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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Torino. Barriere architettoniche, Consiglio comunale approva all’unanimità mozione per predisposizione Peba. Radicali : 28 anni di ritardo. Giunta lavori per recuperare tempo perduto nei pochi mesi che rimangono prima delle elezioni

Ven, 07/03/2015 - 13:09
03/07/15

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato ieri pomeriggio una mozione presentata dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle (e dal vice-capogruppo del Pd, il radicale Silvio Viale) che impegna sindaco e giunta a predisporre il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba).

Sindaco e giunta vengono inoltre impegnati ad individuare un gruppo di lavoro, coinvolgendo assessorati e associazioni interessate, per sviluppare il Piano e confrontarsi sulle questioni relative alla mobilità dei disabili, e a sperimentare modalità di inclusione anche tramite l’utilizzo di internet per raccogliere segnalazioni e proposte. Un ultimo punto della mozione impegna l’amministrazione a definire una quota di Bilancio da destinare alle azioni specificatamente previste dal Peba.

Il 20 gennaio scorso l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione Luca Coscioni avevano depositato presso il comune di Torino ben 673 firme di cittadini a sostegno di una petizione popolare che richiedeva semplicemente il rispetto della legge: la legge n. 41 del 1986 (art. 32, commi 21 e 22, come integrata dalla l. 104/02, art. 24, comma 9), per garantire la piena accessibilità di tutti gli edifici pubblici e degli spazi urbani, imponeva a tutti i comuni italiani di adottare il PEBA entro un anno dall’entrata in vigore della legge stessa (ossia entro febbraio 1987). La legge è inattuata, 28 anni dopo, nel 99 per cento dei comuni italiani.

I tre primi firmatari della petizione popolare - i radicali Alessandro Frezzato, Giulio Manfredi e Paola Cirio - hanno dichiarato:

"Ieri il Consiglio comunale di Torino ha fatto il primo passo indispensabile per rispettare una legge emanata nella prima Repubblica, quando era sindaco di Torino il socialista Giorgio Cardetti. Da allora si sono succedute in Sala Rossa dieci amministrazioni comunali, sette sindaci e un commissario prefettizio. Diamo atto a Piero Fassino di essere il primo sindaco di Torino ad essersi attivato sui Peba sia nei confronti della propria amministrazione sia, nelle vesti di presidente dell’Anci, nei confronti dei sindaci di tutta Italia".

"Speriamo che nei pochi mesi che rimangono prima delle elezioni comunali della prossima primavera, la giunta comunale possa recuperare in parte il tempo perso. Ricordiamo che in gioco non c’è solo il formale rispetto della legge ma il diritto sostanziale dei cittadini disabili all’accesso globale agli edifici pubblici, alle fermata dei bus, alle strade di Torino, agli attraversamenti pedonali; cose molto concrete, che determinano una qualità della vita accettabile".

Approfondimento sul Peba a cura di Domenico Massano

Link dedicato dell’Associazione Luca Coscioni

 

 

 

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La città metropolitana di Firenze aumenta le tasse locali in barba alle promesse dell’anno scorso

Ven, 07/03/2015 - 12:58
03/07/15

Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, presidente e segretario dell’associazione radicale Andrea Tamburi di Firenze:

"Avrebbe dovuto essere il toccasana per tutti i guai. Taglio della spesa pubblica, capacità di risolvere in fretta i problemi dell’amministrare una comunità, coesione tra i vari livelli amministrativi, elasticità, insomma una vera panacea universale e onnipotente. E invece, alla prova dei fatti, la Città Metropolitana dopo appena un anno dalla nascita si trova già in emergenza: manutenzione scuole, frane e avvallamenti. Ma per il sindaco metropolitano Nardella va bene così. E va così bene che l’ultimo consiglio metropolitano vota perfino il rincaro dei balzelli che la Provincia di Firenze aveva portato al minimo di pressione fiscale. La stangata prevede per il 2015 un prelievo dalla tasche dei cittadini di 9 milioni di euro: 7 milioni in più dalla percentuale Rc auto (che passa dal 10,5 al 16 per cento), mentre altri 2 milioni arriveranno dall’aumento dell’addizionale Tari sullo smaltimento dei rifiuti (dal 5,5 al 7,5 per cento). Un aumento senza pudore, e con la memoria corta. Ma non è finita, perché il prossimo anno la stangata arriverà a circa 20 milioni di euro".

"Insomma, si scopre oggi che le promesse dell’allora ministro Delrio che disegnava la Città metropolitana come l’esempio più sublime del risparmio della spesa pubblica si sono dimostrate false. La Metrocittà di Firenze è solo l’ennesimo esempio di falsa riforma, a scapito dei diritti dei cittadini, in questo caso del diritto di voto, ma a favore dei prelievi dai loro portafogli. Invece di risparmiare per i servizi erogati, aumenta le tasse locali. E non siamo in Grecia".

 

 

 

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Grecia. Beltrandi: Vincano i 'Sì' all'Europa domenica

Ven, 07/03/2015 - 12:17
03/07/15

Dichiarazione di Marco Beltrandi, già parlamentare radicale nelle scorse due legislature e componente della Direzione Nazionale di Radicali Italiani:

“Non è scontata la scelta che dovrebbe essere fatta dai cittadini greci al referendum di domenica. Ma in base alla constatazione che l'Europa rischia una fatale disgregazione in caso di vittoria del 'No' al referendum, al fatto che le ricette economiche dell'austerità e delle riforme strutturali già pagate da diverse società nazionali si sono rivelate corrette tanto che poi hanno ricominciato a crescere, al fatto che la scomparsa delle regole indebolirebbe l'euro e farebbe venir meno anche in Italia il già debole stimolo alle riforme strutturali dell'economia, ed infine al fatto che la vittoria e gli errori e la demagogia di Syrizia se sconfitti potranno pure portare a correggere parzialmente e su base consensuale alcuni eccesso di rigidità economica della Troika, e auspicabilmente ad uno stato federale politico e democratico (finalmente).

Per tutto questo mi auguro la vittoria del Sì al prossimo referendum greco".

 

 

 

 

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NPSG: conferenza stampa a Milano su diritti economici delle donne in Medio Oriente e Nord Africa

Ven, 07/03/2015 - 10:10
03/07/15

Spazio “ME and WE – Women for Expo”

Cardo Nord Ovest, 1° piano – EXPO 2015   Ovunque nel mondo le donne sono un elemento essenziale dell’evoluzione dei singoli paesi, dal punto di vista economico e sociale e dei diritti individuali. United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), in cooperazione tra gli altri con Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), ha il piacere di presentare il progetto “Promoting Women Empowerment for Inclusive and Sustainable Industrial Development in the MENA Region”. L’obiettivo del progetto è il rafforzamento del ruolo della donna attraverso lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile nel Medio Oriente e Nord Africa. Il Progetto, finanziato dal Governo Italiano, contribuirà ad incentivare il ruolo delle donne nell’economia di sei paesi attraverso i sei ministeri dell’industria e l’offerta di assistenza tecnica alle sei associazioni nazionali nei paesi di riferimento: AWTAD in Egitto, BPW-A in Giordania, Al Majmoua in Libano, AFEM in Marocco, BWF in Palestina e Femmes & Leadership in Tunisia. In particolare, sosterrà la creazione e lo sviluppo di imprese guidate da donne, migliorando il contesto imprenditoriale per le donne imprenditrici e valorizzando il ruolo delle associazioni imprenditoriali femminili nella fornitura di servizi di qualità a livello nazionale e regionale.   In occasione dell’EXPO 2015, UNIDO, NPSG, Women for Expo e altri partner, organizzeranno a Milano nel mese di ottobre una Conferenza per discutere le sfide che le donne incontrano nella regione MENA per aprire ed espandere le loro imprese e network. La Conferenza intende promuovere il dialogo politico tra le varie parti interessate e i Governi dei sei paesi selezionati per individuare le politiche e le riforme legislative necessarie a rafforzare il ruolo della donna nello sviluppo industriale. Promuoverà inoltre la collaborazione commerciale e di investimento attraverso il commercio interaziendale e altri mezzi.    Il Progetto verrà presentato il 6 luglio a Milano, durante una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 presso la sala “ME and WE - Women For EXPO”, alla quale parteciperanno: Emma Bonino, Ex Ministro degli Affari Esteri e Fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia; Giovanna Melandri, Presidente di Human Foundation G8 Social Impact Investment Taskforce; Marta Dassù, Presidente Esecutivo di Women for Expo; Pier Andrea Chevallard, Direttore PROMOS, Azienda Speciale della CCIAA di Milano per le Attività Internazionali; Monica Carcò, UNIDO Chief Investment and Technology Unit; Luca Zelioli, Capo Ufficio II della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Carla Pagano, Esperta di genere e protezione sociale/Capo settore Gender UTL Gerusalemme; Sana Ghenima, Presidente Femmes & Leadership, Tunisia.   Per ulteriori informazioni, si prega di contattare per UNIDO Dino Fortunato all’indirizzo d.fortunato@unido.org e per NPSG Greta Barbone al numero +39 06 68979262 o all’indirizzo gbarbone@npwj.org  

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Lettera di Maurizio Turco agli iscritti

Mer, 07/01/2015 - 19:46
01/07/15

Licenziati gli ultimi dipendenti. non si sospende l'iniziativa politica. Iscrizioni, sottoscrizioni, contributi SUBITO

  color:#333333">Ciao, ho appena firmato le lettere di licenziamento per le ultime otto persone che da non meno di almeno dieci anni collaborano con il Partito; appena un anno fa avevo dovuto licenziare gli otto dipendenti che lavoravano al call center. Anche se sono scelte inevitabili di fronte alla situazione oggettiva in cui ci troviamo, umanamente e politicamente sono davvero difficili.

Il Partito radicale in questi anni oltre alle iniziative politiche proprie si è assunto la responsabilità di privilegiare la possibilità che i soggetti costituenti avessero un luogo e degli strumenti per poter operare. Come Partito abbiamo resistito fin che abbiamo potuto, ed anche oltre. Ma oggi non si può fare altro, davvero con una estrema difficoltà, ripeto: anche personale, che firmare la fine dei rapporti di lavoro.

A scanso di equivoci mi preme evidenziare che questa difficile fase non è né una sospensione delle attività politiche né tantomeno una chiusura del Partito Radicale anche perché non è nelle mie prerogative e responsabilità; anche se questa fase, dalla quale spero ne usciremo al più presto, aggiunge ulteriori difficoltà a quelle di contesto che hanno contribuito a creare la situazione in cui ci troviamo. Eppure … ormai non c’è argomento, a cominciare proprio da quelli che sono oggetto di iniziative e lotte radicali, in cui i radicali siano chiamati a dare il proprio contributo così da essere conosciuto dai cittadini. Infatti, la violazione di cui ci siamo sempre occupati è quella di far rispettare il diritto del cittadino di conoscere per scegliere, e quindi di lottare perché le violazioni siano conosciute, denunciate, accertate e sanzionate. In questo senso abbiamo ottenuto che una denuncia presentata da Marco Pannella alla Corte europea sui diritti dell’Uomo contro l’Italia per violazione proprio del diritto a conoscere sia stata dichiarata ammissibile, la strada è lunga per arrivare a una sentenza, ma il cammino è finalmente iniziato! * * * Nel frattempo siamo impegnati nell’iniziativa per una transizione verso lo stato di diritto democratico, federalista, laico e nella realizzazione del progetto volto all’adozione di una Convenzione dell’ONU sul nuovo diritto umano alla conoscenza. Questa campagna è la naturale evoluzione di sessant’anni di lotte radicali e, per ricordare solo le ultime,  della lotta Irak libero contro la guerra e l’iniziativa contro la pena di morte a Saddam che da allora ha visto impegnato soprattutto Matteo Angioli.

Questa lotta ha un connotato che ha accompagnato tutte le grandi lotte radicali, per citarne alcune, dal divorzio all’aborto, dall’obiezione di coscienza al voto ai diciottenni, da quella per il contenimento del debito pubblico a quella per l’aumento delle pensioni minime, da quella contro lo sterminio per fame a quella per il Tribunale Penale Internazionale, all’amnistia per la Repubblica: non si apprezza il fatto che siano di fatto le uniche risposte di Governo ai problemi di un dato momento storico. I barconi degli immigrati non possono meravigliare chi ha avuto la fortuna di trovarsi a partecipare alle iniziative contro lo sterminio per fame: lo dicevamo allora, al momento giusto, che quella lotta era necessaria per evitare che accadesse quello che sta accadendo. Sulla giustizia non è lo stesso? Abbiamo proposto le riforme utili a tempo debito e oggi la lentezza della “giustizia” italiana è considerata dal Consiglio d’Europa un pericolo per lo Stato di diritto, cioè per la democrazia … sin dagli inizi degli anni ’90, cioè dal tempo dei referendum Tortora per la Giustizia giusta. Una notizia come questa è, trattata da questo sistema, come se fosse un segreto, ed infatti per i cittadini lo è!

Questo ad ulteriore dimostrazione, se proprio necessario, che siamo sempre intervenuti al momento appropriato avendo la capacità di prospettare con precisione quello che sarebbe accaduto, e che i fatti – purtroppo! - hanno poi dimostrato che i disastri erano preannunciati più che prevedibili.

So benissimo che questa lettera è come una bottiglia gettata nel laghetto di coloro che apprezzano o hanno apprezzato le lotte, alcune o tante, per un anno o tanti anni, perché hanno avuto il privilegio di conoscere idee, lotte e speranze del Partito Radicale mentre alla maggior parte dei cittadini è stato negato il diritto sinanche di poterle rifiutare!

Abbiamo sempre avuto presente - al limite della nausea per chi ci ascoltava e non solo - che la mancata informazione è di per se disinformazione ed è questione centrale in uno Stato che voglia essere di diritto, democratico. E’ problema ancora vivo, anzi più vivo che mai; e bisognerà fare sempre più sforzi, come li stiamo facendo, perché sia presente anche a chi ha il dovere di rispettare la propria legalità.

Mi fermo qui, anche perché oggi anche un altro foglio di carta è un problema.
Stiamo continuando a vivere, come sempre abbiamo vissuto, in sintonia con tutte le donne e gli uomini di questo paese. A fare i conti con una crisi economica che affonda le sue radici nella crisi democratica, che non è dovuta alla democrazia in se ma a chi, dovendola rispettare, viola Costituzione, convenzioni internazionali, leggi e regole.
 
A te che non hai mai contribuito ma che per una qualsiasi ragione hai avuto modo di incontrare i radicali chiedo un aiuto.
 
Siamo, ancora una volta, come sempre, sulla barricata della vita del Diritto per il diritto alla vita. Che è la ragione costituente di quel che siamo stati, siamo e serberemo le ultime energie per continuare ad esserlo. Con chi vorrà, potrà, saprà.

Grazie davvero e spero a presto,   Maurizio Turco
Tesoriere del Partito radicale line-height:130%;Arial","sans-serif";Times New Roman";
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Incontro Guzzetti – Radicali. Federico e Massari: "passi avanti e disponibilità da parte delle fondazioni ma serve spezzare il legame tra banche e politica"

Mer, 07/01/2015 - 18:23
01/07/15

Dichiarazione di Valerio Federico e Alessandro Massari, rispettivamente tesoriere e membro di Direzione di Radicali Italiani, a seguito dell'incontro avuto con il Presidente  dell' ACRI Giuseppe Guzzetti e con il Direttore Generale Giorgio Righetti


  Il Presidente Guzzetti, che ringraziamo per l'invito ad incontrarlo, ha tenuto a ribadire l'indipendenza delle Fondazioni bancarie dalla politica e dai partiti, la loro natura di enti privati e l'efficacia dell'azione svolta sia come azionisti delle principali banche del Paese che come enti a supporto delle comunità locali. Su questi punti non poteva esserci convergenza con noi Radicali considerando le ragioni di fatto e di diritto che ci portano a sostenere che le nomine partitocratiche degli Enti locali di parte dei vertici delle fondazioni hanno portato questi soggetti - guidati anche da rappresentanti delle curie locali e di altri soggetti politicizzati quali le camere di commercio e gli ordini professionali– ad avere un ruolo sostanzialmente politico/pubblico nel capitalismo italiano grazie all'influenza esercitata nelle banche, in Cassa Depositi e Prestiti e nel fondo F2i, ruolo diverso rispetto a qualunque altra impresa realmente privata.
Abbiamo espresso apprezzamento per i contenuti del protocollo di intesa siglato in aprile tra le Fondazioni e il Ministero dell'Economia che contiene alcune istanze che noi Radicali da molto tempo proponiamo: dalla diversificazione degli investimenti, dopo anni di violazione di legge, all'utilizzo dei bandi come strumento preferenziale rispetto agli "affidamenti" diretti, alla necessità di fusioni tra fondazioni piccole e inefficienti. 

Abbiamo inoltre segnalato la mancata istituzione dell'Autorità amministrativa indipendente di controllo per gli enti no profit prevista per legge, gli eccessivi costi di struttura di alcune fondazioni chiedendo, inoltre, una maggiore presenza di competenze in ambito finanziario all'interno delle fondazioni per perseguire una maggiore redditività dei patrimoni a beneficio delle erogazioni sui territori.
Resta prioritaria per noi Radicali la riforma, contenuta in una proposta di legge inviata a tutti gli eletti e presentata dal deputato Mariano Rabino, supportata tra gli altri dagli economisti Tito Boeri,  Alessandro De Nicola e Mario Baldassarri, che prevede entro 4 anni l'uscita completa delle fondazioni dal capitale azionario delle banche attuando definitivamente la separazione tra fondazioni e banche, tra politica e credito.

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Fecondazione, Gallo: bene le linee guida ma rimangono delle criticità

Mer, 07/01/2015 - 17:07
01/07/15

In merito al decreto di aggiornamento delle linee guida della L.40/2004, che regola la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni commenta così il comunicato stampa emanato dal Ministero della Salute, in attesa di conoscere il testo integrale del provvedimento, per valutare se il Ministro ha mantenuto quanto preannunciato, cioè garantire l'accesso alla fecondazione medicalmente assistita alle coppie che ne hanno bisogno per poter provare ad avere una gravidanza che giunga al termine:

  1)“Il nuovo testo, che aggiorna le linee guida del 2008, è stato rivisto in rapporto all’evoluzione tecnico-scientifica del settore e all’evoluzione normativa; in particolare ai decreti legislativi 191/2007 e 16/2010 e all’Accordo Stato Regioni del 15 marzo 2012 (che applica alla PMA le normative europee su qualità e sicurezza di cellule umane), e alle sentenze della Corte Costituzionale n.151/2009, e n.162/2014 le quali hanno eliminato, rispettivamente, il numero massimo di tre embrioni da creare e trasferire in un unico e contemporaneo impianto, e il divieto di fecondazione eterologa”. Commento: come mai il Ministero non ha colto l’occasione anche per emanare linee guida anche in rapporto all’ultima sentenza della Corte Costituzionale, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 5 giugno, con cui viene cancellato il divieto di accesso alla fecondazione per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche, previsto dalla legge 40 del 2004? Proprio in quella sentenza la Corte rimandava ad un intervento del legislatore in base all’evoluzione tecnico scientifico delle tecniche procreazione medicalmente assistita.   2)“Numerose le variazioni introdotte rispetto alle linee guida attualmente in vigore. Fra le principali l’accesso alle tecniche di fecondazione eterologa, la raccomandazione di un’attenta valutazione clinica del rapporto rischi-benefici nell’accesso ai trattamenti, con particolare riferimento alle complicanze ostetriche, alle potenziali ricadute neonatologiche e ai potenziali rischi per la salute della donna e del neonato nonchè l’accesso generale a coppie sierodiscordanti, cioè in cui uno dei due partner è portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili per infezioni da HIV, HBV o HCV (nella versione precedente era previsto solo per l’uomo portatore, in quella attuale si consente anche alla donna portatrice)”. Commento:  questo sicuramente è un aspetto positivo.   3) “In cartella clinica le procedure di PMA dovranno essere descritte con maggior dettaglio di quanto non lo siano state in precedenza, considerato che gli operatori possono avviare percorsi più differenziati di quanto fatto prima delle sentenze. In particolare andranno anche riportate le motivazioni in base alle quali si determina il numero di embrioni strettamente necessario da generare, ed eventualmente quelle relative agli embrioni non trasferiti da crioconservare temporaneamente”. Commento: bene, ma ciò non costituisca un'opera di controllo dell'operato del medico con l'intento di limitarne la sfera d'azione perché ciò entrerebbe in contrasto con la sentenza 151 della Corte Costituzionale che precisa “in materia di pratica terapeutica, la regola di fondo deve essere la autonomia e la responsabilità del medico, che, con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali”   4) “Riguardo la fecondazione eterologa, nelle linee guida vengono fornite le indicazioni  per la coppia che accede ai trattamenti di fecondazione assistita, mentre tutto ciò che riguarda i donatori di gameti sarà contenuto nel testo di un nuovo Regolamento, già approvato dal Consiglio Superiore di Sanità, che sta proseguendo il suo iter per il recepimento delle direttive europee di riferimento”. Commento: perché un regolamento? La materia attiene alle linee guida, doveva far parte delle stesse, la legge 40 non prevede Regolamenti. Anche i giudici della Corte Costituzionale nella sentenza 162/2014 invitano il ministro ad un aggiornamento dell'atto amministrativo previsto dalla legge 40 per ciò che attiene il numero di donazioni per ogni donatore sul modello francese e inglese. Perché non garantire subito il reale l'accesso in tempi brevi dopo un anno dalla sentenza e dopo la totale assenza del Ministero per campagne informative per la donazione dei gameti?   5) “Nel nuovo testo delle linee guida si danno indicazioni cliniche per l’accesso alle tecniche di PMA di tipo eterologo, prevedendo anche la cosiddetta “doppia eterologa” – quando entrambi i componenti della coppia possano ricevere gameti donati – nonché alla possibilità di “egg sharing” e “sperm sharing”, cioè che uno dei due componenti della coppia ricevente possa a sua volta essere anche donatore di gameti per altre coppie che accedono alla PMA eterologa”. Commento: anche la doppia eterologa fa parte di quell'unicum delle tecniche di Procreazione medicalmente assistita, era già previsto con la cancellazione del divieto, speriamo che non vi siano tranelli ostativi.   6) “Per escludere illegittime selezioni eugenetiche, alle coppie che accedono all’eterologa non è consentito scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore”. Commento:  in Italia non c'è mai stata la scelta delle caratteristiche fenotipiche ma solo abbinamento in base alla compatibilità sanitaria e di caratteristiche somatiche della coppia. Perché strumentalizzare alcuni termini? Mi auguro che non sia un pretesto per ostacolare la tecnica.   7) “Per evitare sovrapposizioni fra i diversi provvedimenti che regolano la PMA, nelle nuove linee guida, nella parte relativa all’ “Attività di consulenza e sostegno rivolta alla coppia”, è stato stralciato l’elenco degli elementi utili a maturare un’accettazione consapevole della tecnica proposta, visto che tali elementi sono contenuti nelle disposizioni per il consenso informato, che saranno oggetto di un apposto decreto interministeriale dei Ministeri della Salute e della Giustizia, su cui si sta già lavorando, e che contiamo di emanare a breve”. Commento: la legge 40 prevede già che il consenso informato sia redatto di concerto tra ministero della Salute e Giustizia. (art. 6 legge 40/2004)   8) “Dopo l’istituzione del Registro nazionale dei donatori, questo è il secondo importante passo per l’aggiornamento dell’intero quadro normativo che regola la PMA in Italia  - commenta il Ministro Lorenzin – aggiornamento che sarà completato nelle prossime settimane con i decreti sul consenso informato e sui cosiddetti “embrioni abbandonati”, e con il perfezionamento del recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti”. Commento: speriamo che questa volta non si commettano gli stessi errori commessi per il registro donatori che è stato istituito al Centro Nazionale Trapianti anziché al registro nazionale Procreazione Medicalmente Assistita (Art.11 l.40)   9) “E’ stato un lavoro corposo e impegnativo, portato avanti anche grazie al contributo di maggior esperti italiani di settore convocati ai tavoli di lavoro già da luglio dello scorso anno. Questa serie di provvedimenti, insieme all’aggiornamento dei LEA (che includeranno anche i trattamenti di PMA) contribuirà a conferire certezza al quadro normativo ed a migliorare accesso e qualità dei percorsi in questo ambito così delicato del SSNCommento: A quanto un decreto sui Lea che i malati stanno chiedendo da troppo tempo(2001)? E inoltre i pazienti avranno garanzia di accedere nel pubblico a tutte le tecniche per cui il pubblico è autorizzato? Se le linee guida corrispondono a quanto preannunciato sicuramente un plauso al Ministro, con l'avvertenza che se non sarà così saranno valutate dai giudici come già avvenuto in passato.

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Le ruspe d’oro del grande Matteo Salvini

Mer, 07/01/2015 - 15:33
01/07/15

Vincenzo di Nanna (segretario A.G.L. Abruzzi), l’avvocato radicale che ha curato la denuncia presentata da Marco Pannella (vd. all.) contro il Comune di Roma per discriminazione razziale e altri reati inquadrabili nell''inchiesta "Mafia Capitale", presenta a Matteo Salvini il conto della “politica” delle sue ruspe d’oro: sì, perché, nonostante le indagini e la denuncia di Pannella, Roma Capitale continua a spendere migliaia di euro dei contribuenti per sgomberi illegittimi e non risolutivi.

  “Caro Matteo, eccoti i costi della "politica" delle tue ruspe d’oro, tutti a carico del contribuente romano, che ha pagato e continua a pagarne il conto salatissimo".   "E' sufficiente dare uno sguardo alle politiche di Roma Capitale per comprendere a chi convengono davvero gli sgomberi: l'ultimo è stato portato a termine il 26 giugno in via di Tor di Quinto, dopo che l'11 giugno la disperazione aveva portato un uomo a cercare di darsi fuoco, costringendo le forze dell'ordine a rinviare l'operazione. Il costo medio di uno sgombero è pari a 75.000 euro; il sindaco ne ha ordinati 30 in un solo anno (2013-2014). Il totale? Ben 2.250.000 euro, senza contare i successivi interventi di sgombero e 'bonifica': ad oggi la cifra potrebbe essere perfino raddoppiata! A fronte delle spese dei romani, il risultato è quello che conosciamo: il moltiplicarsi di micro-insediamenti e minuscole baraccopoli per tutta la città, unito alla violazione dei diritti umani che porta alla microcriminalità e rappresenta il grande motore della corruzione".   "Con l’attuazione della 'Strategia Nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti', già approvata dal Governo Italiano nel febbraio del 2012, Roma Capitale, così come le altre città d'Italia, avrebbe potuto accedere ai finanziamenti europei con totale risparmio per le già saccheggiate Casse Pubbliche. Insomma, caro Matteo, la 'politica' della segregazione, della discriminazione e delle tue ruspe d’oro, non solo l’hanno pagata i contribuenti romani, ma è servita per arricchire il sistema del malaffare partitocratico. T’invito dunque a scendere dalle tue ruspe e ad aderire all’azione di denuncia intrapresa da Marco Pannella, visitare insieme i ghetti denominati 'villaggi della solidarietà' e ad assistere ad una proiezione di 'DRAGAN AVEVA RAGIONE', il film-denuncia sullo scandalo degli 'sgomberi d’oro'".     text-align:justify"> 

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#Sbanchiamoli: mercoledì primo luglio incontro di Valerio Federico e Alessandro Massari con il presidente Acri Giovanni Guzzetti

Mar, 06/30/2015 - 18:45
30/06/15

Mercoledì 1 luglio, su invito del presidente di Acri (l'organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio Spa e le Fondazioni di Origine Bancaria) Giuseppe Guzzetti, si svolgerà un incontro alle ore 20.30 con Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani e Alessandro Massari membro della Direzione nazionale. L’incontro verterà sull’iniziativa politica radicale in corso denominata "#Sbanchiamoli! Fuori i partiti dalle banche".

 

 

 

 

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Lombardia, Federico: "appartenenza ecclesiale" per ricevere soldi dei contribuenti

Lun, 06/29/2015 - 16:51
29/06/15

"Con un decreto di Giunta Regione Lombardia ha deciso di finanziare con 1,4 milioni di euro - naturalmente senza bando - un progetto presentato dalla Regione Ecclesiastica Lombarda. I fondi saranno parte del cofinanziamento del Fondo nazionale per le politiche giovanili 2014". Lo dichiara Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani.

"Il progetto si propone di inserire nuovi educatori e animatori negli oratori lombardi con requisiti quali 'esperienza in ambito educativo oratoriano' e 'appartenenza ecclesiale'. In sostanza - spiega Federico - un’articolazione della Chiesa cattolica seleziona i 'suoi' educatori e lo Stato ne paga l’attività".

"Regione Lombardia finanzia con soldi pubblici programmi educativi su base di appartenenza religiosa". Il dirigente radicale conclude: "La notizia è dunque che in Lombardia c’è una religione di Stato e su questo, dal ventennio ciellino al leghismo confessionale, nulla è cambiato".

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Opg, Radicali Firenze: Venga rispettata la legge 81 sulla chiusura, i tempi sono già scaduti

Lun, 06/29/2015 - 16:20
29/06/15

Il 27 marzo i radicali fiorentini dell’Associazione “Andrea Tamburi” hanno manifestato davanti la sede del Consiglio regionale della Toscana per chiedere tempi certi per la chiusura dell’Ogp di Montelupo Fiorentino. "Dal 31 marzo 2015 gli Opg dovevano essere definitivamente chiusi ma, nonostante non sia stata varata alcuna proroga dal Governo, ad oggi la situazione effettiva risulta immutata - hanno dichiarato Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, rispettivamente segretario e presidente dell’Associazione - la Regione Toscana,infatti, nel corso degli ultimi mesi, non è riuscita ad approfittare di quella rete di servizi del territorio (tra cui le Rems ma non solo) destinate ad ospitare gli internati". I due esponenti radicali rilanciano l’ipotesi del commissariamento ad acta e attaccano le Istituzioni: " In piena campagna elettorale il presidente della Regione, Enrico Rossi, dichiarò che le varie strutture alternative all'OPG sarebbero state pronte entro il mese di luglio: ad oggi sono ancora 90 i detenuti internati nella Villa Ambrogiana di Montelupo. La Rems (residenza per l’esecuzione della misure di sicurezza) dovrebbe essere realizzata a Volterra e consegnata entro il 31 luglio. Ci chiediamo se almeno questa struttura vedrà la luce oppure tutto finirà nel nulla. Il tempo è già scaduto e ogni giorno che passa è una palese violazione della legge 81".

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Carceri: Governo e parlamento devono porre immediatamente rimedio a questa strage di Stato

Lun, 06/29/2015 - 15:39
29/06/15

Come riportato dall’Osapp domenica 28 giugno ha perso la vita un detenuto di 55 anni ristretto nel carcere di Sollicciano, a seguito, probabilmente, della contemporanea assunzione di metadone e altre sostanze. "Si tratta dell’ottava morte nel carcere di Sollicciano dall’inizio dell’anno, probabilmente la seconda per overdose - hanno dichiarato Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, rispettivamente segretario e presidente dell’Associazione per l’iniziativa radicale 'Andrea Tamburi' - è innegabile che questa situazione costituisca un’emergenza alla quale il Governo e il Parlamento dovrebbero porre immediatamente rimedio per evitare di essere ulteriormente complici di questa strage di Stato".

I due esponenti radicali hanno inoltre evidenziato il caso della morte sospetta di ieri: "Se venisse confermata l’ipotesi di overdose, la circostanza assume connotati ancora più drammatici: com’è possibile che nel 2015 si possa ancora morire di overdose? Com’è possibile che questo avvenga proprio in carcere, quindi in custodia dello Stato?". Buzzegoli e Lensi, infine, hanno ribadito la proposta radicale di amnistia e indulto: "Anche il Presidente emerito Napolitano nel suo messaggio alle Camere chiese al Parlamento di prendere in seria considerazione la possibilità dei provvedimenti di amnistia e indulto: gli unici in grado di ripristinare la Giustizia e lo Stato di Diritto nel nostro Paese".

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Associazione Piemonte-Russia si appresta a promuovere la negazione della verità

Lun, 06/29/2015 - 15:36
29/06/15

È stata costituita nelle aule del Consiglio regionale e alla presenza della vice-presidente Daniela Ruffino l'Associazione Piemonte Russia. Nel comunicato riportato sul sito del Consiglio regionale si legge che Gianluca Savoini, presidente di Lombardia Russia dichiara tra le altre cose che: “Il mondo attuale, perso in un delirio mondialista, è la negazione del mondo tradizionale come noi lo abbiamo conosciuto e la Russia pare oggi l’unico baluardo e l’unico faro verso cui guardare con speranza".

La dichiarazione in merito dei coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Igor Boni, Marco del Ciello e Silvja Manzi, anche membro del Comitato regionale per i Diritti Umani:

“Sentivamo proprio la mancanza di un’associazione promossa con tutti i crismi dell'ufficialità che si appresta a negare la verità sulle malefatte del regime di Putin. Peraltro basterebbe leggere i rapporti internazionali indipendenti per verificare che la Russia si posiziona costantemente in fondo alle classifiche dei diritti e delle libertà. E questo a scapito, innanzitutto, dei suoi cittadini vittime di un regime non democratico.

Affermare che la Russia di oggi è l'unico baluardo e l'unico faro verso cui guardare con speranza fa accapponare la pelle se si pensa alle decine di giornalisti uccisi, alla violazione dei diritti umani, alla impossibilità per gli omosessuali di esprimere le proprie opinioni, alle morti 'accidentali' di vari oppositori, alle stragi perpetrate in Cecenia, alla invasione della Georgia e, oggi, alla violazione di ogni diritto internazionale in Ucraina. 

La libertà di espressione consente ovviamente a tutti, perfino a fanatici filorussi, di dire la loro. Che questo accada nelle aule del Consiglio regionale del Piemonte non è accettabile e occorre subito una presa di distanze ufficiale da queste affermazioni fuori da ogni logica, inaccettabili e, soprattutto, false".

Leggi il comunicato del Consiglio regionale

 

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Marco Pannella e Rita Bernardini parteciperanno martedì 30 giugno alla festa che si terrà all'interno del carcere di Taranto per salutare con amicizia e affetto il Presidente del Tribunale di Sorveglianza,Massimo Brandimarte

Lun, 06/29/2015 - 09:09
29/06/15

Il leader radicale Marco Pannella e la segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini parteciperanno martedì prossimo 30 giugno alle ore 11 alla festa che si terrà all'interno del carcere di Taranto "Carmelo Magli" per salutare con amicizia e affetto il Presidente del Tribunale di Sorveglianza,Massimo Brandimarte, che ha deciso di lasciare con largo anticipo la magistratura, dopo 35 anni di servizio e 43 di lavoro complessivo.

  Pannella e Bernardini, invitati alla festa dallo stesso Brandimarte e dalla direttrice dell'istituto Stefania Baldassari, saranno presenti con un'ampia rappresentanza di militanti e dirigenti radicali pugliesi.   In una lettera-email inviata all'indirizzario radicale pugliese Rita Bernardini ricorda come nelle visite di sindacato ispettivo da lei effettuate nelle carceri italiane, l'istituto di Taranto sia stato l'unico in cui i detenuti abbiano dimostrato di apprezzare il lavoro della magistratura di sorveglianza, rigorosa a rispondere senza ritardi a tutte le istanze e attentissima al percorso individualizzato di risocializzazione che per imperativo costituzionale deve essere assicurato ad ogni condannato. Proprio grazie alla collaborazione con il Tribunale di Sorveglianza – osserva Bernardini nell'email – Direttrice e Comandante sono riusciti a governare per anni e nel migliore dei modi il drammatico stato di sovraffollamento e le carenze strutturali dell'istituto tarantino che ancora persistono nonostante alcuni miglioramenti.   "Mi dispiace che Brandimarte abbia deciso di lasciare anticipatamente il suo lavoro – ha dichiarato Rita Bernardini - ma lo comprendo: non deve essere facile da sopportare un impegno quotidiano portato avanti con grande professionalità e umanità quando si ha a che fare con un sistema, quello dell'organizzazione giudiziaria italiana, in cui la magistratura associata agisce in modo corporativo e autoreferenziale. Di una cosa sono certa: il dott. Brandimarte continuerà a dare il suo esemplare contributo al servizio dei principi costituzionali, troppo spesso ridotti a mera carta straccia dai rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero invece incarnarli."

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Il matrimonio egualitario è realtà in tutti i 50 stati americani. Certi Diritti: l'Italia torni a far parte dell'occidente democratico e civile

Ven, 06/26/2015 - 18:29
26/06/15

Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti.

      "L'America ci ha regalato un'altra grande lezione dando corpo al principio fondatore di quella nazione: we are all created equal, siamo creati tutti uguali".   Così il commento a caldo di Yuri Guaiana, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, alla notizia della sentenza della Suprema Corte americana che ha esteso a tutto il territorio degli Stati uniti il matrimonio egualitario.   "L'Italia deve svegliarsi e tornare a far parte della famiglia occidentale  riconoscendo il matrimonio egualitario e prendendo in seria considerazione questo movimento sociale che dall'Irlanda agli Stati Uniti mostra un consenso generale per l'estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso. Sveglia Italia! Libertà, fraternità, uguaglianza!", conclude Guaiana.

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Opg, Firenze. Sabato 27 giugno manifestazione per chiuderli definitivamente. Ore 11.30 davanti alla sede del Consiglio regionale

Ven, 06/26/2015 - 18:00
26/06/15

Sabato 27 giugno 2015, in via Cavour a Firenze (davanti la sede del Consiglio regionale) l'Associazione per l'iniziativa radicale fiorentina "Andrea Tamburi" organizzerà un presidio nonviolento per chiedere tempi certi per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Nell'ambito della manifestazione, alle ore 11,30, è prevista una conferenza stampa con Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, rispettivamente Presidente e Segretario dell'Associazione "Andrea Tamburi".

Per informazioni contattare Maurizio Buzzegoli al 3382318159.

 

 

 

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Giornata Mondiale Contro la Tortura. Radicali, “faremo ricorso all’ONU se il reato di tortura che si vuole introdurre in Italia sarà quello in discussione al Senato

Ven, 06/26/2015 - 12:34
26/06/15

Nella Giornata Mondiale Contro la Tortura, i dirigenti Radicali Sergio d’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani, Maurizio Turco, Tesoriere del Partito Radicale e Marco Perduca, Rappresentante all'ONU del Partito Radicale ed Elisabetta Zamparutti, Tesoriera di Nessuno tocchi Caino e candidata al Comita europeo Prevenzione Tortura hanno dichiarato:

  “Sul tema della tortura, l’Italia si conferma essere un Paese che non rispetta gli obblighi che le derivano dal Diritto Internazionale. Non solo a distanza di ben 26 anni dalla ratifica della Convenzione ONU sulla tortura siamo ancora in attesa dell’introduzione del reato nel nostro ordinamento, ma il testo finalmente all’esame del Parlamento disattende la definizione propria del Diritto Internazionale per il quale la tortura non è una fattispecie di reato “comune” cioè che si può commettere tra due privati cittadini (in famiglia, fra criminali, in un consesso mafioso..). La polizia per prima, che appare invece ribellarsi corporativamente all’introduzione del reato di tortura in Italia, dovrebbe respingere la proposta in discussione proprio per l’offensivo e umiliante accostamento a comportamenti delinquenziali di cittadini comuni, e accettare quindi la previsione del reato secondo il diritto internazionale, laddove cioè ci sia un obbligo di custodia o un obbligo giudiziario di intervento. E’ quindi un reato specifico, tipico del comportamento di un pubblico ufficiale nelle sue vesti di responsabile di investigazione o indagine giudiziaria su persone sospettate di reato, di custodia e tutela di una persona privata della libertà personale”, hanno spiegato i Radicali che hanno poi aggiunto “Peraltro, l’Italia, due anni fa, ha ratificato il Protocollo Facoltativo alla Convenzione ONU sulla tortura per il quale andrebbe creata un'istituzione indipendente per le visite nonché un sottocomitato nazionale per la prevenzione della tortura, che non abbiamo ancora istituito per cui neppure su questo siamo in linea coi nostri obblighi internazionali”.   I Radicali danno atto del fatto che nel passaggio dal Senato alla Camera della legge sul reato di tortura, sono state introdotte modifiche positive come quella per cui la condotta deve essere intenzionale e quella per cui anche una sola condotta costituisce atto di tortura.   “Tuttavia il reato rimane comune e a forma vincolata (tramite violenza o minaccia) e questo lascia del tutto scoperte le più moderne forme di tortura (solo per fare degli esempi: privazione del cibo o del sonno; sottoposizione ad alte o basse temperature; la musica ad altissimo volume o costringere a posture innaturali, etc.). Senza contare che manca del tutto l’insieme di regole previste dalla Convenzione (articoli 2, 10 e 11) per prevenire gli illeciti, dalla formazione del personale di polizia, civile, militare, medico al sistema di identificazione degli agenti”, hanno precisato D’Elia, Bernardini, Turco e Perduca.   I Radicali hanno concluso annunciando: “Se il testo all’esame del Senato non verrà modificato faremo ricorso al Comitato ONU sulla tortura per la non aderenza della legge agli obblighi di implementazione della Convenzione ONU. Inoltre, ci batteremo per modificare la previsione in base alla quale per la morte non voluta sia prevista una pena superiore a quella dell’omicidio volontario (con evidenti profili di incostituzionalità) e, per chi cagiona volontariamente la morte, si sia mantenuta la pena dell’ergastolo, che ci vede storicamente contrari.”  

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Giornata Mondiale Contro il Narcotraffico: Perduca (Radicali) l'unica cosa da celebrare è la conferma del proibizionismo!

Ven, 06/26/2015 - 09:34
26/06/15

Dichiarazione di Marco Perduca, rappresentante all'ONU del Partito Radicale e membro della giunta dell'Associazione Luca Coscioni:

  "Come da 28 anni a questa parte, il 26 giugno si celebra la giornata mondiale contro il narcotraffico e l'abuso degli stupefacenti; per marcare la ricorrenza le Nazioni unite hanno pubblicato oggi il Rapporto Mondiale sulle Droghe (World Drug Report) dedicandolo al cosiddetto "sviluppo alternativo".   Da una prima lettura, molti sono i problemi presentati, ma non analizzati, nel rapporto dell'ONU:   1) a più riprese l'Ufficio delle Nazioni unite per le droghe e il crimine, UNODC, ammette di aver preparato il volume sulla base di una scarsa documentazione fornita dagli Stati - il fenomeno potrebbe esser quindi enormemente maggiore e piu grave di quanto riportato!   2) Si "stima" che almeno 246 milioni di individui (1 ogni 20 persone comprese tra i 15 e i 64 anni di età) abbiano fatto uso di una sostanza proibita nel 2013 - oltre tre milioni in più rispetto al rapporto dell'anno precedente. Di questi, 1 su 10 ha un rapporto problematico con le sostanze, il che vuol dire che ci sono circa 27 milioni di persone che vivono con grossi rischi per la salute. Si ritiene che 187mila persone abbiano perso la vita a causa delle droghe. La metà di coloro che hanno un rapporto problematico con le sostanze fa uso di stupefacenti per via endovenosa, e per questo 1.65 milioni è sieropositivo.   3) Per la prima volta si evidenzia che se una persona su tre che ha un rapporto problematico con gli stupefacenti è donna, solo una donna su cinque riceve attenzione socio-sanitaria. Situazione che si aggrava nei paesi poveri.   4) In nessuna parte del mondo si riporta una significativa diminuzione della produzione, consumo e commercio delle sostanze proibite, anzi, nel caso dell'oppio in Afghanistan si registra il maggior aumento dal 1930!   5) Mentre l'oppio per eroina proviene prevalentemente dall'Asia centro meridionale (Afghanistan, Laos e Birmania, con però nuove coltivazioni in Colombia e Messico) e la foglia di coca resta un prodotto esclusivamente andino; l'hashish proviene da Asia, Medio oriente e Africa del Nord, mentre la marijuana viene coltivata ovunque nel mondo. Stessa diffusione capillare di produzione interessa la produzione di metamfetamine - nel solo 2013 ne son state registrate 450 tipi di cui 69 totalmente nuovi e sostanze "tradizionali" come l'ecstasy son state soppiantate da nuovi prodotti sintetici.   6) L'Africa, come era accaduto anni fa per il Brasile, è diventata la nuova via di traffico verso l'Europa. Dalla Guinea Bissau, attraverso Mali, Algeria e poi Libia la cocaina arriva nel Mediterraneo e viene distribuita sui mercati europei dalla 'Ndrangheta in regime di quasi monopolio. Dal Corno d'Africa invece entra l'eroina e raggiunge le coste mediterranee attraverso i Sudan e la Libia. Nel primo come nel secondo caso, ma l'ONU non lo sottolinea, le vie del traffico internazionale degli stupefacenti sembra esser parallele e quelle dei migranti.   Insomma, il solito catalogo burocratico senza un approfondimento che sia uno - tra l'altro il Rapporto mondiale quest'anno è stato prodotto con il significativo contributo della Russia di Putin!   il 19 e 21 aprile del 2016, l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha convocato una sua sessione speciale interamente dedicata al controllo delle sostanze proibite, c'è da sperare che cessi la politica dello struzzo e inizi e quella dello studio, della comparazione dei dati e della loro analisi e valutazione per avviare un sincero processo di riforma delle tre convenzioni ONU in materia di droghe perché il loro fallimento continua a esser totale

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Pannella: con Mattarella per la democrazia

Gio, 06/25/2015 - 20:26
25/06/15

“Vogliamo aiutare lo Stato e il Governo affinché l'Italia non perda l'occasione preziosissima di farsi convocatore della conferenza per la transizione comune al mondo arabo verso lo Stato di Diritto e per il Diritto Universale alla Conoscenza, così come è prudente far sì che, se davvero il Governo italiano, nella persona del Ministro della Giustizia Orlando, sostiene la candidatura della tesoriera di Nessuno Tocchi Caino Elisabetta Zamparutti quale componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa, sia garantito il sostegno per una iniziativa democratica che finora manca assolutamente anche rispetto al Presidente della Repubblica”. Lo ha detto Marco Pannella intervenendo oggi a Radio Radicale, a proposito dell'iniziativa in corso per tenere nelle prossime settimane la conferenza internazionale per la transizione verso lo stato di diritto comune al mondo occidentale e al mondo arabo e della candidatura della tesoriera di Nessuno tocchi Caino Elisabetta Zamparutti quale componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa da parte del governo italiano.

“Non è mai venuta fuori la notizia che il Governo italiano appoggerebbe la candidata Elisabetta Zamparutti al Comitato europeo per la prevenzione della tortura. La prudenza imporrebbe di aiutare il ministro Andrea Orlando - ha spiegato Pannella - magari raggiungendo effettivamente il Presidente della Repubblica in queste ore. Se dovesse accadere altro, ad esempio il rammarico di non essere stati ascoltati, cioè che governo,  Gentiloni avrebbero potuto e dovuto fare ben altro, quest'altro risulti sin dall'inizio indicato come la risposta da fornire a tale mancanza”.   “Dobbiamo – ha detto ancora Pannella - non occuparci di informare ufficialmente governo e direttamente lo stesso Capo dello Stato per informarlo e scongiurare il proseguirsi del corso passivo, conformista de l’opera ufficiale italiana conformemente al regime e non riformare d’urgenza, subito, in questa occasione il prevalere passivo di regime contro una logica conforme ad uno stato di diritto come effettivo, concreto comportamento alternativo da stato di diritto democratico. In sostanza urge da parte nostra sostenere scelte anche emblematicamente democratiche e conformi appunto ad uno stato di diritto e quindi mobilitarci in questa occasione per consentire prima ancora come necessario al Ministro della Giustizia di essere sollecitato, aiutato anche e in primo luogo dal Presidente della Repubblica e dal Governo nel suo complesso a cominciare dal suo Presidente, a evitare il persistere gravissimamente in comportamenti estranei ad uno stato democratico oltre che “di diritto”. Cosa che accadrebbe nel caso in cui la esclusione proprio della candidata sicuramente più autorevole per questo specifico incarico e ignorare obblighi e doveri costituzionali del nostro stato con l’ormai scandaloso comportamento partitocratico volto ad impedire al popolo italiano anche semplicemente di conoscere e rispettare le posizioni non solamente Radicali ma comuni anche a una parte autorevole del mondo istituzionale arabo e demoliberale, proclamato come obiettivo strategico da perseguire subito, nel presente, delle componenti sia tradizionalmente democratiche, sia ufficialmente di parte importante del mondo arabo a partire dalle realtà storica in particolare euromediterranea e mediorientale”.    “Ma il modo di esserlo è avere ben presente quello che proponiamo – ha concluso Pannella - in alternativa al regime in nome per conto della riforma costituzionale e democratica degli attuali stati sia di democrazia reale o di stati subalterni alla grande riforma radicaldemocratica e autonoma di quelli connotanti la realtà del mondo arabo, e cioè un comportamento nel quale con fiducia democratica da oppositori di regime e al regime siamo gli unici a mobilitarci per consentire al Presidente della Repubblica di meglio conoscere e sapere in tempo che , se Orlando è convinto di quello che si annuncia che farà, possa dire questo lo faccio a nome dell'Italia”.  

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Certi Diritti: Ministra Giannini inadeguata su strategia nazionale e portale lgbt

Gio, 06/25/2015 - 11:04
25/06/15

Comunicato stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti

  "La Ministra Giannini infatti rispondendo oggi alla Camera nel question time su interrogazioni presentate da Costantino, Meloni e Carocci si dimostra totalmente inadeguata", lo dichiara Yuri Guaiana, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti.   Come è noto lo scorso 4 giugno alla presenza della deputata Giovanna Martelli l'UNAR ha presentato un Portale lgbti prodotto dopo un lungo lavoro entro la Strategia nazionale lgbti che il Consiglio d’Europa ci ha invitato ad adottare. Ebbene, stupendo molti, il Portale è stato sia presentato che enfatizzato ma è stato detto che non era ancora pubblicabile per motivi tecnici! È stato anche dichiarato che entro una settimana sarebbe stato pubblicato, ma ad oggi quel sito invece non è ancora online, alimentando i forti dubbi che in tante/i abbiamo sulle volontà censorie che il Governo intenderebbe adottare.   Non solo, ma contro l’evidenza del fallimento di un'altra iniziativa, quella formativa nei confronti dei dirigenti del MIUR su questi temi, a sua volta fatta senza il coinvolgimento delle associazioni lgbti italiane e con scarsissima efficacia, il MIUR stesso ha fatto sapere che la continuazione delle attività dell’asse educazione sarà gestita dal MIUR stesso senza il coinvolgimento di tutte le strutture coinvolte da UNAR in precedenza.   La Ministra Giannini non ha detto nulla su queste due cose fondamentali, ed è stata molto ambigua sull’inserimento della cosiddetta teoria del gender nelle scuole. Invece di dire chiaramente che si tratta di una fandonia, visto che non esiste nessuna teoria del gender, né accade niente di quello che i fomentatori di falsità paventato avvenga nelle scuole, si è trincerata dietro generiche dichiarazioni contro il bullismo e le discriminazioni, elencando vecchie iniziative e affermando che il MIUR avrebbe coordinato il tavolo sull’educazione della Strategia nazionale, cosa che non ci risulta affatto.   "La verità invece è purtroppo che abbiamo una Ministra dell'Istruzione incapace di rispondere come si dovrebbe all’aggressività ed al cumulo di menzogne così come sono state dette e ripetute anche in aula sulla cosiddetta teoria del gender", conclude Guaiana.    

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