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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Rom: Pannella denuncia Campidoglio per gestione discriminatoria dei campi

Mer, 06/17/2015 - 17:04
17/06/15

Mercoledì 17 giugno alle ore 11 Marco Pannella, accompagnato dalla segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini e assistito dall'avvocato Vincenzo Di Nanna, ha consegnato nelle mani del procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, una denuncia contro il Comune di Roma, per discriminazioni nei confronti delle persone di origine Rom e Sinti.

All'incontro, durato circa mezz'ora, ha partecipato anche il procuratore aggiunto Nello Rossi.

"Il Comune di Roma", si legge nella denuncia presentata da Marco Pannella, ha "condotto una politica marcatamente discriminatoria, alimentata da un sistema di malaffare, che sembra aver tratto rilevante profitto proprio dal mantenimento, a tempo indeterminato, del sistema dei campi, i cui elevatissimi costi pubblici potrebbero giustificarsi solo in una situazione realmente transitoria e non certo protratta per ben venti anni".

Con la denuncia è stato consegnato un film dal titolo "Dragan aveva ragione", sul ricollocamento nel 2013 di alcuni rom di origine serba nel campo di Castel Romano, con un costo per l'amministrazione di circa 150 mila euro.

Al termine dell'incontro Rita Bernardini ha dichiarato: "Il procuratore ci ha detto che la denuncia verrà attentamente studiata e cercherà di trovare le forze e le personalità che all'interno della procura possano seguirla. Noi già nel 2008, dopo un giro nei campi rom della Capitale, avevamo chiesto una commissione di inchiesta denunciando vere e proprie violazioni dei diritti umani fondamentali, ma la proposta non fu accolta".

"Gli aspetti della denuncia sono tali - ha spiegato Marco Pannella - da dover riconoscere che gli Stati-canaglia non sono morti nel 1945 ma rischiano di corrompere il presente. Il diritto viene violato sistematicamente. Ritengo si debba subito aprire la nuova conferenza internazionale che ha come obiettivo l'affermazione di stati di diritto contro le ragion di stato".

 

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Rifiuti. Ecoballe in Campania, esposto dei Radicali alla Corte dei Conti per danno erariale: Denari pubblici buttati, norme europee violate e siti inquinanti

Mer, 06/17/2015 - 16:30
17/06/15

"La più grave emergenza dei rifiuti in Campania è rappresentata da quelli imballati (c.d. ecoballe) stoccati in siti temporanei trasformatisi in permanenti, in violazione di obblighi europei. Delle 6 milioni di tonnellate di ecoballe, stoccate nel periodo emergenziale, solo una piccola percentuale è stata smaltita". Lo dichiarano Rita Bernardini e Valerio Federico, rispettivamente segretaria e tesoriere di Radicali Italiani.

"I governi nazionali e regionali non hanno adempiuto ai loro obblighi violando sistematicamente direttive comunitarie e normative italiane. Al protrarsi del danno ambientale dovuto al mancato smaltimento, si è aggiunto anche quello economico. L’asservimento di ciascun sito - aggiungono - ha comportato l’esborso delle somme necessarie per acquisire la disponibilità dell’area, si sono poi aggiunti i costi per l’affitto, la custodia, la sorveglianza dei siti e per lo smaltimento del percolato. Vanno considerati infine i costi legati alla bonifica e al riassetto delle aree".

"Ai costi sostenuti vanno aggiunti quelli derivanti dalla eventuale diversa utilizzazione delle aree interessate, dalla quale sarebbero potuti derivare benefici economici. Al danno ambientale si è aggiunto dunque quello erariale che, se non ci sarà un intervento immediato, è destinato a crescere. Considerando tutto questo abbiamo depositato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti della Campania".

"Va infine evidenziato», concludono i due dirigenti radicali, «che la procedura di infrazione comunitaria per il mancato rispetto degli impegni assunti dalla Regione Campania, rischia di determinare una seconda condanna da parte della Corte di Giustizia della Ue, che comporterebbe una sanzione di circa 228 milioni di euro a carico dello Stato, cioè di tutti gli italiani".

L'esposto è stato sottoscritto da:

  • Marco Pannella - presidente del senato del Partito Radicale Nonviolento Trasnazionale Transpartito;
  • Rita Bernardini - segretaria di Radicali Italiani;
  • Filomena Gallo - segretaria dell'Associazione Luca Coscioni;
  • Valerio Federico - tesoriere di Radicali Italiani;
  • Riccardo Magi - presidente di Radicali Italiani;
  • Michele Capano - membro della direzione di Radicali Italiani;
  • Demetrio Bacaro - presidente dell'Associazione Radicali Roma e membro di giunta di Radicali Italiani;
  • Luca Bove - presidente dell'Associazione Legalità e Trasparenza - Radicali Caserta;
  • Giuseppe Alterio - segretario dell'Associazione Radicale Per La Grande Napoli.

 

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Mafia Capitale - Sabatinelli, Turco: non solo Buzzi

Mer, 06/17/2015 - 12:52
17/06/15

Diego Sabatinelli, coordinatore di "Roma radicale per il diritto alla conoscenza" e Maurizio Turco, Tesoriere del Partito radicale hanno dichiarato:

Il processo ci dirà di mafia capitale ma non vorremmo che così si chiudesse il capitolo che, per usare un eufemismo, potremmo definire "cattiva amministrazione", con le logiche conseguenze penali.

Infatti già nel giugno del 2008 chiedemmo che il Comune desse vita "Subito a una commissione d'indagine sull'utilizzo e l'efficacia dei fondi comunali destinati ai rom".
Non avevamo bisogno di mafia capitale, già allora ci appariva stridente la differenza tra le condizioni di vita di 5.000 rom a fronte di 26 milioni di euro per le politiche di aiuto. Oggi sappiamo, ma solo in parte, chi ricevesse l'aiuto.

Al netto di alcune peculiarità che ricaviamo da come ci viene restituita dai mass media l'inchiesta in corso si continua a tacere su tutti gli altri appalti e contratti, o di tutti gli enti del terzo settore solo le cooperative di Buzzi lavorano con il Comune?

E ancora, parrebbe che non vi fossero controlli sui lavori "appaltati" alle cooperative di Buzzi, è il caso di sapere se per caso le altre venissero controllate e gli appalti eseguiti come da contratto. 

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"Lei sta filmando? E' importante che lei non filmi"- Un giorno di ordinario regime a Viggiano(PZ).

Mer, 06/17/2015 - 06:27
17/06/15

E' normale essere trattati come dei terroristi solo perché si tenta di spartire il pane e il vino della conoscenza?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">E' normale che un tutore dell'ordine si comporti come una sorta di sceriffo?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">E' normale che si ricorra a un vile gesto intimidatorio per impedire l'esercizio del diritto di cronaca?

line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Tutto questo è normale?  line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Maurizio Bolognetti, Giunta Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni

Approfondimenti

font-family:"Verdana","sans-serif";mso-fareast-font-family:Calibri;mso-fareast-theme-font:
minor-latin;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-ansi-language:IT;mso-fareast-language:EN-US;mso-bidi-language:AR-SA">Qui per vedere Promo del reportage “Buchi per terra parte II”

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Mafia Capitale, Radicali incontrano Marino: Sindaco riferirà in aula. Politica torni centrale senza aspettare resa dei conti del Pd

Mar, 06/16/2015 - 18:40
16/06/15

Anche inerzia opposizioni ha favorito infiltrazione criminale. Nostre proposte sono programma di governo per riscattare Roma

  “Siamo convinti che sia necessario riportare il dibattito all’interno delle istituzioni. Per questo è importante che il sindaco Marino abbia concordato sulla nostra richiesta di presentarsi in Consiglio con una relazione politica, per spiegare cosa non ha funzionato nella macchina amministrativa e nei controlli interni e per illustrare alcuni obiettivi precisi di riforma e il modo in cui perseguirli”. Lo dichiarano Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale, e il segretario di Radicali Roma, Alessandro Capriccioli a margine dell’incontro “franco e sincero” durato due ore con il Sindaco Ignazio Marino, al quale hanno preso parte anche il consigliere radicale e vicepresidente del Municipio VII, Davide Tutino, e Simone Sapienza, membro della Direzione di Radicali Roma. “La mancanza di strategia su tante questioni, dai rom all'accoglienza alle politiche abitative, ha permesso alla rete criminale di infiltrarsi e fare affari. Responsabile”, continuano, “è quindi l'Amministrazione, ma anche chi nella maggioranza e nell'opposizione non ha fatto nulla per chiudere gli spazi in cui si sono annidati e hanno prosperato clientele e malaffare. Dal Pd a Sel, dai Cinque Stelle alla Lista Marchini, tutti hanno continuato a difendere quelle aziende partecipate di cui si è nutrita l'ormai nota "mucca", sostenendo così le più deleterie istanze corporative. La città deve tornare a discutere di soluzioni”, osservano ancora i Radicali, “e non può attendere ancora la resa dei conti interna al Pd che tiene in ostaggio il governo della città da quando è scoppiata l’inchiesta, né tantomeno le reazioni del premier-segretario Renzi alla sua prima sconfitta elettorale. Noi, come Radicali, siamo impegnati a restituire centralità alla politica, coinvolgendo anche i cittadini in un dibattito sulla visione di città. Per questo abbiamo appena lanciato due delibere popolari che offrono soluzioni mirate e strategiche per il superamento dei campi rom e la riforma del sistema di accoglienza ai rifugiati. E siamo al lavoro su proposte referendarie anche su altri temi particolarmente cari ai romani come la mobilità, la situazione del litorale di Ostia, le infrastrutture e la riforma dei servizi alla persona. Proposte di riforma strutturale per riscattare la capitale dalla crisi politica, istituzionale ed economica che sta attraversando, e che rappresentano il solo programma di governo possibile, anche se si dovesse tornare al voto prima del tempo. Roma deve essere all’altezza delle altre grandi capitali europee”, concludono Magi e Capriccioli, “e tornare ad essere un luogo in cui sia bello vivere”.  

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Deleghe P.A., Pdm: Parlamento discuterà su unificazione forze di polizia e smilitarizzazione Gdf

Mar, 06/16/2015 - 18:38
16/06/15

La prima Commissione, Affari Costituzionali, della Camera dei Deputati, ha dichiarato ammissibili due emendamenti presentati dal vicepresidente dello stesso ramo del Parlamento, Roberto Giachetti (PD), al ddl Madia (C. 3098) recante deleghe al Governo sulla P.A.

Gli emendamenti sono: Delega al Governo in materia di istituzione del Corpo della polizia tributaria, di nomina del Direttore generale di tale Corpo e di transito del personale del Corpo della guardia di finanza nel medesimo (7.017); Delega al Governo in materia di ridefinizione della dipendenza gerarchica e delle funzioni dell'Arma dei carabinieri e modifica all'articolo 6 della legge 1o aprile 1981, n. 121, concernente la dotazione di personale del Dipartimento della pubblica sicurezza (7.016).   "Finalmente - dichiarano Comellini e Turco - dopo anni di latitanza sui temi della smilitarizzazione del Corpo della Guardia di finanza e dell'unificazione dell'Arma dei Carabinieri con la Polizia di Stato ora il Parlamento ne dovrà discutere concretamente nell'ambito dei lavori della prima Commissione Affari Costituzionali per l'esame del ddl Madia, grazie a due emendamenti presentati dal vicepresidente della Camera Roberto Giachetti.

Nel ringraziare il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, per il prezioso lavoro svolto ci auguriamo che le nostre proposte possano trovare il pieno consenso di tutti i membri della Commissione nell'interesse del Paese e per una reale sicurezza dei cittadini italiani."   Lo dichiarano Luca Marco Comellini e Maurizio Turco, segretario e cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm).  

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MafiaCapitale: Pannella, Bernardini e Di Nanna domani incontrano Pignatone per presentare denuncia contro il comune di Roma per discriminazione nei confronti di Rom e Sinti

Mar, 06/16/2015 - 18:25
16/06/15

Domani alle 11 Marco Pannella, la segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini e l'avvocato Vincenzo Di Nanna verranno ricevuti dal procuratore Capo di Roma Giuseppe Pignatone al quale presenteranno denuncia nei confronti del comune di Roma per discriminazioni contro rom e sinti.

Al termine dell'incontro, alle 12, Marco Pannella, Rita Bernardini e Vincenzo Di Nanna terranno una conferenza stampa presso la sede del Prt via di Torre Argentina 76.

 

 

 

 

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Carceri/ Giustizia: che ne sa il S.g. del Consiglio d’Europa dell’irragionevole durata dei processi in Italia?

Mar, 06/16/2015 - 16:23
16/06/15

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani

Premesso che non si comprende a quale titolo il Segretario Generale del Consiglio d’Europa rilasci dichiarazioni “politiche” sull’operato dei governi, colpiscono le parole secondo le quali Thorbjorn Jagland promuova l’Italia in merito alla sentenza Torreggiani e si spinga a congratularsi con il Ministro Orlando su quanto l’Italia avrebbe fatto per ridurre la lunghezza dei processi. Le iniziative messe in campo dall’Italia, avrebbe detto il SG, “potrebbero diventare esempi di buone pratiche per altri Paesi". Ma Thorbjorn Jagland sa qualcosa dell'irragionevole durata dei processi in Italia? Il fatto che (con incredibile ritardo) paghiamo gli indennizzi della legge Pinto (da verificare, comunque, se sarà efficace l'accordo con la Banca d'Italia) non significa che i processi siano di una durata "ragionevole" ma che lo Stato italiano "paga" cifre spaventose (oggetto peraltro di una nostra denuncia per danno erariale confezionata da Deborah Cianfanelli della Direzione di Radicali italiani) per violare sistematicamente la costituzione italiana (art. 111) e la convenzione europea (art. 6).  

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Giustizia. Carceri: Che ne sa il s.g. del Consiglio d’Europa dell’irragionevole durata dei processi in Italia?

Mar, 06/16/2015 - 16:19
16/06/15

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani:

Premesso che non si comprende a quale titolo il Segretario Generale del Consiglio d’Europa rilasci dichiarazioni “politiche” sull’operato dei governi, colpiscono le parole secondo le quali Thorbjorn Jagland promuova l’Italia in merito alla sentenza Torreggiani e si spinga a congratularsi con il ministro Orlando su quanto l’Italia avrebbe fatto per ridurre la lunghezza dei processi.

Le iniziative messe in campo dall’Italia, avrebbe detto il SG, “potrebbero diventare esempi di buone pratiche per altri Paesi". Ma Thorbjorn Jagland sa qualcosa dell'irragionevole durata dei processi in Italia? Il fatto che (con incredibile ritardo) paghiamo gli indennizzi della legge Pinto (da verificare, comunque, se sarà efficace l'accordo con la Banca d'Italia) non significa che i processi siano di una durata "ragionevole" ma che lo Stato italiano "paga" cifre spaventose (oggetto peraltro di una nostra denuncia per danno erariale confezionata da Deborah Cianfanelli della Direzione di Radicali italiani) per violare sistematicamente la costituzione italiana (art. 111) e la convenzione europea (art. 6).

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Russia-Ucraina. Un giorno di sciopero della fame a un anno dal sequestro della pilota Nadiya Savchenko. It’s time to #FreeSavchenko

Mar, 06/16/2015 - 15:28
16/06/15

Domani, 17 giugno, i dirigenti dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta Silvja Manzi, Igor Boni e Marco del Ciello attueranno un giorno di sciopero della fame a un anno esatto dalla presa in ostaggio in territorio ucraino e dal trasferimento forzato nelle carceri russe della pilota militare e parlamentare ucraina Nadiya Savchenko; una pratica considerata grave violazione dei diritti umani dalle convenzioni internazionali.

Nadiya Savchenko, 34 anni, si è distinta nella sua carriera militare come unica donna soldato a prestare servizio nelle truppe di pace ucraine in Iraq e come prima donna ad arruolarsi nell'Accademia aeronautica ucraina. È detenuta, in attesa di giudizio, imputata di omicidio, benché la sua cattura sia stata precedente l’uccisione dei due giornalisti di cui è accusata. 

Eletta al Parlamento ucraino, è divenuta membro della delegazione del suo Paese all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) e come tale ha - avrebbe! - diritto all'immunità internazionale.

Nonostante il "Pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk", adottato e firmato a Minsk il 12 febbraio 2015 e accettato dalla Federazione russa, preveda lo scambio di tutti gli ostaggi politici e di tutte le persone detenute illegalmente, la Russia si rifiuta di rilasciare Nadiya Savchenko, così come gli altri detenuti politici. 

Nadiya Savchenko ha intrapreso, in più riprese, un lunghissimo sciopero della fame, durato complessivamente 83 giorni, contro la sua detenzione illegale e i maltrattamenti subiti (trattamenti psichiatrici coatti; radi, difficoltosi e controllati colloqui con i legali, da effettuarsi in russo!; luce della cella accesa h24; mancate cure mediche, che hanno provocato la perdita dell’udito a un orecchio; impossibilità di visite da parte di osservatori internazionali indipendenti).

Dichiarazione di Silvja Manzi, Igor Boni e Marco del Ciello, coordinatori Associazione radicale Adelaide Aglietta:

"Con un giorno di sciopero della fame vogliamo sostenere la lotta di Nadiya Savchenko e quella di tutti i democratici ucraini, per dire alla Russia di Putin: It’s time to #FreeSavchenko! In questo conflitto, colpevolmente ignorato dai media italiani ma che avrà conseguenze e ripercussioni imprevedibili per tutta l’Europa, una donna è diventata il simbolo nonviolento della lotta per la libertà e l’autodeterminazione del suo Paese. Nadiya Savchenko, insignita la settimana scorsa del prestigioso Atlantic Council Freedom Award, ha utilizzato l’unica arma che aveva a disposizione dalla cella del carcere nel quale è rinchiusa illegalmente da un anno, in violazione delle convenzioni internazionali e del rispetto dell’immunità diplomatica, l’arma della nonviolenza. Con lo sciopero della fame che ha portato avanti, in più riprese, per 83 giorni, ha mostrato al mondo la violenza e l’arroganza del regime di Putin. Speriamo che dall'Italia, le Istituzioni, la politica i cittadini e la cosiddetta società civile aprano gli occhi e dedichino attenzione e impegno a questa vicenda di violazione dei diritti che ferisce l'Europa e le nostre democrazie".

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Carceri: memoria di Radicali Italiani al Consiglio d’Europa

Mar, 06/16/2015 - 11:10
16/06/15

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani

Radicali italiani è l’unica organizzazione che ha presentato memorie al Consiglio d’Europa sulla sentenza Torreggiani. Nel giorno in cui il Ministro della Giustizia Andrea Orlando presenta a Strasburgo le misure messe in atto e da incardinare per corrispondere a quanto richiesto dalla sentenza “pilota” della Corte EDU che nel 2013 aveva condannato l’Italia per i trattamenti inumani e degradanti inferti ai detenuti nelle nostre carceri, ci auguriamo che la nostra documentazione sia vagliata dai delegati del Consiglio d’Europa. (E’ pubblicata online sul sito istituzionale  https://wcd.coe.int/ViewDoc.jsp?Ref=DH-DD%282015%29562&Language=lanFrench&Site=CM)   Nella nostra memoria, redatta con la collaborazione dell’avv. Giuseppe Rossodivita, oltre a documentare come – nonostante la diminuzione della popolazione detenuta, in 58 istituti ci sia ancora un sovraffollamento che va dal 130 al 200%, Radicali italiani si soffermano sui cosiddetti rimedi preventivi e risarcitori che il nuovo art. 35 ter dell’Ordinamento Penitenziario assicura solo ad un’estrema minoranza delle decine di migliaia di reclusi che hanno subito quei trattamenti disumani e degradanti. La sentenza Torreggiani, invece, chiedeva fossero “effettivi” e non semplicemente scritti sulla carta ma inarrivabili. Nella documentazione inviata a Strasburgo i radicali evidenziano il dato drammatico dei suicidi e tutte le altre violazioni dei diritti umani in atto ancora oggi negli istituti penitenziari: dal mancato accesso alle cure alla diffusione di malattie anche infettive, dalle carenze igienico-sanitarie a quelle trattamentali come il lavoro e la scuola alle quali hanno accesso solo il 20/30% dei reclusi.   Il fatto che il Ministro Orlando abbia definito “criminogene” le nostre carceri, è stato salutato con favore da noi e dal leader radicale Marco Pannella: è la prima volta, infatti, che un ministro della Giustizia fa un’ammissione di questa portata. L’analisi è dunque giusta e, se è giusta l’analisi, occorrono comportamenti riformatori e di “legalizzazione” del sistema conseguenti. Per noi radicali continua ad essere obbligato un intervento di amnistia che consenta alla giustizia penale italiana – oggi paralizzata da 4.600.000 procedimenti penali pendenti – di ripartire. Non è sufficiente fare accordi con la Banca d’Italia per risarcire finalmente i tantissimi italiani ai quali viene riconosciuta l’irragionevole durata dei processi se la “macchina” della giustizia produce sistematicamente ritardi che da trent’anni, secondo il Consiglio d’Europa, colpiscono nell’insieme decine di milioni di cittadini italiani.  

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Mafia Capitale, Radicali: domani presenteremo con Emma Bonino due proposte concrete di riforma per superare la crisi su campi rom e rifugiati

Ven, 06/12/2015 - 18:45
12/06/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere comunale a Roma e presidente di Radicali Italiani, e di Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma.

  "Per superare la crisi di ‘mafia capitale’ non occorrono retorici richiami all'onestà, ma proposte concrete di riforma che rompano il sistema clientelare ormai incancrenito e liberino le risorse della città indirizzandole verso la soluzione dei problemi". Lo dichiarano in una nota Riccardo Magi, consigliere comunale a Roma e presidente di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma. "Domani alle 11:00 in Campidoglio, nella Sala della Piccola Protomoteca, presenteremo insieme a Emma Bonino, Luigi Manconi, Pippo Civati, Rita Bernardini e altri due delibere di iniziativa popolare per il superamento dei campi rom e la riforma dell'accoglienza ai rifugiati a Roma. Due delibere", proseguono Magi e Capriccioli, "promosse da Radicali Roma insieme all'Associazione 21 luglio, A Buon Diritto, Arci Roma, Asgi, Cild, Possibile, Un Ponte Per, ZaLab, che indicano la strada dell'inclusione non soltanto per una migliore tutela dei diritti umani, ma anche per un impiego virtuoso delle risorse che scardinerebbe le logiche criminali degli ultimi decenni. Un'iniziativa intitolata significativamente 'Accogliamoci'", concludono Magi e Capriccioli, "per aprire la strada a una città libera dalla corruzione e dai ghetti: senza accendere le ruspe, ma facendo funzionare il cervello".  

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Convegno su Etica pubblica e diritto penale: istituzioni, terzo settore e società civile a favore della legalità. Partecipa Rita Bernardini

Ven, 06/12/2015 - 17:57
12/06/15

La segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini il 18 giugno parteciperà al convegno "Etica pubblica e diritto penale: istituzioni, terzo settore e società civile a favore della legalità", organizzato dall'associazione culturale Imaiuscola. Saranno presenti Raffaele Cantone e il responsabile giustizia del Pd Davide Ermini. Il comunicato stampa dell'evento:

Cantone: Cittadini e poteri pubblici insieme contro la corruzione

Nell’impegno a favore della legalità e responsabilità diffuse scende in campo il Terzo settore, con voci autorevoli della politica e operatori del diritto. L’Associazione Imaiuscola Project Tank, promotrice di progetti di cittadinanza attiva, organizza con e presso Civita l’incontro Etica pubblica e diritto penale, giovedì 18 giugno 2015. Apre i lavori la videointervista al Presidente ANAC, Raffaele Cantone, per il quale la corruzione è un “meccanismo di blocco dell’intero sistema” e per combatterla “è necessario un salto di qualità anche da parte dei cittadini: più consapevolezza dei danni che il fenomeno provoca alla società; più collaborazione con i poteri pubblici”. Per il deputato PD David Ermini “non è solo un fenomeno grave sul piano giudiziario, ma un fatto odioso che danneggia economia e società, contro il quale ingaggiare una lotta senza quartiere, che coinvolga tutti, istituzioni e cittadini”. La radicale Rita Bernardini ne fa una questione di democrazia e Stato di diritto: “la ‘mafiosità partitocratica’ annidata nelle viscere delle istituzioni va estirpata facendo appello alla conoscenza del passato”. Attesi anche gli interventi del sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, e dei giuristi Pierantonio Zanettin, Carmine Castaldo, Simone Faiella, Caterina Flick Andrea Sereni, che animeranno dibattito. Insieme, dunque, per dire no alla corruzione che inquina il sistema politico-sociale e rimettere al centro dei comportamenti pubblici l’etica, alla base del patto fra Stato e cittadini.

Un messaggio chiaro: Senza etica pubblica, nessuna riforma possibile

La partita decisiva delle riforme non può essere lasciata nelle mani dei soli addetti ai lavori, ma lancia un’ampia sfida di etica pubblica, da cui nessuno può chiamarsi fuori. Sono in gioco la qualità della nostra democrazia e il valore stesso del vivere civile. L’evento propone una riflessione attenta sul rapporto tra valori etici e strumenti giuridici: senza una nuova etica pubblica, nessuna riforma strutturale della società è possibile e duratura. Molto si può e si deve fare insieme per rifondare quella tensione morale che dà slancio all’intero tessuto sociale, restituendo al Paese competitività e capacità produttiva. 

La proposta: Avanti verso un sistema giudiziario più efficace e integrato

L’incontro, coordinato da Sonia D’Ottavio, farà il punto sulla necessità di efficientare la macchina giudiziaria coniugando le esigenze di repressione del fenomeno corruttivo con politiche di ponderata deflazione. Tra i temi sul tappeto: semplificazione della normativa sugli appalti e implementazione della trasparenza come strumento di controllo diffuso. Un confronto fra tecnici, politica e società, utile a sviluppare nuove linee di indirizzo per il legislatore.

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Putin in Italia. Radicali Torino: Matterella e Renzi chiedano immediata liberazione di Nadya Savchenko

Ven, 06/12/2015 - 17:48
10/06/15

Ricco programma di incontri per il presidente Vladimir Putin, in questi giorni in Italia; tra questi, i colloqui con il primo ministro Matteo Renzi e, poi, con il presidente Sergio Mattarella. Tra gli argomenti in discussione non potranno mancare l’Ucraina e, di conseguenza, i rapporti con l’Unione Europea

Dichiarazione di Silvja Manzi, Igor Boni e Marco del Ciello, Coordinatori Associazione radicale Adelaide Aglietta:

"L’Italia deve scegliere da che parte stare e deve scegliere di stare dalla parte della democrazia e dell’Europa. Per questo deve chiedere a Putin un atto immediato, concreto e fondamentale: It’s time to #FreeSavchenko!

C’è un Paese, oggi, in piena Europa, che rischia di rimanere schiacciato tra l’aggressività russa e la debolezza europea; un Paese, l’Ucraina, che aspira a divenire pienamente europeo e rischia invece di rimanere vittima di una guerra che non ha scelto e voluto. Sappiamo che la Russia viene ritenuto un partner economico strategico - e se ne potrebbe discutere - ma l’Ucraina rappresenta, invece, un Paese dalle enormi potenzialità e opportunità, soprattutto per i nostri imprenditori, che soltanto una politica cieca e asservita alla diplomazia autoritaria russa non riesce a vedere.

C’è una donna, oggi, ostaggio in Russia; una pilota e parlamentare ucraina, Nadiya Savchenko, membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, detenuta illegalmente in violazione delle convenzioni internazionali e del rispetto dell’immunità diplomatica. Il prossimo 17 giugno sarà trascorso un anno dal suo rapimento in territorio ucraino e dal suo trasferimento forzato in Russia; un anno di carcerazione preventiva; un anno di maltrattamenti continuati (trattamenti psichiatrici coatti; radi, difficoltosi e controllati colloqui con i legali, da effettuarsi in russo!; luce della cella accesa h24; mancate cure mediche, che hanno provocato la perdita dell’udito a un orecchio; impossibilità di visite da parte di osservatori internazionali indipendenti).

Nadiya Savchenko ha intrapreso, a più riprese, un lunghissimo sciopero della fame contro la sua detenzione illegale e i maltrattamenti subiti per affermare il suo diritto a rientrare nel suo Paese; ha scelto un metodo di lotta nonviolenta che i democratici di tutto il mondo devono sostenere. Anche il nostro Primo Ministro e il nostro Presidente della Repubblica.

Per questo chiediamo che, come già altri paesi europei e gli Stati Uniti in testa, anche l’Italia chieda a Putin di compiere un gesto altamente simbolico di apertura e di liberare Nadiya Savchenko, insieme agli altri detenuti politici ucraini, come peraltro richiesto dagli Accordi di Minsk sottoscritti anche dalla Russia".

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GdF al Corecom: Boni e Manfredi: Una non notizia? Subito online banner con contributi dati a tv locali. Su bollettino ufficiale occorre pubblicare anche i criteri seguiti per stilare graduatoria emittenti

Ven, 06/12/2015 - 17:40
12/06/15

Dichiarazione di Igor Boni e Giulio Manfredi, dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta:

Abbiamo appreso solo grazie a uno spiffero di perquisizioni della Guardia di Finanza nella sede del Corecom (Comitato regionale per le Comunicazioni) e nelle sedi  delle più importanti emittenti regionali, nell’ambito di indagini, in atto anche in altre regioni, sui contributi statali elargiti alle emittenti locali: oltre 70 milioni di euro, di cui una parte importante (7 milioni, poi ridottisi a 5 ma in procinto di ritornare ai massimi) in favore delle reti piemontesi.

Innanzitutto, ci pare che la notizia sia stata ingiustamente snobbata finora dai media, visto che stiamo parlando di finanziamenti pubblici nel settore delicato e importante dell’informazione televisiva.

In secondo luogo, chiediamo al presidente del Corecom, Bruno Geraci, due cose precise: di far pubblicare sul sito istituzionale, in un apposito banner, tutti i contributi distribuiti dal Corecom in questi anni alle emittenti locali piemontesi; di far pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte non solo la graduatoria delle emittenti(vedi link) ma anche i criteri seguiti per stilare tale graduatoria.

Siamo stati i primi, negli anni 2011 e 2012 (quindi, ben lontano dalle elezioni regionali) a chiedere che il Consiglio Regionale si facesse carico della grave crisi in cui versava e in cui versa l’emittenza privata. Questo fatto non va a detrimento, anzi rafforza l’esigenza di assicurare la massima trasparenza e informazione dell’opinione pubblica sui contributi elargiti e sui criteri con i quali sono stati elargiti.

Comunicato Corecom con graduatoria emittenti

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Condono Campania, Radicali PLGN: Non è questione di rifiuti ma di visione. Contro cementificazione selvaggia e abusivismo non serve condono, ma grande piano di riconversione edilizia

Ven, 06/12/2015 - 16:23
11/06/15

Comunicato di Giuseppe Alterio, Luigi Mazzotta e Rosario Scognamiglio, rispettivamente segretario, presidente e tesoriere dell’Associazione Radicale “Per La Grande Napoli”:

Le dichiarazioni del neo eletto Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca contro gli abbattimenti dei manufatti abusivi e a favore di “una forma di sanatoria selettiva” hanno l’unico merito di riportare agli onori della cronaca il tema della cementificazione caotica e criminale che ha devastato il territorio campano.

Come più volte ricordato da Aldo Loris Rossi, architetto e urbanista, l’Italia e in particolare la Campania “hanno visto dal dopoguerra un processo di urbanizzazione intenso e sregolato che ha distrutto il territorio intorno alle città e dato luogo a quartieri invivibili e ingestibili di edilizia spaventosa, degradata, senza infrastrutture e servizi adeguati.”

Le coste campane sono completamente cementificate fino alla spiaggia, con enormi danni al turismo che dovrebbe rappresentare , anche secondo De Luca, un settore centrale della nostra economia.

Noi Radicali dell’Associazione Radicale “Per La Grande Napoli” non crediamo che la ricetta giusta sia quella della “sanatoria selettiva” indicata da De Luca, anche se apprezziamo i tre limiti indicati (seconde case, luoghi con vincoli assoluti, e con pericolo di pubblica incolumità). In Campania il problema non sono mai stati i “poveracci” dell’abusivismo di necessità ma i grandi speculatori figli della cultura politico-affaristico-camorristica.

Quello che manca nell’impostazione di De Luca è una visione complessiva che restituisca al territorio e alla società campana una identità.

Quello che serve è un grande piano di riconversione edilizia che - attraverso incentivi fiscali e, ove accettabile, di cubatura - abbia l’obiettivo di rigenerare il patrimonio edilizio campano nel rispetto delle normative antisismiche, energetiche e sul rischio idrogeologico, facendosi carico del rischio Vesuvio e del recupero a verde di territori attualmente cementificati con edilizia di bassa qualità.

Un progetto siffatto avrebbe il merito anche di rimettere in moto l’economia e l’occupazione nel settore edilizio come in quello del turismo.

 

 

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Corruzione a Roma, intervista a Rita Bernardini

Ven, 06/12/2015 - 16:03
12/06/15

Intervista a cura di Marianna Mascioletti per stradeonline.it

Era il 2007, quasi un decennio fa: l'economia mondiale era in piena espansione, quella italiana vivacchiava ancora, il sindaco di Roma era Veltroni, l'opinione pubblica era lontana mille miglia da qualunque pensiero di infiltrazioni mafiose nella capitale d'Italia.

In un sonnacchioso giorno di agosto, come nella miglior tradizione radicale, si levò da via di Torre Argentina una voce isolata, a fare un'affermazione "scandalosa": "Nei locali del centro di Roma si parla troppo napoletano". A denunciare era Rita Bernardini, all'epoca segretario in carica di Radicali Italiani; a sommergerla di accuse di "razzismo" e dietrologia, invece, ci pensarono personalità politiche quali Alessandra Mussolini e Italo Bocchino. L'allora prefetto di Roma Achille Serra fu drastico: "Le forze dell'ordine in questi ultimi anni hanno lavorato sodo e con risultati brillantissimi. Mai è emersa la possibilità di una gestione territoriale delle organizzazioni criminali di cui sopra".

La Bernardini replicò: "I sospetti che ho espresso - che trovano conferma negli esiti di numerose recenti inchieste condotte dalla magistratura romana - nascono dal vedere ripetersi a Roma di un fenomeno ben conosciuto a Napoli come in altre località italiane: vorticose attività di compravendita di esercizi commerciali bene avviati e di immobili, e costosissime ristrutturazioni che celano iniziative di riciclaggio di denaro sporco." Dove per "sporco", vista la pluridecennale attività politica della leader radicale nel campo dell'antiproibizionismo, si intendeva soprattutto denaro ricavato dai traffici illeciti di droga.

A novembre 2014, un'ondata di arresti scuote Roma: l'inchiesta in corso viene battezzata "Mafia Capitale", a sottolineare come la "cricca" di potere che, secondo gli inquirenti, tiene sotto controllo la città, ramificandosi tra istituzioni e sottobosco illegale, abbia molte delle caratteristiche del crimine organizzato.

Tra chi invoca le dimissioni del sindaco Marino e chi propone autocritica, tra inchieste giornalistiche "leggermente" in ritardo e scandalo generale, ai Radicali resta la soddisfazione, ma anche l'amarezza, di essere, come spesso nella loro storia, arrivati prima di tutti a denunciare malaffare e corruzione. In quest'intervista, cerchiamo, proprio con Rita Bernardini, di fare il punto sulla situazione.

Rita Bernardini, cosa vorresti rispondere oggi a chi all'epoca ti accusò di "razzismo" e cercò di sminuire così la portata delle tue affermazioni?

Consentimi una premessa. Se l'intervista riguarda il processo "Mafia capitale" dico subito che quanto sta avvenendo nella capitale ha a che fare probabilmente solo di striscio con le mie affermazioni del 2007. Gli inquirenti l'hanno semplicemente sparata grossa (416-bis, associazione mafiosa) per avere più strumenti intimidatori a disposizione di fronte al fenomeno della corruzione che nella capitale c'è, c'è sempre stato, è di proporzioni gigantesche, e che solo da pochi anni viene messo a fuoco da alcune -probabilmente troppo poche e troppo poco pregnanti- inchieste. Dovremmo parlare piuttosto di "mafiosità partitocratica" (definizione pannelliana) radicata nelle viscere delle istituzioni.

In che senso?

Trovo perfetta una dichiarazione di Marco Pannella risalente al 1992, l'era di Tangentopoli: "Un paio di generazioni di magistrati, tranne esigue minoranze radicali, hanno concorso in modo determinante, con le loro omissioni, a creare un regime di desolazione, di disordine, di corruzione, di iniquità arrogante e insopportabile, di disservizi invivibili, di degrado dell'ambiente e della qualità della vita. Lo stesso ceto politico, estraneo alla cultura dello Stato di diritto, non s'è nemmeno accorto che la tragedia che l'investe, e ci investe tutti nel paese, è in buona parte dovuta alla impossibile supplenza della giurisdizione cui è stato condannato, cui il Parlamento e il Governo sono stati costretti per la sistematica inadempienza giurisdizionale e ai propri obblighi ed alle proprie funzioni."

Torniamo alle tue dichiarazioni del 2007: hanno scatenato polemiche feroci, ma poi si è scoperto che avevi ragione...

Quando 8 anni fa, nel corso di una conferenza stampa sulla droga, feci quelle dichiarazioni sulle infiltrazioni di tipo camorristico/mafioso a Roma, mi riferivo in particolar modo al riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico, denaro che veniva vorticosamente "ripulito" attraverso l'acquisizione di esercizi commerciali quali bar, ristoranti, hotel i cui locali erano oggetto (anche più volte in un anno) di ristrutturazioni milionarie e di ripetuti passaggi di proprietà. Non che io avessi fatto mie indagini, non ne avevo i mezzi, come non li ho oggi. Avevo semplicemente osservato quel che avveniva sotto gli occhi di tutti i frequentatori del centro storico. Tralascio le reazioni dei politici campani dell'epoca, ma ricordo che l'allora prefetto di Roma Achille Serra rispose stizzito che a Roma era "tutto sotto controllo", che le mie affermazioni erano "pesanti e prive di fondamento", salvo poi convocare di lì a poche ore il Comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico.

Comunque, dal 2007 ad oggi non si contano le inchieste anche giornalistiche che hanno dovuto darmi ragione, ma la soddisfazione più grande l'ho avuta grazie alla difesa dell'avvocato radicale Giuseppe Rossodivita nel 2012, quando la Rai-tv, il conduttore televisivo Mirabella e il sociologo De Masi sono stati condannati a risarcirmi perché nella trasmissione "Cominciamo bene" i due protagonisti mi avevano abbondantemente, mi si passi l'espressione, presa per il culo sostenendo che le mie dichiarazioni erano probabilmente la conseguenza di un caffè al Viagra servitomi da qualche barista napoletano. 10mila euro che ho immediatamente girato nelle casse del Partito Radicale. Il Tribunale di Roma motivò l'esiguità del risarcimento sostenendo che il danno morale da me subito fu ridimensionato dal fatto che la mia opinione, "a breve distanza di tempo, era stata confortata dalle prese di posizione della Magistratura".

Cosa pensi della politica locale romana? Bisogna azzerare tutto subito, come chiedono le destre e i grillini, o c'è qualcosa da salvare? Penso a Riccardo Magi, radicale eletto al Consiglio Comunale, che ha cominciato a lavorare da subito contro la corruzione in città, ma anche ad altre persone oneste e capaci, e soprattutto alla posizione scomoda del sindaco Marino: se lui, che sta collaborando con le indagini, dovesse essere costretto a dimettersi, non ci sarebbe il rischio che i poteri criminali di prima, apparentemente spiazzati dal "sindaco marziano", si consolidino di nuovo?

Nel sud d'Italia sono all'ordine del giorno i comuni sciolti per mafia e governati da commissari prefettizi. Se di associazione mafiosa si tratta come sostiene il procuratore Pignatone – e io, come ho già detto, non ne sono convinta – non vedo perché la capitale dovrebbe avere un trattamento di favore. Riccardo Magi sta facendo un ottimo lavoro "radicale", ma le sue capacità di proposta riformatrice sono limitate da una situazione istituzionale e democratica letteralmente allo sfascio. Le proposte di Riccardo non potevano -e non possono oggi- essere accettate dalla maggioranza di cui fa parte. All'inizio del mandato perché il PD pensava di cavarsela in continuità con le modalità di amministrare in combutta con alcuni funzionari capitolini; oggi perché il medesimo PD è alla ricerca di appigli per tentare di non affogare nel fango. Sulle questioni oggetto delle inchieste di Pignatone (campi rom e profughi) il PD potrebbe fare sue le proposte di delibera di Radicali Roma e di Magi, ma dubito che lo farà.

Quanto al rischio che, rifatte le elezioni, tutto ritornerà sostanzialmente come prima, non di rischio ma di certezza si tratta, perché affinché qualcosa cambi occorrerebbe avere "elezioni democratiche" e da anni questo in Italia (non solo a Roma) non è più possibile. A quanto sembra siamo rimasti abbastanza isolati, con Marco Pannella, ad affermarlo.

Il "lungomuro" sul litorale romano, altro centro dell'inchiesta che per brevità continuiamo a definire "Mafia Capitale": pochi ricordano che, nel 1992, Marco Pannella divenne presidente dell'allora XIII Municipio di Roma e ingaggiò una lotta senza quartiere contro l'abusivismo edilizio, interrotta dopo meno di quattro mesi. Puoi raccontarci qualcosa di più?

Stiamo parlando di 23 anni fa. Marco in quei 100 giorni da amministratore (l'unico incarico di governo che gli sia stato affidato nella sua vita) capì che il problema era istituzionale da una parte e di rispetto delle regole, contro le prepotenze, dall'altra. Ottenne con successo, nell'ottica federalista, l'autonomia per Ostia e affrontò immediatamente (anche con le RUSPE, ironia della sorte, NdR) il problema devastante dell'abusivismo edilizio. Trovò però di fronte a sé il "muro" ben più resistente di una magistratura cieca, sorda e muta che al ripristino della legalità preferì dare man forte a chi gli abusi a danno del territorio aveva perpetrato con sfrontatezza.

Secondo te quali sono, oggi, i "nodi" del malaffare romano con cui, in un prossimo futuro, bisognerà fare i conti?

Il primo problema – lo so, mi ripeto – è di democrazia. Senza elezioni democratiche dove le leggi per concorrervi siano rispettate e dove sia data ai cittadini la possibilità concreta di conoscere le liste e le candidature in competizione, è inutile che stiamo a discutere.

Più specificamente, si dovrebbe lavorare su alcuni punti: anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, anagrafe dei rifiuti, vera conoscibilità degli appalti, semplificazione delle procedure, perché più la normativa è complicata più è facile che la corruzione trovi la sua strada "semplificatrice"... insomma un controllo diffuso da parte dei cittadini, questo è quello che occorre. Nel 2007, come radicali, proponevamo all'amministrazione romana di mettere in piedi una banca dati che registrasse tutti i cambi di gestione nel commercio, i passaggi di proprietà, le autorizzazioni richieste per ristrutturazioni, ecc. Un lavoro che era già urgente otto anni fa. Ho motivo di dubitare che la banca dati sia stata realizzata, mentre sono convinta che i controlli e gli incroci (se vengono fatti - e ne dubito) si verifichino ancora sul cartaceo andando a cercare i faldoni giusti.

 

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Mafia Capitale, Magi: intercettazioni? su Barbuta targata “Leroy Merlin” abbiamo evitato ennesima violazione diritti

Gio, 06/11/2015 - 18:56
11/06/15

Parlare di commissioni e non di obiettivi sarebbe segnale di estrema debolezza. Per questo, sabato lanceremo le delibere popolari su campi Rom e rifugiati

  Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma   “A quanti mi chiedono di commentare le intercettazioni pubblicate oggi dai giornali da cui si evince che l’iniziativa realizzata lo scorso ottobre con l’Associazione 21 Luglio, proprio presso la sede dell’assessorato per le Politiche sociali, avrebbe fatto saltare il progetto del nuovo campo rom a la Barbuta finanziato dalla Leroy Merlin, rispondo che non ho altro da aggiungere rispetto a quanto denunciamo da mesi e che in quel caso ha, a quanto apprendiamo, permesso di evitare l’ennesima violazione di legge e di diritti. Al di là dell'aspetto giudiziario, che attiene esclusivamente al lavoro dei magistrati, l’idea stessa di autorizzare un nuovo campo etnico 'con lo sponsor', invece di impegnarsi concretamente per il superamento dei campi, rispecchia chiaramente il fallimento delle politiche adottate finora da questa Amministrazione e dalle precedenti: prive di obiettivi e di una strategia, ormai “europea”, sulla questione rom. In assenza di politiche strategiche, su questo come su altri temi, è facile che a dettare legge sia chi ha obiettivi chiari, seppur criminali. Le intercettazioni uscite oggi nelle quali risulto essere, con la nostra iniziativa Radicale, ‘un problema’ per chi progettava ulteriori affari illeciti sulle tasche dei cittadini romani (anche di quelli rom costretti alla segregazione nei campi) confermano l'urgenza assoluta di impegni concreti. Al sindaco Marino ribadiamo dunque il nostro invito a presentarsi al più presto in Aula Giulio Cesare con una relazione politica sul malfunzionamento dei controlli interni dell'Amministrazione e di descrivere in modo chiaro pochi punti di riforma e di reale rottura che intende perseguire. A partire dai settori di azione che sono al centro dell’inchiesta (campi rom, centri accoglienza per rifugiati), sui quali sono possibili riforme immediate, come quelle che sabato, insieme a Emma Bonino, Rita Bernardini, Luigi Manconi e numerose associazioni, presenteremo in Campidoglio attraverso due delibere di iniziativa popolare. Ogni altro modo di affrontare questa crisi politica e istituzionale, che prescinda da tale passaggio, incluso il rimpasto delle commissioni, si rivelerebbe di estrema  debolezza politica, se non di assoluta inconsistenza, così come continuare ad appellarsi esclusivamente all’onestà personale”.   DI SEGUITO L’INVITO ALLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLE DELIBERE POPOLARI PER IL SUPERAMENTO DEI CAMPI ROM E LA RIFORMA DELL’ACCOGLIENZA AI RIFUGIATI:   ACCOGLIAMOCI PER UNA CAPITALE SENZA GHETTI NÉ RUSPE Presentazione delle delibere di iniziativa popolare per il superamento dei campi rom e la riforma dell'accoglienza ai rifugiati a partire da Roma Sabato 13 giugno, ore 11.00, Campidoglio -  Sala della Piccola Protomoteca   Intervengono: Emma BONINO, Partito Radicale Luigi MANCONI, presidente della Commissione diritti umani del Senato e di A Buon Diritto Riccardo MAGI, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma Carlo STASOLLA, presidente dell’Associazione 21 Luglio Patrizio GONNELLA, portavoce della Cild - Coalizione italiana Libertà e Diritti civili Claudio GRAZIANO, responsabile immigrazione di Arci Roma Salvatore FACHILE, Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione Giuseppe CIVATI, Possibile Rita BERNARDINI, segretaria di Radicali Italiani Introduce e modera Alessandro CAPRICCIOLI, segretario di Radicali Roma Accogliamociè un'iniziativa di: Radicali Roma, A Buon Diritto, Arci Roma, Asgi, Associazione 21 Luglio, Cild, Possibile, Un Ponte Per, ZaLab   I giornalisti interessati sono pregati di inviare una email a info@accogliamoci.it entro le ore 20 di venerdì 12 giugno.   L'accesso per la stampa alla Piccola Protomoteca è previsto dal Portico del Vignola. Per info: Alice Gussoni  347 449 17 24    

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Sindaco di Morbegno firma per il riconoscimento della minoranza Rom e il senatore Crosio per il testamento biologico

Gio, 06/11/2015 - 16:30
11/06/15

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Gianfranco Camero (Radicali Sondrio):

L'iniziativa di Radicali Sondrio sulla proposta di legge per il riconoscimento della minoranza Rom e Sinti (208 firme) e per l'istituzione del Registro dei testamenti biologici nei Comuni (316 firme), nel corso dell'ultimo mese ha visto aggiungersi alcune adesioni significative.

Dopo il Sindaco di Sondrio, anche quello di Morbegno, Andrea Ruggeri, ha sottoscritto il testo a favore di Rom e Sinti, mentre per il testamento biologico hanno firmato il sen. Jonny Crosio (Lega Nord), il consigliere comunale morbegnese Maurizio Pasina e i consiglieri sondriesi Filippo Rebai e Arnaldo Bortolotti.

Sarà possibile firmare per queste proposte sabato 13 giugno, dalle 9:30 alle 12:30, a Sondrio in piazza Campello (lato sud chiesa).

Intanto la Commissione Europea ha formalizzato in una lettera al Governo italiano l'accusa di  violazione della direttiva 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dall’origine etnica. L’articolo 3 della direttiva vieta la discriminazione in materia di "accesso a beni e servizi e alla loro fornitura, incluso l’alloggio".  Ora, nella Capitale – come in altre città italiane - per accedere alle graduatorie delle case popolari o affitti agevolati, vengono escluse le persone che vivono nei villaggi attrezzati, anche se cittadini italiani. Questa esclusione, che comprende principalmente i residenti dei campi per rom, ha innescato il circolo vizioso dell’emergenza abitativa e dunque la necessità del "sistema campi". Solo nel 2013 il Comune di Roma ha speso 25 milioni di euro per la gestione di campi dove vivono appena 1200 famiglie. Al contrario tutti i progetti europei di inserimento abitativo sono stati finanziati attraverso fondi europei destinati all’integrazione sociale dei cittadini Rom, ma il nostro Paese non ha mai fatto richiesta di questi fondi UE, preferendo spendere milioni di euro dei cittadini italiani per la politica illegale di segregazione razziale nei campi. Peraltro in Italia i cittadini Rom, Sinti e Camminanti rappresentano lo 0,2% della popolazione, cioè circa 170 mila individui (una delle percentuali più basse in Europa): di questi, solo il 2-3% pratica ancora forme di nomadismo (secondo una indagine condotta dal Senato). 40 mila vivono in campi, i restanti in abitazioni, eppure oltre I`80% degli italiani continua a ritenere che Rom e Sinti siano "nomadi".

 

Dopo la risposta del Governo ora è in corso un'indagine, al termine della quale, la Commissione potrà avviare una procedura di infrazione con la messa in mora. Nell'eventualità di una condanna dovremmo scegliere se pagare ogni anno una salatissima multa europea per non aprire le liste anche alle persone rom residenti nei campi, oppure accedere alle linee di finanziamento europeo che possano pagare interamente tutti i progetti di inserimento sociale tra cui case popolari e aiuto all’affitto come è stato già fatto in altri paesi europei.

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Iran. Marco Pannella, a Parigi alla convention del consiglio della resistenza iraniana, 13 giugno

Gio, 06/11/2015 - 15:13
11/06/15

 

  Marco Pannella guiderà la delegazione radicale alla Convention organizzata dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana che si svolge sabato 13 giugno al Parco delle Esposizioni Villepinte-Parigi. Fanno parte della delegazione Sergio d’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, Elisabetta Zamparutti tesoriera ed Antonio Stango del Consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino e del Consiglio generale del Partito Radicale. Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) è una coalizione di organizzazioni, gruppi e personalità democratiche Iraniane che risiedono all’estero. Fondato nel 1981 a Teheran, riunisce rappresentanti di diverse minoranze etniche e religiose, tra cui curdi, baluci, armeni e zoroastri. La leadership è affidata ad una donna, Maryam Rajavi che si batte per un cambiamento di regime in Iran sulla base di una piattaforma democratica. Alla manifestazione sono attese circa 100.000 persone. Per l’Italia saranno presenti anche l’Ambasciatore ed ex Ministro degli Esteri Giulio Maria Terzi ed una delegazione parlamentare. Tra le altre personalità partecipanti all’evento del 13 giugno a Parigi, John R. Bolton, già Ambasciatore USA all’ONU e Sottosegretario di Stato; Howard Dean, Presidente del Partito Democratico dal text-underline:none">2005 al 2009, Governatore del Vermont 1991-2003; Bill Richardson, Governatore New Messico 2003 – 2011 Segretario dell'Energia 1998 – 2001, text-underline:none">Ambasciatore USA all’ONU 1997 – 1998; Tom Ridge, ex Segretario della Sicurezza Interna degli Stati Uniti d'America, Edward Gene Rendell, Governatore della Pennsylvania 2003 – 2011, Presidente del Partito Democratico 1999 – 2001; Louis Freeh, ex direttore FBI, Bernard Kouchner, ex Ministro degli esteri, Francia; Rama Yade, ex Ministro per i diritti umani, Francia; Íngrid Betancourt, candidata presidenziale Colombia; Rita Süssmuth, ex Presidente del Parlamento tedesco.  

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