Radicali Italiani
Otto per mille/Torino/Radicali scrivono a moderatore tavola valdese: Perché accettate anche i soldi di chi non vi sceglie? Ma c’è il nostro referendum …
Gli esponenti radicali torinesi Silvio Viale, Igor Boni e Giulio Manfredi hanno inviato al Moderatore della Tavola Valdese, Eugenio Bernardini, la seguente lettera aperta:
Egregio Moderatore,
abbiamo letto sulla stampa di domenica una sua positiva dichiarazione nei confronti dei fondi che la Chiesa Valdese ha incassato dall'8 per mille, che sono quasi triplicati nel 2012 rispetto all'anno precedente (37 milioni di euro nel 2012, 14 milioni nel 2011) poiché la Chiesa Valdese ha accettato per la prima volta di percepire anche i soldi derivanti dai contribuenti che non hanno operato alcuna scelta a favore di una o l'altra delle confessioni religiose che fruiscono dell' 8 per mille.
Come radicali abbiamo sempre pubblicamente apprezzato le prese di posizione della Chiesa Valdese in tema di laicità e di diritti civili. Per la sincerità e il rigore che, da radicali, cerchiamo di avere con tutti, vi dobbiamo confessare che non comprendiamo il vostro cambio di rotta sull' 8 per mille. I Valdesi hanno fondato la propria fede, dall'inizio, sulla responsabilità individuale; il cittadino sceglie, senza deleghe, senza intermediari o interpreti della sua volontà. Come potete, allora, accettare i soldi dei cittadini contribuenti che non vi hanno scelti, che non hanno scelto alcuna confessione religiosa? Non può essere una scusante sufficiente il fatto, comunque lodevole, che i fondi in discussione non siano da voi utilizzati per fini di culto, per il mantenimento dei pastori e delle attività culturali della chiesa, ma unicamente per progetti di natura assistenziale, sociale e culturale e che una quota corrispondente al 30% dell'importo totale sia da Voi riservata a progetti nei Paesi in via di sviluppo, in collaborazione con organismi internazionali religiosi e laici. Converrete forse con noi che dovrebbe valere per l'8 per mille quanto già vale per il 5 per mille: lì sono ripartiti fra tutti i partecipanti i fondi provenienti solamente da scelte espresse.
Il Sinodo Valdese sarà riunito fino a venerdì a Torre Pellice. Sarebbe importante se, fra le varie questione che tratterete, inseriste nell'ordine del giorno anche la questione che vi poniamo. Per magari passare poi dalla riflessione all'azione: in queste settimane i radicali stanno raccogliendo le firme su 12 referendum fra cui quello per abrogare la disposizione di legge (articolo 47, terzo comma, della L. n. 222/1985) che prevede che anche l’8x1000 di chi non esprime alcuna indicazione sia ripartito tra le confessioni religiose. La quota relativa alle scelte non espresse (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno) rimarrebbe in capo al bilancio generale dello Stato anziché essere ripartita in favore soprattutto (al 90%) della Conferenza Episcopale Italiana. Non si arrecherebbe alcun danno alle attività caritatevoli, visto che il fondo 8x1000 si è moltiplicato per cinque negli ultimi 20 anni, arrivando alla cifra record di un miliardo e cento milioni di euro l’anno. I 12 referendum possono essere firmati in tutti i Comuni italiani. Sarebbe estremamente importante se dal Sinodo Valdese arrivasse un'indicazione a favore del referendum per ripristinare la libertà di scelta del cittadino sull'8 per mille (ma siamo certi che anche i referendum sul divorzio breve, sull'immigrazione, contro il finanziamento pubblico dei partiti, per l'abolizione dell'ergastolo, solo per citarne alcuni, tocchino le vostre sensibilità!)
“Voi non potete servire Dio e Mammona” (Matteo – 6,24). Il passo evangelico interroga le coscienze di tutti, sia di laici non credenti come noi sia di credenti in altro che nel potere come i seguaci di Pietro Valdo. Confidando in un Vostro cortese riscontro, vi inviamo sinceri auguri per un Sinodo fattivo e proficuo.
Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani)
Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta)
Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani)
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Referendum/Amnistia - Maurizio Bolognetti ospite della rubrica "In News" di La NuovaTV
Puntata di "In News" dedicata all'iniziativa referendaria radicale, alla proposta di Amnistia e al libro "Le Mani nel Petrolio". Ospite degli studi di La Nuova TV, con il direttore Mimmo Parrella, il segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti.
Qui per seguire l'intervento Nuova TV, 25 agosto
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Radicali e socialisti a Lauria per l’iniziativa referendaria
Fonte Basilicatanet
27/08/2013 11:08 BAS - Ieri, presso la sezione del Psi di Lauria, Radicali e Socialisti hanno tenuto un tavolo di raccolta firme in calce ai 12 quesiti referendari "Per Nuovi Diritti Umani e la Giustizia Giusta”. Lo rende noto il segretario dei radicali lucani Maurizio Bolognetti, che in una nota ricorda come “in circa tre ore, alla presenza dell’avvocato Antonio Pisani e del consigliere comunale Rocco Boccia detto Fabrizio, sono stati oltre cento i cittadini che hanno inteso esercitare un diritto sancito dalla Costituzione, anche se più volte tradito e vilipeso. Nel registrare l’assoluta sintonia tra Radicali Lucani e Socialisti di Lauria sui temi oggetto dell’iniziativa referendaria – afferma Bolognetti - esprimo grande soddisfazione per il risultato ottenuto in poche ore e per la presenza in sezione di numerosi compagni e militanti socialisti e radicali ad iniziare dal segretario della Fgs Raffaele Tantone e da Maria Antonietta Ciminelli". Nel sottolineare che lo stesso sindaco di Lauria Gaetano Mitidieri ci ha raggiunto al tavolo per firmare tutti i 12 quesiti, esprimo l’auspicio che analoghe iniziative si moltiplichino su tutto il territorio regionale. Possiamo e dobbiamo garantire che nella primavera del 2014 il nostro Paese possa discutere di 12 possibili riforme, di un cambiamento urgente e necessario”. Nella nota Bolognetti ricorda “a tutti che è tutt’ora in corso una iniziativa nonviolenta di dialogo con le istituzioni, condotta da Marco Pannella attraverso lo sciopero della sete, e sostenuta da Rita Bernardini e dal sottoscritto attraverso lo sciopero della fame. L’obiettivo è sempre lo stesso: chiediamo che il nostro Stato rispetti la sua propria legalità e interrompa la ultra trentennale flagranza di reato contro i Diritti Umani e la Costituzione”.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Le Mani nel Petrolio...Francamente recensisco. Roberto Colucci(Ass. Profumo di Svolta) recensisce il libro "Le Mani nel Petrolio"
"Le Mani nel Petrolio è uno di quei libri in cui trovi delle verità amare, che fanno rabbrividire, che si fanno strada nella mente e nell’anima".
Da “Profumo di Svolta”, 26 agosto 2013 Di Roberto Colucci, Associazione Profumo di Svolta Se da quando sei nato vivi in Basilicata, allora avrai sentito parlare migliaia di volte di petrolio, inquinamento, idrocarburi. Se nasci in Basilicata queste cose le scopri prima, prima che arrivi a studiarle sui libri di scuola. Impari che l’industria dell’energia è qualcosa di confuso e se poi ti addentri un pò di più nel mondo delle multinazionali dell’oro nero, se provi ad informarti, allora capisci di avere a che fare con qualcosa di quantomeno “particolare”. Il petrolio, quella risorsa che ha ridisegnato la morfologia della Lucania grazie alle complesse attività antropiche legate alla sua estrazione. Il petrolio, in grado di mettere d’accordo le lobby e di far discutere criticamente i più temerari. In Basilicata leggi petrolio e subito pensi inquinamento: è quasi un istinto naturale. Maurizio Bolognetti, membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani, è uno di quelli che sul petrolio vuole fare chiarezza, uno dei pochi che ha provato a mettersi di traverso, non senza conseguenze. Perchè funziona così: tanti fanno finta di non sapere, di non vedere, di non sentire, mentre altri, che hanno fatto della loro vita una missione, tentano di riportare sensibilità nel cuore della gente che non vuole capire. Le Mani nel Petrolio è uno di quei libri in cui trovi delle verità amare, che fanno rabbrividire, che si fanno strada nella mente e nell’anima. Nella sua raccolta di articoli e interviste, Bolognetti tenta di mettere in luce gli aspetti più controversi delle vicende legate alla “Lucania Saudita” e all’Italia “Stato canaglia”. Le Mani nel Petrolio presenta un conto impressionante per una regione piccola come la nostra: l’82% del petrolio complessivamente estratto sulla terraferma italica viene dalla Basilicata, mentre ai lucani arrivano royalties pari a circa 160 milioni di euro l’anno. Non già elemosina, ma una sorta di nuovo baratto, che l’autore ironicamente affianca al programma denominato “oil for food” attuato nel ’95 dalle Nazioni Unite. Nello scambio lucano, invece, viene ceduta buona salute in cambio di un pieno e mezzo di carburante alla propria auto. Bolognetti racconta dell’Italia pluricondannata dall’Europa per inadempienze alle direttive comunitarie, parla delle vicende dell’inceneritore Fenice, delle assurdità giudiziarie legate all’inquinamento del Pertusillo dove non è indagato chi inquina ma chi denuncia, del colosso ENI che agiva in autocontrollo, dei 20mila metri cubi di fanghi petroliferi sepolti a Corleto Perticara, delle falde idriche inquinate dagli idrocarburi, dell’aumento vertiginoso dei tumori in Basilicata, delle migliaia di tonnellate di fanghi industriali interrati a Tito. L’art. 5 della Convenzione di Aarhus (“In caso di minaccia imminente per la salute o per l’ambiente, che sia imputabile ad attività umane o a cause naturali, tutte le informazioni capaci di permettere al pubblico di prendere provvedimenti per prevenire o limitare eventuali danni e che siano in possesso dell’autorità pubblica siano divulgate immediatamente e senza indugio alle persone che rischiano di essere coinvolte”) viene ripetuto come un mantra. Ed è giusto che sia così, soprattutto se si parla della terra il cui territorio è per il 65% (6260 kmq a fronte di 9992 kmq di superficie totale) ipotecato da titoli minerari attivi e istanze per il conferimento di nuovi titoli. Tante volte, soprattutto noi giovani, ci ritroviamo a discutere dell’importanza della cultura e dell’informazione. Se tutti i giovani lucani leggessero quanto raccontato da Bolognetti, se ci fosse una presa di coscienza reale e non solo fittizia da parte delle nuove generazioni lucane, penso che le cose cambierebbero davvero. Se tutti i giovani pensassero agli 890 siti inquinati presenti sul territorio regionale (dati riportati nel 2000 dalla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti) ed agissero di conseguenza, sicuramente i politici lucani, responsabili in gran parte per i veleni di cui parla Bolognetti, sarebbero un pò meno liberi di trattare la NOSTRA terra come una loro proprietà. Di questo e tanto altro si parla in “Le Mani nel Petrolio”, che deve essere un monito per i giovani lucani e non. A dieci anni dalle proteste di Scanzano Jonico, in cui i giovani ebbero un ruolo fondamentale, abbiamo il dovere di riportare le tematiche ambientali al centro del dibattito civico. Noi giovani non possiamo mostrarci disinteressati, né abbiamo la possibilità di prostrarci alle lobby che stanno sfruttando il nostro territorio facendo meretricio della nostra salute e di quella delle generazioni che verranno. Un sincero ringraziamento va a Maurizio Bolognetti, che con la sua smania di verità sta dando a tutti noi la possibilità di conoscere vicende altrimenti “top secret”, nonostante le leggi e gli obblighi sulla trasparenza. Appunto, se intorno al petrolio e all’inquinamento qualcuno ha intenzione di fare silenzio e di continuare ad insabbiare faccende più o meno lecite, allora qualche domanda dobbiamo farcela. Qualche risposta, per fortuna, la troviamo in questa raccolta di articoli.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Radicali: 28-30 agosto “Referendum in Comune”, mobilitazione nazionale per firmare nei Comuni. “Rai e Tv informino i cittadini”.
“Referendum in Comune”, questo lo slogan dell’iniziativa lanciata da Radicali italiani per portare i cittadini negli uffici comunali a firmare i 12 referendum per la riforma della giustizia, delle politiche su droghe e immigrazione, per il divorzio breve, per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dell'otto per mille.
Tre giornate nazionali di mobilitazione, da mercoledì 28 a venerdì 30 agosto, per far conoscere agli italiani la possibilità di firmare i 12 referendum presso i Comuni. “Per raggiungere le 500 mila firme necessarie su tutti i referendum non basteranno da soli i nostri banchetti nelle piazze, anche perché in molte città mancano autenticatori disponibili. Per utilizzare al massimo gli uffici degli oltre ottomila Comuni dove abbiamo inviato i moduli spendendo decine di migliaia di euro, occorre però che i cittadini almeno lo sappiano” affermano Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani. Previsti volantinaggi davanti ai Municipi e conferenze stampa in sede locale, mentre è partito il passaparola sui social network per invitare alla firma e a portare amici e parenti. Ma i Radicali si rivolgono soprattutto a stampa, radio e televisioni: “Hanno sequestrato il diritto degli italiani a sottoscrivere i referendum non facendogli sapere dove possono farlo” – proseguono Staderini e De Lucia- “Dipenderà dai media, in particolare da radio, Rai, Mediaset, La 7, se milioni di potenziali firmatari riceveranno l’informazione di poter firmare i referendum anche presso i Comuni. Sinora non è quasi mai accaduto, in violazione degli obblighi di legge in materia di informazione”. Gli uffici comunali sono di norma aperti la mattina dal lunedì al venerdì, l’elenco completo e le indicazioni di dettaglio si trovano su www.referendumradicali.it
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Attacco Hacker al sito dei Referendum Radicali per la Giustizia Giusta
Black-out di circa 3 ore: il sito web dei Referendum Radicali per la Giustizia Giusta (referendumgiustiziagiusta.it) sotto attacco informatico Ddos.
