorse umane e materiali, sicché, spostando ulteriori uomini e mezzi su tale fronte, di conseguenza rimarrebbero “scoperte” e prive di risposta investigativa altre emergenze criminali virulente, quali quelle rappresentate da criminalità di tipo mafioso, estorsioni, traffico di essere umani e di rifiuti, corruzione, ecc.) ma, neppure, tantomeno, è pensabile spostare risorse all’interno del medesimo fronte, vale a dire dal contrasto al traffico delle (letali) droghe “pesanti” al contrasto al traffico di droghe “leggere”. In tutta evidenza sarebbe un grottesco controsenso.” La Direzione Nazionale Antimafia, con la citata relazione, rivolge al legislatore la proposta di valutare l’”opportunità di una depenalizzazione della materia, tenendo conto del fatto che, nel bilanciamento di contrapposti interessi, si dovranno tenere presenti, da una parte, le modalità e le misure concretamente (e non astrattamente) più idonee a garantire, anche in questo ambito, il diritto alla salute dei cittadini (specie dei minori) e, dall’altra, le ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili delle forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite.”; Ecco la cronologia di 20 anni di disobbedienze civili: fermi, arresti, processi, condanne, assoluzioni, ma anche silenzi da parte dell’autorità giudiziaria in barba al principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. La Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini, già deputata nella XVI legislatura, si è resa responsabile di decine di iniziative pubbliche di disobbedienza civile in violazione di quanto previsto dal Testo unico sugli stupefacenti (D.P.R. 309/1990 e successive modificazioni), in particolare, per quel che riguarda i reati legati alla coltivazione, detenzione e cessione della cannabis e dei suoi derivati; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata a Porta Portese (Roma) il 27 agosto 1995 in concorso con Marco Pannella, Benedetto Della Vedova, Paolo Vigevano e Domenico Pinto, l’on Bernardini, il 20 febbraio del 2003, è stata condannata definitivamente a 4 mesi di reclusione; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata a Piazza Navona (Roma) il 12 ottobre 1997 assieme a Marco Pannella e ad altri militanti radicali, l’on Bernardini, il 20 febbraio del 2003, è stata assolta in appello assieme agli altri “perché i fatti loro ascritti non costituiscono reato”; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata in Piazza della Scala a Milano il 20 ottobre 1997 assieme a Lucio Bertè, Bernardini è stata assolta assieme al suo coimputato “perché il fatto non sussiste”; per le tre disobbedienze civili effettuate tra ottobre e novembre 1997 in Largo San Carlo e in Largo Goldoni a Roma assieme a Marco Pannella e ad altri 20 fra i massimi dirigenti e militanti radicali, Rita Bernardini è stata condannata definitivamente a 2 mesi e 25 giorni di reclusione; per la detenzione e cessione di hashish al Dott. Giancarlo Caselli effettuata il 29 novembre del 2000 a Genova nel corso di una conferenza stampa tenutasi in occasione della Conferenza Nazionale sulla Droga, Rita Bernardini è stata prima assolta il 7 aprile del 2003 e poi condannata in appello a 4 mesi di reclusione; intervenuta prescrizione pronunciata dalla Corte d’Appello di Genova a seguito di rinvio della Cassazione; per la detenzione e cessione di cannabis terapeutica preannunciata ed effettuata da Rita Bernardini e Daniele Capezzone, il 2 maggio del 2002, presso la sede del Partito Radicale a Roma, le forze dell’ordine, per tempo avvertite, non si sono proprio presentate; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata in Piazza Mario Pagano a Potenza il 25 maggio 2002, assieme a Maurizio Bolognetti, l’on Bernardini, è stata assolta, assieme al suo coimputato, l’8 marzo 2006, “perché il fatto non costituisce reato”; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata in Piazza del Campo a Siena l’8 giugno 2002, assieme a Claudia Sterzi e Giulio Braccini, il 18 giugno 2008 l’on Bernardini è stata condannata, assieme ai suoi coimputati, a 4 mesi di reclusione, multa di 1500 euro e pagamento delle spese processuali, ridotti a 2 mesi e 500 euro; la sentenza è stata riformata in appello il 13 maggio 2011 per intervenuta prescrizione dei reati; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata da Bernardini assieme alla Sig.ra Vittoria Bolettieri in Piazza Gavinana a Pistoia il 10 ottobre 2002, vi è stata archiviazione “in quanto la sostanza sequestrata non aveva efficacia stupefacente”; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di cannabis terapeutica effettuata in Piazza Cavour a Rimini il 13 dicembre 2002, assieme a Werther Casali e Lino Vici, l’on Bernardini non ha mai avuto notizie di essere sottoposta ad indagini; per la disobbedienza civile, effettuata nella forma della cessione di 2 grammi di hashish al Questore Vittorio Addato, svoltasi a Cremona l’8 febbraio 2003 in Piazza del Mercato, all’on. Bernardini viene contestata la violazione per uso personale (art. 75 PDR/90); Bernardini scrive al Prefetto dichiarando di aver effettuato una vera e propria cessione e comunicando che in caso di convocazione dal Prefetto si sarebbe rifiutata di intervenire; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata il 22 febbraio 2003 da Bernardini in Piazza Vittorio Veneto a Matera assieme a Maurizio Bolognetti, l’11/01/2005 vi è stata udienza davanti al GUP che ha deciso il “non luogo a procedere perché il fatto non è punibile”, art. 49 e 51 c.p.; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata l’8 marzo 2003 da Rita Bernardini davanti al Carcere dell’Ucciardone a Palermo, assieme a Santo Vetrano e Marisa Vascellaro, il 15/11/2004 il tribunale di Palermo ha emesso sentenza di non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste”; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata il 12 aprile 2003 da Rita Bernardini in via XX settembre a Piacenza, assieme a Cristiano Grandi, in data 25/04/03 vi è stata la notifica di convalida della perquisizione e del sequestro; gli imputati non hanno avuto più alcuna comunicazione da parte dell’Autorità Giudiziaria; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata il 16 maggio 2003 da Rita Bernardini in Piazza della Pera a Pisa, assieme a Vittoria Bolettieri e Marco Cecchi, il 13/01/2005 Il GUP Luca Salutini ha assolto Marco Cecchi, perché “il fatto non costituisce reato” e Vittoria Bolettieri e Rita Bernardini “perché il fatto non sussiste”; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di cannabis terapeutica effettuata il 20 maggio 2003 da Rita Bernardini in Piazza del Popolo a Ravenna, assieme ad Andrea Turchetti, i due protagonisti non hanno avuto alcuna comunicazione da parte dell’Autorità Giudiziaria; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata il 29 dicembre 2003 da Rita Bernardini in Corso Vittorio Emanuele ad Avellino, non c’è mai stata alcuna comunicazione da parte dell’Autorità Giudiziaria; per la detenzione e cessione di hashish effettuata l’11 marzo del 2004 a Padova, lato Piazzetta Pedrocchi, assieme a Nicolino Tosoni, il 03/12/2004 si concludono le indagini preliminari con la contestazione della recidiva semplice per Tosoni e della recidiva specifica reiterata per Bernardini; il 3 ottobre 2006 Bernardini e Tosoni sono condannati dal Tribunale di Padova alla pena di mesi 2 e 20 giorni di reclusione ed euro 600 di multa con pena dichiarata estinta per indulto; i condannati indultati propongono appello la cui data non è stata ancora fissata per probabile intervenuta prescrizione; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata l’11 marzo 2004 da Rita Bernardini in Piazza della Borsa a Trieste, a parte il decreto di convalida del sequestro di 2 grammi della sostanza, nessuna ulteriore comunicazione è intervenuta da parte dell’Autorità giudiziaria; per la detenzione e cessione a titolo gratuito di hashish effettuata il 12 marzo 2004 da Rita Bernardini in Piazza Mazzini a Tolmezzo (UD), a parte il decreto di convalida del sequestro di 5,10 grammi di hashish e di 16 semi di canapa indica, nessuna ulteriore comunicazione è intervenuta da parte dell’Autorità giudiziaria; per la detenzione e cessione di hashish effettuata il 20 marzo 2004 in via Aldo Moro a Frosinone, l’on. Bernardini viene assolta in data 25 maggio 2005 perché “il fatto non sussiste”; mentre era in carica come deputata, l’on. Bernardini, in data 9 novembre 2012, effettuava una cessione di cannabis terapeutica ai malati di sclerosi multipla del Social Cannabis Club LapianTiamo di Lecce; la sostanza proveniva dalla coltivazione che la stessa Bernardini aveva avviato e completato sulla terrazza del proprio appartamento documentando quasi quotidianamente sul suo profilo pubblico di Facebook la crescita delle piante; quel giorno, in Piazza Montecitorio a Roma, le forze dell’ordine venivano sollecitate più volte ad intervenire dalla stessa Bernardini e da Marco Pannella presente in piazza ma, solo dopo molto tempo, i funzionari del Commissariato Trevi-Campo Marzio, sequestravano parte del raccolto quantificato nel verbale in quasi mezzo chilo di marijuana (478,03 grammi); nessuna ulteriore comunicazione è intervenuta successivamente da parte dell’Autorità giudiziaria; il 29 gennaio 2014, a Foggia, Rita Bernardini, cede ai malati dell’associazione ‘La Piantiamo’, 120 grammi di marijuana da lei coltivata sul suo terrazzo; il giorno dopo Bernardini si presenta per autodenunciarsi alla Procura della città pugliese consegnando il video della cessione e le foto della coltivazione che, dalla semina alla fioritura, erano state postate sistematicamente sul suo profilo pubblico di Facebook; il 6 febbraio 2015, a più di un anno di distanza dai fatti previsti come reati dalla normativa vigente, l’on. Bernardini chiede ufficialmente notizie presso la Procura di Foggia ai sensi dell’art. 335 c.c.p. e le viene rilasciato un certificato dal quale risulta che nei suoi confronti “non esistono iscrizioni suscettibili di comunicazioni”; il 25 luglio 2014, presso la terrazza della sua abitazione, Bernardini “semina” germogli di cannabis terapeutica assieme a Marco Pannella e a Laura Arconti; il raccolto viene consegnato a Chianciano il 1° novembre 2014 in pieno congresso di Radicali Italiani alla presenza del leader del CSC LapianTiamo, Andrea Trisciuoglio, delle forze dell’ordine preventivamente avvisate, dei “complici” di Bernardini, Arconti e Pannella, e dei dirigenti e militanti del Movimento radicale.
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Ti chiediamo di esserci. 8 Aprile, giornata internazionale del popolo Rom
L’8 aprile prossimo si “celebra” in tutto il mondo la Giornata internazionale delle popolazioni Rom, istituita dall’ONU nel 1979.
Quando si parla di Shoah difficilmente si ricorda che anche i Rom e i Sinti furono sterminati sotto il nazismo e che quel genocidio riguardò ben 500mila persone. I Rom lo chiamo Porrajmos, il «divoramento». Quella persecuzione razziale, purtroppo, non è finita con la fine della seconda guerra mondiale e, proprio nel nostro tempo, torna ad assumere aspetti che ci fanno inorridire ma dei quali sembra esserci ben poca consapevolezza istituzionale.
Noi radicali abbiamo avuto nelle nostre fila personalità di prestigio come quella di Paolo Pietrosanti che nel 1993 venne nominato rappresentante all'ONU della Unione Internazionale dei Rom e, a partire dal 2000 egli ne è stato Commissario agli Affari Esteri. In parlamento abbiamo depositato e sempre cercato di promuovere il riconoscimento della minoranza rom. Anche nella scorsa legislatura lo facemmo con una proposta di legge di modifica della legge del 1999 (n. 482) la quale, nel riconoscere le minoranze albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo, stralciò il riferimento alle minoranze sinte e rom nonostante più di una proposta di legge abbinata ne tenesse giustamente conto.
Oggi vogliamo sostenere - lo vogliamo fare proprio a partire dall’8 aprile in occasione della Giornata internazionale - la proposta di legge di iniziativa popolare “norme per la tutela e le pari opportunità della minoranza storico-linguistica dei rom e dei sinti” presentata da 14 cittadini italiani in rappresentanza di 47 associazioni rom e sinte il 15 maggio 2014 presso la Corte di Cassazione.
