Radicali Italiani
Roma 2024, Magi: referendum come ad Amburgo e Oslo perché sia scelta dei cittadini e non trovata elettorale
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"Sulle olimpiadi è necessario aprire anche a Roma un dibattito trasparente in merito a costi e benefici e poi indire un referendum, proprio come è stato fatto in molte delle città che si sono candidate a ospitare i giochi come Amburgo, o Monaco e Oslo per i giochi invernali. Solo così la corsa per le olimpiadi sarà una scelta dei cittadini e non un'operazione promossa per favorire i soliti gruppi di interesse, finanziando opere inutili o, come nel caso della linea C della metropolitana, sperperando ancora soldi dei contribuenti in opere già fallite. Molti i milioni già impiegati per mettere in piedi questo show e che potevano essere destinati ad asili e manutenzione delle strade".
"Il sospetto è che sia iniziata la campagna delle "elezioni olimpioniche", per distrarre con il sogno olimpico dalle riforme che servono alla Capitale e che dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico da adesso fino all'appuntamento con le urne. Roma, infatti, non ha bisogno della politica dei grandi eventi, con la loro gestione straordinaria. Per riscattare la città dalla crisi e rilanciarla come Capitala europea, ha bisogno piuttosto di un'efficiente ordinaria amministrazione, con infrastrutture sostenibili e moderne, una mobilità semplice e intelligente, trasporti, gestione dei rifiuti e altri servizi di qualità, anche sfruttando le opportunità delle nuove tecnologie. Sono questi gli obiettivi che, chiunque si candidi a governare la città, deve tenere ben presenti. Parlare, come hanno fatto ieri Malagò e Montezemolo, di 'sondaggi d'opinione' e 'ricerche di mercato' in risposta alla richiesta di referendum è un insulto all'intelligenza dei cittadini. Portare poi come prova di consenso una platea di bambini delle scuole romane la dice lunga sull'idea di coinvolgimento che hanno in mente per rilanciare Roma, anzi - come sostengono - l'Italia".
Un parco per ricordare Alex Langer
Un comitato formato da associazioni, cittadini e personalità ha chiesto al Sindaco di Milano di intitolare un luogo significativo della città (parco, via, passaggio) ad Alexander Langer, nel ventennale dalla sua scomparsa. L'idea di fare tale richiesta è nata il 15 ottobre scorso in una serata organizzata dall’ “Associazione per l’Iniziativa Radicale ‘Myriam Cazzavillan’” e ha da subito avuto il sostegno di Elena Grandi per la “Federazione dei Verdi” e Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Disarmo, per il “Movimento Nonviolento” oltre che dei consiglieri comunali Luca Gibillini (Sel), Marco Cappato (radicali), Carlo Monguzzi (Pd), Gabriele Ghezzi (Pd) oltre che da personalità della politica e della cultura italiana come Giuseppe Civati, Marco Boato, Riccardo Magi, Roberto Caputo, Rosa Filippini, Gad Lerner e Mina Welby. Nelle settimana successive hanno aderito una dozzina di altre associazioni, numerose personalità della scena politica e culturale e molti semplici cittadini, che hanno abbracciato con entusiasmo l’idea di dedicare una via alla memoria di Langer per i suoi alti meriti culturali e politici negli ambiti della lotta per la convivenza multietnica, della nonviolenza e dell’ambientalismo. Memoria particolarmente preziosa in un'Europa che sembra lasciare sempre più posto ai muri e al razzismo. La richiesta è arrivata poi ai Consigli di Zona, partendo dal CDZ1 dove la stessa Elena Grandi ha presentato una mozione passata all’unanimità, e sta per essere presentata in Consiglio Comunale. In particolare sono stati interpellati direttamente il Sindaco Giuliano Pisapia, l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno, al responsabile Ufficio Relazioni con la Città Paolo Limonta, chiedendo loro di dare esempio e corpo alle parole dello stesso Langer che sottolineava “l’importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera” e di farlo con un atto simbolico e permanente come l’intitolazione di un luogo di primaria importanza della città di Milano.
Roma 2024, Magi: è partito il circo delle elezioni olimpioniche
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"Con lo show per il lancio del logo Roma 2024, il tandem Malagò-Montezemolo ha inaugurato quella che ha tutta l'aria di essere la campagna delle 'elezioni olimpioniche'. Invece di discutere delle riforme strutturali di cui ha bisogno la Capitale per garantire una ordinaria amministrazione della città, torna la politica dei grandi eventi per rifinanziare opere già fallite, come la metro C, a beneficio dei soliti gruppi di interesse. È inaccettabile buttare ancora soldi dei cittadini in nome di un sogno olimpico che, nelle condizioni attuali, non è che un miraggio. Anche in vista delle prossime amministrative, ribadiamo quindi la necessità di aprire un dibattito per informare i cittadini dei costi e benefici reali della candidatura di Roma ai Giochi e dare loro la parola attraverso un referendum, come è successo in altre città e come ho proposto quando, unico nella maggioranza, in consiglio comunale ho votato contro la mozione bluff per Roma 2024"
Migranti: Magi, Italia risponda coi diritti alla richiesta Ue di raccogliere impronte anche con uso della forza
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"La richiesta da parte della Commissione europea all’Italia di trovare un modo legale per costringere anche con la forza i migranti a farsi identificare negli hotspot ed eventualmente essere trattenuti fa il paio con la decisione di pochi giorni fa di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, insieme a Grecia e Croazia, per il mancato rispetto del regolamento Eurodac proprio riguardo al rilevamento delle impronte digitali dei richiedenti asilo che oltrepassano i confini e pone nuovamente in primo piano l'inadeguatezza degli strumenti europei nella gestione del fenomeno globale in atto verso il nostro continente.
Ai paesi di frontiera si chiede il rispetto di un meccanismo, basato sul Regolamento di Dublino, che è stato pensato in anni in cui i flussi verso le nostre coste erano esigui, in un contesto politico molto lontano da quello attuale. Negli ultimi anni, mese dopo mese, quel sistema si è rivelato inadeguato ed è stato superato dai fatti e dai numeri, a tal punto che la stessa Agenda europea sull'immigrazione varata a maggio scorso prevede la sospensione temporanea di parti di quel regolamento.
Evidentemente serve ricordare ancora una volta i numeri dei flussi verso l'Europa: da gennaio di quest'anno all'inizio di dicembre più di 900mila persone sono arrivate attraverso il Mediteraneo rispetto ai 220mila del 2014. La Grecia ha registrato 760mila arrivi mentre l'Italia circa 150mila arrivi. E si tratta per lo più di siriani, afghani, iracheni ed eritrei, bisognosi quindi di protezione internazionale, i quali una volta sbarcati, per la maggior parte hanno deciso di non farsi identificare e proseguire verso il Nord Europa, senza chiedere asilo nel nostro Paese considerato da tempo un paese di transito.
All’invito a usare la forza occorre rispondere e rilanciare con la difesa dei diritti: al presidente del Consiglio Renzi e al sottosegretario Gozi chiediamo di insistere presso le sedi europee affinché si arrivi presto a definire un sistema comune di asilo che renderebbe la vita più facile non solo ai profughi ma anche agli Stati che dovrebbero accoglierli. Chiediamo inoltre, in attesa di questa riforma, di battersi affinché tutti gli Stati membri, anziché alzare muri e chiudere le frontiere, collaborino per una più equa distribuzione dei richiedenti asilo, per un ricorso più generoso ai ricongiungimenti familiari e per l'implementazione dei programmi di reinsediamento, unica soluzione in grado di fermare le morti in mare e di garantire viaggi legali e sicuri alle centinaia di migliaia di persone in fuga dalla guerra”.
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Onu: Italia a giudizio sui referendum. Successo di Radicali Italiani!
Abbiamo portato lo Stato a giudizio di fronte all’Onu!
Per settant’anni lo Stato italiano ha sabotato il diritto dei cittadini a promuovere referendum e leggi di iniziative popolari. È giunto il momento di riconquistare questo diritto. Grazie al lavoro di Mario Staderini e Michele De Lucia, con l’assistenza del professor Cesare Romano e della Loyola Law School di Los Angeles, abbiamo portato l’Italia davanti al Comitato diritti umani dell’Onu per la violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Lo Stato è stato “rinviato a giudizio” e chiamato ufficialmente a rispondere entro sei mesi. È la prima volta che accade per l’Italia. Un primo risultato, eccezionale nella sua portata. La denuncia trae origine da quanto accadde in occasione della campagna referendaria promossa da Radicali Italiani nel 2013 – per la quale vanno ringraziati i militanti che raccolsero prove e testimonianze utilizzate nel ricorso - ma chiama in causa sia il pluridecennale ostracismo verso l’istituto referendario da parte delle istituzioni, sia la Riforma Boschi che modificherà la Costituzione ponendo ulteriori ostacoli alle procedure referendarie, denunciate ora all’Onu. Nella mozione generale del recente Congresso di Chianciano ci siamo impegnati a proporre al Paese un Referendum Act che, sostituendo la legge del 1970, restituisca un diritto fondamentale ai cittadini sul modello della Svizzera e della California. È quello che faremo proprio partendo da questa denuncia internazionale. È di queste ore l’emersione dello scandalo della metropolitana romana. A dare il via alle indagini sono stati due esposti a firma del segretario Riccardo Magi alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all’Anac di Cantone che ha accolto i rilievi dei Radicali, ed ora il Paese sa come sono stati amministrati i soldi pubblici. In questi giorni stiamo inoltre cercando, con nostri emendamenti presentati da deputati di vari gruppi, di modificare la legge di stabilità per eliminare sussidi alle fonti fossili, inquinanti, e per rendere accessibili i risarcimenti dovuti ai cittadini, vittime dell’“irragionevole” durata dei processi. Queste azioni, questi successi, anche per essere conosciuti, hanno bisogno di risorse e sostegno. Ti chiedo di iscriverti o di contribuire subito SOSTIENICI ORA Un movimento politico con poche risorse e meno di mille iscritti è investito ora, ancor di più, di responsabilità realmente straordinarie e, grazie al tuo aiuto, potrà continuare a porre, di fronte alle istituzioni nazionali e internazionali, il rispetto del Diritto e l’affermazione delle libertà politiche, civili ed economiche. Grazie per quanto potrai fare, Valerio Federico A seguire trovi l’articolo de il Fatto Quotidiano che ha dato notizia della denuncia all’OnuSCARICA L'ARTICOLO IN PDF
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Contro i crolli interventi... Radicali
Dopo il crollo che ha coinvolto la Facoltà di Veterinaria di Napoli, Zambrano e Alterio dell'Associazione Radicale "Per la Grande Napoli": Rischio idrogeologico, interi quartieri andrebbero riprogettati
Pressing su De Luca: subito un piano di rottamazione edilizia e controlli
NAPOLI - Il crollo che ha coinvolto la Facoltà di Veterinaria è solo l’ultimo di una lunga serie di accadimenti drammatici. Che avrebbe potuto essere una catastrofe se il caso non avesse voluto che i frequentatori di quelle aule fossero allontanati per tempo. Un intreccio di mancata manutenzione, rottamazione edilizia e sottovalutato rischio idrogeologico sembra essere la causa dell’accaduto. Ora il punto successivo è individuare non solo i responsabili ma anche chi possa impedire che situazioni del genere possano ripresentarsi. I Radicali Italiani un’idea ce l’hanno: deve essere il governatore Vincenzo De Luca a dotare tutta la Regione Campania degli strumenti utili. “Ci appelliamo a lui perchè affronti i temi urgenti della rottamazione edilizia, dell’analisi di rischio idrogeologico e della lotta all’abusivismo - spiegano Manuela Zambrano, membro del Comitato Nazionale, e Giuseppe Alterio, segretario dell’Associazione “Per la Grande Napoli” - elaborando un piano di intervento con precise scadenze e perché interrompa il consumo di suolo, affinché i campani non debbano più affidarsi alla fortuna”.
I Radicali, da anni, sostengono l’improrogabilità di una attenta analisi dello stato delle costruzioni, del monitoraggio geologico e del rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, ormai obsoleto e senza alcuna garanzia di sicurezza, privo di alcun comfort ambientale.
“Le nostre proposte per l’edilizia mettono al centro il rinnovo del patrimonio abitativo italiano incoraggiando il coinvolgimento dell’imprenditoria privata - continuano Zambrano e D’Alterio - è essenziale incentivare la demolizione e la ricostruzione di fabbricati che rispettivo le nuove normative sismiche, energetiche, impiantistiche. L’obiettivo è quello di progettare il rinnovamento di interi quartieri con una conseguente riprogettazione degli spazi privati e comuni secondo gli standard contemporanei. È necessario che particolare attenzione sia rivolta al comfort ambientale e ai contenimenti dei consumi energetici, all’utilizzo di materiali ecocompatibili, non tossici, che consentano di contenere i costi dei futuri smaltimenti. Con questo obiettivo è imprescindibile coinvolgere l’imprenditoria privata accordandole premi di cubatura e sgravi fiscali per attrarre l’interesse per la ricostruzione”.
Nella riprogettazione del territorio è, inoltre, fondamentale bloccare il consumo di suolo vergine. Secondo i Radicali, va incentivato il riutilizzo di aree presenti nelle città compatte attraverso la redazione di veri e propri piani di ricostruzione, la demolizione di fabbricati e la riprogettazione di interi quartieri (anche a mezzo dell’utilizzo di fabbricati-albergo per consentire temporaneamente la vita degli abitanti di costruzioni da demolire e ricostruire). È auspicabile, inoltre, strutturare imposte per i costruttori di opere fuori dai nuclei compatti delle città al fine di bloccare il dilagante sprawl urbano. Va imposta la realizzazione di costruzioni sviluppate in altezza imponendo un basso rapporto tra area di sedime/altezza della costruzione. Nei piani di ricostruzione l’obiettivo è quello di realizzare costruzioni alte così da liberare spazio al suolo da porre a disposizione dei cittadini: parchi, strade ampie, orti sociali, aree per il tempo libero. “Ultimo punto, particolarmente importante proprio per il territorio campano, è la lotta all’abusivismo con lo snellimento delle procedure di demolizione dei fabbricati abusivi al fine di consentire un sicuro e veloce ripristino delle condizioni di legalità”, concludono i Radicali.
In un territorio fortemente modificato dalla mano, non sempre benevola, dell’uomo, è chiaro che la Natura poi si ribelli con maggiore aggressivutà: solo negli ultimi 40 anni gli eventi sismici hanno comportato danni diretti per un importo pari a 147 miliardi di euro ed una innumerevole sequela di morti. Più del 50% del patrimonio edilizio italiano è stato costruito antecedentemente all’approvazione della prima normativa sismica e parte di esso risulta essere in aree a grave rischio idrogeologico. Napoli, è noto, non fa eccezione.
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Torino, 21/o congresso Associazione radicale Adelaide Aglietta, domenica 13 dicembre nella nuova sede di via San Dalmazzo
Diritti civili, diritti umani, Stati Uniti d'Europa e proposte per la città metropolitana di Torino al centro del dibattito
Si svolgerà domenica 13 dicembre prossimo a Torino a partire dalle ore 14, nella nuova sede in via San Dalmazzo 9/bis/b, il 21° congresso ordinario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta.
I Coordinatori uscenti Marco del Ciello, Silvja Manzi e Igor Boni presenteranno le tante iniziativa realizzate negli ultimi 6 mesi e faranno proposte atte al rilancio dell'Associazione.
Ai lavori sarà presente il neo-segretario nazionale di Radicali Italiani Riccardo Magi e Silvio Viale, consigliere comunale radicale eletto nelle liste del Pd.
Il congresso di domenica sarà l'occasione per l'inaugurazione della nuova sede dell'Associazione dopo che a giugno era stata chiusa la storica sede di via Botero.
Per pagare i lavori di ristrutturazione e dare forza alle tante iniziative in cantiere l'Associazione ha lanciato una campagna di autofinanziamento straordinaria.
Si può aderire con bonifico bancario IBAN: IT 55 T 07601 01000 000051394104 oppure on-line con carta di credito o PayPal: www.associazioneaglietta.it/associarsi/ Causale: sede nuova
Per informazioni: Igor Boni, 348 5335309
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Crollo a Napoli - Alterio e Zambrano, Radicali: De Luca proponga un piano di rottamazione edilizia e di controlli
Dichiarazione di Manuela Zambrano e Giuseppe Alterio, rispettivamente membro di Comitato Nazionale e membro di Direzione di Radicali Italiani e segretario dell'Associazione “Per la Grande Napoli”
Il crollo che ha coinvolto la Facoltà di Veterinaria di Napoli è solo l'ultimo di una lunga serie di accadimenti catastrofici italiani. L'evento, di chiara natura idrogeologica, avrebbe potuto essere davvero drammatico se la fortuna non avesse tutelato persone ed animali della facoltà.
Le problematiche di natura idrogeologica si aggiungono a quelle legate alle caratteristiche sismiche del territorio italiano: solo negli ultimi 40 anni gli eventi sismici hanno comportato danni diretti per un importo pari a 147 miliardi di euro ed una innumerevole sequela di morti. Più del 50% del patrimonio edilizio italiano è stato costruito antecedentemente all'approvazione della prima normativa sismica e parte di esso risulta essere in aree a grave rischio idrogeologico.
I Radicali, da anni, sostengono l'improrogabilità di una attenta analisi dello stato delle costruzioni, delmonitoraggio geologico e del rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, ormai obsoleto e senza alcuna garanzia di sicurezza, privo di alcun comfort ambientale.
Le nostre proposte per l’edilizia mettono al centro il rinnovo del patrimonio abitativo italianoincoraggiando il coinvolgimento dell’imprenditoria privata: è essenziale incentivare la demolizione e la ricostruzione di fabbricati che rispettivo le nuove normative sismiche, energetiche, impiantistiche. L’obiettivo è quello di progettare il rinnovamento di interi quartieri con una conseguente riprogettazione degli spazi privati e comuni secondo gli standard contemporanei. E’ necessario che particolare attenzione sia rivolta al comfort ambientale e ai contenimenti dei consumi energetici, all’utilizzo dimateriali ecocompatibili, non tossici, che consentano di contenere i costi dei futuri smaltimenti. Con questo obiettivo è imprescindibile coinvolgere l’imprenditoria privata accordandole premi di cubaturae sgravi fiscali per attrarre l’interesse per la ricostruzione.
Nella riprogettazione del territorio è, inoltre, fondamentale bloccare il consumo di suolo vergine. Va incentivato il riutilizzo di aree presenti nelle città compatte attraverso la redazione di veri e propri piani di ricostruzione, la demolizione di fabbricati e la riprogettazione di interi quartieri (anche a mezzo dell'utilizzo di fabbricati-albergo per consentire temporaneamente la vita degli abitanti di costruzioni da demolire e ricostruire). E’ auspicabile, inoltre, strutturare imposte per i costruttori di opere fuori dai nuclei compatti delle città al fine di bloccare il dilagante sprawl urbano. Va imposta la realizzazione dicostruzioni sviluppate in altezza imponendo un basso rapporto tra area di sedime/altezza della costruzione. Nei piani di ricostruzione l’obiettivo è quello di realizzare costruzioni alte così da liberare spazio al suolo da porre a disposizione dei cittadini: parchi, strade ampie, orti sociali, aree per il tempo libero, ecc.
Ultimo punto, particolarmente importante proprio per il territorio campano, è la lotta all’abusivismo con lo snellimento delle procedure di demolizione dei fabbricati abusivi al fine di consentire un sicuro e veloce ripristino delle condizioni di legalità.
Ci appelliamo al Governatore De Luca, perchè affronti i temi urgenti della rottamazione edilizia, dell’analisi di rischio idrogeologico e della lotta all’abusivismo elaborando un piano di intervento con precise scadenze e perché interrompa il consumo di suolo, affinché i campani non debbano più affidarsi alla fortuna.
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Cannabis Terapeutica e Testamento Biologico: Organizzati tavoli a Saronno e Monza nel fine settimana dall'Associazione per l'Iniziativa Radicale Myriam Cazzavillan
Nel corso del fine settimana verranno organizzati dei tavoli per la raccolta firme sulle proposte di legge regionali su Cannabis Terapeutica e Testamento Biologico.
A Saronno sabato 12 dalle ore 15 alle 19 in corso Italia all'altezza di piazza Volontari del Sangue, saranno presenti i tavoli organizzati da Uaar, Possibile e dall'Associazione per l'Iniziativa Radicale Myriam Cazzavillan
A Monza, domenica 13 dalle ore 15 alle 19, la raccolta firme avviene anche per la proposta di legge sul riconoscimento di Rom e Sinti in piazza 4 novembre (vicino al Comune) vi sarà un tavolo organizzato da Radicali Monza in collaborazione con l'Associazione per l'Iniziativa Radicale Myriam Cazzavillan. Quest'ultimo tavolo sarà ripetuto domenica 20 in uguale luogo e orario.
Per maggiori informazioni è possibile visitare le pagine facebook degli eventi:
https://www.facebook.com/events/1669912896631867/
https://www.facebook.com/events/450617375062858/
Corte Costituzionale, ora la parola spetta ai presidenti di Senato e Camera, al presidente del Consiglio, a tutti i Parlamentari. Come vogliono corrispondere al monito del Presidente della Repubblica?
Per quel che riguarda noi radicali, lo sciopero della fame di dialogo e fiducia continua
Comunicato dei circa cinquanta dirigenti e militanti radicali in sciopero della fame di dialogo e fiducia, ormai da tre settimane:
Nella lunga intervista rilasciata al Messaggero, con tutta evidenza misurata parola per parola, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella letteralmente sillaba che la più che annosa questione della mancata elezione di tre componenti della Corte Costituzionale da parte del Parlamento “è problema molto più serio e grave” di altre passate analoghe situazioni. Perché “incide molto sulla funzionalità della Corte Costituzionale”. Facile la traduzione del “messaggio” che giunge dal Quirinale: un organo costituzionale, il Parlamento, impedisce a un altro organo costituzionale di funzionare.
