Politica
“Subito decadenza Giovine, nomina responsabili anticorruzione e trasparenza, implementazione dati anagrafe eletti e nominati”. Sintesi della conferenza stampa radicale a Torino
In una conferenza stampa volante sotto la sede del Consiglio Regionale del Piemonte, gli esponenti radicali Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta), Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Silvio Viale (presidente Comitato nazionale Radicali Italiani) hanno indicato quattro “atti indifferibili e urgenti” che Consiglio Regionale e Giunta Regionale possono e devono fare:
- decandenza del consigliere regionale Michele Giovine. Dal dicembre 2012 Giovine è sospeso dalle funzioni. Dopo la sentenze definitiva della Cassazione (14 novembre 2013), la Giunta delle Elezioni del Consiglio Regionale – ai sensi dell'art. 36 dello Statuto della Regione Piemonte – avrebbe dovuto istruire il procedimento per la sua decadenza. Il presidente della Giunta, Rocchino Muliere (PD), si è dimesso ma sono rimasti al loro posto i vice-presidenti Andrea Buquicchio e Pietro Francesco Toselli. A loro tocca presentare al plenum del Consiglio Regionale – che deve comunque riunirsi a breve per approvare il bilancio della Regione – la richiesta di decadenza.
- nomina da parte della Giunta Regionale del “responsabile della prevenzione della corruzione” (Legge 6 novembre 2012, n. 190) e del “responsabile per la trasparenza” (D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33). Le due cariche possono essere ricoperte da un unico dirigente amministrativo, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Ricordiamo che nel parere redatto dal Direttore Regionale “Affari Istituzionali e Avvocatura”, è espressamente scritto che “possono assumere i requisiti dell'urgenza e dell'indifferibilità: atti obbligatori per legge, atti che se non adottati comportano un danno per l'Ente o la collettività..”. Il Consiglio Regionale ha nominato i responsabili suddetti il 1° ottobre 2013.
- implementazione dell'Anagrafe degli eletti e dei nominati (Legge regionale 17/2012): entro il 31 ottobre 2013, tutti i nominati in Enti o partecipate regionali dovevano consegnare agli uffici regionali i loro dati su redditi e patrimonio; occorre certamente agli uffici un po' di tempo per immagazzinare tali dati online ma sono passati ormai quasi tre mesi; l'anagrafe degli eletti e nominati deve essere corretta e completa.
- Nomina del garante regionale delle carceri, a ormai più di quattro anni di distanza dalla legge istitutiva (Legge regionale n. 28 del 2 dicembre 2009)
Per la nomina del garante regionale ma soprattutto per richiedere un provvedimento di amnistia, l'Associazione radicale Adelaide Aglietta manifesterà sabato mattina, dalle ore 8:30 alle ore 10:30, di fronte al Palazzo di Giustizia di Torino (C.so Vittorio Emanuele n. 130), in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Analoghe manifestazione si terranno in tutta Italia, organizzate da Radicali Italiani
Torino, 23 gennaio 2014
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Speciale Giustizia
Pena di morte/Iraq: Nessuno tocchi Caino, una furia di esecuzioni Iran-style
Dopo le 26 esecuzioni effettuate domenica scorsa, l’Iraq ha impiccato altre 11 persone oggi, portando a 37 il totale di esecuzioni in meno di una settimana. Le due recenti tornate di impiccagioni sono state confermate dal Ministero della Giustizia iracheno in due comunicati distinti, mentre non sono state ancora confermate altre 12 esecuzioni che sarebbero state effettuate nella giornata di ieri.
Secondo i dati di Nessuno tocchi Caino, nel 2013 l’Iraq ha giustiziato almeno 165 persone e un totale di almeno 650 esecuzioni è stato effettuato dall’agosto 2005, quando è iniziata l’era post-Saddam della pena di morte in Iraq. “Questa furia di omicidi di Stato in Iraq sta facendo concorrenza a quella del regime iraniano dei Mullah, che da sponsor politico di al-Maliki sta divenendo un modello da seguire in tutto per tutto, anche come primo Stato-boia dell’area,” ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino. “Le ragioni e i segreti di Stato che hanno accompagnato e coperto la decisione di Bush e Blair di portare la guerra in Iraq nel 2003, emergono oggi fatalmente anche in questa tragica attualità forcaiola,” ha concluso Sergio D’Elia.© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
Rapporto contenente le linee guida di una moderna politica antimafia redatto dalla Commissione per lelaborazione di proposte per la lotta, anche patrimoniale, alla criminalità
Intervista a Gianni Anselmi sulla crisi acciaierie di Piombino
Leading the Global Climate and Energy Agenda
Attività petrolifere in Basilicata, Bolognetti: Speriamo che il nodo non si trasformi in cappio.
Fonte La Siritide, 23 gennaio 2014
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e autore del libro “Le Mani nel Petrolio” E’ sempre più evidente e spudorato il tentativo di trasformare la Lucania fenix in un unico campo petrolifero. In stato più che avanzato, poi, l’operazione tesa ad esautorare la Regione da qualsiasi competenza in materia di energia e in particolare di attività inerenti la ricerca e la coltivazione di idrocarburi. Del resto, non c’è da stupirsi di quanto sta avvenendo, considerato che il Presidente Pittella non è stato capace di trovare tra il nostro ceto dirigente quattro assessori indigeni capaci di governare i dipartimenti regionali e tutelare gli interessi dei cittadini lucani. Il memorandum, con buona pace degli annunci e preannunci, è stato declinato in ciò che temevamo: una sorta di programma “oil for food”, con molto oil e pochissimo food. Nel Niger lucano, l’inarrestabile appetito delle multinazionali del petrolio avanza e il bonus carburanti si è rivelato per quello che era: una beffa! Da Marsico Nuovo a Calvello folli progetti legati a ulteriori perforazioni in aree ad alto rischio idrogeologico avanzano e la resistenza è affidata a pochi volenterosi, in una regione che si scopre sempre più povera e sempre più spopolata e governata a colpi di slogan e suggestioni partitocratiche. Ed è in questo contesto che tocca leggere di una collaborazione tra l’Università della Basilicata e le compagnie petrolifere. Certo non una novità: la “collaborazione”, se solo pensiamo alla vicenda del Gast – “il telefono azzurro del petroliere”, c’è da tempo. Il lupi millantano uno “sviluppo sostenibile” che non c’è e che fa da paravanto ai soliti interessi, e certo siamo lontani anni luce dalle questioni poste per la prima volta nel 1972 dal Club di Roma. Forse dovremmo parlare di “sostenibilità ambientale” e di “comunità sostenibili”, laddove il tanto decantato sviluppo sostenibile rimane subordinato all’imperativo di una insostenibile crescita economica, illimitata ed esponenziale. Forse, chissà, dovremmo parlare anche di equità sociale, di giustizia ambientale, di tecnocrazia e di democrazia, e della necessità di cambiare i nostri modelli di riferimento. Sarebbe interessante poter sviluppare un dibattito sui limiti dello sviluppo, magari partendo da un documento del prof. Aldo Loris Rossi. Intanto ci auguriamo che la “collaborazione” sbandierata da Total e Shell non ci ricordi la figura emersa qualche mese fa, quella del “geologo mediatore”. Con tutto il rispetto per Cobianchi, direttore dell’ufficio di Potenza di Total Italia, nutriamo una qualche diffidenza sulla natura delle “relazioni” che le compagnie petrolifere hanno stretto e vogliono stringere con il nostro territorio. Non vorremmo che il nodo si trasformi in cappio. Approfondimenti Basilicata24, 23 gennaio Basilicatanet, 23 gennaio© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati