Politica
Lavorare Info: speciale Fondi Strutturali Europei
Notiziario del mattino
Gli Stati Uniti e il rischoio di 'Default' . Intervista a M. Molinari
La pillola de Il rovescio del diritto
Ucraina verso un accordo di libero scambio con l'Ue, contrastato dalla Russia
Presentazione del libro: "Dignità e carcere" di Marco Ruotolo, (Editoriale Scientifica, 2011)
Lampedusa, Staderini: da progressisti solo parole, hanno perso il treno dei nostri referendum. Ora confronto in parlamento su modifiche Bossi-Fini
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani:
Con i due referendum abrogativi di parti della Bossi Fini e del pacchetto Maroni abbiamo offerto un’alternativa alla prosecuzione dello scontro ideologico che non porta a nulla e che si nutre delle tragedie che avvengono in mare come dell’esasperazione xenofoba di fatti di cronaca nera.
Portandoli al voto nella primavera 2014, infatti, la politica sarebbe stata obbligata a confrontarsi sulle ricette per governare il fenomeno immigrazione anziché dividersi nelle reciproche propagande.
Un'occasione purtroppo perduta anche per gli ostacoli posti dall'antidemocrazia italiana e dalle scelte del mondo progressista. Il Partito democratico ha praticato un ostracismo silenzioso ma inespugnabile mentre il sostegno formale di SEL, Rifondazione e Socialisti non si è tradotto nelle firme promesse. Alla fine, tra le quasi 200 mila firme depositate in Cassazione c'e' persino quella di Silvio Berlusconi ma non quelle di Guglielmo Epifani, Matteo Renzi e Laura Boldrini.
Chi oggi ripete di voler modificare la Bossi-Fini, magari dopo aver snobbato o sabotato i referendum, ha ora il dovere di portare il confronto in Parlamento perché, a differenza di quanto pensa Alfano, quelle norme criminogene c'entrano molto con le condizioni disumane in cui vivono e muoiono i migranti.
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Bolognetti su Diffida Pannella-Rossodivita
- Per la vita del diritto e il diritto alla vita.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani Come è noto, o forse sarebbe meglio dire come è ignoto, Marco Pannella e Giuseppe Rossodivita a nome del Partito Radicale hanno indirizzato un atto di significazione e diffida ai Presidenti dei Tribunali Italiani, ai Procuratori Capo di tutte le Procure Italiane, ai Presidenti degli Uffici GIP di tutti i Tribunali Italiani, ai Direttori delle Carceri italiane, e a tutti gli Uffici di Sorveglianza della Repubblica. Un atto di diffida che - come hanno spiegato i due esponenti radicali - “prende le mosse dal contenuto della nota sentenza pilota, sul caso Torreggiani ed altri, della Corte Europea dei diritti dell'Uomo”. Una sentenza quella “Torreggiani” che una volta di più ha messo a nudo la condizione di patente illegalità nella quale versa il nostro paese sul fronte di carceri assurte a luogo di tortura, ma senza torturatori. Carceri che rappresentano il putrido percolato di una amministrazione della giustizia in bancarotta permanente. Carceri in cui si perde l’eco di quell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che recita: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. E che le nostre carceri siano un insulto al paese che fu culla del diritto è certezza. Una certezza percepita da quei direttori del Sidipe e da quell’ Enrico Sbriglia che mesi fa scriveva: “Come Dirigenti Penitenziari, a capo degli istituti carcerari e degli uffici dell’esecuzione penale esterna, desideriamo che siano perfettamente chiariti gli ambiti delle nostre responsabilità di gestione, rispetto a quelle di quanti, facendosi schermo di noi, non ci pongono in condizione di svolgere il nostro lavoro con dignità, nell’effettivo rispetto delle leggi solennemente enunciate e quotidianamente violentate, ne tantomeno favoriscono la trasparenza dell’azione amministrativa e del vivere penitenziario”. Una certezza testimoniata da quelle morti per suicidio di centinaia di detenuti e decine di Agenti di Polizia Penitenziaria che continuano ad essere ignote e ignorate, così come continua ad essere negato un dibattito sulla proposta avanzata da Marco Pannella e dai Radicali di una “Amnistia per la Repubblica”. “Interrompere la flagranza di reato”, ripete instancabile Marco Pannella, che continua a dar corpo alla sua e nostra sete di legalità. Continua, il Leader radicale, ad indicare la rotta, la strada maestra per ripristinare Diritto, Giustizia, Libertà e Democrazia. Il dott. Gaetano Bonomi, già sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, che ironicamente si definisce sul suo spazio facebook “ragioniere giudiziario”, ha voluto definire Marco Pannella “coscienza nazionale in movimento”. Speriamo davvero che questa “coscienza” monti e travolga gli argini. Non possiamo più attendere, perché ogni giorno trascorso è un giorno in più di inaccettabile violenza perpetrata da uno Stato che – ahinoi - è Stato canaglia incapace di rispettare la sua propria legalità. Il dott. Bonomi, iscritto al Partito che “proclama il diritto e la legge”, ha voluto condividere con noi le sue riflessioni. Nell’esprimergli gratitudine, gioverà segnalare ai procuratori di Potenza e Matera e ai magistrati di sorveglianza operanti in Lucania che sono tra i destinatari dell’atto di diffida. Si spera, anzi mi permetto di auspicarlo, che vorranno tenerlo nella dovuta considerazione.
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Bonomi su diffida Pannella-Rossodivita
- TEMPLARI DELLA RAGIONE
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