Roma, 26/08/2013
Giovedì 22 agosto 2013 per circa 3 ore il sito web referendumgiustiziagiusta.it è stato oscurato da un attacco informatico denominato Ddos (Distributed Denial of Service). Tale tipologia di attacco consiste nel creare decine di migliaia di connessioni contemporanee al sito, consumando notevole banda per renderlo inaccessibile. Le connessioni in entrata sono partite da un Botnet, ovvero una rete di computer infettati da virus. Considerato il tipo di attacco, è possibile affermare che l’iniziativa non è stata casuale, ma mirata a oscurare il sito dei Referendum Radicali per la Giustizia Giusta. Appena i nostri tecnici si sono resi conto dell’andamento anomalo delle visite, hanno tempestivamente provveduto ad arginare l’attacco. Nel fine settimana sono stati innalzati i livelli di sicurezza per evitare che i futuri attacchi possano compromettere il diritto dei cittadini ad essere informati sulla campagna dei referendum radicali.
Marco Cerrone - Responsabile comunicazione online
Comitato Promotore Referendum
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Bolognetti: Quella di Folino è una operazione tartufesca.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani(al 9° giorno di sciopero della fame a sostegno degli obiettivi dell'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella) L’on. Margiotta ha detto che Vincenzo Folino è un ipocrita. Vorrei integrare. Temo che occorra farlo ricorrendo a Molière: quella di Folino è una operazione tartufesca, sostenuta da ascari e “utili idioti”. La solita operazione di polizia – tipica di certa Kultura - spacciata per operazione di “pulizia”. Un regolamento di conti in piena regola, nel quale l’inchiesta “rimborsopoli” diventa il corpo contundente da sbattere sulla testa dei “nemici” da abbattere. Ipocrisia? Certo a tonnellate. Soprattutto se consideriamo gli omessi controlli e i ritardi nell’applicazione della proposta radicale finalizzata ad istituire una “Anagrafe pubblica delle attività degli eletti e dei nominati”. Se il nuovo che avanza in questa nostra regione è rappresentato dal tandem Bubbico-Folino devo essermi perso qualche passaggio. Sì è vero, serve credibilità, ma temo che chi oggi veste i panni del moralizzatore non ne abbia affatto…anzi.
Approfodimenti
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ReferendumRadicali: continua la raccolta firme nelle carceri romane
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“E’ una democrazia al 100%”. Bolognetti: viceministro Bubbico, niente da dichiarare?
Di Maurizio Bolognetti(al 5°giorno di sciopero della fame a sostegno degli obiettivi dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella) Debito di giustizia, debito pubblico, debito ecologico, tutte facce delle stessa medaglia; tutti segmenti di quella “Peste italiana”, di quel topolino diventato da tempo zoccola, che contagioso ha varcato i confini del suolo patrio. I soliti Radicali, quelli che non si stancano di ricordare che l’Italia è uno Stato canaglia, quelli che non protestano ma propongono, quelli che con Marco Pannella raccontano la strage di legalità che si fa strage di popoli, pensate un po’, osano chiedere alle massime Istituzioni della Repubblica, ad iniziare dal Presidente Giorgio Napolitano, che si interrompa la flagranza di reato in atto contro i Diritti Umani e la Costituzione. Il solito Pannella imbraccia le “armi” della nonviolenza e fiducioso da corpo alla fame e sete di giustizia, legalità, democrazia di chi avverte l’urgenza di chiedere che lo Stato, il nostro Stato, rispetti la sua propria legalità, la legge, la Costituzione, le Convenzioni a tutela dei Diritti Umani. Chi lo sa, forse c’è un pizzico di lucida follia in questo. La “follia” di chi da lustri avverte che la macchina della giustizia è alla bancarotta. Una bancarotta ratificata dai 10 milioni di procedimenti arretrati che si traducono nell’amnistia clandestina delle prescrizioni, in giustizia negata per imputati e vittime e in certa e patente violazione dell’art. 6 della Convezione Europea dei Diritti dell’Uomo, che ci parla della ragionevole durata dei processi che non c’è. Una giustizia alla bancarotta con il suo carico di vite spezzate, con i 15 milioni di famiglie che patiscono per il malfunzionamento della macchina giudiziaria, con il riflesso devastante che tutto questo ha sull’economia del Paese. Giustizia e carcere, con le patrie galere luoghi di tortura senza torturatori e putrido percolato della bancarotta in atto. Carceri dove da troppo tempo si tradisce l’art. 27 della Costituzione “più bella del mondo” e quell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che recita: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. Di fronte a tutto questo da tempo stiamo invocando un provvedimento di Amnistia, che è innanzitutto di Amnistia per una Repubblica assurta al rango di delinquente abituale. Noi vorremmo che gli “Italiani brava gente” potessero assistere a un dibattito vero su quanto andiamo da tempo denunciando e su quanto andiamo proponendo. E vorremmo anche, che in queste ore si garantisse il diritto a poter conoscere per deliberare. Vorremmo, per una volta almeno, non dover ripetere che è in corso un attentato contro i diritti civili e politici dei cittadini(art. 294 C.P.). Vorremmo, per esempio, che gli Italiani fossero adeguatamente informati sul fatto che è in corso una campagna referendaria. Vorremmo che gli oltre 8000 comuni italiani funzionassero davvero come sportelli dove si garantisce l’esercizio di un diritto e che la gente sapesse che presso tutte le segreterie e gli uffici elettorali è possibile sottoscrivere i 12 quesiti “Per la Giustizia giusta, la Democrazia, la Libertà, per nuovi Diritti Umani”. In queste ore, da un controllo a campione effettuato su 25 dei 131 comuni lucani è emerso che le firme raccolte presso le segreterie comunali e gli uffici elettorali sono al momento circa 65. In non pochi casi è stato impossibile avere notizie e ci è stato risposto: "L'ufficio elettorale è chiuso". Clamorosa la situazione registrata presso il comune di Potenza, dove l’unica firma presente in calce ai quesiti è quella del Presidente della Giunta regionale Vito De Filippo. Tra l’esilarante, il surreale e il tragicomico la conversazione intercorsa con i Comuni di Montescaglioso, Ruoti e Francavilla in Sinni. In particolare a Montescaglioso, città del vice ministro degli Interni Filippo Bubbico, un simpatico impiegato ci ha detto a chiare lettere che allo stato dell’arte è impossibile sottoscrivere i quesiti presso gli uffici comunali ed ha aggiunto in tono ironico: “E’ una democrazia al cento per cento”. Una situazione quella che abbiamo registrato in queste ore fatta di luci e ombre, con troppi impiegati assolutamente inconsapevoli che certi comportamenti vanno a sostanziarsi quanto meno in una omissione di atti d’ufficio. Spiace davvero dover denunciare quanto sopra nella regione dove pure abbiamo potuto garantire l’uscita dei tavoli referendari grazie alla disponibilità e alla consapevolezza di numerosi amministratori quali il Consigliere Nicola Becce, il Consigliere Angelo Cotugno, e ai vari Nicola Riviello, Giambattista Mele, Vincenzo Castellano, Gianluca Mitidieri, Rosa Maria Malvinni, Claudio Borneo, Vincenzo Cirigliano, Maria Di Lascio, Rossana Florio. E però, ciononostante tocca constatare che c’è un ceto politico che manifesta un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti di diritti sanciti dalla Costituzione. Spesso, ahimè, trattasi di amministratori che hanno fatto della legalità una bandiera. Su tutto questo, e non con tono gratuitamente provocatorio, vorrei chiedere a Filippo Bubbico: “Signor viceministro, niente da dichiarare?” Approfondimenti Stralcio Conversazione con il Comune di Montescaglioso(MT), 22 agosto 2013
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28-30 agosto: Referendum in Comune. Firma e fai firmare!
Rimangono ancora poche settimane per firmare i 12 referendum nazionali per la riforma della giustizia, delle politiche su droghe e immigrazione, per il divorzio breve, per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dell'otto per mille. Per raggiungere le 500 mila firme necessarie non basteranno i nostri banchetti nelle piazze- anche per la difficoltà in molte realtà di trovare autenticatori disponibili. Dobbiamo quindi utilizzare al massimo l'unica possibilità offerta dallo Stato, ovvero gli uffici dei Comuni.
Nelle scorse settimane, spendendo decine di migliaia di euro, abbiamo inviato i moduli dei 12 referendum a tutti gli oltre 8.000 Comuni d'Italia, in modo da permettere ai cittadini di firmare nei propri uffici comunali, di norma aperti tutte le mattine dal lunedì al venerdì. Nonostante gli obblighi di legge, le istituzioni e la Rai non informano gli italiani di questa possibilità. Per questo abbiamo deciso di convocare tre giornate nazionali di mobilitazione -da mercoledì 28 a venerdì 30 agosto- per informare i cittadini e invitarli a firmare negli uffici comunali.
Il tuo aiuto è fondamentale perchè la mobilitazione abbia successo.
Cosa puoi fare?1 - VERIFICA DOVE SI PUO' FIRMARE NEL TUO COMUNEtrovi indirizzi e recapiti degli uffici del tuo Comune (per le grandi città anche gli uffici delle Circoscrizioni dove si può ugualmente firmare) tramite il form presente a questo link.
Ma ti consigliamo di telefonare comunque per avere conferma degli orari.
2- VAI A FIRMARE
attenzione: puoi mettere 12 firme distribuite su 2 fascicoli! A volte gli impiegati comunali non lo sanno e fanno firmare solo la prima pagina (cioè solo 2 firme!!)
3- SEGNALACI PROBLEMI
segnalaci subito eventuali problemi incontrati nel firmare; facci anche sapere il numero di firme già presenti sui moduli quando hai firmato lasciando un commento sul sito.
4- FAI FIRMARE TANTI ALTRI
Porta amici e parenti a firmare! Chiamali, manda mail, accompagnali fisicamente. Condividi su Facebook e Twitter
Se hai un po' di tempo da dedicare, puoi volantinare davanti agli uffici comunali per informare che all'interno si possono firmare i referendum. A questo link trovi un volantino che potrai stampare autonomamente e distribuire all'entrata del Comune, avendo cura di verificare che all'interno degli uffici sia affissa la locandina con l'indicazione della stanza dove si firma.
ATTENZIONE: una persona può firmare anche se non è residente in quel Comune (anche se è preferibile che vada a firmare nel suo Comune di residenza perché ciò rende più agevole la certificazione della firma).
Grazie per tutto quello che farai
Mario Staderini, Michele De Lucia
Segretario e Tesoriere di Radicali italiani
Bolognetti: In sciopero della fame a sostegno degli obiettivi dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella. Per la Vita del Diritto e il Diritto alla Vita.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani Dalle ore 23.55 del 17 agosto ho inteso sostenere l’iniziativa nonviolenta, gli obiettivi dell’iniziativa nonviolenta, il Satyagraha di Marco Pannella, attraverso lo sciopero della fame. Marco Pannella dà corpo, continua a dare corpo alla sua fame e sete di Diritto, Giustizia, Legalità e Democrazia. La sua fame è la nostra, è quella delle migliaia di detenuti e familiari di detenuti che hanno dato vita ad una straordinaria mobilitazione nonviolenta. Tanto più straordinaria in questo paese che è asfissiato dai miasmi di una democrazia in decomposizione, che è democrazia reale così come un tempo si parlava di socialismo reale. Con gioia diamo corpo a un tentativo di dialogo con Istituzioni troppo spesso sorde e mute; lo facciamo memori dell’insegnamento che ci è arrivato da chi un tempo ha scritto “Non Mollare”. No, noi non ci stanchiamo, non arretriamo, non smettiamo di lottare per la Vita del Diritto e il Diritto alla Vita. E come un mantra ripetiamo le nostre parole d’ordine: Diritto, Giustizia, Amnistia, Libertà, Democrazia.
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"Ciao Dino" - Giovedì 22 agosto a Roma i funerali di Dino Marafioti
I funerali di Dino Marafioti si terranno a Roma giovedì 22 agosto alle ore 10 nella parrocchia Gesù Divino Lavoratore, in via Oderisi da Gubbio 16.
Dino Marafioti, giornalista e voce storica di Radio radicale, è stato fino all'ultimo un militante delle libertà e della democrazia.
Riproponiamo di seguito una sua intervista e l’importante lavoro giornalistico dedicato al caso Emanuela Orlandi che Dino aveva da poco concluso
- Dall’altra Parte del Vetro : Scopriamo i Redattori di Radio Radicale - Intervista a Dino Marafioti
- Caso Orlandi: pensieri, parole opere ed omissioni
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Profumo, Tabarelli e il Kazakistan lucano
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani Latronico(19 agosto 2013) – La lobby intenzionata a trasformare la Lucania in un unico campo petrolifero ha assestato negli ultimi giorni il suo uno-due: gancio destro, gancio sinistro. Il primo colpo lo ha sferrato l’ottimo Alessandro Profumo che, nella doppia veste di Presidente del Monte dei Paschi di Siena e membro del consiglio di amministrazione dell’Eni, ha parlato della necessità di raddoppiare i barili estratti. Il secondo è arrivato dall’ottimo Davide Tabarelli, il quale ha dichiarato che “è ora di togliere le royalties agli enti locali, che le interpretano come compensazioni per un danno che in realtà non esiste”. Tabarelli, per chi non lo ricordasse, nel dicembre 2012 ha partecipato in quel di Potenza ad un convegno sponsorizzato da alcune compagnie petrolifere e patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, da Assomineraria e da Confindustria. Da cittadino italiano, attualmente residente nel Kazakistan d’Italia, affermo che le dichiarazioni di Profumo non fanno altro che confermare quanto da tempo vado affermando: qualcuno ha deciso di trasformare la Basilicata in hub petrolifero d’Italia, vincolando buona parte del suo territorio ad attività di estrazione, ricerca ed esplorazione idrocarburi. Per raggiungere questo obiettivo, poteri che qualcuno definirebbe “forti” non hanno esitato ad utilizzare alternativamente bastone e carota ed hanno varato un programma che già due anni fa ebbi a definire “Oil for Food”. Quanto a Tabarelli, va detto che l’ottimo esponente di Nomisma o è vittima di un vuoto di memoria oppure sta semplicemente e legittimamente svolgendo al meglio delle sue capacità la sua azione di lobbista pro attività estrattive. Tocca ricordare a Tabarelli e soci quanto scriveva nel 2000, nella relazione sulla Basilicata, la Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti: “Nel complesso l’indagine ha censito 890 siti inquinati, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione ed estrazione petrolifera”. Tocca altresì richiamare alla memoria collettiva quanto scritto a chiare lettere negli accordi intercorsi tra Regione Basilicata, Stato ed Eni, tra il 1998 e il 1999, nei quali non a caso si parla di “Progetti e interventi di compensazione ambientale”. In particolare Tabarelli farebbe bene a leggere con attenzione “l’Intesa Istituzionale di Programma intercorsa tra il Governo della Repubblica e la Giunta Regione