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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Biogas. EcoRadicali: basta biotruffa. 13 giugno presentiamo denuncia alla Commissione Europea

Gio, 06/04/2015 - 11:19
04/06/15

Il 4 giugno EcoRadicali - Associazione Radicale Ecologista parteciperà al convegno sui biogas organizzato in Regione Lazio, su invito del Gruppo "Movimento Cinque Stelle"

Tutto parte dalla Direttiva europea 77 del 2001 sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità.

L’Unione europea ha introdotto la possibilità di realizzare “piccoli impianti a biogas” (ovvero fino a 1 MW) per smaltire “in casa” e a circuito chiuso scarti agricoli.

Gli indirizzi europei sono quindi molto chiari: realizzare un sistema locale, integrato e diffuso, di produzione energetica che, partendo dal risparmio e dal riuso degli scarti, sia anche in grado di produrre reddito integrativo per le piccole imprese agricole.

Ma cosa è successo veramente in Italia?

Quello che poteva essere un ciclo virtuoso è ben presto diventato un ciclo vizioso che, come al solito, arricchisce pochi, avvelena il mercato e l’ambiente: e il tutto con i soldi pubblici.

A partire dalla Legge finanziaria del 2008 sono stati introdotti incentivi economici pagati con una parte delle bollette. 

E, in effetti, dal 2008 ad oggi, si è verificato un vero boom dei biogas: culmine raggiunto nel 2012 grazie ad un incentivo di 28 centesimi per kWh prodotto (il più alto d’Europa) ulteriormente favorito da una legge nazionale in cui si dispensavano gli impianti inferiori a 1 MW dall’affrontare le procedure di screening/VIA e perciò questi impianti sono stati collocati un po’ dovunque senza nessuna tutela per ambiente e popolazione; incentivi poi progressivamente ridotti negli importi, ma prolungati nei tempi di erogazione (da 15 a 20 anni).

Perché bisogna sgonfiare i biogas?

1) Un boom di illegalità

Come sentenziato dalla Corte costituzionale, l’intero processo autorizzativo viola ben due direttive europee che impongono sia la valutazione d’impatto ambientale che la massima partecipazione delle comunità locali per la localizzazione degli impianti. Invece tutto viene deciso sulla testa dei cittadini, tra potentati bancari, “politici” ed economici.

2) Speculazione per pochi, svantaggi per tutti

Le direttive europee impongono l’utilizzo di scarti agricoli ma, per aumentare il tenore energetico (e quindi lucrare maggiormente sugli incentivi) vengono immessi cereali (un impianto da 1mW necessita di 350/400 ettari di colture dedicate): in pratica, usiamo petrolio (per arare i campi, irrigarli, concimarli, etc.) per far finta di produrre “bio”gas, facendo così aumentare le importazioni (e i costi) di cereali per l’alimentazione. I biogas, quindi, li paghiamo due volte: in bolletta e al supermercato.

3) Bisogna difendere le piccole aziende agricole e il paesaggio

I biogas stanno letteralmente bruciando le piccole aziende che non sono “agganciate” con il sistema bancario e politico. Le banche hanno fortemente ridotto il credito agricolo per concentrarlo sulle imprese “bio”energetiche, mentre gli affitti dei terreni nelle zone cerealicole sono raddoppiati nonchè triplicati, rendendo insostenibili i costi per le imprese che invece producono il pane che troviamo sulle nostre tavole.

Stanno avvelenando aria, acqua, suolo; stanno distruggendo il paesaggio e l’agricoltura italiana: è ora di dire non in nostro nome e non con i soldi delle nostre bollette.

In questi anni sono sorti molti comitati per contrastare i biogas. EcoRadicali, l’Associazione Radicale Ecologista, si occupa di questo tema sin dalla sua fondazione, cioè due anni fa.

Dal confronto che abbiamo avuto in più occasioni con i vari comitati, abbiamo maturato l’idea che sia assolutamente prioritario riportare la normativa italiana nell’alveo del Diritto comunitario e quindi riportare i biogas alla funzione originaria, evitando che questi impianti vengano (tra l’altro) utilizzati per il trattamento dei rifiuti, settore nel quale l’Italia è (ad ogni latitudine) inadempiente rispetto alle normative europee. Come dimostrano i continui richiami delle istituzioni europee e le multe (84 milioni di euro/anno solo per la Campania).

Il 13 giugno presenteremo quindi una denuncia alla Commissione europea in tema di biogas. Qualora accolta, questa denuncia potrebbe bloccare in un sol colpo tutte le speculazioni che in ogni parte d’Italia si celano dietro questi impianti della biotruffa.

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Magi: su via Scorticabove, scongiurare l'ennesimo intervento scellerato

Sab, 05/30/2015 - 18:59
30/05/15

color:#262626">Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali italiani, consigliere comunale a Roma

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Questa mattina, insieme a Claudio Graziano, responsabile immigrazione dell'Arci, e ad Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma, ho visitato il centro comunale di accoglienza di via Scorticabove dove vivono da molti anni 120 rifugiati sudanesi. Nei giorni scorsi a tutti loro è stata inviata dal Dipartimento servizi sociali di Roma Capitale una lettera con cui veniva comunicata la chiusura del centro il 1 giugno e si invitavano i rifugiati a lasciare la struttura entro il 31 maggio. Ancora una volta un atto illegittimo e del tutto incomprensibile da parte del Comune: si procede alla chiusura di una struttura senza che siano state proposte e definite soluzioni alternative per i residenti. 

Le persone che abbiamo incontrato - come hanno raccontato - non hanno avuto nessun contatto col dipartimento nei giorni scorsi né, nei dieci anni di vita della struttura, un capannone industriale ristrutturato e messo a disposizione dal sindaco Veltroni nel 2004 per i profughi sudanesi che vivevano a ridosso della stazione Tiburtina. 

In questi anni il centro è diventato un punto di riferimento per la comunità sudanese e i rifugiati, in totale autonomia e senza interventi da parte dei servizi sociali, sono comunque riusciti a crearsi delle opportunità e una rete di sostegno reciproco. Ci siamo trovati di fronte a persone molto consapevoli che non riuscivano a capire la decisione brutale e improvvisa del Comune, non avendo mai avuto occasioni di confronto sulla loro condizione, persone con le quali ci siamo impegnati a fare tutto il possibile affinché venga scongiurato l'ennesimo intervento scellerato, nei tempi e nei modi, da parte delle istituzioni locali.

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Impresentabili: Bernardini, a quando le “liste buone” preparate direttamente dall’Anm, consulente Bindi?

Ven, 05/29/2015 - 17:34
29/05/15

Dichiarazione di Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani:

"Sono un’'impresentabile' vera. Infatti, per le condanne ricevute per le disobbedienze civili che da vent’anni porto avanti con il movimento radicale per la legalizzazione della cannabis, non posso candidarmi alle elezioni amministrative, regionali comprese (*). Alle politiche nazionali ed europee, invece, sono 'presentabile'. È la legge, bellezza. E, quando non c’è la legge, c’è Bindi.

Comunque, da impresentabile doc, oltre ad autodenunciarmi chiedendo di essere arrestata come accade a tutti gli altri cittadini, vorrei dire la mia sull’operazione messa in piedi dalla presidente della Commissione antimafia, la quale a poche ore dal voto per le regionali ha rese note le liste dei reprobi da castigare. Ci sono voluti molti giorni di duro lavoro per prepararle, questo le va riconosciuto. Sarà forse per questo motivo che non ha avuto il tempo di audire i massimi magistrati della Direzione Nazionale Antimafia che, manco fossero Pannella o Bernardini,  nella loro relazione al parlamento di quest’anno, si sono chiarissimamente espressi per la depenalizzazione dei derivati della cannabis. Per discutere di questo “problemino” che, secondo la DNA, arricchisce le mafie di ogni tipo, non c’è tempo; per stilare le liste degli impresentabili non secondo la legge, ma secondo i teoremi bindiani, il tempo si trova, eccome. A quando le “liste buone” preparate direttamente dall’ANM con la consulenza di Rosy Bindi?

 

(*) La vecchia normativa risalente al 1990 è stata confermata dal decreto legislativo n. 235 del 2012: non si possono candidare non solo coloro che hanno avuto una condanna definitiva per “associazione mafiosa” (art. 416-bis c.p.) o per “traffico internazionale” di sostanze stupefacenti (art. 74 dpr 309/90), ma anche chi ha ricevuto condanne definitive, come nel mio caso, per violazione dell’art. 73 “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”. Non fa una piega, io ho due condanne definitive: una a 4 mesi di reclusione per la disobbedienza civile fatta a Porta Portese nel 1995 e un’altra a 2 mesi e 25 giorni per le tre disobbedienze civili effettuate tra ottobre e novembre 1997 in Largo San Carlo e in Largo Goldoni. C’è da dire che la normativa è più blanda per i reati legati alle armi: nei casi in cui sia inflitta la pena della reclusione inferiore ad un anno per i reati riguardanti il porto, il trasporto e la detenzione di armi, munizioni o materie esplodente, allora è possibile candidarsi. Se c’è di mezzo la “droga”, anche se è 114 volte meno pericolosa dell’alcool come la cannabis, allora no, anche la condanna a un mese è sufficiente per proclamare l’incandidabilità.

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PA. Radicali e Bechis (Alternativa Libera) a Renzi: serve più trasparenza

Ven, 05/29/2015 - 16:14
29/05/15

L’associazione radicale Adelaide Aglietta di Torino ha svolto una mappatura dei siti della PA per verificare quanti di questi siano in regola con la legge. Dalla verifica effettuata emerge che circa 100 comuni su 1206 sono inadempienti.

Il risultato di questa ricerca non è sfuggito alla deputata di Alternativa Libera, Eleonora Bechis, che ha interrogato Matteo Renzi per sapere perché, nonostante il risultato deludente, il Piemonte risulti la regione più virtuosa d'Italia per la trasparenza della P.A., mentre le regioni peggiori in “classifica” risultano essere il Lazio, la Sicilia e la Campania.

Il segretario uscente dell’associazione, Giulio Manfredi e il tesoriere di Radicali Italiani Valerio Federico, che da anni si occupano di questo tema nell'ottica storicamente radicale di fornire ai cittadini elementi di conoscenza utili a far valere i propri diritti, insieme alla deputata di AL, chiedono a Renzi di rispettare lo stato di diritto costituzionale, fornendo in particolare tutti i supporti economici e di mezzi indispensabili ai comuni per garantire l’accountability dell'azione di politici e amministratori.

Manfredi ha inoltre ricordato l’opera dell'avvocato Antonio Polito, recentemente scomparso, il cui contributo è stato fondamentale per la fruizione da parte dei cittadini del decreto legislativo 33 del 2013, cioè la norma di riordino sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.

Leggi l'interrogazione parlamentare di Eleonora Bechis

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MilanoSìMuove deposita 4 referendum

Gio, 05/28/2015 - 15:43
28/05/15

 

MilanoSìMuove deposita 4 referendum propositivi: investire su ambiente, mobilità pulita, edilizia sociale, Navigli con i proventi delle privatizzazioni per la trasformazione sostenibile di Milano. Croci e Cappato: “Solo i cittadini possono decidere di investire sul futuro di Milano. Il Comitato promotore è aperto a tutti.”   Sono stati depositati oggi a Palazzo Marino dal comitato promotore dei referendum per l’ambiente e la qualità della vita “Milanosimuove” 4 nuovi quesiti referendari, corredati dalle firme dei primi 100 promotori, ai sensi dello statuto comunale. line-height:115%">I temi dei referendum sono: line-height:115%;">1.    ALLOGGI SOCIALI: La messa a disposizione di 25.000 nuovi alloggi in edilizia sociale senza consumo di suolo, riconvertendo o ricostruendo immobili oggi inutilizzati, con la contestuale riqualificazione anche energetica delle case popolari esistenti e il ripristino di condizioni di sicurezza e legalità line-height:115%;">2.    NAVIGLI: La riapertura dei Navigli line-height:115%;">3.    MOBILITA’: Lo sviluppo di un piano integrato di misure per la mobilità sostenibile, con l’allargamento di Area C, una zona a basse emissioni su tutto il territorio del Comune con divieto di circolazione ai veicoli diesel e ai motorini a 2 tempi, nuove aree pedonali e percorsi ciclabili, la linea 6 della metro, una circle line ferroviaria e l’eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali line-height:115%;">4.    VERDE PUBBLICO: Una città più verde, con la realizzazione del progetto dei Raggi Verdi, il raddoppio degli spazi verdi e degli alberi e la destinazione a parco pubblico di almeno il 50% dei grandi interventi di trasformazione urbanistica. line-height:115%">I 4 nuovi referendum ripartono dalle richieste dei cittadini espresse con i 5 referendum del 2011, di cui chiedono la completa attuazione e rilanciano con traguardi ambientali e sociali più ambiziosi con un orizzonte al 2020. line-height:115%">Per realizzare la trasformazione sostenibile di Milano, i referendum prevedono che una parte rilevante dei finanziamenti provenga dalla privatizzazione delle società comunali: SEA, A2A, Milano Serravalle, favorendo l’azionariato popolare e riservando condizioni di vantaggio ai veri azionisti, i cittadini milanesi. line-height:115%">Una caratteristica rilevante dei nuovi referendum è che hanno carattere “propositivo” e non più solo “consultivo”: l’esito del voto è quindi vincolante per l’amministrazione comunale, grazie alle recenti innovazioni dello statuto comunale. line-height:115%">Con la consegna delle prime 100 firme, si avvia la procedura referendaria. Nei prossimi giorni il Comune fornirà ai promotori i moduli vidimati per la raccolta delle 15.000 firme necessarie per andare al voto. Il Comune dovrà anche esprimere, tramite il Comitato dei garanti il parere sull’ammissibilità dei quesiti. line-height:115%">Intanto i cittadini potranno seguire gli aggiornamenti sul sito none;text-underline:none">www.milanosimuove.it. line-height:115%">Hanno dichiarato Edoardo Croci e Marco Cappato rispettivamente Presidente e Segretario di Milanosimuove: “Da oggi proponiamo ai cittadini una nuova mobilitazione per far avanzare progetti concreti per migliorare l’ambiente e la qualità della vita a Milano. I precedenti 5 referendum hanno consentito passi in avanti importanti, ma il disegno complessivo è stato solo in parte realizzato da questa amministrazione. Solo grazie ai cittadini si può compiere il salto di qualità necessario. I nuovi referendum chiedono non solo il completamento del programma complessivo, ma anche nuovi avanzamenti. Questa volta, i 4 nuovi referendum non sono solo consultivi, ma propositivi e vincolanti in base alle innovazioni dello statuto del Comune. Per finanziare il grande piano di investimenti e miglioramento dei servizi proponiamo di privatizzare le società comunali, a partire da SEA, A2A e Milano Serravalle, facendo ricadere i benefici sui milanesi”. line-height:115%">Tra i primi 100 firmatari (vedi in allegato), figurano docenti universitari ed esponenti della società civile, insieme ai promotori dei referendum del 2011. Da oggi, il Comitato promotore sarà aperto all’adesione di tutti i cittadini e delle personalità politiche di qualsiasi schieramento.     Referendum 1 – NUOVI ALLOGGI SOCIALI   115%">25.000 nuove case popolari senza consumo di suolo, trasformando uffici sfitti in alloggi, ristrutturando o rottamando 115%"> le case popolari oggi inagibili e garantendo la legalità (referendum propositivo per il Comune di Milano) line-height:115%">Volete voi che: line-height:115%">il Comune di Milano aumenti l'offerta abitativa e sociale senza ulteriore consumo di suolo: -14.15pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">a) intervenendo per la riconversione ad edilizia sociale - mediante ristrutturazione o rottamazione - entro tre anni di 420.000 mq di superficie complessiva di immobili privati, sia ad uso abitativo che ad uso ufficio, inutilizzati, sfitti o invenduti (da realizzare attraverso un contributo da parte del Comune sino ad un massimo di € 1.200/mq di superficie complessiva) specificando negli atti convenzionali: -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">·    la quota di proprietà degli immobili rilevata dal Comune, calcolata in relazione ai costi di riconversione da esso sostenuti e al valore dell’immobile; -.55pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">·    le soluzioni abitative proposte anche di carattere sperimentale, quali co-housing e casa lavoro; -.55pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">·    la quantificazione dei costi di riconversione; -.55pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">·    le condizioni per la locazione, la locazione a riscatto e l’eventuale futura vendita; -14.15pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">b) procedendo, entro due anni, al recupero, alla ristrutturazione, all'efficientamento energetico di tutti gli immobili oggi destinati ad edilizia sociale, o in alternativa, sulla base di valutazioni economiche e paesaggistiche, alla loro demolizione e ricostruzione, anche mediante trasferimento dei diritti edificatori e recupero di suolo; -14.7pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">c)  convertendo entro tre anni ad edilizia sociale immobili pubblici non utilizzati per 175.000 mq; -14.7pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">d) garantendo l’applicazione senza deroghe delle graduatorie di legge per l’assegnazione degli alloggi e assicurando la presenza continuativa presso gli stabili destinati a edilizia sociale di portieri, manutentori e addetti alla vigilanza; e che la copertura economica sia assicurata: ideograph-numeric">a)  per la riconversione a edilizia sociale: - mediante quota parte delle voci di bilancio previste per la realizzazione di edilizia sociale, fino a 15 milioni di euro  l'anno per tre anni;  - mediante il ricavato dalla cessione* delle azioni di SEA del Comune di Milano per 170 milioni di euro; - mediante il ricavato dalla cessione delle azioni di A2A del Comune di Milano per 170 milioni di euro, ; -14.15pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">b)  per il recupero o la rottamazione del patrimonio esistente (costo stimato in 55 milioni di euro), mediante il ricavato dalla cessione delle azioni di A2A del Comune di Milano; c)     per la riconversione degli immobili pubblici, mediante il ricavato dalla cessione delle azioni di A2A del Comune di Milano fino a 35 milioni di euro, sul presupposto di finanziamenti istituzionali di almeno l'80% dei costi; d)per il portierato, la manutenzione e la vigilanza, attraverso i 5 milioni di euro risparmiati grazie all’efficientamento energetico realizzato con gli interventi di ristrutturazione? ideograph-numeric">*La cessione delle quote delle società a partecipazione comunale sarà realizzata favorendo l’azionariato popolare diffuso, con condizioni agevolate riservate ai cittadini milanesi e ai dipendenti delle società. Referendum 2 - RIAPERTURA DEI NAVIGLI   115%">Riapertura e navigabilità dei Navigli milanesi (referendum propositivo per il Comune di Milano)   Volete voi che: il Comune di Milano, nel contesto del ripristino della Darsena come Porto di Milano e delle opere in corso di realizzazione per le idrovie Lago Maggiore-Milano-Venezia e Lago di Como-Milano-Venezia, realizzi quanto richiesto dai cittadini milanesi con il referendum consultivo del 2011, ed in particolare: a)      realizzi entro il 2018 le opere previste dai progetti comunali di riattivazione della Conca di Viarenna e della Conca dell’Incoronata; b)      realizzi entro il 2017 la progettazione della completa riattivazione idraulica-funzionale e della navigabilità (da riservare a barche a emissioni zero) dell’intero sistema dei Navigli nel territorio comunale, collegando il Naviglio della Martesana alla Darsena attraverso la Cerchia interna e il Naviglio di via Vallone (ora via Conca del Naviglio); c)       avvii entro il 2018 la realizzazione delle opere relative alla progettazione di cui alla lettera b); ideograph-numeric">  e che la copertura economica: -21.25pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">a) per la riapertura delle due Conche, sia assicurata mediante i fondi già previsti nel Piano Triennale delle Opere pubbliche; -21.25pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">b) per la progettazione della completa riattivazione e navigabilità e per l’avvio delle opere, sia assicurata mediante il ricavato dalla cessione dello Stadio di San Siro, delle quote delle Farmacie milanesi e delle quote di Milano Serravalle del Comune di Milano, mediante il co-finanziamento istituzionale regionale, nazionale e dell’Unione europea, il project financing e, per l’investimento residuo, mediante il ricavato dalla cessione* delle azioni di A2A del Comune di Milano fino a 100 milioni di euro? *La cessione delle quote delle società a partecipazione comunale sarà realizzata favorendo l’azionariato popolare diffuso, con condizioni agevolate riservate ai cittadini milanesi e ai dipendenti delle società                   Referendum 3 – MENO TRAFFICO, PIÚ MEZZI PUBBLICI, AREE PEDONALI E PISTE CICLABILI   115%">Sesta linea metro, passante ferroviario ovest, estensione di Area C, pedonalizzazione del centro, 500 km di rete ciclabile, zona a basse emissioni,  eliminazione delle barriere architettoniche (referendum propositivo per il Comune di Milano)   Volete voi che: il Comune di Milano completi la realizzazione di quanto richiesto dai cittadini milanesi con il referendum consultivo del 2011, con l’obiettivo di dimezzare il traffico e le emissioni inquinanti garantendo migliori servizi di trasporto pubblico e riqualificando lo spazio urbano mediante la realizzazione dei seguenti interventi: a) la nuova linea metropolitana M6 entro il 2020, a servizio degli assi di Corso Sempione e Viale Ripamonti; b) un passante ferroviario sotterraneo entro il 2020, che chiuda ad ovest (da Certosa a S. Cristoforo) l’anello ferroviario anche per consentire l’attivazione di un servizio di trasporto pubblico con frequenza da metropolitana, realizzando nuove stazioni intermedie e riattivando lo scalo ferroviario di servizio dell’Ortomercato; -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">c) l’allargamento dell’area C alla “cerchia ferroviaria” entro il 2017; d) un’area pedonale entro il 2017 che comprenda l’intera Cerchia dei Navigli, incluso il suo perimetro, ad esclusione dei principali assi di attraversamento, con accesso riservato a trasporto pubblico, incluso car sharing ad emissioni zero, veicoli di servizio e veicoli commerciali ad emissioni zero, forze di polizia e mezzi di soccorso, residenti limitatamente ai percorsi di accesso all’abitazione; e) una rete ciclabile urbana integrata di almeno 500 km di estensione entro il 2020; -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">f) una “zona a basse emissioni” sull’intero territorio comunale entro il 2017, con divieto di circolazione dei veicoli merci diesel di classe inferiore all’euro 5, estesa a tutti i veicoli diesel passeggeri e ai motocicli a 2 tempi entro il 2020; -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">g) eliminazione entro il 2018 delle barriere architettoniche e sensoriali che si frappongono alle persone con disabilità, secondo gli indirizzi stabiliti per la redazione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche e garantendo in ogni caso l’accessibilità di tutti gli istituti scolastici, gli uffici pubblici e di tutte le fermate del trasporto pubblico. e che la copertura economica, sia assicurata: -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">a)   per la sesta linea della metropolitana, che comporta un investimento di circa 1 miliardo e 200 milioni di euro, per la parte non coperta da finanziamento statale e da project financing (stimabile in 900 milioni di euro), mediante il ricavato dalla cessione* per 300 milioni di euro delle azioni SEA del Comune di Milano e, per la gestione, attraverso una quota dei ricavi generati dall’allargamento di Area C fino a 100 milioni l’anno; b)   per il passante ferroviario (che comporta un investimento stimato in 500 milioni di euro), per la parte non coperta da finanziamento statale, stimabile in 200 milioni di euro, attraverso l’applicazione del protocollo di intesa con le Ferrovie dello Stato per la valorizzazione dei sedimi ferroviari abbandonati con il reinvestimento degli utili; -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">c)   per l’allargamento di Area C, mediante 15 milioni di euro ricavati dalla cessione delle azioni SEA detenute dal Comune; -14.2pt;text-autospace:ideograph-numeric"> line-height:115%">d)    per la pedonalizzazione del centro, mediante 35 milioni di euro ricavati dalla cessione delle azioni SEA detenute dal Comune; e)   per la rete ciclabile, mediante 50 milioni di euro ricavati dalla cessione delle azioni SEA detenute dal Comune; g) per l’eliminazione delle barriere, con la creazione di un fondo da 50 milioni di euro da finanziare mediante la cessione* 16.0pt;line-height:115%"> delle azioni SEA detenute dal Comune? *La cessione delle quote delle società a partecipazione comunale sarà realizzata favorendo l’azionariato popolare diffuso, con condizioni agevolate riservate ai cittadini milanesi e ai dipendenti delle società   115%">Referendum 4 –  TUTELARE IL VERDE PUBBLICO E RADDOPPIARLO   115%">Otto percorsi alberati e ciclabili dal centro alla periferia, raddoppio degli alberi, verde pubblico attrezzato entro 500 metri da casa, metà delle aree dismesse destinate a verde (referendum propositivo per il Comune di Milano)   Volete voi che:   line-height:115%;Times New Roman";">il Comune di Milano realizzi quanto chiesto dai cittadini con il referendum consultivo del 2011 e promuova ulteriori azioni di difesa ed espansione del verde pubblico, attraverso i seguenti interventi: a) realizzazione entro il 2018 del progetto “i raggi verdi” predisposto dal Comune di Milano, che prevede una rete di collegamento tra i parchi milanesi mediante otto percorsi alberati pedonali e ciclabili che si irradiano dal centro verso l'anello circolare verde che circonda il territorio comunale, per una lunghezza complessiva di 72 kilometri e 40.00 nuovi alberi; b) destinazione a verde pubblico di almeno il 50% delle grandi superfici dismesse oggetto di riqualificazione urbanistica, con particolare riferimento ad aree industriali, aree ferroviarie, aree del demanio militare, area EXPO; c) raddoppio entro il 2020 del numero di alberi ed estensione delle aree verdi assicurando che ogni residente abbia a disposizione un giardino pubblico con aree attrezzate per bambini a una distanza non superiore a 500 metri da casa; d) tutela delle aiuole e degli spazi verdi di prossimità oggetto di sosta abusiva di autoveicoli, realizzando prati e aree fiorite; e che la copertura economica sia assicurata: a) per il progetto “i raggi verdi” (costo 46 milioni di euro) mediante il ricavato della cessione* delle azioni di A2A del Comune di Milano; b) per gli altri interventi, mediante l'utilizzo degli oneri di urbanizzazione per 10 milioni di euro l'anno? *La cessione delle quote delle società a partecipazione comunale sarà realizzata favorendo l’azionariato popolare diffuso, con condizioni agevolate riservate ai cittadini milanesi e ai dipendenti delle società.                   PRIME ADESIONI   line-height:115%">Comitato di indirizzo Milanosimuove: line-height:115%">Edoardo Croci (presidente), Marco Cappato (segretario), Enrico Fedrighini (portavoce), Lorenzo Lipparini (tesoriere), Fiorello Cortiana, Enrico Marcora, Carlo Montalbetti, Franco Morganti Ugo Arrigo (Università Milano Bicocca) Emilio Battisti (architetto) Paolo Bertaccini (Centro Studi Territoria) Otto Bitjoca (esponente della società civile afro-milanese) Giuseppe Bonomi (architetto) Marina Camatini (università  Milano Bicocca) Marcello Crivellini (Politecnico di Milano) Alessandro De Carli (Università Bocconi) Luigi De Paoli (Università Bocconi) Barnaba Fornasetti (artista designer) Marta Frediani (associazione Alberi a Milano) Marco Fumagalli (medico – Comitato per la Città Metropolitana Partecipata) Marzio Galeotti (Università degli Studi di Milano) Matteo Garzonio (associazione Navigli Live) Andreas Kipar (architetto paesaggista) Empio Malara (associazione Amici dei Navigli) Pier Mannuccio Mannucci (fondazione Policlinico) Luigi Massari (associazione Utenti del trasporto pubblico) Fabrizio Mele (presidente associazione culturale Il Multiverso) Augusto Ninni (Università di Parma) per i referendum 1,2,4 Vincenzo Olita (associazione Società libera) Stefano Pogutz (Università Bocconi) Giovanni Sala (agronomo paesaggista) Stefano Sibilla (Università di Pavia) Francesco Spadaro (architetto) Marina Terragni (giornalista) Marianna Vintiadis (manager) Fulvio Marcello Zendrini (esperto marketing e comunicazione)

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Boccea, Magi: Salvini-Meloni &Co imprenditori dell'intolleranza, fanno come chi brindava la notte del terremoto a L'Aquila?

Gio, 05/28/2015 - 14:46
28/05/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali italiani, consigliere comunale a Roma

Sul tragico episodio di Boccea, come avviene costantemente in tutta Italia, assistiamo da ore alla solita becera strumentalizzazione di certi politici e certa stampa: veri e propri imprenditori del l'intolleranza che oggi, alla vigilia di una scadenza elettorale, ricordano gli imprenditori che brindavano la notte del terremoto dell'Aquila.
Se volessero davvero rendere un servizio ai propri lettori ed elettori, spiegherebbero loro, dati alla mano, che ogni anno purtroppo centinaia di persone muoiono a causa di pirati della strada. La Capitale poi conta un numero di vittime ogni centomila abitanti che è doppio o triplo rispetto ad altre capitali europe e superiore anche rispetto alle altre città italiane. Nel nostro paese il 76% dei pirati della strada è italiano e l’11% delle vittime è straniero, come la donna di origine filippina morta ieri a Roma, i ragazzi rumeni uccisi a Trapani e Palermo l’uomo africano ucciso a Rosarno.
Le colpe di un gesto di tale gravità non possono dunque ricadere sull'intera comunità degli autori della strage.
Parlare di 'emergenza rom" (a Roma 7000 cittadini, lo 0,002 per cento della popolazione, molti dei quali italiani), è chiaramente una menzogna, resa possibile solo dal combinato disposto di interessi politici ed economici, emersi con chiarezza nell'inchiesta su Mafia Capitale.
La soluzione delle “ruspe”, che di quell’emergenza creata ad arte rappresenta il complemento perfetto, è il solito colpo di coda di una politica avariata che determina in ogni periodo pre-elettorale un drammatico ‘gioco dell'oca’ di insediamenti da un quartiere periferico all'altro, o l'inaugurazione di piani emergenziali con la costruzione di enormi campi o centri di raccolta, come quelli inaugurati dal ministro leghista Maroni. Nel corso del 2014 a Roma sono stati documentati 34 sgomberi forzati, per una spesa stima di 1.315.000 euro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La parola d’ordine ‘mandiamoli a casa loro’ di fronte a cittadini italiani o divenuti apolidi a seguito delle guerre nei balcani, non vuol dire assolutamente nulla e come tale lascia di fatto la situazione invariata negli anni.
La verità è che la chiusura dei campi ‎rom non è un punto programmatico della Lega o di Fratelli d’Italia, ma è un obiettivo fissato dalla Commissione europea e recepito nel 2012 dal Governo con la Strategia nazionale di inclusione. La questione, dunque, non è se, bensì come. Per superare la politica dei campi basta confrontarsi con altre città europee, dove modelli alternativi sono stati realizzati con successo anche grazie a quei fondi strutturali di cui il nostro Paese non fa nemmeno richiesta. È ora di affrontare questo problema come si affrontano nelle grandi città i problemi abitativi dei baraccati, degli indigenti, al di là della loro etnia.

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Appalti-Milano: Cappato e Crivellini, dai dati di Cantone emerge rischio irregolarità

Gio, 05/28/2015 - 11:02
28/05/15

Pubblicata dai Radicali un'analisi dei dati forniti da Cantone sugli appalti nei servizi sociali milanesi, con le proposte per un'anagrafe pubblica degli appalti.

  Marco Cappato e Marcello Crivellini, a nome del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano, hanno predisposto una elaborazione approfondita riguardante una serie di appalti comunali, sui quali il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, aveva espresso dubbi e richiesto chiarimenti al Comune di Milano. In attesa delle precisazioni degli Uffici comunali, questa elaborazione fornisce un quadro quantitativo e preciso relativo ai valori delle assegnazioni e alle società beneficiarie di affidamenti diretti. L’analisi completa è consultabile e scaricabile sul sito del Gruppo radicale a questo link: ( http://www.milanoradicale.it/wp-content/uploads/Analisi-Appalti-Milano.docx ) Cappato e Crivellini hanno dichiarato: "Dai dati emerge un rischio di irregolarità significativo su cui è auspicabile che gli Uffici comunali forniscano delucidazioni convincenti. Il nostro lavoro, che vuole essere uno strumento a disposizione di tutti ed in particolare del Comune e dell’Autorità Anticorruzione, contiene una proposta finale per una migliore trasparenza sul sito del Comune: rendere effettivamente disponibili e raggiungibili tutte le determinazioni dei dirigenti in materia di spesa e di appalti, in modo che senza difficoltà o ostacoli possano essere facilmente conosciute da chiunque le motivazioni di scelta delle procedure di affidamento e delle società beneficiarie.

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Fondazione libro. Sul fronte trasparenza Regione, Comune e fondazione possono e devono fare di più

Mar, 05/26/2015 - 22:59
26/05/15

Dichiarazione di Giulio Manfredi, membro di Radicali Italiani:

"Diciamolo: in Italia ci vogliono le inchieste della Procura per interessare la politica all’esigenza di una maggiore trasparenza di enti e istituzioni pubbliche o parapubbliche. È successo nel 2012 quando solo dopo l’arrivo della Guardia di Finanza in Consiglio Regionale è stata approvata la legge regionale sull’anagrafe pubblica degli eletti e nominati (L. R. 27 dicembre 2012, n. 17), sollecitata da anni da noi radicali.

Oggi l’inchiesta della Procura della Repubblica di Torino sulla “Fondazione per il Libro la Musica e la Cultura” ha fatto sì che qualche giornalista andasse a verificare i dati presenti nel link “amministrazione trasparente” sul sito della fondazione, trovandovi una scarna paginetta, con  poche informazioni [apri il link].

E anche i dati sulla Fondazione presenti sul sito 'amministrazione trasparente' della Regione Piemonte [apri il link] sono troppo scarni e di difficile interpretazione: l’“onere complessivo per la Regione” è stato “zero” per gli anni 2011, 2013 e 2014?

Non parliamo poi dei dati ricavabili dal sito del Comune di Torino [apri il link], aggiornati all’8 settembre 2014, da cui risulterebbe presente nel CdA della Fondazione del Libro addirittura ancora Roberto Cota!

Chiediamo a Regione, Comune di Torino e futuri nuovi vertici della Fondazione di implementare i dati sui rispettivi siti web; una istituzione così prestigiosa come la Fondazione del Libro non può essere carente sul fronte della trasparenza, anche  perché è soggetta come tutte le altre fondazioni alle disposizioni della 'legge sulla trasparenza'" [apri il link].

 

10.4 Come si individuano gli enti di diritto privato in controllo pubblico oggetto degli obblighi di pubblicazione di cui all’art. 22, c. 1, lett. c), del d.lgs. n. 33/2013?

Sono da intendere quali enti di diritto privato in controllo pubblico gli enti di diritto privato sottoposti a controllo da parte di amministrazioni pubbliche, ivi incluse le fondazioni, oppure gli enti costituiti o vigilati da pubbliche amministrazioni nei quali siano a queste riconosciute, anche in assenza di una partecipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi.

In ogni caso, tenuto inoltre conto della eterogeneità degli enti di diritto privato sui quali le amministrazioni esercitano forme di controllo, rientra tra le competenze di ciascuna amministrazione individuare quali fattispecie non siano riconducibili alla categoria “enti di diritto privato in controllo dell’amministrazione”, di cui all’art. 22, c. 1, lett. c), del d.lgs. n. 33/2013, dandone adeguata motivazione.

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Cannabis terapeutica/Toscana: Associazione Luca Coscioni sostiene lettera a Governatore Rossi

Mar, 05/26/2015 - 17:32
26/05/15

 Cannabis terapeutica/Toscana: Associazione Luca Coscioni sostiene lettera a Governatore Rossi 

  L'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, assieme a l'Associazione Cannabis Terapeutica, Pazienti Impazienti Cannabis, LILA Toscana, Andrea Tamburi, con l'assistenza dell'avvocato Giovanni Gorri ha sottoscritto una lettera indirizzata al Presidente della Regione Toscana e della ASL di tutte le province relativamente alla prescrizione e l’erogazione dei farmaci cannabinoidi da parte del servizio pubblico nella Regione Toscana -  disciplinata dalla Legge Regionale n. 18 del 2012 e nella successiva Deliberazione della Giunta Regionale n. 988 del  10/11/2014 che contiene gli “indirizzi procedurali ed applicativi”. Le lettera denuncia come “i soggetti a vario titolo coinvolti nell’erogazione del servizio pubblico in questione siano fatti oggetto di informazioni non attualizzate, congruenti, chiare e coerenti con la disciplina regionale” e che occorre ricordare che: •          I cannabinoidi possono essere prescritti per  tutte le malattie, per le quali esistano studi clinici in letteratura; •          Non esiste, infatti, alcun elenco di patologie per le quali sia lecita o non lecita le prescrizione di preparazioni galeniche magistrali a base di cannabinoidi; •          Il concetto di “off label” non si applica ai farmaci galenici magistrali; •          Non esistono “centri autorizzati” o non autorizzati alla prescrizione; •          Tutti i medici della Regione Toscana sono autorizzati alla prescrizione nei limiti previsti dalla vigente normativa nazionale; •          Tutte le prescrizioni, fatte a norma della Legge Regionale, sono a carico del Servizio Sanitario.               La lettera si conclude con la richiesta di fornire la più ampia informazione a tutti gli interessati  di quanto oggetto della presente significazione; alla sostituzione immediata della modulistica corrente ad uso interno ospedaliero che risulta non aggiornata. L'Associazione Luca Coscioni, assieme agli altri firmatari, si riserva ulteriori azioni nei confronti dei soggetti destinatari della lettera nel caso in cui non dovessero esser prese le necessarie misure informative.   Per informazioni Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale (3490815747)

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Eutanasia, Cappato: Sel ha chiesto la calendarizzazione della nostra proposta di legge. Gli altri?

Mar, 05/26/2015 - 16:39
26/05/15

Dichiarazione di Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e promotore della Campagna Eutanasia Legale

  Diamo volentieri atto a Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera, della sua richiesta di calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia promossa dall'Associazione Luca Coscioni.  Da quando è stata depositata nel settembre 2013, la pdl non ha mai ricevuto l'attenzione delle commissioni competenti e dell'aula parlamentare, nonostante l'art. 71 della Costituzione dichiari che "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli".   Mi auguro che ora gli altri gruppi manifestino la medesima volontà, al di là delle posizioni di merito. Scotto ha dichiarato ai microfoni di Radio radicale: " C’è bisogno di una condivisione più larga. Lavoreremo per persuadere gruppi e singoli parlamentari, perché ce ne sono tanti nel Partito Democratico a partire dal Vicepresidente Giachetti ed altri anche nei Cinque Stelle che hanno firmato queste proposte. C’è lo spazio per costruire una maggioranza trasversale". Siamo convinti che questo spazio si debba creare. Per questo, proseguiamo la nostra azione anche di disobbedienza civile, fornendo informazioni e, in alcuni casi anche assistenza logistica e finanziaria, alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia, quando vi siano le condizioni previste dalla proposta di legge di iniziativa popolare del Comitato per l’eutanasia legale.

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Congresso Associazione radicale Aglietta elegge tre coordinatori straordinari. Sospese attività ordinarie e statutarie. Sede dovrà essere lasciata entro 30 giugno

Lun, 05/25/2015 - 18:44
25/05/15

Si è svolto domenica 30 maggio a Torino, nella sede di Via Botero 11/f, il 20° Congresso straordinario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta. All’inizio dei lavori sono state ricordate con grande commozione le figure di Adelaide Aglietta (a 15 anni dalla morte) e Antonello Polito - membro della segreteria dell'Associazione - recentemente scomparso..

Dopo un accalorato dibattito il Congresso ha deciso di sospendere le attività ordinarie e statutarie dell’Associazione e di dare mandato a tre coordinatori di presentare al prossimo congresso ordinario che si terrà in autunno una proposta di rilancio che sappia guardare fuori dai soliti schemi, aprendo le porte a nuove energie e nuove idee. Il Congresso ha inoltre dato mandato ai tre coordinatori di adoperarsi con ogni mezzo democratico e nonviolento per portare a compimento le battaglie già incardinate dall’Associazione negli ultimi mesi. Si apre al contempo una campagna straordinaria di autofinanziamento e di iscrizioni per garantire la vita dell’Associazione e per strutturare una nuova agenda politica che sappia guardare a lungo termine, progettando nuove iniziative a partire dai temi del lavoro, dei diritti e dell’ambiente. Rimane irrisolto il nodo della sede di via Botero che dovrà essere lasciata entro il 30 giugno.

Durante i lavori del Congresso si è iscritto all'Associazione il Consigliere regionale Gabriele Molinari. Sono intervenuti, inoltre, Davide Ricca (Ateniesi) e Luigi Brossa (LibertàEguale) da anni iscritti all'Associazione.

A fine dei lavori il Congresso ha tributato un lungo applauso a Giulio Manfredi (segretario uscente) per l'immenso lavoro svolto in oltre 30 anni di militanza politica.

I coordinatori eletti sono:

Marco del Ciello (primo firmatario della mozione approvata in Congresso) - 32 anni, vercellese, militante radicale da 8 anni.

Silvja Manzi - 41 anni, militante radicale da oltre 20 anni, membro del Comitato Diritti Umani della regione Piemonte.

Igor Boni - 47 anni di Torino; Presidente uscente dell'Associazione, militante e dirigente radicale da 30 anni.

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Rom, Magi: da Salvini e Meloni politica avariata. Campi si superano con migliori politiche e fondi

Dom, 05/24/2015 - 18:40
24/05/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali italiani e consigliere comunale a Roma

Quella che provano a spacciare i Salvini e le Meloni e i loro epigoni locali è merce politica avariata e contraffatta.
Queste si sono già dimostrate fallimentari quando il leghista Maroni era al Viminale e venne dichiarata in cinque regioni italiane l'"emergenza nomadi", che avrebbe dovuto portare alla eliminazione degli insediamenti abusivi e invece ha mandato in fumo milioni di euro dei contribuenti italiani, addirittura realizzando nuovi campi senza risolvere i problemi delle periferie. Per quelle politiche il governo italiano è stato condannato in tutti i gradi di giudizio e chi oggi torna a progandarle non vuole affatto chiudere i campi rom, ma solo guadagnare qualche voto facile.
I campi si devono e si possono chiudere guardando alle migliori pratiche europee e italiane, ricorrendo anche ai fondi Ue disponibili per politiche di inclusione delle comunità Rom, che porterebbero nuove risorse e progettualità alle politiche sociali a beneficio di tutti, e riconvertendo i milioni di euro spesi nel sistema dei campi da parte di amministrazioni di centrodestra e centrosinistra. Un modello alternativo ed efficace, che in pochi anni consentirebbe di chiudere campi rom in via definitiva come è avvenuto con successo in diverse città e capitali europee, mettendo fine a violazioni di diritti, sprechi di denaro pubblico e becere speculazioni elettorali.

 

 

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Roma, vertenze. Magi: sindacati tra i diretti responsabili del degrado che denunciano

Sab, 05/23/2015 - 19:55
23/05/15

 Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma
 

I sindacati che oggi sono scesi in piazza sono tra i diretti responsabili del degrado che denunciano a gran voce. È proprio la politica sindacale, tesa alla conservazione di rendite di potere e di clientele, ad aver contribuito nei decenni, ad esempio, alla degenerazione delle società partecipate caratterizzate da sprechi enormi, come denuncia oggi la stessa Uil, e bassa produttività che colpisce i cittadini con servizi pubblici di pessima qualità e tariffe e tasse altissime.  È comprensibile, quindi, che i sindacati si oppongano alla razionalizzazione della spesa, necessaria a risollevare l'economia cittadina e non solo dal peso di questi società decotte e in alcuni casi fallite.
La scarsa partecipazione al corteo odierno è il segno che i cittadini lavoratori romani hanno capito che l'autoconservazione di certi poteri non è al servizio del bene comune.

 

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Garante detenuti Abruzzo. Lettera di Maurizio Acerbo e Vincenzo di Nanna a presidente Consiglio regionale e consiglieri

Ven, 05/22/2015 - 18:09
22/05/15

Signor Presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo,

Signori Consiglieri,

Formuliamo la presente per tornare a sollecitare, così come già avvenuto nel corso di una conferenza stampa tenuta il 9 aprile 2015 a Pescara, la concreta attuazione dell’art. 6 della legge regionale del 23 agosto 2011 n. 35 che, com’è noto, ha istituito l’”Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale” e, per sottolineare l’urgenza, ricordiamo che il militante radicale Ariberto Grifoni è in sciopero dalla fame da ormai 13 giorni.

Giova a tal fine ricordare che il Legislatore Regionale, allo scopo di evitare ogni possibile ritardo, ha espressamente previsto (art. 6 comma 5) che il garante debba esser eletto dal Consiglio regionale, con la maggioranza dei due terzi dei voti favorevoli, nei novanta giorni successivi al suo insediamento, termine purtroppo violato.

Non comprendiamo dunque le ragioni del così rilevante ritardo accumulato, persino per l’espletamento di quell’attività amministrativa  meramente esecutiva della Legge vigente, quale deve considerarsi la pubblicazione del bando, atto non solo “dovuto” ma giuridicamente obbligatorio.

E allora e sempre che il Consiglio Regionale non intenda deliberare l’abrogazione di una così importante e necessaria Legge, torniamo a chiedere che  si proceda alla pubblicazione del bando e quindi all’elezione dell’Ufficio del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive dalla libertà personale”.

È inoltre utile ricordare che la denunziata violazione di legge (cit. comma 5) derivante dal superamento del termine di 90 giorni, pone altresì a rischio la possibilità di dare concreta attuazione al protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia, Regine Abruzzo, ANCI Abruzzo e Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila, sottoscritto il 16 ottobre 2014 a Roma dal Ministro della Giustizia, il Presidente della Regione Abruzzo, il Presidente dell’ANCI Abruzzo e il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila,  per favorire il recupero e il reinserimento sociale di carcerati con problemi correlati alla tossicodipendenza, gli inserimenti per il lavoro all’esterno  e il sostegno alle misure alternative alla detenzione carceraria.

In effetti, l’importante progetto, presentato con grande enfasi alla stampa da parte del Presidente della Regione, ben difficilmente potrà attuarsi posto che l’art. 4 del protocollo, “rubricato” strumenti operativi, prevede l’istituzione di un tavolo tecnico tra Regione Abruzzo, Provveditorato Regionale, Tribunale di Sorveglianza, per la definizione delle procedure operative da realizzarsi con la partecipazione del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive”, oltre a quella di “altri soggetti istituzionali ed associativi” che “potranno esser invitati”.

La denunziata violazione di Legge rischia dunque di generare un vero e proprio corto circuito istituzionale, tanto più che, nell’attesa dell’attuazione del citato protocollo, il Tribunale di Sorveglianza ha opportunamente e doverosamente rinviato le udienze per tutti quei condannati privi di attività di lavoro che hanno chiesto di poter aderire al programma di reinserimento previsto nel protocollo.

Confidiamo che si proceda in tempi brevissimi alla pubblicazione del  bando e che i gruppi consiliari, sulla base di un'analisi obiettiva dei "curricula vitae", esprimano una scelta condivisa per una figura che possa con la massima autorevolezza e competenza occuparsi della condizione carceraria in Abruzzo.

Certi della vostra sensibilità e determinazione, attendiamo positivi riscontri.

 

Teramo – Pescara, lì 22 maggio 2015

 

   Maurizio Acerbo              Vincenzo di Nanna

     Rifondazione Comunista      Amnistia Giustizia Libertà  

 

 

LA NOTIZIA PUBBLICATA DALL'ANSA

 

 

 

 

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Abruzzo, Ariberto Grifoni interrompe lo sciopero della fame giunto al 14esimo giorno

Ven, 05/22/2015 - 18:01
22/05/15

Dichiarazione di Ariberto Grifoni, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani, con cui annuncia l'interruzione dello sciopero della fame giunto al 14esimo giorno:

L’attivazione del funzionamento presso il Consiglio regionale  del garante dei detenuti d’Abruzzo con la riemissione del bando, sarà all’ordine del giorno della Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari calendarizzata il prossimo martedì 26 maggio e presieduta da Giuseppe Di Pangrazio.

Questa è la comunicazione che il funzionario della presidenza del consiglio, Guido d’Urbano mi ha trasmesso, con la solita, squisita affabilità poche ore fa.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio mi e ci onorerà venendo qui a Teramo alla biblioteca Melchiorre Dèlfico lunedì alle 18,30 e trattenendosi per mezz’ora ad illustrarci il bando. Si concretizza con questo primo, fondamentale passo l’iter di applicazione della norma di legge regionale presentata da Maurizio Acerbo, sostenuta, in primis, da Ricardo Chiavaroli e approvata nel lontano 2011.

Gli ho comunicato, quindi, d’interrompere lo sciopero della fame iniziato alla mezzanotte di venerdì 8 maggio, per rispetto verso le istituzioni a cui ho idealmente trasmesso la forza e le energie affinchè con coraggio ottemperassero alle proprie leggi e ai richiami del Tribunale di Sorveglianza abruzzese che puntualmente ha espresso la necessità del funzionamento del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”.

Ringrazio i compagni che mi hanno sostenuto in questi giorni di lotta: Ricardo Chiavaroli che ha tessuto i contatti, giunti a buon esito, possiamo affermare; la tesoriera di Agl-Abruzzi, Gabriella Antonacci e il segretario, Vincenzo Di Nanna per il suo fondamentale comunicato stampa; le amiche e gli amici che hanno spezzato una lancia dove hanno potuto; il mio medico curante, Alfredo Ferri.

Rilievo particolare ha avuto l’incontro di venerdì 15 maggio a Mosciano (TE) con il presidente della Giunta Luciano D’Alfonso, il consigliere Claudio Ruffini, l’assessore Dino Pepe che hanno ribadito l’univocità di direzione politica impressa all’Istituzione regionale riguardo al funzionamento del garante.

Altri aiuti per sensibilizzare chi di dovere sono giunti dal presidente della Commissione consiliare UE, Luciano Monticelli e dal “sindaco emerito” di Collelongo, Angelo Salucci.

Marco Pannella è il mio maestro che ha avanzato la proposta di rendere funzionante il garante dei carcerati in Abruzzo formalmente e pubblicamente in Consiglio regionale fin dal 9 dicembre scorso, in occasione del conferimento della medaglia Aprutium. Rita Bernardini è la nostra candidata.

 

Esco arricchito da quest’esperienza e più convinto di prima che la lotta nonviolenta sia l’unico strumento adatto a con/vincere e rafforzare le ragioni e domani, a Lanciano nel corso della manifestazione NoTriv ne rappresenterò l’efficacia a beneficio della sua diffusione per animare le lotte politiche di questa fase.

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15 anni fa moriva Adelaide Aglietta. Il 24 maggio il ricordo con - Antonello Polito - in apertura del 20esimo congresso dell'Associazione radicale che porta il suo nome

Gio, 05/21/2015 - 16:56
21/05/15

Dichiarazione di Giulio Manfredi e Igor Boni (Segretario e Presidente dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta):

"Sono passati 15 lunghi anni e la passione civile e politica di Adelaide Aglietta servirebbe come non mai a questa Italia sgangherata. Un Parlamento e una politica che invocano la partecipazione dei cittadini non consentono agli oltre 67.000 firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia di aprire almeno un dibattito, malgrado 108 parlamentari lo chiedano a gran voce. Il governo Renzi tenta addirittura di bloccare la legge regionale del Friuli che consente di depositare il proprio testamento biologico all'ASL.

Il Consiglio comunale di Torino non consente ai torinesi di pronunciarsi sui referendum consultivi contro il consumo di suolo e per la costruzione della seconda linea della metropolitana con lo strumento del Road Pricing. Altro che costruire un nuovo cordone ombelicale tra eletti ed elettori; qui si predica bene e si razzola male e basta. 

Adelaide Aglietta manca a questa politica e ci manca. Manca la sua capacità di trasformare l'indignazione in azione determinata. Manca il suo modo cortese e intransigente di affrontare i problemi, mettendoci corpo e faccia.

Domenica 24 maggio, in apertura del nostro 20°congresso straordinario nella sede di via Botero 11/f (dalle ore 14), che dovremo abbandonare tra un mese, ricorderemo Adelaie Aglietta e l'avvocato Antonello Polito con un minuto di silenzio. 

Sarà un congresso senza rete, in cui  metteremo in gioco la vita stessa dell'Associazione".

www.associazioneaglietta.it

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Unioni Civili, Magi: la Capitale con il Vaticano in casa manda segnale a Renzi e Boschi: non ci sono più alibi, mettano "il turbo" ai diritti

Gio, 05/21/2015 - 16:21
21/05/15 Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali italiani, consigliere comunale a Roma

“La presenza e la scelta di queste coppie, oltre che per loro vita familiare, è importante come atto civile e democratico. La libertà affettiva e la libertà sessuale sono alla base di tutte le libertà, perché hanno a che fare con la sfera più profonda dell'individuo, per questo fondamentale che istituzioni le tutelino e garantiscano”, lo dichiara in una nota Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani, consigliere comunale a Roma e oggi delegato a registrare le prime unioni civili.
"L'iscrizione delle prime coppie nel registro delle unioni civili della Capitale è il punto di arrivo di una battaglia durata otto anni, che ha visto noi Radicali protagonisti sin dal primo momento. Nel giorno in cui si celebra questo traguardo, è importante ricordare quanto travagliata sia la storia delle Unioni civili al Comune di Roma: nel 2007 la delibera di iniziativa popolare promossa da Radicali Roma, con una campagna a cui aderì tutto l'associazionismo Lgbtqi cittadino, venne bocciata dalla maggioranza dopo l'incontro dell'allora sindaco Veltroni con il cardinale Bertone. Nel 2012, quando in Campidoglio sedeva Gianni Alemanno, raccogliemmo oltre 8mila firma di romani su una nuova delibera popolare, che però non fu mai discussa, né nella precedente consiliatura né in questa, in violazione dello Statuto di Roma Capitale. E' stato proprio quel testo a dare vita alla delibera consiliare approvata a gennaio, che istituisce il registro e della quale sono firmatario insieme ad altri colleghi di maggioranza e opposizione.
Al di là della soddisfazione, resta l'amarezza per grave il ritardo dell'Italia sul fronte dei diritti civili. Da consigliere comunale, infatti, posso celebrare matrimoni tra donne e uomini, ma non tra coppie dello stesso sesso come accade invece in tante altre parti del mondo. A distanza di ben 5 anni, il Parlamento italiano è stato incapace di dare seguito al chiaro invito della Consulta, reiterato anche nel 2014 con la sentenza 170, a garantire a tutti i cittadini il pieno diritto alla vita familiare. Mentre sono ormai 14 gli Stati europei ad aver approvato il matrimonio egualitario e 21 a riconoscere le unioni civili tra le persone dello stesso sesso, in Italia si è avviata solo quest’anno una discussione parlamentare sulle sole unioni civili. Roma, la Capitale con il Vaticano, manda un segnale a Renzi e al ministro Boschi: non ci sono più alibi, è il momento  di "mettere il turbo" alle riforme anche sui diritti prima che si esprima anche la Corte europea dei diritti umani - dove pende un ricorso - e di legiferare a favore del matrimonio egualitario e per il riconoscimento della vita familiare non matrimoniale”, ha concluso Magi.    

  

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Pena di Morte: Nessuno tocchi Caino, abolizione in Nebraska molto significativa

Gio, 05/21/2015 - 14:17
21/05/15

L’abolizione della pena di morte in Nebraska ha un grande valore politico oltre che giuridico e umanitario, perché il Nebraska è il primo Stato americano a maggioranza repubblicana ad abolirla in epoca moderna”, ha dichiarato il Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia dopo il voto massiccio del parlamento unicamerale del Nebraska.

“Inoltre – ha continuato D’Elia – questa abolizione è la riprova di un sempre più diffuso fastidio in America nei confronti di una pratica crudele e inusuale che accomuna la più antica democrazia ai peggiori Paesi illiberali ed esecuzionisti del mondo.” Anche se il Governatore repubblicano Pete Ricketts ha preannunciato il veto, il voto parlamentare di 32 contro 15 lascia credere che il veto sarà superato da un nuovo voto parlamentare. In tal modo, il Nebraska si aggiungerà agli altri 19 Stati americani abolizionisti, senza contare quelli come Oregon, Colorado, Washington e Pennsylvania, che hanno sospeso le esecuzioni a causa degli evidenti difetti che connotano il sistema capitale.  

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Metro C, Magi: notizie fornite in commissione sono notizie di reato

Mer, 05/20/2015 - 19:52
20/05/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali italiani e consigliere comunale a Roma

Da convinti sostenitori del trasporto pubblico su ferro e della necessità che la Capitale abbia nuove metropolitane, siamo preoccupati dalle notizie gravi, e al tempo stesso esilaranti, fornite oggi dall'assessore Improta nel corso della commissione Metro C.

E' come se quest'opera, orfana ormai di un reale progetto, non si muovesse sotto terra ma fluttuasse nell'aria: scollegata da ogni norma di legge, vincolo contrattuale, prerogativa degli organi politici democraticamente eletti.

Sulla Metro C si può ormai dire tutto e il contrario di tutto. Tutto è indefinito perché ogni vincolo contrattuale, di uso delle risorse pubbliche, di corrispondenza a un progetto definito e definitivo, è saltato. Lo spazio e il tempo sono relativi per la Metro C: nel tratto che attraversa il centro storico non ci saranno fermate per oltre 2 km (record mondiale per una metropolitana) e ai romani e ai turisti si dice che ovviamente possono andare a piedi. Anzi i cittadini possono essere soddisfatti, perchè grazie alla cancellazione di queste fermate si potranno contenere i costi ed evitare i rischi di crollo di alcuni edifici…!
Solo che le somme che gravano sulle tasche dei contribuenti non sono affatto relative, ma hanno un valore assoluto e assai significativo. Si tratterà sicuramente di almeno 5 miliardi di euro, quasi il doppio della somma di aggiudicazione della gara d’appalto.

Ma chi ha consentito tutto questo? Nei prossimi giorni presenteremo pubblicamente e agli organi competenti un’integrazione all’esposto che abbiamo inviato l’estate scorsa, e sul quale il presidente dell’ANAC Cantone ha basato la sua relazione sulla linea C della metro.

Ringraziamo quindi anche l’assessore Improta per aver confermato le nostre ragioni, visto che gran parte delle notizie fornite nel corso dell’audizione sono in realtà notizie di reato: di omissioni, abusi gravi e prolungati nel corso degli anni.  

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Rifiuti, Radicali: il Ministro dell'Ambiente invii i carabinieri per controllare gli impianti di Roma

Mer, 05/20/2015 - 11:51
20/05/15   Dichiarazione di Riccardo Magi, Consigliere Comunale a Roma e Presidente di Radicali Italiani, e di Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma.   Per dissipare qualsiasi dubbio sul funzionamento degli impianti di trattamento ubicati a Roma, chiediamo al Ministro dell’Ambiente di dare mandato al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri al fine di ispezionare sia i macchinari di proprietà della Colari, sia quelli sotto il controllo dell'AMA. Il Comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente potrà, come del resto già fece quando Giuseppe Pecoraro era Commissario, accertare la funzionalità quantitativa e qualitativa degli impianti di trattamento meccanico biologico e dei trito vagliatori al servizio della Capitale. Ci auguriamo che anche il Sindaco Marino voglia appoggiare questa nostra richiesta, per mettere fine alle tante illazioni che si leggono in questi giorni. C’è da aggiungere come il Ministro Galletti non possa tirarsi fuori, visto che sull’Italia pende di già una condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la procedura di infrazione 2011_4021 è ancora aperta. Appare evidente, quindi, il fatto che l’attuale situazione di Roma possa comportare da parte della Commissione europea l'accelerazione verso un ulteriore deferimento del nostro Paese dinanzi alla CGUE, con conseguenze economiche tutt'altro che trascurabili.

 

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Categorie: Politica

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