Politica
"Istituzioni e sistema politico in Italia: bilancio di un ventennio e prospettive"
46° Convegno Nazionale "I costi del carcere" (II giornata)
Notiziario del mattino
Il rovescio del diritto - La pillola
Il rovescio del diritto
Montecitorio, Zampetti moderno zar senza sangue blu
Dichiarazione dell’avv. Alessandro Gerardi, dirigente radicale, coautore con Irene Testa del libro “Parlamento Zona Franca”
È davvero sconcertante che i parlamentari del PD, del PDL, della Lega e di SEL abbiano respinto l’ordine del giorno con il quale i deputati del M5S intendevano reintrodurre il limite di mandato di sette anni per la nomina del Segretario Generale della Camera dei Deputati, ruolo ricoperto da ben 14 anni dal dott. Ugo Zampetti. Già nella scorsa legislatura la deputata radicale Rita Bernardini presentò un ordine del giorno per rimuovere l’attuale Segretario Generale, ritenendo inaccettabile che la funzione apicale di una istituzione così delicata fosse concentrata nella stessa persona senza alcun limite temporale, ma anche in quella circostanza l’assemblea confermò Zampetti con un plebiscito.
E furono sempre i deputati radicali a battersi per la modifica dell’articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del Personale con il quale la Camera dei Deputati aveva eliminato la durata massima in carica del Segretario Generale introducendo pure una elevatissima maggioranza qualificata (i due terzi dei componenti l’Ufficio di Presidenza) per revocarne l’incarico, a fronte della maggioranza semplice richiesta per la sua nomina.
Con il voto di ieri i partiti hanno dunque voluto blindare nuovamente il ruolo di Ugo Zampetti, di colui cioè che esercita “funzioni di indirizzo, vigilanza e controllo su tutta l’attività dell’Amministrazione della Camera”, all’interno della quale continua a vigere quel reperto archeologico chiamato “autodichia”. Il potere vastissimo esercitato dal dott. Zampetti, al di fuori di ogni controllo, rende di fatto il Segretario Generale della Camera dei Deputati una delle figure più potenti della burocrazia pubblica, un sorta di moderno Zar senza sangue blu.
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Furore. Storie e letture della crisi economica
"Famiglia e familismo. Centralità della famiglia nella società italiana"
Presentazione del libro Facciamo giustizia di Michele Vietti
Palazzo regione/Viale: Basta omissis. I provvedimenti passati e futuri devono essere pubblicati integralmente. In caso contrario chiederemo l’“accesso civico”
Alla notizia dei sequestri di documentazione negli uffici regionali operati dalla Corte dei Conti, in merito alle parcelle elargite all’archistar Massimiliano Fuksas, Silvio Viale (consigliere comunale radicale) è ritornato alla carica:
“I radicali non hanno atteso l’intervento della Corte dei Conti per richiedere la massima trasparenza sulle procedure amministrative inerenti la realizzazione della sede unica della Regione Piemonte, al Lingotto di Torino.
Come già fatto in agosto e un mese fa, richiediamo nuovamente che tutti i provvedimenti regionali passati e futuri inerenti il Palazzo della Regione siano pubblicati integralmente nel sito ad hoc della Regione Piemonte.
Volete un esempio concreto e recente? Sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte è stato pubblicato solo il titolo - seguito da un bel “omissis” - della Deliberazione della Giunta Regionale 2 agosto 2013, n. 83-6285 (Esecuzione dei lavori per la realizzazione del nuovo complesso amministrativo ed istituzionale della Regione Piemonte: indirizzi in merito al conseguimento dell’autosufficienza energetica e alle condizioni di eventuale partecipazione alla fase realizzativa dell’ATI Fuksas capogruppo).
Se tale provvedimento (e gli altri) non sarà pubblicato integralmente, ci avvarremo del testo unico sulla trasparenza della pubblica amministrazione (Decreto legislativo 14 marzo 2013, n.33) ed inoltreremo agli uffici regionali una "richiesta di accesso civico" per richiedere la pubblicazione integrale della deliberazione regionale di cui sopra”.
Torino, 8 novembre 2013
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Potenza, Farina Coscioni: il capoluogo di regione più malato d'Italia. Lo scandalo di 629 medici dirigenti assunti dalla ASP. Il Ministro della salute ha nulla da eccepire?
Maria Antonietta Farina Coscioni, già segretario della Xll commissione Affari Sociali della Camera e candidata nella Lista Rosa nel Pugno al consiglio regionale della Basilicata interviene sullo scandalo delle 629 assunzioni di dirigenti medici da parte della ASP di Potenza
È possibile che nell'assunzione dei 629 dirigenti medici da parte dell'Asp di Potenza che- da quanto si apprende da notizie di stampa - avrebbero un contratto da dirigenti medici non vi sia nulla di formalmente illegale. Ce n'è invece tantissimo dal punto di vista del costume e della decenza. Perché è stato assunto un numero così spropositato di medici? Dobbiamo ritenere Potenza il capoluogo di regione più malato d'Italia? Quali sono le esatte mansioni degli assunti? A quanto ammonta il carico di queste assunzioni sulla collettività? Quando sono stati assunti e con quale "giustificazione"?
Credo che sia doveroso che i responsabili di questa situazione rispondano a queste "semplici" domande. Credo altresì che il ministro della Salute promuova un'indagine conoscitiva sul fenomeno. Ho ragione, purtroppo, di credere e ritenere che il caso di Potenza sia assai più esteso di quanto si creda e si pensi. A fronte di questo utilizzo del pubblico denaro che mi permetto di definire perlomeno disinvolto, andrebbe comparato il livello reale di assistenza fornito. E sicuramente le sorprese non mancherebbero.
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