Radicali Italiani
Calabria, Garante detenuti. Candido e Ruffa: Bene Nicola Irto (Pd) che ieri ha presentato la proposta di legge per istituirlo
Dichiarazione di Giuseppe Candido e Rocco Ruffa in merito alla proposta istitutiva del garante dei detenuti per la Calabria:
"Sono mesi che digiuniamo di venerdì anche per questo, per sostenere l'azione nonviolente di Rita Bernardini, di Marco Pannella e dei Radicali del Partito Radicale Nonviolento transpartito transnazionale per chiedere che il messaggio di Napolitano dll'8 ottobre 2013, unico messaggio ufficiale del Presidente nei suoi nove anni di mandato, su Carceri e Giustizia, venga quantomeno discusso, alle motivazioni - personalmente - avevamo aggiunto con un appello al Governatore della Calabria Olivero, quello di istituire il garante regionale dei detenuti. Siamo quindi molto contenti della conferenza stampa di ieri con cui è stata annunciata l'avvenuta presentazione della proposta di legge da parte del consigliere regionale Nicola Irto. E siamo contenti che ciò sia avvenuto subito dopo l'incontro tra il Ministro della Giustizia Orlando con Marco Pennella, Rita Bernardini e altri esponenti del partito radicale. Abbiamo salutato l'avvenimento - anche noi - sospendendo i digiuni per una settimana. Ringraziamo il Garantista per l'aiuto dato con il suo giornale ai nostri appelli. E, assieme al consigliere regionale Nicola Irto, ringraziamo pure, per tutto l'impegno messo su questa battaglia, fin dal sit-in di questa estate l'8 agosto, davanti al carcere di Palmi, dall'osservatorio Carceri dell'Unione Camere Penali e dal suo rappresentante locale, Gianpaolo Catanzariti, proprio su questa battaglia di civiltà.
Come Radicali la sosterremo e continueremo la nostra azione nonviolenta di digiuni a staffetta e di dialogo con le istituzioni regionali - Presidenza e Consiglio - affinché la proposta venga messa subito in calendario e discussa al più presto in modo che, in poco tempo, si possa avere questa figura istituzionale di garanzia della vita del diritto che è diritto alla vita.
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Congresso associazione Aglietta. Manfredi: presento dimissioni irrevocabili. Presenza radicale a Torino e nel resto d’Italia è ridotta a pura testimonianza
Domenica 24 maggio dalle ore 14 si terrà il ventesimo Congresso (straordinario) dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta a Torino, in via Botero 11/f
Dichiarazione di Giulio Manfredi, segretario dell'Associazione Adelaide Aglietta:
Il mandato di segretario scadrà in Congresso ma dichiaro fin d’ora la mia indisponibilità a ricoprire nuovamente la carica né altre cariche nell’Associazione Aglietta. I sei mesi di tempo che ci eravamo dati allo scorso Congresso di novembre per verificare se esistessero le condizioni per proseguire le attività hanno confermato, a parer mio, che tali condizioni non esistono.
Alla persistente mancanza di energie nuove (non esistono a Torino giovani militanti radicali) si accompagna la chiusura degli spazi politici.. Visto il quadro politico attuale, l’unico nostro interlocutore possibile è il Partito Democratico. Ebbene, è stato il gruppo consiliare al Comune di Torino del PD ad affossare in modo tanto compatto quanto stupido i referendum comunali proposti da Silvio Viale e, tramite petizione, dai cittadini torinesi. E’ stato il segretario regionale e capogruppo PD Davide Gariglio a promettere pubblicamente, esattamente un anno fa, al termine della campagna elettorale per le regionali, che avrebbe presentato subito, appena eletto, la proposta di legge sulla trasparenza, a cui avevamo lavorato anche noi radicali, soprattutto il compianto avv. Antonio Polito; a un anno di distanza, Gariglio non ha rispettato il suo impegno.
A un anno di distanza dalle elezioni regionali, il Consiglio regionale del Piemonte non è regolarmente costituito perché la Giunta delle Elezioni ha abdicato alle sue funzioni, rifiutando di affrontare l’incompatibilità di Maurizio Marrone e perché la Corte d’Appello di Torino ha rimandato l’udienza inerente il ricorso contro Marrone (condannato in primo grado) presentato da cittadini (azione popolare), al 20 maggio 2016, quando saranno passati ben due anni dalle elezioni regionali, la metà della legislatura.
Dulcis in fundo, la vicenda delle firme false inerenti la lista provinciale del PD e il listino di Chiamparino dimostra come il PD non abbia compreso nulla sulla questione della legalità della raccolta firme, sulla lotta portata avanti per quattro anni da Mercedes Bresso nonostante il PD, lotta grazie alla quale il PD è tornato al potere.
La situazione dei radicali a Torino è la stessa dei radicali in tutta Italia. A Roma anche Marco Pannella è ridotto a pura testimonianza, riverito da tutti, Papa compreso, ma assolutamente ininfluente sulla politica italiana.
È possibile per un’Associazione che porta il nome di Adelaide Aglietta fare finta di nulla e continuare come se niente fosse? Ci si può accontentare di piccoli successi, come avere sbloccato il sito web dedicato al grattacielo della Regione (che comunque continua a non riportare alcuna informazione né sulle inchieste in corso né sulla querelle che vede contrapposta la Regione all’architetto Fuksas)? E’ vero o no che il problema della trasparenza del Palazzo (e non solo del grattacielo) è un problema solamente per i quattro gatti di radicali ma non è percepito come problema dagli altri quattro milioni di abitanti del Piemonte?
La mia risposta è racchiusa nelle mie dimissioni. E’ certo possibile che sia io a non saper vedere, capire e agire nella nuova situazione politica, dopo trentatre anni di militanza radicale. Se così fosse, a maggior ragione, la mia uscita di scena sarà quanto mai opportuna.
La lettera di convocazione del Ventesimo Congresso dell’Associazione radicale A. Aglietta
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Abruzzo, Garante detenuti. Messaggio di Ariberto Grifoni al decimo giorno di sciopero della fame ai presidenti del Consiglio e della giunta regionale
Teramo, 15 maggio 2015
Ill.mi Presidenti del Consiglio, Giuseppe Di Pancrazio e della Giunta, Luciano D’Alfonso - Regione Abruzzo
Oggetto: Insediamento ed elezione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Egregi Presidenti,
come forse avrete saputo, sono in sciopero della fame dalla mezzanotte di venerdì 8 aprile per evidenziare l’indifferibile necessità che il nostro Paese, a maggior ragione per la crisi economica che l’attanaglia, adotti provvedimenti di riforma della giustizia indicati come obbligatori dal Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano già l’8 ottobre di due anni or sono, col suo solenne messaggio al Parlamento.
La sensibilità sull’argomento, Vostra e del Consiglio regionale dell’Abruzzo, dopo un digiuno di 41 giorni a cui diedi corpo nel corso della scorsa estate, si manifestò con l’approvazione il 16 settembre della risoluzione urgente su satyāgraha, riforma della giustizia, amnistia, indulto e situazioni delle carceri abruzzesi.
A questa importante presa di posizione politica della massima istituzione rappresentativa dei nostri territori ha fatto seguito esattamente un mese dopo, la definizione del Protocollo d’intesa sottoscritto dal Ministro della Giustizia, dal Presidente della Regione Abruzzo, dal Presidente dell’Anci Abruzzo e dal presidente del Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila.
Nonostante tutto ciò, le persone detenute, insieme alle centinaia di migliaia di cittadini alle prese con processi penali o civili, le cui pratiche ingolfano nel numero di 10 milioni complessivamente le scrivanie dei magistrati, non riescono ad ottenere che la giustizia sia amministrata in modo civile, neanche nel forte e gentile Abruzzo.
Senza soffermarsi qui sui casi che riempiono le prime pagine in questi giorni - valga per tutti il processo di Bussi - dobbiamo ammettere che l’indecente situazione non può essere tollerata: va data qualche concreta risposta, almeno per le situazioni più acute rappresentate, da ultimo, dal disperato tentativo di suicidio nel carcere di Lanciano avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi.
Il Consiglio regionale ha la possibilità d’istituire l’Ufficio del Garante, data la previsione di legge regionale risalente al 2011 che, purtroppo finora, è rimasta lettera morta.
Siamo a conoscenza delle esortazioni che sono state puntualmente rivolte dal Tribunale di Sorveglianza affinché d’urgenza sia insediato il Garante, senza confonderlo con la figura del difensore civico, perché c’è già tanto da fare nel martoriato mondo delle carceri in Abruzzo.
Presento a Voi, illustri Presidenti, nelle rispettive funzioni sia di direzione dell’indirizzo politico dell’attività dell’Istituzione regionale che di competenza tecnica per l’attuazione della richiamata norma contenuta nell’art. 6 della l.r. 35/11, quest’istanza accompagnata dal mio smunto corpo, affinché procediate con coraggio alla pubblicazione del bando relativo al Garante, ricordando quanto Marco Pannella disse nell’Aula dell’Emiciclo in occasione dell’attribuzione della medaglia Aprutium il 9 dicembre scorso: il bando non andrà deserto perché per il gravoso compito di Garante dei detenuti c’è già un candidato competente, efficace e di prestigio che è Rita Bernardini, riconosciuta nel mondo delle carceri e che, aggiungo, ha il merito di aver presentato nei giorni scorsi un importante documento-memoria al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sulla sentenza Torreggiani.
Sono, ovviamente, disponibile a qualsiasi interlocuzione nelle prossime ore, anche per il tramite di Ricardo Chiavaroli (cell. 349 7586XXX), il quale ha già avuto modo di scambiare informazioni a riguardo col funzionario regionale, Gino Milano.
Procedete, illustri Presidenti, avanti sulla strada maestra tracciata e istruita: non Vi mancherà il nostro appoggio.
Cordialità,
Ariberto Grifoni
Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
Allegati
- Legge regionale istitutiva del Garante dei detenuti;
- Messaggio solenne al Parlamento del Presidente Napolitano;
- Risoluzione del Consiglio regionale abruzzese;
- Protocollo d’Intesa ministero Giustizia-Regione-Anci-Tribunale Sorveglianza;
- Memoria al Consiglio d’Europa.
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Notav. Querela di Erri De Luca a Viale. Boni e Manfredi: Libertà di opinione vale solo se sei un “grande scrittore impegnato”? Nel 2013 Viale disse "no" a querela Ltf contro De Luca
Igor Boni e Giulio Manfredi, presidente e segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta:
Ci pare che Erri De Luca sia caduto in due palesi contraddizioni, querelando Silvio Viale.
La prima contraddizione è quella di invocare a gran voce la libertà di opinione per sé (per cui De Luca può utilizzare il termine “sabotaggio” in tutta libertà e irresponsabilità almeno penale) e di negarla a Viale e con lui a tutti gli altri. Perché è fuori discussione che, quando Viale in un tweet accusa Erri De Luca di sabotaggio non intenda accusarlo di aver compiuto uno specifico atto di sabotaggio bensì di aver contribuito a legittimare la pratica del sabotaggio contro la TAV. Quella di Viale è un’opinione, discutibile e opinabile come tutte le opinioni, ma un intellettuale che si professa libertario come De Luca dovrebbe battersi affinché Viale possa poter esprimere quell’opinione, anziché querelarlo.
La seconda contraddizione è data dall’utilizzo da parte di Erri De Luca, cultore della lingua italiana, dell’artificio retorico (con rima annessa) de “Un tale Silvio Viale”, da sempre utilizzato dai potenti, o presunti tali, per ridicolizzare e sminuire il proprio avversario o interlocutore. Ci sorprende che un intellettuale come Erri De Luca, che dichiara di porsi al livello del popolo, al servizio del popolo, per condurre una lotta di popolo in Val di Susa, utilizzi simili bassi artifici retorici.
