Politica

Depositate firme Referendum. Dichiarazione di Staderini e De Lucia

Radicali Italiani - Lun, 09/30/2013 - 21:21
30/09/13

Dichiarazione di Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani
Roma, 30 settembre
Con il deposito in Corte di Cassazione delle firme raccolte sui 12 referendum radicali, si è conclusa oggi solo la prima fase dell’iniziativa referendaria che ha impegnato il Movimento, il Partito e l’intera area radicale in questi mesi.
Per i referendum sulla giustizia giusta che hanno superato le 500 mila sottoscrizioni, l’appuntamento è con il popolo italiano che potrà decidere direttamente su riforme che altrimenti non sarebbero state iscritte nell’agenda politica.
Gli elettori non potranno invece abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dell’otto per mille, scegliere il divorzio breve, superare le leggi criminogene su immigrazione e droghe, perché su questi referendum non abbiamo raggiunto la soglia minima prevista dalla legge.
Siamo stati battuti da uno Stato che ha impedito a milioni di italiani di firmare, fuorilegge anche rispetto a una disciplina referendaria fatta apposta per sabotare le iniziative dei cittadini a meno di non esser disposti a violarla.
Ostacoli che conoscevamo già in partenza ma che non siamo riusciti a superare.
Questi referendum non si terranno anche perché non sono stati voluti da nessuna componente della partitocrazia, quella progressista in maniera più scandalosa di quella destra. Evidentemente sarebbe stato troppo scomodo far giudicare dai cittadini politiche criminali fallimentari e leggi che limitano libertà e diritti civili.
Continua da subito la battaglia per restituire a tutti i cittadini la pienezza del diritto a promuovere referendum.
Nel consegnare le circa 200 mila firme raccolte, in gran parte ai tavoli radicali e presso gli uffici comunali, abbiamo depositato in Cassazione una prima memoria con la quale descriviamo le violazioni ai diritti civili e politici dei cittadini che si sono verificate durante tutta la campagna referendaria e per le quali abbiamo insistito nella richiesta di referendum. Attenderemo il giudizio dell’Ufficio centrale per il Referendum per poi presentare una denuncia contro lo Stato italiano innanzi al Comitato diritti umani dell’ONU per la violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Continueremo in questi giorni a raccogliere testimonianze e prove documentate della negazione dei diritti garantiti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali.
Abbiamo oggi anche inviato ai parlamentari della Repubblica una serie di modifiche normative che introducono misure di semplificazione e digitalizzazione per “legalizzare” il procedimento referendario, dalla possibilità di firmare per via telematica al superamento degli ostacoli legati all'autenticazione e alla certificazione delle firme, sul modello di quanto accade in Svizzera e California.
Vedremo chi su questo mostrerà attenzione e chi, dopo aver detto a parole di voler modificare le leggi su immigrazione, droghe e finanziamento pubblico, vorrà impegnarsi per metterle all’ordine del giorno del Parlamento.
Se questa lotta è stata incardinata e potrà ora proseguire, lo si deve a tutti i compagni e i militanti radicali che in questi mesi, pur consapevoli delle difficoltà che avremmo incontrato, hanno creduto nell’opportunità referendaria e l’hanno fatta vivere nelle piazze e nelle strade.

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Speciale Giustizia

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Intervista a Mauro Turrini su stili e pratiche della diagnosi genetica in Europa

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Mauro Turrini, sociologo, ricercatore all'Università La Sorbona di Parigi, illustra uno studio su stili e pratiche della pgd in Europa.
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Bilancio, Riccardo Magi: si razionalizzi e si renda trasparente il ricorso alle locazioni passive del comune. Affitti online come previsto dalla legge

Radicali Italiani - Lun, 09/30/2013 - 17:57
30/09/13

 

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere radicale di Roma Capitale eletto nella Lista civica Marino

  Chiederò che giovedì in aula sia votata una mozione che impegna la giunta a pubblicare immediatamente sul sito del comune "i canoni di locazione o di affitto versati dall'amministrazione per il godimento di beni immobili, le finalità di utilizzo, le dimensioni e l'ubicazione degli stessi come risultanti dal contratto di locazione". Si tratta di un obbligo di legge (legge n. 27 del 24 marzo 2012) mai rispettato dalla passata amministrazione e tuttora disatteso.   La necessità di reperire risorse per ripianare lo squilibrio dei conti capitolini diventi l'occasione per avviare una sana gestione del patrimonio immobiliare e limitare ricorso ad affitti di immobili da privati. In questo senso la dismissione di una parte del patrimonio immobiliare dovrà avvenire tenendo in massimo conto la possibilità di utilizzare sedi già di proprietà di Roma Capitale per abbattere il ricorso a locazioni passive, oggi ancora molto diffuse anche per le sedi istituzionali. Con la stessa urgenza dovremmo finalmente realizzare quell'anagrafe pubblica del patrimonio immobiliare - istituita con la delibera approvata un anno fa - affinchè vi possano essere una conoscenza e un controllo da parte di tutti i cittadini sulla consistenza e l'uso del patrimonio immobiliare comunale attraverso il sito internet di Roma Capitale.      

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Commissione Trasporti della Camera

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audizioni informali sul passaggio di grandi navi in prossimità della città di Venezia: alle ore 17, l'audizione del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, del Sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e del Presidente dell'Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa; alle ore 18.30, l'audizione di rappresentanti di Confitarma.
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Presentazione del libro di Guido Liguori: "Gramsci conteso. Interpretazioni, dibattiti e polemiche 1922 - 2012" (Editori Riuniti University Press)

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Partecipano: Guido Liguori, Valter Vecellio e Luciano Pellicani. Conduce Giuseppe Di Leo
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Referendum: Riformare leggi per restituire diritto a promuovere referendum. Staderini e De Lucia scrivono ai parlamentari: nuova disciplina su modello Svizzera e California

Radicali Italiani - Lun, 09/30/2013 - 16:44
30/09/13

Onorevole/Senatore

mentre in queste ore stiamo depositando presso la Corte di Cassazione le firme raccolte sui referendum abrogativi nazionali, vi sottoponiamo quanto accaduto al fine di provocare un intervento legislativo che inizi a restituire pienezza ed effettività al diritto di cui all’articolo 75 della Costituzione.

Anche questa campagna referendaria ha reso palese, infatti, quanto il procedimento previsto dalla legge n. 352/1970 per la richiesta di referendum sia caratterizzato da modalità sempre più inadeguate e inadatte a tutelare l’alto valore di democrazia diretta di cui esso è portatore, ostacolando la possibilità dei cittadini di esercitare le forme di iniziativa popolare che la Costituzione riconosce.

Ostacoli che, sommati alla storica convenzione antirefendaria del sistema politico italiano e alle illegalità istituzionali che connotano il prima, il durante e il dopo di ogni referendum, trasformano la seconda scheda, attraverso la quale i cittadini partecipano direttamente all’attività legislativa, in un’impresa titanica che rende proibitiva la raccolta firme su tutti quei referendum che non sono graditi ad almeno una delle grandi componenti della partitocrazia.

Le modalità esclusivamente cartacee di raccolta e certificazione delle firme, l’obbligo di autenticare le sottoscrizioni in assenza di un servizio pubblico di autenticazione, l'inadeguatezza di molti Comuni nell'adempiere ai loro obblighi nonostante la buona volontà di tantissimi funzionari e amministrazioni, l’incapacità del Ministero dell'interno di assicurare il rispetto delle leggi, la mancanza di garanzie sul diritto all’informazione, fanno sì che solo in condizioni straordinarie un gruppo di cittadini o un movimento politico che sia estraneo ai "grandi" partiti e organizzazioni sindacali abbia la possibilità di raggiungere la soglia delle 500 mila firme autenticate e certificate.
Tutto ciò contrasta con la Costituzione, il cui processo di snaturamento e svuotamento, che ha determinato la distruzione dello Stato di diritto, è cominciato proprio dall’ostracismo verso l’istituto referendario e la sua sterilizzazione, attraverso la giurisprudenza della Corte costituzionale o il tradimento della volontà popolare da parte del Parlamento.

Quando abbiamo iniziato la campagna referendaria eravamo consapevoli di questi ostacoli: abbiamo tentato di superarli anche attraverso il rientro nella legalità delle istituzioni, ma non ci siamo riusciti.

Basti pensare all’assenza di autenticatori disponibili per i cittadini che volevano organizzarsi nella raccolta firme, che ha limitato e spesso impedito in molte città la tenuta dei banchetti per strada. E ciò nonostante la circolare del Ministero dell’interno del 26 luglio 2013, ottenuta a seguito di manifestazioni e richieste, con la quale si imponeva ai Comuni di garantire il servizio pubblico di autenticazione anche all’esterno dei loro uffici. Circolare ignorata al punto che in alcuni non irrilevanti casi è stato a lungo impossibile firmare persino negli uffici comunali.

La nostra sconfitta in questa battaglia per il rientro nella legalità, però, foss’anche determinata da proprie inadeguatezze, non giustifica il fatto che i cittadini che in futuro vorranno promuovere referendum debbano trovarsi nelle stesse condizioni coercitive dei loro diritti.

Per questo motivo, vi sottoponiamo in allegato una serie di modifiche normative – già predisposte in forma di articolato - che introducono misure di semplificazione e digitalizzazione che “legalizzano” il procedimento referendario, peraltro senza necessità di un impegno finanziario da parte delle amministrazioni pubbliche, ma anzi con la possibilità di ottenere significativi risparmi. Dalla possibilità di firmare per via telematica al superamento degli ostacoli legati all'autenticazione e alla certificazione delle firme, sul modello di quanto accade in Svizzera e California.

Siamo convinti che la riforma della politica e la sua credibilità di fronte al popolo italiano passino anche dalla restituzione del diritto e della effettiva possibilità di promuovere referendum a chiunque voglia farvi ricorso, così come dalla modifica dei regolamenti parlamentari, in modo da rendere obbligatoria in tempi certi la calendarizzazione, la discussione e il voto delle proposte di legge di iniziative di iniziativa popolare.

Confidando che molti tra voi vogliano farsi carico delle urgenze descritte, vi proponiamo di costituire un intergruppo parlamentare per la democrazia diretta con l’obiettivo di iscrivere queste riforme nell’agenda politica.


Roma, 30 settembre 2013
Mario Staderini, Segretario di Radicali italiani
Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani

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Turchia: Erdogan presenta il pacchetto di 'democratizzazione'. Intervista a Mariano Giustino

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Le riforme che il governo Erdogan proporrà con un disegno di legge all'approvazione del Parlamento. Proposte di modifiche relative alla vita dei partiti politici e ai diritti di comunità come quella curda. Le proposte di modifica di Erdogan sui diritti di manifestazione e assemblea. Modifiche alle leggi che proibiscono l'uso del velo.
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Notiziario Antiproibizionista

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L'apertura della trasmissione è dedicato al referendum radicale sulla legge Fini-Giovanardi e al mancato raggiungimento delle firme necessarie che oggi vengono comunque consegnate alla Cassazione, e al presidente della Repubblica che ha annunciato un suo prossimo messaggio al Parlamento sul sovraffolamento delle carceri e la necessità di un provvedimento di clemenza. Il programma prosegue con l'ascolto dei lavori della Summer School 2013 "Drug & The City. Ripensare le città" con la sessione dedicata all'intervento nei contesti urbani e al confronto fra varie esperienze: in questa puntata Genova, con Fabio Scaltritti della Comunità di San Benedetto al Porto, e Perugia, con Fabrizio Cuiberti della Cooperativa Borgo Rete.
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