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PLAYLIST | I Nomadi in concerto a Montesano Salentino il 10 agosto 1991
Bellissimo concerto che i Nomadi con ancora Augusto Daolio fecero 23 anni addietro, il 10 agosto 1991, a Montesano Salentino, piccolo paesino agricolo del più profondo sud del Salento. Fu bellissimo. Avevo 23 anni e già ero "armato" di telecamera, una Hitachi VHS-C. La qualità è quella che è, già tanto che la cassettina sia sopravvissuta al tempo e ai numerosi miei traslochi. Buona visione.
Parole chiave: NomadiAugusto DaolioconcertoMontesano SalentinoPLAYLIST | Radical Pulp: i momenti più "succosi" del Congresso 2013 di Radicali Italiani
Non ho partecipato al XII° Congresso di Radicali Italiani svoltosi dal 31 Ottobre al 3 novembre 2013 a Chianciano, però ho seguito i lavori grazie alla diretta fornita da www.radioradicale.it . Devo dire che sin dall'inizio mi è subito parso più il set di un film, che luogo di dialogo e confronto di opinioni politiche, oltre che di bilanci. Chi mi conosce sa bene che ho una fantasia molto fervida e che spesso tendo ad astrarmi dal contesto particolare per immaginare la situazione che magari sto vivendo in un'altra realtà, immaginaria e fantasiosa. E' stato così che sulle pareti del mio cranio, nel mio cervello, seguendo i lavori congressuali son rimbalzati i link più assurdi: da Alice nel Paese delle meraviglie nella versione di Tim Burton a Ritorno al Futuro di Zemeckis, da Via col Vento di Victor Fleming a Il pasto nudo di David Cronenberg... Alla fine ho avuto l'illuminazione! Ho pensato: questo è PULP, fantastico pulp in perfetto stile Quentin Tarantino! E così ho cominciato a cimentarmi nel montaggio di alcuni passaggi chiave del congresso, senza sapere nemmeno bene da dove cominciare o dove voler arrivare, un puro viaggio insomma. Buona visione!
Parole chiave: radicali italianipartito radicaleMarco PannellaEmma Boninocongresso di radicali italiani 2013PLAYLIST | Radical Pulp: i momenti più "succosi" del Congresso 2013 di Radicali Italiani
Non ho partecipato al XII° Congresso di Radicali Italiani svoltosi dal 31 Ottobre al 3 novembre 2013 a Chianciano, però ho seguito i lavori grazie alla diretta fornita da www.radioradicale.it . Devo dire che sin dall'inizio mi è subito parso più il set di un film, che luogo di dialogo e confronto di opinioni politiche, oltre che di bilanci. Chi mi conosce sa bene che ho una fantasia molto fervida e che spesso tendo ad astrarmi dal contesto particolare per immaginare la situazione che magari sto vivendo in un'altra realtà, immaginaria e fantasiosa. E' stato così che sulle pareti del mio cranio, nel mio cervello, seguendo i lavori congressuali son rimbalzati i link più assurdi: da Alice nel Paese delle meraviglie nella versione di Tim Burton a Ritorno al Futuro di Zemeckis, da Via col Vento di Victor Fleming a Il pasto nudo di David Cronenberg... Alla fine ho avuto l'illuminazione! Ho pensato: questo è PULP, fantastico pulp in perfetto stile Quentin Tarantino! E così ho cominciato a cimentarmi nel montaggio di alcuni passaggi chiave del congresso, senza sapere nemmeno bene da dove cominciare o dove voler arrivare, un puro viaggio insomma. Buona visione!
Parole chiave: radicali italianipartito radicaleMarco PannellaEmma Boninocongresso di radicali italiani 2013PLAYLIST | I Nomadi con Augusto Daolio in concerto a Montesano Salentino il 10 agosto 1991
Bellissimo concerto che i Nomadi con ancora Augusto Daolio fecero 23 anni addietro, il 10 agosto 1991, a Montesano Salentino, piccolo paesino agricolo del più profondo sud del Salento. Fu bellissimo. Avevo 23 anni e già ero "armato" di telecamera, una Hitachi VHS-C. La qualità è quella che è, già tanto che la cassettina sia sopravvissuta al tempo e ai numerosi miei traslochi. Buona visione.
Parole chiave: NomadiAugusto DaolioconcertoMontesano SalentinoPLAYLIST | Emma Bonino, tutta un'altra storia!
Questa playlist contiene una serie di video, da me montati e pubblicati sul profilo youtube di Radio Radicale, in occasione della campagna per Emma Bonino Presidente della Regione Lazio del 2010. Qualcuno le ribattezzo "Le pillole del programma di Emma Bonino per la Regione Lazio" e riscossero un discreto successo oltre ad essere molto apprezzate dalla stessa Emma. Nel 2010 vivevo a Roma e quella campagna elettorale l'ho vissuta, attimo per attimo, quasi 24 ore su 24, all'interno di Torre Argentina, la sede storica del Partito radicale. All'inizio del 2010, il Partito radicale accettò, finalmente, di sperimentare, proprio in occasione delle regionali, un nuovo modo di "comunicare politica", attraverso una webtv interattiva con chat e interfacciata con tutti i social network sul sito www.boninopannella.it .
Erano anni che proponevo di puntare su una webtv, in occasione di incontri pubblici e privati, e la prima sperimentazione la feci con i compagni radicali salentini sul sito della nostra Associazione, www.radicalisalento.it , nel 2006. "La Cosa" Beppe Grillo l'ha realizzata solo molti anni dopo, anche in questo settore i radicali sono perciò stati l'avanguardia nell'utilizzo dei c.d. new media. Per realizzare questi clip ho dovuto visionare, giorno per giorno, tutte le registrazioni degli eventi pubblici cui Emma Bonino partecipava, sintetizzarli nel montaggio di massimo 3 minuti e pubblicarli immediatamente sul profilo youtube. Montavo queste "pillole del programma" soprattutto la notte, perchè di giorno si era impegnati con le dirette della web tv. Le regionali del 2010? Forse una delle punte massime toccate dal regime partitocratico in quanto ad illegalità, anche documentate in alcuni di questi video, ma per me continuano a costituire una stagione indimenticabile, incisa nella mia memoria. Buona visione.
Parole chiave: Emma BoninoMarco Pannellapartito radicaleregionali 2010partitocraziaillegalitàpilloleprogrammawebtvPLAYLIST | Emma Bonino, tutta un'altra storia!
Questa playlist contiene una serie di video, da me montati e pubblicati sul profilo youtube di Radio Radicale, in occasione della campagna per Emma Bonino Presidente della Regione Lazio del 2010. Qualcuno le ribattezzo "Le pillole del programma di Emma Bonino per la Regione Lazio" e riscossero un discreto successo oltre ad essere molto apprezzate dalla stessa Emma. Nel 2010 vivevo a Roma e quella campagna elettorale l'ho vissuta, attimo per attimo, quasi 24 ore su 24, all'interno di Torre Argentina, la sede storica del Partito radicale. All'inizio del 2010, il Partito radicale accettò, finalmente, di sperimentare, proprio in occasione delle regionali, un nuovo modo di "comunicare politica", attraverso una webtv interattiva con chat e interfacciata con tutti i social network sul sito www.boninopannella.it .
Erano anni che proponevo di puntare su una webtv, in occasione di incontri pubblici e privati, e la prima sperimentazione la feci con i compagni radicali salentini sul sito della nostra Associazione, www.radicalisalento.it , nel 2006. "La Cosa" Beppe Grillo l'ha realizzata solo molti anni dopo, anche in questo settore i radicali sono perciò stati l'avanguardia nell'utilizzo dei c.d. new media. Per realizzare questi clip ho dovuto visionare, giorno per giorno, tutte le registrazioni degli eventi pubblici cui Emma Bonino partecipava, sintetizzarli nel montaggio di massimo 3 minuti e pubblicarli immediatamente sul profilo youtube. Montavo queste "pillole del programma" soprattutto la notte, perchè di giorno si era impegnati con le dirette della web tv. Le regionali del 2010? Forse una delle punte massime toccate dal regime partitocratico in quanto ad illegalità, anche documentate in alcuni di questi video, ma per me continuano a costituire una stagione indimenticabile, incisa nella mia memoria. Buona visione.
Parole chiave: Emma BoninoMarco Pannellapartito radicaleregionali 2010partitocraziaillegalitàpilloleprogrammawebtvPLAYLIST | Vasco Rossi e il Partito radicale, una storia che dura da quasi venticinque anni
Molte volte mi viene chiesta la ragione per cui spesso utilizzo le canzoni di Vasco Rossi per far comprendere l'azione politica radicale, la sua diversità, la sua complessità. Ebbene, probabilmente è anche una ragione di "amore" per i radicali e Vasco stesso che mi porta a raccontare in questo modo la politica, quella vera, non quella politicante, sicuramente è il modo in cui vivo, dentro di me, questo "amore", certamente perchè Vasco è il rocker italiano che più amo ascoltare e seguire, ovviamente perchè amo tutte le canzoni del cittadino di Zocca che fino a qualche anno fa seguivo nei suoi concerti dal vivo (esperienza che consiglio a tutti coloro che non l'hanno mai provata), ma la motivazione più vera è, forse, un'altra.
Spesso si è parlato di Vasco Rossi come possibile candidato in una lista radicale in occasioni di diverse competizioni elettorali, lui ha sempre rifiutato le proposte fattegli perchè ha considerato altri, meglio di lui, in grado di "fare" politica. Un difetto di grande "umiltà", quello di Vasco, che però non si è mai risparmiato nel sostenere l'azione radicale con le sue iscrizioni che durano da quasi venticinque anni, con i suoi pubblici appelli a sostegno dell'azione politica di Marco Pannella, Emma Bonino e di coloro che ha sempre considerato suoi "compagni" di strada.
Ebbene, Vasco a mio avviso ha sempre fatto politica anche con le sue canzoni, con tutte le sue canzoni, davvero tutte. Ed è in ciò che si può ritrovare il denominatore comune di Vasco con i radicali e con me stesso. Il suo approccio alla vita è libertario, il suo rapporto con l''amore, anche quello che narra nelle sue magnifiche canzoni, è libertario, il suo vivere l'amicizia, il rispetto, la lealtà, la correttezza, è libertario, il suo relazionarsi con gli "altri" è intriso di profonda libertà, perciò responsabile e indipendente. In definitiva, considero Vasco un "poltico", più precisamente un poeta della politica. Bisogna, evidentemente, intendersi sul significato del termine "politica". Qui mi tocca citare un testo, famosissimo, di Marco Pannella perchè in esso, a mio avviso, si spiega, forse meglio che altrove, l'incontro tra Vasco, Pannella e miei video. Buona lettura e visione!
“Tu sei un rivoluzionario. Io amo invece gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari anfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione.
Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”.
Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie.
Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti.
Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo. Non credo ai “viaggi” e sarà anche perché i “vecchi” ci assicurano sempre che “formano” (a loro immagine) i “giovani”, come l’esercito e la donna-scuola.
Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico” per pensare ad eliminarlo.
Brucare, o fumare erba non m’interessa per la semplice ragione che lo faccio da sempre. Ho un’autostrada di nicotina e di catrame dentro che lo prova, sulla quale viaggia veloce quanto di autodistruzione, di evasione, di colpevolizzazione e di piacere consunto e solitario la mia morte esige e ottiene.
Mi è facile, quindi, impegnarmi senza riserve per disarmare boia e carnefici di Stato, tenutari di quel casino che chiamano “l’Ordine”, i quali per vivere e sentirsi vivi hanno bisogno di comandare, proteggere, obbedire, torturare, arrestare, assolvere o ammazzare, e tentano l’impossibile operazione di trasferire i loro demoni interiori (di impotenti, di repressi, di frustrati) nel corpo di chi ritengono diverso da loro e che, qualche volta (per fortuna!), lo è davvero.
[...] Non esistono dei “perversi”, ma dei “diversi”. Nelle famiglie, nelle scuole, nelle fabbriche o negli uffici perfino i torturatori sono anch’essi, in primo luogo, e generalmente delle vittime. Tranne che per certi psicanalisti, uccidere il padre non è la soluzione, non aiuta a superare l’istituzione, la famiglia; o non basta e non è comunque necessario.
Sosteniamo, insieme, che non esistono nelle carceri, negli ospedali, nei manicomi, nelle strade, sui marciapiedi, nei tuguri, nelle bidonville, dei “peggiori”, ma anche lì, dei “diversi” malgrado la miseria (che è terribile proprio perché degrada, muta, fa degenerare: e se no, perché la combatteremmo tanto?), malgrado il lavoro che aliena (che rende “pazzi”), malgrado che lo sfruttamento classista sia “secolare”, quindi incida sull’ereditarietà.
Sogniamo – e v’è rigore e responsabilità nei nostri sogni – una società senza violenza e aggressività o in cui, almeno, deperiscano anziché ingigantirsi e esservi prodotte. Sosteniamo che è morale quel che tale appare a ciascuno. Lottiamo contro una “giustizia” istituzionale (e “popolare”) che ovunque scambia diversità per perversione, dissenso per peccato.
[...] Perciò non m’interessa molto che la vostra violenza rivoluzionaria, il vostro fucile, siano probabilmente morali e naturali, mentre mi riguarda profondamente il fatto che siano armi suicide per chi speri ragionevolmente di poter edificare una società (un po’ più) libertaria, di prefigurarla rivoluzionando se stesso, i propri meccanismi, il proprio ambiente e senza usar mezzi, metodi idee che rafforzano le ragioni stesse dell’avversario, la validità delle sue proposte politiche, per il mero piacere di abbatterlo, distruggerlo o possederlo nella sua fisicità.
La violenza è il campo privilegiato sul quale ogni minoranza al potere tenta di spostare la lotta degli sfruttati e della gente; ed è l’unico campo in cui può ragionevolmente sperare d’essere a lungo vincente. Alla lunga ogni fucile è nero, come ogni esercito ed ogni altra istituzionalizzazione della violenza, contro chiunque la si eserciti, o si dichiari di volerla usare.
L’etica del sacrificio, della lotta eroica, della catarsi violenza mi ha semplicemente rotto le balle; come al “buon padre di famiglia”, al compagno chiedo una cosa prima d’ogni altra: di vivere e d’essere felice.
Penso, personalmente, che avendo un certo bagaglio di speranze, di idee e di chiarezza non solo questo sia possibile, ma che non vi sia altro modo per creare e vivere davvero felicità.
[...] Abbiamo dovuto, ogni giorno per anni quanto lunghi, inventare tutto, rifiutare ogni strumento esistente, ogni scorciatoia, ogni facilità, per poter avanzare almeno di un poco. I mezzi che ci si offrivano già pronti, che facevano la forza apparente di tanti altri, non erano omogenei, non prefiguravano quel che cerchiamo, e cerchiamo di costruire.
La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna, piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli. Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei seat-in, con gli happening continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano “individuali” e “azioni dirette” di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile, troppo spesso considerati “diversi” dai compagni e colmi invece d’attenzioni continue, di provocazioni, di colpi da parte dei pula e non dei minori.
Abbiamo durato, rifiutando di sopravvivere, ricominciando sempre, facendo anche delle sconfitte materia buona per dar volto e corpo alle nostre testarde, ed alla fine semplici e antiche, speranze.”
Marco Pannella, 1 Luglio 1973
[tratto dalla Prefazione al libro “Underground a pugno chiuso!” di Andrea Valcarenghi. Versione intera, con commento di P.P.Pasolini: http://www.radioradicale.it/exagora/la-fantasia-come-necessita]
Parole chiave: Vasco RossiMarco Pannellapartito radicaleEmma BoninopoliticaamorelibertàlibertarismorockIl BlascoPLAYLIST | Vasco Rossi e il Partito radicale, una storia che dura da quasi venticinque anni
Molte volte mi viene chiesta la ragione per cui spesso utilizzo le canzoni di Vasco Rossi per far comprendere l'azione politica radicale, la sua diversità, la sua complessità. Ebbene, probabilmente è anche una ragione di "amore" per i radicali e Vasco stesso che mi porta a raccontare in questo modo la politica, quella vera, non quella politicante, sicuramente è il modo in cui vivo, dentro di me, questo "amore", certamente perchè Vasco è il rocker italiano che più amo ascoltare e seguire, ovviamente perchè amo tutte le canzoni del cittadino di Zocca che fino a qualche anno fa seguivo nei suoi concerti dal vivo (esperienza che consiglio a tutti coloro che non l'hanno mai provata), ma la motivazione più vera è, forse, un'altra.
Spesso si è parlato di Vasco Rossi come possibile candidato in una lista radicale in occasioni di diverse competizioni elettorali, lui ha sempre rifiutato le proposte fattegli perchè ha considerato altri, meglio di lui, in grado di "fare" politica. Un difetto di grande "umiltà", quello di Vasco, che però non si è mai risparmiato nel sostenere l'azione radicale con le sue iscrizioni che durano da quasi venticinque anni, con i suoi pubblici appelli a sostegno dell'azione politica di Marco Pannella, Emma Bonino e di coloro che ha sempre considerato suoi "compagni" di strada.
Ebbene, Vasco a mio avviso ha sempre fatto politica anche con le sue canzoni, con tutte le sue canzoni, davvero tutte. Ed è in ciò che si può ritrovare il denominatore comune di Vasco con i radicali e con me stesso. Il suo approccio alla vita è libertario, il suo rapporto con l''amore, anche quello che narra nelle sue magnifiche canzoni, è libertario, il suo vivere l'amicizia, il rispetto, la lealtà, la correttezza, è libertario, il suo relazionarsi con gli "altri" è intriso di profonda libertà, perciò responsabile e indipendente. In definitiva, considero Vasco un "poltico", più precisamente un poeta della politica. Bisogna, evidentemente, intendersi sul significato del termine "politica". Qui mi tocca citare un testo, famosissimo, di Marco Pannella perchè in esso, a mio avviso, si spiega, forse meglio che altrove, l'incontro tra Vasco, Pannella e miei video. Buona lettura e visione!
“Tu sei un rivoluzionario. Io amo invece gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari anfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione.
Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”.
Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie.
Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti.
Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo. Non credo ai “viaggi” e sarà anche perché i “vecchi” ci assicurano sempre che “formano” (a loro immagine) i “giovani”, come l’esercito e la donna-scuola.
Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico” per pensare ad eliminarlo.
Brucare, o fumare erba non m’interessa per la semplice ragione che lo faccio da sempre. Ho un’autostrada di nicotina e di catrame dentro che lo prova, sulla quale viaggia veloce quanto di autodistruzione, di evasione, di colpevolizzazione e di piacere consunto e solitario la mia morte esige e ottiene.
Mi è facile, quindi, impegnarmi senza riserve per disarmare boia e carnefici di Stato, tenutari di quel casino che chiamano “l’Ordine”, i quali per vivere e sentirsi vivi hanno bisogno di comandare, proteggere, obbedire, torturare, arrestare, assolvere o ammazzare, e tentano l’impossibile operazione di trasferire i loro demoni interiori (di impotenti, di repressi, di frustrati) nel corpo di chi ritengono diverso da loro e che, qualche volta (per fortuna!), lo è davvero.
[...] Non esistono dei “perversi”, ma dei “diversi”. Nelle famiglie, nelle scuole, nelle fabbriche o negli uffici perfino i torturatori sono anch’essi, in primo luogo, e generalmente delle vittime. Tranne che per certi psicanalisti, uccidere il padre non è la soluzione, non aiuta a superare l’istituzione, la famiglia; o non basta e non è comunque necessario.
Sosteniamo, insieme, che non esistono nelle carceri, negli ospedali, nei manicomi, nelle strade, sui marciapiedi, nei tuguri, nelle bidonville, dei “peggiori”, ma anche lì, dei “diversi” malgrado la miseria (che è terribile proprio perché degrada, muta, fa degenerare: e se no, perché la combatteremmo tanto?), malgrado il lavoro che aliena (che rende “pazzi”), malgrado che lo sfruttamento classista sia “secolare”, quindi incida sull’ereditarietà.
Sogniamo – e v’è rigore e responsabilità nei nostri sogni – una società senza violenza e aggressività o in cui, almeno, deperiscano anziché ingigantirsi e esservi prodotte. Sosteniamo che è morale quel che tale appare a ciascuno. Lottiamo contro una “giustizia” istituzionale (e “popolare”) che ovunque scambia diversità per perversione, dissenso per peccato.
[...] Perciò non m’interessa molto che la vostra violenza rivoluzionaria, il vostro fucile, siano probabilmente morali e naturali, mentre mi riguarda profondamente il fatto che siano armi suicide per chi speri ragionevolmente di poter edificare una società (un po’ più) libertaria, di prefigurarla rivoluzionando se stesso, i propri meccanismi, il proprio ambiente e senza usar mezzi, metodi idee che rafforzano le ragioni stesse dell’avversario, la validità delle sue proposte politiche, per il mero piacere di abbatterlo, distruggerlo o possederlo nella sua fisicità.
La violenza è il campo privilegiato sul quale ogni minoranza al potere tenta di spostare la lotta degli sfruttati e della gente; ed è l’unico campo in cui può ragionevolmente sperare d’essere a lungo vincente. Alla lunga ogni fucile è nero, come ogni esercito ed ogni altra istituzionalizzazione della violenza, contro chiunque la si eserciti, o si dichiari di volerla usare.
L’etica del sacrificio, della lotta eroica, della catarsi violenza mi ha semplicemente rotto le balle; come al “buon padre di famiglia”, al compagno chiedo una cosa prima d’ogni altra: di vivere e d’essere felice.
Penso, personalmente, che avendo un certo bagaglio di speranze, di idee e di chiarezza non solo questo sia possibile, ma che non vi sia altro modo per creare e vivere davvero felicità.
[...] Abbiamo dovuto, ogni giorno per anni quanto lunghi, inventare tutto, rifiutare ogni strumento esistente, ogni scorciatoia, ogni facilità, per poter avanzare almeno di un poco. I mezzi che ci si offrivano già pronti, che facevano la forza apparente di tanti altri, non erano omogenei, non prefiguravano quel che cerchiamo, e cerchiamo di costruire.
La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna, piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli. Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei seat-in, con gli happening continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano “individuali” e “azioni dirette” di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile, troppo spesso considerati “diversi” dai compagni e colmi invece d’attenzioni continue, di provocazioni, di colpi da parte dei pula e non dei minori.
Abbiamo durato, rifiutando di sopravvivere, ricominciando sempre, facendo anche delle sconfitte materia buona per dar volto e corpo alle nostre testarde, ed alla fine semplici e antiche, speranze.”
Marco Pannella, 1 Luglio 1973
[tratto dalla Prefazione al libro “Underground a pugno chiuso!” di Andrea Valcarenghi. Versione intera, con commento di P.P.Pasolini: http://www.radioradicale.it/exagora/la-fantasia-come-necessita]
Parole chiave: Vasco RossiMarco Pannellapartito radicaleEmma BoninopoliticaamorelibertàlibertarismorockIl BlascoPLAYLIST | Alcune mie interviste e speciali realizzati per tv radicale e non solo
Le interviste e le conduzioni da me realizzate per tv radicale sono state per lo più in diretta e in altre playlist che prestissimo pubblicherò ne selezionerò qualcuna; in questa playlist, invece, ho raccolto le interviste realizzate in occasione di eventi particolari cui ho partecipato, oppure speciali effettuati, oppure ancora interviste realizzate per altri progetti diversi da quello della web tv radicale interattiva. Qui è possibile vedere due di una serie di interviste realizzate, in collaborazione con il Circolo LGBTE "Pier Paolo Pasolini", con persone che in vario modo rientrano nella categoria (i cui confini è spesso difficilissimo tracciare), del transessualismo, delle persone transgender o dell'identità di genere in generale: sono davvero molto interessanti, ne consiglio la visione. Ancora: sono qui inclusi due speciali particolarissimi ed inediti perchè non c'è nulla, davvero nulla, su questi argomenti su youtube: l'intervista a Sergio D'Elia, già terrorista di Prima Linea ed attualmente segretario dell'Associazione radicale Nessuno Tocchi Caino; le interviste realizzate in Piazza navona nel 2007 in occasione della manifestazione per il Coraggio Laico. Buona visione!
Parole chiave: intervisteCoraggio laicotransessualitàidentità di genereSergio D'EliaRita BernardiniElisabetta ZamparuttiNessuno Tocchi CainoLGBTEPLAYLIST | Alcune mie interviste e speciali realizzati per tv radicale e non solo
Le interviste e le conduzioni da me realizzate per tv radicale sono state per lo più in diretta e in altre playlist che prestissimo pubblicherò ne selezionerò qualcuna; in questa playlist, invece, ho raccolto le interviste realizzate in occasione di eventi particolari cui ho partecipato, oppure speciali effettuati, oppure ancora interviste realizzate per altri progetti diversi da quello della web tv radicale interattiva. Qui è possibile vedere due di una serie di interviste realizzate, in collaborazione con il Circolo LGBTE "Pier Paolo Pasolini", con persone che in vario modo rientrano nella categoria (i cui confini è spesso difficilissimo tracciare), del transessualismo, delle persone transgender o dell'identità di genere in generale: sono davvero molto interessanti, ne consiglio la visione. Ancora: sono qui inclusi due speciali particolarissimi ed inediti perchè non c'è nulla, davvero nulla, su questi argomenti su youtube: l'intervista a Sergio D'Elia, già terrorista di Prima Linea ed attualmente segretario dell'Associazione radicale Nessuno Tocchi Caino; le interviste realizzate in Piazza navona nel 2007 in occasione della manifestazione per il Coraggio Laico. Buona visione!
Parole chiave: intervisteCoraggio laicotransessualitàidentità di genereSergio D'EliaRita BernardiniElisabetta ZamparuttiNessuno Tocchi CainoLGBTEPLAYLIST | Gli spot da me realizzati per tvradicale.it
In questa playlist ho raccolto alcuni degli spot da me realizzati per il progetto TV Radicale. In altra parte del sito ho già più dettagliatamente illustrato le linee guida e le idee di fondo di tutto il progetto stesso. Questi clip, in tutto, sono poco meno di venti e contengono anche i primissimi spot creati quando rilanciai una webtv radicale come azione militante, scegliendo un primate come testimonial. "Libera la scimmia che è in te!" era infatti uno degli slogan da me inventati per suscitare curiosità e attesa per il lancio avvenuto nel luglio del 2010, ma già sperimentato con grande successo in occasione dell'avvio della campagna per Emma Bonino Presidente della Regione Lazio, nel febbraio dello stesso anno, dopo che erano già anni che proponevo una webtv interattiva come strumento per una comunicazione politica innovativa: anche su questo Beppe Grillo, che nel 2012 ha inventato La Cosa, era stato anticipato dai radicali.
L'idea della scimmietta mi è venuta pensando all'immagine delle tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano. Il focus di tutto il progetto era, infatti, incentrato sull'obiettivo del superamento dei canoni classici della comunicazione unidirezionale, fino al secolo precedente utilizzati, tranne rarissime eccezioni, dai c.d. old media. Da qui l'idea di sfruttare le potenzialità che la rete già allora offriva in termini di interattività e così rivoluzionando il rapporto tra fruitori e attori della comunicazione attraverso le possibilità di bidirezionalità della comunicazione stessa offerte da una chat o dai social network. "Vedere, ascoltare, parlare: l'anello mancante della comunicazione" era appunto lo slogan conseguente al primo, così come il primissimo, da me concepito per la campagna delle regionali ("La webtv fuori dagli sche(r)mi"), era centrale e coessenziale al progetto stesso. All'interno di questa playlist anche altri spot per produzioni della webtv o per il Congresso costitutivo dell'Associazione nata nel 2011: il primo Congresso interamente telematico, sia per la partecipazione, sia per il voto solo elettronico! Se non è stata rivoluzione digitale questa.. ;)
Parole chiave: webtvinterattivitàspottvradicale.itcongresso telematicovoto elettronicocomunicazioneslogantestimonialPLAYLIST | Gli spot da me realizzati per tvradicale.it
In questa playlist ho raccolto alcuni degli spot da me realizzati per il progetto TV Radicale. In altra parte del sito ho già più dettagliatamente illustrato le linee guida e le idee di fondo di tutto il progetto stesso. Questi clip, in tutto, sono poco meno di venti e contengono anche i primissimi spot creati quando rilanciai una webtv radicale come azione militante, scegliendo un primate come testimonial. "Libera la scimmia che è in te!" era infatti uno degli slogan da me inventati per suscitare curiosità e attesa per il lancio avvenuto nel luglio del 2010, ma già sperimentato con grande successo in occasione dell'avvio della campagna per Emma Bonino Presidente della Regione Lazio, nel febbraio dello stesso anno, dopo che erano già anni che proponevo una webtv interattiva come strumento per una comunicazione politica innovativa: anche su questo Beppe Grillo, che nel 2012 ha inventato La Cosa, era stato anticipato dai radicali.
L'idea della scimmietta mi è venuta pensando all'immagine delle tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano. Il focus di tutto il progetto era, infatti, incentrato sull'obiettivo del superamento dei canoni classici della comunicazione unidirezionale, fino al secolo precedente utilizzati, tranne rarissime eccezioni, dai c.d. old media. Da qui l'idea di sfruttare le potenzialità che la rete già allora offriva in termini di interattività e così rivoluzionando il rapporto tra fruitori e attori della comunicazione attraverso le possibilità di bidirezionalità della comunicazione stessa offerte da una chat o dai social network. "Vedere, ascoltare, parlare: l'anello mancante della comunicazione" era appunto lo slogan conseguente al primo, così come il primissimo, da me concepito per la campagna delle regionali ("La webtv fuori dagli sche(r)mi"), era centrale e coessenziale al progetto stesso. All'interno di questa playlist anche altri spot per produzioni della webtv o per il Congresso costitutivo dell'Associazione nata nel 2011: il primo Congresso interamente telematico, sia per la partecipazione, sia per il voto solo elettronico! Se non è stata rivoluzione digitale questa.. ;)
Parole chiave: webtvinterattivitàspottvradicale.itcongresso telematicovoto elettronicocomunicazioneslogantestimonialPLAYLIST | Dopo il loft di Veltruskoni e lo tsunami Grillo, la websoap del bunker di D'Alema!
In questa playlist, la prima web-soap della politica italiana: le vicende vissute all'interno del bunker di Massimo D'Alema, che sostituisce il loft di Veltruskoni del 2008. Sempre la stessa location un po' claustrofobica, ma risate a crepapelle ironizzando sui drammi della storia di illegalità del nostro povero Paese, l'Italia. Per la partitocrazia nessun riguardo, soprattutto per chi vuol farsi passare come diverso da Berlusconi, sono la categoria di partitocrati peggiori! Buona visione e.. commentate, date consigli e ... condividete! Ci conto! :)
Parole chiave: Massimo D'AlemaBeppe GrilloPartito DemocraticoMovimento Cinque StelleSilvio BerlusconipartitocraziaconsociazionePierluigi BersaniPopolo della LibertàPLAYLIST | Dopo il loft di Veltruskoni e lo tsunami Grillo, la websoap del bunker di D'Alema!
In questa playlist, la prima web-soap della politica italiana: le vicende vissute all'interno del bunker di Massimo D'Alema, che sostituisce il loft di Veltruskoni del 2008. Sempre la stessa location un po' claustrofobica, ma risate a crepapelle ironizzando sui drammi della storia di illegalità del nostro povero Paese, l'Italia. Per la partitocrazia nessun riguardo, soprattutto per chi vuol farsi passare come diverso da Berlusconi, sono la categoria di partitocrati peggiori! Buona visione e.. commentate, date consigli e ... condividete! Ci conto! :)
Parole chiave: Massimo D'AlemaBeppe GrilloPartito DemocraticoMovimento Cinque StelleSilvio BerlusconipartitocraziaconsociazionePierluigi BersaniPopolo della LibertàPLAYLIST | Gli spot da me realizzati per associazioni ed aziende
In questa playlist sono raccolti alcuni video da me realizzati, caricati sul mio canale Youtube o su quello di altri, per pubblicizzare il profilo di aziende o associazioni. Di alcuni di questi video ho curato l'ideazione, le riprese e il montaggio, per altri solo l'ideazione e il montaggio, ma non le riprese. Non son tantissimi perchè ho sempre preferito occuparmi di comunicazione politica, ma tutte le volte che mi son cimentato anche nella comunicazione su internet per piccole e medie imprese oppure per associazioni, i risultati non son stati cattivi, però questa è solo una mia opinione, ci terrei che fossero i lettori del mio sito ad esprimere giudizi e, magari, consigli e suggerimenti. Buona visione.
Parole chiave: spotaziendeassociazioniplaylistyoutubePLAYLIST | Gli spot da me realizzati per associazioni ed aziende
In questa playlist sono raccolti alcuni video da me realizzati, caricati sul mio canale Youtube o su quello di altri, per pubblicizzare il profilo di aziende o associazioni. Di alcuni di questi video ho curato l'ideazione, le riprese e il montaggio, per altri solo l'ideazione e il montaggio, ma non le riprese. Non son tantissimi perchè ho sempre preferito occuparmi di comunicazione politica, ma tutte le volte che mi son cimentato anche nella comunicazione su internet per piccole e medie imprese oppure per associazioni, i risultati non son stati cattivi, però questa è solo una mia opinione, ci terrei che fossero i lettori del mio sito ad esprimere giudizi e, magari, consigli e suggerimenti. Buona visione.
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