Diceva Pasolini che “Meglio una contraddizione cosciente che una contraddizione innocente”. Ci auguriamo, perciò, che Erri De Luca sia cosciente delle sue due contraddizioni. Non ci facciamo nessuna illusione sul fatto che lo ammetterà pubblicamente: è ormai troppo compreso nel suo ruolo di “Grande Scrittore Impegnato” per permettersi pubbliche ammende.
Un lancio di agenzia del 5 settembre 2013, relativo a un comunicato stampa di Silvio Viale in cui, tra l’altro, l'esponente radicale esprimeva la sua contrarietà a “possibile querela di Ltf nei confronti dello scrittore” Erri De Luca (poi effettivamente presentata):
Tav: Viale (Radicali), De Luca approfondisca il tema
(AGI) - Torino, 5 set. - Il presidente di Radicali Italiani Silvio Viale interviene nelle polemiche successive alle dichiarazioni di Erri De Luca sulla Tav e, pur dicendosi non d'accordo su una possibile querela di Ltf nei confronti dello scrittore, lo invita a "approfondire il tema". "Capisco Erri De Luca. - afferma Viale - anch'io sono stato affascinato dai volontari dell'Ira e dai combattenti baschi, ma bisogna ammettere che Bussoleno non e' Belfast. Capisco le posizioni critiche verso la Tav, ma le posizioni sull'uso della forza di Erri De Luca mi sembrano piu' il richiamo solidaristico verso vecchi compagni oggi attivi nei comitati, piuttosto che un dato di conoscenza della realta'".
Approfondisci sulla pagina del gruppo Yahoo dei radicali piemontesi
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Ricerca, Istituto Luca Coscioni: conferenza stampa di presentazione Primo Premio Luca Coscioni 2015 con Maria Antonietta Farina Coscioni, Enrica Amaturo, Roberto Caminiti e Marco Cerrone
line-height:150%;Verdana","sans-serif"">Per informazioni scrivere alla segreteria organizzativa del Premio: info@istitutolucacoscioni.it o telefonare al 3394477700
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Fecondazione, Fecondazione Gallo: il Ministro faccia chiarezza sul Centro Nazionale Trapianti
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il Partito radicale
line-height:150%;Verdana","sans-serif"">Abbiamo deciso insieme all'on. Locatelli e agli altri parlamentari iscritti all'Associazione Luca Coscioni - Ileana Argentin, Giuseppe Civati. Gennaro Migliore, Marisa Nicchi, Gea Schirò, Andrea Vecchio - , oltre che con altri deputati del PSI, di presentare una interrogazione per chiedere al Ministro della Salute spiegazioni in merito agli sproporzionati fondi statali, concessi al Centro Nazionale Trapianti in materia di procreazione medicalmente assistita oltre ad atto di eccesso di potere non legittimato da nessuna legge che ha portato il CNT a chiedere dati sensibili su donatori e nati alle regioni e ai centri di PMA. line-height:150%;Verdana","sans-serif"">Come mai il registro dei donatori per l'eterologa è stato istituito presso lo stesso Centro Nazionale Trapianti con aumento di spesa per lo Stato mentre il registro nazionale PMA avrebbe competenza su questa funzione e non vi sarebbe aumento di spesa per raccogliere i dati dei donatori? Mentre in tutta Europa e in Italia in virtù della legge 40/04 e del DLGS 191/07 è previsto che i dati per le donazioni omologhe o eterologhe siano conservati presso le strutture di Fecondazione medicalmente assistita per circa 30 anni e che siano comunicati per garantire la tracciabilità i solo codici identificativi nelle forme previste al Centro Nazionale Trapianti presso l’ISS, perché il CNT ha invece inviato richiesta ai centri di fecondazione medicalmente assistita in cui via FAX si chiede tra gli altri dati il codice fiscale dei donatori di gameti, in piena violazione della privacy e di quanto disposto dalle norme vigenti, compresa quella che lo istituisce(190 /2014), in cui più volte viene fatto richiamo al mantenimento e alla salvaguardia dell’ anonimato del donatore? line-height:150%;Verdana","sans-serif"">Addirittura, tra le informazioni che il CNT chiede, senza fondamento normativo o giuridico o scientifico insieme a codice fiscale dei donatori, esce fuori una domanda sulla circonferenza del cranio dei nati da PMA eterologa, perché? Eppure il Garante Privacy nel 2005 è stato ben chiaro in materia di dati sensibili relativi a i cicli di fecondazione assistita! line-height:150%;Verdana","sans-serif"">Chi difendeva i divieti della legge 40 che sono stati cancellati oggi cerca di creare nuovi ostacoli a danno di chi accede alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita. Chiediamo al Ministro della Salute di non essere complice di tali azioni e di adottare i dovuti provvedimenti, in caso contrario intraprenderemo le vie che il caso consiglia. line-height:150%;Verdana","sans-serif"">Occorre che il Ministro faccia chiarezza. C'è bisogno di trasparenza. C' è bisogno di rispetto dei diritti.
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Giustizia? Un colloquio Bernardini - Dambruoso a 27 anni dalla morte di Enzo Tortora
In occasione del 27esimo anniversario della morte di Enzo Tortora, una serata eccezionale nella sede della storica associazione radicale milanese.
Lunedì 18 maggio 2015 alle ore 21, l'associazione Enzo Tortora di Milano ospita nella sua sede un colloquio con Stefano Dambruoso e Rita Bernardini sulla giustizia, sull'abominevole lunghezza dei processi, sulle carceri - spesso veri e propri campi di concentramento nel cuore delle nostre città - sulla riforma del sistema da sempre promessa e mai realizzata.
A ventisette anni dalla vicenda Tortora, cosa è cambiato e cosa deve esserlo urgentemente?
Una serata "conoscere per deliberare" in perfetto stile Radicale, durante la quale si confronteranno sul tema, in una conversazione a due, ma aperta agli interventi di tutti i presenti:
- Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali Italiani e deputata radicale nella XVI Legislatura;
- Stefano Dambruoso, magistrato, deputato di Scelta Civica, questore della Camera dei deputati e membro della commissione Giustizia;
Modera:
- Claudio Barazzetta, segretario di Radicali Milano, associazione Enzo Tortora.
Confermate la vostra presenza sulla pagina Facebook dell'evento.
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Legge 40, Ass. Coscioni: che fa Lorenzin con Roccella-Morresi-Costa? Nessuno si dimette?
Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni
Il cerchio magico della legge 40: così oggi dalle pagine del Manifesto, Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, e Valentina Stella appellano Eugenia Roccella, Assuntina Morresi, Nanni Costa. "La storia della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita è fatta anche di potere, incarichi e soldi. E mentre la giurisprudenza a poco a poco l'ha fatta a pezzi, nessuno ha pagato per le proprie responsabilità e nessuno ha chiesto ancora scusa. C'è una ristretta cerchia di presunti esperti, personaggi più o meno noti che hanno continuato a galleggiare nonostante tutto", scrivono Cappato e Stella.
"Partiamo da Eugenia Roccella, al momento vicepresidente della Commissione affari sociali alla camera nel gruppo NCD-UDC, ma con un passato da radicale nel Movimento di liberazione della donna, rivendica il sostegno a una legge che impone alle donne pratiche mediche dannose e scrive sul suo sito " mi sono schierata per l'astensione al referendum sulla Legge 40, nel 2005, contro la selezione genetica e quella che alcune teoriche femministe hanno definito "l'espropriazione tecnoscientifica della maternità"".
Poi c'è il braccio destro della Roccella, Assuntina Morresi: " Nella sua qualità di "esperta", Morresi difende a spada tratta tutti i divieti della legge 40, nessuno escluso, senza minimamente farsi impressionare dal parere quasi unanimi di tutto il mondo scientifico, degli operatori del settore, delle coppie, oltre che dalle sentenze della Corte costituzionale. L'"esperta" non sente ragioni e continua a fornire consulenze di parte alla Lorenzin".
Si finisce con Nanni Costa al vertice del Centro Nazionale Trapianti: "Non si comprende inoltre come mai il registro dei donatori per eterologa sia stato istituito presso lo stesso CNT con aumento di spesa per lo Stato mentre il registro nazionale PMA avrebbe competenza su questa funzione e non vi sarebbe aumento di spesa per raccogliere i dati dei donatori. Addirittura, tra le informazioni che il CNT chiede, insieme ai dati dei donatori, esce fuori una domanda sulla circonferenza del cranio dei nati da PMA eterologa, perché? Eppure il Garante Privacy nel 2005 ha vietato l'istituzione dei registri nati!".
Dopo l' ennesima sentenza della Corte Costituzionale, cosa accadrà al cerchietto magico? Da parte loro, certamente nulla. Dopotutto è ancora rimasto il divieto alla ricerca sugli embrioni da difendere. E perché dovrebbero essere loro a fare un passo indietro, quando nessun altro, né del potere italiano né di quello Vaticano, ha ancora pagato per le responsabilità politiche di quanto accaduto? In effetti, prendersela solo con loro sarebbe sproporzionato. Ma il Governo potrebbe almeno nominare esperti che siano esperti in altro che la difesa dell'indifendibile.
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Ecoradicali. Prosegue la campagna "Interroghiamo Marino" su chiusura canili e caccia: sabato 16 maggio tavolo raccolta firme a Ostia
Prosegue la campagna “Interroghiamo Marino” per la presentazione di due interrogazioni di iniziativa popolare promosse da Ecoradicali - Associazione Radicale Ecologista. Si tratta di un pacchetto di interrogazioni al Sindaco su specifici atti dell’Amministrazione comunale in materia di ambiente, urbanistica, salute.
Domenica 10 maggio è partita la raccolta firme sulle prime due interrogazioni su caccia e canili comunali che, a norma dello Statuto di Roma Capitale, impegneranno il sindaco Marino a fornire risposta scritta entro 60 giorni.
Grazie alla risposta di centinaia di cittadini che ha permesso di coprire quasi il 90 per cento delle firme richieste, siamo ad un passo per il deposito delle prime due Interrogazioni.
Sabato 16 maggio si terrà un nuovo tavolo di raccolta firme: Ostia piazza Anco Marzio, dalle 17.00 alle 20.00.
Chiediamo al sindaco Marino perché l’amministrazione comunale autorizzi l’ingresso di persone armate per “finalità sportive e venatorie” nella Riserva Naturale del Litorale Romano: un permesso di caccia di fatto. Non a caso, sebbene la Riserva sia protetta da divieto di caccia, in questi ultimi anni i casi di bracconaggio si sono moltiplicati in modo esponenziale. Volpi, cervi e daini che popolavano la Riserva sono ormai un ricordo lontano.
La seconda Interrogazione riguarda la chiusura di canili e gattili comunali. Con una delibera del 22 maggio 2014, la giunta capitolina ha deciso di chiudere 4 strutture su 6, dimezzare il canile di Muratella e il trasferimento ai privati di oltre la metà di cani e gatti assistiti dal Comune. Il costo annuale minimo dei trasferimenti è stimato in oltre 2 milioni di euro e comporterà il licenziamento di 106 addetti, con ulteriore esborso di risorse pubbliche per gli ammortizzatori sociali. L’Interrogazione chiede al Sindaco Marino se non sia il caso di spendere quelle risorse per adeguare le strutture esistenti dal momento che la legge nazionale e regionale obbliga i Comuni a dotarsi di strutture pubbliche. Si chiede inoltre al sindaco in base a quali criteri vengano assegnati gli animali - e quindi i finanziamenti - dal momento che non esistono bandi pubblici.
Proprio sulla questione bandi, l’assessore Estella Marino ha ammesso, in un’intervista all’Arena di Giletti, che l’Amministrazione comunale non dispone di bandi pubblici, a due anni di distanza da una precedente delibera del 2013 che invece avrebbe imposto la predisposizione di bandi pubblici per la gestione di canili e gattili. Sarà quindi interessante sapere quanti soldi sono stati effettivamente erogati sinora e i criteri di dislocazione degli animali verso i privati.
Leggi anche: Canili di Roma: un business tra pubblico e privato
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ContattaciIscriviti o fai una donazioneFecondazione assistita, legali coppie ass. Coscioni: da Consulta coerenza e chiarezza
Dichiarazione del collegio legale delle coppie ricorrenti (Filomena Gallo, Gianni Baldini, Angelo Calandrini):
"Dalla lettura del comunicato della Corte Costituzionale, che sintetizza la decisione assunta ieri sulla fecondazione medicalmente assistita per soggetti fertili con gravi patologie genetiche, si evince che la Consulta ha fatto una scelta che tutela i nostri assistiti e che non mette paletti, ma delinea un quadro coerente, agganciando a criteri certi i diritti delle coppie. Due i profili a nostro avviso rilevanti di questa felice soluzione: il primo è la coerenza del sistema, il secondo la chiarezza sui soggetti aventi diritto all'accesso".
"L’articolo sei lettera b della legge 194 del 1978 sull'aborto, a cui il dispositivo fa riferimento - non elenca le patologie genetiche o cromosomiche che danno diritto all'aborto terapeutico, ma rinvia alla valutazione del medico. Principio che resta fermo per le coppie con gravi patologie geneticamente trasmissibili. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma nel dispositivo non si colgono paletti, ma piuttosto la definizione di una quadro coerente, da cui emerge un punto: non c'è differenza tra l'embrione malato che non deve essere trasferito e il feto malato che può essere abortito".
"Il problema che si poneva alla Corte era decidere per quali patologie le coppie fertili, portatrici di patologie genetiche, potessero avere accesso alla fecondazione. Il sistema francese prevede, per esempio, che vengano stabilite da un elenco periodicamente aggiornato dal ministero della salute. Altri sistemi più liberali prevedono l'accesso quale che sia la patologia. Ma anche la miopia può essere una malattia genetica. La Consulta, invece, ha agganciato questo diritto a parametri certi: l'articolo 6 comma 1 punto b della legge 194 che a sua volta ricollega il diritto all'aborto ai processi patologici, comprese le malformazioni del feto, che possano determinare rischi per la salute fisica e psichica della donna. Quindi, come si ha diritto all'aborto terapeutico oltre il terzo mese di gravidanza, dopo aver fatto l'amniocentesi, così per la fecondazione si può fare subito la diagnosi pre-impianto e sussistendo i requisiti si può decidere di non procedere all'impianto dell'embrione".
"Inoltre - la certificazione sulla malattia genetica della coppia la deve dare il centro pubblico. Ora bisogna leggere attentamente le motivazioni, ma il fatto che la certificazione spetti al pubblico, potrebbe anche comportare che la Pgd rientri nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, con la possibilità di un rimborso per il paziente. Sarà interessante capire se il diritto alla diagnosi della patologia è solo per la coppia oppure deve essere esteso anche all'embrione. In questo secondo caso significherebbe completare la filiera delle varie tecniche di fecondazione assistita garantite dal pubblico: infatti, dopo la tecnica omologa e quella eterologa nei Lea potrebbe ipotizzarsi che anche la diagnosi preimpianto sull'embrione , analogamente alle altre metodiche diagnostiche prenatali sul feto (come amniocentesi e villocentesi), dovrebbe essere garantita dal sistema pubblico".
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Olimpiadi, Magi: Consiglio non mette timbri su fogli bianchi. Serve piano strategico magari da sottoporre a referendum come in altre città
Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali italiani e consigliere comunale a Roma
Chi in questi giorni spinge per una rapida approvazione della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 forse è solo in cerca del timbro dell’Assemblea capitolina su un piano che, se c’è, nessuno ha ancora visto e che invece richiederebbe un’attenta valutazione politica nell’interesse della collettività. Non si possono mortificare i rappresentanti dei cittadini riducendoci a semplici passacarte, né accusare il consiglio di un ritardo che semmai sono altri ad aver accumulato.Il Comitato promotore, quindi, ci mostri il frutto del lavoro svolto in questi mesi di concerto con la Giunta e le altre strutture del Campidoglio. Da consigliere eletto mi aspetto, e chiedo, che venga sottoposto a me e agli altri colleghi una idea di queste Olimpiadi ma anche un piano complessivo degli interventi infrastrutturali che si vorrebbero realizzare, in particolare per la mobilità, con una bozza almeno di studio di fattibilità e preliminare dei costi. Un piano che esprima la visione di città olimpica, che possa convincere i cittadini, prima ancora delle commissione Cio, ad assegnare a Roma l'edizione del 2024.
Le Olimpiadi possono essere una grande opportunità, se si è in grado di affrontarle in chiave strategica, progettando e realizzando interventi che restino alla città anche dopo i Giochi. Sfruttarle solo per realizzare opere spot, per rifinanziare opere arenate come la Metro C (che tutti sappiamo non arriverà nei pressi del Foro Italico per il 2024) buttando altri soldi dei cittadini, o come il trampolino di lancio di nuove carriere politiche, significherebbe invece andare incontro a una sconfitta inevitabile replicando così quanto accaduto per le Olimpiadi del 2004.
La cosiddetta road map per Roma 2024, dunque, deve prevedere la messa a punto di un piano puntuale e strategico, sul quale aprire il dibattito, coinvolgendo i cittadini attraverso un referendum consultivo come sta accadendo in molte delle altre città che intendono proporre la propria candidatura, come Boston, e come è accaduto in passato, anche in Italia, ad esempio per le Olimpiadi invernali.
Secondo il presidente del Consiglio Renzi Roma gioca per vincere e non per partecipare, noi crediamo che non si possa vincere senza la partecipazione dei cittadini a una decisione così importante per la Capitale.
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Consiglio d'Europa e agenzia europea per i Diritti fondamentali: Europa e Italia devono proteggere le persone intersex
Comunicato stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti e di Intersexioni:
"Ci congratuliamo con il commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa per l'importantissimo studio sui diritti umani delle persone con variazioni intersessuali", commenta Morgan Carpenter, il presidente di OII Australia (Organizzazione Internazionale Intersex Australia), che in questi giorni, con il supporto di Intersexioni e Certi Diritti, è impegnato in un tour italiano organizzato dalla dott.ssa Michela Balocchi e reso possibile grazie ai suoi fondi della borsa di ricerca Marie Curie.
"Il rapporto - continua Carpenter - contiene 8 chiare e semplici raccomandazioni e un’ approfondita analisi della situazione attuale. Identifica molte aree cruciali da riformare per migliorare la salute e i diritti umani delle persone con variazioni intersessuali tra cui la fine di interventi chirurgici 'normalizzanti' dannosi e non necessari nonché la patologizzazione delle persone intersessuali. Il rapporto chiede che venga favorita l’autodeterminazione delle persone intersessuali, la nostra inclusione nella legislazione contro le discriminazioni, il nostro accesso al sistema giudiziario e il nostro coinvolgimento in progetti di ricerca e nell’ideazione di misure di riforma. Infine si chiede flessibilità e autonomia nell’autoidentificazione sessuale e di genere".
"Il rapporto del Consiglio d’Europa" - aggiunge Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti - "ha il merito di mettere la questione intersessuale al centro dell’agenda europea per i diritti umani, ma il messaggio più importante è che non si debba più parlare di persone intersessuali in loro assenza e che si debba invece sostenere il movimento intersessuale. Anche per questo Certi Diritti ha eletto suo presidente onorario l’attivista intersex Alessandro Comeni".
Interessanti sono i dati riguardanti l’Italia che emergono dal rapporto dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali che offre un’approfondita analisi della legislazione e delle politiche degli Stati membri dell’Unione Europea che interessano le persone intersessuali.
"Concordiamo con entrambi i rapporti - concludono Alessandro Comeni e Michela Balocchi, cofondatori di Intersexioni - quando affermano che moderni standard medici e giuridici devono improntarsi ai diritti umani delle persone intersessuali che rimarranno vulnerabili fintanto che verranno diagnosticati come donne o uomini con un disordine sanitario. Chiediamo al governo Italiano di legiferare immediatamente sul modello maltese per assicurare i diritti umani delle persone intersessuali".
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Carcere Sollicciano: Ennesimo suicidio mostra inefficienza degli enti locali
Dopo l'ennesimo suicidio all'interno del carcere fiorentino di Sollicciano, sono intervenuti Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, segretario e presidente dell'Associazione "Andrea Tamburi":
"I problemi all'interno delle nostre carceri sono tutt'altro che risolti, nei primi cinque mesi del 2015 l'illegalità delle strutture penitenziarie ha provocato la morte di 42 detenuti, 17 dei quali per suicidio".
I due esponenti radicali si sono soffermati sulle responsabilità degli enti locali: "Esiste un'ipocrisia dilagante, acuita durante le campagne elettorali, che sicuramente non è efficiente per la risoluzione del problema: con i vari concerti, aperitivi e mostre all'interno degli istituti si risolve un problema di socialità per una sera, mentre servirebbe un impegno costante per migliorare le condizioni di vita dei detenuti soprattutto dal punto di vista sanitario, psichiatrico e di reintroduzione nella società".
Buzzegoli e Lensi, infine, ricordano l'impegno radicale sul tema della giustizia: "Sono anni che come radicali proponiamo le soluzioni di amnistia e indulto riscuotendo il sostegno delle massime autorità nazionali e internazionali, a partire dal Presidente emerito Napolitano, ma la classe dirigente italiana preferisce seguire le indicazioni degli spin doctor e dei sondaggisti piuttosto che ripristinare nel Paese lo stato di diritto e la legalità".
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Rifiuti, Radicali: Marino emani ordinanza contingibile e urgente
Dichiarazione di Riccardo Magi, Consigliere Comunale a Roma e Presidente di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma:
"Il braccio di ferro tra Ama e Colari sta di fatto producendo disservizi eclatanti, se è vero, com'è vero, che la mancata raccolta dei rifiuti in alcune zone della Capitale è divenuta ormai insostenibile. A questo punto, per superare definitivamente il perdurare dell'emergenza, appare quantomai opportuno imprimere un’accelerazione per l’autorizzazione e la costruzione degli impianti che renderanno finalmente Roma autosufficiente; d'altro canto, nelle more dell’aggiudicazione della gara che prevede un accordo per quattro anni per un totale di 2,4 milioni di tonnellate da trattare e successivamente smaltire, ai sensi dell’articolo 35 comma 6 del cosiddetto 'Sblocca Italia', il sindaco Marino prenda in seria considerazione la possibilità di sottoscrivere un’ordinanza contingibile e urgente in conformità dell’art. 191 del D.Lgs. 152/2006. Così facendo, infatti, qualora qualche società fosse disponibile fin da subito e laddove i disservizi dovessero continuare, per qualche mese l’Ama potrebbe affidare in modo diretto il trattamento e lo smaltimento fuori regione. Si tratterebbe di un'operazione temporanea ed emergenziale, naturalmente: del resto, come denunciamo da anni, il 'sistema Malagrotta' non si elimina chiudendo una discarica, ma intervenendo in modo strutturale sul ciclo di smaltimento e di trattamento dei rifiuti; cosa che la partitocrazia romana, per anni e anni, si è ben guardata dal fare".© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Piemonte. Per depositare il proprio testamento biologico radicali presentano petizione in Consiglio Regionale. Mina Welby: Chiedo legge come quella approvata da Friuli
Questa mattina, Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Flaviana Rizzi (Comitato di Coordinamento nazionale UAAR/Unione Atei Agnostici Razionalisti) hanno depositato negli uffici del Consiglio Regionale del Piemonte una petizione – sottoscritta, oltre che da loro, da 160 cittadini piemontesi – affinché il Consiglio Regionale del Piemonte approvi una legge simile a quella approvata recentemente in Friuli (Legge regionale 13 marzo 2015, n. 4), che consente ai cittadini di depositare il proprio testamento biologico nella loro azienda sanitaria locale; le “dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario” (DAT) saranno registrate sulla tessera sanitaria personale; al momento del deposito all'ASL, il cittadino potrà esprimersi sulla donazione post mortem di organi del proprio corpo o di tessuti.