Per questo ti chiediamo di celebrare la giornata dell’8 aprile con un’iniziativa concreta: quella di organizzare nel tuo comune un tavolo-manifestazione di raccolta firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare mettendoti da subito in contatto con il Comitato Promotore per ottenere il materiale necessario (a partire dai moduli che vanno preventivamente vidimati) o supportare un tavolo/manifestazione già previsto.
Rispondi a info@radicali.it per farci conoscere il tuo impegno per l’8 aprile, in modo che ci possiamo facilmente coordinare anche con Radio Radicale per pubblicizzare i tavoli nelle diverse città.
Rita Bernardini Marco Pannella
ALLEGATIAppello (per la raccolta di adesioni di personalità)ManifestoInformazioni ai comitati promotoriTempi per la raccolta delle firmeModello per occupazione suolo pubblicoModello per i consiglieri comunali che si rendono disponibili ad autenticareNote sull’organizzazione di un tavolo
Questo il riferimento organizzativo del Comitato Promotore, per le città ove non è ancora stato formato: potete chiamare direttamente per chiedere i moduli: semiriconoscimirispetti@gmail.com, Paolo Cagna Ninchi 339 1170311
Al momento i Comitati Promotori sono in queste città:
Piemonte - Valle d’Aosta
Torino: Vojslav Stojanovic - romitju@libero.it - 3283222168
Alessandria: Cristina Franchini - tsipras65@libero.it - 3473158710
Lombardia
Milano: Paolo Cagna Ninchi - semiriconoscimirispetti@gmail.com - 3391170311
Pavia, Como: Giorgio Bezzecchi - romando@libero.it - 3384380338
Mantova: Carlo Berini - carlo.berini@sucardrom.eu - 3456123932
Liguria
Marco Ravera - marcoravera@netscape.net - 3284629421
Trentino Alto Adige
Radames Gabrielli - radames.gabrielli@gmail.com - 3935238742
Veneto
Davide Casadio - casadio1970@libero.it - 3342511887
Emilia-Romagna
Roberto Torre - spagni114@libero.it
Donatella Ascari - trevimonti@tin.it - 3349606525
Toscana
Ernesto Grandini - grandiniernesto@libero.it - 3381360111
Lazio
Roma: Marco Brazzoduro - marco.brazzoduro@uniroma1.it - 3922119745
Abruzzo
Gennaro Spinelli - gennarospinelli@hotmail.it
MoliseConcetta Sarachella: gesusjhs@hotmail.it - 3291111612
Campania
Alex Valentino: paradisiello@gmail.com - 3474669733
Sicilia
Ragusa: Angelo Di Natale - angelodinatale2@gmail.com
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Fecondazione, Ass. Coscioni: inviata diffida al Ministero Salute per mancato aggiornamento linee guida
Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni L’Associazione Luca Coscioni, tramite il suo rappresentante legale e Segretario avv. Filomena Gallo, ha diffidato il Ministero della Salute, nella persona del Ministro pro tempore, per non aver aggiornato le Linee Guida della legge 40 del 2004, come previsto dall’art. 7 della legge stessa che prevede: “Le linee guida sono aggiornate periodicamente, almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica, con le medesime procedure di cui al comma 1”. Con Decreto Ministeriale del 21.07.2004, il Governo emanava Linee Guida in materia di fecondazione assistita che, tuttavia, venivano dichiarate illegittime per eccesso di potere dal TAR Lazio. Successivamente, anche in considerazione delle decisioni giudiziarie nel frattempo intervenute, il Ministero della Salute adottava nuove linee guida con D.M. del 2 maggio 2008. Nel frattempo la Corte Costituzionale dichiarava l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, commi 2 e 3 della L. 40/04 cancellando il limite dei tre embrioni producibili e l'obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti. Con sentenza N. 162 del 9 aprile 2014, la Corte Costituzionale dichiarava l’illegittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa. Dichiara Filomena Gallo: “nonostante sia decorso da tempo il triennio previsto dall’art. 7 della L. 40/04 per l’aggiornamento delle linee guida, non risulta ad oggi adottato alcun provvedimento in tal senso da Codesto Ministero; tale comportamento inerte, oltre a porsi in contrasto con la L. 40/04, espone a rischio di gravi violazioni i diritti e le libertà fondamentali delle persone coinvolte nell’applicazione delle tecniche di fecondazione assistita che risultano attualmente inadeguate rispetto all’evoluzione scientifica e tecnologica in materia”.
Conclude l’avvocato Angelo Calandrini, membro di giunta dell'Ass. Coscioni, che ha collaborato alla stesura del procedimento della diffida: “se entro 90 giorni dalla notifica della diffida il Ministero non agirà a norma di legge e quindi non emanerà nuove linee guida si procederà alla tutela dei diritti e degli interessi dei propri associati dinanzi alle competenti autorità giudiziarie”.
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Telekom Serbia. Manfredi: Dichiarazioni di Matacena ricordano sinistramente quelle di Igor Marini, il pifferaio magico che portò la commissione parlamentare ad affogarsi in mare
Dichiarazione di Giulio Manfredi, segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta, autore del libro “Telekom Serbia – Presidente Ciampi, nulla da dichiarare?” (edizioni Stampa Alternativa, 2003):
"Le esternazioni di Amedeo Matacena sui tre esponenti di centro-sinistra che avrebbero percepito tangenti sull'affaire Telekom Serbia ricordano sinistramente le dichiarazioni di Igor Marini che nel 2003 accusò “Cicogna” (Piero Fassino), “Ranocchio” (Lamberto Dini) e “Mortadella” (Romano Prodi) di avere intascato tali tangenti. Marini fu il pifferaio magico che sedusse la maggioranza di centro-destra della commissione parlamentare d'inchiesta su Telekom Serbia e che la portò praticamente a buttare a mare tutto il lavoro fatto fino ad allora, sviando completamente la commissione dall’accertamento delle responsabilità politiche (aver finanziato il regime di Milosevic con i soldi dei cittadini italiani) e non penali dei suddetti esponenti del centro-sinistra. La fine dell’organismo parlamentare fu vergognosa: il 25 maggio 2005, nella seduta congiunta delle commissioni Esteri e Trasporti della Camera, passò un emendamento dell’opposizione con cui venne bocciata la ricostituzione della commissione Telekom Serbia, grazie al fatto che molti parlamentari del centro-destra erano in volo per Istanbul per assistere alla finale di Coppa dei Campioni, Milan-Liverpool!".
"Visto che in questi giorni è su tutti i giornali la vendita di Pirelli ai cinesi da parte di Marco Tronchetti Provera, ricordo che nel dicembre 2002, lo stesso Marco Tronchetti Provera, allora proprietario di Telecom Italia, rivendette la quota del 29% di Telekom Serbia al governo democratico di Belgrado per soli 195 milioni di euro. Per ogni 100 euro investiti nell’avventura serba nel 1997, cinque anni dopo ne tornarono in Italia 43: non c’è che dire, un gran bell’affare".
Telekom Serbia, per non dimenticare
Caso Marrone. Rinviato appello al 10 maggio 2016. Manfredi: Risultato di una giunta elezioni degna di Ponzio Pilato
Alla notizia che il processo di appello inerente la decadenza del consigliere regionale Maurizio Marrone è stato rinviato al 10 maggio 2016, il segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta, Giulio Manfredi, ha dichiarato:
"Non era mai successo nella storia del Consiglio regionale che il plenum non fosse regolarmente costituito a quasi un anno dalle elezioni e con la quasi certezza di non esserlo ancora per un altro anno. Tutte le precedenti “azioni popolari” avevano avuto una “corsia preferenziale”, poiché si trattava di garantire il diritto elettorale, il primo dei diritti costituzionali; un esempio per tutti: l' azione popolare promossa dai radicali nell'autunno 2004 per la decadenza di Rolando Picchioni aveva visto la sentenza di primo grado nel gennaio 2005 e l'appello nell'aprile 2005".
"Tutta la responsabilità di questa situazione ricade sulla Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale, che ha deciso di non decidere sul “caso Marrone” e di attendere l'esito della causa (azione popolare) in tribunale, nonostante l'art. 18, comma 3, del Regolamento del Consiglio fissi termini precisi, ampiamente scaduti, per la convalida degli eletti, senza prevedere alcuna eccezione e alcuna dilazione.
La Giunta del Regolamento ha avallato all'unanimità (da Marrone al M5S) la decisione della Giunta delle Elezioni. La diffida radicale ad adempiere non ha avuto neppure diritto a una risposta formale da parte del presidente della Giunta delle Elezioni, Paolo Mighetti (M5S). In questi mesi né la Giunta del Regolamento né la Giunta delle Elezioni si sono riunite per porre almeno il problema politico e giuridico della modifica dell'articolo 18".
"Come radicali avevamo salutato positivamente l'elezione di un esponente del M5S alla presidenza della Giunta delle Elezioni. Ci dobbiamo ricredere: le dinamiche perverse di Palazzo Lascaris hanno la capacità di annichilire qualsiasi elemento di novità e di alterità".
APPROFONDISCILeggi qui l'ordinanza di decadenza »
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Carceri. Buzzegoli e Lensi: Bene ordinanza di scarcerazione anticipata e risarcimento, ma servono amnistia e indulto
Dopo la notizia della scarcerazione anticipata e il risarcimento concessi ad un detenuto del carcere fiorentino di Sollicciano, sono intervenuti Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, rispettivamente segretario e presidente dell'Associazione radicale fiorentina "Andrea Tamburi": "L'ordinanza della dottoressa Susanna Raimondo che riconosce Sollicciano come un luogo dove un detenuto ha subito detenzione "inumana e degradante" rappresenta un barlume di lucidità nella giustizia italiana: speriamo che a questa sentenza ne seguano altre e che si riesca a compensare la totale inerzia delle Istituzioni, nazionali e locali".
I due esponenti radicali, però, non sono convinti che le soluzioni messe in campo dal governo Renzi sui risarcimenti ai detenuti possano risolvere il problema delle carceri italiane: "La decisione del Tribunale di Firenze fa riferimento alla sentenza pilota "Torregiani" che ha imposto all'Italia di porre fine alla violazione dei diritti umani: anche il Presidente emerito Napolitano inviò un messaggio alle Camere per chiedere l'amnistia e l'indulto, unici provvedimenti in grado di ripristinare nel Paese lo Stato di Diritto e la Democrazia". Intanto i radicali fiorentini annunciano nuove mobilitazioni sul tema e ricordano quelle in corso: "La segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, è in sciopero della fame proprio per ricordare il messaggio alle Camere del Presidente Napolitano: anche a Firenze, a ridosso della scadenza di giugno (mese in cui la Corte Edu si riunirà per valutare l'operato dell'Italia, ndr), verranno organizzate manifestazioni per continuare a denunciare la drammatica situazione delle carceri italiane".
Per maggiori informazioni contattrre Maurizio Buzzegoli al 3382318159.
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Giustizia:Pannella a Mattarella, non vogliamo continuare ad essere complici di chi ignora i messaggi della Presidenza della Repubblica
“Con rispetto dico al Presidente della Repubblica e a tutte le istituzioni italiane che non vogliamo continuare ad essere complici della imprudenza del continuare ad aspettare che sulla giustizia, carceri, tortura e disperazione sociale si continui ad ignorare il messaggio della Presidenza della Repubblica, ,i messaggi di decenni che ci sono venuti dai pontefici e per prudenza occorre dire che l'Italia deve uscire hic et nunc dalla condizione criminale erede della criminalità di 50 anni fa fascista, nazista e magari adesso califfato”. Lo ha detto a Radio Radicale Marco Pannella, annunciando la sua presenza questa sera a Radio Carcere (trasmissione in onda alle 21 su Radio Radicale) nel corso della quale annuncerà iniziative nonviolente gravissime.
"Contrariamente a quello che speravamo - ha detto Pannella - questo anno è stato proclamato da Papa Francesco come quello della misericordia, mentre noi proponevamo che fosse quello dell'essere speranza, spes contra spem. A questo punto chi ha bisogno di misericordia è innanzitutto Cesare, lo stato italiano, che come aveva previsto Giorgio Napolitano il suo messaggio, senza provvedimenti come amnistia e l'indulto ed altro, sarebbe proseguita la condizione tecnicamente criminale, direi assassina e torturatrice, di Cesare, dello stato. E a questo punto quindi dico, Papa Francesco d'accordo, misericordia per quell'assassino, torturatore incallito che è Cesare, lo stato italiano, e mi a pare che misericordia. Rispetto ad un Cesare di questo genere sarebbe il caso di pensarci e non solo che la misericordia è quella che si dà ai poveri oppressi e ai poveri che non fanno nulla di male se non soffrire e non essere capaci di uscire fuori dal dolore”. “Per questo stasera a Radio Carcere, alle 21 - ha annunciato Pannella - intendo chiarire che la misericordia rispetto al nostro Paese è anche la misericordia come aveva previsto con il suo messaggio alle Camere Giorgio Napolitano in quanto Cesare, nell'esercizio delle sue funzioni aveva ribadito quanto il suo illustre predecessore (di Papa Francesco, cioè Giovanni Paolo) aveva fatto recandosi in Parlamento italiano ad alta voce pubblica, chiedere immediatamente amnistia e indulto e non semplicemente compassione”. “Allora questa sera a Radio Carcere spiegherò perché occorre innanzitutto compiere un atto di misericordia rispetto al mondo, a noi stessi e allo stato italiano ed è quello di costringerlo, come moralmente e giuridicamente di già dovrebbe fare, come dimostrava Giorgio Napolitano con il suo splendido messaggio,a prendere atto che non vi sono alternative agli strumenti dell'amnistia e dell'indulto per uscire fuori dalla dimensione assassina e torturatrice nella quale Cesare in Italia continua ad insistere. E quindi per questo annuncerò in modo preciso perché, anche in omaggio alla virtù della prudenza, prenderemo iniziative nonviolente radicalissime per aiutare Cesare ad uscire dalla sua condizione orrida, assassina, perché questo la prudenza ci chiede, di consentire a questo Cesare, a questo Stato, di uscire fuori dalla condizione assassina, violenza negatrice della legge nella quale persiste, perché non si ascolta il messaggio dei predecessori di Papa Franceso, non si ascolta il messaggio de Presidente emerito, della Presidenza della Repubblica italiana, e addirittura adesso si proclama un anno della misericordia. “La misericordia va oggi in effetti per prudenza esercitata nei confronti di Cesare, dello stato italiano per indurlo ad uscire fuori dalla sua condizione assassina, dalla sua funzione torturatrice, dalla violazione della sua propria legalità”. “Con rispetto - ha concluso Pannella - dico al Presidente della Repubblica e a tutte le istituzioni italiane che non vogliamo continuare ad essere complici della imprudenza del continuare ad aspettare che sulla giustizia, carceri, tortura e disperazione sociale si continui ad ignorare il messaggio della Presidenza della Repubblica, , i messaggi di decenni che ci sono venuti dai pontefici e per prudenza occorre dire che l'Italia deve uscire hic et nunc dalla condizione criminale erede della criminalità di 50 anni fa fascista, nazista e magari adesso califfato”.© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Caso Marrone, 24 marzo in appello. Manfredi: a dieci mesi da elezioni Consiglio regionale non è ancora regolarmente costituito. Mai accaduto. Per giunte elezioni e regolamento mancato rispetto regole non è un problema
Il 24 marzo si terrà presso il Tribunale di Torino l’udienza di appello della causa civile (cosiddetta “azione popolare”) promossa dal cittadino Massimo Pastrone contro il consigliere regionale Maurizio Marrone per far sancire la sua decadenza da consigliere regionale, per non essersi dimesso nei termini previsti dalla legge dal consiglio di amministrazione dell’Ires. Il 22 settembre 2014 il Tribunale di Torino si era espresso per la decadenza di Marrone (vedi primo link in calce).
