Radicali Italiani
Lucana Film Commission: le vignette di Loriso sulla Nuova del Sud
Il Radicale Bolognetti denuncia all'opinione pubblica: "Il petrolio finanzia la Film Commission'"
"Botte" e risposte sulla Film Commission
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Diritti Umani: Perduca, ottima notizia Manconi presidente Commissione Senato. Si prosegua e approfondisca lavoro su carceri e giustizia facendo tesoro di lotta di Marco Pannella
Dichiarazione di Marco Perduca, segretario della Commissione speciale sui Diritti Umani del Senato della Repubblica nella XVI legislatura:
L'ottime notizia dal Senato dell'elezione di Luigi Manconi alla presidenza della Commissione speciale sui diritti umani lascia ben sperare che la Camera alta possa proseguire e approfondire quanto fatto su carceri e giustizia nella scorsa legislatura facendo ancor piu' tesoro di lotta di Marco Pannella.
Tre anni fa, infatti, la Commissione pubblico un rapporto sulle carceri dove si analizzavano I motivi del sovraffollamento e si avanzavano proposte di riforme per affrontare la situazione drammatica in cui oggi versa l sistema penitenziario italiano. In conclusione dei lavori della Commissione, su stimolo del Presidente Marcenaro, emerse un'ultima raccomandazione politica generale, quella dell'amnistia come primo passo necessario per rispondere all'illegalita' costizionale stigmatizzata dalla corte europea dei diritti umani con centinaia di sentenze.
Nell'augurare quindi al Senatore Manconi un buon inizio di attivita' pel rispetto, la protezione e la promozione dei Diritti Umani in Italia, auspico che, proprio come la sua elezione e' avvenuta contro la tanto sbandierata prassi che vorrebbe certe commissioni presiedute dalla minoranza piuttosto che da chi ottiene piu' voti in seno alla commissione stessa, essa possa andar contro la presunta vox populi che l'amnistia non sia una mmisura strutturale urgente per ri-inserire l'Italia tra i paesi industrializzati dove lo Stato di Diritto non e' un argomento per eruditi dibattiti ma una realta' politico-istituzionale. .
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Omicidio Litvinenko: Insabbiamento indagini costituisce grave precedente. Se la più antica democrazia cede per realpolitik alle pressioni russe, cosa faranno gli altri Stati?
Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) e Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
La recente decisione da parte del medico legale inglese di non esaminare, per ragioni di sicurezza nazionale, l'eventuale ruolo svolto dalla Russia nella morte di Alexander Litvinenko, assassinato a Londra nel 2006 mediante avvelenamento con polonio radioattivo 210, costituisce un grave precedente.
Ricordiamo che la magistratura inglese, il 22 maggio 2007, aveva spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti del cittadino russo Andrej Lugovoj, accusandolo di essere stato l'autore materiale dell'avvelenamento. L'estradizione di Lugovoj venne rifiutata dalle autorità di Mosca in quanto l'estradizione di un cittadino russo sarebbe negata dalla costituzione russa. Nel frattempo Lugovoj è stato eletto membro del parlamento nel partito di Putin ed è stato nominato membro del Comitato per la Sicurezza della Duma.
Se la più antica democrazia del mondo accetta di sottostare alla realpolitik, in nome dei buoni rapporti da mantenere fra Cameron e Putin, come si comporteranno gli altri Stati, democratici o no? Si adegueranno.
Torino, 21 maggio 2013
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Lavoro, De Lucia: bene anticipazioni su prossimi interventi governo. Il precariato non si cancella "per legge": illudersi di poterlo fare, significa provocare più disoccupazione e più lavoro nero
Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani:
La riforma Fornero, nella parte relativa al mercato del lavoro, ha scontato una presunzione ed una illusione: quella di poter ridurre o addirittura riassorbire il precariato con un semplice tratto di penna. La stessa illusione che i sindacati per primi rivendono ai loro iscritti e a tutti i cittadini.
I fatti hanno dimostrato che questo sistema non funziona: irrigidire, a tassazione invariata, ad articolo 18 invariato, a diritto “storico” del lavoro invariato (leggasi: tempo indeterminato) la disciplina dei contratti a progetto, del tempo indeterminato, delle partite iva (una partita Iva che svolge periodi di lavoro superiori a 8 mesi in un anno ripetuti per due anni viene considerata lavoro dipendente; il compenso ricevuto da uno stesso datore di lavoro non può superare l'80% del fatturato complessivo del collaboratore, il quale non può avere un posto fisso in azienda, e vincoli simili sono presenti nelle collaborazioni a progetto e nella associazioni in partecipazione), addirittura del contratto di apprendistato, determina il solo effetto di far aumentare la disoccupazione e il lavoro nero.