In una successiva conferenza stampa, a cui hanno anche partecipato Mina Welby (co-presidente Associazione Luca Coscioni), Igor Boni (presidente Associazione Aglietta) e Silvio Viale (consigliere comunale radicale/Pd, Direzione Associazione Coscioni), l'iniziativa è stata così sintetizzata:
“In Piemonte, sulla scorta di una petizione popolare promossa dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta, il Consiglio Comunale di Torino istitui' il registro dei testamenti biologici nel novembre 2010; registri sono stati istituiti anche nei comuni di Alba, Baveno, Borgo San Dalmazzo, Cesara, Prarolo, San Francesco al Campo, San Mauro, Torre Pellice, Villadossola (fonte: Associazione Luca Coscioni). Recentemente Silvio Viale ha proposto che il registro di Torino sia esteso all’intera Città Metropolitana di Torino.
È, comunque, evidente che in una regione come il Piemonte, con le sue 1.206 amministrazioni comunali, è praticamente impossibile assicurare la presenza di un registro in ogni comune; occorre, inoltre, permettere che tale possibilità sia garantita a tutti i cittadini piemontesi, con le stesse modalità, le più semplici possibili, e con le massime garanzie di privacy e di rispetto reale della volontà della persona.
Per raggiungere tale obiettivo, la legge approvata in Friuli è un vero e proprio uovo di Colombo; trattandosi di questioni legate alla salute delle persone, l'Azienda Sanitaria Locale è l'istituzione più giusta per recepire, registrare, conservare e certificare le loro scelte sul fine vita, compresa la donazione di organi e tessuti”.
Mina Welby ha così concluso la conferenza stampa:
“Rivolgo un appello ai consiglieri regionale del Piemonte affinchè facciano propria la nostra petizione e approvino nel più breve tempo possibile una legge simile a quella approvata dai loro colleghi friulani. Ricordo che il testamento biologico puo' essere redatto nella più ampia libertà; è uno strumento per decidere sul proprio fine vita a disposizione di tutti e di ciascuno, qualsiasi sia il proprio credo politico, etico, religioso.
Inoltre, mi appello ai parlamentari eletti in Piemonte affinchè operino per la calendarizzazione della discussione in Parlamento della proposta di legge di iniziativa popolare, promossa dall'Associazione Luca Coscioni, sul “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”. La proposta giace nei cassetti del Parlamento dal settembre 2013; 108 parlamentari si sono impegnati per farla discutere.
Se si vuole veramente che i cittadini tornino a occuparsi di politica, il Palazzo, sia a Torino che a Roma, deve tenere nella giusta considerazione le istanze dei cittadini, espresse con gli strumenti della democrazia diretta”.
Approfondisci sul sito dell'associazione Adelaide Aglietta.
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Polizia perquisisce l’abitazione di Rita Bernardini e sequestra 56 piante di cannabis. La segretaria di Radicali Italiani dichiara: lo rifarò fino alla legalizzazione.
Su mandato della Procura della Repubblica di Roma (Sost. Proc. Dott.ssa Silvia Sereni), questa mattina alle ore 9 la Squadra mobile della capitale ha perquisito l’abitazione della Segretaria di Radicali italiani e provveduto al sequestro della sua piantagione di cannabis (56 piante). Bernardini è indagata per il reato previsto dall’art. 73 d.p.r. 309/90 (divieto di coltivazione di piante di marijuana). Tutti gli atti (mandato di perquisizione e sequestro, nomina del difensore di fiducia e del domicilio, verbale di perquisizione e verbale di sequestro) verranno entro oggi postati sul profilo Facebook di Rita Bernardini che ha dichiarato:
“Mi meraviglio che nei miei confronti non si sia proceduto all’arresto, come accade ogni giorno in tutta Italia a tantissimi “incolpevoli” che preferiscono coltivarsi la marijuana per non rifornirsi al mercato criminale che si arricchisce grazie al proibizionismo. Che si voglia silenziare la nostra quarantennale lotta per la legalizzazione così come si è silenziata la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia che si è espressa chiarissimamente per la depenalizzazione della cannabis? In ogni caso, il mio impegno è quello di continuare a disobbedire fino alla legalizzazione completa dei derivati della cannabis. Questa “coltivazione” -oggi sequestrata- era destinata, come le precedenti tre (oggetto di altrettante disobbedienze civili), ai malati di gravi patologie che, nonostante la legge lo consenta, non riescono ad avere accesso alla cannabis per curare e attenuare le sofferenze provocate dalla loro malattia. Come Radicali abbiamo voluto corrispondere all’impegno e alla lotta condotta dal leader antiproibizionista Andrea Trisciuoglio, segretario dell’Associazione LapianTiamo di Racale. Andrea, affetto da sclerosi multipla è fra i 60 italiani fortunati che hanno la disponibilità del farmaco Bedrocan tramite la ASL, ma non vuole essere un privilegiato e perciò lotta per tutti gli altri. Aggiungo che questa mattina nel corso dell’operazione di polizia presso la mia abitazione ho reso dichiarazioni spontanee per specificare le finalità della mia coltivazione e per chiamare in correità il leader radicale Marco Pannella e l’ex Presidente di Radicali italiani Laura Arconti, attuale membro della Direzione del Movimento.”© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
#astaradicale, i nostri primi 60 anni
2015, sessanta anni di storia Radicale, sessanta anni di lotte e conquiste.
I sessanta anni del Partito Radicale sono questo e anche di più.
Sono la storia del partito più longevo d’Italia che nel 2015 celebra i suoi sessanta anni di attività.
Molte sono le persone che vi hanno partecipato e che hanno spinto il Paese a confrontarsi sui temi fondamentali della vita e delle libertà, portando a importanti conquiste sociali.
Tutti ora hanno la possibilità di ripercorrere alcuni di questi momenti grazie a questa asta.
Poster, foto, oggetti, simboli e molto altro insieme alle testimonianze dei protagonisti di quelle pagine di storia e dei donatori dei lotti, ci faranno riscoprire la passione e le fatiche che hanno cambiato il volto del nostro Paese.
È una asta di autofinanziamento per far sì che il partito che per primo ha lottato contro il finanziamento pubblico possa continuare a vivere e lottare ancora.
visita il sito www.astaradicale.it
Fecondazione, Gallo: vittoria dei malati. Attendiamo comunicazione ufficiale dalla Corte
Dichiarazione dell'avvocato Filomena Gallo (Segretario dell'Associazione Luca Coscioni) e degli avvocati Gianni Baldini e Angelo Calandrini. I tre avvocati sono i legali di Maria Cristina Paoloni, Armando Catalano, Valentina Magnanti e Fabrizio Cipriani, soci dell' associazione Luca Coscioni e portatori di patologie genetiche per cui il tribunale di Roma ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla legge 40 che vieta l'accesso alla procreazione assistita alle coppie fertili che hanno bisogno di eseguire indagini diagnostiche pre-impianto
Enorme soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale di cancellare il divieto di accesso alla fecondazione assistita per le coppie fertili affette da patologia genetica. Apprendiamo la notizia dalle agenzie, ci riserviamo di entrare nel merito appena la Corte Costituzionale avrà emanato un comunicato stampa o pubblicato il dispositivo della sentenza. Esprimiamo gioia insieme alle coppie che per tanti anni hanno solo desiderato avere un bambino sano ed evitare aborti. Oggi è un giorno importante per tante famiglie. Questa era l'unica decisione che la Corte poteva prendere perché l'unica che equivale al rispetto di diritti fondamentali delle persone. Si tratta della 36esima decisione di tribunali, di cui tre della Corte Costituzionale, che hanno smantellato la legge 40 del 2004© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
La pubblicazione dei “Black-spider memos”, la corrispondenza tra il Principe Carlo e Tony Blair rafforza lo Stato di Diritto. L'opera di conoscenza deve ora proseguire con la pubblicazione del Rapporto Chilcot sulla guerra in Iraq
Dichiarazione di Matteo Angioli, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani e del Consiglio Generale del PRNTT
La pubblicazione di ieri dei “Black-spider memos”, cioè la corrispondenza del 2004-2005 tra il Principe Carlo, Tony Blair e alcuni Ministri, resa possibile grazie al pervicace interessamento del Guardian e decisa dalla Corte Suprema britannica (la più alta istanza giuridica del Paese), è un importante passo nel segno del rafforzamento dello Stato di Diritto. I documenti confermano, tra l'altro, il carattere illegittimo e irresponsabile della decisione del Governo Blair di invadere l'Iraq nel marzo 2003 e la posizione assai critica della Casa Reale britannica. Emergono in particolare la preoccupazione e la frustrazione per la significativa pressione posta sull'esercito di Sua Maestà, inadeguatamente equipaggiato per affrontare una tale impresa militare. Adesso, l'opera di conoscenza e quindi di responsabilizzazione delle massime cariche dello Stato deve proseguire e per questo è imperativo che Londra possa procedere con la pubblicazione delle conclusioni delle indagini effettuate dalla Commissione indipendente d'inchiesta guidata da Sir John Chilcot proprio sul coinvolgimento del Regno Unito nella guerra all'Iraq. E' una drammatica questione che il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ammiratore di Tony Blair, potrebbe e dovrebbe seguire con molta attenzione. Avrà così anch'egli l'opportunità non solo di conoscere meglio la sua fonte d'ispirazione, ma di trarne alcune riflessioni e lezioni. La prima è evitare di compiere costose scelte temerarie. La seconda è approfondire perché mai nel suo libro “Un viaggio” l'ex Primo Ministro laburista si sia definito un “ingenuo, incosciente, irresponsabile stupido”: non per aver trascinato il Paese in una scellerata operazione militare a traino degli Stati Uniti guidati da George W. Bush, bensì per aver istituito quel Freedom of Information Act che, sebbene presenti ancora non pochi limiti, nutre il diritto alla conoscenza e lo Stato di Diritto, fondamento di ogni civiltà democratica e principale strumento di contrasto a regimi autoritari e organizzazioni terroristiche.© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Fecondazione, Cappato: la Consulta si riunisce. Sarà la volta buona per la sentenza sulla legge 40 o ha ancora paura?
Dichiarazione di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni
Oggi la Corte Costituzionale tornerà a riunirsi in Camera di consiglio. Sarà finalmente pronta ad emettere la decisione sulla legittimità dell'esclusione delle persone fertili portatrici di malattie geneticamente trasmissibili dalla fecondazione assistita, come previsto dalla legge 40 del 2004? Fino ad ora tutti trincerati dietro silenzi imbarazzati. Paura di qualcosa? Le polemiche dopo la sentenza sulle pensioni rischiano di condizionare negativamente su una questione di natura totalmente diversa. Nel caso della legge 40, siamo di fronte a una palese discriminazione riconosciuta come tale anche dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, e priva di conseguenze economiche. Come ricordato dal Presidente emerito Giuseppe Tesauro in occasione dell'incontro da noi promosso alla vigilia dell'udienza della Corte, sottolineando l'incongruenza tra legittimità dell'aborto e illegittimità dell'accesso all'analisi genetica pre-impianto: "non c’è né spending review, né pareggio di bilancio da rispettare" -disse Tesauro - ma "un diritto che più nobile non c’è". Oppure il contesto è condizionato dalle barricate ideologiche clericali - mai del tutto smantellate? Tra i giudici c’è Marta Cartabia, apertamente schierata contro il referendum di abrogazione della legge 40 di dieci anni fa. Ci auguriamo che i Giudici della Consulta sappiano resistere a ogni condizionamento ed affermare diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Ma, dopo un mese di attesa, non siamo tranquilli. Non sono tranquille le migliaia di coppie che hanno aspettato già tanto per tentare una gravidanza e ora sono lì a sperare che dei 12 giudici capiscano che loro pretendono solo di veder rispettato un diritto.© 2015 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati