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Il video della Direzione di Radicali italiani

Radicali Italiani - Lun, 04/29/2013 - 13:15
29/04/13

Domenica 28 aprile si è tenuta la riunione della Direzione di Radicali Italiani, presso la sede del Partito Radicale a Roma.

Vi riproponiamo la video-registrazione della riunione dopo le relazioni introduttive di Mario Staderini e Michele De Lucia è seguita una breve interruzione per assistere alla cerimonia del Giuramento dei Ministri del nuovo Governo, del quale fa parte anche Emma Bonino, quale Ministro degli esteri.

Sono quindi intervenuti Michele Capano, Silvio Viale, Rita Bernardini, Andrea Billau, Marco Perduca, Angiolo Bandinelli, Marco Beltrandi, Marco Cappato, Josè De Falco, Riccardo Magi, Matteo Angioli, Lorenzo Strik Lievers, Maria Grazia Lucchiari, Antonio Stango, Marco Pannella, Emma Bonino (di ritorno dalla cerimonia), Deborah Cianfanelli, Francesco Pilotto, Gaoussou Ouattara, Giorgio Pagano.

 

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Emma Bonino ha giurato, è Ministro degli Esteri del Governo Letta

Radicali Italiani - Dom, 04/28/2013 - 12:32
28/04/13

Il Governo ha prestato giuramento questa mattina al Palazzo del Quirinale. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, onorevole Enrico Letta, e i Ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato, pronunciando la formula di rito.

Emma Bonino è arrivata al Quirinale per il giuramento del governo Letta. La neo ministro degli Esteri è salita al Colle in taxi ed è entrata a piedi nel palazzo, salutata dagli applausi della folla. Bonino, pantaloni neri e giacca rossa, ha risposto con un gesto di saluto con la mano e un gran sorriso, prima di entrare.

 

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Livingstone67: PLAYLIST | Vasco Rossi e il Partito radicale,una storia che dura da quasi 25 anni http://t.co/xB47HNxsUk via @sharethis

I miei tweet - Dom, 04/28/2013 - 11:59
Livingstone67: PLAYLIST | Vasco Rossi e il Partito radicale,una storia che dura da quasi 25 anni http://t.co/xB47HNxsUk via @sharethis
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PLAYLIST | Vasco Rossi e il Partito radicale, una storia che dura da quasi venticinque anni

My Tube - Dom, 04/28/2013 - 11:53

Molte volte mi viene chiesta la ragione per cui spesso utilizzo le canzoni di Vasco Rossi per far comprendere l'azione politica radicale, la sua diversità, la sua complessità. Ebbene, probabilmente è anche una ragione di "amore" per i radicali e Vasco stesso che mi porta a raccontare in questo modo la politica, quella vera, non quella politicante, sicuramente è il modo in cui vivo, dentro di me, questo "amore", certamente perchè Vasco è il rocker italiano che più amo ascoltare e seguire, ovviamente perchè amo tutte le canzoni del cittadino di Zocca che fino a qualche anno fa seguivo nei suoi concerti dal vivo (esperienza che consiglio a tutti coloro che non l'hanno mai provata), ma la motivazione più vera è, forse, un'altra.

Spesso si è parlato di Vasco Rossi come possibile candidato in una lista radicale in occasioni di diverse competizioni elettorali, lui ha sempre rifiutato le proposte fattegli perchè ha considerato altri, meglio di lui, in grado di "fare" politica. Un difetto di grande "umiltà", quello di Vasco, che però non si è mai risparmiato nel sostenere l'azione radicale con le sue iscrizioni che durano da quasi venticinque anni, con i suoi pubblici appelli a sostegno dell'azione politica di Marco Pannella, Emma Bonino e di coloro che ha sempre considerato suoi "compagni" di strada.

Ebbene, Vasco a mio avviso ha sempre fatto politica anche con le sue canzoni, con tutte le sue canzoni, davvero tutte. Ed è in ciò che si può ritrovare il denominatore comune di Vasco con i radicali e con me stesso. Il suo approccio alla vita è libertario, il suo rapporto con l''amore, anche quello che narra nelle sue magnifiche canzoni, è libertario, il suo vivere l'amicizia, il rispetto, la lealtà, la correttezza, è libertario, il suo relazionarsi con gli "altri" è intriso di profonda libertà, perciò responsabile e indipendente. In definitiva, considero Vasco un "poltico", più precisamente un poeta della politica. Bisogna, evidentemente, intendersi sul significato del termine "politica". Qui mi tocca citare un testo, famosissimo, di Marco Pannella perchè in esso, a mio avviso, si spiega, forse meglio che altrove, l'incontro tra Vasco, Pannella e miei video. Buona lettura e visione!

“Tu sei un rivoluzionario. Io amo invece gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari anfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione.

Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”.

Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie.

Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti.

Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo. Non credo ai “viaggi” e sarà anche perché i “vecchi” ci assicurano sempre che “formano” (a loro immagine) i “giovani”, come l’esercito e la donna-scuola.

Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico” per pensare ad eliminarlo.

 Brucare, o fumare erba non m’interessa per la semplice ragione che lo faccio da sempre. Ho un’autostrada di nicotina e di catrame dentro che lo prova, sulla quale viaggia veloce quanto di autodistruzione, di evasione, di colpevolizzazione e di piacere consunto e solitario la mia morte esige e ottiene.

Mi è facile, quindi, impegnarmi senza riserve per disarmare boia e carnefici di Stato, tenutari di quel casino che chiamano “l’Ordine”, i quali per vivere e sentirsi vivi hanno bisogno di comandare, proteggere, obbedire, torturare, arrestare, assolvere o ammazzare, e tentano l’impossibile operazione di trasferire i loro demoni interiori (di impotenti, di repressi, di frustrati) nel corpo di chi ritengono diverso da loro e che, qualche volta (per fortuna!), lo è davvero.

