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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Eutanasia legale: Torino città capofila nella raccolta firme sulla proposta di legge radicale

Ven, 05/31/2013 - 17:42
31/05/13

Sabato 1 e domenica 2 giugno si può firmare ai tavoli in Via Garibaldi
Il sito www.eutanasialegale.it riporta il resoconto della campagna di raccolta firme promossa dall’Associazione Luca Coscioni e da Radicali Italiani sulla proposta di legge di iniziativa popolare su “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”.
La città di Torino è al primo posto con 3.467 firme raccolte in 16 tavoli (una media di oltre 200 firme a tavolo); il totale delle firme raccolte in Italia è di 27.128 (ne servono almeno 50.000): una firma su otto è stata raccolta a Torino,
Sabato 1° giugno si terrà un tavolo di raccolta firme in Via Garibaldi, all’altezza del civico 14, dalle ore 16 alle ore 19.

Domenica 2 giugno, tavolo dalle 10:30 alle 13:00 sempre in Via Garibaldi n. 14.
Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani, consigliere comunale) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):

“Lo strepitoso risultato di Torino è dovuto, innanzitutto, al grande lavoro di squadra messo in campo dai militanti dell’Associazione Aglietta, dell’UAAR e di Exit Italia.
Poi, senza dubbio, da una grande partecipazione popolare; senza alcuna informazione sui media sulla campagna in corso, è sufficiente per i passanti leggere “eutanasia legale” sui nostri cartelli sandwich per fermarsi a firmare.
D’altronde, avevamo già riscontro tale attenzione dei cittadini all’epoca della nostra raccolta firme per l’istituzione in Comune del registro dei testamenti biologici. A questo proposito sono molti i cittadini che, dopo aver firmato, chiedono le modalità per depositare il proprio testamento biologico.
Il nostro obiettivo su Torino è quello di raggiungere le 5.000 firme, un decimo di quelle necessarie. Facciamo appello, ancora una volta, al passaparola fra i cittadini, ricordando che si può firmare anche all’URP (Piazza Palazzo di Città n. 9/a) e in tutte le circoscrizioni.”.
Torino, 31 maggio 2013

N.B.
A questo link è possibile essere informati sui tavoli di raccolta più vicini e se nel proprio comune è possibile sottoscrivere la proposta di legge.

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Lord Owen: "David Cameron, erede di Blair"

Ven, 05/31/2013 - 14:27
31/05/13

A giudicare dai titoli e dai contenuti di due articoli pubblicati sul Daily Telegraph e sul Mail Online, intitolati “L’ombra del sospetto sull’Inchiesta Chilcot” e “Cameron, Blair e il loro ‘sporco accordo per censurare l’Inchiesta sull’Iraq’: secondo un ex Ministro degli Esteri l'evidenza chiave è stata trattenuta in cambio della neutralità dell’ex-PM alle prossime elezioni”, si potrebbe dedurre che alcuni giornalisti britannici la domenica si sintonizzino su Radio Radicale per ascoltare la conversazione settimanale tra Marco Pannella e Massimo Bordin. Non sono più soli i Radicali e Marco Pannella in primis a sostenere esplicitamente che David Cameron sia l’erede di Tony Blair soprattutto in tema di politica estera e guerra in Iraq.

I due articoli in questione riportano le gravi dichiarazioni dell'ex Ministro degli Esteri britannico (dal 1977 al 1979) Lord David Owen sulla guerra in Iraq, sugli interessi personali dei due leaders e sulla Ragion di Stato che prevale a Londra a causa dell'attuale Primo Ministro.

Lord Owen, in occasione di un incontro pubblico pochi giorni fa, ha detto che all’Inchiesta Chilcot “è stato impedito di pubblicare alcuni appunti, ritenuti importanti, di scambi tra il Presidente Bush e il Primo Ministro Blair”. I responsabili sono chiaramente Tony Blair e David Cameron perché “la pubblicazione degli appunti relativi a Bush non sarebbe stata bloccata se Tony Blair non avesse sollevato obiezioni, né se tale obiezione non fosse stata sostenuta dall’attuale Primo Ministro, David Cameron. Si stanno entrambi nascondendo dietro convenzioni del tutto fuori luogo, se si considera la natura della richiesta” che Sir John Chilcot ha presentato al Goveno di Cameron e che è rimasta lettera morta.

Per Lord Owen, Cameron e Blair hanno stipulato un accordo privato: David Cameron fa la sua parte impedendo la pubblicazione di documenti di vitale importanza, essenziali per arrivare alla verità sui retroscena della guerra in Iraq, in cambio del sostegno politico di Blair per i Tories. “È Downing Street stessa a dire di essere in contatto costante con Tony Blair su numerosi dossier e ciò è confermato dagli uomini di Blair. Non per niente Cameron si vede ancora come “erede di Blair”. È difficile sfuggire alla conclusione che Downing Street spera di... vincere la neutralità, se non il tacito supporto, di Blair alle prossime elezioni”.

Non è un caso poi se l’impero finanziario creato da Blair, che gli sta fruttando milioni di sterline attraverso le svariate consulenze prestate a governanti autoritari sparsi in Medio Oriente e Africa, non esisterebbe senza l’implicito consenso del Foreign Office.

Nota di Matteo Angioli

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Referendum: 1 giugno Assemblea a Roma, con Emma Bonino

Ven, 05/31/2013 - 13:57
31/05/13

Referendum su immigrazione e lavoro, divorzio breve, finanziamenti ai partiti e alle religioni, una nuova politica sulle droghe. 

Sabato 1 giugno, a Roma, dalle ore 9.30 sino alle 18.00, presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio 125, si terrà la prima Assemblea referendaria del Comitato “Cambiamo noi”, nel corso della quale saranno presentati i quesiti e i promotori che sostengono i diversi referendum: immigrazione e lavoro, divorzio breve, una nuova politica sulle droghe, finanziamenti ai partiti e alle religioni.

Referendum per affrontare  questioni sociali urgenti, da troppo tempo in attesa di risposta.

L’Assemblea, aperta a tutti i cittadini interessati a cambiare le cose in prima persona, discuterà anche di come consentire ad almeno 500 mila italiani di firmare i quesiti, superando gli ostacoli che le iniziative referendarie hanno sempre incontrato in Italia.

Interverranno all’Assemblea Emma Bonino, il segretario del PSI Riccardo Nencini, il segretario di Radicali italiani Mario Staderini, il presidente della Commissione parlamentare diritti umani Luigi Manconi, i deputati del PD Sandro Gozi e Khalid Chaouki, la radicale Rita Bernardini, Marco Furfaro della segreteria nazionale di SEL, Jean Leonard Touadi, Ilaria Cucchi, Tiberio Timperi, Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani, Pietro Soldini, responsabile immigrazione CGIL, Jean renè Bilongo, Resp. coord.Immigrati Flai, Mercedes Frias di “Prendiamo la parola”, Gabriella Guido di LasciateCientrare, Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, il Presidente della Camera penale di Napoli Domenico Ciluzzi, Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi della Lega per il divorzio breve, il segretario dell’Uaar Raffaele Carcano, il Presidente dell’Alleanza evangelica Giacomo Ciccone, i rappresentanti di Antigone e Forum Droghe, il vicedirettore dell’Istituto Bruno Leoni Serena Sileoni, Giannetto Gassani, Associazione matrimonialisti, Isabella Peretti del Coordinamento donne contro il razzismo e il sessismo, Gaossou Ouattara del Movimento degli africani.

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Anonymus, Turco: Un paese alla deriva

Gio, 05/30/2013 - 17:30
30/05/13

Dichiarazione di Maurizio Turco, già deputato radicale:

“Il fatto che Anonymus Italia sia riuscita a divulgare documenti del Ministero dell’Interno è di una gravità inaudita.

Sicuramente chiunque animi Anonymus ha un’alta capacità tecnica, non certamente più alta di quella di quasi tutti i servizi di controspionaggio del mondo. Città del Vaticano compreso.

Questo vuol dire che il nostro paese è di fatto più che una casa di vetro una casa senza porte e finestre.

Tranne che per i propri cittadini e per il Parlamento: audizioni formali e informali, pippe galattiche (con conseguenti galattici appalti) sulla sicurezza, la pantomima delle interpellanze (nella scorsa legislatura su 6.526 atti destinati al Ministero dell’Interno 4.429 sono rimasti senza risposta), ecc….

Ed oggi non un gruppo ha pensato di presentare una interpellanza urgente. Forse non è chiaro cos’è accaduto. E cosa accadrà se dovessero mettere mani a Giustizia, Difesa, Esteri. E Finmeccanica, Eni, ecc…”

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Carceri/Giustizia: anche il Ministro Cancellieri sottovaluta la débâcle dei diritti umani?

Gio, 05/30/2013 - 15:01
30/05/13

Dichiarazione di Rita Bernardini, già deputata radicale nella XVI legislatura:

Dispiace dover constatare che anche il nuovo guardasigilli, con le sue dichiarazioni, dimostri di sottovalutare la débâcle dei diritti umani in corso da molto (troppo) tempo nelle carceri italiane.

Le prese di posizione che leggo ora sui lanci di agenzia sono sconfortanti, troppo simili alle lagne e ai buoni propositi a buon mercato che così a lungo hanno accompagnato l’inerzia dei governi che si sono succeduti nella precedente legislatura.

Quello che dovrebbe essere chiaro, è che le giornate sono scandite dall’orribile accettazione da parte dello Stato dei trattamenti inumani e degradanti per decine di migliaia di ristretti nei nostri istituti penitenziari. Tutti sappiamo, e il Ministro Cancellieri non può non sapere, che la nostra Costituzione e le nostre stesse leggi – per non parlare della Carta Europea dei Diritti dell’Uomo – sono violate minuto dopo minuto. Con chiarezza umiliante per l’Italia, lo ha certificato la Corte di Strasburgo l’8 gennaio scorso.

Dispiace, infine, dover ascoltare la stanca cantilena che l’amnistia o l’indulto sono decisi dal Parlamento. Ma va? E il Governo che fa per porre il Parlamento di fronte alle proprie responsabilità? Dagli ultimi dati risulta che nelle nostre carceri ci sono 30.000 detenuti in più rispetto ai posti disponibili: in Francia stanno pensando a provvedimenti di clemenza perché c’è un esubero di 10.000 carcerati! Per non parlare della necessità di affrontare la mole dei procedimenti penali pendenti che incombono sulle scrivanie dei magistrati. Signora Ministra, si informi, non sono un milione e mezzo come lei ha affermato alcuni giorni fa nel corso dell’audizione al Senato, ma ben oltre i 5 milioni come è scritto nero su bianco dal Servizio Studi del Senato. Anche per questo, in Europa, siamo sorvegliati speciali, non lo dimentichi.

 

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Droghe, Staderini a Serpelloni: dietro la legalizzazione c’è la ragionevolezza, non big tobacco

Mer, 05/29/2013 - 18:36
29/05/13

I dati dell'Osservatorio europeo sulle droghe di Lisbona, resi noti ieri, fotografano la realtà di un fenomeno complesso e in continua evoluzione che le politiche basate sulla proibizione e sulla repressione non riescono a controllare e a governare. Le dichiarazioni in cui Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento antidroga, secondo il quale dietro le proposte di legalizzazione della cannabis potrebbero esserci gli interessi delle multinazionali del tabacco, sono solo fumo negli occhi per tentare di nascondere il fallimento di politiche proibizioniste che hanno ottenuto unicamente la criminalizzazione di milioni di persone, il sovraffollamento delle carceri e l’arricchimento delle mafie.

Il referendum per eliminare il carcere in caso di violazioni per fatti di lieve entità della normativa sugli stupefacenti rappresenta anche l’occasione per aprire nel nostro Paese un grande dibattito, sinora vietato, sulle politiche italiane che ogni giorno consegnano i consumatori alle organizzazioni criminali, sempre più ricche e più potenti grazie al traffico illecito degli stupefacenti.

Di fronte ai cambiamenti in atto in molti Paese del mondo, l'Italia non può rimanere prigioniera di quella disastrosa e fallimentare “guerra alla droga” cui ormai sembrano credere poco gli stessi Stati Uniti.

L’appuntamento per chi vuole impegnarsi sul referendum è a Roma, il 1 giugno, dalle 9.30 presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio 125. Per info www.cambiamonoi.it

Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali italiani.

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Parlamento zona franca: Da domani in libreria

Mer, 05/29/2013 - 12:58
29/05/13

PARLAMENTO ZONA FRANCA - Le Camere e lo scudo dell'autodichia

di Irene Testa e Alessandro Gerardi

Con prefazione di Rita Bernardini e postfazione di Maurizio Turco

Dalla quarta di copertina:

In ogni ambito – dal bilancio dei gruppi parlamentari alla sicurezza del lavoro, dalla gestione del patrimonio immobiliare, alla materia appaltistica – il Parlamento ricorre all’alibi dell’autodichia per sottrarsi ai rigori della legge esterna; quella stessa legge che invece vale per ogni altra pubblica amministrazione e, soprattutto, per ogni cittadino. Siamo dunque al paradosso: nel luogo dove avviene il processo di formazione delle leggi, occorre ottenere il "permesso" di venti persone (i componenti degli Uffici di Presidenza) per dare accesso alla legge nell'ambito della presunta "autonomia costituzionale" della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Finché le immunità parlamentari verranno impropriamente invocate a tutela di quegli ambiti che esulano dalla funzione tipica delle Camere e che sono invece propri di qualsiasi altro organo o pubblica amministrazione, il Parlamento continuerà ad essere una Zona Franca sottratta alla grande regola dello Stato di Diritto.

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Processo Giovine/Cassazione a novembre: brava Bresso a non mollare ma non c'è niente da festeggiare

Mar, 05/28/2013 - 19:07
28/05/13

Appreso che la Cassazione, su ricorso dei legali di Mercedes Bresso, ha fissato al 14 novembre l'udienza del processo che vede imputati Michele Giovine e il padre Carlo (dopo che tale udienza, già fissato per il 9 luglio 2013, era stata spostata al 14 febbraio 2014), Igor Boni e Giulio Manfredi (esponenti radicali) hanno dichiarato:
Innanziutto, vogliamo esprimere il nostro ringraziamento, ma anche quello di tutti i cittadini piemontesi che credono nei valori della legalità, a Mercedes Bresso, che non molla la sua lotta iniziata ben tre anni fa, per ottenere la giusta sanzione, sia in sede penale che in sede amministrativa, per le patenti violazioni della legge elettorale che avvennero nella primavera del 2010, in sede di presentazione della lista "Pensionati con Cota" di Michele Giovine, risultata determinante per la vittoria elettorale di Roberto Cota. E questo in un contesto politico in cui l'ex segretario regionale del PD, Gianfranco Morgando, nemmeno un mese fa, non ha trovato di meglio che nominare la Bresso non per sostenerla nella sua lotta per la legalità ma per dire che vi erano stati seri dubbi sulla sua ricandidatura a presidente del Piemonte.
Ciò detto, oggi non c'è nulla da festeggiare. Sono passati oltre tre anni dalle elezioni regionali e c'è il fondato rischio che le falsificazioni accertate dalle due sentenze di primo e secondo grado non portino a nuove elezioni regionali (magari abbinate a quelle europee della primavera 2014) e che Cota possa tranquillamente terminare i cinque anni di governo (si fa per dire) del Piemonte.
Il "caso Piemonte" è l'ennesimo capitolo del "caso Italia", dell'assenza della certezza del diritto, in tutti i campi: elettorale, penale, civile e amministrativo.

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Comitato Promotore dei Referendum presieduto da Pannella deposita in Cassazione Referendum "Giustizia Giusta"

Mar, 05/28/2013 - 16:21
28/05/13

Nella mattinata di martedì 28 maggio, a 25 anni dalla morte e a 30 dall'arresto di Enzo Tortora, una delegazione del "Comitato promotore dei referendum" presieduto da Marco Pannella ha depositato presso la Corte di Cassazione sei quesiti referendari "per la giustizia giusta".

Cancellazione del filtro di ammissibilità nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile dei magistrati; separazione delle carriere; eliminazione della custodia cautelare per il rischio di reiterazione nel caso di reati non gravi; misure restrittive per il lavoro dei magistrati fuori ruolo; abolizione dell'ergastolo. Sono questi i cinque quesiti referendari proposti dal comitato promotore. Ci sono ora tre mesi di tempo per raccogliere le 500.000 firme per sostenere i quesiti.

“La nostra battaglia - ha dichiarato Pannella - serve a fare della giustizia un luogo di vita e non di putrefazione dei diritti e dei principi vitali della democrazia. In particolare la Roma dei comandamenti della Chiesa dovrebbe essere in testa per questa battaglia. Temo però che i partiti politici non appoggeranno facilmente la nostra iniziativa perché continueranno a far solo finta di sostenerci come fanno da 20 anni”.

Ha quindi proseguito esprimendo una riflessione su Silvio Berlusconi: “Ha fatto un sacco di stupidaggini, ma anche se non faccio il giudice, può darsi che nei suoi confronti ci siano forme di persecuzione. È evidente - ha sottolineato - che siamo di fronte ad uno scontro tra fazioni, ma Berlusconi non è Tortora.”

Infine anche una chiosa per Grillo: “Non vorrei apparire un necrofilo della politica come Beppe Grillo, ma sono convinto che i partiti cercano oggi di candidarsi alle riforme, compresa quella della giustizia, senza averne la credibilità perché sembrano cadaveri in putrefazione che ammorbano il territorio”.

Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, alcuni parlamentari ed ex parlamentari oggi iscritti ai Radicali italiani.

Il video di Radio Radicale

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Garante regionale carceri: Abolire il garante delle carceri per risparmiare? Non copritevi di ridicolo!

Mar, 05/28/2013 - 08:42
27/05/13

Se i Consiglieri regionali restituissero i rimborsi contestati il garante sarebbe stipendiato per quasi 50 anni

Dichiarazione di Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani):

“Ci risiamo. Mentre 56 consiglieri regionali su 60 devono rispondere alla Procura della Repubblica di Torino per un monte di rimborsi spese percepiti pari a oltre 1 milione e mezzo di euro (solo PDL + Lega superano il milione di euro), in Consiglio regionale si discute del progetto di legge del capogruppo PDL Gianluca Pedrale che mira ad abolire il garante delle carceri, motivandola con l'esigenza che la Regione deve risparmiare.
Cari consiglieri regionali, abolire il garante delle carceri con la scusa del risparmio (il costi si aggirerebbero su poco più di 30.000 euro annui) non significa nascondersi dietro a un dito ma semplicemente coprirsi di ridicolo. E' inutile ripetere a chi non vuol sentire che un garante regionale determinato e capace porterebbe ad una riduzione del danno (anche e soprattutto in termini economici), agevolando, ad esempio, la fruizione di pene alternative al carcere (ogni detenuto costa ai cittadini circa 160 euro al giorno, la retta giornaliera in una comunità per tossicodipendenti è di circa 50 euro al giorno).
La Regione Piemonte se avesse solo a disposizione i rimborsi contestati in queste settimane ai Consiglieri pagherebbe il garante per quasi 50 anni! Demagogia? Non ci pare proprio. Diamo atto, per altri versi, al PD e alle altre opposizioni di non avere fatto passare sotto silenzio il vergognoso tentativo del Centrodestra di far fuori l'istituto del garante; rivolgiamo loro un pressante appello affinché utilizzino tutti gli strumenti del regolamento consiliare (ostruzionismo compreso) per non far passare lo sciagurato progetto di legge ammazzagarante"

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Carceri: Radicali, Grande Chambre respinge ricorso Italia su caso Torreggiani 'ennesima umiliazione in sede europea'

Lun, 05/27/2013 - 15:51
27/05/13

"Come era ampiamente prevedibile, l'Italia ha subito l'ennesima umiliazione in sede europea. I cinque giudici della Grande Chambre chiamati a vagliare il ricorso dell'Italia avverso la sentenza Torreggiani ed altri, lo hanno dichiarato inammissibile". Lo affermano in una nota Rita Bernardini, gia' deputata radicale, capolista delle liste Amnistia, Giustizia, Liberta' alle scorse elezioni e Giuseppe Rossodivita, avvocato radicale difensore di due dei detenuti che si sono visti riconoscere il risarcimento della Corte Edu per 'trattamenti inumani e degradanti'.

"Ricordiamo che la Corte Edu, l'8 gennaio scorso, nel riconoscere il risarcimento ai sette detenuti, ha chiesto all'Italia, con una sentenza pilota, di rimuovere entro un anno le cause strutturali che generano trattamenti 'inumani e degradanti' nei nostri istituti penitenziari (violazione sistematica dell'art. 3 della Convenzione - Cedu) - continua la nota - L'Italia ha cosi' 'rapinato' 5 mesi in piu' per rientrare nella legalita' che viola sistematicamente da decenni. Si e' comportata cioe' come fanno certi imputati che guadagnano rinvii fino alla prescrizione del reato. Ma in questo caso non c'e' la prescrizione. Non si possono prescrivere le 'torture' alle quali sono sottoposte decine di migliaia di detenuti nelle nostre carceri". "Ora occorre serieta' - ribadisce la nota - Noi radicali ci battiamo per l'Amnistia (e l'indulto) per uscire immediatamente dalla condizione di flagranza criminale in cui si trova il nostro Stato da decenni anche per violazione dell'art. 6 della Cedu, cioe' per l'irragionevole durata dei processi. Il nuovo Governo e il rinnovato Parlamento hanno altre soluzioni altrettanto rapide ed efficaci anche per avviare immediatamente la necessaria Riforma della giustizia? Le tirino fuori perche' il tempo, per avere uno stato di diritto e quindi democratico, e' abbondantemente scaduto".  

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Divorzi: Staderini e Gerardi, dal 7 giugno referendum per divorzio breve.

Lun, 05/27/2013 - 15:48
27/05/13

Dichiarazione di Mario Staderini (segretario di Radicali Italiani) e Alessandro Gerardi (Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve).

  I dati resi noti dall’Istat confermano la crescita del numero di famiglie coinvolte nelle procedure di separazione e divorzio.   Quello che le statistiche però non dicono è il carico sociale e giudiziario connesso alla durata dei procedimenti di separazione e divorzio: quattro anni per un divorzio consensuale e anche oltre 10 anni per uno giudiziale.   Per questo motivo, essendo fallite in Parlamento tutte le occasioni per superare l’anomalia italiana, dal 7 giugno saremo per strada, insieme ai compagni del PSI, per raccogliere le firme sul referendum che introduce il divorzio breve eliminando l’obbligo dei 3 anni di separazione prima di poter chiedere lo scioglimento definitivo del vincolo coniugale.   Senza l’inutile obbligo della separazione legale occorreranno quattro anni in meno per arrivare al divorzio, i cittadini non dovranno più pagare gli avvocati per le cause di separazione e lo Stato risparmierà 100 milioni di euro l’anno, con un notevole abbattimento del contenzioso civile.

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Bolognetti: Se Fenice continua ad inquinare la responsabilità è anche di chi ha indagato sulla vicenda.

Dom, 05/26/2013 - 17:51
26/05/13

 

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani E’ inutile girarci attorno: se ancora oggi stiamo a fare i conti con un inquinamento di tutte le matrici ambientali, prodotto dall’inceneritore Fenice, è anche grazie all’operato della magistratura. Nel settembre 2009, il Procuratore della Repubblica di Melfi, Renato Arminio, ebbe a rispondere alla richiesta di sequestro dell’inceneritore Edf, avanzata dal sottoscritto, con una sconcertante dichiarazione resa ai microfoni del Tgr Basilicata: “Non sequestro perché sono una persona responsabile”. Quanto all’indagine condotta dal Sostituto Procuratore Salvatore Colella, che ha portato nell’ottobre del 2011 all’arresto dei vertici Arpab, ribadisco che la stessa - volendo usare un eufemismo - presenta qualche lacuna. Dove sono, mi chiedo, le indispensabili indagini epidemiologiche e biologiche? Perché la Procura non ha approfondito l’aspetto dell’impatto sulla salute umana prodotto dall’inceneritore? Nella consulenza tecnica per la Procura di Melfi, acquisita dall’ufficio protocollo della stessa in data 24 maggio 2010,  il CTU, prof. Fracassi - gioverà ricordarlo per l’ennesima volta – afferma di aver chiesto con “nota datata 3 ottobre 2009” un’ analisi dell’acqua dei pozzi a monte e a valle dell’inceneritore. Analisi, afferma il Ctu, indispensabile per stabilire se l’utilizzo delle acque “da parte degli agricoltori della zona” comportasse pericoli. Lo stesso consulente afferma di non aver ricevuto risposta né dall’Arpab, né dalla Procura. Come è noto, nel marzo 2009, l’allora sindaco di Melfi Ernesto Navazio ebbe ad emettere un’ ordinanza di “divieto di utilizzo, a qualsiasi scopo, delle acque sotterranee emungibili dai pozzi presenti all’interno del perimetro del sito dell’impianto termovalorizzatore Fenice, nonché di quelli a valle del sito stesso”. Su questa vicenda, e non solo su questa, per quanto è dato conoscere la Procura di Potenza non ha inteso accendere i riflettori. Eppure sarebbe di certo interessante comprendere perché si ingaggi un Ctu e poi le richieste avanzate dallo stesso non vengano soddisfatte. Nelle scorse ore, nell’ambito delle attività di monitoraggio dell’inceneritore Fenice, l’Arpab ha diffuso dati che attestano la presenza nelle acque di falda di inquinanti tossico-nocivi-cancerogeni. L’agenzia, però, non ha fornito elementi sulla presenza del pericolosissimo Cromo esavalente (che pure era emersa dalle analisi del bimestre precedente) a causa di problemi alla strumentazione presente in laboratorio. A fronte di questo ennesimo elemento attestante una perdurante contaminazione della matrice ambientale acqua, ad oggi non registriamo alcuna procedura volta alla bonifica dell’area, laddove con certezza assoluta possiamo affermare che pericolosi inquinanti sono entrati nel ciclo alimentare. A questo punto - e come già fatto a marzo 2013 attraverso un esposto-denuncia - gioverà ricordare ai Signori Procuratori che nell’autorizzazione all’esercizio delle attività dell’inceneritore Fenice-Edf di San Nicola di Melfi si stabilisce che “l’attività di termodistruzione” possa essere interrotta “nei casi previsti dal D.M. 124/2000” e segnatamente “nel caso in cui uno o più parametri compresi nell’allegato 4” del Decreto in oggetto vengano superati, anche se temporaneamente. Da troppo tempo registriamo solo un inutile e stucchevole susseguirsi di conferenze di servizio, senza che si ponga la parola fine ad una inaccettabile situazione che mette e ha messo in serio pericolo la salute dei cittadini. La politica, o per meglio dire la partitocrazia e la burocrazia regionale hanno serie e gravi responsabilità, ma i magistrati che hanno indagato sulla vicenda Fenice, per come la vedo io, hanno responsabilità altrettanto gravi. Formulare l’accusa di disastro ambientale e omissione di atti d’ufficio, così come denunciato fin dal 2009 dal sottoscritto, non basta. Occorreva e occorre agire per evitare che nel Vulture continui ad essere negato violato l’art. 32 della Costituzione.

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Bolognetti: Cari Grillini, caro Senatore Petrocelli, sono iscritto a un Partito e me ne vanto

Dom, 05/26/2013 - 12:31
26/05/13

 

Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani La faccia tosta, l’arroganza e la capacità manipolatoria degli impagabili manichei a cinque stelle lucani(e non solo) non finiscono mai di stupire. I Cinque Stalle, pardon i Cinque Stelle, dopo averci raccontato che avrebbero vissuto in quel di Roma a pane e cicorie, da buoni ipocriti e farisei si son guardati bene dal rinunciare a quelli che solo pochi mesi fa avevano definito privilegi della casta. Oggi, in vista delle elezioni regionali, gli amici a cinque stelle fanno proclami e dettano regole. E tra le “ferree”regole di questi nostri giacobini della domenica tocca leggere che i duri e puri nulla vogliono avere a che fare con chi è stato iscritto ad un partito. A questi parvenu, manipolatori e cultori delle doppie verità voglio rispondere che da quasi trent’anni milito in un Partito e me ne vanto. Mi onoro di essere militante di una forza politica che ammette, anzi auspica, la doppia tessera. Militante di un partito aperto, che non è una “chiesa”, militante di quel Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito che ha come simbolo il volto di Gandhi e che è il Partito che ha quale motto “Per la vita del diritto e il diritto alla vita”; il Partito che è un’organizzazione politica che non partecipa alle elezioni, una ong con Status consultivo presso l’Ecosoc delle Nazioni Unite. Il Partito dei Montagnard e dei popoli oppressi, il Partito che propone una “Organizzazione della e delle democrazie”, il Partito del Dalai Lama e di Kok Ksor. Ecco, la mia storia trentennale di militante e iscritto è questa. E’ la storia di chi da oltre 10 anni è iscritto ai soggetti politici della Galassia Radicale, di un Movimento che in Italia fa rima con Referendum, battaglie per il diritto, i diritti, la libertà e la democrazia. Il Partito dei Referendum Tortora; il Partito che da sempre si batte per dar corpo all’einaudiano “diritto a poter conoscere per deliberare”; il Partito che ha proposto e vinto il referendum per abrogare il finanziamento pubblico dei partiti. Probabilmente voi altri di tutto questo non conservate memoria, anche grazie al fatto che in questo paese la memoria viene negata. Ma è pur vero che parlate con disonestà intellettuale e lingua biforcuta e che, spesso, nel vostro agire e nel vostro operato troviamo traccia di culture che hanno appestato la storia dell’umanità. Non parlo, sia chiaro, dei milioni di persone che vi hanno votato, a cui è stata negata la possibilità di conoscere e riconoscersi in alternative e alterità storiche.   Un Movimento che in Basilicata, in Italia significa da sempre lotta alle degenerazioni prodotte dal sessantennio partitocratico. Lotta e proposta, e mai mera protesta. Lotta e proposte di riforma, e non patiboli e forche innalzati nelle piazze. In questa regione, cari Cinque Stelle, se oggi i temi ambientali, la questione del “Debito Ecologico” di questo “Stato canaglia” sono all’ordine del giorno dell’agenda politica è grazie all’azione svolta dal sottoscritto, dai Radicali e certo non da altri. Ma capita, cari grillini, che di tutto questo nel vostro Tzunami Tour se ne perda traccia e memoria. State attenti, cari amici, si fa presto a cadere dalla tavola e a rimanere travolti dall’onda che si pensava di poter domare. Firmato un iscritto al PRNTT e ai soggetti politici della Galassia Radicale

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Omaggio a Don Gallo. Viale, un non clericale nella Chiesa

Sab, 05/25/2013 - 14:33
25/05/13

Il presidente di Radicali Italiani, Silvio Viale, ha reso omaggio a Don Gallo presenziando alla cerimonia funebre nella chiesa del Carmine a Genova.
Al termine della cerimonia Silvio Viale ha diffuso la seguente nota:
"Ho voluto essere presente alla cerimonia in chiesa per rendere omaggio a un grande uomo di fede, un non clericale nella Chiesa, un prete stimato da tanti che non hanno quella stessa fede. Un prete anticlericale, vorremmo dire noi, ma Don Andrea Gallo si sentiva parte della Chiesa e voleva che la Chiesa cambiasse. Su molte cose eravamo quasi completamente d'accordo, su altre no, ma il confronto è sempre stato franco e rispettoso. Per noi è una grande perdita, ma siamo certi che altri seguiranno la sua strada. Come ha detto Don Ciotti, citando Papa Francesco, "non quella dei salotti". Un grande Ciao a Don Andrea Gallo."

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Basilicata: I Radicali chiedono al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione di verificare la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella.

Sab, 05/25/2013 - 13:52
25/05/13

 

Basilicata: I Radicali chiedono al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione di verificare la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella.   Gli esponenti radicali Rita Bernardini(già membro della Commissione Giustizia della Camera), Maurizio Bolognetti(Segretario di Radicali Lucani), Mario Staderini(Segretario di Radicali Italiani), Marco Cappato(Tesoriere Associazione Coscioni) ed Elisabetta Zamparutti(Tesoriere di Nessuno Tocchi Caino) hanno indirizzato una interrogazione al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione, dott. Gianfranco Ciani, affinché valutino la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella con gli uffici giudiziari lucani e in particolare con la sede di Matera.  Nelle scorse settimane il segretario dell’Associazione Radicali Lucani aveva più volte manifestato le sue perplessità rispetto a quanto emerso dagli atti del procedimento penale 4422/2010 della DDA di Potenza. Per i dirigenti radicali gli elementi risultati dal sopra citato procedimento renderebbero quanto meno inopportuna una permanenza del dott. Colella in Basilicata e in particolare un suo trasferimento da Potenza a Matera.                                                                            Al Sig. Ministro                                                                                   della Giustizia – ROMA                                                                                           Al Procuratore Generale                                                                                   Corte di Cassazione – ROMA     I sottoscritti,   On. Rita Bernardini, già membro della Commissione Giustizia della Camera Maurizio Bolognetti, Segretario Ass. Radicali Lucani Mario Staderini,Segretario Radicali Italiani On. Marco Cappato, Tesoriere Associazione Coscioni On. Elisabetta Zamparutti, Tesoriere Nessuno Tocchi Caino   premesso   - che, nel mese di dicembre 2012, nell’ambito del procedimento penale n.4422/2010 della D.D.A. di Potenza venivano tratti in arresto alcuni imprenditori con l’accusa di illecito smaltimento di rifiuti solidi urbani consumato nelle province di Potenza e Matera; - che negli atti del citato procedimento penale è dato leggere che il  22/6/2012, l’avv. Marisa Clemente, iscritta all’ordine circondariale di Bari, con studio legale in Altamura, nel presentarsi presso gli uffici del nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, in relazione all’indagine in corso, e nel qualificarsi come difensore di fiducia di uno degli imprenditori indagato e poi arrestato, esercente numerose attività nella Regione Basilicata alcuna delle quali poste in area ricompresa tra il Comune di Matera e il Comune di Altamura, “en passant”, riferiva di essere la consorte del dott. Salvatore Colella, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza; - che l’episodio suscitò sorpresa nei Carabinieri inquirenti che di tanto informarono immediatamente i sostituti procuratori titolari del fascicolo di indagine e con il Colella, quindi, operanti nello stesso ufficio di Procura; - che il dott. Colella ha svolto indagini in relazioni a danni ambientali in provincia di Potenza in area in cui opera il cliente della moglie; - che da recenti notizie si è appreso del trasferimento del dott. Colella dalla Procura di Potenza a quella di Matera; - che i due popolosi Comuni di Matera ed Altamura distano tra loro solo 18 Km e che sulle aree che coprono quella distanza sono ubicate attività praticate dall’imprenditore tratto in arresto e cliente dell’avv. Clemente; - che la vicenda di cui innanzi, diffusa da vari articoli di stampa, è stata oggetto di salaci commenti sia tra i magistrati che tra gli avvocati del distretto della Corte di Appello di Potenza;       CHIEDONO di accertare: a) se il comportamento dell’avv. Clemente sia stato valutato, sotto il profilo deontologico, dal competente Consiglio dell’Ordine (alternativamente quello di Matera, Potenza e Bari); b) se il trasferimento del dott. Colella presso la Procura della Repubblica di Matera non determinerebbe una palese situazione di incompatibilità ambientale posto che la consorte continuerebbe ad esercitare la professione forense a qualche chilometro di distanza.   Lì, 25 maggio 2013

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Martedì 28 maggio il Comitato Promotore dei Referendum presieduto da Pannella deposita in Cassazione i Referendum sulla Giustizia Giusta

Ven, 05/24/2013 - 18:24
24/05/13

Martedì 28 maggio, a venticinque anni dalla morte e trenta dall'arresto di Enzo Tortora, una delegazione del "Comitato promotore dei referendum" presieduto da Marco Pannella con il coinvolgimento formale anche della “Lista Pannella”, depositerà presso la Corte di Cassazione i seguenti cinque quesiti referendari "per la giustizia giusta":

  1. Responsabilità civile dei magistrati
  2. Separazione delle carriere
  3. Custodia cautelare
  4. Incarichi extragiudiziali
  5. Progressione delle carriere.

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Finanziamento Partiti, Staderini: vedere per credere

Ven, 05/24/2013 - 17:47
24/05/13

PRONTI AL REFERENDUM. 

L’annuncio del Presidente Letta di una iniziativa governativa per abolire il finanziamento dei partiti è di certo un fatto nuovo, perché rompe il tabù che per quarant’anni ha visto la partitocrazia unita contro i referendum Radicali del 1978, del 1993 e del 2000.

Aspettiamo, però, di vedere il contenuto del disegno di legge e come verrà accolto in Parlamento.

Sono infatti molti i punti da chiarire.

Rimarranno i rimborsi elettorali e se si, saranno limitati a garantire l’accesso di tutti alle elezioni oppure continueranno ad essere una forma di finanziamento occulto per i soliti noti attraverso una distribuzione in proporzione ai voti? Le donazioni dei privati saranno consentite solo alle persone fisiche oppure anche alle persone giuridiche? Come verrà attuato l’articolo 49 della Costituzione? I servizi alla politica garantiti dallo Stato regolamenteranno anche gli spazi radiotelevisivi, che in questi anni hanno rappresentato un valore persino superiore a quello del finanziamento diretto?

La battaglia radicale contro il finanziamento pubblico dei partiti non è mai stata una questione di limitazione della spesa e degli sprechi, bensì una visione diversa del rapporto tra Stato e cittadini che metta al centro la persona e non i partiti.

Staremo a vedere, in ogni caso dal 7 giugno siamo pronti a tornare in strada con il referendum abrogativo che abbiamo depositato nel mese di aprile.

Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani.

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Milano, Cappato: finalmente i dipendenti comunali potranno autenticare le firme. Bene Pisapia. Il mio sciopero del voto è concluso

Ven, 05/24/2013 - 12:48
23/05/13

Milano, 23 maggio 2013 - Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano

Da oggi i dipendenti comunali che ne fanno richiesta riceveranno dal Sindaco Pisapia la delega per autenticare le firme sulle iniziative popolari nazionali e comunali. E' stato messo a disposizione sull'intranet del Comune un modulo per presentare tale domanda, in conformità con una legge -quella sulle autentiche- che finora era rimasta disapplicata a Milano.

Avevamo posto la questione con il Comitato referendario "Milanosìmuove" già al Sindaco Moratti, che aveva risposto con un diniego. Successivamente, neanche da Pisapia eravamo finora riusciti ad ottenere una risposta positiva sulle proposte di iniziativa popolare comunali radicali su biotestamento e altre proposte.

Personalmente mi ero autosospeso da settimane dalle riunioni di maggioranza e dal voto sulle delibere di Giunta proprio per denunciare la mancata risposta su questo punto. Posso finalmente congratularmi con il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia per aver deciso di porre fine alla politica di sabotaggio delle iniziative popolari ereditata dalle precedenti amministrazioni.

 

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Referendum: 1 giugno Assemblea a Roma, 7 giugno inizio raccolta firme

Gio, 05/23/2013 - 18:31
23/05/13

Referendum su immigrazione e lavoro, divorzio breve, finanziamenti ai partiti e alle religioni, una nuova politica sulle droghe. 

Sei referendum per dare finalmente una risposta a questioni sociali urgenti, da troppo tempo in attesa di risposta: immigrazione e lavoro, divorzio breve, finanziamenti ai partiti e alle religioni, una nuova politica sulle droghe. 
Sei referendum per sbloccare la paralisi del Parlamento su questi temi, far vivere davvero gli strumenti di partecipazione popolare, ripristinare la legalità costituzionale.

La raccolta delle 500 mila firme inizierà il 7 giugno.

La prima Assemblea dei referendari, aperta a tutti i cittadini interessati a cambiare le cose in prima persona, è convocata per sabato 1 giugno, a Roma, a partire dalle ore 9.30, presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio 125.

Durante l’assemblea saranno presentati nel dettaglio i quesiti e i comitati promotori che sostengono i diversi referendum, con interventi delle personalità che in questi giorni stanno aderendo.

Continua intanto la raccolta delle disponibilità per costruire una rete di militanti e di autenticatori, indispensabili per il successo dell’iniziativa.

L’invito quindi è rivolto anche a parlamentari, ai consiglieri regionali, comunali e provinciali, contattandoci via mail info@cambiamonoi.it e dando le adesioni a tutti o alcuni referendum su www.cambiamonoi.it

Dichiarazione di Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani

“Ad un mese dal deposito – su iniziativa di Radicali italiani- dei quesiti referendari in Corte di Cassazione si è formato un primo fronte di promotori determinato a lavorare per il successo della campagna di raccolta firme. Altri ne seguiranno in questi giorni.  Ringraziamo l' imprenditore Fabrizio Pilotto per avere creduto in questo progetto e averci messo nelle condizioni per poter partire con la raccolta firme.

La vera sfida rimane quella di superare gli ostacoli che da sempre vengono frapposti a chiunque voglia esercitare il diritto riconosciutogli dall’articolo 75 della Costituzione, dal reperimento degli autenticatori alla conquista di spazi di conoscenza sino al venir meno delle istituzioni ai loro obblighi di legge. L’assemblea del 1 giugno sarà la prima occasione pubblica per organizzarsi anche su questo, su quanto cioè i Radicali combattono, sovente in solitudine, sin dagli anni ‘70”

 

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