Politica
Botte in Consiglio regionale Piemonte/Viale: tutta Italia ha visto ma per ufficio di presidenza non è successo niente. Rendere pubbliche le videoregistrazioni. Finalmente online l’impegno di Cota a dimettersi
Il giorno dopo la vergognosa esibizione in Consiglio Regionale il radicale Silvio Viale (Comitato nazionale di Radicali Italiani), consigliere comunale a Torino, denuncia l'incredibile coperchio che l'Ufficio di Presidenza ha posto sull’accaduto, invitandoli a rendere pubblica la moviola:
“Proprio un bel quadretto di giornata.
- Leggo sul sito del Consiglio Regionale del Piemonte un fantasioso comunicato dell'Ufficio di Presidenza per il quale “durante la seduta si sono vissuti momenti di inusuale tensione tra alcuni consiglieri”, ma che “non vi è stato da parte di alcuno la volontà di compiere atti fisici di violenza”. Cioè che non è successo niente, nonostante tutta Italia abbia visto, e si può far finta di niente.
- Vengo poi a sapere che sia l’intervento di Mercedes Bresso e che la bagarre non sono satti segnalati dai twitter che accompagnano, passo a passo, i lavori del consiglio regionale. Mi chiedo se hanno già cancellato anche le videoregistrazioni. Mi auguro che ci siano ancora e che siano diffuse pubblicamente per, eventualmente, smentire le sequenze fotografiche dei siti nazionali.
- Intanto al TG3 un rinato Franco Maria Botta (capogruppo dei Fratelli d’Italia), quello che ha interrotto l’intervento di Mercedes Bresso e scatenato la bagarre, chiede scusa ai “topi”, cioè ai giornalisti, ma non alla “fogna”, mantenendo il riferimento alle redazioni dei giornali. Forse non si è rivisto alla moviola.
- Infine, finalmente, è online l’impegno di Cota a dimettersi, come pronunciato l’11 gennaio 2013 di fronte ai Pubblici Ministeri Gian Carlo Caselli, Andrea Beoni ed Enrica Gavetta. In quel verbale Roberto Cota dichiara testualmente: “… Come Presidente della Regione non posso nascondervi nulla, tengo al vostro giudizio, né posso permanere in questa carica anche solo con l’ombra di un avviso di garanzia; soprattutto in un momento come questo quando la gente sta male, ha legittime aspettative dalla politica ed ha bisogno di punti di riferimento sicuri. Se un politico deve proporre la chiusura di ospedali non può, allo stesso tempo, vivere nel dubbio di apparire come uno che approfitta per se’ della sua posizione politico-istituzionale …”.
Credo che rimanga solo da chiedersi quando si metterà sul serio fine a tutto questo per andare a eleggere un nuovo Consiglio Regionale.”
Torino, 27 novembre 2013
(Silvio Viale 339.3257406)
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Presentazione del libro: L'Italia della Piccola industria. Dal dopoguerra a oggi" di Valerio Castronovo
Intervista a Massimo Lugli sul caso Emanuela Orlandi
Amnistia subito! Pannella: aiutiamo il Governo a decidere. Un Natale all’insegna della lotta nonviolenta
L’iniziativa nonviolenta, che ha visto la mobilitazione dei radicali e dei familiari dei detenuti davanti alle carceri di molte città italiane, deve necessariamente riprendere avendo come primo interlocutore il Governo in carica.
Il solenne messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica dell’8 ottobre scorso ha trovato Camera e Senato distratti, inadeguati, quando non addirittura silenti. Più che di uno sgarbo trattasi di una profonda ferita istituzionale che finora – e sono passati 50 giorni – ha relegato il 1° messaggio del Presidente Napolitano, inviato secondo quanto previsto dall’art. 87 della Costituzione, nel limbo degli affari parlamentari di secondaria importanza.
Ora, occorre che il Governo assuma di sé la responsabilità di rispondere adeguatamente a quanto proposto dal Presidente Napolitano nel suo messaggio. Occorre che il Governo che su quasi tutto ritiene di investire il Parlamento con i suoi disegni di legge, indichi i tempi per l’approvazione di un provvedimento straordinario che consenta al nostro Paese di uscire dalla flagrante violazione di diritti umani fondamentali, come sanzionato dalla Corte EDU con la sentenza Torreggiani. Sentenza che deve essere rispettata entro il 28 maggio prossimo con il ripristino della legalità europea e costituzionale italiana.
Lo stesso Capo del DAP Giovanni Tamburino ha poco fa dichiarato che difficilmente l’Italia riuscirà a rispettare quanto previsto dalla Corte EDU senza percorrere nell’immediato la soluzione "indicata dal presidente Napolitano" con "interventi di carattere straordinario".
L’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella, di Rita Bernardini, dei radicali, dei detenuti e dei loro familiari, riprenderà nei prossimi giorni con un appello straordinario rivolto all’intera comunità penitenziaria affinché si mobiliti per dialogare con il Governo al quale si chiederà di fare, in coscienza, ciò che i principi ispiratori dello Stato di Diritto e della democrazia impongono.
A questo link è possibile ascoltare la trasmissione di Radio Radicale, “Radio Carcere”, andata in onda (come ogni martedì) nella giornata del 26 novembre. Nel corso della puntata condotta da Riccardo Arena, Marco Pannella ha fatto esplicito riferimento alla ripresa della lotta nonviolenta che potrebbe culminare in una Marcia di Natale sull’Amnistia che rievocherebbe quella del 2005 quando, con i radicali, marciarono Giorgio Napolitano, Francesco Cossiga, Massimo D’Alema, Don Mazzi e i cappellani di molti istituti penitenziari.
Sostieni l'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella con la tua adesione»
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Intervista a Michele Capano sul caso di un rom rumeno accusato di traffico di rifiuti per il suo commercio ambulante di materiali ferrosi autorizzato dalla legge
Stamina, Gallo: appoggio alla Lorenzin per pubblicazione del metodo Stamina
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
Chiediamo a Davide Vannoni la pubblicazione del metodo Stamina, ci associamo alla richiesta effettuata dal Ministro Lorenzin. E' quanto più necessario adesso, considerate le conseguenze che questa situazione sta provocando ai malati e ai loro familiari, spinti a dissanguarsi a Piazza Montecitorio per difendere qualcosa di sconosciuto ai più, rendere noto tutto: la prassi vorrebbe che il metodo Stamina venisse pubblicato su una rivista scientifica e fatto conoscere a tutta la comunità internazionale. Invece Vannoni continua a prendersi gioco di tutti, dicendo che è tutto visibile su google. Resta il fatto che ha preteso una clausola di riservatezza affinché il Ministero non lo pubblichi; in più le cartelle cliniche, tanto sbandierate nella prima e unica conferenza stampa della Stamina foundation in cui sarebbero evidenziati i miglioranti di molti pazienti, al momento non sono state rese pubbliche, nonostante le promosse di Vannoni.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Eutanasia: Cappato, dal Senato belga un aiuto ai minori per decidere (con genitori e medici) nella legalità, mentre il Parlamento italiano si gira dall'altra parte
Dichiarazione di Marco Cappato, Radicale, Promotore della Proposta di legge di iniziativa popolare per l'Eutanasia legale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni Milano, 27 novembre 2011 Il voto a larga maggioranza (13 contro 4) delle Commissioni congiunte affari sociali e giustizia del Senato belga apre la possibilità anche per i minori di ottenere, su loro richiesta, l'accesso all'eutanasia, previo l'assenso dei genitori e solo nel caso in cui essi siano malati terminali, seguiti da un'équipe medica, in condizioni di sofferenza fisica insopportabile e non mitigabile. Con questo voto, se confermato dalla plenaria, il Senato si assumerà la responsbailità di non lasciare senza risposta quelle persone minorenni che, insieme ai propri genitori e ai medici curanti, sono sottoposti nella fase terminale della loro malattia a una tortura implacabile e definitiva. Il disegno di legge votato è preciso e rigoroso, ed esigerà una applicazione altrattanto rigorosa per evitare ogni abuso.
Il Parlamento italiano, al contrario di quello belga, ha finora deciso di girare la testa dall'altra parte, lasciando che ogni scelta di fine vita sia assunta in un contesto di sofferenza, disperazione e clandestinità, sia per quanto riguarda il testamento biologico che l'eutanasia, anche per quanto riguarda le persone maggiorenni.
Come Radicali dell'Associazione Luca Coscioni continuiamo a raccogliere sottoscrizioni online su www.eutanasialegale.it sulla proposta di legge di iniziativa popolare già depositata alla Camera dei Deputati con 67.000 firme autenticate e certificate, in attesa che i Capigruppo ne consentano la discussione. La nostra proposta di legge fissa il principio generale di libertà e responsabilità nelle scelte di fine vita delle persone maggiorenni, lasciando al dibattito parlamentare -finora negato- il compito di affrontare temi come quello dell'obiezione di coscienza e dei minori, magari anche sulla scorta di esperienze internazionali come quella belga.
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Intervista a Carmine Di Noia sul rapporto Corporate Governance in Italia
Fiducia degli italiani nei ministri: a nessuno come a Emma Bonino
Ministro degli Esteri, federalista europea, benvista dalla comunità internazionale e determinata nel suo lavoro e nelle sue battaglie: radicale. Emma Bonino non è affermata solo all'estero ma anche nel suo paese. A confermarlo è il sondaggio di Datamonitor per Il Tempo dove, alla domanda "Quanta fiducia ha nei ministri?", Bonino risulta la più apprezzata con il 50% della fiducia. A seguire Delrio (42%), Cancellieri (40%), Lupi (40%) e Alfano (40%).
Questo ulteriore sondaggio mostra chiaramente come la leader radicale che si è battuta e si batte quotidianamente per i diritti umani e civili in Italia e nel mondo, sia il politico - non solo il ministro - più caro agli italiani.
Presentazione della relazione annuale della Corte dei conti europa
Giustizia/Europa. Radicali Italiani partecipa al congresso del Partito liberale europeo con due risoluzioni urgenti sull'amministrazione della giustizia in Italia e la codificazione del diritto alla conoscenza alle Nazioni Unite
L'ex Senatore Marco Perduca e Matteo Angioli, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani parteciperanno a Londra al congresso dell'ALDE, il partito dell'Alleanza sei Liberali e Democratici per l'Europa. La riunione di 55 partiti liberali presenti negli stati membri del continente europeo e non solo si tiene dal 28 al 30 novembre e affronterà, tra le altre cose, anche le prossime elezioni europee dove i liberali intendono partecipare con liste transnazionali da organizzare intorno a un manifesto che verrà discusso a Londra nei prossimi giorni.
