Politica
Commissioni Affari esteri e Politiche europee di Camera e Senato
Il caso rifiuti a Roma : l'arresto di Cerroni
Intervista a Domenico Moselli sulla sua rinuncia indennità di sindaco
La riforma elettorale: Intervista a Roberto D'Alimonte
Senegal: la visita del ministro degli Esteri Emma Bonino tra il 7 e l'8 gennaio 2014
Intervista a Enrico Di Pasquale su ricerca della Fondazione Moressa su lavoro dipendente dei migranti nella piccola impresa
Lettera aperta di Deborah Cianfanelli al Sindaco e al Presidente della Camera penale di La Spezia: Chiamata al satyagraha!!!
Come sicuramente non saprai, Marco Pannella dalla mezzanotte di domenica 12 gennaio ha iniziato un nuovo sciopero totale della fame e della sete ritenendo OBBLIGATORIO intervenire a sostegno del Presidente della Repubblica il cui accorato messaggio inviato alle camere l’8 ottobre scorso, ancora non ha ricevuto alcun riscontro da parte del parlamento che, a distanza di oltre tre mesi, non ne ha ancora iscritto all’ordine del giorno il dibattito.
Nel suo messaggio Napolitano ricordava a deputati e senatori che l'Italia viene “a porsi in una condizione che ho già definito umiliante sul piano internazionale per le tantissime violazioni di quel divieto di trattamenti inumani e degradanti nei confronti dei detenuti che la Convenzione europea colloca accanto allo stesso diritto alla vita. E tale violazione dei diritti umani va ad aggiungersi, nella sua estrema gravità, a quelle, anche esse numerose, concernenti la durata non ragionevole dei processi.”
Non solo carceri, dunque, ma anche giustizia negata dall’irragionevole durata dei processi, cui il recente DDL “per l’efficienza del processo civile” approvato dal Comitato dei Ministri il 17.12.2013, non pone alcuna soluzione se non quella di rendere ancor più attuale la persistente denegata giustizia nel nostro paese.
“Confido - scriveva Napolitano oltre tre mesi fa agli ‘onorevoli parlamentari’ - che vorrete intendere le ragioni per cui mi sono rivolto a voi attraverso un formale messaggio al Parlamento e la natura delle questioni che l'Italia ha l'obbligo di affrontare per imperativi pronunciamenti europei. Si tratta di questioni e ragioni che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia.”
La Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha fissato per il prossimo maggio il termine ultimo per porre fine sia allo stato di tortura in cui vivono i detenuti che all’offesa alla natura stessa dello Stato di diritto e degli impegni internazionali sottoscritti ed il del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha chiesto all’Italia di porre rimedio alla “non ragionevole” durata delle procedure giudiziarie civili, penali ed amministrative che da venticinque anni, sostiene il Comitato, mettono in pericolo lo Stato di diritto in Italia.
In tale drammatica situazione continua ad essere negato ogni dibattito pubblico sul tema del diritto e del rispetto della legalità nazionale ed internazionale, nonostante l’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni attraverso due delibere aveva chiesto si tenesse sul tema della giustizia e al quale avrebbero dovuto partecipare anche i radicali. Censura che il TAR del Lazio ha riconosciuto costituire una violazione dei diritti dei cittadini e dei radicali chiedendo all’AgCom di esigere che fosse sanata altrimenti l’avrebbe commissariata ad acta: ennesima decisione ed ingiunzione restata anch’essa senza nessuna, ripetiamo: nessuna, conseguenza.
In queste ore il dibattito politico si sta avviando verso una nuova violazione delle leggi internazionali: diverse forze politiche chiedono che, fatta la Riforma elettorale, si vada immediatamente al voto, in palese violazione di accordi internazionali sottoscritti dall’Italia, secondo i quali è necessario che passi almeno un anno tra il varo della riforma e la sua prima applicazione, per dare il tempo minimo necessario all’elettore di comprendere il meccanismo previsto dalle nuove regole del gioco.
Queste le ragioni dello sciopero della fame e della sete di Marco Pannella che ha invitato ad aderirvi “tutti coloro che hanno un minimo, vitale, di rispetto del Diritto, delle leggi, della Costituzione – in sostegno al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano”.
Io ho aderito, iniziando dalla mezzanotte di domenica scorsa lo sciopero della fame, unitamente alla segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini, ed altri dirigenti radicali Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Maurizio Bolognetti.
Ad oggi hanno aderito 289 persone, e mi auguro che anche tu che ricevi questa lettera vorrai unirti a questa lotta nonviolenta a sostegno del Presidente della Repubblica per il rispetto e la vita del diritto, comunicando la tua adesione sul sito www.radicalparty.org o rispondendo a questa mia.
Cordialmente
Deborah Cianfanelli
Membro della direzione nazionale di Radicali italiani
PS: Chiedo di rispondere con la massima urgenza tenendo conto che lo sciopero della sete che sta attuando Marco Pannella consente sopravvivenze brevi. È questione di ore!
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Il Presidente Crocetta e la giunta regionale incontrano la stampa
Eutanasia, Ass. Coscioni: Vasco Rossi dona diritti "Vivere" per nuovo spot campagna "eutanasia legale"
Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni e del comitato promotore EutanaSiaLegale
Nuovo video-spot (GUARDALO QUI) della campagna "Eutanasia Legale", con la canzone "Vivere" di Vasco Rossi, a sostegno della proposta di legge promossa dall'Associazione Luca Coscioni e depositata in Parlamento per legalizzare l'eutanasia e il testamento biologico. Dopo il video "A.A.A. Cerchiamo malati terminali" che ha raccolto le testimonianze di Piera e Gilberto, ora deceduti – la prima accompagnata in una clinica Svizzera da Marco Cappato, il secondo per l’incedere veloce della malattia - e lo spot realizzato dagli studenti dell'Accademia di Comunicazione di Milano, Vasco Rossi, di nuovo iscritto all’Associazione Luca Coscioni, ha donato i diritti di utilizzo di una delle sue canzoni più importanti per rappresentare il punto di vista di un malato costretto nel suo letto dopo una vita intensa di ricordi. Il protagonista, accudito a casa dai suoi cari, si trova in una condizione di malattia irreversibile che lo porterebbe a voler "stare spento" -come nel testo della canzone- ma che gli permette solo di spegnere la radio. La battaglia civile iniziata da Piergiorgio Welby ha raggiunto una tappa importante: il 13 settembre 2013 il Comitato Promotore Eutanasia Legale, composto da Associazione Luca Coscioni, Exit, Uaar, Radicali italiani, Amici di Eleonora Onlus, Associazione radicali Certi diritti, ha consegnato alla Camera dei Deputati la Proposta di Legge di iniziativa popolare “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia” firmata da oltre 67.000 cittadini italiani. La Presidente della Camera, on. Boldrini, ha ricevuto il Comitato Promotore della PdL riconoscendo l'importanza delle tematiche sulla fine della vita, diventate urgenze sociali, e sulla necessità di tempi certi per la discussione in Parlamento. Piergiorgio Welby non c’è più, ma le sue parole, la sua richiesta di una "morte opportuna" riecheggiano e pesano come macigni sulla indifferenza che i partiti hanno dimostrato dinanzi alle morti in solitudini dei tanti come Carlo Lizzani, Franco Lucentini, Mario Monicelli, Lucio Magri, Vittorio Bisso, Daniela Cesarini, Piera Franchini, Roberto Gandolfo, Pietro D’Amico. Con questo video l’Associazione Luca Coscioni chiede che in Parlamento, ma anche in quello che coinvolge decine di milioni di cittadini in televisione, si apra finalmente un dibattito sull'eutanasia legale come alternativa alla "morte all'italiana" dell'eutanasia clandestina. Direzione creativa: Flavio Avy Candeli Regia: Ventura Lucarelli D.O.P.: Marcello Dapporto Produttore esecutivo: Giulia Bruzzone Cast: Mirko Barbavara, Rosa Minafra, Chiara Perugini, Cane Arturo Casa di Produzione: Studio12 Musica: Vasco Rossi Sound Design: Jiglebell Communication Speaker: Massi Rossi© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Commissione Agricoltura del Senato
Caso Di Girolamo, Farina Coscioni e Manfredi: non sprechiamo l’occasione. Modifichiamo finalmente criteri nomina direttori generali aziende sanitarie
Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni (Presidente onorario Associazione Luca Coscioni) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Al di là e al di sopra dell’inchiesta giudiziaria, il “caso Di Girolamo” è solo l’ennesimo esempio di indebite ingerenze del potere politico nella gestione della sanità pubblica. Prendendo spunto da tale vicenda, sarebbe utile dedicare un po’ di tempo a riflettere su come fare per ridurre tali ingerenze. Da tempo i radicali propongono di estendere al sistema di selezione dei manager pubblici il principio generale della separazione fra compiti di indirizzo strategico e compiti di gestione, esternalizzando l'intera procedura di individuazione dei Direttori Generali delle aziende sanitarie (e in prospettiva: di tutti gli amministratori degli enti e delle aziende regionali) alle maggiori società di interesse nazionale nel campo del consulting manageriale. In questo modo, introducendo un doppio sistema di filtri - nella scelta della società di selezione e nell'individuazione dei Direttori generali - ed attenendosi nella sostanza a procedure di evidenza pubblica, si otterrebbe un duplice risultato: in primo luogo, si farebbe in modo che la selezione avvenga sulla base di criteri magari discutibili, ma puramente tecnici. In secondo luogo, si attribuirebbe la responsabilità della scelta dei Direttori a selezionatori che non avrebbero alcun interesse né diretto né indiretto sia rispetto alle persone prescelte sia rispetto al loro operato. Alla Giunta regionale in questo caso, rimarrebbe il solo potere di revoca dei Direttori generali in caso di gravi violazioni di legge o di mancato conseguimento degli obiettivi aziendali. Una proposta di legge in tal senso fu presentata in Piemonte dai consiglieri regionali radicali già nel gennaio 2002; a livello nazionale, fu presentata dai deputati radicali il 29 aprile 2008 (C. 278, prima firmataria Farina Coscioni). Forse è interesse di tutti i cittadini che tale proposta sia tirata fuori dai cassetti della Camera; additare al pubblico ludibrio il politico di turno ma poi non fare nulla per cercare di cambiare il contesto normativo che consente e incentiva ingerenze e abusi è sinceramente troppo comodo e troppo facile; e non possiamo nemmeno più permettercelo. La Proposta di legge radicale: http://leg16.camera.it/126?idDocumento=278© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati