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Aggiornato: 3 anni 8 mesi fa

Radicali: Indispensabile Europa unita e democratica per non cadere nella trappola del terrorismo

Lun, 11/16/2015 - 17:42
16/11/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, Segretario di Radicali italiani

Per non cadere nella trappola del terrorismo è indispensabile prima di tutto comprendere i molti errori commessi e correre ai ripari con fermezza. Un’Europa più unita ci consentirebbe non solo di affrontare al meglio l'emergenza di un attacco terroristico come quello subito a Parigi, ma anche, evidentemente, di avere una politica estera in grado di dare risposte più adeguate e una politica di difesa e di intelligence non indebolita dagli schemi nazionalisti. Isis agisce nel vuoto di una politica internazionale divisa, e al contrario di quanto accadeva per Al Qaeda, trova intorno a sé stati relativamente fragili. Come ci ripete da anni Emma Bonino, non stiamo assistendo a uno scontro tra civiltà, ma a una guerra intra-islamica senza confini - neppure quelli dei nostri stati europei - tra concezioni profondamente diverse dell’islam e dettata da interessi egemonici.

Il primo urgente banco di prova è quello siriano. Si tratta di un’operazione difficile che deve essere compiuta da un Occidente unito capace di dialogare e coinvolgere nella soluzione anche stati finora considerati nemici. Al contempo, ai terroristi che vogliono imporre nelle nostre città il loro clima di guerra è necessario contrapporre il nostro modello di convivenza: ora più che mai è necessario ribadire l’importanza di diritti e democrazia anche nei nostri paesi. Radicali Italiani ha inviato nei giorni scorsi, proprio su questo tema, una lettera al premier Renzi e al sottosegretario Gozi, per chiedere impegni certi in vista del vertice di domani, 17 novembre, sullo Stato di diritto nell’‎Ue, poiché l’Italia è ancora fuorilegge per procedure d’infrazione e condanne europee su questioni che incidono profondamente sulla qualità della vita dei cittadini. E’ oggi necessario conquistare maggiori libertà e diritto e non cedere a chi li minaccia. Per questo, anche le reazioni emotive che stanno conducendo a misure come chiusure delle frontiere, rimpatri ed espulsioni, sospensioni dei diritti civili se prolungate possono mettere a rischio quanto si stava faticosamente tentando di costruire nelle politiche europee, alimentando le sacche di esclusione che da sempre costituiscono il bacino di arruolamento dei terroristi. Occorre, al contrario, da un lato rilanciare delle politiche di accoglienza in chiave europea, e dall’altro mettere in atto politiche di inclusione degli stranieri già presenti nei nostri territori, per scongiurare il rischio che l’isolamento spinga le seconde e terze generazioni verso il fondamentalismo.

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Giustizia: 34 militanti in digiuno per plenum Corte costituzionale, cessazione violazioni italiane della Convenzione europea e per lo stato di diritto e il diritto alla conoscenza all'Onu

Sab, 11/14/2015 - 16:33
14/11/15

Dalla mezzanotte di venerdì 13 novembre 34 militanti in digiuno di dialogo con il Presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio sugli obiettivi proposti da Marco Pannella e fatti propri dal Partito Radicale per:

  • completare del plenum della Corte costituzionale;
  • la cessazione delle violazioni alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del diritto comunitario;
  • una campagna dello Stato italiano in sede Onu per la transizione allo stato di diritto codificando - per affermarlo - il diritto umano alla conoscenza.

Trentaquattro militanti radicali hanno iniziato dalla mezzanotte di venerdì 13 novembre un digiuno di dialogo con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Matteo Renzi.

Obiettivi dell’azione nonviolenta, proposti da Marco Pannella e fatti propri dal Partito Radicale, sono:

  • il rilancio del richiamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 2 ottobre scorso al Parlamento affinché provveda, con la massima urgenza, a questo doveroso e fondamentale adempimento, a tutela del buon funzionamento e del prestigio della Corte Costituzionale e a salvaguardia della propria responsabilità istituzionale.
  • le iniziative parlamentari volte a dare seguito all’unico messaggio alle Camere dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il quale ha ricordato che “è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo cessino”.
  • oggi più che mai, dopo la strage di Parigi, aiutare lo Stato italiano a dar vita ad una campagna in sede Onu per la transizione allo Stato di Diritto codificando - per affermarlo – il diritto umano alla conoscenza.

Sono in digiuno dalla mezzanotte di venerdì 13 novembre: Rita Bernardini, Guido Biancardi, Maurizio Bolognetti, Giuseppe Candido, Michele Capano, Alberto Chiodi, Deborah Cianfanelli, Gianmarco Ciccarelli, Mattia Da Re, Diego De Gioiellis, Carmine De Martino Adinolfi, Gaetano Dentamaro, Paola Di Folco, Annarita Di Giorgio, Paolo Dova, Maria Antonietta Farina Coscioni, Federica Frasconi, Marco Maria Freddi, Francesco Gnech, Ivan Innocenti, Giovanni Lombardi, Maria Grazia Lucchiari, Alfonso Papa, Luca Ponchiroli, Elisabetta Rampelli, Rosalba Rizzardi, Stefano Saccone, Elio Sarigu, Silvana Tei, Ettore Turco, Maurizio Turco, Ilaria Valbonesi, Valter Vecellio, Stefano Vitelli.

Per aderire all’iniziativa nonviolenta di digiuno scrivere a info@partitoradicale.org 

 

 

 

 

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Radicali a governo: Italia ‘delinquente abituale’ per procedure d’infrazione e condanne, subito piano di rientro nella legalità

Ven, 11/13/2015 - 15:37
13/11/15

Gentile sottosegretario Affari europei Sandro Gozi,


e p.c. Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi Presidente commissione Politiche dell'Unione europea Camera dei deputati  On. Michele Bordo Presidente commissione Politiche dell'Unione europea Senato della Repubblica  Sen. Giovanni Mauro

 

grazie a un’iniziativa intrapresa dal Governo durante il semestre italiano della Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, il Consiglio Affari Generali del 17 novembre - preparatorio del Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre 2015 - discuterà della condizione dello stato di diritto nell’Ue.

Si tratta di un appuntamento importante se affrontato dagli Stati membri con volontà politica all’altezza del tema. Per l’Italia può essere un’occasione per fare il punto sulla grave posizione del Paese in Europa e avviare un percorso, a nostro avviso non più rinviabile, di rientro nella legalità e di riaffermazione del primato del diritto europeo su leggi e regolamenti nazionali.

L’impegno annunciato, e in parte già avviato dal Governo, è senz’altro un segnale positivo. Tuttavia i percorsi di rientro sono efficaci solo se prevedono obiettivi espliciti in tempi certi su cui misurare i risultati.

Riteniamo pertanto che, in vista della riunione del 17 novembre, il Governo debba assumere maggiori impegni, precisi e ufficiali, affinché l’Italia abbandoni finalmente il sistematico primato negativo non solo per il numero di procedure d’infrazione ancora pendenti tra gli Stati membri, ma anche per le condanne della Corte di Giustizia.

La nostra credibilità nei confronti degli altri Stati membri, infatti, si misura anche dall’osservanza del diritto europeo e, come Lei sa, nel 2014, con 89 procedure di infrazione pendenti, l’Italia ha raggiunto nuovamente insieme alla Grecia, la testa della classifica dei contenziosi aperti dalla Commissione europea. Un primato che il nostro Paese detiene sin dal 2002 e che si è visto sottrarre solo in due occasioni dalla Francia.

Al record di contenziosi, che Lei si è impegnato ad abbattere, va aggiunto quello delle condanne della Corte di Giustizia dell’Unione europea: 34 dal 2010 al 2014. Dal 2005 al 2009 la situazione non è stata certo migliore: l’Italia infatti con 117 deferimenti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea primeggiava tra i Paesi UE, seguita da Grecia (103) e dal Lussemburgo (90). Al record di deferimenti corrispondeva di tutta evidenza quello delle condanne, tant’è che tra il 2005 ed il 2009 il nostro Paese è stato condannato per ben 72 volte.

L’Italia ha inoltre già subito dalla Cgue quattro condanne pecuniarie per le cause sul regime di aiuti concessi dall’Italia per interventi a favore dell’occupazione; sulle 198 discariche abusive; sulla cattiva gestione dei rifiuti in Campania e sulle riduzioni e/o sgravi dagli oneri sociali concessi a una serie di imprese di Venezia e Chioggia.

Dai dati forniti dalla Commissione europea il 30 settembre 2015, si evince che tra i 28 Stati membri dell’Ue l’Italia ha pagato le multe più alte. Parliamo di una cifra pari a 152.585.000 euro, contro gli 88.520.850 della Francia e i 53.900.000 della Spagna.

Questi numeri, allarmanti, non testimoniano l'inosservanza di norme burocratiche o astratte, ma incarnano la violazione sistematica dei diritti fondamentali su questioni che - dall'ambiente, alla salute, ai servizi - incidono fortemente sulla qualità della vita dei cittadini. 

In vista del vertice del Consiglio Affari Generali, come Radicali Italiani chiediamo al Governo italiano di avviare un “piano di rientro” nella legalità fissando una serie di obiettivi precisi e significativi  che possono essere così riassunti: 

  • la chiusura, entro la fine del 2016, di almeno la metà delle procedure di infrazione ancora pendenti;
  • il rispetto, in tempi brevi, di quanto stabilito dalle tre sentenze (ex art. 260 Tfue) della Corte di Giustizia dell’Unione europea che, ancora oggi, prevedono il pagamento di multe;
  • l’osservanza di quanto stabilito dalle dieci sentenze (ex art. 258 Tfue) della Corte di Giustizia Ue affinché si evitino nuovi deferimenti che, in caso di condanna, comporterebbero nuove ed ingenti multe.

 Solo attraverso impegni puntuali, chiari e concreti sarà possibile intraprendere un percorso reale ed efficace verso lo Stato di diritto.

RingraziandoLa della consueta attenzione Le porgiamo i nostri migliori saluti


Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani



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Sorteggiati i 5 membri del Comitato Nazionale di Radicali Italiani come previsto dallo Statuto

Gio, 11/12/2015 - 16:24
12/11/15

Art. 4 Statuto - Il Comitato Nazionale

    3 - Il Comitato Nazionale è composto:

a. da 5 membri estratti a sorte tra chi si è iscritto almeno due volte negli ultimi tre anni e da 40 membri eletti sulla base di candidature individuali. Ogni iscritto può esprimere fino a quattro preferenze in ordine di gradimento (Metodo australiano).


In allegato la lista completa dei sorteggiati, il regolamento del sorteggio e lo Statuto che, all'art.4 (versione completa) disciplina le funzioni, i compiti e la composizione del Comitato Nazionale.

 

Lista sorteggiati


Regolamento sorteggio
Statuto 
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Fondi Ue, Radicali: Italia ancora bocciata, in 6 anni sanzioni per quasi un miliardo

Gio, 11/12/2015 - 16:20
12/11/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:

Come molto spesso accade, anche oggi il Tribunale dell’Unione europea ha respinto il ricorso in merito alla decisione della Commissione europea (2013/123/UE) recante esclusione dal finanziamento dell’Ue di alcune spese sostenute dall’Italia in materia di politica agricola comune. Parliamo di una cifra superiore ai 70 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai tanti fondi persi dal nostro Paese per carenze nei controlli. Su questo è utile richiamare quanto affermato dal Procuratore generale presso la Corte dei conti, Martino Colella, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato esercizio 2014, ossia che: non indifferente incidenza sul bilancio statale hanno anche le rettifiche finanziarie, adottate dalla Commissione europea, nei confronti dell’Italia, nei sei anni dal 2007 al 2013, per un ammontare di complessivi euro 916.260.344,90. Va ricordato, inoltre, che dal 2007 al 2011, il nostro Paese risultava essere tra gli Stati membri maggiormente sanzionati attraverso le rettifiche finanziarie, secondo solo alla Grecia. In merito alla decisione presa oggi dal Tribunale dell’Unione europea attendiamo di conoscere la posizione dell’Italia relativamente ad un possibile ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia, per poi presentare una denuncia dettagliata alla Corte dei conti per danno erariale.

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#menoinquinomenopago. Legambiente e Radicali hanno presentato al Senato gli emendamenti ecologici alla legge di Stabilità

Gio, 11/12/2015 - 15:39
12/11/15

Cancellare sussidi alle fonti energetiche fossili e al depauperamento dell’ambiente e per liberare oltre 5 miliardi di euro da usare per ridurre il costo del lavoro, investire in efficienza energetica e in riqualificazione ambientale. È questo il senso della proposta di “correzione ecologica” alla legge di Stabilità presentata oggi da Edoardo Zanchini di Legambiente e Michele Governatori di Radicali italiani in una conferenza stampa al Senato.

"Se le nostre proposte di correzione trovassero spazio nella legge di Stabilità si tratterebbe una riforma strategica, sia dal punto di vista fiscale che da quello ambientale. Ringraziamo tutti i deputati e i senatori che hanno fatto propri i nostri emendamenti e lanciamo un appello anche a tutti i singoli parlamentari e a tutti i gruppi politici affinché si impegnino a sostenerli", ha dichiarato il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi.

Per Michele Governatori, responsabile dell’iniziativa per Radicali Italiani, "paradossalmente questa è una iniziativa di retroguardia, chiediamo che il governo rispetti la legge delega fiscale 2014 che all'articolo 15 già lo impegna a una revisione ecologica del fisco".

Per Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani: "In Italia chi consuma ambiente viene premiato, con varie forme di sussidi, che per le fonti energetiche fossili valgono 5 miliardi. Legambiente e Radicali Italiani chiedono di cancellarli e di usarli per abbassare le tasse sul lavoro e per liberare risorse per investire in innovazione ambientale. C'è un'occasione per il governo Renzi: tutelare l'ambiente, la salute e nello stesso tempo ridurre la tassazione senza deficit rispettando gli impegni presi con l'Europa".

All’incontro hanno partecipato anche Gianni Girotto (Senato, Movimento 5 Stelle), Oreste Pastorelli (Camera Deputati, Pd), Samuele Segoni (Camera, Misto - Alternativa Libera), Mara Mucci (Camera, Misto - Alternativa Libera), Pippo Civati (Camera, Possibile), Eleonora Bechis (Camera, Misto - Alternativa Libera), Gessica Rostellato, (Camera, Partito Democratico), Giovanni Piccoli (Senato, Forza Italia), Valerio Federico (tesoriere Radicali Italiani), Riccardo Magi (segretario Radicali Italiani), Annalisa Corrado (Green Italia), Massimo Caleo (Senato, capogruppo Pd commissione Ambiente), Mara Mucci (Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera), Pia Locatelli (Camera - Misto - Partito Socialista Italiano), Adriano Zaccagnini (Camera, Sinistra Italiana - Sel), Walter Rizzetto (Camera, Misto-Alternativa Libera), Massimiliano Manfredi (Camera, Partito Democratico), Beatrice Brignone (Camera, Misto - Possibile), Luca Pastorino (Camera, Misto - Possibile).

Gli impegni che l’Italia ha preso a livello europeo e che saranno al centro del prossimo vertice sul clima di Parigi (COP21) richiedono un sistema di segnali economici corretti o perlomeno non clamorosamente incoerenti come quelli attuali. Serve un sistema fiscale meno pesante sui redditi e che disincentivi di più il depauperamento dell’ambiente, lo hanno dichiarato tra gli altri l’Ocse, l’Imf e la Banca Mondiale, e l’Italia nel 2014 si è impegnata con l’Onu a studiare come farlo.

I due articoli che l’iniziativa “#menoinquinomenopago” propone di aggiungere alla Legge di Stabilità 2016 applicano alcuni degli obiettivi su cui il Parlamento ha già impegnato il governo con la Delega Fiscale del marzo 2014, e che il Governo – salvo l’annuncio di un Green Act – ha per ora ignorato.

La proposta prevede, nel sistema fiscale:

  • L’abolizione di tutte le esenzioni alle accise sui prodotti energetici fossili, stimate dal Tesoro in circa 5 miliardi all’anno;
  • La rimodulazione delle accise sugli stessi prodotti sulla base del contenuto di gas-serra (carbon tax).

Nelle regole d’accesso al patrimonio ambientale oggi il sistema di tutela e la fiscalità sul prelievo e l'uso di risorse limitate e non rinnovabili è iniquo, pro-consumo e a favore delle rendite. Con #menoinquinomenopago si propone di intervenire attraverso:

  • L’introduzione di un canone minimo nazionale per le concessioni di coltivazione di cava differenziato per tipologie di materiali;
  • La fissazione di un’ecotassa minima per lo smaltimento in discarica;
  • L’adeguamento al rialzo dei canoni per le concessioni di acque minerali in tutto il territorio nazionale;
  • L’introduzione di principi e regole di tutela uniformi in tutto il territorio nazionale sull’esclusione di aree di pregio dalle attività di escavazione e di estrazione di acque.

I canoni per le concessioni da cava passerebbero così da 34 milioni di euro all'anno a 230 milioni, quelli per le concessioni di acqua minerale da 12 milioni di euro all'anno a 240 milioni, quelli per il conferimento a discarica da 40 milioni di a 500 milioni. Mentre oggi per l’estrazione di acque minerali si pagano canoni in media pari a 0,1 centesimi per litro mentre per le cave si pagherebbe il 20 per cento del prezzo di vendita finale del materiale (oggi siamo al 3,5 per cento e in alcune regioni a zero).

Le risorse generate da tutte queste proposte finanzierebbero:

  • Riduzione delle imposte sul reddito di persone e imprese;
  • Contributi a investimenti in efficienza energetica nei settori interessati alle modifiche;
  • Recupero e messa in sicurezza ambientali negli ambiti coinvolti.

 

 

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Fondazione libro: Manfredi, oltre a “legge Madia”, si attui in modo corretto e completo legge sulla trasparenza

Mar, 11/10/2015 - 15:34
10/11/15

Giulio Manfredi (Radicali Italiani) ha inviato oggi a Giovanna Milella (presidente Fondazione per il Libro di Torino) la seguente lettera aperta

Gentile Presidente,

ho apprezzato le sue recenti dichiarazioni apparse sulla stampa, in cui Lei ribadiva il suo impegno per assicurare nella Fondazione da Lei presieduta la massima trasparenza. Proprio perché sono convinto della sincerità di tali dichiarazioni, vorrei segnalare alla Sua attenzione la situazione esistente nel sito web della Fondazione per il Libro, in particolare per quanto concerne il banner “Amministrazione trasparente”, inserito ai sensi del D. lgs. n. 33/2013. 

È indubbio che tale banner sia stato incrementato notevolmente negli ultimi tempi; è altrettanto indubbio che vi siano ancora vistose mancanze di dati e di informazioni, fra le quali:

- la dichiarazione dei redditi  e la dichiarazione patrimoniale dei membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Libro. Ai sensi dell’art. 14, comma 1, del D. lgs. n. 33/2013, tali documenti devono essere pubblicati entro tre mesi dalla nomina. Dal sito della Fondazione è rilevabile come sia stato applicato a tutti i membri del Cda della Fondazione (organo di indirizzo politico-amministrativo) l’art. 15 del D. lgs. 33/2013, che è invece rivolto a dirigenti, collaboratori e consulenti.

- l’indicazione del “responsabile alla trasparenza e all’anticorruzione” e del “Programma triennale per trasparenza e la prevenzione della corruzione”.

Ho indicato solo alcuni dei dati mancanti. Per tutto il resto, La rimando alle esaustive “Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e dagli enti pubblici economici” (Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione).

Certo che saprà tenere nella giusta considerazione quanto da me rilevato (nell’ambito della campagna nazionale per la trasparenza delle istituzioni portata avanti da Radicali Italiani dal lontano 2008), attendo un Suo cortese cenno di riscontro e Le invio distinti saluti.

Giulio Manfredi (Radicali Italiani)

 


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Nominati i membri della direzione di Radicali Italiani

Mar, 11/10/2015 - 12:00
10/11/15

Quello che segue è l'elenco dei membri della direzione di Radicali Italiani 2015-2016:

  1. Alterio Giuseppe
  2. Angioli Matteo
  3. Berardo Rocco
  4. Capano Michele
  5. Capriccioli Alessandro
  6. Cianfanelli Deborah
  7. Crivellini Giulia
  8. Di Carlo Alessio
  9. Governatori Michele
  10. Iervolino Massimiliano
  11. Lipparini Lorenzo
  12. Massari Alessandro
  13. Sapienza Simone
  14. Simi Giulia
  15. Soldo Antonella

Alle riunioni di Direzione partecipano come invitati:

  • Marco Pannella ed Emma Bonino
  • Gli ex Segretari del Partito Radicale e di Radicali italiani iscritti a Radicali Italiani
  • I Segretari dei soggetti costituenti il Partito Radicale, iscritti a Radicali Italiani
  • La rappresentante italiana nel Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio d’Europa, Elisabetta Zamparutti
  • Il Direttore e i membri della redazione di Radio Radicale
  • Il responsabile del Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva
  • I parlamentari italiani e europei iscritti a Radicali Italiani
  • I consiglieri regionali, metropolitani, comunali iscritti a Radicali Italiani
  • La Segretaria di Pari o Dispare 
  • Francesco Mingiardi, avvocato, già responsabile di Fare per fermare il declino Lazio

Il Segretario d’intesa con il Tesoriere può integrare gli inviti alle riunioni della Direzione.

 

 

 

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Garante detenuti Abruzzo. Magi: Berlusconi e Grillo aiutino a superare resistenze su Bernardini

Lun, 11/09/2015 - 13:57
09/11/15

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani:

Rita Bernardini è, a evidenza di tutti, il miglior candidato possibile per il ruolo di garante dei detenuti Abruzzo. Una scelta di alto profilo in un ruolo di prima linea per il rispetto dello stato di diritto democratico. Voglio dunque rivolgermi direttamente a Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, affinché aiutino i consiglieri regionali abruzzesi dei loro partiti a superare le contingenze tattiche, interne al consiglio, che finora hanno impedito l'elezione di Rita Bernardini, nonostante il favore consolidato - dopo decenni di impegno costante - dell’intera comunità penitenziaria, dai detenuti agli operatori. Là dove i principi liberali ci dicono si misuri la condizione democratica di un paese, non è ammissibile che prevalga altro che il senso di responsabilità. 

Oggi i consiglieri regionali possono scrivere una pagina importante per la vita di centinaia di persone e dei loro cari, mandando un segnale all'intero Paese, o ridursi a protagonisti di un banale e, poco edificante, episodio di politica locale. Per questo mi appello ai leader nazionali di Forza Italia e Cinque Stelle perché anche loro comprendano la portata di questa occasione e intervengano in queste ore.

La storia del nostro Paese ci insegna che a tutti può capitare di trovarsi, ingiustamente o giustamente, implicati in un processo o addirittura in carcere per mesi in attesa di giudizio. In una situazione del genere chiunque vorrebbe avere una militante del diritto come Rita Bernardini a ricoprire quell’incarico istituzionale.

 

 

 

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Welfare: D'Anna e Massari, Boeri riforma il welfare Renzi ne faccia tesoro

Sab, 11/07/2015 - 13:16
07/11/15

"La proposta Boeri è un primo positivo passo avanti del nostro sistema di welfare. Dopo la dura ma necessaria riforma Fornero che ha messo in sicurezza il bilancio dello Stato è ora necessario rimodulare il welfare italiano per renderlo più equo oltre che sostenibile finanziariamente. L’Istat ci dice che le pensioni in Italia rappresentano il 51 per cento della spesa sociale ma contro la povertà è destinato solo un misero 0,2 per cento del totale della spesa sociale; nel resto d’Europa la quota di spesa sociale destinata alle pensioni si ferma al 38 per cento mentre contro la povertà in media si spende l’1,4 per cento cioè sette volte più che in Italia. Il metodo contributivo è un pilastro imprescindibile ma di per se non redistribuisce reddito poiché si basa su una logica assicurativa. Per questo ben vengano interventi di questo tipo perché trovano risorse per sostenere il reddito degli over 55, fascia di età in cui è letteralmente esplosa la povertà, rimodulando i vitalizi dei politici e le pensioni sindacali e alleggerendo l’assegno previdenziale per le pensioni medio-alte calcolate con il metodo retributivo, che ha per decenni ingessato il welfare italiano e fatto crescere a dismisura il debito. Come radicali per tutti gli anni Novanta ci siamo battuti per più welfare e meno pensioni e per interventi contro la povertà, oggi non possiamo dunque che sostenere il presidente dell'Inps Boeri e ritenerci profondamente amareggiati per come Renzi e Poletti abbiano bocciato la proposta di Boeri.

 

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Documentazione consegnata il 4 novembre 2015 al presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai Roberto Fico in occasione dell'incontro con una delegazione radicale

Ven, 11/06/2015 - 19:03
06/11/15

Mercoledì 4 novembre 2015 Marco Pannella, Marco Beltrandi, Rita Bernardini hanno incontrato il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico.

I documenti consegnati al Presidente e alla Commissione:

Dossier informazione aggionato 2015 (pdf)

Elenco iniziative Radicali 2014 2015 (pdf)

Sintesi ricorso CEDU Radicali (pdf)

Dati Radicali (pdf)

Dati tg Rai (pdf)

Dati Presidente Consiglio (pdf)

 

Quelle che seguono sono le interviste video rilasciate a Radio Radicale dopo l'incontro. 

 

Intervista a Marco Pannella dopo l'incontro della delegazione Radicale con Roberto Fico

 

Interviste a Marco Beltrandi e Rita Bernardini dopo l'incontro della delegazione Radicale con Roberto Fico

 

Intervista a Roberto Fico dopo l'incontro con la delegazione Radicale

 

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Per la transizione verso lo Stato di Diritto

Ven, 11/06/2015 - 18:19
06/11/15

Il sindaco di Botricello in provincia di Cosenza, è il primo in Calabria a firmare l'appello del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito affinché il governo si candidi a membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite all'Aassemblea generale in corso con la campagna per la transizione verso lo Stato di Diritto attraverso l'affermazione di un nuovo diritto umano: il Diritto alla Conoscenza.

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L.Stabilità: conf. stampa '#Menoinquinomenopago' con Riccardo Magi e Valerio Federico alla Camera dei deputati per presentare le proposte di emendamento

Gio, 11/05/2015 - 17:59
05/11/14

Oltre un anno fa Radicali Italiani e Legambiente hanno lanciato #menoinquinomenopago, una campagna con proposte legislative volte al rispetto della Delega fiscale del 2014, con la quale il Parlamento ha impegnato (invano) il governo a proporre una riforma della fiscalità in chiave ecologica, per aumentare la tassazione sul consumo o depauperamento delle risorse naturali non rinnovabili e ridurla sui redditi.

Innumerevoli studi mostrano che una riforma del genere conviene non solo all'ambiente, ma anche all'innovazione e quindi allo sviluppo e alla crescita. Ocse, Fmi, Banca Mondiale e Banca d'Italia sono concordi su questa necessità. Eppure lo Stato continua a garantire, per esempio, quasi 5 miliardi all'anno in sconti sull'acquisto di combustibili fossili ai trasporti commerciali, e l'uso a prezzi di saldo di materiali vergini di cave e acque minerali, e nello stesso tempo a tassare i redditi più della media Ue, disincentivando la crescita.

La conferenza stampa sarà l'occasione per presentare un emendamento alla Legge di Stabilità 2016 per reintrodurre gli obiettivi per ora ignorati dal governo, per abbassare le tasse sul lavoro e smettere di sussidiare e incentivare chi innova di meno sul piano ambientale.

Con:

  • Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente;
  • Valerio Federico, tesoriere Radicali Italiani;
  • Michele Governatori, responsabile dell'iniziativa per Radicali Italiani.

Sarà presente il segretario nazionale di Radicali Italiani Riccardo Magi.

Hanno già annunciato la presenza i seguenti parlamentari, tra cui: Gianni Girotto (Senato, Movimento 5 Stelle) e Oreste Pastorelli (Camera dei deputati, Misto-Partito Socialista Italiano) che hanno depositato la PdL rispettivamente al Senato e alla Camera,

e:

Massimo Caleo (Senato, capogruppo Pd commissione Ambiente), Giovanni Piccoli (Senato, Forza Italia), Loredana De Petris (Senato, Sel), Pippo Civati (Camera dei deputati, Possibile), Samuele Segoni (Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera), Mara Mucci (Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera), Eleonora Bechis (Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera), Tancredi Turco (Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera).

 

La bozza degli emendamenti proposti alla Stabilità 2016

Articolo 1 - Eliminazione regimi di favore per i combustibili fossili e ridefinizione delle accise con obiettivi ambientali.

  1. A decorrere dal primo gennaio 2016 sono eliminati tutti i regimi di favore alle accise sui combustibili fossili. Con Decreto del Ministero dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'Ambiente, entro il primo luglio 2016 è stabilita la modalità con cui metà dei risparmi derivanti nell'anno 2016 andrà ad alimentare un fondo per il cofinanziamento di interventi di efficienza energetica nei settori coinvolti dal taglio degli sconti. La restante parte dei risparmi andrà ad alimentare il fondo per la riduzione delle imposte sui redditi.
  2. Entro il primo luglio 2016 il Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell'Ambiente, definisce le aliquote sui prodotti energetici attraverso un criterio proporzionale alle emissioni di gas serra medie relative al loro consumo. Il valore di tale Carbon Tax, per unità di emissione, sarà inizialmente stabilito in misura tale da mantenere il gettito complessivo delle accise coinvolte pari a quello del 2014, al lordo del recupero delle esenzioni di cui al comma 1.

Articolo 2 - Fiscalità in materia di acque di sorgente, attività estrattive e conferimento a discarica.

  1. A partire dal 1 gennaio 2016 il canone per il prelievo di acque di sorgenti nel territorio nazionale è pari ad almeno 20 Euro/m3 su tutto il territorio. Tale canone può essere elevato dalle Regioni e, in questo ambito, differenziato in funzione di obiettivi ambientali.
  2. A partire dal 1 gennaio 2016 il canone per le attività estrattive di seconda categoria, così come classificato nell’art. 2 c.3 del Regio Decreto n. 1443/1927, nel territorio italiano è pari ad almeno il 20% dei prezzi di vendita dei materiali cavati. Tali canoni possono essere elevati da parte delle Regioni e, in questo ambito, differenziati in funzione di obiettivi di gestione e recupero ambientale delle aree coinvolte.
  3. A partire dal 1 gennaio 2015 il tributo speciale per il conferimento dei rifiuti in discarica è pari ad almeno 50 euro per tonnellata. Tale valore è modulato in funzione della quota di superamento del livello di raccolta differenziata minimo che sarà definito con Legge Regionale.
  4. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente Legge, su proposta del Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministero dell'Economia e del Ministero per i Beni e le attività culturali, un Decreto Legislativo avente a oggetto: l'individuazione delle aree da escludere dalle attività di escavazione e dalle concessioni di sorgenti per ragioni di tutela ambientale.
  5. I canoni derivanti dalle attività di escavazione e dalle concessioni di acqua di sorgente sono per un terzo vincolati a un fondo regionale per il recupero ambientale delle cave abbandonate e per interventi di riqualificazione, bonifica, messa in sicurezza del territorio. I progetti per attività di escavazione e di concessioni di sorgenti sono sottoposti a valutazione di impatto ambientale qualsiasi sia la loro dimensione e localizzazione. Tali progetti devono sempre essere accompagnati da progetti di recupero ambientale e paesaggistico dell’area dove devono essere fissate le scadenze per gli interventi da realizzare contestualmente con il procedere dell’attività e le garanzie fideiussorie.

Tutte le informazioni su http://www.radicali.it/menoinquinomenopago.

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Carceri: Sbriglia, massimo sostegno a nomina Rita Bernardini Garante in Abruzzo

Gio, 11/05/2015 - 16:29
05/11/15

“Conosco Rita Bernardini da diversi anni, penso che lei impersoni proprio la figura del garante dei diritti dei detenuti. Mi hanno impressionato negli anni il suo rigore, la sua perfetta conoscenza in materia di diritto penitenziario, nonché la familiarità che mostra con il diritto europeo dei diritti dell'uomo. Rita Bernardini non ha mai sottovalutato il lavoro durissimo degli operatori del mondo penitenziario, ogniqualvolta ha sollevato tematiche lo ha fatto non con spirito di vendetta ma con lo spirito di chi intende guarire quello che non funziona”. Lo ha detto a Radio Radicale il provveditore delle carceri per il Triveneto Enrico Sbriglia, a sostegno della candidatura di Rita Bernardini a garante dei detenuti della Regione Abruzzo.

“Non sempre si possono condividere le battaglie civili che Rita Bernardini ingaggia da anni - ha detto Sbriglia - però le sue battaglie sono sempre fatte alla luce del sole, atti di disobbedienza civile per i quali non implora prescrizioni o disattenzione giudiziaria. Faccio gli auguri a Rita, associandomi a quelli a lei già rivolti da personaggi più competenti, mi ha impressionato la dichiarazione che ha reso il vicepresidente del Csm Legnini, un riconoscimento forte morale, se il vicepresidente del Csm si esprime in termini così corretti significa che ci troviamo davvero di fronte ad un personaggio importante della nostra storia politica e istituzionale”.

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Risultati del XIV Congresso di Radicali Italiani - Presidenza, Segreteria, Tesoreria, Comitato nazionale

Lun, 11/02/2015 - 18:27
02/11/15

Risultati dello scrutinio delle schede di votazione del XIV Congresso di Radicali Italiani avvenuto il giorno 1 novembre 2015:

 

 

 

 

 

Presidente

Cappato 61 preferenze ELETTO

Simi 33 preferenze

Viale 17 preferenze

Soldo 15 preferenze

Bianche 10

Nulle 4

 

Segretario

Magi 102 preferenze ELETTO

Tosoni 16 preferenze

Bianche 17

Nulle 5

 

Tesoriere

Federico 104 preferenze ELETTO

Bianche 26

Nulle 10

 

Revisori dei conti

Palma 54 preferenze ELETTO

Boilini 47 preferenze ELETTO

Natangeli 34 preferenze ELETTO

Bianche 64

Nulle 4

 

Si è successivamente proceduto allo scrutinio delle preferenze per il Comitato nazionale, con i seguenti risultati (sono eletti i primi 40):


Comitato nazionale   Cognome e nome Preferenza 1 Preferenza 2 Preferenza 3 Preferenza 4 Totale *               1 Angioli Matteo 9 6 4 2 21 2 Simi Giulia 5 5 1   11 3 Santarossa Stefano 5 0     5 4 Guerriero Norberto 4 6 2 4 16 5 Turi Andrea 4 4   10 18 6 Capriccioli Alessandro 4 3 5 2 14 7 Izzo Paolo 4 2 2 1 9 8 Soldo Antonella 4 2 1 2 9 9 Strik Lievers Lorenzo 4   7 1 12 10 Osmetti Claudia 4   2 2 8 11 Furgiuele Andrea 4   2 1 7 12 D'Anna Giovanni 3 4 3 2 12 13 D'Andreti Antonella 3 4 2 1 10 14 Di Carlo Alessio 3 4 1 1 9 15 Minieri Raffaele 3 2 1   6 16 Bacaro Demetrio 3 1 7 4 15 17 Viale Silvio 3 1 1   5 18 Molinari Leonardo 3 1   2 6 19 Zambrano Manuela 3   2 3 8 20 Recupero Luigi 3     1 4 21 Beltrandi Marco 2 6 2 3 13 22 Staderini Mario 2 5 3 3 13 23 Berardo Rocco 2 5 3 2 12 24 Ariano Matteo 2 5 2 1 10 25 Rossi Alexandre 2 4 2 2 10 26 Turco Maria Laura 2 4 1 1 8 27 Di Masci Roberto 2 4   1 7 28 Tosoni Nicolino 2 3 4 2 11 29 De Falco José 2 2 4 3 11 30 Valbonesi Ilari 2 2 3   7 31 De Gioiellis Diego 2 2 2 2 8 32 Ruffa Rocco 2 2 2 1 7 33 Spadaccia Francesco 2 2 2 1 7 34 Freddi Marco Maria 2 2   2 6 35 Pasquariello Francesco 2 2     4 36 Latorraca Michele 2 1 1   4 37 Lipparini Lorenzo 2   3 2 7 38 Alterio Giuseppe 2   3   5 39 Mazzotta Luigi 2   2 4 8 40 Levi Franco 2   1 3 6 41 Napoleoni Francesco 2     3 5 42 Cianci Fabrizio 1 5 4 2 12 43 Bonvicini Barbara 1 4 1 4 10 44 Spena  Domenico 1 4   1 6 45 Mineo Lorenzo 1 3 2 6 12 46 Ceradini Vittorio 1 3 1 2 7 47 Scognamiglio Rosario 1 3     4 48 Criscuolo Rosa 1 2 1 2 6 49 Monti Gabriele 1 2 1 1 5 50 Paesani Valentino 1 2 1 1 5 51 Devetag Giovanna 1 1     2 52 Zoccolan Roberto 1   4 3 8 53 Bilotti Stefano 1   3 1 5 54 Crivellini Giulia 1   2 1 4 55 Quintieri Emilio 1   2   3 56 Magaletti Nicola 1     2 3 57 Monaco Leonardo 1     1 2 58 Candido Giuseppe   4 5 3 12 59 Barazzetta Claudio   3     3 60 Ferrante Fabrizio   2   1 3 61 Dentamaro Gaetano   1 3 2 6 62 Masiero Franca     2   2 63 Lucchiari Maria Grazia     1   1 64 Martucci Emilio     1   1

* Il totale è stato inserito a scopo puramente indicativo, non influisce sulla graduatoria.

 

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XIV Congresso: Riccardo Magi è il nuovo segretario nazionale di Radicali Italiani. La mozione generale

Lun, 11/02/2015 - 17:48
02/11/15

Consulta il primo piano dedicato al XIV Congresso

Il XIV Congresso di Radicali Italiani, riunito a Chianciano dal 29 ottobre al 1 novembre 2015 sottolinea come il Movimento Radicali Italiani si sia sempre caratterizzato per la spinta riformatrice - nelle istituzioni, nell’economia, nella giustizia e per le libertà civili - e per la duratura analisi circa lo stato della democrazia nel nostro Paese.

Le ripetute iniziative sul “Caso Italia” hanno così rappresentato il necessario presupposto per realizzare lo scopo statutario del Movimento, ovvero “rafforzare le lotte liberali, liberiste e libertarie per la Rivoluzione liberale e per gli Stati Uniti d’Europa”, mettendo al centro della sua azione il diritto dei cittadini a conoscere per deliberare, la regolarità dei procedimenti elettorali e referendari, il rispetto delle convenzioni internazionali, il funzionamento della giustizia quale condizione dello stato di diritto.

Il Congresso evidenzia come di fronte al tentativo, costantemente perseguito, di escludere i Radicali dalla vita politica e, contemporaneamente, di fronte alle sfide sempre più attuali che il Movimento pone da decenni alla comunità europea e internazionale, sia necessaria e urgente una campagna per la riconquista dello spazio necessario per essere soggetto politico alternativo in questo Paese.

 

La mancata cessione di sovranità verso l’alto, verso un’Europa federale e, nello stesso tempo, la mancata cessione di sovranità - in Italia - verso il basso, verso i comuni, verso le grandi città, ha lasciato spazio all’affermarsi o al rafforzarsi dei livelli istituzionali intermedi, lo Stato-Nazione e le Regioni. 

Il movimento, concentrandosi su questa prospettiva, vuole rafforzare il livello più vicino ai cittadini assicurando sovranità all’individuo e, nello stesso tempo, affermare in senso federale l’unico livello istituzionale, quello europeo, in grado di giocare una partita di democrazia, diritti, libertà e competitività sullo scenario globale. 

Il Congresso afferma che le città sono le realtà sociali maggiormente investite da trasformazioni che portano con sé disagi e conflittualità, cui non vengono tuttavia accompagnate soluzioni di governo. Sono al contempo lo scenario in cui, in particolare nella realtà italiana, il sistema dei partiti sta mostrando segnali di grave crisi o di vera e propria implosione per l’incapacità di esprimere una classe dirigente all’altezza delle sfide di governo. Gli apparati clientelari, partitici e sindacali, cresciuti in modo parassitario intorno all’erogazione dei servizi pubblici locali e a ogni aspetto della vita amministrativa, sono una delle facce del regime che più danneggia la qualità della vita dei cittadini e l’esercizio dei loro diritti. Gli scandali esplosi negli ultimi mesi confermano drammaticamente l’analisi Radicale, che individua attraverso il lavoro collettivo dal titolo “La peste italiana” la continua strage di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana. Un sistema di potere trasversale puntualmente denunciato dai Radicali nel corso degli anni, nel silenzio pressoché totale della politica e dei media.

 

Il Congresso ritiene che, negli ultimi anni, le esperienze degli eletti radicali nelle assemblee degli enti locali siano state un valore aggiunto per l’iniziativa Radicale, e tuttavia rileva come continui a mancare un’analisi univoca di quanto accade nei livelli regionali e comunali delle istituzioni, con il rischio concreto di perdere questo patrimonio enorme di conoscenza e conseguentemente di non poter contribuire alla denuncia organica delle violazioni del diritto che, invece, è una delle priorità di Radicali Italiani. 

Il Congresso sottolinea inoltre come le grandi aree urbane e le regioni siano i luoghi in cui è più urgente una riforma degli assetti istituzionali in senso federalista. Una riforma che garantisca più condivisione e partecipazione anche attraverso sistemi elettorali basati sul modello uninominale e rendendo effettivi gli strumenti di iniziativa popolare. E che offra soluzioni strategiche di governo per affrontare le grandi questioni dell’economia, dell’ambiente e dell’immigrazione. Tra le altre proposte, è necessario superare il capitalismo municipale attraverso un’anagrafe pubblica delle attività economiche degli enti locali. E attribuire maggiore autonomia tributaria ai comuni e contestualmente ridurre la tassazione sul lavoro, senza aumentare l’imposizione complessiva. Occorre procedere alla dismissione delle società partecipate a rilevanza economica che non si occupano di servizi pubblici essenziali di interesse generale, anche attraverso la messa a gara e la liberalizzazione dei servizi alla persona. E affrontare il tema cruciale della mobilità attraverso misure concrete e realizzabili come, ad esempio, quelle previste dal modello della congestion charge, utilizzando i proventi per ridurre le imposte locali sul reddito e per investimenti ambientali. Occorre valorizzare l’immigrazione come una risorsa in termini sociali ed economici. A partire da un’accoglienza, per chi chiede asilo, diffusa e integrata su piccola scala, con il coinvolgimento pieno dei comuni nei percorsi d’inclusione e autonomia. 

Il Congresso impegna dunque gli organi dirigenti:

  • a convocare una giornata di studio e approfondimento, invitando studiosi, professioni e istituzioni, anche al fine di confrontare le migliori esperienze di governo delle città
  • a predisporre entro tre mesi un documento che raccolga le azioni politiche Radicali già poste in essere a livello locale ed esprima un progetto di governo a partire dal quale verificare la percorribilità di iniziative popolari e di presenze politiche alle prossime  elezioni amministrative 
  • a elaborare e sostenere strumenti di confronto tra le città europee, a partire da un appello dei sindaci per il rilancio di un progetto che promuova il federalismo mediante la cessione di sovranità verso le istituzioni europee da un lato e verso i comuni dall’altro.

Il Congresso ribadisce come il movimento Radicale sia stato a lungo, in solitario, il partito della riforma del sistema politico e delle istituzioni. Proprio su questo terreno nell’ultimo anno abbiamo assistito a uno dei più grandi interventi sull’assetto istituzionale italiano dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana.

La riforma ha riguardato in modo diverso il superamento delle province, l’istituzione delle città metropolitane, la ridefinizione dei poteri di Stato e regioni, la modifica della legge elettorale per l’elezione della Camera dei deputati e il superamento del bicameralismo paritario, con lo svuotamento di funzioni del Senato. Le nuove regole non risparmiano neppure l’istituto referendario, cui vengono destinati livelli di accesso differenziati.

Riforme che per molti aspetti sacrificano ulteriormente e in nome di una presunta funzionalità, il potere reale e democratico dei cittadini. 

In quest’ottica la riconquista dell’efficacia e del valore dello strumento referendario diviene una priorità d’impegno democratico sulla quale non è concesso arrendersi. Restituire sovranità ai cittadini attraverso la riforma della legge del 1970 è un obiettivo di Radicali Italiani da rilanciare nel prossimo anno per riportare l’istituto referendario agli standard democratici internazionali, attraverso un confronto con Governo e Parlamento, cogliendo l’occasione del referendum confermativo sulla riforma costituzionale. 

A tal fine il Congresso invita gli organi eletti:

- a predisporre il testo di un “Referendum Act”, partendo dal testo inviato a tutti i parlamentari il 30 settembre del 2013 al termine della fallita campagna referendaria, che introduca misure di semplificazione e digitalizzazione che legalizzino il procedimento referendario.

Consulta il primo piano dedicato al XIV Congresso

Il Congresso preso atto che le recenti modifiche legislative hanno ridefinito le regole sull’accesso alle elezioni e sul finanziamento della politica, impegna gli organi dirigenti ad elaborare una strategia che consenta di cogliere le opportunità coerenti con un sistema di finanziamento liberale e democratico, nonché di incardinare davanti alla Corte Costituzionale iniziative legali per eliminare le norme discriminatorie e volte a conservare lo status quo. 

Il Congresso fa proprio il documento di Deborah Cianfanelli sullo stato della giustizia civile in Italia e impegna gli organi dirigenti a diffonderlo - a partire dalla Conferenza “Stato di Diritto dell’Unione Europea” del prossimo 19 novembre - in tutte le sedi politiche ed istituzionali nazionali, europee e internazionali.

Il perseguimento dell’irrinunciabile principio democratico dello “stato di diritto” è minato nelle sue fondamenta da decenni di violazioni della Costituzione, nonché violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo per le quali l’Italia continua ad essere, nonostante l’approvazione di alcune leggi, sotto “osservazione speciale” da parte del Consiglio d’Europa.

L’Italia è poi lo Stato membro che, in modo preminente, si trova a essere in palese violazione del diritto dell’UE, attestandosi, insieme alla Grecia, al primo posto tra i 28 paesi, con ben 89 contestazioni da parte della Commissione europea e 34 condanne, dal 2010 al 2014, per inadempimento.

I Radicali hanno più volte denunciato lo Stato italiano dinanzi alla Commissione europea portando in alcuni casi all’apertura di diverse procedure di infrazione. Questo strumento è ora patrimonio comune grazie al lavoro di Massimiliano Iervolino, un vademecum disponibile per ogni cittadino dal titolo “Denuncia alla Commissione Europea riguardante inadempimenti del diritto comunitario. Uno strumento utile per risolvere questioni nazionali e locali”.

Il Congresso impegna gli organi dirigenti:

  • a proporre al Governo italiano i seguenti obiettivi: a) la chiusura, entro la fine del 2016, di almeno la metà delle procedure di infrazione ancora pendenti; b) il rispetto, in tempi brevi, di quanto stabilito dalle tre sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea che, ancora oggi, prevedono il pagamento di multe; c) l’osservanza di quanto stabilito dalle dieci sentenze della Corte di Giustizia Ue affinché si evitino nuovi deferimenti che, in caso di condanna, comporterebbero nuove ed ingenti multe;
  • a chiedere al Governo italiano – nell’ambito delle iniziative del PRNTT per il diritto alla conoscenza – di rendere pubblici tutti i documenti ufficiali che accompagnano la fase di contenzioso con la Commissione europea;
  • e impegna altresì
  • a monitorare sia le condanne della Corte che le procedure di infrazione aperte contro l’Italia e a segnalare alla Commissione europea le inadempienze dello Stato e degli enti locali fornendo inoltre ai militanti e alle associazioni Radicali tutti gli strumenti utili per perseguire questo obiettivo;
  • a denunciare per danno erariale i responsabili di eventuali e future condanne dell’Italia da parte della Corte di Giustizia e di segnalare alla magistratura contabile eventuali decisioni della Commissione in merito alle rettifiche finanziarie.

Il Congresso, di fronte alla latitanza del Governo e del legislatore sui temi delle libertà civili, si impegna a sostenere e valorizzare tutte le iniziative per la difesa dei diritti oggi negati. Il Congresso, affinché anche in Italia si inauguri quella stagione di demolizione delle leggi proibizioniste sulle droghe, sostiene ogni iniziativa utile – legislativa, referendaria, di disobbedienza - che porti alla legalizzazione. Così come impegna gli organi dirigenti a proseguire nell’azione di supporto alla legge d’iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia promossa dall’Associazione Luca Coscioni e che ha visto impegnate nella raccolta firme numerose realtà radicali in tutta Italia. E ad assicurare pieno supporto alle battaglie per la libertà sessuale e favorire la promozione di una riforma organica del diritto di famiglia che passi dall’introduzione del matrimonio egualitario. 

 

Consulta il primo piano dedicato al XIV Congresso

 


 

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XIV Congresso di Radicali italiani, Chianciano 29 ottobre - 1 novembre 2015: tutti i documenti

Lun, 11/02/2015 - 15:38

PAGINA IN COSTRUZIONE

 

Si è concluso il XIV Congresso di Radicali Italiani tenutosi dal 29 ottobre al 1 novembre a Chianciano Terme.

I lavori hanno avuto inizio alle 16.30 di giovedì 29 ottobre, con le relazioni del segretario uscente Rita Bernardini e del tesoriere Valerio Federico.

Successivamente si sono insediate le 4 commissioni:

Commissione 1 - Diritto umano alla conoscenza all’Onu. Transizione verso lo stato di diritto democratico federalista laico contro le ragion di Stato. prima giornata - seconda giornata

Alla Segreteria Nazionale è stato eletto Riccardo Magi con 102 preferenze. Alla tesoreria è stato confermato Valerio Federico, con 104 preferenze, e alla presidenza Marco Cappato con 61 preferenze.

Eletti anche i tre revisori dei conti: Palma con 54 preferenze, Boilini con 47 preferenze, Natangeli con 34.

 

Documenti:

 

LA MOZIONE GENERALE APPROVATA

 

Il bilancio consuntivo approvatie la relazione dei revisori dei conti

 

TUTTI I RISULTATI DELLO SCRUTINIO

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XIV Congresso di Radicali italiani, Chianciano 29 ottobre - 1 novembre 2015: tutti i documenti

Lun, 11/02/2015 - 15:05
02/11/15

PAGINA IN COSTRUZIONE

 

Si è concluso il XIV Congresso di Radicali Italiani tenutosi dal 29 ottobre al 1 novembre a Chianciano Terme.

I lavori hanno avuto inizio alle 16.30 di giovedì 29 ottobre, con le relazioni del segretario uscente Rita Bernardini e del tesoriere Valerio Federico. Successivamente si sono insediate le 4 commissioni: 

  • Commissione 1 - Diritto umano alla conoscenza all’Onu. Transizione verso lo stato di diritto democratico federalista laico contro le ragion di Stato. prima giornata - seconda giornata
  • Commissione 2 - Amnistia per la Repubblica. Riforma della giustizia e delle istituzioni in senso democratico, federalista, laico. prima giornata - seconda giornata
  • ASSEMBLEA PLENARIA
    • Prima Giornata
    • Seconda giornata
    • Terza giornata
    • Quarta giornata
    • Direzione notturna sabato-domenica
  • Commissione 3 - Economia/Ecologia. Il dissesto economico, ambientale e idrogeologico effetto dell’illegalità di regime. prima giornata - seconda giornata
  • Commissione 4 - Antiproibizionismi & legalizzazioni subito! prima giornata - seconda giornata

Alla Segreteria Nazionale è stato eletto Riccardo Magi con 102 preferenze. Alla tesoreria è stato confermato Valerio Federico, con 104 preferenze, e alla presidenza Marco Cappato con 61 preferenze.

Eletti anche i tre revisori dei conti: Palma con 54 preferenze, Boilini con 47 preferenze, Natangeli con 34.

 

Documenti:

 

LA MOZIONE GENERALE APPROVATA

 

Il bilancio consuntivo approvatie la relazione dei revisori dei conti

 

TUTTI I RISULTATI DELLO SCRUTINIO

 

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Radicali: Legnini, mi auguro che Rita Bernardini sospenda sciopero della fame

Ven, 10/30/2015 - 19:03
30/10/15

“Invio un saluto affettuoso a Rita Bernardini, mi auguro che voglia sospendere lo sciopero della fame perché mentre le ragioni che ispirano questa iniziativa nonviolenta sono fondatissime, però penso che il lavoro che sta facendo il ministro della giustizia vada nella direzione auspicata". Lo ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini nel corso di una intervista rilasciata a Radio Radicale.

"C'è un netto miglioramento sul sovraffollamento delle carceri - ha spiegato Legnini - dai quasi 70mila detenuti del 2009 siamo a 52mila, alcune riforme del sistema dell'esecuzione penale sono state fatte, altre sono in cantiere, il ministro della giustizia ha convocato gli stati generali dell'esecuzione penale che, sono certo, saranno occasione importante per dare ulteriore spinta al percorso riformista. Il Csm è attento, abbiamo affrontato alcune vicende anche segnalateci da Radicali Italiani, da Rita Bernardini in particolare, abbiamo espresso tempestivamente il parere sull'aumento di organico di 15 unità, non sono tantissime, ma per un organico come quello della magistratura di sorveglianza è un contributo significativo. Ci accingiamo ad aprire una riflessione e a ricostituire una commissione interna, un qualche strumento di studio e di proposta, sul tema magistratura di sorveglianza, l'organizzazione che è decisiva ai fini dell'effettività del rispetto dei diritti dei detenuti e sul tema più in generale dell'esecuzione penale. E' un'iniziativa che prenderemo a breve".

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XIV Congresso, la relazione di Rita Bernardini

Ven, 10/30/2015 - 11:57
30/10/15

Care compagne e cari compagni,


da segretaria di Radicali Italiani, mi sono assunta la responsabilità di convocare questo congresso, il XIV del nostro movimento, all’insegna di due proposte-obiettivo, che possono dare i frutti sperati solo se convivono e si integrano l'una all'altra.


La principale è la battaglia del Partito Radicale all’ONU, quella racchiusa nel titolo del nostro congresso: “Per lo Stato di diritto  * democratico federalista laico * contro le ragion di stato * anche per il diritto umano alla Conoscenza”; l’altra, che sostanzia la prima, è quella di presentare in tutte le sedi nazionali e sovranazionali la requisitoria severa e circostanziata contro lo Stato Italiano che sistematicamente, da oltre trent’anni, continua a violare i diritti umani nei settori vitali della giustizia - con la sua ignobile appendice carceraria - dell’economia, dell’ambiente, delle libertà civili e politiche, dell’iniziativa popolare.


E’ una provocazione, la mia? Ma come: mentre l’Italia continua ad essere condannata in ogni sede giurisdizionale nazionale e sovranazionale – grazie anche a noi, alla nostra testardaggine e tenuta - si vuole, voi volete addirittura sostenere la sua candidatura al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e proprio sulla base dell’obiettivo della transizione verso lo Stato di Diritto attraverso l'affermazione del diritto umano alla conoscenza, contro le Ragion di Stato?


Noi, come radicali, non siamo mai stati  – lo diceva Marco Pannella nella conversazione di domenica scorsa a Radio Radicale – “opposizione” ma “proposizione”. Il nostro obiettivo è convincere il Governo italiano a fare da subito tutto il necessario per far rientrare formalmente l’Italia dalle illegalità che le sono formalmente imputate dalle giurisdizioni internazionali e nazionali. Occorre dismettere le condizioni per le quali continuiamo o continueremmo ad essere costantemente indagati e condannati. Ma su questo tornerò.


Veniamo alla candidatura dell’Italia al Consiglio di Sicurezza, l'organo che indirizza l’Onu nelle sue attività, stabilendo priorità, proponendo risoluzioni a crisi, e che ha come missione "il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale".


I paesi membri a rotazione sono attualmente Angola, Malesia, Nuova Zelanda, Spagna, Venezuela. Durano in carica due anni, contribuiscono alla determinazione della politica complessiva dell'ONU. L'Italia, dal 1946, ha già ricoperto questo incarico per sei volte; l'attuale governo dunque si sta muovendo per ridare al paese un posto di responsabilità nell'arena mondiale, in qualche modo in parallelo, ma anche per equilibrare gli sforzi – finora non molto fortunati, credo si possa dire - per contare di più sul palcoscenico europeo.


La nomina avverrà in Assemblea Generale tramite voto degli Stati membri nell’ottobre del 2016. Possiamo immaginare che il governo, il ministro degli esteri e gli ambasciatori e funzionari coinvolti avranno un lungo periodo di intenso lavoro.


Io non so - ma forse la cosa è ancora nebulosa - quali saranno le motivazioni che governo, ministro, ecc., addurranno per sostenere la richiesta.  Ma è sicuro che la corsa vedrà altri concorrenti, ugualmente mobilitati per far vincere le loro ragioni. Non vi è così alcun dubbio che la partita sia grossa e difficile, e sembra ovvio pensare che debba riguardare tutte le forze politiche italiane, per ragioni non necessariamente nazionalistiche. Purtroppo, invece, temo che la maggior parte dei soggetti politici oggi presenti in Italia non siano interessati alla vicenda. La maggior parte di loro sono chiusi in un provincialismo ottuso, di stampo populista e ostile all'orizzonte europeo, portati piuttosto a scaricare sulle Nazioni Unite responsabilità e colpe anche superiori a quelle che si possono accollare a quella Organizzazione.


Io penso che la questione dell'ingresso dell'Italia tra i membri del Consiglio di Sicurezza sia invece di essenziale interesse per Radicali Italiani. Come ho detto, noi, e non da oggi, denunciamo le violazioni che pongono il nostro paese nell'anticamera dell'Inferno delle Democrazie reali: ma dobbiamo - come metodo - praticare le nostre lotte anche italiane con una visione transnazionale. Non è per caso che siamo soggetto costituente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.


"I am sorry". Dopo 12 anni, in questi giorni, Tony Blair chiede scusa ammettendo di avere commesso errori nello scatenare, complice di Bush, la guerra in Iraq. E’  forse il caso di ricordare che da quegli eventi  trae origine la campagna radicale “per il diritto alla conoscenza” di cui oggi stiamo parlando. Era il 19 gennaio 2003 quando il Partito Radicale lanciava la campagna “Iraq Libero, unica alternativa alla guerra”. Mi spiace davvero per il mio amico Adriano Sofri, che dissente da questa ricostruzione, ma con la proposta dell’esilio di Saddam siamo stati ad un soffio – sì, proprio noi radicali, con Marco Pannella – dal riuscire ad evitare che con la menzogna si scatenasse un conflitto le cui conseguenze – è lo stesso Blair ad ammetterlo – arrivano fino ai nostri giorni con il diffondersi dell'estremismo islamico anti-occidentale e in particolare con l'ascesa dell'Isis. E poi, a guerra in corso, ricordo il drammatico sciopero della sete di Marco Pannella nel dicembre 2006. “Nessuno Tocchi Saddam” fu una grande mobilitazione nonviolenta internazionale, un grande Satyagraha organizzato dal Partito Radicale e da Nessuno Tocchi Caino. La Ragion di Stato, lo sappiamo, ebbe bisogno del cadavere del dittatore iracheno - testimone troppo scomodo della menzogna costruita a tavolino per dare ossigeno al complesso militare industriale che prospera, nonostante gli ammonimenti di Eisenhower, proprio sulle guerre e sullo sterminio di popoli.


Pannella così motivò quel suo sciopero della sete: "Occorre evitare che tutto precipiti - in Iraq e non solo - in altro sangue, in ulteriore morte e pene di morte, in una spirale di violenza e di guerra che può trasformarsi in un conflitto generalizzato dalle conseguenze incalcolabili”. Oggi è Papa Francesco a constatare - contro chi non vuole vedere - che è in corso la terza guerra mondiale, “un conflitto globale a pezzetti”.


Quella mobilitazione nonviolenta diede un tale prestigio al Partito, a Nessuno Tocchi Caino e a tutta l’area radicale, che fu possibile cogliere all’Onu lo straordinario e storico successo dell’approvazione della moratoria delle esecuzioni capitali.


Analogie con l’oggi che stiamo vivendo? Vediamo.

Il 2 gennaio 2007, in risposta all’iniziativa di sciopero della fame e della sete di Pannella e in attuazione del mandato unanime ricevuto dal Parlamento italiano, la Presidenza del Consiglio (Governo Prodi) dichiara ufficialmente e pubblicamente che “Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali - coinvolgendo in primis i paesi già sottoscrittori della Dichiarazione di dicembre - perché questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all’ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte”.


Il 3 gennaio, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, commenta la decisione del Governo con le seguenti parole: “E’ un bel biglietto da visita per l’Italia nel Consiglio di Sicurezza”.


Sempre il 3 gennaio, all’ottavo giorno di sciopero della sete, Pannella lo interrompe e continua con quello della fame che porta avanti fino al 15 gennaio. La lotta nonviolenta sarà più volte ripresa nel corso del 2007 a sostegno del voto da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU per la moratoria universale delle esecuzioni, approvata il 18 dicembre 2007.


L’Italia, ricordiamolo, fu membro semi-permanente nel consiglio di sicurezza dell’ONU nel 2007 e nel 2008. Chiediamo che torni ad esserlo oggi, facendo sua l'ambiziosa proposta che il Partito Radicale - e spero noi tutti - stiamo offrendo allo Stato e alle sue istituzioni.


L’aver "tenuto" in questi anni - grazie soprattutto al lavoro di Matteo Angioli che si è "intignato" cercando di coinvolgerci e di coinvolgere altri con le iniziative da lui proposte e realizzate - dà a noi tutti una prospettiva che oggi possiamo - e secondo me dobbiamo - portare avanti anche come Radicali Italiani, in quanto soggetto costituente che si pone anche il problema - nella stretta di regime che rischia di spazzarlo via - di salvare le ragioni, le intuizioni, gli obiettivi, le speranze del Partito Radicale.


C’è chi invece è convinto che questa battaglia debba essere lasciata al Partito Radicale (relegandola in uno fra tanti punti della mozione generale) e che Radicali Italiani debba invece stare dietro all’attualità e all’agenda politica, quella dettata dal regime (come oggi si è venuto configurando). Insomma, di idee "per il movimento Radicali Italiani”, ce ne sono tantissime, figuriamoci. Come potrebbe essere altrimenti? La storia radicale fornisce un elenco sterminato di idee, ma anche il fulcro di un’idea forza, il perno su cui farle camminare per realizzarle.


Il “c’è tanta fame qui in Italia” era all’ordine del giorno dentro il Partito Radicale all’inizio degli anni ’80 quando si decise di intraprendere la lotta contro lo sterminio per fame nel mondo.


In cosa questa impostazione delle “idee radicali” distinguerebbe Radicali Italiani dalle altre forze politico/partitiche/movimentiste del panorama italiano a me non è chiaro. Temo che in molti, fra sé e sé, rispondano a questa domanda in modo semplicistico: “ma noi queste battaglie le portiamo avanti in modo radicale, forti del bagaglio della storia radicale e dell’alterità radicale”. Ecco, appunto. Occorrerebbe conoscerla, vivendola e ricercandola, la storia radicale.


Non dimentichiamo mai - ma credo che nessuno lo dimentichi - che se oggi il radicale XY si muove sotto casa sua, nella più sperduta regione italiana, viene ascoltato e forse anche con rispetto perché su di lui irradia la sua luce la lunga, costante, mirata iniziativa nonviolenta, globale, di Marco Pannella, le sue intuizioni, le sue stranezze,  il suo scompaginare ciò che rischia, nell’ordinarietà del “ragionevole”, di andare in putrefazione.


Lo aveva compreso bene Pier Paolo Pasolini, di cui proprio in queste ore ricorrono i 40 anni dalla morte. Eravamo a Firenze, al Congresso del Partito Radicale del 1975, e Pasolini non poté pronunciare l’intervento che aveva scritto per la nostra assemblea: era stato assassinato due giorni prima. Di quella sorta di “testamento politico” - letto  davanti ad una platea “sconvolta e muta” - non solo nei loro congressi i radicali si ricordano le parole conclusive. Più che mai dobbiamo farlo oggi: “voi non dovete fare altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare”


All’indomani del grande successo sul divorzio. Pasolini ammoniva i radicali di fare attenzione agli intellettuali di sinistra, a come si apprestassero, con un nuovo - ma eterno -  conformismo ad appropriarsi della battaglia per i diritti civili “creando un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo” in cui annegare e svuotare le conquiste appena fatte. Il potere – secondo Pasolini - si accingeva ad “assumere gli intellettuali progressisti come propri chierici”. La previsione di Pasolini si è avverata – scrive Angiolo Bandinelli recensendo quel testo - non solo in Italia, ma in tanta parte della società occidentale dove, in nome del progressismo e del modernismo, si è affermata una nuova classe di potere totalizzante e trasformista, più pericolosa - perché insidiosa -  delle tradizionali classi conservatrici.


E sulla cultura – sempre in quel discorso - Pasolini diceva a noi (e a chi poteva dirlo allora? A chi altri potrebbe dirlo oggi?) che “bisogna lottare per la conservazione di tutte le forme, alterne e subalterne, di cultura. E' ciò che avete fatto voi in tutti questi anni, specialmente negli ultimi. E siete riusciti a trovare forme alterne e subalterne di cultura dappertutto: al centro della città, e negli angoli più lontani, più morti, più infrequentabili. Non avete avuto alcun rispetto umano, nessuna falsa dignità, e non siete soggiaciuti ad alcun ricatto. Non avete avuto paura né di meretrici né di pubblicani, e neanche - ed è tutto dire - di fascisti.” Posso qui, per inciso e io stessa meravigliata per la coincidenza, avvertire che queste parole si attagliano molto bene ad una figura del nostro tempo, attuale, che sta anche lui lottando per salvare forme "subalterne di cultura", cercando di non avere "rispetti umani" o "false dignità" per fare piuttosto emergere e dare dignità alla nuova, straordinaria antropologia dell'umanità del secolo "2.0": l'umanità dei migranti, dei poveri, del "diverso", dei carcerati che affollano luoghi che dovrebbero essere di redenzione e sono invece luoghi di tortura psicologica e corporale - per i quali egli ha anche chiesto (come noi) alle nostre istituzioni un atto di clemenza, una amnistia capace di liberare energie da dedicare alla riforma della giustizia; parlo sempre dell'umanità di quelli che sono tenuti ai margini sociali dal "rispetto borghese, populista o anche ecclesiastico": e naturalmente parlo di papa Francesco, come avrete capito.


Alcuni compagni mi hanno chiesto di trovare il modo di celebrare qui in questo congresso - con una proiezione o/e con un dibattito appositamente dedicato - il quarantennale della morte di Pasolini. Io credo che il modo migliore per farlo sia quello di far vivere il nostro congresso con un dibattito che nei modi, nelle forme, nei contenuti, nei dialoghi, negli scontri - se ci saranno - e anche, sperabilmente, in un RIVOLUZIONANTE risultato finale, sia all’altezza di quel testamento politico.


Solo se il nostro paese riuscirà a trarsi fuori dalle secche del suo provincialismo, della sua chiusura, potrà anche (ri)conquistare gli emergenti, nuovi diritti civili e politici - per i suoi cittadini, per noi tutti.


So che molti si interrogano su quale sia la funzione di Radicali Italiani. Io credo che sia compito e funzione italiana, di Radicali Italiani, quella di muovere, convincere gli altri da noi ad assumere una responsabilità così alta - così rivoluzionaria, così pasoliniana -  a livello internazionale. Sarebbe molto grave e pericoloso se proprio noi, Radicali Italiani, ci chiudessimo nell'orticello di casa. Non c'è grande problema del nostro tempo - diciamo anche noi con Spinelli - che possa essere ancora affrontato seriamente con criteri e con strumenti nazionali.


Basterebbe poco, per dare corpo a questa prospettiva così unitaria, così essenziale. Basterebbe fare, ciascuno dal suo posto, dalla sua città, dalla sua attività, quel che hanno fatto in questi giorni Maurizio Bolognetti, Deborah Cianfanelli, Domenico Letizia, Giuseppe Candido o Marco Cappato, altri che mi è impossibile qui ricordare. Certo, i risultati da loro raggiunti non fanno massa critica, ma forse avremmo potuto arrivare a questo congresso con un prodotto più incoraggiante, per dare più forza al dialogo di Pannella con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che hanno fatto sentire la loro voce alla conferenza del 27 luglio al Senato organizzata da Matteo Angioli sull’”Universalità dei Diritti Umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del Diritto alla Conoscenza”.


Utopie? Prospettive impossibili? Dovrà essere solo formale, il richiamo a Pasolini? Non lo so. Ma intanto non vedo progetti alternativi di almeno pari valore. Certo, c’è la prospettiva elettorale amministrativa. Ma io mi chiedo a quale livello potremmo sollevarla, OGGI, questa prospettiva. Non abbiamo avuto la Emma Bonino, purtroppo, candidata alla Presidenza della Regione Lazio, la Emma boicottata - come dimenticarlo? - da Berlusconi o da un PD che sotterraneamente facevano il tifo e appoggiavano, insieme, l'altra candidata, che sappiamo tutti che fine ha fatto? Abbiamo avuto due consiglieri regionali che hanno - loro, sì - portato il terremoto nel corrotto sistema delle amministrazioni regionali, ma proprio per questo sono stati ostracizzati, eliminati, fatti sparire.


Noi, radicali, abbiamo sempre avuto attenzione ad avere interlocutori ai massimi livelli. Interlocutori o avversari. E siamo stati anche battuti, ma in scontri di altissima portata, che ci hanno visto non si rado vincitori, come con i referendum sul finanziamento pubblico o con la legge 40, finita nella spazzatura grazie al ricorso alle giurisdizioni dell’Associazione Luca Coscioni e di Filomena Gallo. Noi non possiamo oggi accontentarci di piccole scaramucce di retroguardia. Noi dobbiamo puntare - se vogliamo risalire la china e tornare ad essere protagonisti della vita civile e politica del paese - molto in alto. Siamo sempre stati molto bravi nei grandi scontri, non dobbiamo avvilirci in battaglie di retroguardia. Noi abbiamo avuto, come galassia, interlocutori al massimo livello globale. Emma Bonino è una personalità internazionale conquistata sul campo per le sue indiscutibili capacità, ma anche per aver scelto, con il Partito con i soggetti costituenti e con Marco Pannella, obiettivi da molti (anche fra i radicali) giudicati impossibili se paragonati alle nostre forze dei diversi momenti storici: sterminio per fame e per guerra, pena di morte, corte penale internazionale, mutilazioni genitali femminili, la cui messa al bando ha trovato proprio in Emma Bonino la più tenace sostenitrice. Pannella ha una interlocuzione costante con il Dalai Lama; i radicali hanno portato all'ONU i montagnard e gli uiguri; all'ONU  abbiamo avuto scontri con la Russia e la Cina che volevano espellerci, e li abbiamo vinti. Nessuno Tocchi Caino, Non c’è Pace Senza Giustizia hanno fatto nascere il tribunale Internazionale e hanno ottenuto, all'ONU, la moratoria contro la pena di morte... L'Associazione Coscioni lavora tenacemente sul progetto della campagna MONDIALE per la libertà della scienza.  Radicali italiani non è, non può e non deve essere un soggetto chiuso nei confini delle Alpi. Radicali Italiani è soggetto costitutivo del Partito Radicale non per una banale nota statutaria, ma per una interazione costante e comune, finalizzata alle grandi comuni battaglie della galassia nel suo complesso. Sulla quale si potrà, nelle sedi opportune, discutere, ma che noi dobbiamo qui prendere come punto di riferimento nei suoi essenziali valori politici.


Questi obiettivi, questi progetti e programmi sono sicuramente difficilissimi da seguire e perseguire. Di per sé alti e complessi, devono per giunta superare anche lo scoglio di una informazione che è, nei nostri riguardi, più spietata di una censura fascista o sovietica. E' una censura totalitaria. Per comprendere il contesto in cui è costretta a svolgersi l’attività politica radicale, e quindi per comprendere anche lo stato di salute del regime di non democrazia italiana e le possibilità concrete di intraprendere iniziative politiche popolari, indispensabile è infatti consultare i dati che il Centro Di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva ha ricominciato a fornire, grazie ad un generoso contributo di 100.000 euro di Silvio Scaglia, un imprenditore come pochi in questo nostro Paese, non solo per capacità professionalità, intelligenza, dedizione ma anche perché dotato di una sensibilità che lo ha portato a riconoscersi in noi quando lo sono andata a trovare in carcere, lui innocente come Mario Rossetti (anche lui nostro iscritto), costretto a subire un’arbitraria e ignobile custodia cautelare.


 Sono dati inediti perché solo il Centro di Ascolto combina il "minutaggio" (cioè il calcolo, in minuti, dei tempi di parola)  con gli ascolti, in modo da ricavare il dato degli “ascolti consentiti”, l’unico che permetta sinteticamente di descrivere e definire dettagliatamente il pubblico potenziale effettivamente raggiunto sia dai messaggi "inviati" delle stesse forze politiche sia anche dai servizi giornalistici che su di esse vengono forniti.


Gianni Betto, con il Centro Di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva,  ha fatto un confronto di sei mesi di presenza - nelle edizioni principali dei telegiornali Rai - degli  esponenti del Governo Renzi rispetto agli ascolti consentiti agli esponenti del Governi precedenti. Così è stato possibile denunciare - con precisi dati e tabelle inoppugnabili -  quello che già si comprendeva anche senza monitoraggio, e cioè il fatto di una presenza  quantitativamente straordinaria ed inedita - sulle reti RAI - del Governo Renzi e delle notizie giornalistiche fornite su di esso. Il dato è questo: Governo Monti, 4,9 per cento degli ascolti consentiti; Governo Letta 7,3 per cento; Governo Renzi 13,9 per cento. E a questi dati già così eloquenti vanno aggiunti gli ascolti consentiti ai partiti della maggioranza di Renzi (soprattutto il PD). Infine, se si potesse aggiungere al dato statistico anche una valutazione di tipo qualitativo si scoprirebbe che le notizie sul Governo sono tutte in positivo, con solo un minimo spazio riservato alle deboli critiche avanzate dalla minoranza PD.


Il tutto mentre prosegue la politica governativa di arbitraria selezione delle opposizioni, diciamo così, "ufficiali", e quindi anch'esse favorite nell'informazione pubblica: così il battage continuo sul Movimento Cinque Stelle, per il quale la Rai confeziona da anni servizi lavorati con le espressioni più efficaci, o anche su un Salvini perennemente inserito nei talk show, con funzione evidente di spauracchio per i moderati che fossero refrattari al messaggio di Renzi.


Tutto questo è formalmente e sostanzialmente fuorilegge. Con questa politica dell'informazione (che fa rimpiangere le malfamate "veline" di Mussolini alla stampa) non c'è più libertà nelle scelte - anche elettorali - degli italiani, e viene negata ogni possibilità di condurre campagne politiche "popolari" o non... Per capire l'oscenità del clima in cui tutto questo avviene, va ricordato che la cosiddetta Commissione di Vigilanza Rai esprime addirittura una "preoccupazione" per la scarsa presenza del Governo nell'informazione: sono cose concepibili solo in un regime di non democrazia.


Come si può reagire a questa situazione?  Da un lato rivolgendosi alle Istituzioni (Commissione di Vigilanza Rai – fra pochi giorni - e AGCOM, anche con formali denunce, come abbiamo ripreso a fare), dall’altro rivolgendosi ai vertici nuovi dell’Azienda concessionaria unica del servizio radiotelevisivo. Ma è ormai assolutamente certo che occorrerà fare il massimo ricorso alle giurisdizioni internazionali. E qui ricordo il ricorso del Professor Saccucci alla Corte dei Diritti dell’ Uomo di Strasburgo, che è stato giudicato ammissibile e ha superato quel "filtro dell’ammissibilità" su cui si arena la più parte dei ricorsi.  Altri nostri ricorsi sono in preparazione a breve, grazie soprattutto all'impegno quotidiano di Marco Beltrandi..


Tutta questa problematica rientra perfettamente nella campagna per il riconoscimento all’Onu del Diritto Umano alla Conoscenza e per la transizione allo Stato di Diritto. Come sembra aver compreso il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, questa è la risposta concreta, possibile, ragionevole, e quindi obbligatoria alla crisi politica e culturale delle cosiddette democrazie consolidate.


Il nostro obiettivo – come dicevo prima - è quello di convincere/chiedere al Governo italiano, a Renzi (proprio a lui) di preannunciare da subito l’impegno a far rientrare formalmente l’Italia dalle illegalità che da oltre trent’anni le sono formalmente imputate dalle giurisdizioni internazionali e nazionali. Occorre risalire le classifiche che ci vedono indossare la maglia nera per le mancate attuazioni delle sentenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo (come hanno scritto Maurizio Turco e Marco Pannella a Mattarella) e per le violazioni del Diritto dell’Unione Europea (come ha puntualmente documentato in un recente rapporto Massimiliano Iervolino)


Nel suo messaggio alle Camere, il Presidente Napolitano ha fatto affermazioni che sono strettamente collegate alla richiesta che rivolgiamo al Governo e, direi alle massime magistrature del nostro Stato:


“L'art. 46 della Convenzione europea stabilisce, (…) che gli Stati aderenti "si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive della Corte sulle controversie nelle quali sono parti". Tale impegno, secondo l'interpretazione costante della Corte costituzionale (a partire dalle sentenze n. 348 e 349 del 2007), rientra nell'ambito dell'art. 117 della Costituzione, secondo cui la potestà legislativa è esercitata dallo Stato "nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali". In particolare, la Corte costituzionale ha, recentemente, stabilito che, in caso di pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che accertano la violazione da parte di uno Stato delle norme della Convenzione, "è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione cessino".

La cessazione degli effetti lesivi si ha, innanzitutto, con il porre termine alla lesione del diritto e, soltanto in via sussidiaria, con la riparazione delle conseguenze della violazione già verificatasi.


Non solo lo stato ignobile delle carceri per il quale Napolitano prefigurava un immediato provvedimento abbinato di amnistia e di indulto, ma anche l’irragionevole durata dei processi sanzionata sistematicamente in sede europea da 35 anni senza che vi sia stato posto rimedio, “costituiscono – per il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa - un pericolo grave per il rispetto dello Stato di diritto, portando ad una negazione dei diritti sanciti dalla Convenzione”.


Non posso ora fare il punto sulla situazione carceraria che continua ad essere illegale nonostante la lodevole iniziativa del Ministro Andrea Orlando degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale: mi auguro che il mio sciopero della fame che ho iniziato sei giorni fa parli, trasmetta, induca il Governo ad intervenire sulla necessità di far funzionare secondo legge la magistratura di sorveglianza e gli Uffici dell’esecuzione penale esterna, altrimenti anche le nuove auspicabili norme riformatrici saranno scritte sulla sabbia, e inciamperanno rovinosamente su infrastrutture del tutto inadeguate a recepirle.


E’ fatto obbligo ai poteri dello Stato… dicevo prima ricordando il messaggio di Napolitano. Stiamo attenti. Lo dico a Renzi, lo dico a Orlando. Se gli interventi che si fanno sono del tenore di quelli contenuti nella legge di stabilità sulla Legge Pinto – ce lo segnala con puntualità e scandalo Deborah Cianfanelli – è l’inganno, il gioco dei treccartari che si afferma. 


Non solo non si sono fatte le riforme strutturali per le violazioni che da 35 anni il nostro Stato commette in tema di irragionevole durata dei procedimenti giudiziari (è d’obbligo la cessazione degli effetti lesivi, ricordava Napolitano), ma ora si spazza via rendendolo impraticabile persino quell’insufficiente rimedio risarcitorio previsto dalla Legge Pinto per chi abbia subito un procedimento dalla durata irrazionale in violazione dell’art. 6 della Convenzione!


Requisitoria: è lo strumento, il mezzo attraverso il quale riconquistare Stato di diritto, diritti umani, democrazia.


Se ho fatto bene i conti, e facendo riferimento solo agli ultimi 15 anni, l’area radicale ha fatto ricorso alle giurisdizioni nazionali europee e sovranazionali in oltre 600 casi  se includiamo i ricorsi dei detenuti che abbiamo presentato alla Corte EDU per trattamenti inumani e degradanti. L’elenco degli estensori che spesso coincidono con i firmatari è lunghissimo: Studio Niccolò Paoletti, Filomena Gallo, Deborah Cianfanelli, Mario Staderini, Michele De Lucia, Massimiliano Iervolino, Riccardo Magi, Paolo Izzo, Emma Bonino, Marco Pannella, Laura Arconti, Studio Andrea Saccucci, Marco Beltrandi, Valerio Federico, Giuseppe Alterio, Giandomenico Caiazza, Gianni Baldini, Angelo Calandrini, Lorenzo Lipparini, Marco Cappato, Simona Viola, Mario Bucello, Giovanni Pesce, Maurizio Bolognetti, Giuseppe Candido, Sergio Ravelli, Maurizio Turco, Vincenzo Di Nanna, Giuseppe Rossodivita, quest’ultimo un vero recordman: sono infatti 220 i procedimenti che ha seguito e segue esclusi i ricorsi della Torreggiani.


Le materie? distinte per macro aree hanno riguardato identità e reputazione, informazione, disobbedienze civili, ambiente ed economia, diritti civili, giustizia e carcere, diritti elettorali e referendari, trasparenza e privilegi.


Ecco, ciò che dobbiamo fare è rendere più forte la realtà che, nonostante il regime, possiamo essere, cercando risorse, facendo alleanze e anche offrendo strumenti di intervento militante diffusi sul territorio. Ma quel che urge è quantificare subito il danno erariale globale(che Marco Pannella chiama “ipoteca erariale”) causato dal mancato rispetto dello Stato di diritto. Deborah Cianfanelli, con intuito e professionalità ha già cominciato a farlo su alcuni aspetti della giustizia e del carcere con il ricorso presentato alla Corte dei Conti. Massimiliano Iervolino lo ha fatto sull’ambiente e non solo. Io ho molta fiducia che in questo ci aiuti anche il Prof. Mario Baldassarri che interverrà sabato prossimo in plenaria.


Arrivo alla conclusione. Rispondo innanzitutto a quanti mi hanno chiesto se ripresenterò la mia candidatura alla segreteria. No, come sapete, sono candidata a Garante dei detenuti dell’Abruzzo e questo incarico è incompatibile con il ricoprire responsabilità di vertice di partito. Vedremo come andrà a finire. Per il momento, grazie soprattutto a Vincenzo Di Nanna, abbiamo ottenuto la mia riammissione fra gli eleggibili e tolto l’etichetta di INDEGNA che però, rivendicando ciò che ho è abbiamo fatto per la legalizzazione della Cannabis, per quel che ho fatto da radicale per la legalizzazione della cannabis, vorrei appendermi come medaglia da indossare tutta la vita. Quel che è certo è che per quelle che sono le mie convinzioni io cercherò di lottare da qualsiasi postazione in cui mi sarà possibile essere in futuro.


Care compagne e cari compagni,


Io sono convinta che solo in una sede radicale, sia possibile aspettarsi che la risposta sia adeguata a quel che è necessario. Non vedo altre forze politiche capaci o almeno interessate all’obiettivo che ho proposto. Ancora una volta - come quando un pugno di lucide ma inesperte persone "comuni" prese in mano le redini di un partito sfasciato, agonizzante, portato allo sbaraglio e lo fece rinascere e diventare protagonista della storia del paese - ancora una volta, dico, voglio sperare che da questa assemblea altri uomini e donne "comuni" come siamo, sappiano essere lucidi e profetici, non facendosi abbagliare dalle finte urgenze messe in campo dall’agenda ufficiale di un sistema degradato e miope che sembra assediare il quotidiano del Paese ipotecando il futuro delle generazioni che verranno.

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