Radicali Italiani ha proposto due risoluzioni urgenti: la prima riguarda la flagranza criminale della Repubblica Italiana relativa all'amministrazione della giustizia come da decenni denunciato dalla Corte Europea per i Diritti Umani relativa all'irragionevole durata dei processi e il trattamento carcerario. La risoluzione parte dalle decisioni più significative del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa e della Corte di Strasburgo per arrivare alla sentenza pilota adottata nel gennaio di quest'anno, ripresa anche dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio al Parlamento dell'8 ottobre scorso. I Radicali chiedono i partiti dell'ALDE di adoperarsi all'interno del Parlamento europeo, dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e in ogni altra sede competente affinché l'Italia rispetti i propri obblighi internazionali entro la data del 28 maggio 2014 fissata dalla sentenza Torrigiani. La seconda risoluzione d'urgenza è relativa alla necessità di codificare, da parte delle Nazioni unite, il "diritto alla conoscenza" al fine di garantire la massima trasparenza e conoscibilità del processo decisionale delle istituzioni, a partire dal governo. Il documento parte dallo stallo stallo delle deliberazioni della Commissione Chilcot che in Gran Bretagna sta portando avanti un'inchiesta indipendente sul modo in cui Londra decise di prender parte alla guerra in Iraq. Una serie di veti imposti dalla Segreteria del Premier David Cameron alla Commissione impedisce di affrontare alcuni nodi cruciali della fase finale dei rapporti tra Tony Blair e George Bush. Di seguito i testi delle risoluzioni proposte: Resolution on justiceThe Alliance of Liberal and Democrats for Europe Party convening in London, UK on 28-30 November 2013
Whereas: – since 1997 (Resolution DH 336), and in numerous subsequent Resolutions, the Committee of Ministers of the Council of Europe has reiterated that «the problem of the excessive duration of judicial proceedings in Italy, by dint of its persistency and scope, represents a concrete danger for the respect of the Rule of Law in that country (see Interim Resolution ResDH(2005)114), and that Italy still has to comply with its obligation under the Convention to solve this structural problem which has given rise to many varied violations of the Convention since the 1980s» [Interim Resolution CM/ResDH(2007)27]; – in the Report on his visit to Italy on 10-17 June 2005, Mr. Álvaro Gil-Robles, Commissioner for Human Rights of the the CoE, stressed that in 2004 «information supplied by the Attorney General in the Supreme Court of Cassation (...) [showed] that nearly 30% of the Italian population [were] waiting for court decisions»; – on 8 January 2013, the European Court of Human Rights has condemned Italy for the violation of Art. 3 (prohibition of torture) of the European Convention on Human Rights, and has given the Italian State one year (expiring on May 27th, 2014) to put in place «an effective domestic remedy or a combination of such remedies capable of affording, in accordance with the Convention principles, adequate and sufficient redress in cases of prison overcrowding»; – the persistence of this situation has induced the President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano (pursuant to Art. 87.2 of the Italian Constitution) to address a formal Message to the Italian Parliament on 7 October 2013, in which he recalled the aforementioned ECHR judgement, adding «I trust that you will understand the reasons for which I have turned to you by means of a formal Message to the Parliament, as well as the nature of the issues that Italy has an obligation to address due to mandatory European pronouncements. These reasons and issues relate to such levels of civility and dignity that our Country cannot compromise in the face of unjustifiable distortions and omissions of the policies on justice and prisons».
Calls on
- ALDE and ALDE Members to do their utmost at the European Parliament, the Parliamentary Assembly of the CoE as well as in any other relevant international competent bodies to urge Italy to respect her obligations under International concerning the administration of justice.
- All Member States to recognize and fulfill the requirements set by the European Convention for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment. Resolution on Raison detat The Alliance of Liberal and Democrats for Europe Party convening in London, UK on 28-30 November 2013
Whereas: - the publicity of the decision-making progress is a pillar or liberal democracies and constitutes a crucial element of popular participation in the political and electoral processes; - recent events have shown that the national interest, or "raison d'état", has taken the place of the Rule of Law as well as of the respect for international obligations that single states have vis-à-vis international law;
- it has therefore become pressant to adopt commonly shared norms to clearly identify only a few and clear circumstances in which Governments can keep their decision-making process unknown to the public; - to address the above-mentioned problems several countries, within and outside the European Union, have adopted legislations along the lines of the so-called "freedom of information" acts. Despite these positive progress, there remains an ample number of situations in which the Executive can block institutional or independent inquiries, such as the two-year delayed British Iraq Inquiry led by Sir John Chilcot and staffed with four more Privy Counsellors, denying access to documents that are considered to be crucial to the investigation or the public debate. Calls on - ALDE and ALDE members to coordinate their national and international efforts to promote pieces of legislations similar to the FOIA mentioned above - to evaluate the possibility to launch a joint campaign so that the "right to knowledge" concerning the institutional decision making process is codified by the United Nations.
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