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Primarie Pd/Manfredi: io non voterò. Indicazione di voto di Boni e Viale a favore di Gariglio è del tutto personale non coinvolge né Associazione Aglietta né tantomeno i radicali Piemontesi
Giulio Manfredi, Membro della Direzione Radicali Italiani e segretario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta:
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri nella sede radicale (dove si è parlato di vari argomenti, non solo di primarie PD), due esponenti radicali iscritti anche al PD (Silvio Viale e Igor Boni) hanno dichiarato che alle primarie del 16 febbraio voteranno Davide Gariglio. Tale scelta è del tutto personale e non può essere estesa e attribuita all’intera Associazione Aglietta né tantomeno ai cosiddetti “radicali piemontesi”.
Per quanto mi riguarda, ritengo che all’elezione del segretario di un partito politico debbano partecipare solo gli iscritti a quel partito, quelli che, pagando la tessera, permettono a quel partito di vivere e di fare. E’ il metodo e la prassi dal Partito Radicale da 50 anni, è il mio metodo e la mia prassi da 32 anni, da quando nel 1982 presi la mia prima tessera radicale. Pertanto, io non parteciperò alle primarie del PD.
Come è possibile verificare dalla registrazione della conferenza stampa fatta da Radio Radicale, ieri ho semplicemente apprezzato il fatto che Davide Gariglio da anni condivide l’iniziativa radicale per la trasparenza delle istituzioni; un impegno che Davide ha ribadito anche ieri per il futuro, chiedendo (e naturalmente ottenendo) su questo la collaborazione dei radicali.
Torino, 6 febbraio 2014
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Intervista a Guanluca Santilli sull'appello interno al PD romano per il voto sul anagrafe e unioni civili
Assemblea pubblica di Radicali Salerno Ass. Maurizio Provenza e del circolo Franco Fiore di Nessuno Tocchi Caino
Giustizia e carceri: la Camera “rimanda” ancora Napolitano, ma i radicali saranno lo stesso in piazza Montecitorio
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani, e di Paolo Izzo, Segretario dell’associazione Radicali Roma:
Abbiamo appreso che la Camera dei Deputati ha rinviato ancora una volta la prevista discussione in aula del messaggio che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato l'8 ottobre scorso in merito alla drammatica situazione delle carceri e della giustizia italiane. Inizialmente fissata per la giornata di domani, dopo aver già subìto uno slittamento dal 29 gennaio scorso e dopo ben quattro mesi dal ricevimento di quel messaggio urgente ed emergenziale, la discussione dovrebbe tenersi "con tutta comodità" il 18 febbraio prossimo, cioè a meno di 100 giorni dalla scadenza che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha fissato, con la sentenza Torreggiani, prima di sanzionare gravissimamente il nostro Paese per le condizioni inumane e degradanti dei penitenziari italiani.
Come Radicali, avevamo annunciato la nostra presenza domani alle ore 9,30 in piazza Montecitorio, per seguire e commentare in diretta i lavori della Camera e, nonostante il rinvio della seduta in questione, confermiamo nella maniera più assoluta e con ancora maggiore convinzione la necessità di manifestare in piazza, davanti alla Camera. Ciò innanzitutto per stigmatizzare quel rinvio come l’ennesimo sfregio nei confronti della massima carica del nostro Stato, ma anche per scongiurare l'eventualità che i recenti decreti in materia di giustizia - assolutamente non risolutivi di quella che Marco Pannella giustamente chiama "flagranza criminale dello Stato italiano" - possano essere considerati come una risposta sufficiente, una sorta di contentino, al messaggio del Presidente Napolitano e a quanto la Corte EDU impone al nostro Paese, trattati l'uno e l'altra come dei Radicali qualunque, che possano cioè rimanere inascoltati o senza una valida risposta, proprio come noi.
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Presentazione del libro "Vendere e comprare. Processi di mobilità sociale dei cinesi a Prato" a cura di Fabio Berti, Valentina Pedone e Andrea Valzania (Pacini Editore)
Senato, Bernardini/Testa: Grasso decide di rinunciare all'autodichia del Senato, ma solo contra personam
In riferimento all’autodifesa resa stamane nell’Aula dal presidente del Senato, il segretario dei radicali italiani Rita Bernardini e Irene Testa, coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca hanno dichiarato:
Dobbiamo essere grati al Presidente del Senato per aver dissipato dallo scranno più alto di palazzo Madama il dubbio sul fatto che il Senato faccia parte dello Stato-apparato (e, quindi, possa costituirsi in giudizio autonomamente rispetto alla Presidenza del consiglio). Si tratta di un dubbio che, per la verità, non ha mai sfiorato i radicali: in tempi non sospetti abbiamo sostenuto che le Camere del Parlamento sono sottoposte alle stesse regole di tutte le pubbliche amministrazioni dello Stato italiano. A dire il vero, è una posizione che finora vede contrario proprio il Senato, che presieduto da Schifani si è costituito in Cassazione e presieduto da Grasso s’è costituito in Corte costituzionale a difesa dell’autodichia, che quel dubbio nega in radice. Non resta che auspicare una maggiore consequenzialità, nei comportamenti della Presidenza del Senato, revocando il mandato a costituirsi dinanzi alla Corte costituzionale nella vicenda aperta dall’ordinanza n. 10400 della Corte di cassazione: se il senatore Grasso vuol dimostrare di saper agire “in piena autonomia e indipendenza”, metta da parte le convenienze delle strutture burocratiche degli organi costituzionali e ne affermi, inconfutabilmente, la sottoposizione alla legge.
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