Radicali Italiani
Rifiuti, Radicali: Vogliamo i numeri!
Riccardo Magi consigliere radicale di Roma Capitale eletto nella “Lista Civica per Marino” e Massimiliano Iervolino membro del comitato nazionale di Radicali Italiani, hanno dichiarato:
Oggi presentiamo la delibera consiliare intitolata “Anagrafe pubblica relativa alla raccolta, al recupero, allo smaltimento ed agli impianti dei rifiuti solidi urbani”. Tale atto, qualora venisse approvato dall'Assemblea Capitolina, renderebbe più trasparente l’intero ciclo dei rifiuti della Capitale, giovando in particolar modo a quei cittadini che risiedono nell’area attigua agli impianti industriali. Di contro invece, l’opacità del sistema non fa altro che aggravare una situazione già di per sé molto complicata. Infatti non si conoscono quei dati sensibili che invece permetterebbero a chiunque di valutare serenamente ed in modo trasparente sia i costi/benefici che gli impatti ambientali derivanti da alcune scelte rispetto ad altre. A titolo d’esempio è importante ricordare che rimangono avvolte in un alone di mistero le quantità di materiali provenienti da raccolta differenziata, le quantità di rifiuti indifferenziati prodotte, le quantità inviate negli impianti di trattamento comprese quelle mandate fuori Roma ed infine le quantità e le destinazioni dei prodotti trattati incluse le enigmatiche tonnellate di Cdr. Proprio per queste ragioni è urgente dotare il Comune di Roma dell’anagrafe pubblica dei rifiuti, un’efficace strumento normativo che permetterebbe a chiunque di conoscere tutto quello che fino ad oggi è rimasto sconosciuto. Il sindaco Marino ci ascolti e si adoperi per far approvare questa delibera che nella sua semplicità è rivoluzionaria rispetto agli utlimi trenta anni di politiche sui rifiuti. L'Anagrafe rappresenta uno strumento indispensabile per avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti e per cominciare a dare della garanzie ai cittadini che non si fidano più delle istituzioni.La proposta di delibera, tratta da un analogo progetto di legge regionale presentato dalla Lista Bonino Pannella nella scorsa consiliatura regionale del Lazio e mai discusso, è sostenuto dall'intero gruppo consiliare Lista civica per Marino.
Storie lucane di segreti alle spalle dei cittadini
“Chi prova a ribellarsi di fronte al muro di omertà, dal radicale Maurizio Bolognetti al tenente Giuseppe Di Bello, viene messo ai margini, licenziato, confinato nel girone dei visionari e, infine, spedito in tribunale per procurato allarme e rivelazioni di segreti d’ufficio”. Da Gazzetta del Mezzogiorno, 30 luglio 2013 Di Massimo Brancati Ci risiamo. Il popolo «inquinato» trattato come il marito cornuto: l’ultimo a saperlo. Torniamo a raccontare di trame oscure, segreti di Stato, blitz sullo sfondo di una Basilicata aggirata, ignorata, violentata. Dal deposito unico nucleare di Scanzano alle alghe cornute del Pertusillo, passando per i veleni di Fenice alle rotte del petrolio - con fiammate e guasti connessi - è tutto un mondo indecifrabile. Criptico. Ci vorrebbe un decoder, ma chi ce l’ha si guarda bene dal metterlo a disposizione dei cittadini, confinati nel ruolo di spettatori passivi nelle scelte, ma fin troppo attivi nelle ricadute (negative, s’intende). La storia si ripete. L’operazione militare della notte tra domenica e lunedì alla Trisaia di Rotondella è documentata solo dal video girato dal blogger Nicola Piccenna e dal racconto di testimoni oculari di Noscorie Trisaia, svegliati, evidentemente, da una «soffiata» più che dal caldo afoso. A proposito di coniugi traditi, anche in questo caso, come accadde per Scanzano, per l’inquinamento del Pertusillo, per le contaminazioni dell’inceneritore di San Nicola di Melfi, le fonti istituzionali arrivano a negare l’evidenza. C’è chi dice addirittura che non è accaduto nulla, come se gli ambientalisti appollaiati davanti alla Trisaia fossero rimasti vittima di allucinazione collettiva. E c’è chi si mostra sorpreso e all’oscuro di tutto. Allertata domenica sera su un possibile imminente blitz «atomico», la Gazzetta ha cercato invano conferme anche dalla stessa Sogin. Ieri mattina, a cose fatte, la società ha continuato a cadere dalle nuvole, così come la Prefettura di Matera, il sindaco di Rotondella, Enzo Francomano, il governatore Vito De Filippo e il vice ministro agli Interni, Filippo Bubbico. Domande senza risposte. Proprio come fu per Scanzano. Quando si parla di ambiente è sempre una questione di segreti. Di Stato, militari e d’ufficio. “Aumma aumma” alle spalle dei lucani, anestetizzati, presi in giro, consegnati al patibolo del cancro. Chi prova a ribellarsi di fronte al muro di omertà, dal radicale Maurizio Bolognetti al tenente Giuseppe Di Bello, viene messo ai margini, licenziato, confinato nel girone dei visionari e, infine, spedito in tribunale per procurato allarme e rivelazioni di segreti d’ufficio. Di tutti questi segreti ne abbiamo piene le tasche. Basta. Lasciamo «manovratori», oscuri burattinai nelle stanze della politica ad arrovellarsi su candidati, poltrone da spartire ed equilibrismi. Intendiamoci, ci fanno incazzare, soprattutto ora che la gente ha bisogno di risposte immediate, di programmi seri e fattibili, ma siamo consapevoli (non significa rassegnati) che invocare trasparenza al mondo politico «inciucioso» è come cavare il ragno da un buco. Quando di mezzo c’è la salute dei cittadini, però, non ci sono santi, vogliamo, pretendiamo chiarezza. Ai massimi livelli. La gente ha il diritto di essere informata, di capire cosa sta accadendo sotto casa, di conoscere lo stato di salute del territorio, dei suoli, delle acque, dell’aria. Di ficcare il naso nel contenuto di quel carico radioattivo che in 300, tra militari, carabinieri e finanzieri, hanno scortato di notte da Rotondella a Gioia del Colle. Non vorremmo che fossimo nel pieno di una riedizione, in salsa lucana, dello scandalo cinese: dai mass media della Muraglia è spuntata fuori la denuncia di uno studio, condotto dalle autorità di Pechino, dai contorni devastanti per l’ambiente. Dati che il pubblico, però, non potrà conoscere, perché tutto è coperto da «segreto di Stato». Che la Cina prenda a calci diritti civili e sociali non è una novità. Ma da noi sta accadendo la stessa cosa nonostante l’Italia abbia recepito da anni la convenzione di Aarhus che garantisce ai cittadini di accedere a informazioni sull’ambiente e sull’inquinamento. Porte aperte nelle istituzioni, insomma, quando ci sono temi che impattano sulla salute della comunità. Non ci sono segreti e strategie militari che tengano. Ma tutto è soltanto sulla carta. Belle intenzioni che non si traducono in atti concreti. E così si resta al buio di fronte a veleni iniettati nel terreno, a fughe radioattive, alla monnezza non autorizzata. E chi riesce a divincolarsi dalla morsa della disinformazione e dei silenzi deve comportarsi come le tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo) se non vuole passare un guaio. A meno che quelle scimmiette non diventino un esercito. E allora, come Scanzano insegna, la massa può smuovere montagne, sorvolando sul recinto dei «top secret». Approfondimenti Corrispondenza di Maurizio Bolognetti(Radio Radicale, 30 luglio)
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Basilicata/Trisaia di Rotondella, Bolognetti: si chiarisca se ci sono movimenti di scorie nucleari su cui da ore si sta interrogando una intera comunità.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani, Direzione Radicali Italiani C'è un signore il cui nome inizia per B. No, non è Berlusconi. Questo signore sapeva del sito unico di scorie a Scanzano. Dirò di più, il nostro uomo non aveva nessuna intenzione di opporsi, anzi. Poi accade che la storia viene fuori e improvvisamente B fa una opportuna inversione ad U e si pone a capo della "rivolta", ricevendo sul campo i galloni di "generale". Da quel giorno fu per i gonzi e per i lucani brava gente "Il generale B". Oggi a B. vorremmo chiedere cosa hanno trasferito, nottetempo, dalla Trisaia di Rotondella all'aeroporto di Gioia del Colle o – e la cosa sarebbe di certo ancora più preoccupante per noi lucani – da Gioia del Colle alla Trisaia. E di domande senza risposta sulla Trisaia e su tutto quello che è ruotato attorno a quel centro ne abbiamo fatte tante e tante ancora vorremmo farne. Qualcosa ci ha raccontato la buon'anima del dott. Nicola Maria Pace. Resta di certo il mistero del Capitano Natale De Grazia, deceduto in circostanze misteriose. Ma anche quello, mistero era e mistero resterà.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Rifiuti, Radicali: Chiediamo urgente audizione di Goffredo Sottile
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere radicale di Roma Capitale eletto nella “Lista Civica per Marino” e Massimiliano Iervolino membro del comitato nazionale di Radicali Italiani:
Alla luce di quanto riportato dai giornali e viste le innumerevoli opacità che insistono intorno al ciclo dei rifiuti a Roma, riteniamo più che mai urgente la convocazione del commissario Goffredo Sottile in commissione ambiente del Comune di Roma. Proprio per questo ci appelliamo al presidente Athos De Luca affinché questa audizione avvenga il più presto possibile.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Milano infestata dalle zanzare: interrogazione radicale per conoscere le tempistiche e sollecitare una sinergia con il modello Piemonte
Comunicato stampa del Gruppo radicale federalista europeo
Oggi è stata depositata in Consiglio Comunale una interrogazione urgente del radicale Marco Cappato per chiedere al Sindaco e all'assessore Maran quando siano stati preparati i bandi ed espletate le gare per assegnare gli incarichi di lotta in ambito urbano e in ambito di risaia e se non si ritenga che vi siano stati ritardi che abbiano compromesso l'efficacia delle azioni per il 2013, contribuendo all'attuale alto livello di infestazione. E' stato inoltre sollecitato per il futuro un contatto e un coordinamento con la vicina Regione Piemonte che da ben oltre 10 anni realizza con successo la lotta con il coordinamento di IPLA SpA (società partecipata regionale).
Dichiarazione di Marco Cappato:
"Il ciclo biologico delle zanzare non aspetta l'espletamento delle procedure burocratiche. Dato che in alcune delle scorse annate ci sono stati ritardi soprattutto riguardo alla lotta in ambito di risaia, che hanno consentito alle prime generazioni di zanzare di uscire indisturbate dalle risaie e colpire la città, credo che oggi sia fondamentale sapere da quando sono cominciati i trattamenti in risaia (gran parte delle zanzare milanesi arrivano da lì) e quando in area urbana. La polemica sulle cosiddette 'bat boxes' (case dei pipistrelli) utilizzate per la lotta biologica è sterile e non va al nocciolo del problema anche se di tutta evidenza i pipistrelli non hanno alcuna efficacia contro la zanzara tigre che si nutre di giorno. La lotta, come è risaputo in ambito scientifico, deve essere integrata e deve utilizzare più strumenti. A Milano con ogni probabilità non c'è un errore sulle tecniche utilizzate, ma forse la macchina organizzativa deve essere resa più efficace. Per questo ho chiesto al Sindaco e all'assessore Maran di contattare immediatamente i tecnici della lotta alle zanzare che operano in Piemonte, che gestiscono il più importante progetto in Italia di lotta alle zanzare con ottimi esiti, in modo da evitare che si ripeta l'anno prossimo l'attuale condizione".
