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Processo Giovine/Cassazione a novembre: brava Bresso a non mollare ma non c'è niente da festeggiare
Appreso che la Cassazione, su ricorso dei legali di Mercedes Bresso, ha fissato al 14 novembre l'udienza del processo che vede imputati Michele Giovine e il padre Carlo (dopo che tale udienza, già fissato per il 9 luglio 2013, era stata spostata al 14 febbraio 2014), Igor Boni e Giulio Manfredi (esponenti radicali) hanno dichiarato:
Innanziutto, vogliamo esprimere il nostro ringraziamento, ma anche quello di tutti i cittadini piemontesi che credono nei valori della legalità, a Mercedes Bresso, che non molla la sua lotta iniziata ben tre anni fa, per ottenere la giusta sanzione, sia in sede penale che in sede amministrativa, per le patenti violazioni della legge elettorale che avvennero nella primavera del 2010, in sede di presentazione della lista "Pensionati con Cota" di Michele Giovine, risultata determinante per la vittoria elettorale di Roberto Cota. E questo in un contesto politico in cui l'ex segretario regionale del PD, Gianfranco Morgando, nemmeno un mese fa, non ha trovato di meglio che nominare la Bresso non per sostenerla nella sua lotta per la legalità ma per dire che vi erano stati seri dubbi sulla sua ricandidatura a presidente del Piemonte.
Ciò detto, oggi non c'è nulla da festeggiare. Sono passati oltre tre anni dalle elezioni regionali e c'è il fondato rischio che le falsificazioni accertate dalle due sentenze di primo e secondo grado non portino a nuove elezioni regionali (magari abbinate a quelle europee della primavera 2014) e che Cota possa tranquillamente terminare i cinque anni di governo (si fa per dire) del Piemonte.
Il "caso Piemonte" è l'ennesimo capitolo del "caso Italia", dell'assenza della certezza del diritto, in tutti i campi: elettorale, penale, civile e amministrativo.
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Comitato Promotore dei Referendum presieduto da Pannella deposita in Cassazione Referendum "Giustizia Giusta"
Nella mattinata di martedì 28 maggio, a 25 anni dalla morte e a 30 dall'arresto di Enzo Tortora, una delegazione del "Comitato promotore dei referendum" presieduto da Marco Pannella ha depositato presso la Corte di Cassazione sei quesiti referendari "per la giustizia giusta".
Cancellazione del filtro di ammissibilità nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile dei magistrati; separazione delle carriere; eliminazione della custodia cautelare per il rischio di reiterazione nel caso di reati non gravi; misure restrittive per il lavoro dei magistrati fuori ruolo; abolizione dell'ergastolo. Sono questi i cinque quesiti referendari proposti dal comitato promotore. Ci sono ora tre mesi di tempo per raccogliere le 500.000 firme per sostenere i quesiti.
“La nostra battaglia - ha dichiarato Pannella - serve a fare della giustizia un luogo di vita e non di putrefazione dei diritti e dei principi vitali della democrazia. In particolare la Roma dei comandamenti della Chiesa dovrebbe essere in testa per questa battaglia. Temo però che i partiti politici non appoggeranno facilmente la nostra iniziativa perché continueranno a far solo finta di sostenerci come fanno da 20 anni”.
Ha quindi proseguito esprimendo una riflessione su Silvio Berlusconi: “Ha fatto un sacco di stupidaggini, ma anche se non faccio il giudice, può darsi che nei suoi confronti ci siano forme di persecuzione. È evidente - ha sottolineato - che siamo di fronte ad uno scontro tra fazioni, ma Berlusconi non è Tortora.”
Infine anche una chiosa per Grillo: “Non vorrei apparire un necrofilo della politica come Beppe Grillo, ma sono convinto che i partiti cercano oggi di candidarsi alle riforme, compresa quella della giustizia, senza averne la credibilità perché sembrano cadaveri in putrefazione che ammorbano il territorio”.
Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, alcuni parlamentari ed ex parlamentari oggi iscritti ai Radicali italiani.
Il video di Radio Radicale>
Garante regionale carceri: Abolire il garante delle carceri per risparmiare? Non copritevi di ridicolo!
Se i Consiglieri regionali restituissero i rimborsi contestati il garante sarebbe stipendiato per quasi 50 anni
Dichiarazione di Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani):
“Ci risiamo. Mentre 56 consiglieri regionali su 60 devono rispondere alla Procura della Repubblica di Torino per un monte di rimborsi spese percepiti pari a oltre 1 milione e mezzo di euro (solo PDL + Lega superano il milione di euro), in Consiglio regionale si discute del progetto di legge del capogruppo PDL Gianluca Pedrale che mira ad abolire il garante delle carceri, motivandola con l'esigenza che la Regione deve risparmiare.
Cari consiglieri regionali, abolire il garante delle carceri con la scusa del risparmio (il costi si aggirerebbero su poco più di 30.000 euro annui) non significa nascondersi dietro a un dito ma semplicemente coprirsi di ridicolo. E' inutile ripetere a chi non vuol sentire che un garante regionale determinato e capace porterebbe ad una riduzione del danno (anche e soprattutto in termini economici), agevolando, ad esempio, la fruizione di pene alternative al carcere (ogni detenuto costa ai cittadini circa 160 euro al giorno, la retta giornaliera in una comunità per tossicodipendenti è di circa 50 euro al giorno).
La Regione Piemonte se avesse solo a disposizione i rimborsi contestati in queste settimane ai Consiglieri pagherebbe il garante per quasi 50 anni! Demagogia? Non ci pare proprio. Diamo atto, per altri versi, al PD e alle altre opposizioni di non avere fatto passare sotto silenzio il vergognoso tentativo del Centrodestra di far fuori l'istituto del garante; rivolgiamo loro un pressante appello affinché utilizzino tutti gli strumenti del regolamento consiliare (ostruzionismo compreso) per non far passare lo sciagurato progetto di legge ammazzagarante"
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Carceri: Radicali, Grande Chambre respinge ricorso Italia su caso Torreggiani 'ennesima umiliazione in sede europea'
"Come era ampiamente prevedibile, l'Italia ha subito l'ennesima umiliazione in sede europea. I cinque giudici della Grande Chambre chiamati a vagliare il ricorso dell'Italia avverso la sentenza Torreggiani ed altri, lo hanno dichiarato inammissibile". Lo affermano in una nota Rita Bernardini, gia' deputata radicale, capolista delle liste Amnistia, Giustizia, Liberta' alle scorse elezioni e Giuseppe Rossodivita, avvocato radicale difensore di due dei detenuti che si sono visti riconoscere il risarcimento della Corte Edu per 'trattamenti inumani e degradanti'.
"Ricordiamo che la Corte Edu, l'8 gennaio scorso, nel riconoscere il risarcimento ai sette detenuti, ha chiesto all'Italia, con una sentenza pilota, di rimuovere entro un anno le cause strutturali che generano trattamenti 'inumani e degradanti' nei nostri istituti penitenziari (violazione sistematica dell'art. 3 della Convenzione - Cedu) - continua la nota - L'Italia ha cosi' 'rapinato' 5 mesi in piu' per rientrare nella legalita' che viola sistematicamente da decenni. Si e' comportata cioe' come fanno certi imputati che guadagnano rinvii fino alla prescrizione del reato. Ma in questo caso non c'e' la prescrizione. Non si possono prescrivere le 'torture' alle quali sono sottoposte decine di migliaia di detenuti nelle nostre carceri". "Ora occorre serieta' - ribadisce la nota - Noi radicali ci battiamo per l'Amnistia (e l'indulto) per uscire immediatamente dalla condizione di flagranza criminale in cui si trova il nostro Stato da decenni anche per violazione dell'art. 6 della Cedu, cioe' per l'irragionevole durata dei processi. Il nuovo Governo e il rinnovato Parlamento hanno altre soluzioni altrettanto rapide ed efficaci anche per avviare immediatamente la necessaria Riforma della giustizia? Le tirino fuori perche' il tempo, per avere uno stato di diritto e quindi democratico, e' abbondantemente scaduto".© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Divorzi: Staderini e Gerardi, dal 7 giugno referendum per divorzio breve.
Dichiarazione di Mario Staderini (segretario di Radicali Italiani) e Alessandro Gerardi (Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve).
