Politica
Intervista ad Angelo Coradazzi su vendite boom della sua azienda di prosciutti
Conferenza stampa di presentazione dei nuovi vertici AMA
Bolognetti: “La Ferriera, la Syndial e i monitoraggi Arpab top secret”.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni L’Arpa Basilicata non si smentisce mai. E così alcuni dati inerenti i monitoraggi ambientali effettuati dall’Agenzia continuano ad essere top secret, faccenda riservata a pochi iniziati. Cercare sul sito dell’Arpab i dati inerenti il monitoraggio delle diossine emesse dagli impianti della Ferriera di Potenza o i dati inerenti le analisi chimico-fisiche effettuate nell’area diaframmata della Syndial di Ferrandina è come partecipare a una caccia al tesoro truccata. Truccata perché in realtà il tesoro non c’è: Raffaele Vita lo ha seppellito probabilmente in una qualche isola del Mediterraneo. Peggio mi sento se poi penso che da martedì 17 dicembre attendo una risposta alla richiesta di accesso agli atti, inoltrata a mezzo Pec agli uffici dell’Arpab e al Dipartimento Ambiente della Regione. Dopo 23 giorni nemmeno un pallido riscontro. Siamo alle solite, appunto. Il diritto alla conoscenza, al poter conoscere per deliberare continua ad essere sequestrato e il Presidente Pittella, il nuovo che è “avanzato”, si è guardato bene dall’intervenire su uno status quo che stancamente si ripete da lustri. Tocca rassegnarsi, ogni volta che un cittadino rivendica il sacrosanto diritto a poter sapere è necessario ingaggiare una lotta senza quartiere con i detentori di informazioni che in teoria dovrebbero essere di pubblico dominio.
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"Questione tasi: come uscire dal caos della tassazione sulla casa"
Commissione Giustizia della Camera
Commissione Lavoro della Camera
Commissione Finanze della Camera
Il fenomeno droga, l'antiproibizionismo, i punizionisti, la disobbedienza civile, i radicali
Cannabis/Radicali: le mezze verità di Serpelloni. E' il regime proibizionista a non consentire alcun controllo dei consumatori su qualità sostanze.
Rita Bernardini (segretaria Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione RI):
Per l'ennesima volta il capo del Dipartimento Antidroga, prof. Giovanni Serpelloni, ha vestito i panni da Azzeccagarbugli del proibizionismo e ci ha spiegato, per l'ennesima volta, che “In natura la marijuana contiene tra il 5 e il 7% di principio attivo, l’erba in commercio, tra modifiche genetiche e tecniche di coltivazione, arriva al 55 per cento, con danni enormi al cervello” ("La Repubblica" di ieri). E' vero ma si tratta di una mezza verità; per completarla Serpelloni dovrebbe dire che l'aumento a dismisura del principio attivo è stato attuato dal mercato criminale, prodotto dal proibizionismo; un mercato in cui i milioni di consumatori italiani non hanno alcuna voce in capitolo, non possono esercitare alcun controllo né sulla qualità delle sostanze vendute né tantomeno sui prezzi di tali sostanze. Solo la legalizzazione delle sostanze oggi proibite consentirebbe ai consumatori di conoscere esattamente quello che fumano, ingeriscono, si iniettano. Le ultime dichiarazioni di Serpelloni ci fanno ancora maggiormente apprezzare il lavoro di revisione della spesa che sta compiendo il commissario straordinario alla spending rewiew, Carlo Cottarelli, rispetto ai Dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Forse sarà la volta buona per verificare se le ingenti somme a disposizione del Dipartimento Antidroga vanno a vantaggio dei cittadini italiani o solamente della tecnoburocrazia proibizionista.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Decreto Carceri: Garanti, Comitato "Tre leggi" e associazione presentano osservazioni ed emendamenti
"Il diritto dei figli al doppio cognome"
Cannabis: le mezze verità di Serpelloni. E' il regime proibizionista a non consentire alcun controllo dei consumatori su qualità sostanze
Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione RI):
Per l'ennesima volta il capo del Dipartimento Antidroga, prof. Giovanni Serpelloni, ha vestito i panni da Azzeccagarbugli del proibizionismo e ci ha spiegato che “In natura la marijuana contiene tra il 5 e il 7% di principio attivo, l’erba in commercio, tra modifiche genetiche e tecniche di coltivazione, arriva al 55 per cento, con danni enormi al cervello” (La Repubblica di ieri, 8 gennaio).
E' vero ma si tratta di una mezza verità; per completarla Serpelloni dovrebbe dire che l'aumento a dismisura del principio attivo è stato attuato dal mercato criminale, prodotto dal proibizionismo; un mercato in cui i milioni di consumatori italiani non hanno alcuna voce in capitolo, non possono esercitare alcun controllo né sulla qualità delle sostanze vendute né tantomeno sui prezzi di tali sostanze. Solo la legalizzazione delle sostanze oggi proibite consentirebbe ai consumatori di conoscere esattamente quello che fumano, ingeriscono, si iniettano.
Le ultime dichiarazioni di Serpelloni ci fanno ancora maggiormente apprezzare il lavoro di revisione della spesa che sta compiendo il commissario straordinario alla spending rewiew, Carlo Cottarelli, rispetto ai Dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Forse sarà la volta buona per verificare se le ingenti somme a disposizione del Dipartimento Antidroga vanno a vantaggio dei cittadini italiani o solamente della tecnoburocrazia proibizionista.
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