È già la seconda volta che il presidente Mattarella solleva la questione. Già lo aveva fatto il 4 dicembre scorso, esprimendo la sua profonda preoccupazione per la situazione che si è creata e chiedendo esplicitamente alle forze politiche “un colpo di reni”.
Ora la parola spetta ai presidenti del Senato e della Camera; al presidente del Consiglio, nella sua doppia veste di capo del Governo e di segretario del Partito Democratico; ai capigruppo del Senato e della Camera; ai singoli parlamentari. Loro raccogliere i moniti del Quirinale, e operare di conseguenza.
Noi dirigenti e militanti radicali in sciopero della fame di dialogo e fiducia con le istituzioni da ormai tre settimane chiediamo “solo” che questo grave vulnus venga finalmente sanato.
Ricordiamo che la nostra azione ha anche i seguenti obiettivi:
- la cessazione delle violazioni alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del diritto comunitario;
- una campagna dello Stato italiano in sede Onu per la transizione allo stato di diritto codificando - per affermarlo - il diritto umano alla conoscenza;
- le iniziative parlamentari volte a dare seguito all’unico messaggio alle Camere dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano, con il quale si ricorda che “è fatto obbligo per i poteri dello Stato…adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo cessino”.
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Yes we Cannabis! La battaglia che unisce!
Questo fine settimana, ad un mese e mezzo dal termine della raccolta firme per la Proposta di Legge Regionale che regolamenti la Cannabis Terapeutica in Lombardia, un nutrito gruppo di partiti e associazioni (Radicali Italiani, Associazione E.Tortora Radicali Milano, Associazione Luca Coscioni, Possibile, Giovani Democratici Milano Città, Verso il Cambiamento Sesto S.Giovanni) uniranno le forze in una mobilitazione straordinaria per raccogliere le 1.000 firme mancanti alle 5.000 necessarie per proporre la legge in Consiglio Regionale.
A Milano, venerdì, sabato e domenica, si potranno sottoscrivere le proposte (Cannabis Terapeutica e Testamento Biologico) sui navigli, ai mercatini natalizi in Darsena e a quelli organizzati dal Milano Pride nella PrideSquare in Porta Venezia; sarà, altresì, possibile firmare sabato 12, in via Vivaio 1 presso l'aula del Consiglio della Città Metropolitana, durante il seminario della Lista Civica Costituente per la Partecipazione.
Nel caso questo non bastasse, venerdì sera, a Sesto San Giovanni, 4 consiglieri della lista "Democratici per il Cambiamento" sfodereranno tutta la loro inventiva, visitando i bar della città per raccogliere sottoscrizioni alle proposta di legge di iniziativa popolare in una "staffetta antiproibizionista".
E proprio il caso di dirlo, ciò che la politica divide, la Cannabis unisce!
Per informazioni su tutti i tavoli presenti in Lombardia visita la Mappa o manda una mail a barbara.bonvicini@cannabisterapeuticalombardia.com.
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Plenum Consulta: lunedì 14 dicembre manifestazione del Partito Radicale in piazza Montecitorio (dalle 14:30 alle 18:30)
“Con il Presidente Sergio Mattarella, per il plenum della Corte Costituzionale”, con queste parole il Partito Radicale nonviolento transnazionale transpartito ha convocato la manifestazione che si terrà lunedì 14 dicembre 2015 dalle ore 14.30 alle 18.30 in piazza Montecitorio in occasione della votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione di tre giudici della Consulta. Si tratterà del trentesimo scrutinio per il giudice mancante da più tempo (giugno 2014), nono e settimo scrutinio per gli altri due.
Dal 13 novembre oltre 50 militanti e dirigenti radicali sono in Satyagraha per tre obiettivi: per il plenum della Consulta; per la cessazione delle violazioni alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e al Diritto comunitario; per una campagna dello Stato italiano in sede Onu per la transizione allo Stato di Diritto codificando - per affermarlo - il diritto umano alla conoscenza.
In particolare, il tesoriere del Partito Radicale Maurizio Turco e il giornalista Valter Vecellio sono in sciopero della fame da 27 giorni e l’ex parlamentare Marco Beltrandi da molti giorni ha sospeso i farmaci prescritti per una grave patologia.
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Cannabis terapeutica, Radicali: Decreto Lorenzin in vigore da dieci giorni ma sconosciuto persino a sito Ministero Salute. Un provvedimento tanto clandestino quanto pessimo
Sulla Gazzetta Ufficiale del 30 novembre scorso è stato pubblicato il Decreto 9 novembre 2015 del Ministero della Salute (Funzioni di Organismo statale per la cannabis previsto dagli articoli 23 e 28 della convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, come modificata nel 1972).
Alle ore 16:00 di mercoledì 9 dicembre, il sito del Ministero della Salute non riporta né il testo del decreto né alcuna notizia sui suoi contenuti.
Giulio Manfredi (Radicali Italiani) e Igor Boni (coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Il “Decreto Lorenzin” regolamenta per la prima volta la coltivazione, produzione e distribuzione su tutto il territorio nazionale dei medicinali di origine vegetale a base di cannabis. E’, quindi, sorprendente che sul sito del Ministero della Salute non compaia traccia del provvedimento.
Forse il ministro Lorenzin vuole che si parli il meno possibile di un decreto che esclude dall’utilizzo dei farmaci cannabinoidi diverse patologie (per es. l'epilessia resistente alle altre terapie, il Parkinson, l'Alzheimer), e prevede altresì, per le indicazioni ammesse, l'autorizzazione all'uso solo dopo il fallimento di altre terapie. Non sono ammessi estratti come olii e resine e le condizioni per le preparazioni galeniche sono talmente proibitive da porle "fuori mercato". Dulcis in fundo, il decreto introduce il cosiddetto “monopolio fiorentino” per cui l’unico sito abilitato alla coltivazione e produzione della “sostanza attiva” è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Se così fosse ci troveremmo (il condizione è d’obbligo perché il decreto è scritto in puro burocratese di scuola democristiana) di fronte ad una palese violazione del Testo Unico sugli stupefacenti, in particolare dell’art. 17 del DPR 309/90, secondo cui “chiunque voglia coltivare, produrre e commerciare cannabis lo può fare previa autorizzazione del ministero della Sanità; il ministro nel concedere l'autorizzazione, determina, caso per caso, le condizioni e le garanzie alle quali essa è subordinata, sentito il Comando generale della Guardia di finanza nonché quando trattasi di coltivazione, il ministero dell'Agricoltura e delle Foreste”.
La legge parla di “chiunque”, cittadino italiano o meno, fiorentino o meno.
E’ possibile che la Conferenza Stato Regioni, che ha dato il via libera al decreto, non abbia formulato alcuna obiezione sul suo contenuto?
E’ possibile che qualche parlamentare, approfittando anche dello stop ai lavori parlamentari fino a lunedì 14, ponga qualche quesito al governo e al ministro Lorenzin su un decreto tanto clandestino quanto pessimo?
Link al “Decreto Lorenzin”:
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-11-30&atto.codiceRedazionale=15A08888&elenco30giorni=true
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L. stabilità: no a beffa su risarcimenti per durata processi. Da Pd sostegno a nostri emendamenti, governo tuteli cittadini
Dichiarazione di Riccardo Magi e Valerio Federico, rispettivamente segretario e tesoriere di Radicali Italiani:
"Quelle che abbiamo davanti sono ore fondamentali per salvare i cittadini dal rischio, contenuto nella legge di stabilità, che ai danni causati dalla lentezza della giustizia italiana si aggiunga anche la beffa di vedersi negato il diritto a un giusto risarcimento. Alcune norme previste dal testo in discussione, infatti, renderebbero sostanzialmente impossibile accedere al risarcimento del danno per il protrarsi abnorme di un processo. Chiediamo quindi al governo di scongiurare questa ingiustizia facendo propri gli emendamenti di Radicali Italiani - elaborati dall'avvocato radicale Michele Capano - depositati da Tancredi Turco, di Alternativa Libera, e Antonio Cuomo del Partito Democratico e già dichiarati ammissibili".
"L'articolato attuale comporta l’obbligo per l’avvocato di occuparsi in ogni processo dei 'rimedi preventivi' che, se non correttamente compiuti, impedirebbero al cliente di ottenere in futuro il risarcimento. Ci si esporrebbe così a censure da parte della Corte Europea dei diritti dell' Uomo e della Corte Costituzionale, giacché l'effettività del risarcimento sarebbe messa fortemente in discussione. Si aprirebbe, inoltre, uno scenario di sicuro contenzioso tra avvocati e clienti".
"Gli emendamenti Radicali eviterebbero dunque che, in assenza delle azioni previste da parte dell’avvocato, sia il cliente a pagarne le conseguenze non potendo più ottenere il risarcimento. Infine, senza i nostri emendamenti, lo Stato finirebbe in molti casi per non rischiare più la sanzione europea, unico stimolo che ha costretto il Governo a porsi l’urgenza di ridurre i tempi dei processi".
"Ringraziando i deputati Pd Roberto Giachetti, Demetrio Battaglia, Lia Quartapelle, Michele Ragosta e Gea Schirò che sostengono gli emendamenti, facciamo dunque appello a Renzi e al governo perché tutelino i diritti dei cittadini".
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Il Comune di Cremona sostituisce il radicale Gino Ruggeri e subentra nel processo d'appello contro i dirigenti Tamoil
Giovedi 10 dicembre alle 18 presso Palazzo comunale si terrà l'incontro tra il sindaco Gianluca Galimberti e l'avvocato del foro di Roma Giuseppe Rossodivita. Saranno altresì presenti l'assessore al territorio e alla salute Alessia Manfredini, il segretario generale Pasquale Criscuolo, l'avvocato Alessio Romanelli e il segretario di Radicalicremona.it Gino Ruggeri.
Nel corso dell'incontro verrà sottoscritta la procura che consentirà al Comune di Cremona di costituirsi come parte civile davanti alla Corte d'Appello di Brescia nel processo a carico dei dirigenti Tamoil. Con tale atto il Comune subentrerà quindi a pieno titolo al radicale Gino Ruggeri, parte civile nel processo di primo grado attraverso l'esercizio dell'azione popolare sostitutiva, istituto previsto dall'art. 9 del T.U. degli enti locali.
Inchiesta DDA sul Centro Olio Val d'Agri - Bolognetti: dell'ipocrisia e del fariseismo di CGIL e di Legambiente
Nuova del Sud, 8 dicembre 2015
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Trovo a dir poco esilarante l'intervento della CGIL, che, dopo l'ennesimo incidente verificatosi presso il Centro Olio di Viggiano, chiede all'Eni una "presa di coscienza". Un po' come chiedere a un lupo di diventare vegano. Di cosa dovrebbero prendere coscienza quelli del "Cane", del fatto che si è autorizzata la presenza di uno stabilimento a rischio incidente rilevante a ridosso di una diga, di centri abitati e in un'area ad altissimo rischio sismico? Dov'era la CGIL quando, nel 1999, con il Dec/Via(Valutazione di impatto ambientale) 3560 si autorizzava un primo ampliamento dell'originario "Centro olio Monte Alpi", poi ribattezzato "Centro Olio Val d'Agri"? Vogliamo riflettere? Bene, allora il Segretario regionale della CGIL Summa rifletta su quanto riportato a pagina cinque del sopra citato Decreto, dove è dato leggere di carenze sulla "caratterizzazione delle condizioni meteodiffusive" e di "un regime anemologico che presenta alcune criticità" e dove si afferma che "l'area circostante il Centro Olio è sede di episodi significativi di inquinamento da biossidi di zolfo, ossidi di azoto e ossidanti fotochimici di livello tale da comportare rischi significatavi acuti e cronici, agli ecosistemi vegetali". Ai farisaici amici della CGIL dico che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Una manciata di posti di lavoro, di un lavoro maledetto e senza prospettive, non potranno mai ripagare gli "effetti collaterali" prodotti da attività di coltivazione, ricerca e trasporto idrocarburi, svolte in aree delicatissime dal punto di vista idrogeologico. Questo per non dire che la presenza delle attività minerarie nella Valle dell'Agip ha negato altre prospettive e determinato danni ad altri settori produttivi.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Ai dicotomici, o forse sarebbe meglio dire bipolari, rappresentanti della CGIL lucana, che oggi invocano "coscienza e maturità" e ieri hanno assecondato lo sviluppo delle attività petrolifere, dico che i primi a dover prendere coscienza sono loro e che la presa di coscienza, anzi un esame di coscienza e magari un atto di contrizione, va chiesto a chi avrebbe dovuto monitorare e non lo ha fatto e a chi non avrebbe dovuto autorizzare e invece ha autorizzato. Valga per tutte l'esempio dell'autorizzazione alla reinizione delle acque di produzione petrolifera nel Pozzo Costa Molina 2, concessa in patente violazione della delibera C.M. del 4/2/1977 a tutela delle acque dall'inquinamento, che esplicitamente vieta lo smaltimento in unità geologiche profonde in aree ad alto rischio sismico. Oggi il carissimo Summa chiede l'intervento del Prefetto; ieri il suo collega Genovese, dalle pagine di "Rivista Sindacale", esultava per una settantina di assunzioni fatte dalla Total. Verrebbe da chiedersi cosa penserebbe il povero Giuseppe di Vittorio di questo sindacato e di questi sindacalisti. Cari amici della CGIL, la presa di coscienza e magari il mea culpa chiedeteli alla Confindustria di Michele Somma, con la quale viaggiate a braccetto.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Altrettanto esilarante, per dirla tutta, l'intervento di Legambiente Basilicata, che nei giorni scorsi ha invocato "trasparenza" sull'affaire petrolio. Peccato, verrebbe da chiosare, che lor signori in questi anni, nonostante i mezzi e la forza finanziaria che hanno a disposizione, non si siano accorti dell'assenza dell'Anagrafe dei siti da bonificare prevista dall'art. 251 del Codice dell'Ambiente. Quelli della Lega per l'Ambiente, che nei Palazzi e nel Palazzo ci vivono e ci bivaccano, non solo non hanno avuto modo di notare la patente violazione di un'importante legge dello Stato, ma hanno anche accuratamente evitato di sostenere quanto da me denunciato in merito, in nome non della "trasparenza" ma del diritto alla conoscenza. Li comprendo, fanno ciò che è nella loro natura: le sacerdotesse di un ambientalismo di regime, che vive di prese di prese di posizione da kamasutra partitocratico/ambientalista.
line-height:115%;font-family:"Verdana","sans-serif"">Si, il tasso di ipocrisia e di fariseismo in Basilicata inquina l'aria più di quanto non facciano le emissioni del COVA.
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Unioni civili, Magi: In atto tentativo di boicottaggio, aderiamo a marcia dei diritti
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"Come Radicali Italiani siamo fermamente convinti che l'unica soluzione alle odiose discriminazioni che investono le famiglie e le coppie dello stesso sesso sia una riforma organica del diritto di famiglia che passi per la completa estensione del matrimonio civile alle coppie omosessuali. Nel frattempo, alla luce del dibattito parlamentare sulle unioni civili, non possiamo non reagire con indignazione alle strumentalizzazioni e ai tentativi di smontare il riconoscimento del secondo genitore contenuto nel ddl 2081 in discussione a Palazzo Madama. Qualsiasi evocazione della gestazione per altri, il cui divieto non è in alcun modo scalfito dalla proposta delle unioni civili, è un tentativo di boicottaggio di un primo passo di civiltà verso l'affermazione dei diritti dei minori e verso l'Europa. Chiediamo quindi ai partiti che si sono esposti in campagna elettorale di blindare ufficialmente il testo base Cirinnà così com'è".
Lo dichiara Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, annunciando l'adesione del movimento alla piattaforma della "Marcia dei diritti" prevista a Roma il prossimo 12 dicembre.
"Dal canto nostro crediamo in una giusta regolamentazione della gestazione per altri anche in Italia, proprio per evitare che possano verificarsi sfruttamenti e abusi. È evidente che il gioco dei nostri avversari è quello di inserire nel dibattito un tema non per affrontarlo ma per confondere e irretire gli animi reazionari", conclude Magi.
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Conferenza stampa: La risposta del Ministero dell'ambiente all'interrogazione parlamentare riguardante la mancata costituzione di parte civile nel processo Tamoil
Lunedi 7 dicembre alle ore 11 presso la saletta spaziocomune di piazza Stradivari si terrà una conferenza stampa sul tema:
“La risposta del Ministero dell'ambiente all'interrogazione parlamentare riguardante la mancata costituzione di parte civile nel processo Tamoil”.
Intervengono:
Gino Ruggeri, segretario di Radicalicremona.it e cittadino-elettore costituitosi parte civile nel processo Tamoil al posto del Comune di Cremona
Sergio Ravelli, presidente di Radicalicremona.it
La conferenza stampa è aperta al pubblico.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.radicalicremona.it
Ue, Radicali: Corte di Giustizia toglie all’Italia altri 79 milioni, presenteremo esposto alla Corte dei conti
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"La conferma da parte della Corte di giustizia Ue del taglio di 79 milioni di euro di fondi Ue alla Puglia per carenze nei controlli e nella gestione delle spese prefigura, di tutta evidenza, un nuovo notevole danno erariale. Per questo nei prossimi giorni presenteremo ancora un esposto alla Corte dei conti. E qui bisogna, per l’ennesima volta, ricordare come la questione relativa alle rettifiche finanziarie continui a essere sottovalutata nel nostro Paese, eppure è stata la stessa magistratura contabile a lanciare l’allarme: l’Italia risulta essere tra gli stati membri maggiormente sanzionati, secondo solo alla Grecia, tant’è che nei sei anni che vanno dal 2007 al 2013, abbiamo subito rettifiche finanziarie superiori ai 900 milioni di euro. Di fronte a queste cifre, il governo Renzi non può fare finta di nulla, deve invece intervenire affinché i fondi comunitari siano spesi in modo corretto e trasparente, sollecitando le regioni inadempienti a impegnarsi finalmente nei controlli, fino a prospettarne la surrogazione con commissari ad hoc, visto che fino ad oggi hanno latitato. La perdita di centinaia di milioni di euro del Fondo europeo per lo sviluppo è un lusso che il Paese, e in particolare le regioni economicamente depresse, non possono permettersi. È ora che l'efficacia della politica regionale venga pesata e valutata sulle capacità di ben amministrare le risorse loro affidate".
Juncker e il pacchetto per l'economia circolare. Su rifiuti, cibo e salute l'Europa torna indietro
L’Unione europea ha presentato oggi il pacchetto di misure per l’economia circolare. Le finalità della normativa sarebbero la rottamazione delle discariche e il contestuale aumento del riciclo dei rifiuti, ridurre lo spreco alimentare, obbligare alla raccolta separata della frazione organica dei rifiuti, allungare la vita ai prodotti e porre fine al fenomeno dell'obsolescenza programmata.
Usiamo il condizionale perché, in realtà, il pacchetto presentato dalla Commissione Juncker non è né una novità, né rappresenta un atto coraggioso. Anzi, si torna proprio indietro.
La normativa è infatti ereditata della precedente Commissione guidata da Barroso. L'attuale commissione Juncker la ritirò all’indomani del suo insediamento: una mossa che espose la nuova Commissione adaspre critiche che in parte rientrarono dietro la promessa del Presidente Junker di ripresentare il documento migliorato. Ma il confronto tra le due proposte è davvero impietoso.
L’obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani: era del 70 per cento al 2030 nella prima proposta, scende al 65 per cento, mentre l’obiettivo di riciclo degli imballaggi scende dall’80 al 75 per cento al 2030. Alcuni paesi (Estonia, Grecia, Croazia, Lettonia, Malta, Romania e Slovacchia) potranno anche chiedere una proroga di 5 anni. A questo va aggiunto che il pacchetto non prevede più alcuna misura volta all'eliminazione di quelle sostanze tossiche dai prodotti che impediscono il riciclo e mettono in pericolo la salute di chi li produce o ripara.
Una bella sforbiciata anche per gli obiettivi sulla riduzione del conferimento in discarica. Il documento attuale prevede che possano finire in discarica nel 2030 fino al 10 per cento dei rifiuti domestici, compresi rifiuti riciclabili o compostabili. La proposta originaria fissava, per la stessa data, un massimo del 5 per cento per i rifiuti non pericolosi di origine domestica ed escludeva quelli riciclabili o compostabili.
Indietro tutta anche sulla raccolta separata della frazione organica. Nella proposta della precedente Commissione si fissava la obbligatorietà entro il 2025. Ora si parla di organizzarla ovunque entro il 2025 laddove si dimostri possibile sotto un profilo tecnico, economico e ambientale. Una clausola molto pericolosa che mantiene inalterati i privilegi della lobby degli inceneritori e la pretesa di considerare come rinnovabile la quota di energia derivata dalla combustione della frazione umida dei rifiuti urbani.
Per la riduzione dello spreco di cibo, si indicava un taglio del 30 per cento di cibo finito in spazzatura nel 2025 rispetto ai valori del 2017 mentre ora non viene suggerito nessun obiettivo. Scompare ogni riferimento agli obiettivi di efficienza nell’uso delle risorse, cioè come fare gli stessi prodotti consumando meno materie prime. Un punto che era invece alla base del pacchetto precedente, che indicava una riduzione del 30% rispetto al consumo di materie prime impiegate nella produzione manifatturiera. E pensiamo che questo sarebbe stato un aspetto centrale da rafforzare nel nuovo documento.
L’unico aspetto positivo è quello legato alla direttiva Ecodesign, che introduce criteri di durevolezza, riciclabilità e riparabilità negli elettrodomestici prodotti e venduti in Europa, così da combattere l'odioso fenomeno della obsolescenza programmata.
Complessivamente, il pacchetto non è per nulla un buon biglietto da visita da spendere al Summit sul Clima di Parigi.