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Elezioni Cambogia: Perduca (Radicali) americani ed europei vigilino su spoglio e sostengano riconteggio
Dichiarazione di Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale:
Il leader del Partito per il salvataggio nazionale della Cambogia Sam Rainsy, membro del Consiglio generale del Partito Radicale, ha annunciato ieri che l'opposizione democratica al regime di Hun Sen ha chiesto un riconteggio dei voti. Infatti nella notte di domenica il Comitato nazionale per le elezioni aveva certificato la vittoria al Partito del popolo cambogiano di Hun Sen assegnandogli 68 seggi, mentre all'opposizione ne venivano riconosciuti 55. Secondo quanto comunicato al Partito Radicale dal deputato Son Chhay, anch'egli iscritto al PR come tutti i parlamentari dell'opposizione cambogiana, alcuni osservatori avrebbero invece conteggiato la suddivisione dei seggi diversamente assegnandone 61 al partito di Hun Sen e 62 a quello di Sam Rainsy. Conoscendo come gia' durante le elezioni del 2008 vi furono brogli in alcune zone rurali, dove il partito di regime e' una sorta di partito-stato, occorre che le rappresentanze diplomatiche Occidentali, che tanto lautamente quanto disinteressatamente, finanziano il regime di Hun Sen, si associno alle richieste di riconteggio e si adoperino perche' questo avvenga nel modo piu' trasparente ed esaustivo possibile.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Elezioni in Cambogia: Perduca, Comunità internazionale garantisca correttezza spoglio, rischio disordini imminente. Si tuteli opposizione
Dichiarazione di Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale:
"Abbiamo da poco saputo da Son Chhay, uno dei 29 parlamentari dell'opposizione cambogiana iscritto al Partito Radicale, che la coalizione minoritaria ha "vinto nelle province maggiori del paese inclusa Phnom Penh dove la coalizione [di minoranza] ha preso il 70% del voto". Secondo Chhay, "Hun Sen avrebbe fatto bloccare le vie circostanti il quartier generale del suo partito e il palazzo reale. Non è chiaro quale siano le loro intenzioni anche perché il voto dalle zone rurali arriverà solo nelle prossime ore".
Altre notizie della stampa locale riportano tafferugli ai seggi perché le liste degli elettori non conterrebbero decine di nomi di cittadini. Occorre quindi che gli osservatori internazionali siano presenti dappertutto e pronti ad agire nel caso in cui si dovessero profilare i soliti brogli che troppo spesso hanno caratterizzato le tornate elettorali nel paese col più longevo regime autoritario del sud-est asiatico.
Qualche giorno fa il sovrano cambogiano Norodom Sihamoni aveva graziato Sam Rainsy, il Marco Pannella dell'Indocina da anni iscritto al Partito Radicale e leader storico dell'opposizione, consentendogli di rientrare a Phnom Penh per le elezioni ma non di potervi partecipare. Sam Rainsy, costretto a vivere in esilio a Parigi con la mogglie Saumura Touilong, anch'ella iscritta al Partito Radicale, dal 2009 quando il regime lo aveva accusato di calunnia minacciando di togliergli l'immunità parlamentare, aveva da poco scritto a tutti i paesi donatori della Cambogia chiedendo di applicare il criterio della condizionalità negli aiuti perché certo che Hun Sen avrebbe preparato, ancora una volta, delle elezioni anti-democratiche. Dare soldi alla Cambogia solo se le regole e i diritti umani sono rispettati.
Europei e americani hanno quindi oggi un'occasione senza precedenti di poter, col rispetto dello Stato di Diritto, mandare a casa un regime autoritario corrotto e corruttore e consentire una stagione di riforme in Cambogia.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Noi digiunatori, per amore di verità, sete di Diritto, Giustizia, Libertà e Democrazia.
Di Maurizio Bolognetti(in sciopero della fame dalle ore 23.55 del 21 luglio a sostegno degli obiettivi dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella) Forse non sarà la nostra “marcia del sale”, ma quanta forza c’è e desiderio di dialogo e amore, che è conoscenza, nel nucleo di resistenza e azione nonviolenta che in queste ore sta accompagnando Marco Pannella nel suo Satyagraha, nel nostro Satygraha? Capita, a dire il vero sempre più di rado, che qualcuno ironizzi su una forma di lotta di cui Marco Pannella ha scritto: “l’amore e la nonviolenza non sono mai ricatto perché non si ha ricatto nella difesa, nella sete e fame di verità e conoscenza se non per chi ha paura. La nostra iniziativa nonviolenta ha come dogma di aiutare il potere a fare quello che esso secondo le proprie leggi vuole e deve fare”. Appunto, “deve fare”. E nel cammino intrapreso da migliaia di persone, in questa nostra “marcia” che corre anche sui codici binari della rete, c’è questo: il chiedere al potere, alle nostre Istituzioni di interrompere la strage di legalità, diritto, diritti, di interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione Repubblicana. Il richiamo a una civiltà giuridica, da guadagnare e riguadagnare, rivolto a quel Cesare, a quei Cesari che ingoiano il cammello dello Stato di diritto. A loro, noi digiunatori, chiediamo di onorare, invece, quel “beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati”. E a chi nonostante tutto indossa i panni del benaltrismo, con affetto diciamo che noi digiunatori ci rivolgiamo a chi ogni giorno ingoia i diritti di ciascuno e di tutti, a quelli che hanno mangiato e digerito la Costituzione, le regole, la legge e, ahimè, a volte anche la compassione. DIRITTO, GIUSTIZIA, AMNISTIA E LIBERTA’
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Kienge. Viale, alle banane rispondiamo con le ghiande
"Ai lanciatori di banane occorre rispondere con le ghiande, perché ai porci si danno le ghiande."
E" con questa metafora che il presidente di Radicali Italiani invita a rispondere con le ghiande ai lanciatori di banane.
Silvio Viale, che è consigliere comunale a Torino eletto nel PD, ha aggiunto:
"Lanciare banane contro il ministro Kienge è una manifestazione di puro razzismo consapevole. Capisco che la magistratura non intervenga in nome della libertà di espressione. Da radicale sono disposto a difendere la libertà di parola di chiunque, ma ho l'obbligo di contrastare la stupidità criminale del razzismo. Per questo risponderò con le ghiande ai maiali che del razzismo fanno la loro missione. Kienge, Balotelli, Howe e Fiona May sono Italiani, come lo sono i loro figli. Solo i porci possono pensare il contrario e, quindi, a loro le ghiande!"
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Le mani nel Petrolio: "Oltre l'informazione ufficiale. Il libro è una bomba"
"Oltre l'informazione ufficiale. Il libro è una bomba" - Così sul suo spazio Facebook il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Massimo Brancati. LE MANI NEL PETROLIO(Ed. Reality Book) Di Maurizio Bolognetti Con la Prefazione di Rita Bernardini, l'introduzione del Prof. Franco Ortolani, la presentazione dell'avvocato Vincenzo Montagna e la postfazione di Elisabetta Zamparutti. · Dalla Prefazione di Rita Bernardini E la tua (nostra strada) è il rispetto della legalità, che in Italia, a partire dalla martoriata Costituzione repubblicana, fa acqua da tutte parti. Già, l’acqua. Risorsa lucana vitale, inquinata e dissipata in un territorio “di struggente bellezza” sempre più trivellato dalle multinazionali del petrolio, come non smetti di denunciare, ritrovandoti denunciato”. · Dalla introduzione del Prof. Franco Ortolani “Secoli fa sulle coste africane sbarcavano i negrieri, mercanti di uomini sostenuti dalle grandi compagnie occidentali e dai latifondisti americani, i quali senza la protezione di leggi, ma con la violenza e la complicità dei capitribù locali (acquistata in cambio di perline e pezzi di vetro colorati) saccheggiavano i villaggi, deportando gli indigeni da trasformare in schiavi-forzalavoro a costo zero”. · Dalla Presentazione dell’Avvocato Vincenzo Montagna “Esprimo dunque il mio apprezzamento per l’attività di Maurizio che ci dimostra come la nostra regione è generosamente trattata dai vari Governi della Repubblica: svuotano, è vero, il sottosuolo; ma colmano i vuoti con altro materiale”. · Dalla Postfazione di Elisabetta Zamparutti “I fatti descritti in questo libro ci aiutano a comprendere da un lato l’urgenza di una conversione radicale dell’economia in senso ecologico, dall’altro la necessità, al fine del raggiungimento di questo obiettivo, di una grande operazione di verità”. · Da "Una Domenica Radicale" C’è una storia radicale fin troppo attuale che colpevolmente dimentichiamo, aiutati in questo dalla continua rimozione, dal riflesso pavloviano che il regime manifesta nei confronti dei Radicali e in particolare di Marco Pannella. Per fortuna - finché non bruceranno come la leggendaria biblioteca d’Alessandria - di questa storia troviamo traccia nei nostri archivi. A futura memoria(se la memoria ha un futuro), scriveva Leonardo Sciascia, e noi questa memoria vogliamo custodirla a dispetto di chi vorrebbe che la perdessimo.
Info
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Cosentino. Turco, la rinuncia all’impegno politico può essere la sanzione non la condizione per potersi liberamente difendere
Dichiarazione di Maurizio Turco, già deputato radicale
“Al solo fine di evitare equivoci premetto che non faccio parte né degli amici né della nutrita schiera di “amici” e nemici dell’On. Cosentino, ma di una sparuta pattuglia di persone che ha l’obiettivo di ripristinare il rispetto dello Stato di diritto, della legalità, delle garanzie ed è la ragione per la quale sono intervenuto, intervengo ed interverrò sul caso Cosentino. In tutte e due le occasioni in cui la Camera è stata chiamata a valutare le richieste di arresto le ho respinte, sia in giunta delle autorizzazioni che in aula, perché le ritenevo persecutorie nei confronti dell'On Cosentino. Non ho cambiato idea, semmai quel giudizio si è rafforzato alla luce degli eventi successivi. A partire dai comportamenti, almeno quelli noti ad oggi, dell’On. Cosentino. Ovvero, quando poteva non ha provato ad inquinare le prove; quando poteva non ha provato a fuggire; quando poteva non ha provato a reiterare i reati e quindi oggi, a maggior ragione di quando poteva, non v’è necessità che sia detenuto in attesa di giudizio, né in carcere, né ai domiciliari nella sua o in altre regioni proprio per le ragioni che erano alla base delle richieste di arresto. In tutta questa vicenda continuo a trovare sbagliato, per usare un eufemismo, che la libertà dell’On. Cosentino sia condizionata alla rinuncia, provata, all'impegno politico. Semmai questa può essere la sanzione ma non la condizione per potersi liberamente difendere (e non è ancora il suo caso!). Si tratta di tutta evidenza di riproporre una questione di principio visto che non v’è dubbio che l’On. Cosentino sia, e non da oggi, costretto ad occuparsi d’altro che non di politica.”© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Dichiarazione di Marco Pannella dopo l’incontro con i tre Consiglieri Regionali Laziali del Movimento 5 Stelle
Sono stato in effetti molto, molto lieto di conoscere e incontrare qui in sede, assieme a Rossodivita e Berardo i Consiglieri Regionali 5 Stelle Barillari, Perilli e Porrello. Ho avuto quindi l’occasione di ripetere a questi graditi ospiti la mia convinzione e il mio assoluto interesse che il loro Movimento debba e possa continuare a crescere anche ora, nelle sue nuove, fortissime responsabilità, riuscendo anche ad evitare i rischi – anche per il Paese- di gravi dilaniante rotture che potrebbero altrimenti far proseguire la contemporanea storia italiana come l’ho spesso definita: un maledetto cimitero di speranze! Per tornare all’incontro, abbiamo e ho loro espresso il nostro e mio sincero ringraziamento. Ho poi deliberatamente provocato un rapido momento di imbarazzato e simpatico sconcerto nei tre ospiti quando ho loro improvvisamente chiesto se sapessero come io avevo votato per Sindaco di Roma! Ho subito confermato di aver, direttamente dal seggio elettorale, in diretta da Radio Radicale, votato per il candidato 5 Stelle Marcello Di Vito. Come immaginavo, i tre amici Consiglieri 5 Stelle l’ hanno appreso in quel preciso momento ;-) )! Ci siamo lasciati, Giuseppe, Rocco ed io stesso, Davide, Gianluca e Devid, penso da nuovi, reciprocamente simpatici, dialoganti e conoscenti. Marco Pannella P.S. Ora che ci penso, se non sbaglio, mentre stavamo insieme, nessuno ha bevuto, insomma tutti proprio nulla. Mi chiedo proprio perché ;-)!
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Quelli che…firmano i Referendum, quelli che…onorano la Costituzione “più bella del mondo”, quelli che…hanno fame e sete di giustizia, verità e democrazia.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti(in sciopero della fame dalle ore 23.55 del 21 luglio a sostegno del Satyagraha di Marco Pannella) Spero che il buon Enzo Jannacci non me ne voglia se gli rubo il titolo di un suo famoso brano. In queste settimane abbiamo registrato il sostegno in calce ai quesiti referendari promossi dai Radicali di una parte importante del ceto dirigente lucano. Come è noto, il Pdl sostiene ufficialmente i quesiti referendari sulla “giustizia giusta”, così come il Psi sostiene l’intero pacchetto, ma va sottolineato che nelle scorse ore i quesiti, o parte di essi, sono stati sottoscritti dal Presidente della Giunta regionale Vito De Filippo, che ci ha tenuto a far sapere che avrebbe firmato presso gli uffici del comune di Potenza, dal Presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico, che lo ha fatto al tavolo radicale in quel di Matera e poi ha commentato su Basilicatanet, dal Presidente della Provincia di Matera Franco Stella, dal Sindaco di Matera Salvatore Adduce, dal consigliere comunale materano Angelo Cotugno, dal Sindaco di San Chirico Raparo Claudio Borneo, dal dirigente regionale del Pdl Vito Di Lascio, ed è notizia di queste ore, dal capogruppo del Pdl al comune di Picerno Francesco Nicola Riviello, che ha firmato presso la segreteria comunale. In precedenza avevano sottoscritto i quesiti, tutti o in parte, il Sen. Salvatore Margiotta, la consigliera Maria Di Lascio, il sindaco di Latronico Fausto De Maria, l’assessore alla cultura del Comune di Latronico Vincenzo Castellano, il consigliere comunale del Pdl Nicola Becce, il Presidente dell’Unione delle Camere penali di Basilicata avv. Savino Murro, il consigliere regionale Alessandro Singetta e tanti altri. Un dato di trasversalità assolutamente positivo accompagnato dalla disponibilità di alcuni sindaci e consiglieri a prestare servizio civile ai tavoli allestiti dai Radicali per poter facilitare la partecipazione all’iniziativa referendaria. Un embrione di una possibile convergenza che metta da parte scontri “etnici” per esaltare gli obiettivi riformatori dei quesiti proposti e promossi dai Radicali. E mentre la campagna referendaria prova a decollare tra mille difficoltà, parallelamente prosegue l’iniziativa nonviolenta di centinaia di persone a sostegno del Satyagraha promosso da Marco Pannella, che continua a dar corpo a quella fame e sete di legalità, di democrazia, di conoscenza, di verità, che è sua e che è nostra. “Interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione”, ripete didascalico il Leader radicale. Una richiesta avanzata da chi da sempre si batte per il diritto alla vita e la vita del diritto. Una voce che si spera non sia voce nel deserto di opere e azioni. La voce di chi richiama le massime Istituzioni del nostro Stato a rispettare i diritti umani e la Costituzione. La voce indomita di chi non vuole, non può e non sa assistere in silenzio allo sfascio dell’amministrazione della giustizia e alla strage di legalità che si fa inevitabilmente strage di popoli. Un gesto di amore quello di Marco che si fa speranza e nutre e alimenta speranze. Quella speranza che prende corpo e vita e si alimenta dello sciopero della fame di centinaia di familiari di detenuti e detenuti ristretti in galere, lo ripetiamo una volta di più, assurte a luogo di tortura, ma senza torturatori. Quel poco di forza di cui sono capace e di dialogo che vorrei poter contribuire ad alimentare lo offro ad una lotta che è prioritaria e irrinunciabile se vogliamo ripristinare un minimo di Stato di diritto in questa nostra Italia. A ben pensarci ne va della vita e del futuro di ciascuno di noi, anche di chi pensa di non essere coinvolto. Lo dicono i numeri: la questione giustizia è la più grande questione sociale che c’è in questo paese; basti pensare che 15 milioni di famiglie “patiscono per il malfunzionamento della giustizia”.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Referendum, Viviani: Impossibile firmare anche in molti comuni. Il caso San Giorgio a Cremano (NA)
Mentre questa mattina i miei compagni Radicali manifestavano presso il Ministero dell’Interno per chiedere iniziative urgenti affinché venga garantito un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini ai banchetti referendari nelle piazze, abbiamo verificato che spesso è impossibile firmare persino nelle strutture comunali.
Sono infatti diverse le segnalazioni che ci giungono da Comuni della provincia di Napoli da parte di persone recatesi nei municipi senza aver potuto firmare. Stiamo verificando i casi più problematici, dove l’interruzione del servizio pubblico non è giustificabile. È il caso ad esempio del Comune di San Giorgio a Cremano (NA), dove in orario di apertura al pubblico gli uffici preposti erano chiusi senza alcuna comunicazione e motivazione.
Mancanza di informazione o di misure organizzative, carenza di personale, sono gli aspetti che stanno limitando ulteriormente, contro la legge, l’esercizio dei diritti politici del cittadino.
Per questo rinnoviamo il nostro invito ai “primi cittadini” dei comuni della Campania di provvedere ad informare i dipendenti delle strutture preposte (centralinisti, webmaster dei siti internet, segretari generali, responsabili degli uffici elettorali) della raccolta delle firme in corso per i 12 referendum, anche comunicando e sensibilizzando i propri dipendenti della possibilità di autenticare le firme all’esterno degli uffici comunali, facendone richiesta al sindaco.
Rodolfo Viviani – Direzione Nazionale di Radicali Italiani - 3384925320
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Referendum: "duran adam" davanti al Viminale contro violazione dei diritti costituzionali
Questa mattina, una delegazione referendaria si è recata presso il Ministero dell’interno per chiedere una risposta alla lettera del 5 luglio con cui si denunciavano i rischi per la raccolta firme a causa del fatto che "le Istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini, impedendo o limitando in molte città la raccolta delle 500 mila firme necessarie per i referendum".
I Radicali Mario Staderini, Michele De Lucia, Marco Perduca, Marco Cappato, Caterina Caravaggi, Rocco Berardo, Antonella Soldo, Simone Sapienza, Paolo Izzo hanno atteso per un’ora rimanendo in piedi sotto il sole con in mano i moduli dei referendum e le penne, avendo al collo dei cartelli con i nomi delle tante città dove i cittadini non riescono a fare i banchetti per la raccolta firme a causa dell’assenza di autenticatori. Una presenza nonviolenta ispirata al "duran adam" - in turco, stare fermi in piedi- di piazza Taksim.
Tra le richieste avanzate al Ministero dell’interno quella di informare e sensibilizzare le centinaia di migliaia di funzionari e di amministratori locali del loro essere autenticatori, nonché l’informazione ai cittadini, attraverso i siti istituzionali dei Comuni e i telegiornali della Rai, della possibilità di firmare presso le segreterie comunali.
Dopo essere stati invitati a rimuovere i cartelli, i Radicali sono stati ricevuti dai responsabili dell’Ufficio servizi elettorali, che si sono impegnati a sensibilizzare i Comuni e le Province per garantire un adeguato servizio di autenticazione anche al di fuori degli uffici comunali.
Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani, al termine dell’incontro hanno espresso “soddisfazione per l’interlocuzione tecnica avuta con i funzionari del Ministero, consideriamo un primo passo avanti l’impegno preso rispetto ad alcune delle nostre richieste. La gravità della situazione, però, richiede l’assunzione da parte del Ministro Alfano della responsabilità istituzionale di garantire in concreto e con determinazione i diritti civili e politici dei cittadini che sono stati negati in questo primo mese di campagna referendaria. Non c’è tempo da perdere, se non arriveranno iniziative adeguate torneremo davanti alle sedi istituzionali con i moduli e le penne che attendono gli autenticatori per raccogliere le firme secondo legge”.
Video della manifestazione© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Carceri e giustizia: domani Pannella di nuovo a Regina Coeli per testimoniare gratitudine ai detenuti in sciopero della fame.
Domani, giovedì 25 luglio 2013, alle ore 11.30 Marco Pannella tornerà a visitare il carcere di Regina Coeli dove i detenuti delle sezioni II, III, IV stanno facendo lo sciopero della fame per sostenere gli obiettivi della sua lotta nonviolenta. Il leader radicale, che domani sarà al 5° giorno di privazione totale di acqua e cibo, vuole portare ai detenuti “una testimonianza del suo e nostro ringraziamento”, afferma Rita Bernardini.
E’ grazie al Senatore Luigi COMPAGNA e all’onorevole Sandro GOZI che Marco Pannella, Rita Bernardini, Irene Testa e Matteo Angioli, potranno tornare domani a visitare l’istituto penitenziario romano. Al termine della visita all’interno del carcere si terrà un incontro con la stampa.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Droghe: Staderini, tecnocrazia dannosa, torni la politica con il referendum. La fanfara proibizionista non cambia
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani
In attesa di studiare con attenzione la relazione del Dipartimento antidroga e i metodi con cui è stata realizzata, con alcuni dati che appaiono sottostimati mentre altri sovrastimati, l’impressione complessiva è di una impostazione ideologica volta a individuare il demonio nella cannabis. Una volta le canne erano l’anticamera dell’eroina, oggi del gioco d’azzardo, con la figura del lupo cattivo ora impersonata da internet. La verità è che la fanfara proibizionista non cambia, suonando lo stesso spartito da troppo tempo. È ora che la politica torni ad occuparsi di un fenomeno sociale che viene lasciato in mano alle mafie, riprendendosi le responsabilità di governo per troppo tempo lasciate alla tecnocrazia. Di fronte all’immobilismo del Parlamento e del Governo, lo strumento più efficace è oggi firmare e sostenere il referendum che esclude il carcere per le violazioni per fatti di lieve entità .© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
I travagli di Travaglio e il “Lunario di settembre”
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani Confesso, sì confesso. Dopo aver letto le argomentazioni con le quali Travaglio tenta di negare la necessità di un provvedimento di amnistia e indulto che, gioverà ripeterlo, abbiamo definito di “Amnistia per la Repubblica”, mi è venuto in mente il dialogo tra strega e inquisitore che prende corpo nel bellissimo brano di Ivano Fossati “Lunario di Settembre”: “Ma non vale niente che io faccia che resista o che cada; tu non capisci è questo il grande lutto che oscura le mie vesti…”. In una Italia quotidianamente bombardata da una pioggia torrenziale di Tg trasformati in gazzettini di cronaca nera, il buon Robespierre Travaglio ha gioco facile a sventolare la sua ghigliottina, potendo godere del fatto che le ragioni di coloro che ripetono come un mantra “Diritto, Giustizia, Amnistia e Libertà” siano opportunamente segregate. Se non ci fosse da piangere si potrebbe anche sorridere delle travagliate sull’amnistia. Pensate, colui che qualcuno osa definire erede di Indro Montanelli arriva ad ipotizzare l’esistenza di un complotto finalizzato a far ottenere l’amnistia a Silvio Berlusconi. E del complotto, organizzato da una sorta di Spectre, ovviamente farebbero parte la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, le Associazioni che ben conoscono le nostre patrie galere, i sindacati di Polizia penitenziaria e magari i direttori del Sidipe. Al buon Travaglio, accecato dall’odio antiberlusconiano, poco importa che l’Italia venga condannata da 30 anni per la non ragionevole durata dei processi e per carceri assurte a luogo di tortura senza torturatori. Al diavolo tutto: c’è da mettere in galera Silvio, magari a pane e acqua e da comminargli come pena aggiunta sei mesi di isolamento, con la trasmissione a ciclo continuo dei travaglieschi predicozzi. Potremmo certo discutere di decarcerizzazione, depenalizzazione, della Bossi-Fini e della Fini-Giovanardi, anche se a dire il vero faccio fatica a ricordare interventi di Travaglio su quest’ultima legge e sui danni che essa ha prodotto. Si potrebbe, certo che si potrebbe discuterne, ma ahimè il dibattito è negato. Così come è negato a Marco Pannella, a Rita Bernardini, ai Radicali il poter spiegare cosa intendono quando affermano che occorre un provvedimento di amnistia, di Amnistia per uno Stato che viene condannato da ben prima che Silvio Berlusconi entrasse in politica. Quello stesso Stato dipinto in un film denuncia intitolato “Detenuto in attesa di giudizio”. Coraggio Marco, non dirmi che non ti ricordi la faccia di Alberto Sordi? Chissà se tra i travagli di Travaglio ci sia mai stato spazio per la questione della carcerazione preventiva e del suo abuso. Siamo noi, caro Travaglio, che da 30 anni e più avvertiamo che saremmo andati a sbattere. Siamo noi quelli che raccontano dell’amnistia clandestina e a volte di classe chiamata prescrizione. Peccato che tu e quelli come te preferiate non ascoltare. Perché, caro Travaglio, se qualcuno avesse ascoltato e recepito le proposte radicali in materia di giustizia, se qualcuno non avesse tradito la volontà popolare che voleva la responsabilità civile dei magistrati o se qualcuno avesse ascoltato Giovanni Falcone, che si espresse a favore della separazione delle carriere, forse non saremmo arrivati alla necessità di invocare un provvedimento di amnistia, che è allo stato attuale irrinunciabile provvedimento riformatore, l’unico in grado di rimettere sul binario del rispetto della legalità costituzionale e internazionale questo paese. Signor Censore, signor Travaglio, mi chiedo se lei abbia mai visitato anche solo una piccola parte delle galere visitate da Rita Bernardini e dai Radicali. Mi chiedo se lei abbia mai prestato orecchio all’ascolto della voce della “comunità penitenziaria”, degli agenti, dei direttori, dei detenuti. Mi chiedo, signor Censore, se lei abbia mai letto la lettera straordinaria - nell’ordinarietà di articoli dozzinali fatti con il taglio del “dagli al mostro Silvio” - la lettera di Enrico Sbriglia e dei direttori del Sidipe. A volte l’odio acceca e impedisce di essere lucidi e di vedere ciò che si ha sotto gli occhi. Signor Censore, provi a liberarsi. Vedrà che starà meglio. Signor Censore, hai scritto che da oltre trent’anni questo Stato canaglia e criminale ha fatto incancrenire un sistema per poter al momento giusto dare l’amnistia a Berlusconi. Caro Censore, caro Travaglio, apri gli occhi e prova a sfogliare un documento radicale intitolato “La Peste Italiana”; documento rimasto clandestino grazie a te e a quelli come te. Magari, leggendolo, finisce che capisci perché la strage di legalità ha per inevitabile corollario la strage di popoli. Magari capisci che occorre che il nostro Stato torni a rispettare la sua propria legalità. C’è anche chi non vive per fare cose pro o contro Silvio Berlusconi, ma prova a stare al merito. C’è chi non crea fantasmi e mostri, pur sapendo quanto la “banalità del male” incomba dietro l’angolo, ma è impegnato a proporre riforme con quesiti referendari un tempo detti “Referendum Tortora”.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Sintesi dell'audizione in Senato della Sig.ra Ministro degli Esteri Emma Bonino sul caso Shalabayeva
Commissioni congiunte Esteri e Diritti Umani, Senato della Repubblica, 24 luglio 2013
E' una vicenda di grande delicatezza, sulla quale si impone la massima chiarezza: una vicenda che tocca aspetti di grandissima rilevanza per il nostro Paese e per i suoi valori fondamentali.
Riferisco sulla vicenda Ablyazov con la serenità di chi non ha lesinato alcuno sforzo, con la sensibilità di chi per passione e attività politica ha fatto della tutela dei diritti umani la ragione di un'intera esistenza.
La Farnesina ha svolto una continua e scrupolosa attività attraverso i suoi uffici chiamati a gestire ex post le conseguenze di un caso per il quale abbiamo finora, giustamente, dibattuto sulla dinamica ex ante.
I nostri interventi sono stati dunque continui, incessanti e continueranno fino a quando necessario, nella considerazione che poiché si agisce da governo a governo si deve evitare, almeno in questa fase, che una serie di azioni e reazioni indebolisca la nostra struttura diplomatica ad Astana.
Il ministero degli Esteri non e' competente in materia di espulsioni dal territorio italiano. Ancor meno in relazione a operazioni di polizia che si svolgono sul nostro territorio in adempimento a mandati di cattura internazionale messi dall'Interpol. Poiche' tuttavia la legge non impedisce certo di consultarci, serve una maggiore condivisione delle informazioni: ho rappresentato al ''premier, che condivide in pieno, la necessità di un nuovo e più efficace raccordo delle altre amministrazioni con il ministero degli Esteri.
La 'priorità' è la 'tutela delle due cittadine kazakhe ed è quanto che ci sta più a cuore'. Stiamo svolgendo e continueremo a fare con forte determinazione interventi, a Astana, Bruxelles, Vilnius, per la piena libertà di movimento di Alma e la figlia: lo sento come obbligo morale, prima che politico.
Si e' venuta a configurare, anche agli occhi dei media, una ingiustificata responsabilità oggettiva della Farnesina, nonostante essa fosse del tutto estranea alla gestione e persino all'informazione sulle prime, determinanti fasi della vicenda dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva e di sua figlia.
Il comportamento dell'ambasciatore kazako a Roma e' stato "intrusivo". E' solo con il rapporto Pansa, reso noto il 16 luglio dal ministro dell'Interno in parlamento, che si e' avuta notizia certa dell'inaccettabile comportamento del diplomatico. A quel punto ho immediatamente convocato l’incaricato d’affari Kazakho e gli ho espresso il 17 luglio il mio forte disappunto per l’intera vicenda e per il comportamento dell’ambasciatore, insieme all’aspettativa del governo italiano che alle due cittadin kazakhe fossero garantiti tutti i diritti e la piena libertà di movimento.
La credibilità personale e' per me un grandissimo patrimonio. Ho vissuto con grandissima amarezza in questi giorni gli attacchi da parte di molti organi di stampa. Ma oggi non e' questo in discussione, oggi la priorita' e' un'altra, sono i diritti delle due cittadine kazakhe.
Nell'intera vicenda Shalabayeva, l'orgoglio e' che, giorno dopo giorno, iniziativa dopo iniziativa, la Farnesina e' riuscita a far aprire una indagine su cui, a distanza di un mese e mezzo, si comincia ad avere verità su quello che e' successo. E non e' successo spesso nella storia italiana che indagini su casi delicati si siano fatte a un mese di distanza.
In questo momento, noi non possiamo né dobbiamo diminuire o indebolire la presenza dell'ambasciata italiana in Kazakistan, proprio per la protezione che vogliamo sia esercitata costantemente su Alma Shabalayeva e sua figlia Alua. Lo sento come un obbligo morale, ancor prima che politico e per non potrà esserci alcuna ragione per venir meno a questo impegno.
L'intervento integrale è disponibile all'indirizzo:
http://www.esteri.it/MAE/approfondimenti/audizione_Ministro_Bonino.pdf
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Referendum: giovedì mattina al Viminale contro violazione dei diritti costituzionali
Giovedì mattina, alle ore 11.00, una delegazione referendaria si recherà al Ministero dell’interno per chiedere una risposta alla lettera del 5 luglio con cui si denunciavano i rischi per la raccolta firme a causa del fatto che “le Istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini, impedendo o limitando in molte città la raccolta delle 500 mila firme necessarie per i referendum“.
Tra le richieste avanzate al Ministero dell’interno quella di informare e sensibilizzare le centinaia di migliaia di funzionari e di amministratori locali del loro essere potenziali autenticatori, nonché l’informazione ai cittadini, attraverso i siti istituzionali dei Comuni e i telegiornali della Rai, della possibilità di firmare presso le segreterie comunali. Dichiarazione di Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani “Dopo 20 giorni senza una risposta, con molte città italiane dove ai cittadini è impedito di firmare in luoghi pubblici perché mancano autenticatori disponibili, chiederemo al Ministro dell’interno quali provvedimenti intende assumere e rimarremo in piazza del Viminale ad attendere la risposta, tenendo in mano i moduli e le penne che attendono gli autenticatori per raccogliere le firme secondo legge”.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati