Politica
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Il valore delle idee: confronto sull'Italia fra crisi e opportunità
"Vivere e convivere nelle città"
Bolognetti: Con Papa Francesco e Marco Pannella “Per la Vita del Diritto e il Diritto alla Vita”
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani Noi che abbiamo fame e sete di giustizia, noi che abbiamo fame e sete di legalità, vogliamo una volta di più dar corpo alla nonviolenza, al dialogo nonviolento. Lo facciamo ricordando un passaggio delle Beatitudini che recita: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”. Il nostro è, per dirla con Marco Pannella, “un atto d’amore verso le Istituzioni”, affinché ascoltino la voce di chi non ha voce, le morti silenziate, la strage di legalità che inevitabilmente si traduce in strage di popoli. Satyagraha per chiedere al nostro Stato di rispettare la sua propria legalità, la legge, il Diritto, i Diritti Umani. Quei diritti umani negati e la cui negazione è scolpita in trent’anni di condanne comminateci dalla Corte di Giustizia Europea per la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali. Siamo, sul piano tecnico-giuridico, uno Stato criminale, uno Stato canaglia. Uno Stato i cui tribunali sono luoghi dove sbiadisce, si smaterializza, scompare l’obbligo alla ragionevole durata dei processi. Siamo uno Stato canaglia, che ha trasformato le proprie carceri in luoghi di tortura per l’intera comunità penitenziaria; luoghi in cui la detenzione si traduce in trattamenti inumani e degradanti. Sono milioni le famiglie italiane che soffrono per il malfunzionamento della macchina giudiziaria, migliaia le vite spezzate da meccanismi infernali, dai tempi biblici della giustizia. Un disastro che tra l’altro si riverbera sulla nostra economia, se solo pensiamo all’enorme arretrato che grava sulla nostra giustizia civile. Chiediamo, e lo facciamo con forza, che questo sfascio venga interrotto e siamo convinti che l’unica via percorribile viva e prenda corpo in un costituzionale provvedimento di amnistia, che per le ragioni che ho sinteticamente illustrato è di “Amnistia per la Repubblica”. Le Beatitudini certo, ma anche quel passo del Vangelo di Matteo nel quale è scritto: “Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello”. Il cammello dello Stato di diritto, il cammello della legalità costituzionale. Diamo corpo al nostro Satyagraha e con Marco Pannella sosteniamo il digiuno proposto da Papa Francesco per la Siria. In sciopero della fame quindi contro la violenza e la violenza di Stato. In sciopero della fame, aggiungo, per chiedere che il nostro Stato interrompa la flagranza di reato in atto contro i Diritti Umani e la Costituzione. C’è da sperare che davvero sia colmato il gap tra la potenza, la forza, l’amore che prende corpo attraverso le parole pronunciate da chi ha a cuore il Diritto alla Vita e la Vita del Diritto e il silenzio di chi troppo spesso si comporta da fariseo e sepolcro imbiancato, non onorando ruolo, doveri e funzioni. Noi ci siamo e sabato continueremo a dar corpo anche alla nostra iniziativa referendaria per Nuovi Diritti Umani e la Giustizia Giusta. Personalmente sarò nel primo pomeriggio a Scanzano con Mario Altieri e Laura Scardillo e dalle 18.00 con Cosimo Latronico e gli amici del Pdl a Matera. Ci siamo e continuiamo a ripetere: DIRITTO, GIUSTZIA, AMNISTIA, LIBERTA’, DEMOCRAZIA.
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Commissione Finanze della Camera
Le spese militari, la pace, la nonviolenza, gli euromissili, lo sterminio per fame nel mondo, i Nobel, la sinistra, i radicali
Conferenza stampa del Garante dei diritti dei detenuti, Salvo Fleres
Erri De Luca/Tav. Viale: Bussoleno non è Belfast. Pretestuosa la retorica del territorio
Sulle polemiche nate dalle dichiarazioni di Erri De Luca e sull’annuncio di querela da parte di LTF è intervenuto Silvio Viale, dirigente radicale e consigliere comunale a Torino, che ha detto:
“Capisco Erri De Luca. Anch’io sono stato affascinato dai volontari dell’IRA e dai combattenti baschi, ma bisogna onestamente ammettere che Bussoleno non è Belfast. Con tutta la buona volontà il confronto tra Derry e Chiomonte è assolutamente improponibile, anche se qualcuno adotterebbe volentieri lo slogan “italians troops out of Valsusa”, o scriverebbe “you are entering in free Bussoleno”, come Derry all’entrata del quartiere cattolico. Capisco le posizioni critiche verso la TAV, ma le posizioni sull’uso della forza di Erri De Luca mi sembrano più il richiamo solidaristico verso vecchi compagni d’armi oggi attivi nei comitati, piuttosto che un dato di conoscenza della realtà. L’unica cosa vera è il clima di intimidazione che i militanti No Tav sono riusciti a creare in valle, con la convinzione di essere maggioritari. Se Erri De Luca avesse il tempo di girare la valle, senza limitarsi a rimpatriate con gli amici di un tempo, riuscirebbe a capire che, anche qualora fosse inutile, il treno non sarebbe lo “stupro” del territorio. Nel linguaggio No Tav vi è una pretestuosa retorica proprio sul territorio, che non ha impedito le devastazioni già ampiamente avvenute in passato e che chiude entrambi gli occhi sul raddoppio del tunnel autostradale del Frejus. Il pericolo, come dimostra la rivendicazione dell’attentato alla Geomont di Bussoleno – non condannata, ma attribuita al nemico, da una parte del movimento – è che, a forza di evocare la difesa del territorio dalle ”truppe di occupazioni”, ogni potenziale guerrigliero si senta legittimato a scatenarsi in una sorta di Jihad contro la TAV e gli “infedeli” sostenitori. Non condivido, quindi, la querela di LTF contro Erri De Luca, ma mi auguro che trovi il tempo per approfondire il tema ed emanciparsi da rimpatriate fuori stagione.”
Torino, 5 settembre 2013.
(Silvio Viale 339.3257406)
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