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Intervista a Riccardo Magi in sciopero della fame sulla situazione di stallo creatasi nell'Assemblea capitolina
Riccardo Magi in sciopero della fame scrive a Matteo Renzi
Caro Matteo,
ritengo urgente informarti della grave e anomala situazione che si è venuta a determinare nel Consiglio comunale di Roma, e che vede tra i principali responsabili alcuni membri del gruppo del Partito Democratico: il gruppo del tuo partito e componente più numerosa della maggioranza che sostiene il sindaco Ignazio Marino.
Dall'inizio dell'anno l'Assemblea capitolina si riunisce inutilmente, senza approvare delibere della giunta né dei consiglieri. Eppure ce ne sarebbero di provvedimenti da esaminare, di azioni amministrative da compiere in una città afflitta da tanti problemi. Ma per ben sette sedute il Consiglio si è arenato su una delibera da me proposta per dotare Roma di una Anagrafe dei Rifiuti, cioè la pubblicazione online di tutti i dati relativi al ciclo dei rifiuti nella Capitale (raccolta, smaltimento, impianti, discariche). Strumento che potrebbe segnare l'inizio della svolta rispetto al "sistema Cerroni" (che, per inciso, sembra facesse della falsificazione dei dati una prassi ricorrente).
La proposta ha incassato l'ok della commissione Ambiente all’unanimità, e maggioranza e opposizione si dicono a favore. Ma se a parole sono tutti d’accordo, nei fatti l'aula è bloccata da un ostruzionismo bipartisan.
Il consigliere del Pdl (in Campidoglio esiste ancora un gruppo Pdl, oltre ai gruppi Ncd e Forza Italia nati dopo il suo scioglimento) Tredicine ha presentato una sessantina di ordini del giorno e circa 130 emendamenti ostruzionistici alla delibera che pure sostiene di voler approvare. Ma a potenziare l’ostruzionismo schizofrenico dell’opposizione, mettendo in stallo l’Assemblea, ci ha pensato il Pd.
Nelle ultime sedute è venuto sistematicamente a mancare il numero legale per puntuali assenze proprio tra i democratici. Il presidente Coratti, il più votato del Pd, ha persino smesso di presiedere l’Aula, mentre né la presidenza, né la capigruppo hanno deciso di ricorrere a strumenti regolamentari - come il contingentamento dei tempi o l’inammissibilità degli emendamenti palesemente strumentali - per fronteggiare l’ostruzionismo.
Perché il principale partito di maggioranza, che avrebbe i numeri per governare, fa sponda all’opposizione paralizzando l'Aula? Gli elettori e i militanti del Pd se lo chiederanno.
Nei corridoi del Campidoglio – gli stessi percorsi da Mazzini nei giorni della Repubblica Romana e da Ernesto Nathan mezzo secolo dopo – si sente dire che questo accanimento contro la mia delibera è un segnale al sindaco, alla giunta e anche chi ti scrive.
Nel dicembre scorso, in occasione della votazione del bilancio 2013 di Roma Capitale, ho denunciato pubblicamente il tentativo in corso di ricorrere alla cosiddetta “manovra d’aula”: una prassi spartitoria abituale, che consente ai consiglieri comunali di indicare la destinazione di fondi pubblici attraverso il finanziamento di iniziative, in alcuni casi evidentemente fittizie, per mascherare un modo di alimentare clientele e coltivare il proprio bacino elettorale (le preferenze di cui tanto si discute!).Una prassi inaccettabile, vista anche la situazione finanziaria della Capitale, che con la mia iniziativa sono riuscito ad impedire. In quell'occasione il gruppo consiliare del PD arrivò a darmi del bugiardo, ma poche ore dopo il sindaco rivendicò che per la prima volta dopo anni la Capitale approvava un bilancio senza “manovra d’aula”.
La mia iniziativa ebbe risonanza anche sulla stampa nazionale e, caro Matteo, ricordo molto bene l'espressione del tuo viso, nello studio di Porta a porta, al termine del servizio su quella vicenda. Forse la ricordi anche tu. Eri sbalordito, come chi ascolta una storia assurda e incredibile.
Caro Matteo il tuo Pd nella Capitale d'Italia è anche questo: un partito che fa ostruzionismo alla propria maggioranza, al proprio sindaco, a se stesso.
Per martedì 4 febbraio è convocata l’ottava seduta dell’assemblea Capitolina, il tuo partito sarà in aula? Da parte mia, ho deciso di iniziare dalla mezzanotte di oggi uno sciopero della fame: una iniziativa nonviolenta di dialogo con il Pd e con te, perché tu possa trovare in queste ore l’urgenza di darmi una risposta, qualsiasi essa sia. Conosco bene i tuoi impegni, ma sono anche certo che la tua attenzione, per il ruolo che ricopri e la fiducia che tanti democratici anche romani hanno riposto in te, aiuterà i compagni del Pd a essere presenti a se stessi e ai propri elettori nelle prossime sedute. A votare come meglio credono, ma a onorare le istituzioni e la carica che ricoprono.