Radicali Italiani
Afghanistan: Perduca, far evolvere presenza militare anche in assistenza tecnica per convertire produzione oppio a fini medici
Dichiarazione di Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale, senatore nella XVI legislatura: "Secondo l'ufficio dell'Onu per droghe e crimine, nel 2012, l'Afghanistan ha aumentato le dimensioni delle proprie piantagioni di oppio del 18%. Lo stesso ufficio ci informa da oltre 20 anni che l'Afghanistan e' il piu' grande produttore al mondo di oppio malgrado dalla fine degli anni Novanta siano stati finanziati decine di programmi di eradicazione e sviluppo alternativo per convincere i contadini a coltivare altre piante. Oggi abbiamo la conferma del fallimento che il Parito Radicale denuncia, in seno alle Nazioni unite, al Parlamento europeo e a quello italiano e cioe' che una pianta che fa guadagnare 100, seppur illegalmente, non potra' mai esser sostituita, neanche colla forza, da una pianta che fa guadagnare 1 legalmente. Ora, se l'oppio non avesse altro sviluppo che quello della sua raffinazione in eroina si potrebbe concordare coll'insistere in questi tentativi, ma siccome sappiamo che dal papavero possono esser tratte medicine, come la morfina e la codeina, o lo stesso oppio, e sappiamo anche, perche' ce lo dice l'Organizzazione Mondiale della Sanita', che l'80% della popolazione mondiale non conosce analgesici, non si capisce perche' non si vogia promuovere la conversione di queste produzioni oggi illegali in un settore di mercato legale che possa, oltre a ridisegnare le dinamiche economico-politiche in Afghanistan, offrire oppiacei a buon mercato per oltre 5 miliardi di persone. Auspico che tra i primi dibattiti parlamentari di politica estera, Camera e Senato vogliano affrontare laicamente la questione della presenza internazionale, militare e civile, al fine di prendere in considerazione tale conversione. Il Partito Radicale e' a totale disposizione per offire un'ampia documentazione in materia. Perseguire questo ultradecennale fallimento sarebbe una condotta criminale...
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Dimissioni Regione Piemonte. Viale, consegnatele a un fiduciario e mettete online le spese dei Consiglieri regionali
"Questa manfrina sulle dimissioni rischia di rafforzare Cota e i suoi rimpasti. Si individui un fiduciario, posso anche farlo io, e si consegnino a lui le dimissioni in attesa della sentenza del 7 luglio sul caso Giovine. Intanto mettete online le spese dei consiglieri regionali in modo che i cittadini possano farsene un'idea."
Questa la dichiarazione dI Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale indipendente nel PD a Torino), dopo le sollecitazioni del segretario regionale Morgando e del senatore Esposito, ai quali ricorda come "le dimissioni di Formigoni in Lombardia furono certamente aiutate da quelle delle opposizioni, ma irrobustite e rese inevitabili da arresti e scandali di ben altro spessore di quelli piemontesi".
Silvio Viale ha proseguito:
"Per evitare che si inneschi una sterile spirale di dimissioni e subentri al cardiopalmo senza certezze, con dissociazioni, furbizie e ripensamenti dietro l'angolo, propongo che le dimissioni siano consegnate a un fiduciario che inizi a contarle. Se l'obiettivo, come fa trasparire il senatore Esposito, fosse quello di lasciare i banchi vuoti a subentri terminati, lo si potrebbe raggiungere sin da ora disertando le riunioni e riunendosi in un'altra sala, ma rischierebbe di essere un autogol se non fosse portato con coerenza ad oltranza. Confidare in sviluppi lombardi, con arresti e scandali alla Maugeri, mi sembra un azzardo. Senza contare che, anche in caso di conferma del centrodestra, alcuni gruppi attuali verrebbero decimati e non si può certo chiedere ai tacchini di anticipare la propria fine. Non dimentichiamo che il 7 luglio ci sarà la sentenza in cassazione sulle firme "false" di Giovine (radicali parte civile insieme a pensionati, verdi e Bresso) e, in caso di conferma, si potrebbe votare nel 2014 con le elezioni europee, mentre sembra difficile il voto prima di quella data con qualunque altra soluzione. Quello che si può fare da subito è pubblicare online le spese dei consiglieri come è previsto dall'anagrafe pubblica degli eletti e come è stato sollecitato da una lettera dell'associazione radicale Adelaide Aglietta. Mi auguro che il presidente Cattaneo e i capigruppo abbiano trovato il tempo di leggera e, sopratutto, diano la possibilità ai cittadini di essere pienamente informati per potere distinguere il grano dalla gramigna. Per le dimissioni sono pronto a raccoglierle come fiduciario."
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I Radicali al Governatore: facciamo un regalo ai lucani e lavoriamo su due o tre cose
da Nuova del Sud, 27 aprile 2013
di Maurizio Bolognetti
Caro Vito, ci ho riflettuto. Secondo me hai scelto la strada sbagliata. La soluzione non passa attraverso le dimissioni, ma da una assunzione collettiva di responsabilità. Tradotto questo Consiglio regionale avrebbe potuto fare un regalo ai cittadini lucani lavorando su due o tre cose: La riforma dello Statuto per configurare una scelta - perdona la brutalità e la sintesi - anglosassone e referendaria; l'approvazione della proposta di anagrafe delle attività degli eletti e dei nominati, così come formulata nel 2007-2010 dai Radicali; un piano regionale rifiuti decente con annessa anagrafe dei siti da bonificare; l'anagrafe pubblica della monnezza; la nomina del Garante dei diritti dei detenuti...Riflettendoci assieme sono certo che qualche idea sulle cose da fare verrebbe anche a te. Cosa ne pensi? Approfondimenti Nuova del Sud, 27 aprile 2013 Nuova del Sud, 27 aprile 2013© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Basilicata - Inchiesta rimborsi, Bolognetti: E i controlli?
da Gazzetta del Mezzogiorno, 27 aprile 2013
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani In relazione all’inchiesta sugli illeciti rimborsi percepiti da alcuni consiglieri regionali, il Gip Luigi Spina si interroga sulla mancanza di un efficiente controllo da parte dei vertici consiliari. Il dottor Spina afferma, e non posso che concordare con la sua analisi, che l’assenza di controlli ha sicuramente contribuito ad “innescare il fenomeno”. A questo punto, però, bisognerebbe chiedere all’ex Presidente del Consiglio regionale e oggi onorevole Vincenzo Folino, ai suoi predecessori e successori, ragione di questa assoluta assenza di controlli. Nell’affermarlo non posso che ribadire che la pubblicazione dei rendiconti, così come viene effettuata da qualche mese su Basilicatanet, è assolutamente inadeguata e carente sul fronte della trasparenza, e non corrispondente a quanto come Radicali avevamo richiesto con la nostra proposta di anagrafe pubblica delle attività degli eletti e dei nominati. Così come risulta assolutamente inadeguata la pubblicazione per dati aggregati dei rimborsi ricevuti dai consiglieri. Questo per non dire della mancata applicazione di articoli e commi del testo di legge approvato nel 2010, che prevedeva tra l’altro la pubblicazione dell’elenco delle proprietà immobiliari della Regione e loro destinazione d’uso, nonché della decisione di stralciare dalla proposta originaria l’anagrafe degli appalti. Sullo stralcio dell’anagrafe degli appalti, ricordiamolo, non poco ebbero a pesare le amene considerazioni del consigliere Giannino Romaniello.Gazzetta del Mezzogiorno, 27 aprile 2013 di Massimo Brancati Nessun controllo sulle spese. Per la serie: vivi e lascia vivere "...Il segretario lucano dei Radicali, Maurizio Bolognetti(nella pagina delle lettere ospitiamo un suo intervento) chiama in causa l'ex presidente del Consiglio regionale Vincenzo Folino, i suoi predecessori e successori, chiedendo spiegazioni sull'assoluta mancanza di controllo".
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Bolognetti: Belisario? Un avvoltoio sulle vicenda degli arresti
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Registriamo l’attesa “presa di posizione” dell’ex senatore Felice Belisario, che è planato come un avvoltoio sulla vicenda degli arresti e senza pudore ha scaricato in un colpo solo Di Pietro e quelli che non ha esitato a caricarsi quando erano funzionali ai suoi disegni. Un avvoltoio, appunto. A me, invece, vedendo questo scenario, è venuto in mente il “5 maggio” e quel "Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio".
Oggi più di ieri rivolgo l’invito alla Giunta regionale, al Presidente De Filippo, al Consiglio regionale tutto ad applicare la proposta di anagrafe pubblica delle attività degli eletti, integrandola con il testo originariamente proposto dai Radicali.
Si spalanchino porte e finestre, si realizzi finalmente l’anagrafe dei siti da bonificare prevista dal Decreto Ronchi e dal Codice dell’Ambiente. C’è bisogno di politica, c’è bisogno di riforme.
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Tar, Radicali: Sentenza non sul merito, ma sulla procedura
Dichiarazione di Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo ex-consiglieri regionali Radicali del Lazio.
Il Tar ha deciso sul nostro ricorso relativo all'illegittimità dei decreti Polverini sull'indizione delle elezioni regionali, ancora una volta intervenendo non sul merito, ma sulla procedura, respingendo i ricorsi qualificandoli inammissibili in quanto l'atto impugnato non è tra quelli che possono essere impugnati subito né con rito elettorale, né con rito ordinario. Rimane aperta, dunque, la decisione sul merito del ricorso, ovvero il mancato rispetto dello Statuto e della legge elettorale vigente nei decreti di indizione delle elezioni scorse. Di questo i Giudici amministrativi ancora una volta non parlano, ed è facile capire il perché: quei decreti sono chiaramente fuori legge; fuori sia dalla legge statutaria che da quella elettorale. Una notazione va fatta circa l'evoluzione di questo strano procedimento, con una prima ordinanza che precedeva le elezioni in cui gli stessi giudici non si sono avveduti del fatto che l'atto non era impugnabile - come improvvisamente sostengono oggi - e con la quale, nel respingere la richiesta di sospensiva scrivevano che la vicenda nel merito era tutt'altro che infondata. C'è poi stata una seconda ordinanza interlocutoria in cui i giudici interrogavano le parti sugli effetti di una eventuale pronuncia e poi, a distanza di mesi, oggi si avvedono che l'atto non era impugnabile. C'è molto nervosismo determinato da questo procedimento, sono molte le telefonate che arrivano da destra e da sinistra per sapere se si tornerà a votare. Tutti sanno che andare a votare a 50 era illegittimo, a noi non rimane che attendere l'udienza del procedimento col quale è stata impugnata la proclamazione degli eletti che si terrà il 24 ottobre prossimo. La legalità non ammette scorciatoie e non vorremmo che la vicenda, come quella di Firmigoni in Lombardia, sia risolta a babbo morto, come usa fare in quest'Italia in cui quotidianamente viene calpestato ciò che assicura la civile convivenza tra le persone, la legge. Un'Italietta che di giorno in giorno è sempre più trasformata, dai poteri di turno, in un palcoscenico da operetta.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Appello dei Radicali per un 25 aprile in memoria anche dei caduti alleati
Numerose adesioni alla visita Istituzionale al cimitero di guerra di Milano
Dichiarazioni di Valerio Federico, membro della Direzione Naz. di Radicali Italiani, e di Claudio Barazzetta, segretario dell’Associazione E. Tortora Radicali Milano:
“Ci appelliamo al Sindaco, ai membri di Giunta, ai consiglieri comunali, ai consiglieri di Zona, ai responsabili dei Partiti e ai cittadini tutti perchè partecipino alla visita istituzionale, promossa dai Radicali, ai caduti alleati seppelliti al cimitero di guerra del Parco di Trenno prevista per le h.12.30 di domani, 25 aprile”.
“A differenza dell’ANPI il Comune di Milano non ha previsto nell’ambito delle celebrazioni per il 68° Anniversario della Liberazione una visita al cimitero dei soldati alleati, da qui l’iniziativa dei Radicali per colmare questo vuoto. I Radicali da molti anni rendono omaggio ai 400 soldati del Commonwealth seppelliti a Milano e caduti per liberare l’Italia dal nazifascismo”.
“Hanno già risposto positivamente e parteciperanno alla visita oltre all’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano: l’Assessore Franco D’Alfonso per il Comune di Milano, la Zona 6 con una delegazione guidata dal Presidente Gabriele Rabaiotti, la Zona 8 con il Presidente Simone Zambelli, la Zona 2 con il Vicepresidente Yuri Guaiana, la Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni con la Presidente Donatella De Gaetano, il consigliere Comunale Ruggero Gabbai del PD. I Consigli delle Zone 2, 6 e 8 hanno approvato una mozione promossa dai consiglieri Radicali che prevede la visita in oggetto”.
“La stessa mozione presentata dal consigliere comunale Radicale Marco Cappato è stata firmata dai seguenti capigruppo di Palazzo Marino: Bertolé PD, Rizzi PDL, Quartieri SEL, Sonego FdS, Scavuzzo (Civica per Pisapia), - Moioli (Milano al centro), Palmeri (Fli)”
“Molti soldati – americani, britannici, italiani, neozelandesi, sudafricani, canadesi, australiani, polacchi, brasiliani, marocchini e della Brigata Ebraica - hanno perso la vita sul territorio nazionale per restituire libertà e democrazia al Paese - più di 40 mila provenienti da Paesi del Commonwealth e 50 mila americani. Vogliamo esprimere con questa nostra iniziativa quella riconoscenza che gli italiani devono in primis agli Stati Uniti d’America e alla Gran Bretagna per il tributo di sangue pagato”
NOTA: Il Milan War Cemetery si trova nel parco di Trenno, su Via Cascina Bellaria, con cancello d'ingresso poche decine di metri dopo la cascina stessa (Zona San Siro). Si arriva da via Novara e sulla destra si entra in via Cascina Bellaria costeggiando il parco. Si può raggiungere via Cascina Bellaria anche da via Fratelli Gorlini
Segue la Mozione votata dalle Zone 2,6 e 8 e sottoscritta dai capigruppo in Consiglio comunale:
Mozione urgente
“Visita istituzionale del Consiglio di Zona 6 per rendere omaggio ai soldati del Commonwealth caduti per liberare l'Italia dal nazifascismo”
PREMESSO
che centinaia di migliaia di soldati, in gran parte anglo-americani, con l’indispensabile aiuto dei partigiani italiani, hanno liberato l’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista tra il 1943 e il 1945
RICORDANDO
che molti soldati – americani, britannici, italiani, neozelandesi, sudafricani, canadesi, australiani, polacchi, brasiliani, marocchini e della Brigata Ebraica - hanno perso la vita a questo fine sul territorio nazionale - più di 40 mila provenienti da Paesi del Commonwealth e 50 mila americani
che molti soldati italiani dopo l'Armistizio dell'8 settembre decisero di combattere contro i nazifascisti continuando a portare la divisa – ne morirono 45 mila - e che parte di questi soldati italiani regolari parteciparono alla nascita delle prime formazioni partigiane
RICORDANDO ALTRESI’
il debito di riconoscenza che gli italiani devono in primis agli Stati Uniti d’America e alla Gran Bretagna per il tributo di sangue pagato per restituire libertà e democrazia al Paese
SEGNALANDO
che nel Milano War Cemetery sono seppelliti soldati britannici, australiani, canadesi, neozelandesi, sudafricani, un soldato indiano e due italiani (i ventenni Rodolfo Marchiori e Guido Alessandro Voglino, allievi ufficiali del corpo dei paracadutisti, morti l' 11 e il 12 settembre 1944)
IL CONSIGLIO
organizza per giovedì 25 aprile 2013 a Milano alle h.12.30, una visita al MILAN WAR CEMETERY.
Una delegazione del Consiglio renderà omaggio ai 400 soldati del Commonwealth seppelliti al Cimitero di guerra presente nel Parco di Trenno, in via Cascina Bellaria
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La proposta di Pannella: 5 giorni di Satyagraha. "Situazione gravissima, ma anche aperta"
Marco Pannella, giunto ormai al 5° giorno di sciopero totale della fame e della sete, ha annunciato che per il momento proseguirà la sua iniziativa nonviolenta con il solo sciopero della fame, per manifestare la sua fiducia nella mobilitazione nonviolenta di tutta la comunità penitenziaria e dei cittadini democratici. Aderisci»
Pannella lancia così una proposta: 5 giorni di mobilitazione nonviolenta e collettiva, da venerdì 26 a martedì 30 aprile.
Aderisci all'iniziativa di Marco condividendo il suo sciopero della fame o in altro modo. Annuncia la tua adesione compilando il modulo a questo link »
Obiettivo: "AMNISTIA, GIUSTIZIA E LIBERTÀ per interrompere la flagranza letteralmente criminale del nostro Stato".
Presto stabiliremo un contatto richiedendo un incontro con il Presidente della Repubblica.
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Eutanasia legale a Napoli, Radicali e Ass. Coscioni: la gente la vuole, i partiti no
A Napoli oggi è partita ufficialmente la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare a favore della legalizzazione dell'eutanasia. (www.eutanasialegale.it)
Erano presenti al banchetto di raccolta firme Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, e Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani. Insieme con loro i compagni radicali dell'Associazione Radicale per la Grande Napoli che hanno registrato una ottima affluenza al tavolo.
Mario Staderini e Filomena Gallo hanno dichiarato al termine della conferenza stampa:
Cittadini che affollano i nostri tavoli al nord così come al sud dimostrano come, proprio in momenti in cui la politica è paralizzata , praticare la democrazia diretta è lo strumento migliore per imporre quelle riforme oggi fuori dall'agenda della politica. L'eutanasia, come in passato il finanziamento pubblico ai partiti, rappresenta il tema dove più c'è la distanza tra una opinione pubblica favorevole e i partiti contrari.
Caso Formigoni: ovvero come la (in)giustizia italiana alimenta l'antidemocrazia
723 firme sono false: questa è l'ultima parola del Tribunale civile di Milano sul caso Formigoni.
Il dispositivo finale della sentenza infatti ha dichiarato false 723 delle sottoscrizioni prodotte a sostegno della Lista Formigoni in occasione delle elezioni regionali del 2010. Abbastanza per rendere insufficienti le firme per la partecipazione della lista a quelle elezioni. Insomma l'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il 17 aprile 2013 è stato riconosciuto Presidente abusivo. Peccato che tale decisione sia arrivata quando ormai quel Consiglio Regionale - illegittimamente eletto grazie a operazioni manipolative – è stato sostituito da nuove elezioni. Ecco un tipico esempio di come il percorso lento e accidentato della "giustizia" italiana alimenti l'antidemocrazia. Come altro potrebbe definirsi una situazione per cui un personaggio già incompatibile per essersi candidato al III mandato consecutivo come Presidente di Regione, già irregolare per la tardività della chiusura delle liste che lo sostenevano, già condannato per diffamazione ai danni dei radicali, già protagonista di indagini sulla cosiddetta P3, nonchè infine dichiarato dal tribunale presidente abusivo, oggi sieda nel Senato della Repubblica, mentre coloro che fin dall'inizio ne hanno denunciato gli abusi sono fuori da ogni istituzione?
In questa pagina ripercorriamo tutte le fasi della vicenda Firmigoni: prima e dopo le elezioni regionali, in attesa delle prossime udienze del processo penale a carico degli autenticatori fissate per il 20 maggio, il 3, il 10 e il 24 giugno. Ma per un ulteriore approfondimento rimandiamo al Libro giallo sulla Peste italiana nelle cui pagine, è descritta non solo questa, ma una lunga e continuata strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana.
Prima delle elezioni del 2010Sabato 27 febbraio 2010: i radicali depositano all’Ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello di Milano la lista Bonino Pannella, sulla quale non si è riuscito a raccogliere un numero sufficiente di firme. Depositano anche un primo esposto sull’incandidabilità di Formigoni, già giunto al terzo mandato.
- Domenica 28 febbraio 2010: l’Ufficio si dichiara incompetente a decidere sul problema del IV mandato. Con una richiesta di accesso agli atti la Lista Bonino-Pannella ottiene di verificare i moduli depositati dagli altri partiti e constata l’assenza del numero minimo di firme regolari, necessarie alla presentazione dei candidati a Presidente del centro-destra, Roberto Formigoni. A nostro avviso almeno 500 firme sono irregolari: mancano i timbri degli autenticatori, la data e il luogo in cui sono state raccolte, alcuni certificati elettorali sono stati prodotti prima che le liste fossero chiuse. Abbastanza per far cadere la lista sotto la soglia minima per la presentazione che ammonta a 3.500 firme, mentre quelle presentate nella lista Formigoni sono in tutto circa 3.800.
- Lunedì 1 marzo 2010: deposito all’Ufficio centrale dell’esposto contenente le irregolarità rilevate. Contemporaneamente denunciamo in Procura le irregolarità chiedendo di svolgere indagini sui probabili reati commessi per la presentazione delle liste di Formigoni. Dopo una breve udienza, l’Ufficio Centrale decreta la “NON ammissione della lista Per la Lombardia di Roberto Formigoni”, riconoscendo i vizi di forma da noi denunciati.
- Mercoledì 3 marzo 2010: l’Ufficio respinge il ricorso di Formigoni che chiede la propria riammissione.
- Giovedì 4 marzo 2010: depositiamo al PM Ruggero Spataro ulteriori prove della tardività nella chiusura delle liste di Formigoni tratte dalle dichiarazioni di esponenti PdL. Mentre Formigoni attacca i Radicali in conferenza stampa, parlando di complotto. Per questo lo denunciamo per diffamazione a mezzo stampa aggravata (vicenda il cui epilogo è possibile leggere più avanti, nella sezione Penale diffamazione)
- Venerdì 5 marzo 2010: Bruti Liberati, all’epoca responsabile dei procedimenti contro la PA, chiede l’archiviazione dei nostri esposti penali sulle liste di Formigoni. Presentiamo opposizione.
Ma a questo punto, come risulta da intercettazioni telefoniche pubblicate e mai smentite, Formigoni si rivolge ad alcuni faccendieri della cosiddetta “cricca P3”, per esercitare pressioni su Alfonso Marra, il Presidente della Corte d'Appello dalla quale dipende l'Ufficio elettorale. Sarà lo stesso Marra, successivamente dimessosi per fatti emersi proprio nell’inchiesta “P3”, a testimoniare le pressioni ricevute. È allora, Sabato 6 marzo 2010, che il Tribunale amministrativo regionale Lombardia accorda la sospensiva chiesta da Formigoni e riammette la sua lista, rinviando a dopo le elezioni l’esame di ulteriori ricorsi. Decisione che il 13 marzo successivo il Consiglio di Stato avalla: non si esprime nel merito, ma ribadisce che i ricorsi si potranno fare solo una volta tenute le elezioni.
RISORSE- Lo speciale su Formigoni
- Commento di Cappato e Lipparini alla sentenza del tribunale che conferma la falsità di 723 firme presentate nella lista di Firmigoni
- Collegamento con Marco Cappato sulla sentenza del Tribunale civile di Milano riguardo la raccolta firme per le elezioni regionali in Lombardia nel 2010
- Milano: negato ai Radicali, dal tribunale di Milano, l'accesso agli atti sulla raccolta firme dei partiti politici per le elezioni regionali. Intervista a Marco Cappato
Dopo le elezioni i radicali impugnano l’atto di proclamazione degli eletti, contestando le irregolarità già emerse e denunciate prima. Inoltre presentano una nuova istanza di accesso agli atti.
- 30 settembre 2010: finalmente otteniamo copia degli elenchi di sottoscrizioni presentati da Formigoni e li sottoponiamo a perizia calligrafica. Emergono nuove irregolarità, tra cui la riconducibilità alle stesse mani di oltre 600 firme.
- Viene presentata Querela di falso (Civile) parte una nuova indagine penale (vedi Penale autenticatori) e vengono depositati al TAR Lombardia motivi aggiunti al nostro ricorso.
- 20 dicembre 2010: il TAR Lombardia dichiara inammissibile il ricorso della Lista Bonino Pannella, ritenendo tardiva la presentazione dei motivi aggiunti.
- 1 marzo 2011: nel primo anniversario dei falsi, i radicali manifestano davanti alla sede del Consiglio regionale abusivo della Lombardia. Cappato e Staderini interrompono i lavori. All’esterno si agita il Polpo Rob.
- 22 settembre 2011: (deposito sentenza) arriva la sentenza del Consiglio di Stato che ci dà ragione, ribaltando il giudizio del Tar Lombardia. La sentenza “dichiara ammissibile il ricorso proposto in primo grado e tempestivi e ricevibili i motivi aggiunti”. Dichiara altresì sanate le irregolarità per effetto del Decreto Salva Liste, ribadendo tuttavia che le ipotesi di Falso debbano essere accertate in sede civile. Sospende quindi l’annullamento delle elezioni lombarde fino all’esito del processo per falso.
- 5 ottobre 2011: la Corte Costituzionale respinge il ricorso Bresso – radicali sulla possibilità per il giudice amministrativo di esprimersi sulla questione di Falso dei documenti senza aspettare l’esito del processo civile.
- 16 aprile 2012: Respinto, dalla Cassazione, il ricorso con il quale la Regione Lombardia - rappresentata da Roberto Formigoni - ha contestato la decisione del Consiglio di Stato che, lo scorso 22 settembre, aveva accolto la denuncia dei Radicali. Formigoni condannato a pagare 5.200€ di spese legali.
- 11 giugno 2012: il Consiglio di Stato respinge la richiesta dei Radicali di procedere a un giudizio amministrativo sui falsi senza aspettare il pronunciamento del tribunale civile e sospende il giudizio in attesa della decisione sulla querela di falso
- 12 maggio 2011: 1° udienza del processo civile per Falso. Si costituisce la Procura, depositando copia del materiale di indagine sui falsi.
- 8 giugno 2012: il GIP dà mandato alla Dott.ssa Redaelli di riordinare il materiale depositato dalla Procura entro il termine del 21 settembre 2012.
- 17 aprile 2013: il Tribunale civile di Milano dichiara false 723 sottoscrizioni contenute negli elenchi della lista Formigoni. Lega e Pdl sono condannate a pagare 15mila euro di spese legali ai Radicali.
- 24 settembre 2011: rinvio a giudizio per Roberto Formigoni.
- 9 febbraio 2012: prima udienza, Formigoni impedisce a Radio radicale di registrare.
- 15 marzo 2012: Marco Pannella, Marco Cappato e Lorenzo Lipparini sono ascoltati come testimoni dell’accusa.
- 17 maggio 2012: vengono ascoltati i testimoni della difesa (Massimo Corsaro).
- 12 luglio 2012: requisitoria PM e parte civile.
- 27 settembre 2012: arringa difesa.
- 4 ottobre 2012: repliche.
- 11 ottobre 2012: Roberto Formigoni viene condannato per aver diffamato i radicali e dovrà risarcire 110 mila euro: 50mila euro a Marco Pannella come rappresentante della lista, 30 mila a testa a Marco Cappato e Lorenzo Lipparini.
Siamo in attesa di processo di appello.
Penale autenticatori:
- 29 ottobre 2010: il GIP Cristina Di Censo, archivia l’inchiesta per falso ideologico riguardante omissioni o irregolarità nella raccolta delle firme per le liste Per la Lombardia e Penati presidente, come richiesto da Bruti Liberati, ma trasmette al PM Alfredo Robledo il fascicolo con le nuove perizie commissionate in settembre dai radicali. Partono nuove indagini. Centinaia di testimoni vengono chiamati in tribunale a riconoscere le proprie firme e 926 si dicharano completamente estranei.
- 17 ottobre 2011: il procuratore aggiunto Alfredo Robledo dichiara chiusa l'inchiesta per falso ideologico. Gli indagati sono 15 autenticatori, tra cui 4 consiglieri provinciali milanesi del PdL e Clotilde Strada, collaboratrice di Nicole Minetti, all’epoca responsabile del partito per la raccolta delle firme.
- 27 aprile 2012: avviso di garanzia e di conclusione indagini anche per il Presidente della Provincia di Milano ed ex coordinatore PdL Guido Podestà.
- 3 luglio 2012: il PM Robledo chiede il rinvio a giudizio per Podestà, 5 consiglieri provinciali e altri 4 indagati.
- 13 dicembre 2012: il GUP Stefania Donadeo rinvia a giudizio il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, insieme ai consiglieri provinciali coinvolti nell’autentica delle firme false. I Radicali non possono essere ammessi come parti civili al processo.
- 9 gennaio 2013: il GUP di Milano Stefania Donadeo ratifica il patteggiamento a 18 mesi di Clotilde Strada e di altri 2 imputati.
- 4 marzo 2013: si avvia il dibattimento per Podestà e altri 4 imputati.
- 15 aprile 2013: il giudice ammette il radicale Lorenzo Lipparini come parte civile al processo in surroga della Provincia di Milano, che non si è costituita e verrà invitata a farlo.
Basilicatanet su iniziativa nonviolenta di Marco Pannella
Fonte Basilicatanet, 23 aprile
BAS - Il Segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti ha sottoposto all’attenzione del Presidente della Regione Vito De Filippo e dei consiglieri Benedetto e Vita che condividono la tessera del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito il comunicato stampa diffuso dalla segreteria di Marco Pannella e relativo allo sciopero totale di fame e sete per chiedere “l’immediata interruzione della flagranza di reato in atto contro i diritti umani e la Costituzione”. “Giunto a metà della terza giornata di Satyagraha – dichiara Pannella - ragioni e obiettivo di questa iniziativa nonviolenta sono: l’uscita immediata dell’Italia dalla mostruosa, trentennale flagranza criminale contro la Costituzione, i Diritti Umani e lo Stato di Diritto e contro la Giurisdizione (europea e italiana) della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ci imputa persistenti negazioni strutturali di Stato, di Diritti Umani”. bas 03Approfondimenti
Sciopero Pannella; Bolognetti: Napolitano sarà garante diritti?
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Dichiarazione di Marco Pannella giunto al 4° giorno di sciopero totale della fame e della sete
Da un post di Marco Pannella, giunto al quarto giorno di sciopero totale della fame e della sete, sul suo profilo Facebook:
"S'è sacrificato, l'eroico Komunista immolatosi alla Talebana, contro l'estremo pericolo: DONNA, RADICALE. Ma soprattutto: popolarissima, clandestinissima, democratica Emma Bonino.
Che pena, che vergogna, che storia praghese: stanno convincendo il mondo: eroico novello Jan Palak italiano: re Giorgio Napolitano."
Intervenendo poi in mattinata su Radio Radicale Pannella ha voluto ribadire:
"Ho da fare un'osservazione: si sta convincendo il mondo che l'eroico comunista si è sacrificato, una sorta di Jan Palach contro il pericolo radicale, il pericolo Emma Bonino [...] La rielezione di Napolitano costituisce l'estrema barriera della partitocrazia agonizzante: grazie a Re Giorgio e al suo sacrificio per il regime contro l'alterità".
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Fecondazione, radicali Gallo e Cappato: "Un Tribunale apre la strada per l'eterologa. E i Parlamentari che fanno??"
Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato, Radicali, Segretario e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni
Nella paralisi della politica, una buona notizia per il diritto alla salute e la laicità dello Stato arriva di nuovo da un tribunale. E di nuovo grazie l'iniziativa di chi -come l'associazione Luca Coscioni- si occupa di diritto fondamentale alla salute delle persone.
Il Tribunale di Firenze, infatti, si è appena espresso sul divieto di eterologa delle legge 40, rimandando la decisione alla Corte Costituzionale. Il giudice fiorentino Paparo ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4 comma 3 L.40/04 (che recita "è vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo) per contrasto con l’art. 3 Costituzione che afferma il diritto al pari trattamento di tutti i cittadini, inclusa dunque la coppia, che si era rivolta all'associazione Luca Coscioni e che voleva accedere alla fecondazione eterologa.
Sarebbe ora compito dei neoletti Parlamentari della Repubblica intervenire urgentemente affinché non si debbano attendere ulteriori pronunciamenti della giustizia interna ed europea per consentire alle coppie italiane di accedere senza discriminazioni di sorta a un trattamento sanitario. Se invece il Parlamento rimarrà ostaggio di giochi politici che comprimono al minimo la libera iniziativa degli eletti, non ci resterà che che continuare ad operare affinché la Corte Costituzionale prosegua nel già avviato processo di armonizzazione della legge 40/04 alla Costituzione e alle norme europee sui diritti umani fondamentali.
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"Gli uomini non si contan per capi come il bestiame da vendere..." (a Marco P. che ci insegna a non mollare)
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di radicali Lucani
Leggo il comunicato stampa di Marco Pannella sui siti radicali e penso che ancora una volta sta provando a richiamare le massime istituzioni di questa sgangherata e criminale Repubblica ai propri doveri, ai propri obblighi. Leggo e mi chiedo se questa volta il rieletto Presidente Napolitano riuscirà a vestire i panni del “Garante” del diritto, dei diritti e del dettato costituzionale. Di certo nel discorso di insediamento non c’è stato un riferimento, uno soltanto, alla “prepotente urgenza”, alla bancarotta della giustizia e al suo putrido percolato carcerario.
Un deserto di indifferenza, un muro di silenzio avvolge per ora l’iniziativa nonviolenta di chi come Marco non vuole rassegnarsi a uno sfascio che si traduce in vite spezzate, diritti negati, in morte dello Stato di diritto. Sì, Marco Pannella ha ripreso il suo Satyagraha, ha di nuovo imbracciato le “armi” della nonviolenza per dialogare con un potere che continua ad essere sordo, cieco, muto, arrogante. Lo sta facendo perché sa che occorre interrompere la flagranza di reato che ci sta consumando; che ci consegna alla barbarie; che ci allontana da Beccaria e da Voltaire; che fa di questo nostro Stato uno “Stato canaglia” incapace di rispettare la sua propria legalità.
Eppure di fronte alla gravità di una denuncia che racconta 30 anni di condanne da parte della corte europea dei diritti dell’uomo, i suicidi che si susseguono in carceri infami, continua ad essere negata la possibilità di poter spiegare a un popolo che si vuole massa e plebe cosa ci sta accadendo e cosa accade in questa nostra Italia.
Approfondimenti
"Gli uomini non si contan per capi come il bestiame da vendere, ed il successo niente prova nel mondo del pensiero. E non solo ci possiamo sempre consolare guardando a quel che lo spirito umano ha creato nel campo delle scienze e delle arti, e guardando i nostri eroi del passato, ma si è sicuri, quando non si viva solo una vita gretta, priva di ogni luce ideale, d'incontrare sulla nostra strada, alla ricerca del giusto e del vero, altri uomini di carne come noi, mossi dalla nostra stessa ansia, in cui è possibile riconoscere dei fratelli in senso molto diverso, molto più profondo, di quanto ci sia possibile con le altre creature. Ed anche se, dopo l'incontro, ci si divide e non ci si incontra mai più, il ricordo di quando ci siam guardati negli occhi, di quando ci siamo stretta la mano con fiducia completa, ci sostiene, ci da forza e coraggio, quando ci sentiremo troppo disgustati e stanchi per la malvagità e la bestialità trionfante".
Ernesto Rossi - Casa penale di Roma, 20 maggio 1938
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Comunicato stampa di Marco Pannella, giunto a metà della terza giornata di Satyagraha con sciopero totale di fame e sete
Giunto a metà della terza giornata di Satyagraha con sciopero totale di fame e sete, torno a comunicare (alla “comunicazione italiana”?!) che ragioni e obiettivo di questa iniziativa nonviolenta sono:
PER L’AMNISTIA, GIUSTIZIA E LIBERTÀ.
PER LA VITA DEL DIRITTO e IL DIRITTO ALLA VITA…!
Per l’uscita immediata dell’Italia dalla mostruosa, trentennale FLAGRANZA CRIMINALE contro la Costituzione, i Diritti Umani e lo Stato di Diritto, contro la Giurisdizione (europea e italiana) della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ci imputa persistenti negazioni strutturali di Stato, di “Diritti Umani”.
Si tratta di OBBLIGO, (e non solo di un generico “Dovere”) al quale quindi ottempero, di una “AFFERMAZIONE DI COSCIENZA”, sostitutiva delle criminali inadempienze istituzionali del Regime partitocratico/antidemocratico italiano.
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Speciale: Convegno "Conoscere per deliberare"
Pubblichiamo in questo speciale i dati raccolti dal Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva relativi agli interventi in voce degli esponenti politici e istituzionali nel periodo 1 gennaio 2012 - 24 febbraio 2013 nei telegiornali e nelle trasmissioni delle emittenti nazionali di maggior ascolto.
I dati sono relativi al tempo di parola e agli ascolti (su elaborazione dei dati Auditel) e sono stati presentati martedì 16 aprile durante il convegno "Conoscere per deliberare" presso l'Università La Sapienza.
RISORSE- Video del convegno
- Audio del convegno
- Intervista a Marco Pannella
- Intervista a Mario Staderini
- Intervista a Gianni Betto
- Intervista a Vincenzo Vita
- Intervista a Gianpiero Gamaleri
Hanno preso parte il direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell'Università La Sapienza di Roma Mario Morcellini, il direttore del Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva Gianni Betto, l’ordinario di Diritto Costituzionale Italiano e Comparato all'Università La Sapienza di Roma Fulco Lanchester, il ricercatore dell'Osservatorio Mediamonitor Politica Christian Ruggiero, l’ordinario di Metodologia e Tecnica della Ricerca Sociale all'Università La Sapienza di Roma Maria Concetta Pitrone, il coordinatrice dell'Osservatorio Mediamonitor Politica Marzia Antenore, il giornalista Rai Massimo Bernardini, il presidente dell'Associazione Visioni Contemporanee Enzo Carra, i giornalisti Vincenzo Vita e Giancarlo Loquenzi e i Radicali Marco Beltrandi, Mario Staderini e Marco Pannella.
E' stato scelto appositamente un periodo più ampio di quello strettamente elettorale per analizzare con maggior "profondità" la possibilità che il cittadino/elettore italiano ha avuto di conoscere posizioni, iniziative e proposte delle diverse forze politiche e quindi scegliere i propri rappresentanti.
Documento integrale
2° Simposio Radicale. L'audiovideo degli interventi di Giulianova
Il titolo della giornata di lavori del 21 aprile a Giulianova è stato: "Per governare la crisi: urgenza di legalizzare lo Stato, giustizia, amnistia". Nel simposio si è parlato di giustizia, diritti civili, ambiente e immigrazione.
Relatori: Marco Pannella, Giuseppe Di Federico, Giovanni Legnini (deputato Pd), Maurizio Turco (tesoriere Prt), Sergio D'Elia (segretario associazione Nessuno Tocchi Caino), Vincenzo Di Nanna (avvocato), Berardo Rabbuffo (consigliere regionale Fli), Giampiero Cordoni (segretario generale Sinappe), Giuseppe Rossodivita (già consigliere regionale radicale alla Regione Lazio), Rita Bernardini (già deputata radicale), Giovanni Cirillo (magistrato), Massimo Forlini e Franco Paolini (della U.O.S.D, Unità Operative Semplici Dipartimentali di medicina penitenziaria della Asl di Teramo (carcere Castrogno), Danilo Montinaro (psichiatra)
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La sfida per questo Paese è ripartire
“I partiti che sosteranno il prossimo governo dovranno assumersene pienamente la responsabilità. Giuliano Amato pare essere il favorito, mi auguro che accetti, ma sono consapevole che possa avere la tentazione di dire “ho già dato”. Mi pare che, portato a casa il Presidente della Repubblica, da parte dei partiti siano già cominciati i distinguo e i paletti, per cui sarà un governo tra i più difficili ed impegnativi, probabilmente fin da subito sottoposto al bersaglio non solo di chi starà all'opposizione, ma anche di chi lo sosterrà o farà finta di sostenerlo”.
Lo ha detto a Radio Radicale Emma Bonino nella consueta intervista del lunedì. Ha quindi continuato:
"Sia per ciò che riguarda l’Italia che per il nostro essere in Europa è un periodo davvero duro e solo una classe dirigente credibile può chiedere agli italiani fiducia. Questo Paese invece si è fermato, ha una classe dirigente immobile che ha dato uno spettacolo miserevole in questi giorni, e fermarsi in questo mondo significa significa tornare indietro. La vera sfida per tutti noi è ripartire.
In apertura la Bonino aveva voluto tornare a ringraziare coloro che avevano sostenuto la sua candidatura: "Voglio ripartire dai ringraziamenti, che ho ripetuto anche nel mio intervento di sabato al simposio radicale in Abruzzo: ho ringraziato tutti coloro che hanno profuso, in modo spontaneo e anche creativo, il loro impegno durante il periodo che ha preceduto l'elezione del capo dello stato per proporre la mia candidatura. Impegno che mi ha commossa a cui ho cercato di corrispondere personalmente. […] Ma colgo l’occasione per sottolineare come, anche questa volta, lo spazio tra consenso e intenzione della classe politica e parlamentare fosse siderale. Il 19 aprile Luca Sofri ha scritto un post nel quale spiega in maniera molto semplice i motivi per i quali sono per la partitocrazia una candidata irritante. […] A tutti comunque il mio ringraziamento si accompagna ad un messaggio: di non darsi per vinti, di continuare a profondere il loro impegno politico con me, con noi radicali, magari iscrivendosi, accompagnandoci durante le tante iniziative che ancora si stanno portando avanti per la legalità e per il vivere civile, che poi consentano anche agli ultimi -e con questo mi riferisco anche alla comunità penitenziaria- di vivere con dignità. Ad esempio l'associazione Amnistia giustizia e libertà sta continuando le sue attività, Radicali italiani sta pensando ad un pacchetto referendario che riprenda almeno le questioni più importanti dal punto di vista della legalità. Nostra responsabilità è quella di tendere dritti alla meta e restare vigili in questo momento di grande crisi, verso la tutela dei diritti umani civili politici."
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Vandalismo politico. Rigata l'auto del Consigliere comunale Viale
Dichiarazione di Silvio Viale, consigliere comunale radicale eletto nel PD, sull'intimidazione ricevuta questa notte.
"Questa notte, o questa mattina, qualcuno ha voluto festeggiare la rielezione di Giorgio Napolitando rigando la mia auto in modo frettoloso, ma sistematico sui quattro lati. Voglio ringraziarlo per l'attenzione concessa alla mia auto, perchè dimostra l'inconsistenza politica del suo messaggio, distruttivo e autodistruttivo, qualunque sia il prestesto che l'abbia mosso. Sono, ovviamente, un po' preoccupato, essendo avvenuto vicino a casa, ma non sarà certo questo ad intimidirmi. Dispiace solo che, spesso, chi vede un'auto rigata tende a ritenere che vi sia stato un "buon" motivo, piuttosto che condannare il vandalo e il violento, ma è anche contro questa mentalità che mi batto."
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Basilicata/Riforma dello Statuto, Bolognetti: mantenere l'elezione diretta del Governatore e riforma "Americana" delle Regioni
da Gazzetta del Mezzogiorno, 21 aprile 2013
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani Se è vero, come è vero, che una democrazia seria è una democrazia che ammette di essere un progetto in costruzione, capace di auto correggersi, l’occasione rappresentata dalla riforma dello Statuto regionale non va sprecata assecondando alchimie di partitocratiche. Sottrarre la nomina del governatore ai cittadini per riconsegnarla alle segreterie dei partiti, di questi partiti, significa produrre ingovernabilità e instabilità, esattamente ciò di cui non abbiamo bisogno. Se riforma deve essere si percorra la strada di una riforma “americana”. Si mantenga l’elezione diretta del governatore e la si accompagni con una legge elettorale uninominale maggioritaria anglosassone. Questa era la proposta che da candidato governatore della Regione Basilicata avanzai nel 2000. Il ceto dirigente regionale rifletta attentamente sui perniciosi effetti prodotti da leggi quali il “porcellum”. La stragrande maggioranza dei cittadini, come testimoniato dal voto referendario del 1993, è favorevole a meccanismi elettorali “che mirano a legare direttamente l’eletto con il corpo elettorale e il territorio”. Persona/territorio e spazio alla democrazia diretta e referendaria. Se davvero si vuole riavvicinare la gente alla politica la strada maestra è questa. Qualsiasi altra soluzione servirebbe solo ad assecondare ulteriormente derive populiste. Gazzetta, 21 aprile Approfondimenti "...Ma non c'è in democrazia il principio che la maggioranza ha ragione, perchè la maggioranza può commettere i più gravi errori, può introdurre un tiranno, può votare per la tirannia, come è accaduto piuttosto spesso" Karl Popper – “La Lezione di questo secolo”
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