Le anticipazioni che fino ad ora sono filtrate rispetto ai prossimi interventi del governo sulla materia, vanno nella giusta direzione, ma è necessario più coraggio. Un solo esempio, ma molto molto concreto: il tempo determinato oggi prevede l'avvio senza causale solo per il primo rapporto e per una durata non superiore a 12 mesi, e non sono ammesse proroghe. Chi ha lavorato fino a 6 mesi in un’azienda, se vuole ripartire con lo stesso datore di lavoro, deve far passare un intervallo di 60 giorni, che diventano 90 se il contratto precedente è durato più di 6 mesi. Pare che il governo voglia ridurre gli intervalli a un periodo di 20 o 30 giorni. Bene, in quei 20-30 giorni (di ipocrisia) il malcapitato o lavorerà in nero, o verrà assunto qualcun altro al posto suo: sarebbe quindi il caso, questa volta, di fare le cose per bene, per non perdere un’altra occasione e, soprattutto, altri posti di lavoro.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Partiti, Turco: PD e PDL non vogliono democrazia interna, è gioco delle parti
"Nella scorsa legislatura abbiamo discusso per due anni della applicazione dell'articolo 49 della Costituzione. E nel giugno dell'anno scorso Pd e Pdl, per esigenze mediatiche, decisero di stralciare da quel dibattito la parte sul finanziamento pubblico, perché avevano interesse a far credere che volevano di corsa discutere di quelle norme. Quel dibattito però era strettamente connesso al dibattito sull'articolo 49, sulla democrazia interna ai partiti, come lo è all'articolo 39 della Costituzione, sulla democrazia interna ai sindacati. Solo che il Pd e il Pdl non vollero farlo allora, come non mi pare vogliano farlo oggi".
Lo ha detto l'ex parlamentare Radicale Maurizio Turco, intervistato da Radio Radicale sul dibattito sulla applicazione dell'articolo 49 e della democrazia interna nei partiti.
"Siamo di fronte all'ennesimo gioco delle parti. Il Pd ha solo riproposto una proposta fatta nella scorsa legislatura, che non volevano adottare. E anche oggi fingono di volere la democrazia interna, ma subito tornano indietro, tanto che sembano dire, se capisco bene quel che dice Zanda: scusate, abbiamo sbagliato", ha detto Turco.
"Io penso che sia una questione importante, che non sia una questione di lana caprina. Da quasi settanta anni questi due articoli della Costituzione non sono applicati. Se un soggetto vuole partecipare alla vita politica democratica del Paese non può che essere strutturato su base democratica, mi sembra pacifico, e lo dissero i costituenti proprio discutendo di quell'articolo della Costituzione", ha detto Turco.
Quanto alla reazione del Movimento 5 Stelle, Turco, ha detto: "Manca il dialogo tra le forze politiche, manca un dibattito, che è del tutto estermporaneo. Il Movimento 5 Stelle ha ovviamente dei problemi, su questo punto della democrazia interna, che è questione molto seria, non stiamo parlando di un 'dispetto' al Movimento 5 Stelle. Ma i problemi li hanno tutti gli altri partiti. Basta ricordare che l'Assemblea nazionale del Pd si espresse, a suo tempo, all'unanimità per il doppio turno alla francese. E solo pochi mesi dopo, quando lo abbiamo ricordato, i dirigenti del Pd ci dissero che eravamo dei provocatori. A proposito di statuti e democrazia interna", ha concluso l'ex deputato Radicale.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Dalla “Nouvelle vague” alla “Lucana Film Commission”
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani Il causidico ex direttore de Il Quotidiano della Basilicata non smette mai di stupire. Il buon Leporace ha voluto gratificarmi appioppandomi la patente di stalker. Per far perdere le staffe all’ottimo Direttore della “Lucana film Commission” è bastata una semplice e innocente domanda. Dopo essersi eretto a paladino della trasparenza, senza tra l’altro mai ricordare le proposte radicali in materia ad iniziare dalla pdl sull’anagrafe pubblica delle attività degli eletti e dei nominati, Leporace rivela il reale concetto che ha della gestione della cosa pubblica, definendo stalking la richiesta di un maggior tasso di trasparenza sulle attività dell’ennesimo baraccone partitocratico finanziato dalla mano pubblica e forse non solo da quella. La cosa non mi stupisce. Nei circa 6 anni trascorsi alla direzione de “Il Quotidiano della Basilicata”, Paride Leporace ha sapientemente utilizzato il giornale a mo’ di clava o di curva sud. Gli apologetici editoriali scritti dal Direttore nel suo periodo sanremese resteranno per sempre nella storia del giornalismo. Leporace, inutile nascoderselo, ha sempre nutrito l’ambizione di essere per la Basilicata quello che Scalfari è per l’Italia. Che dire: c’è chi ha partorito la “Nouvelle vague”, regalando al mondo registi come François Truffaut, Jean-Luc Godard e Claude Chabrol, e chi deve accontentarsi della “Lucana film Commission”. Certo, dovendo scegliere tra Godard e Leporace, mi tengo stretto il primo.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Video della Direzione di Radicali italiani
Domenica 12 maggio si è tenuta la riunione della Direzione di Radicali Italiani, presso la sede del Partito Radicale a Roma.
Vi riproponiamo la video-registrazione della riunione dopo le relazioni introduttive di Mario Staderini e Michele De Lucia sono intervenuti Fabrizio Pilotto, Marco Cappato, Marco Beltrandi, Silvio Viale, Francesco Pasquariello, Rita Bernardini, Rocco Berardo, Gianfranco Spadaccia, Rodolfo Viviani, Angiolo Bandinelli, Michele Governatori, Caterina Caravaggi, Emma Bonino, Gaetano Dentamaro, Maria Grazia Lucchiari, Giulia Simi, Riccardo Magi e Roberto Cicciomessere.
Video integraleMagi: domani, martedì 21 maggio, daremo alla stampa i risultati del test antidroga di Alemanno
Comunicato di Riccardo Magi, Radicali, Candidato nella Lista Civica Marino Sindaco.
Il sindaco Gianni Alemanno e alcuni candidati nella lista civica che lo sostiene hanno effettuato nelle settimane scorse il test antidoping, affermando - con grande riscontro di stampa - quanto un test del genere risulti importate per determinare un buon amministratore. Mentre i risultati di quel test per tutti i suoi 48 candidati ancora si attendendo, come candidati Radicali in queste elezioni amministrative, pensiamo sia importante rendere noto alla stampa i risultati antidroga del Sindaco. Durante la conferenza stampa presso il gazebo radicale allestito in Largo di Torre Argentina consegneremo anche le nostre ciocche di capelli e quelle di altri cittadini romani di diverse professioni e impieghi lavorativi, rappresentativi della popolazione romana. APPUNTAMENTO PER LA STAMPA MARTEDÌ 21 MAGGIO ALLE ORE 11,30 PRESSO IL GAZEBO RADICALE ALLESTITO IN LARGO DI TORRE ARGENTINA. ATTENZIONE: IN CASO DI PIOGGIA LA CONFERENZA STAMPA SI SVOLGERA' PRESSO LA SEDE DEL PARTITO RADICALE IN VIA DI TORRE ARGENTINA 76 - INFO:3338042937© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti su “Lucana film Commission”
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Vorrei chiedere al Direttore della “Lucana Film Commission”, Paride Leporace, di dar corso ad un indispensabile dato di trasparenza. Sarebbe opportuno, oltre che doveroso, far sapere se la Commissione istituita dalla Regione Basilicata abbia goduto di finanziamenti da parte di privati e in particolare di privati operanti nel settore petrolifero. La domanda nasce da quanto è dato leggere all’art. 4 dello Statuto della Fondazione che recita: “Il Patrimonio è costituito(…) anche da eventuali erogazioni, elargizioni, sovvenzioni e altre liberalità, donazioni, legati, eredità e lasciti da parte di terzi”.
Sono certo che il Direttore Leporace, che tanto ha fatto per dar lustro alla nostra Regione e a un recente festival di Sanremo, riterrà la mia richiesta più che ragionevole. Si tratta di dar corpo ad un elementare dato di trasparenza, che onori il diritto di noi tutti a poter conoscere per deliberare e renda palesi eventuali attività lobbistiche. Inoltre, sarei interessato a sapere se le attività della Fondazione abbiano goduto di sponsorizzazioni o partnership, e se si da parte di chi e di quali aziende.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Lavoro, De Lucia: considerazioni e domande a Landini, al Sindacato tutto e al Movimento Cinquestelle. Chi sono i conservatori, e chi i riformatori?
Lavoro, De Lucia: considerazioni e domande a Landini, al sindacato tutto e al Movimento Cinquestelle, all’indomani della manifestazione di Roma. Pensioni, precari, cassa integrazione, articolo 18, attuazione della “Costituzione più bella del mondo”: chi sono i conservatori, e chi i riformatori?
Nota di Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani
Manifestare “contro la crisi” si risolve in una pura e semplice ingannevole autoconsolazione, se non si riconoscono e non si affrontano le cause che l’hanno generata in modo laico, nuovo, riformatore. Se si vuole davvero uscire da questa situazione, trovare soluzioni che possano migliorare la vita delle persone, è necessario che la Fiom, Maurizio Landini, la Cgil, la Cisl e la Uil tutte intere, ma anche Beppe Grillo e il Movimento Cinquestelle, presente alla manifestazione di Roma con una delegazione ufficiale, mettano da parte ideologismi vecchi di trenta o quarant’anni e rispondano ad alcune questioni dirimenti:
mso-list:l0 level1 lfo1;tab-stops:list 7.35pt left 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt">
-
Landini dal palco di piazza San Giovanni ha detto che sulle pensioni “il sindacato non ha fatto tutto quello che doveva”. Meno male. L'ultima volta che lo ha fatto, hanno aumentato di quattro punti le aliquote contributive a carico dei figli precari, parasubordinati e autonomi non iscritti a ordini professionali (gente che o non andrà in pensione, o ci andrà a ottant'anni per avere contributi a sufficienza) per continuare a mandare i padri in pensione a 59 anni. Nota (non proprio) a margine: oltre il 55 per cento degli iscritti alla Cgil sono pensionati;
mso-list:l0 level1 lfo1;tab-stops:list 7.35pt left 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt">
-
sui precari, invece, si dice solo che “precario è brutto”, e si fa finta che basti un tratto di penna su una legge per cancellare, come per magia, il precariato. Meglio di Mago Merlino. Ma perché Landini e i suoi colleghi sindacalisti non dicono mai che in Italia “precario è più brutto” che negli altri grandi Paesi dell’UE, perché i precari italiani non hanno le stesse tutele e guadagnano (anche meno del)la metà dei loro omologhi ad esempio tedeschi? E che un precario dovrebbe, proprio in quanto tale, poter guadagnare di più, non di meno, di chi ha rapporti di lavoro più stabili? Si rende conto il sindacato che il precariato è esploso perché hanno rifiutato ideologicamente di prendere in considerazione ogni riforma del tempo indeterminato e del cosiddetto “diritto storico” del lavoro?
mso-list:l1 level1 lfo2;tab-stops:list 7.35pt left 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt">
-
Si rende conto il sindacato che i lavoratori sono appesi al rifinanziamento della Cassa integrazione-parcheggio, in deroga e non, perché si è fatta una politica corporativa, connivente con le grandi imprese, assistenzialista, ingannevole, facendo finta che posti di lavoro ormai bruciati esistessero ancora, e non facendo nulla per crearne di nuovi? Non crede il sindacato che sull’articolo 18 era meglio discutere laicamente, invece di farne un feticcio di cui il sindacato, i lavoratori e soprattutto le imprese sono rimasti prigionieri? Perché il sindacato, a cui la Costituzione “più bella del mondo” piace moltissimo, non chiede, finalmente, che ne venga attuato almeno l’articolo 39? Senza contare le altre questioni aperte: e lo sciopero politico? Le relazioni industriali? Le rappresentanze sindacali? La contrattazione di secondo livello? Le trattenute automatiche su buste paga e pensioni?
Una piazza si può pure riempire con centomila o cento milioni di persone, ma se poi non si ha capacità di rimettersi in gioco e di rispondere a queste domande, si lascia il campo a quella disperazione, frustrazione, disillusione che è già una vera bomba a orologeria sul destino di tutto il Paese.
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language:EN-US;mso-fareast-language:
EN-US;mso-bidi-language:AR-SA">
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Roberto Saviano e gli "sbianchettamenti" radicali. Oggi lo fa con Enzo Tortora, ma non è la prima volta
di Rita Bernardini
Caro Roberto Saviano,
con il tuo articolo a pag. 7 dell’Espresso in edicola hai fatto veramente un capolavoro. Nel voler riprendere il filo dell’esemplare lotta “gandhiana” di Enzo Tortora, privi Enzo della sua storia radicale, ometti la sua identità che lo portò ad affermare “ero liberale perché ho studiato, sono radicale perché ho capito».
La tua è un’operazione di cancellazione che fa orrore.
Scrivi del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, omettendo di dire da chi fu promosso.
Scrivi della battaglia “politica” di Enzo Tortora, omettendo di dire che fu Presidente del Partito Radicale.
Parli della sua rinuncia all’immunità parlamentare, omettendo di dire che fu candidato alle europee nelle liste del Partito Radicale.
Scrivi del suo “difendersi nel processo e non dal processo”, omettendo di dire che solo una forza di militanti che credevano in lui e nella sua “estraneità” ai reati imputatigli da parte di chi lo accusava di essere “un cinico mercante di morte”, poteva, per esempio, recapitare in mezza Italia a tutti i 640 coimputati, le impugnazioni degli scandalosi atti processuali.
Ma più che con le mie parole, preferisco risponderti con quelle di Enzo Tortora. Pensa, sono di 29 anni fa e, per questa nostra povera Italia, attualissime.
“E' ripugnante veder la parola "politica" (e "politica" in senso furbastro, da maneggioni o portaborse del potere) inserirsi adesso nel giudizio su quella mia scelta che qualcuno continua a considerare "scandalosa". Sono, lo premetto, solo punture di pidocchi, dopo le coltellate, vere, profonde, che la cosiddetta Giustizia mi ha sferrato. Ma qui i pidocchi contano. Vorrei dire che, sinora, solo i pidocchi hanno contato. Sbarrai gli occhi, non so se più nauseato o indignato, quando lessi che un autorevole capotribù democristiano scriveva: "Mi auguro che Tortora riesca a dimostrare la propria innocenza", rivelando che la più mostruosa inversione del concetto di onere della prova era ormai avvenuta, nella coscienza di troppa gente. Perché qui, ormai, è addirittura l'innocenza che, con fatica, strazio e anni di tormento, deve giungere a dimostrare di essere tale; non sono gli altri che, e con le prove e non con calunnie, devono in tempi rapidi provare la colpevolezza di un cittadino. Qualcosa di ignobile è avvenuto nella nostra legislazione. Sta avvenendo sotto gli occhi di tutti: e alla barbarie non si può più dare decentemente il nome di Diritto. Rifarei la scelta radicale tra un minuto. La rifarei ogni minuto. Sono profondamente convinto che oggi, in Italia, solo questa sparuta pattuglia di profeti disarmati vede chiaro, vede lontano e osa chiamare le cose con il loro nome.
Il "caso Tortora" dev'essere, soprattutto, simbolo e bandiera di un riscatto che non può più tardare. Ricevo, in queste ore frenetiche, che hanno trasformato in vita di uomo quella che era, sino al quattro maggio, solo la vita di un insetto, costretto a nutrirsi di consolatori elzeviri fati di carta e di parole, fiumi di lettere. Dal carcere e non dal carcere. Ricevo ogni giorno testimonianze agghiaccianti sui soprusi, le infamie, le illegalità che quotidianamente vengono compiute. L'Italia è tutto un immenso "Muro Lucano", che io eleggerei davvero a capitale di questa Repubblica fondata non più sul lavoro, ma sul sopruso, cementato nel silenzio. Ho compreso, in questi giorni, come persino la verità, quando si tinge di parola "radicale", diventi sospetta, non più vera, o meno di prima, e oggetto di attacchi velenosi, irresponsabili, abbietti. Spettacolo su spettacolo, film dopo film, io sto attraversando l'intera programmazione di un'Italia incredibile e invivibile, che mai come in questo momento, proprio perché l'ho vista, e la vedo vivere, sento il bisogno, sento l'urgenza di contribuire a cambiare. Cambiare nel profondo, cambiare nelle sue strutture marcite e putrescenti: cambiarla non "contro", ma per amore della democrazia. Una democrazia senza più bugie, senza più ipocrisie, senza più parassiti: una democrazia insomma fondata sulla vita e sulla speranza. Vederli oggi contorcersi, i cosiddetti partiti, nel fare a gara per attribuirsi meriti che non hanno, e primogeniture che non posseggono, è spettacolo melanconico. Occorreva un uomo chiamato Tortora, esibito in catene come un trofeo di caccia, in un osceno carosello televisivo, per destare il Ministro Martinazzoli da un sonno lungo quanto quello di Aligi? E questo ministro democristiano che protesta con lettere e parole che dovrebbe rivolgere a se stesso, contro il "sussulto inquisitorio" che percorre l'Italia? Decrittato a dovere, l'etrusco, il mesopotamico, che è il vero linguaggio democristiano, dice quel che la gente dice in tram; oggi c'è la manetta facile in un paese dove tutto è diventato facile, tranne l'onestà, tranne il carattere.” […]
Archivio Partito radicale - Tortora Enzo - 14 marzo 1984
OCCORREVA UN TORTORA... di Enzo Tortora (NOTIZIE RADICALI N. 66, 1984)
http://old.radicali.it/search_view.php?id=48428&lang=IT&cms
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Stamina, Gallo: il team di Vannoni? Dilettanti allo sbaraglio
Stamina: finalmente garanzie par i piccoli malati
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. "I commenti di Stamina sulla presunta impossibilità di usare il suo "metodo" in GMP confermano che in fatto di "staminali" abbiamo a che fare con dilettanti allo sbaraglio, che parlano di cose che non conoscono, e anzi le usano sui pazienti. Non esiste nessun protocollo di coltura cellulare a fini terapeutici che non possa essere riprodotto in GMP. Viceversa, non esiste nessun protocollo, non riproducibile in GMP, che si possa considerare una "terapia" presente o futura. Tutto quello che e' scritto nelle richieste di brevetto di Stamina (che tutti gli uffici brevetti hanno respinto) puo' essere riprodotto in GMP. Vannoni dice che il "metodo" e' proprio quello, e del "metodo" non esiste nessun altro documento. Se il "metodo Stamina" non fosse riproducibile in condizioni GMP, vorrebbe solo dire che il metodo non sarebbe utilizzabile in nessun paese occidentale, e vorrebbe anche dire che il presunto principio attivo e' tossico. Le considerazioni sui costi sono altrettanto incredibili. Stamina vuole risparmiare sulla sicurezza dei pazienti, coltivando cellule in modo inadeguato e a costo minore. Inoltre, continua a non essere chiaro chi coprirebbe i costi: 8000 euro a paziente, per 18,000 pazienti, fa 144 milioni di euro. Chi paga, e perche'? ll Governo ha reso disponibili fondi pubblici in misura significativa perche' la sperimentazione che molti pazienti chiedono sia fatta, e sia fatta proteggendo i pazienti e secondo la legge. Infine, Stamina non e' un ospedale, con "liste di attesa". I pazienti sono in attesa solo di verita' e trasparenza. Stamina non prolunghi l'attesa".© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Immigrazione: Staderini, solidarietà al ministro Kyenge
BATTERE I RIGURGITI RAZZISTI CON IL DIBATTITO PUBBLICO
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani Roma, 17 maggio 2013 Esprimo a nome di Radicali italiani la solidarietà al Ministro Cecile Kyenge per le ripetute aggressioni razziste di cui è stata vittima in questi giorni, non solo da Forza Nuova. Razzismo e xenofobia si possono battere a condizione che prevalga il dibattito pubblico, ad esempio sugli effetti devastanti prodotti da politiche criminogene che si illudevano di poter risolvere un fenomeno sociale con la discriminazione e la galera. Anche per questo spero si allarghi nelle prossime ore il fronte dei promotori dei referendum che abrogano le parti peggiori della Bossi-Fini e del pacchetto Maroni. La scelta oggi è tra proseguire lo scontro ideologico che non porta a nulla oppure porsi obiettivi di governo dei flussi migratori che rimangono una opportunità negata. Alla Lega, che sfida il Ministro ad un confronto sullo jus soli, ricordo che prima dovrebbe assumersi la responsabilità dei fallimenti delle loro politiche securitarie.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Legge Elettorale: Staderini, tre i punti fermi: referendum del 1993, principio europeo di stabilità, legalizzare intero procedimento elettorale
Ora che la legge elettorale torna nell’agenda della politica anche a seguito del rinvio del Porcellum alla Consulta, ci sono tre punti che il dibattito pubblico non può permettersi di cancellare.
Il primo, è il rispetto della volontà dei 29 milioni di italiani che nel 1993 si espressero a favore del referendum radicale contro il proporzionale e per il sistema maggioritario fondato sul collegio uninominale.
Il secondo, è la necessità di legalizzare l’intero procedimento elettorale, sempre più caratterizzato dalla violazione degli standard democratici e dell’effettivo diritto a libere elezioni.
Il terzo, è l’obbligo di rispettare il principio di stabilità dei sistemi elettorali riconosciuto dal Consiglio d’Europa e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, secondo il quale deve intercorrere almeno un anno tra la modifica della legge elettorale e la data del voto.
La paralisi che oggi vive il Parlamento e l’intero Paese nasce proprio dall’aver eluso questi aspetti .
Di fronte all’oggettiva precarietà della legislatura, rimandare una loro soluzione complessiva segnerebbe un ulteriore involuzione antidemocratica.
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Lavoro, De Lucia: Le dichiarazioni di Angeletti sulla Cassa integrazione sono incredibili, ma comprensibili. Se la Cig fosse autofinanziata, al segretario della Uil non andrebbe bene!
Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani, autore del libro “Fiat quanto ci costi”
Con tutta la buona volontà - e in casi come questo ne occorre davvero molta - dichiarazioni come quelle rilasciate oggi dal segretario della Uil, Luigi Angeletti, sono - in un’ottica di bene comune, interesse generale e tutele per i lavoratori - comprensibilissime, ma davvero incredibili. Angeletti ha infatti dichiarato che “togliere i soldi per darli alla Cassa integrazione è come se ce la autofinanziassimo, che è una cosa inaccettabile".
Molto interessante, davvero: quindi sarebbe "inaccettabile" fare della Cassa integrazione un istituto autofinanziato dalle imprese e dai lavoratori? Magari di natura assicurativa? Magari come forma privatissima e, appunto, totalmente autofinanziata di mutualità, tutte cose che comporterebbero da parte degli interessati il diritto di esercitare il controllo su come vengono spesi i loro soldi?
Detto questo, torniamo ad esprimere apprezzamento per quanto detto ieri dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, proprio sulla Cassa integrazione, quando ha sottolineato l’inopportunità di “rifinanziare l’istituto senza rivisitarlo”.
Perché questo sia possibile, è indispensabile - lo ribadiamo - che il ministero del Lavoro metta se stesso nelle condizioni di “conoscere per deliberare”, dotandosi con urgenza di una banca dati, ancora oggi inesistente, che consenta di avere il quadro complessivo dell'utilizzo e degli effetti della Cassa integrazione guadagni straordinaria, indicando, per ciascuna delle imprese che abbiano usufruito almeno una volta dell’istituto:
1) la spesa a carico dello Stato; 2) la spesa a carico dell’impresa e dei dipendenti; 3) il numero di richieste effettuate; 4) il numero di domande accolte, con le motivazioni; 5) il numero di domande respinte, con le motivazioni; 6) se vi siano state proroghe, e quanto lunghe; 7) le causali di intervento; 8) l'esito delle clausole di rientro (in quale misura rispettate, in quale misura no, e perché; 9) l'esito del processo sostenuto dall'intervento di Cigs (ripristino della profittabilità, cessazione volontaria di attività, fallimento); 10) se precedentemente all'intervento della Cassa (suggeriamo di considerare un periodo di almeno 3-4 anni) l'impresa abbia proceduto ad assunzioni in misura consistente.
Siamo certi, lo ripetiamo, che ne emergerebbe un quadro… assai interessante. E sarebbe interessante anche sapere, a quel punto, il pensiero del dott. Angeletti e dei suoi colleghi al riguardo.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Carceri: sentenza pilota della Corte EDU, respinto il ricorso dell’Italia. Bernardini e Rossodivita, brutta figura che si doveva evitare. Ora, serietà.
Dichiarazione di:
- Rita Bernardini, già deputata radicale, capolista delle liste Amnistia, Giustizia, Libertà alle scorse elezioni. - Giuseppe Rossodivita, avvocato radicale difensore di due dei detenuti che si sono visti riconoscere il risarcimento della Corte EDU per “trattamenti inumani e degradanti” Come era ampiamente prevedibile, l’Italia ha subito l’ennesima umiliazione in sede europea. I cinque giudici della Grande Chambre chiamati a vagliare il ricorso dell’Italia avverso la sentenza Torreggiani ed altri, lo hanno dichiarato inammissibile. Ricordiamo che la Corte EDU, l’8 gennaio scorso, nel riconoscere il risarcimento ai sette detenuti, ha chiesto all’Italia, con una sentenza pilota, di rimuovere entro un anno le cause strutturali che generano trattamenti “inumani e degradanti” nei nostri istituti penitenziari (violazione sistematica dell’art. 3 della Convenzione – CEDU). L’Italia ha così “rapinato” 5 mesi in più per rientrare nella legalità che viola sistematicamente da decenni. Si è comportata cioè come fanno certi imputati che guadagnano rinvii fino alla prescrizione del reato. Ma in questo caso non c’è la prescrizione. Non si possono prescrivere le “torture” alle quali sono sottoposte decine di migliaia di detenuti nelle nostre carceri. Ora occorre serietà. Noi radicali ci battiamo per l’Amnistia (e l’Indulto) per uscire immediatamente dalla condizione di flagranza criminale in cui si trova il nostro Stato da decenni anche per violazione dell’art. 6 della CEDU, cioè per l’irragionevole durata dei processi. Il nuovo Governo e il rinnovato Parlamento hanno altre soluzioni altrettanto rapide ed efficaci anche per avviare immediatamente la necessaria Riforma della giustizia? Le tirino fuori perché il tempo, per avere uno stato di diritto e quindi democratico, è abbondantemente scaduto.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: Caro Gheller(Eni), di “sporadico” nella Valle dell’Agip solo i dovuti controlli e monitoraggi di enti terzi.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani. Almeno per una volta, si spera, ci sarà risparmiata la patente di allarmisti e untori. Questa volta, infatti, a certificare uno sforamento nei limiti di emissione del famigerato SO2 è la stessa Eni in una lettera firmata dall’ing Gheller, responsabile del Distretto Meridionale(DIME). L’impianto di recupero zolfo del Cova(Centro oli Val D’Agri), dice Gheller, ha “mostrato performance di esercizio non ottimali”. L’inconveniente a detta di quelli del Mulino Bianco, pardon dell’Eni, avrebbe provocato uno “sporadico superamento” dei limiti emissivi “per il parametro SO2”. Con il dovuto rispetto tocca far notare all’Eni e a coloro che dovrebbero controllarne l’operato, che risulta davvero difficile pensare ad un fenomeno “sporadico”. Da mesi dai camini dell’Eni si innalzano fiammate che hanno preoccupato non poco gli abitati di Viggiano e in particolare i residenti di c/da Vigne. Di “sporadico” in Val d’Agri, per non dire nullo, negli ultimi 15 anni c’è stato solo il controllo terzo delle emissioni inquinanti provenienti dal Centro Oli. A tutti gioverà sottolineare quello che è noto in letteratura scientifica: “l’SO2 o Biossido di zolfo è un gas estremamente nocivo che viene facilmente assorbito dalle mucose del naso e dal tratto superiore dell’apparato respiratorio”. “A basse concentrazioni gli effetti del biossido di zolfo sono principalmente legati a patologie dell’apparato respiratorio come bronchiti, asma e tracheiti e ad irritazioni della pelle, degli occhi e delle mucose”. Alte concentrazioni di SO2 provocano irritazione agli occhi, al naso ed alla gola e un aumento della frequenza cardiaca. Concentrazioni superiori ai 5g/mc producono asfissia tossica con morte per collasso cardicircolatorio. Sarà un caso, ma tutte le volte che ho avuto modo di intrattenermi in prossimità del centro oli ho puntualmente avvertito alcuni dei fenomeni collegati all’esposizione a concentrazioni, più o meno alte, più o meno basse, di SO2. Per capire gli effetti prodotti dalla diffusione di questo gas basterebbe farsi una chiacchierata con il dott. Pino La Veglia, che da anni ne riscontra gli effetti in quel di Grumento Nova. Altro che sporadico! Con sconcerto tocca denunciare che una volta di più veniamo a conoscenza degli sforamenti comunicati dall’Eni con settimane di ritardo. Cogliamo l’occasione, quindi, per invitare nuovamente gli enti preposti a fornire una tempestiva comunicazione alla popolazione e a migliorare controlli e monitoraggi che per troppo tempo sono stati affidati alla sola Eni.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Lavoro, De Lucia: Bene il Ministro Giovannini sulla Cassa integrazione, istituto espressione di una politica consociativa, corporativa, discriminatoria e assistenziale
Nota di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani, autore del libro “Fiat quanto ci costi”
Le dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, sulla Cassa integrazione, rappresentano - potenzialmente - una importante rottura di continuità. Da una parte, si sottolinea l’inopportunità di “rifinanziare l’istituto senza rivisitarlo”; dall’altra, sembra emergere la consapevolezza di quanto da noi più volte denunciato negli anni: la Cassa integrazione straordinaria è stata regolarmente concessa anche in assenza delle condizioni e dei requisiti previsti dalla legge. In particolare, la legge n. 223/1991 imponeva alle imprese richiedenti di dire “tutto e subito”: nel caso di esuberi definitivi, lo strumento avrebbe dovuto essere quello della mobilità; nel caso di eccedenze temporanee, e solo in quel caso, si sarebbe potuto accedere alla Cassa integrazione, prevedendo delle “clausole di rientro” (quanti lavoratori torneranno al loro posto? E quando?). Nulla di tutto questo è accaduto, con grandi imprese, partiti e sindacati a reggersi vicendevolmente il gioco.
La Cassa è uno strumento profondamente inefficiente e iniquo, perché crea una profonda discriminazione sia tra i lavoratori che tra le imprese, ed è per questo che negli ultimi anni la gran parte degli interventi è stata concessa “in deroga”: in caso contrario, la maggior parte dei soggetti ne sarebbe stata esclusa. Ci auguriamo che, a partire dalle parole del ministro Giovannini, si proceda ad una profonda riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, prevedendo finalmente uno strumento unico indirizzato al sostegno del reddito e al reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratti di lavoro, integrato, sulla base del modello di welfare to work, alle politiche attive del lavoro e a un regime sanzionatorio dei comportamenti elusivi dell’impegno a una ricerca attiva del lavoro da parte del disoccupato.
Perché questo possa accadere, è indispensabile che il ministero del Lavoro metta se stesso nelle condizioni di “conoscere per deliberare”, dotandosi con urgenza di una banca dati, ancora oggi inesistente, che consenta di avere il quadro complessivo dell'utilizzo e degli effetti della Cassa integrazione guadagni straordinaria, indicando, per ciascuna delle imprese che abbiano usufruito almeno una volta dell’istituto: il numero di richieste effettuate; il numero di domande accolte, con le motivazioni; il numero di domande respinte, con le motivazioni; se vi siano state proroghe, e quanto lunghe; le causali di intervento; l'esito delle clausole di rientro (in quale misura rispettate, in quale misura no, e perché; l'esito del processo sostenuto dall'intervento di Cigs (ripristino della profittabilità, cessazione volontaria di attività, fallimento); se precedentemente all'intervento della Cassa (suggeriamo di considerare un periodo di almeno 3-4 anni) l'impresa abbia proceduto ad assunzioni in misura consistente.
Siamo certi che ne emergerebbe un quadro… assai interessante.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: C’è un giudice a Taranto. E a Potenza?
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani Non voglio certo parlare di arresti e provvedimenti cautelari, ma se paragonassimo la vicenda Ilva con la gestione da parte della Procura di Potenza dei casi Fenice e Pertusillo, quanto meno verrebbe da rilevare nuovamente che mentre a Taranto si è tentato di tutelare la salute dei cittadini, procedendo al sequestro degli impianti, a Potenza sì è ritenuto di non dover disporre indagini epidemiologiche e biologiche e di non soddisfare le richieste avanzate dal CTU. E infatti, l’inceneritore Fenice continua ad inquinare da 13 anni le falde acquifere, con le conseguenze che è facile immaginare. Mentre a Taranto si accoglievano le denunce di cittadini e associazioni, a Potenza si procedeva con le denunce e le perquisizioni a carico di chi denunciava disastri ambientali e decadimento della qualità delle acque contenute in importanti invasi. Mentre a Taranto si provava a far rispettare l’art. 32 della Costituzione, a Potenza si archiviava velocemente la questione dell’inquinamento del Pertusillo attribuendola all’alga cornuta e, quindi, di fatto non indagando sulle cause, ma soffermandosi sugli effetti.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Staminali, Farina Coscioni: buon clima in Commissione Affari Sociali alla Camera per correzione Decreto Balduzzi su metodo stamina onlus. Presentata petizione alla presidenza per chiedere modifica radicale del decreto su trattamenti con staminali
Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente Onorario della Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica Si va fortunatamente verso la correzione del decreto Balduzzi in materia di disposizione urgenti in materia sanitaria riguardo i trattamenti con cellule staminali mesenchimali con quello che viene denominato "metodo stamina". Ho inviato alla Presidente della Camera dei Deputati una petizione in base all'art 50 della Costituzione che è stata poi trasmessa alla commissione di merito, la Xll Affari sociali 24 del 2013 che per abbinarla alla discussione del decreto-legge n. chiede la soppressione o la radicale modifica dell'articolo 2 del recante disposizioni transitorie in materia di autorizzazione a trattamenti con medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati