Politica
Commissione Antimafia. Seguito dell'audizione del direttore del Dap Tamburino
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Speciale Giustizia
Unioni civili/Roma, Riccardo Magi:percorso della delibera rappresenta il sentire e la volontà dei romani
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere Radicale eletto nella Lista Civica Marino, presidente della Commissione consiliare Diritti e Legalità Il parere favorevole espresso oggi pomeriggio dalle Commissioni consiliari "Statuto e Regolamenti" e "Diritti e Legalità" sulla proposta di delibera per il Riconoscimento delle Unioni Civili, rispecchia fedelmente la volontà, la sensibilità e il modo di essere famiglia già propri di migliaia di romani, come migliaia sono i romani che negli anni scorsi hanno firmato per delibere di iniziativa popolare che andavano in tale direzione. La nostra proposta non esula dalle competenze dei comuni e non è anticostituzionale, come si affannano ad affermare ogni giorno gli oppositori. Al contrario va nella direzione di non discriminare le famiglie di fatto basate su legami affettivi eterosessuli od omosessuali rispetto ad ogni attività, iniziativa o servizio erogato da Roma Capitale, e non lede minimamente i diritti di chi è componente di una famiglia basata sul matrimonio. Intendiamo anche dare un segnale e un aiuto al Parlamento italiano che in materia di unioni civili, matrimonio omosessuale e riforma del diritto di famiglia sta perdendo davvero troppo tempo. In questo senso c'è davvero da sperare che sia una "nuova breccia di porta Pia" come teme il Consigliere Pomarici.
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Pena di morte: iniziata conferenza di Nessuno tocchi Caino in Sierra Leone su abolizione e moratoria
E’ iniziata oggi a Freetown in Sierra Leone la Conferenza regionale sull’abolizione e la moratoria della pena di morte, promossa dal Governo della Sierra Leone e da Nessuno tocchi Caino grazie al sostegno finanziario del Ministero degli Esteri della Norvegia.
La prima giornata è stata aperta al mattino dal saluto di Rahim Abdul Kamara, Direttore della ONG “Manifesto 99” e dall’intervento inaugurale della Tesoriera di Nessuno tocchi Caino Elisabetta Zamparutti. Sin dai primi interventi è emerso un messaggio di tolleranza e nonviolenza, come alternativa alla logica retributiva e violenta insita nella pena di morte. Charles Caulker, Presidente dei Capi Tribù della Sierra Leone, ha detto che “le tradizioni africane pre-coloniali non contemplano la pena capitale”, la quale "esprime un pessimismo sull'essere umano" che invece può cambiare come ha detto il Presidente del Benin Thomas Boni Yayi nel suo messaggio alla Conferenza. Nel suo intervento, Emma Bonino ha detto che bisogna rafforzare la Risoluzione ONU per la moratoria delle esecuzioni capitali in agenda all’Assemblea Generale del 2014 e “liberarsi dal retaggio coloniale della pena di morte”, mentre i Ministri degli Esteri e della Giustizia sierraleonesi Samura Kamara e Frank Kargbo, nel portare il saluto del Presidente Ernest Bai Koroma, hanno ribadito l’impegno della Sierra Leone per l’abolizione a partire dal processo di revisione costituzionale in corso. La sessione pomeridiana è stata aperta dall’intervento di Mark Pritchard, parlamentare del Regno Unito e membro del board di Parliamentarians for Global Action, che ha lanciato la proposta di “una piattaforma parlamentare globale contro la pena di morte”. Si è quindi è aperta la sessione “La pena di morte e lo stato di diritto”, coordinata dal Senatore Marco Perduca, Vice Presidente del Partito Radicale e del Direttivo di Nessuno tocchi Caino, nella quale sono intervenuti il Ministro degli Esteri del Benin Nassirou Bako Arifari, il Ministro della Giustizia del Niger Amadou Marou, storico abolizionista nigerino, il vice Ministro della Giustizia del Ruanda Pascal Bizima Rugnanintwali, e i rappresentati dei ministeri della giustizia del Mali e del Togo, che hanno descritto le proprie esperienze di successo o di provvisoria sconfitta in un percorso comune verso l’abolizione della pena di morte. Nella sessione “La pena di morte e l’opinione pubblica”, sono intervenuti Maria Donatelli della “Coalizione Mondiale contro la pena di morte”, parlamentari e rappresentanti di ONG provenienti da Liberia, Burkina Faso, Niger, Mali, Ghana e Guinea. La Conferenza prosegue domani con la sua terza sessione su “Pena di pena di morte e il dibattito internazionale e regionale” e si concluderà con un dibattito generale e l’approvazione di un documento finale.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Guido De Ruggero ed il liberalismo italiano del Novecento
Chi nel Pd contrastò la scelta di Bresso e dei Radicali sui ricorsi contro Giovine dovrebbe ammettere di essersi sbagliato
Dichiarazione degli esponenti radicali Igor Boni, presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, Direzione Radicali Italiani:
“Dopo la sentenza del TAR è facile festeggiare la vittoria della legge sulle truffe, anche con quasi quattro anni di ritardo. Ma la lotta è stata dura e ha visto pochissimi impegnati nel ripristino della legalità elettorale e tantissimi silenti o contrari, soprattutto nella prima fase. Tra i tanti non possiamo non ricordare molti esponenti del PD che assunsero posizioni di fermo contrasto ai ricorsi (per non fare nomi ci riferiamo ad esempio ad Aldo Corgiat, Stefano Esposito, Gianfranco Morgando) e non parliamo di seconde file ma di personalità di massimo rilievo. Per noi non è stata mai questione di opportunità politica o di difesa di Mercedes Bresso in quanto tale o della qualità della sua amministrazione precedente; si è trattato per il caso Piemonte, come in Lombardia, in Liguria, in Lazio, in Emilia Romagna o più di recente in Basilicata, di denunciare un regime che ormai fa della violazione delle leggi la regola. Quando si violano in modo palese e vergognoso le regole elettorali - come è accaduto in Piemonte - si mina alle fondamenta una democrazia. Chiunque si occupi di politica ha la pretesa di dichiarare e prendere posizione nel merito delle questioni e ciascuno può incappare in errori, anche grossolani (compresi noi ovviamente); non abbiamo certo la pretesa di fare i grilli parlanti ma di fronte alle affermazioni fatte allora, con il senno di poi e con le dichiarazioni di oggi, sarebbe bello sentire qualche parola per rendere giustizia di una posizione sbagliata. Posizione che era sbagliata anche in presenza di un altro epilogo meno sfavorevole a Cota dato che palesemente le violazioni ci sono state”.
Aldo Corgiat il 3 maggio 2010 su La Repubblica: “Mi auguro che il partito non si metta a seguire questa strada. Non sono in discussione brogli e né li vedo possibili, se la tradizione del civile Piemonte resta sempre valida”.
Stefano Esposito il 5 maggio 2010 ai microfoni di Radio Radicale: “E’ un’iniziativa – naturalmente legittima – che tende a dare un’idea che in Piemonte le elezioni sano state falsate da trucchi e brogli. Noi questa cosa non la condividiamo; io personalmente ritengo che bisogna prendere atto della sconfitta, anche se avvenuta per una manciata di voti, 9000 voti sono molto pochi ma sono ancora meno di quelli che permisero nel 2005 a Bresso di vincere contro Ghigo. Allora, tentare l’idea che in Piemonte ci sia stata una truffa, che sia tutto falso, che il risultato sia stato condizionato è un errore; io non lo condivido, non ritengo che sia vero”.
Gianfranco Morgando il 5 maggio 2010 su L’Unità: “perché dopo un’attenta valutazione anche a livello nazionale abbiamo ritenuto che sia meglio non farlo, fermo restando il diritto di chi si sente danneggiato di ricorrere. Noi riteniamo che non sia il caso di aspettare anche un anno per conoscere l’esito dei ricorsi perché è necessario fin da subito lavorare per l’alternativa a questo governo”.
Torino, 11 gennaio 2014
Per informazioni: Boni (348/5335309)
Qui trovi il “Dossier Giovine” e le sentenze del processo (Tribunale, Corte d'Appello, Cassazione e Consiglio di Stato)
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