Basilicata”. Così come non guasterebbe ricordare che lo Stato ebbe a reintrodurre le royalties con il D.LGS n. 625/1996, proprio per controbilanciare i contraccolpi ambientali, sanitari ed economici prodotti dalle attività estrattive. Royalties appunto da intendersi come compensazione ambientale. Il giornale on-line “Contropiano”, in un interessante articolo dedicato alla presenza dell’Eni in Kazakhastan, riferendosi al caso Shalabayeva, sottolinea che “I ritardi nell’avvio dell’investimento del secolo – il giacimento gigante di Kashagan – si sono sbloccati un mese dopo l’affaire Ablyazov”. Nello stemma della Regione Basilicata le onde simboleggiano i quattro fiumi della regione: il Basento, il Sinni, il Bradano e l'Agri; non vorremmo che a qualcuno sia venuto in mente di sostituirli con Pozzo, Barile e Trivella. Noi abitanti del Kazakistan d’Italia non siamo disposti a farci trattare come una colonia, e una volta di più vogliamo ricordare quel Marco Pannella che nel 1978 affermava che “anche per le sinistre una bella raffineria è più gratificante della lotta alle alluvioni e alle frane, della limitazione dei livelli di inquinamento, anche della prevenzione di un Vajont o di una Seveso, o di un incidente nucleare”. Oggi che abbiamo l’impressione che qualche compagno abbia sostituito la falce e il martello con il pozzo e la trivella, la frase citata è quanto mai attuale. P.S. Davvero una strana coincidenza che si sia iniziato a parlare di attuazione del Memorandum petrolifero in pieno agosto e con una Regione azzerata dall’inchiesta “Rimborsopoli”.
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Immigrazione: Staderini, aperture su Bossi-Fini? Unico strumento reale rimane il referendum. Intanto il Ministro Kyenge li firmi.
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani
Aprire il dibattito circa la modifica della legge Bossi-Fini è un atto di responsabilità da parte del Ministro Kyenge: superare quelle norme fallimentari è questione che Governo e Parlamento non posso eludere, anche alla luce dell’imminente spinta migratoria dal Nord Africa. Sulla possibilità, però, che le aperture di questi giorni siano adeguate all’obiettivo in assenza di una mobilitazione popolare mantengo i miei forti dubbi. Ad oggi, l’unico strumento per garantire che il superamento della Bossi Fini e del pacchetto sicurezza Maroni sia iscritto nell’agenda della politica sono i due referendum la cui raccolta firme scadrà a settembre. E su quelli, nessuna mobilitazione è corso nel Partito democratico così come mancano all’appello firme e sostegni di tanti leader politici e personalità che potrebbero fare la differenza. Se il Ministro Kyenge desse l’esempio firmando i referendum, magari in un piccolo comune della Calabria in modo da informare tutti gli italiani di questa possibilità, sarebbe possibile raggiungere l’obiettivo delle 500 mila firme ed essere così certi che volteremo pagina rispetto alle attuali politiche criminogene sull’immigrazione.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Maro': Staderini a Salatto, pausa estiva gli ha fatto male. Ministro Bonino fa, lui parole in Libertà
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani Leggo che l'onorevole Salatto si chiede dove sia il Ministro Bonino, chiamandola in causa rispetto al processo ai Maro, all'immigrazione e al caso Shabalayeva. Evidentemente la pausa estiva non ha permesso a Salatto di informarsi di quanto il Ministro Bonino si stia spendendo su tutti questi dossier. Rispetto ai Maro, la soluzione del caso ereditato dalla precedente amministrazione non passa per improbabili blitz mediatici ma da un dialogo con l'India basato su di processo veloce e giusto in India e la fermezza di principio circa la competenza italiana a giudicare militari nell'esercizio delle loro funzioni. Salatto farebbe bene piuttosto a ricordare che la vicenda dei due Marò è il frutto di una legge sbagliata voluta da La Russa. Quanto all'immigrazione basta guardare le cifre per sapere che altri Paesi UE ne ricevono più di noi (la Grecia ad esempio ne ha ricevuti 37mila - di cui 7mila siriani - nel corso dell'anno a fronte dei 15mila che ha ricevuto l'Italia). Il disastro siriano, che sta mettendo in serie difficoltà la Giordania (1 milione di profughi in un fazzoletto di terra) e il Libano (500 mila), è questione che riguarda da vicino l'Europa. Se venisse attivata, come chiediamo da tempo, la direttiva 200 1/55/CE del 20 luglio 2011, secondo la quale in caso di catastrofe umanitaria, l'Europa può ricevere temporaneamente i profughi di Paesi che si trovano in una situazione di crisi, sarebbe una risposta concreta. Al Parlamento europeo sono i Verdi e Cohn-Bendit a lavorare perché questa direttiva venga attivata.. Salatto che fa? Sul Caso Shalabayeva, infine, Salatto può utilmente chiedere conto al Viminale.
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Tav/Vattimo, Viale: Improprio il paragone tra l'Egitto e la val Susa
"Il paragone tra l'Egitto e la Val Susa è improprio. E' indice di debolezza e di non conoscenza, né dell'Egitto, né della Val Susa. Citare, poi, Emma Bonino sull'Egitto per legittimare i violenti in Val Susa è completamente fuori luogo."
Questo il commento di Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino, all'accostamento di Gianni Vattimo tra l''Egitto e la Val Susa e la citazione di Emma Bonino.
Silvio Viale ha aggiunto:
"Mi dispiace che Gianni Vattimo, proprio mentre la parte più violenta e antagonista dei No Tav è sempre più ridotta e isolata, si unisca agli ultimi irriducibili. Forse è male informato e dovrebbe passare più tempo in Val Susa. Il punto non è qualche blocco stradale in più o in meno, ma la scelta di assaltare il cantiere con qualunque mezzo e qualunque alleato. In Val Susa non vi è mai stata una vittoria elettorale dei No Tav e proprio il movimento No Tav non ha mai voluto alcun referendum. Citare l'Egitto, come Vattimo oggi, o il Tibet, come Perino ieri, significa non avere neanche rispetto per egiziani e tibetani, mentre si lascia la valle in balia di chi vagheggia il contro potere dell'ETA contro le truppe di occupazione come modello. Mi auguro che Vattimo sappia trovare il tempo per girare la valle."
Torino, 17 agosto 2013.
(Silvio Viale 339.3257406)
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Sentenza Fitto: Turco, è paradossale ma resta da capire se è una sentenza ad personam o la procura barese farà scuola e le altre andranno a spulciare tra i versamenti regolari a partiti da imprenditori e cooperative vincitrici di regolare gara d'appalto
Dichiarazione di Maurizio Turco, già deputato radicale, Tesoriere del Partito radicale:
"Capiremo presto se si tratta o meno di una sentenza ad personam. Se così non fosse appena riaprono dopo le ferie le procure di tutta Italia, qualora non gli fosse ancora venuto in mente, leggendo la casistica che ha condotto alla sentenza Fitto, in virtù dell'obbligatorietà dell'azione penale, dovrebbero acquisire tutti i versamenti regolari fatti ai partiti, com'è quello fatto al Partito di Fitto, da parte di imprenditori e cooperative. Controllare quante di queste abbiano vinto gare d'appalto a cui abbiano partecipato diversi concorrenti, senza che nessuno di questi abbai fatto ricorso al TAR, istruita e gestita direttamente da un funzionario pubblico che per quella gara è assolto perché il fatto non sussiste, insomma una gara regolarissima, come quella vinta da chi ha finanziato il Partito di Fitto. Infine condannasse i responsabili di Partito che hanno speso regolarmente i soldi per la campagna elettorale, ricevuti regolarmente da un vincitore di regolare gara e condannasse anche lui. Forse messa così, così come sono i fatti che, al netto del sacrosanto libero convincimento del magistrato, hanno portato alla condanna di Fitto, vorrei esprimere il mio altrettanto sacrosanto libero convincimento che non vi sarà procura che procederà."© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Immigrazione/Egitto: Staderini, superare Bossi-Fini per governare crisi NordAfrica. Firmare referendum nei Comuni
"La crisi egiziana, con le sue inevitabili conseguenze sulla Tunisia e sulla Libia, non potrà che accrescere la spinta migratoria dal Nord Africa.
Sarebbe una follia pensare di governarla attraverso l'armamentario criminogeno della legge Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza Maroni". Così Mario Staderini, segretario Radicali italiani, intervistato oggi da Radio radicale commentando quanto sta accadendo in Egitto.
"Il superamento di quelle norme fallimentari e' questione che Governo e Parlamento farebbero bene a non eludere sebbene non siano nel programma della maggioranza "- ha proseguito Staderini-. "Siccome Pdl e Pd dimostrano di avere altro a cui pensare, l'unico strumento oggi a disposizione sono i due referendum sull'immigrazione di cui si ha paura persino a parlare. Chi non vuole rimanere a guardare di fronte alle notizie che ci arrivano dall'Africa e dalla Sicilia può andare a firmare i referendum nelle segreterie di tutti i Comuni italiani"
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Ferragosto in carcere: Marco Pannella in Calabria per referendum e visita ispettiva al Carcere di Reggio Calabria
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Le Mani nel petrolio: Sabato 17 agosto presentazione a San Chirico Raparo(PZ)
San Chirico Raparo(PZ) - Sabato 17 agosto, alle ore 19.00, presentazione del libro di Maurizio Bolognetti “Le Mani nel Petrolio. Basilicata Costa to Coast ovvero da Zanardelli a Papaldeo passando per Sanremo e Tempa Rossa”. L’incontro si terrà a Villa Rosamaria nell’ambito della manifestazione “Aperitivo letterario”. Presente con l’autore, il Sindaco di San Chirico Raparo Claudio Borneo. Modera l’incontro Paolo Sinisgalli(lasiritide.it).
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