[...] Non  esistono dei “perversi”, ma dei “diversi”. Nelle famiglie, nelle scuole, nelle fabbriche o negli uffici perfino i torturatori sono anch’essi, in primo luogo, e generalmente delle vittime. Tranne che per certi psicanalisti, uccidere il padre non è la soluzione, non aiuta a superare l’istituzione, la famiglia; o non basta e non è comunque necessario.

Sosteniamo, insieme, che non esistono nelle carceri, negli ospedali, nei manicomi, nelle strade, sui marciapiedi, nei tuguri, nelle bidonville, dei “peggiori”, ma anche lì, dei “diversi” malgrado la miseria (che è terribile proprio perché degrada, muta, fa degenerare: e se no, perché la combatteremmo tanto?), malgrado il lavoro che aliena (che rende “pazzi”), malgrado che lo sfruttamento classista sia “secolare”, quindi incida sull’ereditarietà.

Sogniamo – e v’è rigore e responsabilità nei nostri sogni – una società senza violenza e aggressività o in cui, almeno, deperiscano anziché ingigantirsi e esservi prodotte. Sosteniamo che è morale quel che tale appare a ciascuno. Lottiamo contro una “giustizia” istituzionale (e “popolare”) che ovunque scambia diversità per perversione, dissenso per peccato.

[...] Perciò non m’interessa molto che la vostra violenza rivoluzionaria, il vostro fucile, siano probabilmente morali e naturali, mentre mi riguarda profondamente il fatto che siano armi suicide per chi speri ragionevolmente di poter edificare una società (un po’ più) libertaria, di prefigurarla rivoluzionando se stesso, i propri meccanismi, il proprio ambiente e senza usar mezzi, metodi idee che rafforzano le ragioni stesse dell’avversario, la validità delle sue proposte politiche, per il mero piacere di abbatterlo, distruggerlo o possederlo nella sua fisicità.

La violenza è il campo privilegiato sul quale ogni minoranza al potere tenta di spostare la lotta degli sfruttati e della gente; ed è l’unico campo in cui può ragionevolmente sperare d’essere a lungo vincente. Alla lunga ogni fucile è nero, come ogni esercito ed ogni altra istituzionalizzazione della violenza, contro chiunque la si eserciti, o si dichiari di volerla usare.

L’etica del sacrificio, della lotta eroica, della catarsi violenza mi ha semplicemente rotto le balle; come al “buon padre di famiglia”, al compagno chiedo una cosa prima d’ogni altra: di vivere e d’essere felice.

Penso, personalmente, che avendo un certo bagaglio di speranze, di idee e di chiarezza non solo questo sia possibile, ma che non vi sia altro modo per creare e vivere davvero felicità.

[...] Abbiamo dovuto, ogni giorno per anni quanto lunghi, inventare tutto, rifiutare ogni strumento esistente, ogni scorciatoia, ogni facilità, per poter avanzare almeno di un poco. I mezzi che ci si offrivano già pronti, che facevano la forza apparente di tanti altri, non erano omogenei, non prefiguravano quel che cerchiamo, e cerchiamo di costruire.

La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna, piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli. Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei seat-in, con gli happening continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano “individuali” e “azioni dirette” di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile, troppo spesso considerati “diversi” dai compagni e colmi invece d’attenzioni continue, di provocazioni, di colpi da parte dei pula e non dei minori.

Abbiamo durato, rifiutando di sopravvivere, ricominciando sempre, facendo anche delle sconfitte materia buona per dar volto e corpo alle nostre testarde, ed alla fine semplici e antiche, speranze.”

 Marco Pannella, 1 Luglio 1973

[tratto dalla Prefazione al libro “Underground a pugno chiuso!” di Andrea Valcarenghi. Versione intera, con commento di P.P.Pasolini: http://www.radioradicale.it/exagora/la-fantasia-come-necessita]

Parole chiave: Vasco RossiMarco Pannellapartito radicaleEmma BoninopoliticaamorelibertàlibertarismorockIl Blasco
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PLAYLIST | Vasco Rossi e il Partito radicale, una storia che dura da quasi venticinque anni

My Tube - Dom, 04/28/2013 - 11:53

Molte volte mi viene chiesta la ragione per cui spesso utilizzo le canzoni di Vasco Rossi per far comprendere l'azione politica radicale, la sua diversità, la sua complessità. Ebbene, probabilmente è anche una ragione di "amore" per i radicali e Vasco stesso che mi porta a raccontare in questo modo la politica, quella vera, non quella politicante, sicuramente è il modo in cui vivo, dentro di me, questo "amore", certamente perchè Vasco è il rocker italiano che più amo ascoltare e seguire, ovviamente perchè amo tutte le canzoni del cittadino di Zocca che fino a qualche anno fa seguivo nei suoi concerti dal vivo (esperienza che consiglio a tutti coloro che non l'hanno mai provata), ma la motivazione più vera è, forse, un'altra.

Spesso si è parlato di Vasco Rossi come possibile candidato in una lista radicale in occasioni di diverse competizioni elettorali, lui ha sempre rifiutato le proposte fattegli perchè ha considerato altri, meglio di lui, in grado di "fare" politica. Un difetto di grande "umiltà", quello di Vasco, che però non si è mai risparmiato nel sostenere l'azione radicale con le sue iscrizioni che durano da quasi venticinque anni, con i suoi pubblici appelli a sostegno dell'azione politica di Marco Pannella, Emma Bonino e di coloro che ha sempre considerato suoi "compagni" di strada.

Ebbene, Vasco a mio avviso ha sempre fatto politica anche con le sue canzoni, con tutte le sue canzoni, davvero tutte. Ed è in ciò che si può ritrovare il denominatore comune di Vasco con i radicali e con me stesso. Il suo approccio alla vita è libertario, il suo rapporto con l''amore, anche quello che narra nelle sue magnifiche canzoni, è libertario, il suo vivere l'amicizia, il rispetto, la lealtà, la correttezza, è libertario, il suo relazionarsi con gli "altri" è intriso di profonda libertà, perciò responsabile e indipendente. In definitiva, considero Vasco un "poltico", più precisamente un poeta della politica. Bisogna, evidentemente, intendersi sul significato del termine "politica". Qui mi tocca citare un testo, famosissimo, di Marco Pannella perchè in esso, a mio avviso, si spiega, forse meglio che altrove, l'incontro tra Vasco, Pannella e miei video. Buona lettura e visione!

“Tu sei un rivoluzionario. Io amo invece gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari anfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione.

Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”.

Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie.

Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti.

Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo. Non credo ai “viaggi” e sarà anche perché i “vecchi” ci assicurano sempre che “formano” (a loro immagine) i “giovani”, come l’esercito e la donna-scuola.

Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico” per pensare ad eliminarlo.

 Brucare, o fumare erba non m’interessa per la semplice ragione che lo faccio da sempre. Ho un’autostrada di nicotina e di catrame dentro che lo prova, sulla quale viaggia veloce quanto di autodistruzione, di evasione, di colpevolizzazione e di piacere consunto e solitario la mia morte esige e ottiene.

Mi è facile, quindi, impegnarmi senza riserve per disarmare boia e carnefici di Stato, tenutari di quel casino che chiamano “l’Ordine”, i quali per vivere e sentirsi vivi hanno bisogno di comandare, proteggere, obbedire, torturare, arrestare, assolvere o ammazzare, e tentano l’impossibile operazione di trasferire i loro demoni interiori (di impotenti, di repressi, di frustrati) nel corpo di chi ritengono diverso da loro e che, qualche volta (per fortuna!), lo è davvero.

[...] Non  esistono dei “perversi”, ma dei “diversi”. Nelle famiglie, nelle scuole, nelle fabbriche o negli uffici perfino i torturatori sono anch’essi, in primo luogo, e generalmente delle vittime. Tranne che per certi psicanalisti, uccidere il padre non è la soluzione, non aiuta a superare l’istituzione, la famiglia; o non basta e non è comunque necessario.

Sosteniamo, insieme, che non esistono nelle carceri, negli ospedali, nei manicomi, nelle strade, sui marciapiedi, nei tuguri, nelle bidonville, dei “peggiori”, ma anche lì, dei “diversi” malgrado la miseria (che è terribile proprio perché degrada, muta, fa degenerare: e se no, perché la combatteremmo tanto?), malgrado il lavoro che aliena (che rende “pazzi”), malgrado che lo sfruttamento classista sia “secolare”, quindi incida sull’ereditarietà.

Sogniamo – e v’è rigore e responsabilità nei nostri sogni – una società senza violenza e aggressività o in cui, almeno, deperiscano anziché ingigantirsi e esservi prodotte. Sosteniamo che è morale quel che tale appare a ciascuno. Lottiamo contro una “giustizia” istituzionale (e “popolare”) che ovunque scambia diversità per perversione, dissenso per peccato.

[...] Perciò non m’interessa molto che la vostra violenza rivoluzionaria, il vostro fucile, siano probabilmente morali e naturali, mentre mi riguarda profondamente il fatto che siano armi suicide per chi speri ragionevolmente di poter edificare una società (un po’ più) libertaria, di prefigurarla rivoluzionando se stesso, i propri meccanismi, il proprio ambiente e senza usar mezzi, metodi idee che rafforzano le ragioni stesse dell’avversario, la validità delle sue proposte politiche, per il mero piacere di abbatterlo, distruggerlo o possederlo nella sua fisicità.

La violenza è il campo privilegiato sul quale ogni minoranza al potere tenta di spostare la lotta degli sfruttati e della gente; ed è l’unico campo in cui può ragionevolmente sperare d’essere a lungo vincente. Alla lunga ogni fucile è nero, come ogni esercito ed ogni altra istituzionalizzazione della violenza, contro chiunque la si eserciti, o si dichiari di volerla usare.

L’etica del sacrificio, della lotta eroica, della catarsi violenza mi ha semplicemente rotto le balle; come al “buon padre di famiglia”, al compagno chiedo una cosa prima d’ogni altra: di vivere e d’essere felice.

Penso, personalmente, che avendo un certo bagaglio di speranze, di idee e di chiarezza non solo questo sia possibile, ma che non vi sia altro modo per creare e vivere davvero felicità.

[...] Abbiamo dovuto, ogni giorno per anni quanto lunghi, inventare tutto, rifiutare ogni strumento esistente, ogni scorciatoia, ogni facilità, per poter avanzare almeno di un poco. I mezzi che ci si offrivano già pronti, che facevano la forza apparente di tanti altri, non erano omogenei, non prefiguravano quel che cerchiamo, e cerchiamo di costruire.

La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna, piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli. Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei seat-in, con gli happening continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano “individuali” e “azioni dirette” di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile, troppo spesso considerati “diversi” dai compagni e colmi invece d’attenzioni continue, di provocazioni, di colpi da parte dei pula e non dei minori.

Abbiamo durato, rifiutando di sopravvivere, ricominciando sempre, facendo anche delle sconfitte materia buona per dar volto e corpo alle nostre testarde, ed alla fine semplici e antiche, speranze.”

 Marco Pannella, 1 Luglio 1973

[tratto dalla Prefazione al libro “Underground a pugno chiuso!” di Andrea Valcarenghi. Versione intera, con commento di P.P.Pasolini: http://www.radioradicale.it/exagora/la-fantasia-come-necessita]

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Basilicatanet su conversazione Pannella-De Filippo e nomina Bonino a Ministro degli Esteri

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 20:17
27/04/13

Fonte Basilicatanet, 27 aprile 2013

BAS - Il segretario dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti, rende noto che tra Marco Pannella e il Governatore della Regione Basilicata Vito De Filippo, è intercorsa “una lunga conversazione telefonica” in cui i due politici hanno discusso della “recente crisi regionale” e della “necessità di intervenire sui meccanismi di controllo e non solo”. E in merito al Governo nazionale Bolognetti fa sapere che “Il Presidente De Filippo ha definito ‘intelligente’ e ‘felice’ la scelta del Presidente del Consiglio Enrico Letta di affidare a Emma Bonino il Ministero degli esteri”. “Il leader Radicale e il governatore lucano – ha aggiunto Bolognetti - sono entrambi iscritti al Partito Radicale Nonviolento, Transanazionale e Transpartito. Vito De Filippo in questi anni non ha mai fatto mancare il suo sostegno alle iniziative Radicali sul fronte dei diritti civili”. Infine Bolognetti riporta una nota pubblicata sui social networksubito dopo la formazione del nuovo Esecutivo nazionale, in cui Pannella ha dichiarato: “Finalmente un Governo che non ha paura della popolarità anti-populista di cui gode da oltre 15 anni Emma Bonino (costantemente censuratissima) e che il popolo italiano gli ha sempre riservato. Vorrei dire a Enrico Letta, e anche al Presidente Napolitano, che fino alla fine saremo gli ultimi giapponesi del Governo, anche e innanzitutto attraverso Emma, nella fedeltà più profonda alle ragioni della fiducia popolare sulla quale lei ha potuto contare da 15 anni ininterrottamente. Saremo gli ultimi giapponesi del Governo se sarà necessario – speriamo di no – con la riserva che ponemmo ancora allora: speriamo che l’imperatore non (ci) tradisca - conclude Pannella - perché sennò i conti degli ultimi giapponesi dovranno essere fatti nei confronti dell’imperatore”.

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Pannella: finalmente un Governo che non ha paura della popolarità anti-populista di Emma Bonino!

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 19:24
27/04/13

Finalmente un Governo che non ha paura della popolarità anti-populista di cui gode da oltre 15 anni Emma Bonino (costantemente censuratissima) e che il popolo italiano gli ha sempre riservato.

Vorrei dire a Enrico Letta, e anche al Presidente Napolitano, qualcosa di semplice. Noi – che si tratti del primo Governo Amato, del Governo Dini, del Governo Prodi – siamo sempre stati, nella lealtà, gli ultimi giapponesi nella difesa di queste soluzioni, ancorché profondamente intrise della storia partitocratica.

Enrico Letta sappia bene che fino alla fine saremo gli ultimi giapponesi del Governo, anche e innanzitutto attraverso Emma, nella fedeltà più profonda alle ragioni della fiducia popolare sulla quale lei ha potuto contare da 15 anni ininterrottamente.

Saremo gli ultimi giapponesi del Governo se sarà necessario – speriamo di no – con la riserva che ponemmo ancora allora: speriamo che l’imperatore non (ci) tradisca, perché sennò i conti degli ultimi giapponesi dovranno essere fatti nei confronti dell’imperatore.

Siamo ragionevoli e portiamo questo riconoscendo la inconsueta forza di generosità che con questa soluzione, con questa proposta – accettata con grande senso di responsabilità e di responsabilità civile, nazionale ed europea di Emma Bonino – si è avuta.

Penso oggi a tutti e tutte coloro che soffrono del fatto che l’Italia continua a permanere ancora formalmente in una atroce, infame condizione di flagranza agli occhi delle giurisdizioni europee, a causa del fallimento della nostra amministrazione della giustizia, soffocata da oltre 10 milioni di processi civili e penali pendenti nei nostri tribunali.

Noi corrisponderemo a questa forza di intelligenza e anche di ragionevolezza che sembra essere così prevalsa. Auguri, caro Enrico Letta! Vedremo di aiutarti a farcela non solo per “generosità”, anche per interesse, vista la via che avete imboccato.

Ad Emma: di cuore, GRAZIE, per continuare ad esserci anche in questa occasione, che sarà sicuramente quella in cui si farà dei virus della peste italiana invece, son sicuro, i virus dell’anti-Peste italiana – e lo meritano coloro che alla fine hanno preso questa decisione, il Presidente Napolitano e il Presidente Enrico Letta.

Adesso, al lavoro! Intanto per superare la flagranza impossibile contro i Diritti Umani e lo Stato di Diritto del nostro Paese, per condividere questo merito e questa scelta con tutte e tutti coloro che fanno parte di questo Governo. Grazie!

Quando poi riusciremo anche a consentire alla pubblica opinione di poter giudicare me, Emma e noi Radicali, credo che sarà un bel aiuto, non solo all’Italia ma anche più in là.
Grazie! Un abbraccione a Emma e anche a voi Presidenti, della Repubblica e del Governo.

Categorie: Politica

Emma Bonino scelta come Ministro degli Esteri

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 18:14
27/04/13

Enrico Letta ha sciolto la riserva ed ha accettato di formare il nuovo governo.

Il giuramento domenica alle 11.30 nel salone delle feste al Quirinale.

Questi i ministri presentati dal nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta: 

  • Al ministero dell'Interno Angelino Alfano, che è anche vicepremier.
  • All'economia Fabrizio Saccomanni, finora direttore generale di Bankitalia.
  • Agli Esteri Emma Bonino.
  • Alla Difesa Mario Mauro.
  • Alla Giustizia Annamaria Cancellieri.
  • Agli affari europei Enzo Moavero.
  • Agli Affari regionali Graziano Delrio (Pd), attuale presidente dell'Anci.
  • Maurizio Lupi alle Infrastrutture. Enrico Giovannini - presidente dell'Istat - al Lavoro.
  • Alla Coesione territoriale Carlo Trigilia, sociologo e professore a Firenze.
  • Ai Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
  • Alle Pari opportunità Iosefa Idem, pluricampionessa olimpica, eletta nel Partito democratico.
  • Alla Semplificazione va Giampiero D'Alia.
  • Sviluppo economico Zanonato.
  • Politiche agricole Nunzia De Girolamo.
  • Università e ricerca Mariachiara Carrozza.
  • Salute Beatrice Lorenzin.
  • Gaetano Quagliariello agli Affari costituzionali.
  • Ministro dell'ambiente Andrea Orlando.
  • Cecile Kyenge è ministro dell'Integrazione.
  • Massimo Bray ai Beni culturali.

Risorse: 

Il Curriculum vitae di Emma Bonino. 

Nata a Bra (Cuneo), Italia, il 9 marzo 1948.

 

Carriera politica nazionale. 

Camera dei Deputati

1976 eletta alla Camera dei Deputati e in tutte le tornate successive sino al 1994. Ha esercitato la funzione di presidente del gruppo parlamentare radicale ed è stata membro dell’Ufficio di Presidenza.

Presidenza del Consiglio dei Ministri

2006 II Governo Prodi – Ministro per il Commercio Internazionale e le Politiche Europee. 

Senato della Repubblica

2008 eletta al Senato è Vice Presidente del Senato della Repubblica.

 

Carriera politica internazionale.

Parlamento europeo

1979 Eletta al Parlamento Europeo; rieletta nel 1984, nel 1999 e nel 2004.

Commissione europea

1994 – su proposta del I Governo Berlusconi – Commissario Europeo responsabile della Politica dei Consumatori, della Politica della Pesca e dell’Ufficio Europeo per l’Aiuto Umanitario d’Urgenza (ECHO).

1997 le sue competenze vengono estese alla protezione della salute dei consumatori e alla sicurezza alimentare.

Altri Incarichi internazionali

2002 Rappresentante del governo italiano alla Conferenza Intergovernativa della Comunità delle Democrazie a Seul.

2005 Rappresentante del governo italiano alla Conferenza Intergovernativa della Comunità delle Democrazie a Santiago del Cile.

2005 Capo della delegazione italiana alla Terza Conferenza Ministeriale della Comunità delle Democrazie.

 

Membro del Board di International Crisis Group (ICG). 

Membro del Board di Open Society Initiative for Europe (OSIFE).

Membro del Board di European Council on Foreign Relations (ECFR).

Membro del Comitato Direttivo, Istituto Affari Internazionali (IAI).

 

Campagne internazionali sui diritti civili

1978 Fondatrice e Segretaria dell’associazione “Food and Disarmament International”, che ha lanciato una campagna contro la fame nel mondo basata sul “Manifesto dei Premi Nobel” (firmato da 113 Nobel).

1987 Promotrice di una campagna internazionale a favore dei diritti civili e politici nell’Europa dell’Est.

1990-2002 Promotrice delle campagne internazionali in favore:

- dei tribunali ad hoc contro i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia e in Ruanda;

- dell’istituzione di una Corte Penale Internazionale permanente per la moratoria sulla pena

di morte;

- per l’intensificazione della lotta contro l’AIDS.

 

É tra i fondatori delle ONG “Non c’è Pace Senza Giustizia“ e “Nessuno Tocchi Caino“ e con quest’ultima, dopo quasi venti anni di campagna; riesce a far adottare in sede di Assemblea Generale ONU, una moratoria universale delle esecuzioni capitali.

1997-1998 Promotrice della campagna al Parlamento Europeo “Un fiore per le donne di Kabul” contro la discriminazione in Afghanistan e per consentire alle donne afgane l’accesso agli aiuti umanitari.

2001 Promotrice della campagna internazionale per l’inclusione delle donne nel Governo dell’Afghanistan.

2000-2013 Promuove una campagna internazionale che, attraverso una coalizione di ONG “BanFGM”, riesce a fare inserire all’ordine del giorno e a far adottare il 20 dicembre 2012 dall’Assemblea Generale delle NU, una Risoluzione che mette al bando le mutilazioni genitali femminili come violazione dei diritti fondamentali di donne e bambine.

 

Riconoscimenti e Premi

1995 Insignita della “Gran Cruz de la Orden de Mayo” dal Presidente argentino.

1996 Nominata “Personalità Europea dell’Anno” dal settimanale cattolico “La vie”.

1997 Nominata “Comunicatore Europeo dell’Anno” dal settimanale inglese “PR Week”.

1998 Insignita del “Premio Principe de Asturias” per la cooperazione internazionale da

S.A.R. il Principe Filippo di Spagna.

2002 Insignita dell’onorificenza del “Ordine del Principe Branimir” dal Presidente della

Repubblica di Croazia “per il suo contributo all’indipendenza della Croazia”.

2003 Insignita del “Premio Presidente della Repubblica” per la promozione dei diritti umani

e civili nel mondo

2004 Insignita del “Prix Femmes d’Europe” per l’Italia.

2004 Insignita dell’ “Open Society Prize”.

2008 Insignita del “Premio Bosforo“. 

2009 Insignita dell’onorificenza di Commendatore della Legione d’Onore.

2012 Insignita del “Atlantic Council Freedom Awards”.

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Afghanistan: Perduca, far evolvere presenza militare anche in assistenza tecnica per convertire produzione oppio a fini medici

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 16:02
27/04/13

 

Dichiarazione di Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale, senatore nella XVI legislatura: "Secondo l'ufficio dell'Onu per droghe e crimine, nel 2012, l'Afghanistan ha aumentato le dimensioni delle proprie piantagioni di oppio del 18%. Lo stesso ufficio ci informa da oltre 20 anni che l'Afghanistan e' il piu' grande produttore al mondo di oppio malgrado dalla fine degli anni Novanta siano stati finanziati decine di programmi di eradicazione e sviluppo alternativo per convincere i contadini a coltivare altre piante. Oggi abbiamo la conferma del fallimento che il Parito Radicale denuncia, in seno alle Nazioni unite, al Parlamento europeo e a quello italiano e cioe' che una pianta che fa guadagnare 100, seppur illegalmente, non potra' mai esser sostituita, neanche colla forza, da una pianta che fa guadagnare 1 legalmente. Ora, se l'oppio non avesse altro sviluppo che quello della sua raffinazione in eroina si potrebbe concordare coll'insistere in questi tentativi, ma siccome sappiamo che dal papavero possono esser tratte medicine, come la morfina e la codeina, o lo stesso oppio, e sappiamo anche, perche' ce lo dice l'Organizzazione Mondiale della Sanita', che l'80% della popolazione mondiale non conosce analgesici, non si capisce perche' non si vogia promuovere la conversione di queste produzioni oggi illegali in un settore di mercato legale che possa, oltre a ridisegnare le dinamiche economico-politiche in Afghanistan, offrire oppiacei a buon mercato per oltre 5 miliardi di persone. Auspico che tra i primi dibattiti parlamentari di politica estera, Camera e Senato vogliano affrontare laicamente la questione della presenza internazionale, militare e civile, al fine di prendere in considerazione tale conversione. Il Partito Radicale e' a totale disposizione per offire un'ampia documentazione in materia. Perseguire questo ultradecennale fallimento sarebbe una condotta criminale...

 

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Dimissioni Regione Piemonte. Viale, consegnatele a un fiduciario e mettete online le spese dei Consiglieri regionali

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 15:42
27/04/13

"Questa manfrina sulle dimissioni rischia di rafforzare Cota e i suoi rimpasti. Si individui un fiduciario, posso anche farlo io, e si consegnino a lui le dimissioni in attesa della sentenza del 7 luglio sul caso Giovine. Intanto mettete online le spese dei consiglieri regionali in modo che i cittadini possano farsene un'idea."

Questa la dichiarazione dI Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale indipendente nel PD a Torino), dopo le sollecitazioni del segretario regionale Morgando e del senatore Esposito, ai quali ricorda come "le dimissioni di Formigoni in Lombardia furono certamente aiutate da quelle delle opposizioni, ma irrobustite e rese inevitabili da arresti e scandali di ben altro spessore di quelli piemontesi".

Silvio Viale ha proseguito:

"Per evitare che si inneschi una sterile spirale di dimissioni e subentri al cardiopalmo senza certezze, con dissociazioni, furbizie e ripensamenti dietro l'angolo, propongo che le dimissioni siano consegnate a un fiduciario che inizi a contarle. Se l'obiettivo, come fa trasparire il senatore Esposito, fosse quello di lasciare i banchi vuoti a subentri terminati, lo si potrebbe raggiungere sin da ora disertando le riunioni e riunendosi in un'altra sala, ma rischierebbe di essere un autogol se non fosse portato con coerenza ad oltranza. Confidare in sviluppi lombardi, con arresti e scandali alla Maugeri, mi sembra un azzardo. Senza contare che, anche in caso di conferma del centrodestra, alcuni gruppi attuali verrebbero decimati e non si può certo chiedere ai tacchini di anticipare la propria fine. Non dimentichiamo che il 7 luglio ci sarà la sentenza in cassazione sulle firme "false" di Giovine (radicali parte civile insieme a pensionati, verdi e Bresso) e, in caso di conferma, si potrebbe votare nel 2014 con le elezioni europee, mentre sembra difficile il voto prima di quella data con qualunque altra soluzione. Quello che si può fare da subito è pubblicare online le spese dei consiglieri come è previsto dall'anagrafe pubblica degli eletti e come è stato sollecitato da una lettera dell'associazione radicale Adelaide Aglietta. Mi auguro che il presidente Cattaneo e i capigruppo abbiano trovato il tempo di leggera e, sopratutto, diano la possibilità ai cittadini di essere pienamente informati per potere distinguere il grano dalla gramigna. Per le dimissioni sono pronto a raccoglierle come fiduciario."

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I Radicali al Governatore: facciamo un regalo ai lucani e lavoriamo su due o tre cose

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 13:26
27/04/13

da Nuova del Sud, 27 aprile 2013

di Maurizio Bolognetti

Caro Vito, ci ho riflettuto. Secondo me hai scelto la strada sbagliata. La soluzione non passa attraverso le dimissioni, ma da una assunzione collettiva di responsabilità. Tradotto questo Consiglio regionale avrebbe potuto fare un regalo ai cittadini lucani lavorando su due o tre cose: La riforma dello Statuto per configurare una scelta - perdona la brutalità e la sintesi - anglosassone e referendaria; l'approvazione della proposta di anagrafe delle attività degli eletti e dei nominati, così come formulata nel 2007-2010 dai Radicali; un piano regionale rifiuti decente con annessa anagrafe dei siti da bonificare; l'anagrafe pubblica della monnezza; la nomina del Garante dei diritti dei detenuti...Riflettendoci assieme sono certo che qualche idea sulle cose da fare verrebbe anche a te. Cosa ne pensi? Approfondimenti Nuova del Sud, 27 aprile 2013 Nuova del Sud, 27 aprile 2013

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Basilicata - Inchiesta rimborsi, Bolognetti: E i controlli?

Radicali Italiani - Sab, 04/27/2013 - 13:09
27/04/13

da Gazzetta del Mezzogiorno, 27 aprile 2013

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani In relazione all’inchiesta sugli illeciti rimborsi percepiti da alcuni consiglieri regionali,  il Gip Luigi Spina si interroga sulla mancanza di un efficiente controllo da parte dei vertici consiliari. Il dottor Spina afferma, e non posso che concordare con la sua analisi, che l’assenza di controlli ha sicuramente contribuito ad “innescare il fenomeno”. A questo punto, però, bisognerebbe chiedere all’ex Presidente del Consiglio regionale e oggi onorevole Vincenzo Folino, ai suoi predecessori e successori, ragione di questa assoluta assenza di controlli. Nell’affermarlo non posso che ribadire che la pubblicazione dei rendiconti, così come viene effettuata da qualche mese su Basilicatanet, è assolutamente inadeguata e carente sul fronte della trasparenza, e non corrispondente a quanto come Radicali avevamo richiesto con la nostra proposta di anagrafe pubblica delle attività degli eletti e dei nominati. Così come risulta assolutamente inadeguata la pubblicazione per dati aggregati dei rimborsi ricevuti dai consiglieri.  Questo per non dire della mancata applicazione di articoli e commi del testo di legge approvato nel 2010, che prevedeva tra l’altro la pubblicazione dell’elenco delle proprietà immobiliari della Regione e loro destinazione d’uso, nonché della decisione di stralciare dalla proposta originaria l’anagrafe degli appalti. Sullo stralcio dell’anagrafe degli appalti, ricordiamolo, non poco ebbero a pesare le amene considerazioni del consigliere Giannino Romaniello.
Gazzetta del Mezzogiorno, 27 aprile 2013 di Massimo Brancati Nessun controllo sulle spese. Per la serie: vivi e lascia vivere "...Il segretario lucano dei Radicali, Maurizio Bolognetti(nella pagina delle lettere ospitiamo un suo intervento) chiama in causa l'ex presidente del Consiglio regionale Vincenzo Folino, i suoi predecessori e successori, chiedendo spiegazioni sull'assoluta mancanza di controllo".

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Livingstone67: vasco apparizioni tv 2: http://t.co/IhBfGPGhRH tramite @YouTube

I miei tweet - Ven, 04/26/2013 - 12:11
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Livingstone67: Vasco Rossi | Fronte del palco - Live - 1990: http://t.co/KdYgwDbWer tramite @YouTube

I miei tweet - Ven, 04/26/2013 - 10:08
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Livingstone67: Vasco Rossi: C'è Chi Dice No Tour 1987, Roma Palaeur: http://t.co/ziEwUrrErW tramite @YouTube

I miei tweet - Ven, 04/26/2013 - 00:37
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Livingstone67: VIDEO | Sulla "legislatura tranquilla" di Pierluigi Bersani. http://t.co/F0Nqla96UM via @sharethis

I miei tweet - Gio, 04/25/2013 - 11:03
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Bolognetti: Belisario? Un avvoltoio sulle vicenda degli arresti

Radicali Italiani - Gio, 04/25/2013 - 11:01
25/04/13

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani

Registriamo l’attesa “presa di posizione” dell’ex senatore Felice Belisario, che è planato come un avvoltoio sulla vicenda degli arresti e senza pudore ha scaricato in un colpo solo Di Pietro e quelli che non ha esitato a caricarsi quando erano funzionali ai suoi disegni. Un avvoltoio, appunto. A me, invece, vedendo questo scenario, è venuto in mente il “5 maggio” e quel "Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio".

Oggi più di ieri rivolgo l’invito alla Giunta regionale, al Presidente De Filippo, al Consiglio regionale tutto ad applicare la proposta di anagrafe pubblica delle attività degli eletti, integrandola con il testo originariamente proposto dai Radicali.

Si spalanchino porte e finestre, si realizzi finalmente l’anagrafe dei siti da bonificare prevista dal Decreto Ronchi e dal Codice dell’Ambiente. C’è bisogno di politica, c’è bisogno di riforme.

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Livingstone67: Gli alleati ci han liberato dal fascismo, chi ci libererà dal post-fascismo partitocratico? http://t.co/GOO7zYigEN

I miei tweet - Gio, 04/25/2013 - 10:47
Livingstone67: Gli alleati ci han liberato dal fascismo, chi ci libererà dal post-fascismo partitocratico? http://t.co/GOO7zYigEN
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Tar, Radicali: Sentenza non sul merito, ma sulla procedura

Radicali Italiani - Mer, 04/24/2013 - 19:44
24/04/13

Dichiarazione di Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo ex-consiglieri regionali Radicali del Lazio.

  Il Tar ha deciso sul nostro ricorso relativo all'illegittimità dei decreti Polverini sull'indizione delle elezioni regionali, ancora una volta intervenendo non sul merito, ma sulla procedura, respingendo i ricorsi qualificandoli inammissibili in quanto l'atto impugnato non è tra quelli che possono essere impugnati subito né con rito elettorale, né con rito ordinario. Rimane aperta, dunque, la decisione sul merito del ricorso, ovvero il mancato rispetto dello Statuto e della legge elettorale vigente nei decreti di indizione delle elezioni scorse.   Di questo i Giudici amministrativi ancora una volta non parlano, ed è facile capire il perché: quei decreti sono chiaramente fuori legge; fuori sia dalla legge statutaria che da quella elettorale.   Una notazione va fatta circa l'evoluzione di questo strano procedimento, con una prima ordinanza che precedeva le elezioni in cui gli stessi giudici non si sono avveduti del fatto che l'atto non era impugnabile - come improvvisamente sostengono oggi - e con la quale, nel respingere la richiesta di sospensiva scrivevano che la vicenda nel merito era tutt'altro che infondata. C'è poi stata una seconda ordinanza interlocutoria in cui i giudici interrogavano le parti sugli effetti di una eventuale pronuncia e poi, a distanza di mesi, oggi si avvedono che l'atto non era impugnabile.   C'è molto nervosismo determinato da questo procedimento, sono molte le telefonate che arrivano da destra e da sinistra per sapere se si tornerà a votare. Tutti sanno che andare a votare a 50 era illegittimo, a noi non rimane che attendere l'udienza del procedimento col quale è stata impugnata la proclamazione degli eletti che si terrà il 24 ottobre prossimo.   La legalità non ammette scorciatoie e non vorremmo che la vicenda, come quella di Firmigoni in Lombardia, sia risolta a babbo morto, come usa fare in quest'Italia in cui quotidianamente viene calpestato ciò che assicura la civile convivenza tra le persone, la legge. Un'Italietta che di giorno in giorno è sempre più trasformata, dai poteri di turno, in un palcoscenico da operetta.

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Appello dei Radicali per un 25 aprile in memoria anche dei caduti alleati

Radicali Italiani - Mer, 04/24/2013 - 15:43
24/04/13

Numerose adesioni alla visita Istituzionale al cimitero di guerra di Milano

Dichiarazioni di Valerio Federico, membro della Direzione Naz. di Radicali Italiani, e di Claudio Barazzetta, segretario dell’Associazione E. Tortora Radicali Milano:

“Ci appelliamo al Sindaco, ai membri di Giunta, ai consiglieri comunali, ai consiglieri di Zona, ai responsabili dei Partiti e ai cittadini tutti perchè partecipino alla visita istituzionale, promossa dai Radicali, ai caduti alleati seppelliti al cimitero di guerra del Parco di Trenno prevista per le h.12.30 di domani, 25 aprile”.

“A differenza dell’ANPI il Comune di Milano non ha previsto nell’ambito delle celebrazioni per il 68° Anniversario della Liberazione una visita al cimitero dei soldati alleati, da qui l’iniziativa dei Radicali per colmare questo vuoto. I Radicali da molti anni rendono omaggio ai 400 soldati del Commonwealth seppelliti a Milano e caduti per liberare l’Italia dal nazifascismo”.

“Hanno già risposto positivamente e parteciperanno alla visita oltre all’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano: l’Assessore Franco D’Alfonso per il Comune di Milano, la Zona 6 con una delegazione guidata dal Presidente Gabriele Rabaiotti, la Zona 8 con il Presidente Simone Zambelli, la Zona 2 con il Vicepresidente Yuri Guaiana, la Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni con la Presidente Donatella De Gaetano, il consigliere Comunale Ruggero Gabbai del PD. I Consigli delle Zone 2, 6 e 8 hanno approvato una mozione promossa dai consiglieri Radicali che prevede la visita in oggetto”.

“La stessa mozione presentata dal consigliere comunale Radicale Marco Cappato è stata firmata dai seguenti capigruppo di Palazzo Marino: Bertolé PD, Rizzi PDL, Quartieri SEL, Sonego FdS, Scavuzzo (Civica per Pisapia), - Moioli (Milano al centro), Palmeri (Fli)”

“Molti soldati – americani, britannici, italiani, neozelandesi, sudafricani, canadesi, australiani, polacchi, brasiliani, marocchini e della Brigata Ebraica - hanno perso la vita sul territorio nazionale per restituire libertà e democrazia al Paese - più di 40 mila provenienti da Paesi del Commonwealth e 50 mila americani. Vogliamo esprimere con questa nostra iniziativa quella riconoscenza che gli italiani devono in primis agli Stati Uniti d’America e alla Gran Bretagna per il tributo di sangue pagato”

NOTA: Il Milan War Cemetery si trova nel parco di Trenno, su Via Cascina Bellaria, con cancello d'ingresso poche decine di metri dopo la cascina stessa (Zona San Siro). Si arriva da via Novara e sulla destra si entra in via Cascina Bellaria costeggiando il parco. Si può raggiungere via Cascina Bellaria anche da via Fratelli Gorlini

Segue la Mozione votata dalle Zone 2,6 e 8 e sottoscritta dai capigruppo in Consiglio comunale:

Mozione urgente
“Visita istituzionale del Consiglio di Zona 6 per rendere omaggio ai soldati del Commonwealth caduti per liberare l'Italia dal nazifascismo”

PREMESSO
che centinaia di migliaia di soldati, in gran parte anglo-americani, con l’indispensabile aiuto dei partigiani italiani, hanno liberato l’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista tra il 1943 e il 1945

RICORDANDO
che molti soldati – americani, britannici, italiani, neozelandesi, sudafricani, canadesi, australiani, polacchi, brasiliani, marocchini e della Brigata Ebraica - hanno perso la vita a questo fine sul territorio nazionale - più di 40 mila provenienti da Paesi del Commonwealth e 50 mila americani
che molti soldati italiani dopo l'Armistizio dell'8 settembre decisero di combattere contro i nazifascisti continuando a portare la divisa – ne morirono 45 mila - e che parte di questi soldati italiani regolari parteciparono alla nascita delle prime formazioni partigiane

RICORDANDO ALTRESI’
il debito di riconoscenza che gli italiani devono in primis agli Stati Uniti d’America e alla Gran Bretagna per il tributo di sangue pagato per restituire libertà e democrazia al Paese

SEGNALANDO
che nel Milano War Cemetery sono seppelliti soldati britannici, australiani, canadesi, neozelandesi, sudafricani, un soldato indiano e due italiani (i ventenni Rodolfo Marchiori e Guido Alessandro Voglino, allievi ufficiali del corpo dei paracadutisti, morti l' 11 e il 12 settembre 1944)

IL CONSIGLIO
organizza per giovedì 25 aprile 2013 a Milano alle h.12.30, una visita al MILAN WAR CEMETERY.
Una delegazione del Consiglio renderà omaggio ai 400 soldati del Commonwealth seppelliti al Cimitero di guerra presente nel Parco di Trenno, in via Cascina Bellaria

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