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I costi dell’Ama aumentano, anche questa è l’eredità di Malagrotta
Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino, e Massimiliano Iervolino, membro della Direzione nazionale di Radicali Italiani:
Nel "Piano Finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani" 2013 di Roma Capitale, approvato con delibera n.87 il 2 dicembre 2013, si legge che:
“rispetto al 2012 sono previsti 38.8 milioni di euro di maggiori costi derivanti da uno scenario di gestione dei rifiuti che ha visto una ridefinizione del ciclo, derivante dal progressivo minor utilizzo fino alla chiusura della discarica di Malagrotta, a seguito di decreti ministeriali ed ordinanze prefettizie. I maggiori costi (38.8 milioni di euro) sono determinati dai seguenti fattori:
1) pieno utilizzo delle capacità produttive degli impianti TMB a disposizione del bacino della città di Roma;
2) smaltimento dei rifiuti tramite l’impianto di tritovagliatura del Colari e gli impianti individuati con specifiche ordinanze del Commissario Delegato e con accordi siglati con le Regioni Toscana ed Abbruzzo;
3) smaltimento di scarti e Fos prodotti dagli impianti di trattamento, per effetto della chiusura della discarica di Malagrotta, a partire dal IV semestre.”
Tale crescita delle spese è attribuibile soprattutto al periodo ottobre, novembre e dicembre 2013, in parole povere dalla chiusura (sacrosanta) di Malagrotta in poi. Un aumento dei costi che, qualora non si intervenisse seriamente, potrebbe accrescere esponenzialmente già nel 2014. Questa è l’eredità che ci lascia Malagrotta! La responsabilità è di coloro che, negli ultimi venti anni, hanno governato il Comune di Roma e la Regione Lazio, visto che hanno pensato esclusivamente a smaltire la monnezza nell’invaso della Valle Galeria, senza intervenire né sulla raccolta differenziata né tantomeno sull’impiantistica necessaria a governare un ciclo dei rifiuti degno di questo nome.
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