Politica
L'Italia vince la causa sulla redazione dei bandi di concorso Ue nella nostra lingua, intervista a Giorgio Pagano (ERA)
Il segretario dell'Associazione radicale esperanto ha commentato la notizia che la Corte di giustizia europea ha deciso di annullare, come richiesto dall'Italia, alcuni bandi di concorso per posti di lavoro nelle istituzioni Ue perche' scritti, nelle versioni integrali, solo in inglese, francese e tedesco. Una "diversita' di trattamento" vietata dalla Carta dei diritti fondamentali che, come abbiamo ricordato nell'intervista, è stata scritta nel 2000 prima del processo di allargamento dell'Unione europea. I risultati dei bandi annullati,
precisa il Tribunale, restano comunque validi in applicazione del principio del 'legittimo affidamento' dei candidati prescelti. Tuttavia la sentenza, spiegano fonti della Corte, da' indicazioni molto chiare e concrete alla Commissione Ue sulla necessita' di pubblicare i bandi integralmente in tutte le lingue ufficiali dell'Ue. E questo perche' la loro pubblicazione parziale - come avvenuto nei casi al centro del ricorso presentato dall'Italia - non é sufficiente ne' per avere una buona conoscenza dell'oggetto del concorso né per prepararlo adeguatamente. Quindi, conclude il Tribunale, chi avesse voluto partecipare ai concorsi era ''svantaggiato'' rispetto a un candidato di lingua madre inglese, francese o tedesca. Si è venuta così a creare una disparita' di trattamento sulla base della lingua, spiega ancora la Corte, vietata dalla Carta dei diritti fondamentali e dallo statuto de funzionari Ue. Nella stessa sentenza il Tribunale Ue ha annullato anche un bando che stabiliva che le prove e le comunicazioni con i candidati si dovessero svolgere unicamente in inglese, francese e tedesco. Una scelta possibile, ma che nel caso specifico al centro del ricorso i giudici europei hanno ritenuto ''non giustificata".
"Oltre lEuropa è invecchiato anche leuropeismo?
Con Lucio Caracciolo (Direttore di Limes), Giovanni La Via (Capodelegazione PDL nel Gruppo PPE Parlamento Europeo), Erminia Mazzoni (Presidente commissione Petizioni, Parlamento Europeo). Conclusioni: Enzo Moavero Milanesi (Ministro per gli Affari Europei). Ne discutono con Antonio Pilati (Consigliere dAmministrazione RAI)
Staderini a Bagnasco: l’unico divorzio breve è quello del referendum
12/09/13
Il vero calvario sono i tempi lunghi Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani Quattro anni per un divorzio consensuale e dieci anni per un divorzio giudiziale: sono questi i tempi che Bagnasco ritiene essere troppo brevi? Evidentemente il Presidente della Cei è indifferente al carico sociale e giudiziario connesso alla durata, maglia nera in Europa, dei procedimenti di separazione e divorzio , che significa costi per lo Stato, onorari a carico delle famiglie e incertezza per i minori. Anzi, lui stesso si dice pronto a imporre “qualunque sacrificio” pur di tenere salda e stabile la coppia. Il vero calvario, in realtà, è il divorzio alla vaticana. Noi Radicali, invece, vogliamo restituire ai cittadini e alle famiglie italiane la libertà di scegliere della loro vita e il diritto a tempi giusti dei processi. Grazie al referendum per il divorzio breve, che elimina l’obbligo di tre anni di separazione prima di poter chiedere il divorzio, ci vorranno tre/quattro anni in meno rispetto ad oggi, i cittadini non dovranno più pagare gli avvocati per le cause di separazione e lo Stato risparmierà 100 milioni di euro l’anno sulle spese di giustizia. In più, avremmo i benefici di una sorta di amnistia civile, visto che le cause di separazione rappresentano una parte notevole del contenzioso civile.
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"La Terza Guerra. LItalia nel conflitto, tra finanza forte ed economia debole".
Partecipano: Flavio Zanonato, Ministro dello Sviluppo Economico; Guido Crosetto, coordinatore Fratelli dItalia, Giorgio Squinzi, presidente Confindustria, Ivan Malavasi, presidente Rete Imprese Italia, Alessandro Sallusti, direttore de il Giornale. Il dibattito è nell'ambito di Atreju 2013, la tradizionale rassegna politica per giovani, giunta questanno alla quindicesima edizione (11 al 15 settembre)
Avanti! Un giornale un'epoca .120 anni di lotte per la Giustizia, la democrazia e la legalità.
Presentazione del Docufilm di Ugo Intini nell'ambito della Festa del PSI su: "Europei di lingua italiana" (12-15 settembre). Ne discutono con l'autore: Enrico Buemi, Corradino Mineo, Coordina Francesco Ghidetti (Quotidiano nazionale).
Presentazione del libro: "Condannati preventivi"
di Annalisa Chirico (Rubettino editore). Con l'autrice ne parlano Enzo Boschi e Libero Mancuso.
Sistema italia. Da Metello all'Europa
Con Gian Franco Schietroma, Arturo Scotto. Coordina Luca Mariani (Agi). L'evento si svolge nell'ambito della Festa del PSI dal tema: "Europei di lungua italiana (12-15 settembre)
"Processo alla famiglia"
Rappresentante dellaccusa: Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice. Rappresentante della difesa: Gennaro Sangiuliano, vicedirettore TG1. Testimoni: Elisa Calessi, giornalista; Maria Rita Munizzi, presidente MOIGE; Enrico Oliari, presidente Gay Lib , Fabio Nessola, presidente federazione italiana bigenitorialità.
Introduce: Marco Scurria, europarlamentare. La rappresentazione si svolge di Atreju 2013, la tradizionale rassegna politica per giovani, giunta questanno alla quindicesima edizione (11 al 15 settembre)
Presentazione del libro "Europa Kaputt. (s)venduti all'estero", di Antonio Maria Rinaldi
Modera lincontro: Claudio Borghi Aquilini, docente di Economia degli Intermediari Finanziari, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Intervengono: Prof. Giuseppe Guarino, professore Emerito di Diritto Amministrativo, Università La Sapienza di Roma, Prof. Paolo Savona, professore Emerito di Politica Economica, Università LUISS di Roma, Giorgio La Malfa, Anna Morgante, Presidente della Scuola di Scienze Economiche, Aziendali, Giuridiche e Sociologiche dellUniversità G.dAnnunzio di Chieti-Pescara, Vincenzo Scotti, Presidente della Link Campus University di Roma, Alberto Bagnai, Docente di Politica Economica, Università Gabriele dAnnunzio di Chieti-Pescara, Antonio M. Rinaldi, Docente di Finanza Aziendale, Università Gabriele dAnnunzio di Chieti-Pescara e Link Campus University di Roma,
Finanziamento Pubblico, De Lucia:i grillini 'insorgono' contro la casta che si tiene il malloppo, ma non raccolgono le firme sul referendum radicale che glielo toglierebbe davvero
12/09/13
TUTTA FUFFA, PER NON DIRE TUTTA TRUFFA?
Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani Che la Camera avrebbe deciso di rinviare in Commissione Affari Costituzionali il ddl sul taglio del finanziamento pubblico ai partiti, come è poi oggi accaduto, non è una notizia. Che i partiti faranno di tutto per tenersi quel finanziamento nascondendolo, cambiandogli il nome, mettendogli una barba finta o rinviando continuamente ogni decisione, non è parimenti una notizia. Che sia una notizia l’indignazione grillina per il suddetto rinvio, e non il fatto che, a fronte di cotanto sdegno, il Movimento Cinquestelle non abbia raccolto una sola firma (grassetto, corsivo, sottolineato: una) sul referendum radicale - parte del pacchetto di dodici quesiti - per abolire davvero quello stesso finanziamento, è semplicemente pazzesco. Mentre elettori e militanti grillini continuamente si manifestano ai tavoli radicali per firmare, e diversi consiglieri comunali di quello stesso movimento – li ringraziamo moltissimo, perché lo hanno fatto anche in assenza di un ordine di servizio del capo, prendendosi i loro rischi di scomunica - si sono resi disponibili per autenticare le firme, a livello ufficiale dal M5S tutto tace. E il silenzio in questo caso equivale a censura. Eppure a Grillo basterebbe poco, quasi nulla per mobilitare tutti a sostegno dei referendum e far fare anche al suo Movimento il salto dalla fase “agitazione e propaganda” alla fase “facciamo le cose veramente”. Lo sta facendo la Lega Nord che pure ha partorito i Patelli e i Belsito, perché il M5S no? Il tempo ci sarebbe, poco, ma ci sarebbe. Ci auguriamo che l’occasione venga colta e che non sia tutta fuffa… pardon, truffa. P.s. sui referendum ad oggi anche il Partito Democratico continua a risultare non pervenuto. Evidentemente nella “Italia giusta” dei manifesti elettorali del PD di qualche mese fa, le riforme liberali e libertarie dei nostri referendum non sono previste, si capisce come mai non sia andata granché. Ci auguriamo che l’astro nascente Matteo Renzi non sia (politicamente) morente, prenda nota e… firmi.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
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