I dati resi noti dall’Istat confermano la crescita del numero di famiglie coinvolte nelle procedure di separazione e divorzio. Quello che le statistiche però non dicono è il carico sociale e giudiziario connesso alla durata dei procedimenti di separazione e divorzio: quattro anni per un divorzio consensuale e anche oltre 10 anni per uno giudiziale. Per questo motivo, essendo fallite in Parlamento tutte le occasioni per superare l’anomalia italiana, dal 7 giugno saremo per strada, insieme ai compagni del PSI, per raccogliere le firme sul referendum che introduce il divorzio breve eliminando l’obbligo dei 3 anni di separazione prima di poter chiedere lo scioglimento definitivo del vincolo coniugale. Senza l’inutile obbligo della separazione legale occorreranno quattro anni in meno per arrivare al divorzio, i cittadini non dovranno più pagare gli avvocati per le cause di separazione e lo Stato risparmierà 100 milioni di euro l’anno, con un notevole abbattimento del contenzioso civile.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Bolognetti: Se Fenice continua ad inquinare la responsabilità è anche di chi ha indagato sulla vicenda.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani E’ inutile girarci attorno: se ancora oggi stiamo a fare i conti con un inquinamento di tutte le matrici ambientali, prodotto dall’inceneritore Fenice, è anche grazie all’operato della magistratura. Nel settembre 2009, il Procuratore della Repubblica di Melfi, Renato Arminio, ebbe a rispondere alla richiesta di sequestro dell’inceneritore Edf, avanzata dal sottoscritto, con una sconcertante dichiarazione resa ai microfoni del Tgr Basilicata: “Non sequestro perché sono una persona responsabile”. Quanto all’indagine condotta dal Sostituto Procuratore Salvatore Colella, che ha portato nell’ottobre del 2011 all’arresto dei vertici Arpab, ribadisco che la stessa - volendo usare un eufemismo - presenta qualche lacuna. Dove sono, mi chiedo, le indispensabili indagini epidemiologiche e biologiche? Perché la Procura non ha approfondito l’aspetto dell’impatto sulla salute umana prodotto dall’inceneritore? Nella consulenza tecnica per la Procura di Melfi, acquisita dall’ufficio protocollo della stessa in data 24 maggio 2010, il CTU, prof. Fracassi - gioverà ricordarlo per l’ennesima volta – afferma di aver chiesto con “nota datata 3 ottobre 2009” un’ analisi dell’acqua dei pozzi a monte e a valle dell’inceneritore. Analisi, afferma il Ctu, indispensabile per stabilire se l’utilizzo delle acque “da parte degli agricoltori della zona” comportasse pericoli. Lo stesso consulente afferma di non aver ricevuto risposta né dall’Arpab, né dalla Procura. Come è noto, nel marzo 2009, l’allora sindaco di Melfi Ernesto Navazio ebbe ad emettere un’ ordinanza di “divieto di utilizzo, a qualsiasi scopo, delle acque sotterranee emungibili dai pozzi presenti all’interno del perimetro del sito dell’impianto termovalorizzatore Fenice, nonché di quelli a valle del sito stesso”. Su questa vicenda, e non solo su questa, per quanto è dato conoscere la Procura di Potenza non ha inteso accendere i riflettori. Eppure sarebbe di certo interessante comprendere perché si ingaggi un Ctu e poi le richieste avanzate dallo stesso non vengano soddisfatte. Nelle scorse ore, nell’ambito delle attività di monitoraggio dell’inceneritore Fenice, l’Arpab ha diffuso dati che attestano la presenza nelle acque di falda di inquinanti tossico-nocivi-cancerogeni. L’agenzia, però, non ha fornito elementi sulla presenza del pericolosissimo Cromo esavalente (che pure era emersa dalle analisi del bimestre precedente) a causa di problemi alla strumentazione presente in laboratorio. A fronte di questo ennesimo elemento attestante una perdurante contaminazione della matrice ambientale acqua, ad oggi non registriamo alcuna procedura volta alla bonifica dell’area, laddove con certezza assoluta possiamo affermare che pericolosi inquinanti sono entrati nel ciclo alimentare. A questo punto - e come già fatto a marzo 2013 attraverso un esposto-denuncia - gioverà ricordare ai Signori Procuratori che nell’autorizzazione all’esercizio delle attività dell’inceneritore Fenice-Edf di San Nicola di Melfi si stabilisce che “l’attività di termodistruzione” possa essere interrotta “nei casi previsti dal D.M. 124/2000” e segnatamente “nel caso in cui uno o più parametri compresi nell’allegato 4” del Decreto in oggetto vengano superati, anche se temporaneamente. Da troppo tempo registriamo solo un inutile e stucchevole susseguirsi di conferenze di servizio, senza che si ponga la parola fine ad una inaccettabile situazione che mette e ha messo in serio pericolo la salute dei cittadini. La politica, o per meglio dire la partitocrazia e la burocrazia regionale hanno serie e gravi responsabilità, ma i magistrati che hanno indagato sulla vicenda Fenice, per come la vedo io, hanno responsabilità altrettanto gravi. Formulare l’accusa di disastro ambientale e omissione di atti d’ufficio, così come denunciato fin dal 2009 dal sottoscritto, non basta. Occorreva e occorre agire per evitare che nel Vulture continui ad essere negato violato l’art. 32 della Costituzione.
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Bolognetti: Cari Grillini, caro Senatore Petrocelli, sono iscritto a un Partito e me ne vanto
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani La faccia tosta, l’arroganza e la capacità manipolatoria degli impagabili manichei a cinque stelle lucani(e non solo) non finiscono mai di stupire. I Cinque Stalle, pardon i Cinque Stelle, dopo averci raccontato che avrebbero vissuto in quel di Roma a pane e cicorie, da buoni ipocriti e farisei si son guardati bene dal rinunciare a quelli che solo pochi mesi fa avevano definito privilegi della casta. Oggi, in vista delle elezioni regionali, gli amici a cinque stelle fanno proclami e dettano regole. E tra le “ferree”regole di questi nostri giacobini della domenica tocca leggere che i duri e puri nulla vogliono avere a che fare con chi è stato iscritto ad un partito. A questi parvenu, manipolatori e cultori delle doppie verità voglio rispondere che da quasi trent’anni milito in un Partito e me ne vanto. Mi onoro di essere militante di una forza politica che ammette, anzi auspica, la doppia tessera. Militante di un partito aperto, che non è una “chiesa”, militante di quel Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito che ha come simbolo il volto di Gandhi e che è il Partito che ha quale motto “Per la vita del diritto e il diritto alla vita”; il Partito che è un’organizzazione politica che non partecipa alle elezioni, una ong con Status consultivo presso l’Ecosoc delle Nazioni Unite. Il Partito dei Montagnard e dei popoli oppressi, il Partito che propone una “Organizzazione della e delle democrazie”, il Partito del Dalai Lama e di Kok Ksor. Ecco, la mia storia trentennale di militante e iscritto è questa. E’ la storia di chi da oltre 10 anni è iscritto ai soggetti politici della Galassia Radicale, di un Movimento che in Italia fa rima con Referendum, battaglie per il diritto, i diritti, la libertà e la democrazia. Il Partito dei Referendum Tortora; il Partito che da sempre si batte per dar corpo all’einaudiano “diritto a poter conoscere per deliberare”; il Partito che ha proposto e vinto il referendum per abrogare il finanziamento pubblico dei partiti. Probabilmente voi altri di tutto questo non conservate memoria, anche grazie al fatto che in questo paese la memoria viene negata. Ma è pur vero che parlate con disonestà intellettuale e lingua biforcuta e che, spesso, nel vostro agire e nel vostro operato troviamo traccia di culture che hanno appestato la storia dell’umanità. Non parlo, sia chiaro, dei milioni di persone che vi hanno votato, a cui è stata negata la possibilità di conoscere e riconoscersi in alternative e alterità storiche. Un Movimento che in Basilicata, in Italia significa da sempre lotta alle degenerazioni prodotte dal sessantennio partitocratico. Lotta e proposta, e mai mera protesta. Lotta e proposte di riforma, e non patiboli e forche innalzati nelle piazze. In questa regione, cari Cinque Stelle, se oggi i temi ambientali, la questione del “Debito Ecologico” di questo “Stato canaglia” sono all’ordine del giorno dell’agenda politica è grazie all’azione svolta dal sottoscritto, dai Radicali e certo non da altri. Ma capita, cari grillini, che di tutto questo nel vostro Tzunami Tour se ne perda traccia e memoria. State attenti, cari amici, si fa presto a cadere dalla tavola e a rimanere travolti dall’onda che si pensava di poter domare. Firmato un iscritto al PRNTT e ai soggetti politici della Galassia Radicale
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Omaggio a Don Gallo. Viale, un non clericale nella Chiesa
Il presidente di Radicali Italiani, Silvio Viale, ha reso omaggio a Don Gallo presenziando alla cerimonia funebre nella chiesa del Carmine a Genova.
Al termine della cerimonia Silvio Viale ha diffuso la seguente nota:
"Ho voluto essere presente alla cerimonia in chiesa per rendere omaggio a un grande uomo di fede, un non clericale nella Chiesa, un prete stimato da tanti che non hanno quella stessa fede. Un prete anticlericale, vorremmo dire noi, ma Don Andrea Gallo si sentiva parte della Chiesa e voleva che la Chiesa cambiasse. Su molte cose eravamo quasi completamente d'accordo, su altre no, ma il confronto è sempre stato franco e rispettoso. Per noi è una grande perdita, ma siamo certi che altri seguiranno la sua strada. Come ha detto Don Ciotti, citando Papa Francesco, "non quella dei salotti". Un grande Ciao a Don Andrea Gallo."
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Basilicata: I Radicali chiedono al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione di verificare la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella.
Basilicata: I Radicali chiedono al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione di verificare la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella. Gli esponenti radicali Rita Bernardini(già membro della Commissione Giustizia della Camera), Maurizio Bolognetti(Segretario di Radicali Lucani), Mario Staderini(Segretario di Radicali Italiani), Marco Cappato(Tesoriere Associazione Coscioni) ed Elisabetta Zamparutti(Tesoriere di Nessuno Tocchi Caino) hanno indirizzato una interrogazione al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e al Procuratore Generale c/o la Suprema Corte di Cassazione, dott. Gianfranco Ciani, affinché valutino la compatibilità ambientale del Sostituto Procuratore Salvatore Colella con gli uffici giudiziari lucani e in particolare con la sede di Matera. Nelle scorse settimane il segretario dell’Associazione Radicali Lucani aveva più volte manifestato le sue perplessità rispetto a quanto emerso dagli atti del procedimento penale 4422/2010 della DDA di Potenza. Per i dirigenti radicali gli elementi risultati dal sopra citato procedimento renderebbero quanto meno inopportuna una permanenza del dott. Colella in Basilicata e in particolare un suo trasferimento da Potenza a Matera. Al Sig. Ministro della Giustizia – ROMA Al Procuratore Generale Corte di Cassazione – ROMA I sottoscritti, On. Rita Bernardini, già membro della Commissione Giustizia della Camera Maurizio Bolognetti, Segretario Ass. Radicali Lucani Mario Staderini,Segretario Radicali Italiani On. Marco Cappato, Tesoriere Associazione Coscioni On. Elisabetta Zamparutti, Tesoriere Nessuno Tocchi Caino premesso - che, nel mese di dicembre 2012, nell’ambito del procedimento penale n.4422/2010 della D.D.A. di Potenza venivano tratti in arresto alcuni imprenditori con l’accusa di illecito smaltimento di rifiuti solidi urbani consumato nelle province di Potenza e Matera; - che negli atti del citato procedimento penale è dato leggere che il 22/6/2012, l’avv. Marisa Clemente, iscritta all’ordine circondariale di Bari, con studio legale in Altamura, nel presentarsi presso gli uffici del nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, in relazione all’indagine in corso, e nel qualificarsi come difensore di fiducia di uno degli imprenditori indagato e poi arrestato, esercente numerose attività nella Regione Basilicata alcuna delle quali poste in area ricompresa tra il Comune di Matera e il Comune di Altamura, “en passant”, riferiva di essere la consorte del dott. Salvatore Colella, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza; - che l’episodio suscitò sorpresa nei Carabinieri inquirenti che di tanto informarono immediatamente i sostituti procuratori titolari del fascicolo di indagine e con il Colella, quindi, operanti nello stesso ufficio di Procura; - che il dott. Colella ha svolto indagini in relazioni a danni ambientali in provincia di Potenza in area in cui opera il cliente della moglie; - che da recenti notizie si è appreso del trasferimento del dott. Colella dalla Procura di Potenza a quella di Matera; - che i due popolosi Comuni di Matera ed Altamura distano tra loro solo 18 Km e che sulle aree che coprono quella distanza sono ubicate attività praticate dall’imprenditore tratto in arresto e cliente dell’avv. Clemente; - che la vicenda di cui innanzi, diffusa da vari articoli di stampa, è stata oggetto di salaci commenti sia tra i magistrati che tra gli avvocati del distretto della Corte di Appello di Potenza; CHIEDONO di accertare: a) se il comportamento dell’avv. Clemente sia stato valutato, sotto il profilo deontologico, dal competente Consiglio dell’Ordine (alternativamente quello di Matera, Potenza e Bari); b) se il trasferimento del dott. Colella presso la Procura della Repubblica di Matera non determinerebbe una palese situazione di incompatibilità ambientale posto che la consorte continuerebbe ad esercitare la professione forense a qualche chilometro di distanza. Lì, 25 maggio 2013
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Martedì 28 maggio il Comitato Promotore dei Referendum presieduto da Pannella deposita in Cassazione i Referendum sulla Giustizia Giusta
Martedì 28 maggio, a venticinque anni dalla morte e trenta dall'arresto di Enzo Tortora, una delegazione del "Comitato promotore dei referendum" presieduto da Marco Pannella con il coinvolgimento formale anche della “Lista Pannella”, depositerà presso la Corte di Cassazione i seguenti cinque quesiti referendari "per la giustizia giusta":
- Responsabilità civile dei magistrati
- Separazione delle carriere
- Custodia cautelare
- Incarichi extragiudiziali
- Progressione delle carriere.
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Finanziamento Partiti, Staderini: vedere per credere
PRONTI AL REFERENDUM.
L’annuncio del Presidente Letta di una iniziativa governativa per abolire il finanziamento dei partiti è di certo un fatto nuovo, perché rompe il tabù che per quarant’anni ha visto la partitocrazia unita contro i referendum Radicali del 1978, del 1993 e del 2000.
Aspettiamo, però, di vedere il contenuto del disegno di legge e come verrà accolto in Parlamento.
Sono infatti molti i punti da chiarire.
Rimarranno i rimborsi elettorali e se si, saranno limitati a garantire l’accesso di tutti alle elezioni oppure continueranno ad essere una forma di finanziamento occulto per i soliti noti attraverso una distribuzione in proporzione ai voti? Le donazioni dei privati saranno consentite solo alle persone fisiche oppure anche alle persone giuridiche? Come verrà attuato l’articolo 49 della Costituzione? I servizi alla politica garantiti dallo Stato regolamenteranno anche gli spazi radiotelevisivi, che in questi anni hanno rappresentato un valore persino superiore a quello del finanziamento diretto?
La battaglia radicale contro il finanziamento pubblico dei partiti non è mai stata una questione di limitazione della spesa e degli sprechi, bensì una visione diversa del rapporto tra Stato e cittadini che metta al centro la persona e non i partiti.
Staremo a vedere, in ogni caso dal 7 giugno siamo pronti a tornare in strada con il referendum abrogativo che abbiamo depositato nel mese di aprile.
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani.
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Milano, Cappato: finalmente i dipendenti comunali potranno autenticare le firme. Bene Pisapia. Il mio sciopero del voto è concluso
Milano, 23 maggio 2013 - Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano
Da oggi i dipendenti comunali che ne fanno richiesta riceveranno dal Sindaco Pisapia la delega per autenticare le firme sulle iniziative popolari nazionali e comunali. E' stato messo a disposizione sull'intranet del Comune un modulo per presentare tale domanda, in conformità con una legge -quella sulle autentiche- che finora era rimasta disapplicata a Milano.
Avevamo posto la questione con il Comitato referendario "Milanosìmuove" già al Sindaco Moratti, che aveva risposto con un diniego. Successivamente, neanche da Pisapia eravamo finora riusciti ad ottenere una risposta positiva sulle proposte di iniziativa popolare comunali radicali su biotestamento e altre proposte.
Personalmente mi ero autosospeso da settimane dalle riunioni di maggioranza e dal voto sulle delibere di Giunta proprio per denunciare la mancata risposta su questo punto. Posso finalmente congratularmi con il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia per aver deciso di porre fine alla politica di sabotaggio delle iniziative popolari ereditata dalle precedenti amministrazioni.
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Livingstone67: Grillo dittatore? Ma mi faccia il piacere! http://t.co/f9uEb3SUxx via @sharethis
Livingstone67: Beppe Grillo dittatore? Ma mi faccia il piacere! http://t.co/oCZHeweBHh via @sharethis
Referendum: 1 giugno Assemblea a Roma, 7 giugno inizio raccolta firme
Referendum su immigrazione e lavoro, divorzio breve, finanziamenti ai partiti e alle religioni, una nuova politica sulle droghe.
Sei referendum per dare finalmente una risposta a questioni sociali urgenti, da troppo tempo in attesa di risposta: immigrazione e lavoro, divorzio breve, finanziamenti ai partiti e alle religioni, una nuova politica sulle droghe.
Sei referendum per sbloccare la paralisi del Parlamento su questi temi, far vivere davvero gli strumenti di partecipazione popolare, ripristinare la legalità costituzionale.
La raccolta delle 500 mila firme inizierà il 7 giugno.
La prima Assemblea dei referendari, aperta a tutti i cittadini interessati a cambiare le cose in prima persona, è convocata per sabato 1 giugno, a Roma, a partire dalle ore 9.30, presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio 125.
Durante l’assemblea saranno presentati nel dettaglio i quesiti e i comitati promotori che sostengono i diversi referendum, con interventi delle personalità che in questi giorni stanno aderendo.
Continua intanto la raccolta delle disponibilità per costruire una rete di militanti e di autenticatori, indispensabili per il successo dell’iniziativa.
L’invito quindi è rivolto anche a parlamentari, ai consiglieri regionali, comunali e provinciali, contattandoci via mail info@cambiamonoi.it e dando le adesioni a tutti o alcuni referendum su www.cambiamonoi.it
Dichiarazione di Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani
“Ad un mese dal deposito – su iniziativa di Radicali italiani- dei quesiti referendari in Corte di Cassazione si è formato un primo fronte di promotori determinato a lavorare per il successo della campagna di raccolta firme. Altri ne seguiranno in questi giorni. Ringraziamo l' imprenditore Fabrizio Pilotto per avere creduto in questo progetto e averci messo nelle condizioni per poter partire con la raccolta firme.
La vera sfida rimane quella di superare gli ostacoli che da sempre vengono frapposti a chiunque voglia esercitare il diritto riconosciutogli dall’articolo 75 della Costituzione, dal reperimento degli autenticatori alla conquista di spazi di conoscenza sino al venir meno delle istituzioni ai loro obblighi di legge. L’assemblea del 1 giugno sarà la prima occasione pubblica per organizzarsi anche su questo, su quanto cioè i Radicali combattono, sovente in solitudine, sin dagli anni ‘70”
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Lucana Film Commission: le vignette di Loriso sulla Nuova del Sud
Il Radicale Bolognetti denuncia all'opinione pubblica: "Il petrolio finanzia la Film Commission'"
"Botte" e risposte sulla Film Commission
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Diritti Umani: Perduca, ottima notizia Manconi presidente Commissione Senato. Si prosegua e approfondisca lavoro su carceri e giustizia facendo tesoro di lotta di Marco Pannella
Dichiarazione di Marco Perduca, segretario della Commissione speciale sui Diritti Umani del Senato della Repubblica nella XVI legislatura:
L'ottime notizia dal Senato dell'elezione di Luigi Manconi alla presidenza della Commissione speciale sui diritti umani lascia ben sperare che la Camera alta possa proseguire e approfondire quanto fatto su carceri e giustizia nella scorsa legislatura facendo ancor piu' tesoro di lotta di Marco Pannella.
Tre anni fa, infatti, la Commissione pubblico un rapporto sulle carceri dove si analizzavano I motivi del sovraffollamento e si avanzavano proposte di riforme per affrontare la situazione drammatica in cui oggi versa l sistema penitenziario italiano. In conclusione dei lavori della Commissione, su stimolo del Presidente Marcenaro, emerse un'ultima raccomandazione politica generale, quella dell'amnistia come primo passo necessario per rispondere all'illegalita' costizionale stigmatizzata dalla corte europea dei diritti umani con centinaia di sentenze.
Nell'augurare quindi al Senatore Manconi un buon inizio di attivita' pel rispetto, la protezione e la promozione dei Diritti Umani in Italia, auspico che, proprio come la sua elezione e' avvenuta contro la tanto sbandierata prassi che vorrebbe certe commissioni presiedute dalla minoranza piuttosto che da chi ottiene piu' voti in seno alla commissione stessa, essa possa andar contro la presunta vox populi che l'amnistia non sia una mmisura strutturale urgente per ri-inserire l'Italia tra i paesi industrializzati dove lo Stato di Diritto non e' un argomento per eruditi dibattiti ma una realta' politico-istituzionale. .
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Omicidio Litvinenko: Insabbiamento indagini costituisce grave precedente. Se la più antica democrazia cede per realpolitik alle pressioni russe, cosa faranno gli altri Stati?
Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) e Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
La recente decisione da parte del medico legale inglese di non esaminare, per ragioni di sicurezza nazionale, l'eventuale ruolo svolto dalla Russia nella morte di Alexander Litvinenko, assassinato a Londra nel 2006 mediante avvelenamento con polonio radioattivo 210, costituisce un grave precedente.
Ricordiamo che la magistratura inglese, il 22 maggio 2007, aveva spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti del cittadino russo Andrej Lugovoj, accusandolo di essere stato l'autore materiale dell'avvelenamento. L'estradizione di Lugovoj venne rifiutata dalle autorità di Mosca in quanto l'estradizione di un cittadino russo sarebbe negata dalla costituzione russa. Nel frattempo Lugovoj è stato eletto membro del parlamento nel partito di Putin ed è stato nominato membro del Comitato per la Sicurezza della Duma.
Se la più antica democrazia del mondo accetta di sottostare alla realpolitik, in nome dei buoni rapporti da mantenere fra Cameron e Putin, come si comporteranno gli altri Stati, democratici o no? Si adegueranno.
Torino, 21 maggio 2013
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Lavoro, De Lucia: bene anticipazioni su prossimi interventi governo. Il precariato non si cancella "per legge": illudersi di poterlo fare, significa provocare più disoccupazione e più lavoro nero
Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani:
La riforma Fornero, nella parte relativa al mercato del lavoro, ha scontato una presunzione ed una illusione: quella di poter ridurre o addirittura riassorbire il precariato con un semplice tratto di penna. La stessa illusione che i sindacati per primi rivendono ai loro iscritti e a tutti i cittadini.
I fatti hanno dimostrato che questo sistema non funziona: irrigidire, a tassazione invariata, ad articolo 18 invariato, a diritto “storico” del lavoro invariato (leggasi: tempo indeterminato) la disciplina dei contratti a progetto, del tempo indeterminato, delle partite iva (una partita Iva che svolge periodi di lavoro superiori a 8 mesi in un anno ripetuti per due anni viene considerata lavoro dipendente; il compenso ricevuto da uno stesso datore di lavoro non può superare l'80% del fatturato complessivo del collaboratore, il quale non può avere un posto fisso in azienda, e vincoli simili sono presenti nelle collaborazioni a progetto e nella associazioni in partecipazione), addirittura del contratto di apprendistato, determina il solo effetto di far aumentare la disoccupazione e il lavoro nero.
Le anticipazioni che fino ad ora sono filtrate rispetto ai prossimi interventi del governo sulla materia, vanno nella giusta direzione, ma è necessario più coraggio. Un solo esempio, ma molto molto concreto: il tempo determinato oggi prevede l'avvio senza causale solo per il primo rapporto e per una durata non superiore a 12 mesi, e non sono ammesse proroghe. Chi ha lavorato fino a 6 mesi in un’azienda, se vuole ripartire con lo stesso datore di lavoro, deve far passare un intervallo di 60 giorni, che diventano 90 se il contratto precedente è durato più di 6 mesi. Pare che il governo voglia ridurre gli intervalli a un periodo di 20 o 30 giorni. Bene, in quei 20-30 giorni (di ipocrisia) il malcapitato o lavorerà in nero, o verrà assunto qualcun altro al posto suo: sarebbe quindi il caso, questa volta, di fare le cose per bene, per non perdere un’altra occasione e, soprattutto, altri posti di lavoro.
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Partiti, Turco: PD e PDL non vogliono democrazia interna, è gioco delle parti
"Nella scorsa legislatura abbiamo discusso per due anni della applicazione dell'articolo 49 della Costituzione. E nel giugno dell'anno scorso Pd e Pdl, per esigenze mediatiche, decisero di stralciare da quel dibattito la parte sul finanziamento pubblico, perché avevano interesse a far credere che volevano di corsa discutere di quelle norme. Quel dibattito però era strettamente connesso al dibattito sull'articolo 49, sulla democrazia interna ai partiti, come lo è all'articolo 39 della Costituzione, sulla democrazia interna ai sindacati. Solo che il Pd e il Pdl non vollero farlo allora, come non mi pare vogliano farlo oggi".
Lo ha detto l'ex parlamentare Radicale Maurizio Turco, intervistato da Radio Radicale sul dibattito sulla applicazione dell'articolo 49 e della democrazia interna nei partiti.
"Siamo di fronte all'ennesimo gioco delle parti. Il Pd ha solo riproposto una proposta fatta nella scorsa legislatura, che non volevano adottare. E anche oggi fingono di volere la democrazia interna, ma subito tornano indietro, tanto che sembano dire, se capisco bene quel che dice Zanda: scusate, abbiamo sbagliato", ha detto Turco.
"Io penso che sia una questione importante, che non sia una questione di lana caprina. Da quasi settanta anni questi due articoli della Costituzione non sono applicati. Se un soggetto vuole partecipare alla vita politica democratica del Paese non può che essere strutturato su base democratica, mi sembra pacifico, e lo dissero i costituenti proprio discutendo di quell'articolo della Costituzione", ha detto Turco.
Quanto alla reazione del Movimento 5 Stelle, Turco, ha detto: "Manca il dialogo tra le forze politiche, manca un dibattito, che è del tutto estermporaneo. Il Movimento 5 Stelle ha ovviamente dei problemi, su questo punto della democrazia interna, che è questione molto seria, non stiamo parlando di un 'dispetto' al Movimento 5 Stelle. Ma i problemi li hanno tutti gli altri partiti. Basta ricordare che l'Assemblea nazionale del Pd si espresse, a suo tempo, all'unanimità per il doppio turno alla francese. E solo pochi mesi dopo, quando lo abbiamo ricordato, i dirigenti del Pd ci dissero che eravamo dei provocatori. A proposito di statuti e democrazia interna", ha concluso l'ex deputato Radicale.
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