Politica
Federico e Massari: “La Fondazione MPS - PD in associazione con centro e destra – finalmente libera la Banca”
Vendendo le azioni della banca qualche anno fa, la fondazione avrebbe evitato un bagno di sangue per il Paese e i contribuenti
Dichiarazione di Alessandro Massari e di Valerio Federico:
Radicali Italiani ha lanciato la campagna "#sbanchiamoli. Fuori i partiti dalle banche!" con lo scopo di separare nettamente le Fondazioni bancarie dalla partecipazione azionaria nelle Banche.
Le Banche a causa della crisi economica e finanziaria premono per la ricapitalizzazione.
Le Fondazioni, quando non possono sottrarsi, pur di mantenere il proprio controllo sulla Banca intaccano il proprio patrimonio, riducendo le erogazioni alle comunità locali. Quando riescono ad impedirlo espongono le Banche al rischio di fallimento o alla nazionalizzazione.
Fortunatamente dove non arriva la virtù interviene il bisogno. La Fondazione MPS ha venduto l'1,58 per cento del capitale della Banca. La partecipazione della Fondazione è finalmente scesa e la stessa, costretta dal fallimento del sistema Partiti-Fondazioni-Banche, sta lavorando alla vendita dell’intera quota.
Son terminati i tempi delle vacche grasse, si otterrà per MPS l’obiettivo che noi proponiamo per tutte le Fondazioni: la completa cessione delle azioni bancarie presenti nei portafogli. In questo modo si attireranno nuovi capitali privati nazionali ed esteri, con beneficio per imprese e cittadini e si spazzerà via, finalmente, l’ingerenza dei Partiti nella destinazione del credito.
Radicali Italiani propone una soluzione strutturale, la modifica legislativa della c.d. legge Amato, per evitare che l’intero sistema a maglie strette esistente tra banche e fondazioni subisca rischi e perdite occorsi a MPS, 3,17 miliardi nel 2012.
Presidente Renzi, #sbanchiamo anche i “tuoi”! Che dici?
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Aborto, Ass. Coscioni/Aied: il caso di Valentina all'ospedale Pertini non è isolato. La politica si faccia carico di queste situazioni e intervenga
Dichiarazione congiunta di Filomena Gallo, Mario Puiatti e Mirella Parachini, rispettivamente Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Presidente Aied, vice presidente della Fiapac e dirigente dell'Associazione Luca Coscioni
La storia di Valentina e del suo aborto senza assistenza al Pertini di Roma fa emergere quanto accade in molti ospedali nel momento in cui si ricorre ad una interruzione volontaria di gravidanza. Sono anni che denunciamo quanto il ricorso all’obiezione di coscienza determini un danno alla salute della donna. Abbiamo inviato a tutti i presidenti delle regioni italiane e agli assessori alla sanità una lettera con la quale venivano invitati a considerare i seguenti provvedimenti per la piena attuazione della legge 194:
- Creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza;
- Elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza;
- Concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG;
- Utilizzo dei medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori;
- Deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.
In questi giorni il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa ha ufficialmente riconosciuto che l'Italia viola i diritti delle donne che intendono interrompere la gravidanza, a causa dell'elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza.
Il reclamo che il Consiglio ha accolto è quello presentato dall’ associazione non governativa International Planned Parenthood Federation European Network insieme a LAIGA, al quale anche l’AIED e l’Associazione Coscioni hanno contribuito presentando formalmente osservazioni e dati a supporto.
Il medico obiettore nel caso di Valentina non poteva esimersi dal soccorrere la paziente in corso di travaglio per ricorso alla 194. I fatti accaduti rappresentano omissione di soccorso, gravi responsabilità di quel personale medico e sanitario che non rispetta quanto previsto dalla legge 194, soprattutto, come avviene in molti casi, l'articolo 9 della stessa che prevede "L'obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l'interruzione della gravidanza, e non dall'assistenza antecedente e conseguente all'intervento"; non escludiamo le azioni che il caso consiglia anche oggi dopo 4 anni, ma chiediamo immediatamente una assunzione di responsabilità da parte della politica che preferisce ignorare tutto ciò e scende in campo solo quando i media fanno emergere il dolore di chi vive determinate situazione in cui vengono calpestati i diritti delle persone.
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Carceri ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per trattamenti inumani e degradanti
Dal 1 gennaio 2014 i ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo potranno essere inoltrati, a pena di inammissibilità, esclusivamente per mezzo di un apposito formulario predisposto dalla medesima Corte.
Per tali ragioni stiamo provvedendo ad aggiornare il modello da scaricare per poter validamente ricorrere per la violazione dell'art. 3 CEDU (Divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti).
Non appena disponibile provvederemo a pubblicare il nuovo modello.
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Ndrangheta che odia le donne
Le tensioni del Medio Oriente e i possibili sbocchi della crisi siriana
Intervista a Luca Martinelli su sua inchiesta sugli effetti del federalismo all'italiana
Il promo della Notte
Radicali presentano esposto in Procura su mancata decadenza Giovine. Sollecitata “anagrafe pubblica vitalizi consiglieri regionali”. “Accesso civico” per ottenere verbali giunta elezioni
Nel corso di una conferenza stampa volante tenutasi sotto la sede del Consiglio Regionale del Piemonte, gli esponenti radicali Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvio Viale hanno illustrato le seguenti due iniziative:
- Questa mattina l'avvocato radicale Alberto Ventrini ha depositato un esposto (allegato) alla Procura della Repubblica di Torino affinché valuti l'eventuale sussistenza di estremi di reato, in particolare ex art. 328 Codice penale (omissione di atti di ufficio), nella condotta del Consiglio Regionale del Piemonte e/o della sua Giunta delle elezioni, che dal 14 novembre 2013 (data della sentenza definitiva di condanna in Cassazione di Michele e Carlo Giovine), non ha ancora dichiarato decaduto Michele Giovine da consigliere regionale, ai sensi della cosiddetta “Legge Severino” (D. lgs. 31/12/2012, n. 235). Il 1° marzo il Consiglio comunale di Gurro (VB) ha dichiarato decaduto Michele Giovine dalla carica di consigliere comunale. In Piemonte, la legge Severino vale a Gurro ma non a Torino!
- I radicali avevano già chiesto un mese fa al Presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo di dedicare un'apposita sezione dell' “Anagrafe degli eletti” sul sito del Consiglio Regionale all' “Anagrafe dei Vitalizi”, con l'elenco completo e costantemente aggiornato dei consiglieri regionali che godono di vitalizio, che ne godranno o che decideranno di riscuotere in contanti l'intero importo dello stesso. L' “Anagrafe dei vitalizi” è, peraltro, del tutto coerente con quanto disposto dalla legge sulla trasparenza, che fa riferimento ai “compensi di qualsiasi natura connessi all'assunzione della carica” (art. 14, comma 1, lettera c, del D. lgs. 14 marzo 2013, n. 33). Il Presidente Cattaneo aveva risposto subito ai radicali di essere favorevole all' “Anagrafe dei vitalizi”. Aspettiamo ancora che si passi dalle parole ai fatti: basta poco, senza spesa.
In conclusione, Giulio Manfredi ha dichiarato:
“Abbiamo saputo che la Giunta delle Elezioni sarà convocata da lunedì prossimo ad oltranza. Diamo atto al vice-presidente Buquicchio di essersi mosso, seppure tardivamente, ma quanto è successo è sotto gli occhi di tutti: la Giunta delle Elezioni si è riunita due volte e quindi ha avuto non una ma due occasioni per rispettare una sentenza definitiva e una legge dello Stato, prendendo semplicemente atto della decadenza di Giovine. Non lo ha fatto. Per noi la parola del consigliere Pedrale vale quanto quella di Giovine: meno di zero. Invece, facciamo ancora fiducia al Presidente Cattaneo: prima dell'inizio della campagna elettorale può e deve comparire sul sito del Consiglio Regionale l' “Anagrafe dei vitalizi dei consiglieri regionali”: un'informazione in più per tutti i cittadini, una finestra in più aperta nel Palazzo. Ce n'è davvero bisogno!”
Nel pomeriggio, Giulio Manfredi ha effettuato una “richiesta di accesso civico” alla responsabile della trasparenza del Consiglio Regionale per ottenere la pubblicazione online dei verbali delle due sedute della Giunta delle Elezioni, rispettivamente del 31 gennaio 2014 e del 6 marzo 2014.
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Conferenza stampa di presentazione dei risultati delle indagini svolte nella Terra dei Fuochi
Commissione Finanze e tesoro del Senato
Commissione Affari esteri e comunitari della Camera
Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera
Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera
Carceri/Giustizia: Delegazione Radicale incontra Sottosegretario Enrico Costa. Chiesti chiarimenti sui dati forniti dal Ministero e fornite informazioni sulle diffide presentate da Pannella e Rossodivita sulla "Pena illegale". Il Satyagraha prosegue
Questa mattina alle 9.30 una delegazione radicale ha incontrato a Via Arenula il Sottosegretario alla Giustizia Enrico Costa sulla situazione della giustizia e delle carceri e sull’iniziativa in corso di Satyagraha che vede ormai coinvolti 957 cittadini, in massima parte parenti di detenuti. La delegazione era composta dalla Segretaria di Radicali italiani Rita Bernardini, dalla Presidente Laura Arconti, dalla Segretaria del “Detenuto Ignoto Irene Testa, dall’avv. Giuseppe Rossidivita Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei e dalle sorelle Alessandra e Francesca Terragni animatrici delle azioni nonviolente fra i parenti dei carcerati. La delegazione ha innanzi tutto rappresentato all’on Costa l’iniziativa in corso del Satyagraha per la quale Bernardini, Testa e le sorelle Terragni sono in sciopero della fame da 12 giorni: Noi sosteniamo pienamente le ragioni, le proposte e le speranze del Messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha concluso il suo intervento al Parlamento sottolineando come per il nostro Paese ci sia l’obbligo di affrontare gli imperativi pronunciamenti europei sulla questione carceraria della giustizia e delle carceri; obblighi che l’Italia non può lasciar compromettere “da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica”. Il Presidente è stato chiarissimo sui provvedimenti di amnistia e di indulto, stante la scadenza del 28 maggio prossimo imposta dalla sentenza Torreggiani: tutti gli interventi varati o in discussione “inciderebbero – ha scritto Napolitano al Parlamento - verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea”. Noi seguiamo questa linea – hanno affermato i componenti della delegazione – e, con la nostra azione nonviolenta, che ha come interlocutori i legislatori, contiamo i giorni che ci separano dal 28 maggio, monitorando la situazione: oggi ne mancano 78, mentre sono 12 i giorni di Satyagraha e di sciopero della fame che stiamo portando avanti”. Al sottosegretario sono stati chiesti chiarimenti sui dati forniti del Ministero della Giustizia che, ad avviso della delegazione, sono del tutto inattendibili sia sulla capienza regolamentare degli istituti penitenziari (che non tiene conto delle sezioni chiuse perché inagibili, in ristrutturazione o per carenza di personale), sia sui procedimenti penali che potrebbero cadere - liberando le intasatissime scrivanie dei magistrati - in caso di amnistia costituzionale (cioè decisa dal Parlamento che ne ha la responsabilità), la quale, invece, viene sistematicamente sostituita dall’amnistia illegale delle prescrizioni, decise dai Magistrati che, invece, dovrebbero attenersi al principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. Su questo, il sottosegretario Costa si è impegnato a fare chiarezza anche informandosi sul sistema di rilevazione del CED del Ministero della Giustizia e dell’Istat. Nel corso dell'incontro è stata anche illustrata al neo Sottosegretario l'iniziativa relativa alla diffida inoltrata da Marco Pannella, quale Presidente del PRNTT e dall'avv. Giuseppe Rossodivita, quale Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei, a 675 destinatari individuati in tutti coloro che, nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali ed amministrative, hanno in Italia la responsabilità di emettere ed eseguire ordini di esecuzione pena e di custodia cautelare in carcere. Il sottosegretario ha chiesto una copia dell'atto al fine di poter approfondire il tema proposto dalla diffida finalizzata a determinare l'insorgenza di un circolo virtuoso di comunicazione tra magistratura e DAP, con le articolazioni dei Provveditorati Regionali, volto ad impedire che in Italia vengano eseguite pene detentive e misure custodiali tecnicamente illegali.
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