Feed
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/NshSG5OSAH Sanità: Stati Generali e legalità - Emma Bonino Presidente,
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/3bPFL1JUwA Regionali 2010: Marco Pannella vuole governare l'Italia con
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/1xJ3o6mBsy 6 marzo 2010, Roma, Piazza del Pantheon, manifestazione con
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/vbbjYaNaSM Legalità, libertà e cultura. Le Regionali 2010 con Emma
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/QGUXzOf0Sh Acqua pubblica. Le Regionali 2010 con Emma Bonino
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/LLTvPlokCy Sanità nel Lazio: il "buco" - Emma Bonino Presidente,
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/g9NpDhZhQR Rifiuti - Emma Bonino Presidente Regionali Lazio 2010
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/0WOZVKrXOC Regionali 2010: Anna Finocchiaro sostiene Emma Bonino
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/qceimgeY0r Emma Limbo - Emma Bonino Governatrice Regionali Lazio 2010
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/WpNSBvFVei Renata Polverini ed Emma Bonino: delle scadenze e della
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/nDrYFcwnzU Emma: Agricoltura (REGIONALI LAZIO 2010: EMMA BONINO
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/NxuN4uKgaV Ricerca, energia e sviluppo - Emma Bonino Presidente,
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/XzVG453ULq Piano casa - Emma Bonino Presidente Regionali Lazio 2010
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/rI2g49UaUz Dal corpo dei disabili al cuore della politica
Livingstone67: Ho aggiunto un video a una playlist di @YouTube: http://t.co/XmjW8h7rEl No al nucleare! Le Regionali 2010 con Emma Bonino
PRIMO MAGGIO: PANNELLA, DA ANALFABETI PROPORRE CARCERE PER EVASORI FISCALI. E' IGNOBILE FLAGELLO, MA NON E' IL CARCERE LA RIPOSTA. POSSIBILE CHE NESSUNO LO DICA?
"E' da questa mattina che per l'unità sindacale, con parole della Cgil, della Cisl e della Uil, sembra che il grande obiettivo di lotta che ci propongono, quello della unità sindacale, passi per la proposta di perseguire penalmente l'evasione fiscale. Come una volta abbiamo creato il più sanguinoso flagello nella storia del nostro Paese, quello dell'aborto clandestino di massa di milioni di donne, ora si propone di affrontare questo flagello, questa illegalità di massa che fa parte del nostro Paese, creando un altro flagello, quello della carcerizzazione".
Lo ha detto Marco Pannella, in diretta a Radio Radicale, a commento della parola d'ordine dei sindacati confederali, espressa oggi nei comizi del Primo maggio, sancita ieri dai sindacati, nel documento Cgil-Cisl-Uil sulla ritrovata unità sindacale che prevede tra i punti una “efficace lotta all’evasione fiscale, reato di cui va sancita la natura penale”. “Siamo in flagranza criminale, anche sul fronte delle carceri, che sono in una condizione da Olocausto. Ieri mattina si è suicidato un giovane padre di famiglia della polizia penitenziaria. E' uno Stato infame, che ha l'obbligo di correggere questo flagello. E stupisce che nessuno – dalle forze politiche di destra e sinistra, dagli intellettuali, dai chierici - nessuno sobbalzi leggendo che il sindacato torna unito in nome della galera per gli evasori fiscali. E' una cosa da analfabeti. E io sono terrorizzato dalla mancata risposta a questa trovata dei compagni del sindacato". Ma l'evasione fiscale è molto diffusa in Italia. Pannella replica: "Ma siamo pazzi? Io penso alle risposte che non arrivano, cosa che mi fa venire il dubbio che io sia divenuto un megalomane pazzo. Quando ho sentito dire che la soluzione del flagello italiano – un ignobile flagello come la evasione fiscale – è la sanzione penale mi sono detto: ma possibile che nessuno reagisca? Possibile che nessuno ci ricordi che noi siamo in flagranza criminale perché da decenni la giustizia europea ci chiede di smettere di tenere in condizioni intollerabili un terzo delle famiglie italiane, tra giustizia penale e giustizia civile? Possibile che alla ritrovata unità sindacale in nome di questo nessuno dica niente?" "Il problema è che penalizzare, e magari mobilitare anche l'esercito, altro che Equitalia – come chiedono i compagni del sindacato, in un momento solenne come quello della ritrovata unità sindacale - significa - visto che parliamo di una cosa diffusa, di massa, ignobile e di massa - non facciamo altro che continuare, con la buffonata tragica della azione penale obbligatoria, ad aggravare la nostra condizione, di Stato che continua tecnicamente a delinquere", ha concluso Pannella.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
In occasione del 1° maggio, riproponiamo l'articolo di Michele De Lucia sul sindacato, pubblicato dal settimanale "Gli Altri" il 3 aprile scorso: “Voi salvereste il sindacato? No..."
“Voi salvereste il sindacato? No. Ha perso la sua missione, ora è una lobby partito. A pagare? I non garantiti”.
Articolo pubblicato su “Gli Altri” del 3 aprile 2013 (pag. 5 con richiamo in copertina)
Per comprendere quale sia davvero il ruolo del sindacato oggi in Italia, e per darne una valutazione che non sia viziata, come troppo spesso accade, da pregiudizi, positivi o negativi, “partiti presi” e ideologismi, il modo migliore è partire dai (e attenersi ai) fatti.
Troppo spesso nel nostro Paese non si fa quello che si dice, non si dice quello che si fa, o più semplicemente si dice una cosa e se ne fa un’altra. Altrettanto spesso, dietro la difesa di principi alti e nobili si nascondono azioni che di alto e nobile non hanno proprio nulla. In questo senso, un caso di scuola è rappresentato dalla vicenda del Protocollo sul welfare adottato dal Governo Prodi nell’estate del 2007.Ricordate?
Nemmeno tre anni prima, all’inizio del 2005, l’allora Ministro del Welfare, Roberto Maroni, aveva introdotto lo “scalone”, ovvero un deciso innalzamento dell’età pensionabile, prevedendone l’entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2008. Era una riforma necessaria (troppo alta la spesa annua per le pensioni, i due terzi di tutta la spesa sociale, oltre il 15 per cento del prodotto interno lordo; un’età pensionabile tra le più basse dell’Unione europea, a fronte dell’aumento costante delle aspettative di vita; troppo poche le risorse destinate agli ammortizzatori sociali), ma per evitare di pagarne il prezzo politico, a fronte della fortissima opposizione del sindacato, la maggioranza di allora, di centrodestra, la fece per finta: questo voleva dire stabilirne l’entrata in vigore in una data che sarebbe caduta nella legislatura successiva.
Torniamo al 2007. Romano Prodi può contare su una maggioranza risicatissima, e il diktat del sindacato è netto: o fai fuori la “Maroni”, o facciamo politicamente fuori te. Ma sostituire lo “scalone” con i più blandi “scalini” pretesi da sindacati e sinistra rossoverde, costa tanto: dieci miliardi di euro. Per provvedere alla copertura finanziaria del provvedimento, si ricorre a una trovata da “Manuale dell’ingiustizia sociale”.
Domanda: qual è la “gallina dalle uova d’oro dell’Inps”? Risposta: la Gestione separata. E chi è iscritto alla Gestione separata? È presto detto: un esercito di precari, parasubordinati e lavoratori autonomi non iscritti a ordini professionali, ovvero le stesse persone che non vedranno mai una pensione, se non da fame, e che comunque dovranno lavorare fino a ben oltre il settantesimo compleanno per versare contributi a sufficienza.
Ed ecco la bella pensata: cinque di quei dieci miliardi di euro vengono trovati aumentando di tre punti percentuali le aliquote contributive a carico degli iscritti alla Gestione separata. Insomma, per consentire a chi sta meglio – lavoratori con contratto a tempo indeterminato, contributi regolarmente versati, previdenza, assistenza e quant’altro – di continuare ad andare in pensione a 58, 59 anni, la fai pagare, letteralmente, a chi sta peggio. E siccome ai sapientoni in questione non manca un certo macabro senso dell’ironia, il Protocollo presenta l’operazione tra le misure “a favore dei giovani”.
Ma a volte “i fatti si vendicano, e divengono misfatti”, e alla fine del 2011 si sono vendicati con gli interessi: il sindacato ha voluto imporre, contro ogni evidenza, ragionevolezza e principio di giustizia sociale, gli “scalini” al posto dello “scalone”? Bene, ci siamo beccati lo “scalonissimo” della riforma Monti-Fornero, divenuto inevitabile proprio per il ruolo da veto player giocato negli anni dal sindacato. Per inciso: nel 2006 i Radicali avevano proposto l’innalzamento graduale dell’età pensionabile a 65 anni per tutti entro il 2018. L’Inps stimò i risparmi conseguenti, a regime, in oltre 7 miliardi di euro l’anno, che si sarebbero potuti destinare all’introduzione di un ammortizzatore sociale universale. Quella stessa riforma che al sindacato non sembra interessare molto, nemmeno a parole. E sapete perché? Perché il sistema gira tutto intorno a quel grande parcheggio senza uscita che è la Cassa integrazione, i cassaintegrati sono conteggiati come occupati anche se non lo sono più, e alla Cassa integrazione si accede solo se si rientra in particolari requisiti quanto a dimensione, settore, numero di occupati e altro.
Se lavoro per la Fiat e la Fiat va in crisi, sono coperto. Se lavoro per una piccola impresa, e quella piccola impresa va in crisi, vale il principio “arrangiati e spera”. Eppure sempre di esseri umani si tratta, sempre cittadini siamo. Insomma, “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri”: Orwell aveva già previsto tutto.
Si potrebbe parlare, e spero che se ne possa parlare presto, di molte altre cose: della difesa tetragona dell’articolo 18 e di Termini Imerese; dell’articolo 39 della Costituzione e delle ragioni della sua mancata attuazione; della contrattazione collettiva, della contrattazione di secondo livello e di un sistema di relazioni industriali che fa scappare imprenditori e investimenti; di un sindacato che abdica alla sua “ragione sociale” (migliorare i salari, le condizioni di lavoro, l’orario, etc.), si fa partito politico e pratica lo sciopero politico; delle trattenute automatiche in busta paga, per cui la Confindustria e l’Inps fanno da esattori proprio in nome e per conto del sindacato, mettendo le mani anche nelle tasche dei pensionati: non proprio trasparente e “sano” come sistema, no?
Ma poi ti leggi i dati sul tesseramento 2011 della Cgil, e capisci: i lavoratori attivi sono 2,6 milioni. I pensionati sono quasi tre milioni. I disoccupati sono poco meno di dodicimila (per inciso, -21,3 per cento rispetto al 2010). E allora capisci, eccome se capisci…
Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Rai, Bernardini e Beltrandi: subito le Commissioni bicamerali di Garanzia (tra cui la Vigilanza Rai). Pannella in sciopero della sete (5° giorno), ma chi lo sa?
Dichiarazione di Rita Bernardini, e di Marco Beltrandi, parlamentari radicali della XVI legislatura:
Roma, 1 maggio 2013. “Con la fiducia conferita dalle Camere alla nuova compagine governativa guidata da Enrico Letta, anche l’ultimo pretestuoso alibi alla non costituzione delle commissioni parlamentari viene definitivamente meno. Ora occorre fare subito quello che già si doveva e poteva fare: le nomine dei componenti delle Commissioni da parte dei Presidenti delle Camere, sollecitando a tal fine i capigruppo per le indicazioni rispettive.
In particolare ci riferiamo alle Commissioni di Garanzia, le bicamerali, e segnatamente alla Vigilanza Rai che, secondo quanto ripetutamente affermato dalla Corte Costituzionale, nonché alcuni anni fa dall’insigne giurista Stefano Rodotà a Radio Radicale, ha rilievo costituzionale, in quanto deputata ad esprimere la volontà dell’intero Parlamento in materia, unico editore formale della Rai (il Governo non ha competenza, ovviamente, in merito).
Tutto ciò è reso ancora più urgente sia dallo stato economico dell’azienda concessionaria unica del servizio radiotelevisivo, che ha chiuso il bilancio con un passivo di oltre 200 milioni di euro, come era prevedibile, e che continua negare l’informazione dovuta agli italiani con la censura feroce di ogni dibattito pubblico sullo stato della giustizia e delle carceri (posto ora come priorità di Governo), ignorando leggi, regolamenti della Vigilanza, Contratto di Servizio e anche gli ordini dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, chiusa a sua volta da mesi in un incomprensibile silenzio.
Nel silenzio più assoluto dei mezzi di informazione, Marco Pannella giunge oggi al suo 5° giorno di sciopero totale della fame e della sete con l’obiettivo di interrompere subito la flagrante violazione – letteralmente criminale - della legalità costituzionale italiana ed europea su giustizia e carceri, trasgressione certificata da almeno trent’anni di condanne dello Stato italiano da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo. L’ennesima delibera dell’AGCOM, quella del 2 agosto 2012, è stata come sempre disattesa dal servizio pubblico radiotelevisivo: ordinava alla Rai TV di “assicurare la trattazione delle iniziative intraprese dai radicali e dal loro leader Marco Pannella sul sovraffollamento delle carceri in programmi di approfondimento che, per congrua durata e orario di programmazione, risultano maggiormente idonei a concorrere adeguatamente alla formazione di un’opinione pubblica consapevole su temi di attualità di rilevante interesse politico e sociale, entro il termine di quattro mesi a decorrere dal mese di settembre 2012”. Un altro colpo mortale inferto allo Stato di diritto.
Non va infine dimenticato il grave precedente costituito da quanto accadde nella XVI legislatura, quando veti partitocratici reciproci impedirono l’insediamento della Commissione per il primo anno di legislatura: occorre ottenere l’intervento dei massimi responsabili della Repubblica per impedire che si protragga ulteriormente questa assenza e che le violazione del diritto dei cittadini ad una corretta e completa informazione abbia a cessare finalmente, auspicando anche che la Presidenza della Commissione vada ad un esponente della opposizione parlamentare”
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Noi cittadini dell'isola dell'ingiustizia
Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Qualcuno, nel commentare la decisione di Marco Pannella di riprendere lo sciopero della sete, ha scritto un misero "rivolgiti alla Bonino". No, io mi rivolgo a tutti coloro che hanno a cuore lo Stato di diritto.
Io mi rivolgo innanzitutto a chi dovrebbe svolgere la funzione di "Garante" della Costituzione. Mi rivolgo a quei pochi o tanti che riesco a raggiungere con il mio messaggio. Mi rivolgo al Governo e a suoi Ministri, ad iniziare dal Ministro della Giustizia. Mi rivolgo al Parlamento. Mi rivolgo agli uomini di buona volontà che riescono a comprendere quanto la strage di legalità inevitabilmente si traduca in strage di popoli. Mi rivolgo all'umanità per raccontare dell'inciviltà di un paese incapace di rispettare le Convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani. Mi rivolgo anche a te che leggi questo messaggio nella bottiglia, lanciato da chi si sente un naufrago su un'isola dove si è persa ogni traccia di civiltà e dove a confortarti non c'è nemmeno il mito del "buon selvaggio". Mi rivolgo agli ignavi e a chi non gliene fotte mai niente, magari perché pensa, erroneamente, che la violazione della Convenzione Europea dei diritti umani e delle libertà fondamentali non gli riguardi. Mi rivolgo a quei farisei che tutti i giorni parlano della "Costituzione più bella del mondo" e che ogni giorno la tradiscono con il loro operato e le loro omissioni.
Mi sia consentito dirlo: Meno male che Marco c'è.
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Pannella riprende lo sciopero della sete: "La situazione sulla giustizia e il diritto sta diventando terrorizzante"
Marco Pannella ha ripreso lo sciopero della sete dalla mezzanotte tra sabato 27 e domenica 28 aprile, proseguendo con quello della fame che conduce ormai dal 20 aprile scorso.
È attualmente in corso l'iniziativa di Satyagraha, a cui finora hanno aderito oltre 200 persone: 5 giorni di mobilitazione nonviolenta e collettiva, da venerdì 26 a martedì 30 aprile. Aderisci»
Obiettivo: "AMNISTIA, GIUSTIZIA E LIBERTÀ per interrompere la flagranza letteralmente criminale del nostro Stato".
Durante la conversazione domenicale con Bordin a Radio Radicale, Pannella ha voluto precisare: "non è per questo [perché Emma fosse Ministro degli esteri ndr] che io ho ripreso lo sciopero della sete, oltre che della fame, da mezzanotte scorsa, e li porterò avanti se necessario perché trovo che questa situazione sulla giustizia e sul diritto sta diventando terrorizzante”.
Aderisci all'iniziativa di Marco condividendo il suo sciopero della fame o in altro modo. Annuncia la tua adesione compilando il modulo a questo link »
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati