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Basilicata: Il Consigliere comunale Nicola Becce si iscrive al Partito Radicale
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani Nicola Becce, esponente del Pdl in Basilicata e consigliere comunale a Potenza, si è iscritto al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Nel dirgli grazie, dico “benvenuto Nicola” nel Partito che si batte “Per la vita del Diritto e il diritto alla vita", il Partito dei Montagnard e di tutti i popoli oppressi, il Partito di chi non ha paura di dire con Martin Luther King “I have a dream”. Benvenuto nel Partito nel cui Statuto è scritto: “Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito Radicale, proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimità delle istituzioni, proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge. Richiama se stesso, ed ogni persona che voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà, allo stretto rispetto, all'attiva difesa di due leggi fondamentali quali: La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo (auspicando che l'intitolazione venga mutata in "Diritti della Persona") e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nonché delle Costituzioni degli Stati che rispettino i principi contenuti nelle due carte; al rifiuto dell'obbedienza e del riconoscimento di legittimità, invece, per chiunque le violi, chiunque non le applichi, chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie, cioè a non-leggi. Dichiara di conferire all'imperativo del "non uccidere" valore di legge storicamente assoluta, senza eccezioni, nemmeno quella della legittima difesa”. Sono certo che a lungo avremo da condividere lotte e iniziative politiche.
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Referendum: Cappato, bene Santanchè, ma il Pdl finora ha solo moduli giustizia, urgente correggere il tiro
Dichiarazione di Marco Cappato Prendo atto con soddisfazione delle dichiarazioni dell’On. Santanchè, impegnata al tavolo per la raccolta firme su tutti i 12 Referendum Radicali lasciando poi ai cittadini di decidere secondo la propria coscienza. Il problema è, e rimane, che il Pdl in Lombardia si è finora da noi procurato i moduli solo sui referendum giustizia. Quindi, salvo eccezioni, è fino ad oggi impossibile per loro raccogliere le firme su tutti e 12 i referendum. Vogliamo dunque intendere le dichiarazione dell’On Santanchè non soltanto come una sua, apprezzatissima, determinazione personale, ma come una decisione che investe da subito tutto il partito in Lombardia, se così è dovremo immediatamente operare assieme per correggere il tiro e distribuire in tutta la regione anche i moduli sui referendum che non fanno parte del pacchetto giustizia.
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Siria/su iniziativa radicale consiglio comunale Torino chiede attivazione giustizia internazionale per crimini in Siria. Era già successo per crimini ex-jugoslavia. Viale e Manfredi: non c'è pace senza giustizia
Ieri sera il Consiglio Comunale di Torino ha approvato un ordine del giorno che ha recepito, tra l'altro, gli emendamenti proposti da Silvio Viale (consigliere comunale PD, Presidente di Radicali Italiani) che chiedono: di sostenere con il Governo italiano e in tutte le sedi nazionali e internazionali la necessità che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deferisca alla Corte Penale Internazionale chiunque si sia reso responsabili di crimini di guerra o contro l’umanità in Siria; di aderire all’iniziativa di digiuno lanciata da Papa Francesco per domani, sabato 7 settembre; di convocare in audizione i rappresentanti dell’opposizione siriana residenti a Torino per confrontarsi su possibili azioni da intraprendere per sollecitare la comunità internazionale ad un’azione diplomatica più forte, finalizzata a facilitare la transizione verso una democrazia e uno stato di diritto.
Silvio Viale e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani):
Nell'agosto 1995 il Consiglio Comunale di Torino approvò un ordine del giorno di fonte radicale che richiedeva l'attivazione del Tribunale Penale Internazionale sull'ex Jugoslavia contro i serbi Ratko Mladic e Radovan Karadzic per i crimini da loro commessi in Bosnia, in particolare a Sarajevo. Nel settembre 1998 Torino fu la prima città italiana a chiedere l'incriminazione di Slobodan Milosevic per i crimini che stava perpetrando in Kosovo, con una comunità internazionale ancora alla finestra. La storia si ripete perchè non vogliamo imparare nulla dalla storia. Non c'è pace senza giustizia; i radicali lo ripetono ancora oggi sia ai pacifisti ad ogni costo, che, ieri in Bosnia oggi in Siria, non si pongono minimamente il problema di indebolire i dittatori oppressori dei propri popoli sia a chi investe tutte le energie nell'intervento militare senza porsi il problema dell'attivazione della giustizia internazionale.
Conosciamo i rapporti di forza. Siamo consapevoli che Vladimir Putin difficilmente sarà giudicato per i crimini da lui commessi in Cecenia, altrettanto gravi di quelli commessi da Milosevic nell'ex Jugoslavia e da Assad in Siria. Questo non toglie nulla alla necessità ed urgenza di una mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale perchè la Corte Penale Internazionale possa, finalmente, essere messa in grado di operare a 360 gradi; per Mladic, Karadzic e Milosevic l'incriminazione rappresentò l'inizio della fine del loro potere. Deve accadere questo anche per Assad.
Torino, 6 settembre 2013
N.B. Oltre un anno fa l'Associazione radicale Adelaide Aglietta ha lanciato un appello per l'incriminazione di Assad alla Corte Penale Internazionale. L'appello puo' essere firmato online:
http://www.associazioneaglietta.it/
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