L’art. 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale prescrive, al comma .3, che “la convalida [delle elezioni, da parte del Consiglio regionale] deve comunque avvenire entro 120 giorni” e che “a tal fine, la Giunta per le Elezioni […] deve presentare le proprie conclusioni al Consiglio entro 90 giorni [dalle elezioni]“. Il termine di 90 giorni dal giorno delle elezioni (25.05.2014) è spirato in data 23.08.2014; il termine di 120 giorni dalla data delle elezioni è spirato in data 22 settembre 2014. Il Regolamento interno del Consiglio non permette di sospendere ‘sine die’ l’attività della Giunta delle Elezioni rispetto alla procedura di convalida dell’elezione dei Consiglieri, pur in attesa di un provvedimento di natura giudiziale.
Invece, la Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale (presieduta da Paolo Mighetti, M5S), nell'ultima seduta, tenutasi il 29 settembre 2014, ha deciso di sospendere il giudizio su Marrone, in attesa della sentenza di appello. Da allora non si è più riunita, nonostante l’Associazione radicale Adelaide Aglietta avesse inviato al suo presidente, formale atto di diffida (vedi secondo link in calce) ad adempiere quanto previsto dall’art. 18 del Regolamento consiliare.
Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“Mi auguro che domani la Corte d’Appello confermi la sentenza di primo grado e sia così messo la parola fine ad una vicenda che rappresenta l’ennesima violazione della legge scritta. La stessa ordinanza del Tribunale di Torino che ha accertato l’ineleggibilità del consigliere Marrone ribadisce che “l’azione popolare (del cittadino elettore, ndr) diretta alla dichiarazione di ineleggibilità (o di decadenza) dell’eletto si colloca su un piano di assoluta autonomia rispetto alla delibera consiliare di convalida (la sottolineatura è nel testo, ndr)“. Varie sentenze della Corte Costituzionale hanno ben evidenziato la profonda differenza fra i due diversi procedimenti, quello interno al Consiglio Regionale di convalida degli eletti e quello dell’ “azione popolare” del cittadino elettore presso la magistratura ordinaria. Un procedimento non può sostituire l’altro, pena una pericolosa confusione di attribuzioni e di prerogative.
Eppure, la Giunta del Regolamento del Consiglio Regionale, il 4/12/2014, ha sancito all’unanimità (tutti d’accordo, da Marrone al M5S) la regolarità della procedura di sospensione attuata dalla Giunta delle Elezioni. Da allora, né la Giunta delle Elezioni né la Giunta del Regolamento si sono più riunite; ma il problema di modificare l'art. 18, se non si vuole rispettarlo tout court, continua ad esistere”.
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Opg, Toscana. Volterra si candida a ospitare internati psichiatrici di altre regioni. Proposta inaccettabile, la legge 81 va rispettata
Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, rispettivamente componenti del Comitato Nazionale e della Direzione Nazionale di Radicali Italiani:
"La proposta del sindaco di Volterra, Marco Buselli, a Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana, è senza dubbio sintomatica della scarsa comprensione delle potenzialità contenute dalla legge 81/2014 sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Buselli, infatti, candida la città etrusca a ospitare nell’ex padiglione Morel in Borgo San Lazzero, gli internati psichiatrici anche da quelle Regioni che entro il 31 marzo non avranno pronte le strutture alternative per il superamento degli Opg. Regioni che sono, ai sensi della legge 81, a rischio di commissariamento ad acta".
"Se da un lato non possiamo altro che constatare la buona fede del sindaco di Volterra, città che, a differenza di tante altre, non ha posto ostacoli alla creazione sul suo territorio di una Rems provvisoria (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), dall’altra la sua richiesta si scontra con uno dei principi base del superamento degli Opg, quello cioè della regionalizzazione".
"Comprendiamo lo spirito solidaristico che spinge il sindaco Buselli, ma bisogna capire che la distribuzione degli internati negli attuali sei Opg sulla base dell’appartenenza regionale, è da considerarsi come una vera e propria procedura terapeutica riabilitativa. Consentirà, infatti, una migliore comprensione del disagio psichiatrico del paziente attraverso la sua ricollocazione nel territorio di appartenenza, vicino alla famiglia e agli affetti. La salute mentale è laddove un soggetto può esistere anche attraverso il linguaggio e le relazioni sociali e familiari, laddove può comunicare".
"Se questo principio venisse meno, assisteremo solo alla regionalizzazione degli Opg e non al loro superamento".
Per informazioni contattare Maurizio Buzzegoli al 3382318159.