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Italia,maglia nera Ue numero laureati - Rai News

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 15:38

Italia,maglia nera Ue numero laureati
Rai News
11 aprile 2014 15.34 Italia maglia nera d' Europa per numero di laureati. E' quanto emerge dai dati Eurostat 2013, secondo cui la percentuale di italiani tra i 30 e i 34 anni che hanno completato gli studi universitari (22,4%) è la più bassa di tutti i 28 paesi Ue.

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Categorie: Notizie

Conferenza stampa sugli sviluppi della morte a Torino di una donna nel corso di una procedura per IVG con la RU486

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Ven, 04/11/2014 - 15:23
con il Dott. Silvio Viale dell'Ospedale Sant'Anna di Torino e la Dott.ssa Mirella Parachini dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma, entrambi dirigenti dell'Associazione Luca Coscioni per la ricerca scientifica e membri della International Federation of Abortion e Contraception Providers (FIAPAC)
Categorie: Notizie, Politica

Ucraina: Lavrov, né agenti né militari Mosca a sud-est - Il Messaggero

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 15:15

TGCOM

Ucraina: Lavrov, né agenti né militari Mosca a sud-est
Il Messaggero
(ANSA) - MOSCA, 11 APR - Mosca esclude di avere militari o 007 nelle regioni sud-orientali dell'Ucraina, al contrario di quanto sostenuto dal segretario di stato Usa, John Kerry. "Non ci sono ne' militari ne' agenti", ha detto il capo della diplomazia russa ...
Mosca: né agenti né militari russi in UcrainaTMNews
Adesioni a Federazione,Russia frenaTGCOM

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Roma: riciclaggio in locali e ristoranti, nuovi sequestri da 7 mln (2) - Agenzia di Stampa Asca

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 14:56

Agenzia di Stampa Asca

Roma: riciclaggio in locali e ristoranti, nuovi sequestri da 7 mln (2)
Agenzia di Stampa Asca
(ASCA) - Roma, 11 apr 2014 - Le attivita' commerciali sequestrate oggi, formalmente gestite da un cittadino cubano, sono risultate riconducibili ad A.M., classe '45, soggetto che negli anni Novanta aveva fornito un contributo determinante alle attivita' di ...
Blitz anti- camorra a Roma: sequestrati immobili e attività ...The Blazoned Press
Cronaca - Roma, sigilli a bar e ristoranti per 7 milioni di euroItaliaglobale.it
Camorra, sequestrati beni per 7 mln a Roma: ancora sigilli a locali ...Romanotizie
Stretto web -Rai News
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Papa: "Chiedo perdono per i preti pedofili I bimbi devono crescere ... - TGCOM

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 14:37

TGCOM

Papa: "Chiedo perdono per i preti pedofili I bimbi devono crescere ...
TGCOM
13:59 - "Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva". Lo ha detto Papa Francesco all'Ufficio per l'Infanzia, precisando che il ...
Pedofilia: Papa, Chiesa cosciente del danno che ha provocatoAgenzia di Stampa Asca
Papa Francesco: chiedo perdono per i preti pedofiliRai News
Pedofilia, Papa: "Chiedo perdono per abusi del clero"La Repubblica
Adnkronos/IGN -Il Messaggero -AGI - Agenzia Giornalistica Italia
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Usura: a giudizio a Trani cinque funzionari American Express - AGI - Agenzia Giornalistica Italia

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 14:36

TGCOM

Usura: a giudizio a Trani cinque funzionari American Express
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
(AGI) - Barletta, 11 apr. - Il processo contro American Express e i suoi funzionari, accusati di aver applicato interessi usurari e truffato i clienti con le revolving card, si terra' a Trani a partire dal 18 settembre. Il gup del tribunale di Trani, Francesco Messina, ...
Usura, rinviati a giudizio dal gup di Trani cinque dirigenti American ...Il Fatto Quotidiano
Tassi usurari sulle carte revolving, a processo 5 dirigenti American ...La Repubblica
Truffa e usuru: rinviati a giudizio dirigenti American ExpressWall Street Italia
TGCOM
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Categorie: Notizie

Bolognetti: Il Ministro Guidi, la scuola lucana e “Cappuccetto Rosso”

Radicali Italiani - Ven, 04/11/2014 - 14:29
11/04/14

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni

Sulla questione del Titolo V della Costituzione, strettamente collegata alla vicenda delle attività estrattive in Basilicata, stiamo assistendo a uno stucchevole gioco delle parti finalizzato a gettare fumo negli occhi e soprattutto ad oscurare chi con serietà si è opposto alla definitiva trasformazione della Lucania infelix in hub petrolifero nazionale.

Tra “Gladiatori”, schiavi, leoni, sciacalli e giraffe, il circo petrolifero lucano si è nuovamente messo in moto, e questa volta lo spettacolo è davvero grandioso.

Leggo della convocazione di un “tavolo istituzionale” con un Ministro e un Governo che non hanno certo fatto mistero delle loro reali intenzioni.

Leggo e mi chiedo se questo “tavolo” non si trasformerà in una veglia funebre per quel che resta della Basilicata e nell’ennesimo banchetto che ingrasserà tutto ciò che da tempo ruota attorno alle attività petrolifere made in Lucania.

Il Presidente “Gladiatore”, essendo legato a filo doppio con Renzi, di tutta evidenza è inadatto a difendere - ammesso che davvero lo voglia - i nostri interessi e il nostro territorio.

Le opposizioni, se tali vogliamo definirle, si stanno rivelando una volta di più solo parte del “coro”.

L’unica possibile “conciliazione”, l’ho detto e lo ripeto, è rappresentata da uno stop a qualsiasi ulteriore concessione in materia di estrazione idrocarburi.

Al ministro Guidi, che dice che la nostra regione diventerà un caso che farà scuola, rispondo che le sue parole mi ricordano il lupo della favola di Cappuccetto Rosso.

Ahinoi, la Basilicata un “caso di scuola” lo è già e non è un caso da imitare. 

 

Approfondimento

Nuova del Sud, 11 aprile 2014

Il Quotidiano della Basilicata, 11 aprile 2014

Sito Ola, 10 aprile 2014

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Categorie: Politica

Dl Lavoro:376 modifiche in commissione - Rai News

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 14:16

euronews

Dl Lavoro:376 modifiche in commissione
Rai News
11 aprile 2014 14.13 La Commissione Lavoro di Montecitorio ha aperto la discussione sul Dl'Lavoro' presentato dal Governo. E sono 376 gli emendamenti presentati. La maggior parte delle proposte di modifica sono state presentate dal M5S (229) mentre il ...
Dl Lavoro, 376 emendamenti alla Cameraeuronews

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Categorie: Notizie

Università: Italia maglia nera Ue per numero laureati - ANSA.it

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 13:56

Skuola.net

Università: Italia maglia nera Ue per numero laureati
ANSA.it
(ANSA) - BRUXELLES, 11 APR - Italia maglia nera d'Europa per numero di laureati. E' quanto emerge dai dati Eurostat 2013, secondo cui la percentuale di italiani tra i 30 e i 34 anni che hanno completato gli studi universitari (22,4%) è la più bassa di tutti i 28 ...
Universita': Eurostat, Italia ultima in Europa per numero laureatiAdnkronos/IGN
Laureati: Italia ultima in Europa, meglio l'estSkuola.net

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Categorie: Notizie

botte calci e pugni ai pazienti psichiatrici - Rai News

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 13:51

botte calci e pugni ai pazienti psichiatrici
Rai News
Con cinquanta giorni di riprese che riportano piu' di cento episodi con pugni, calci, schiaffi, umiliazioni, i finanzieri del comando provinciale di Savona hanno documentato i maltrattamenti inflitti ai ricoverati di una residenza sanitaria assistenziale di Vado ...

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Categorie: Notizie

Torino/Ru486 - Viale, una tragica fatalità, nessun nesso tra la morte e il mifepristone

Radicali Italiani - Ven, 04/11/2014 - 13:24
11/04/14

Respinge ogni strumentalizzazione Silvio Viale, considerato il padre della “pillola” abortiva in Italia, che oggi dirige il principale servizio italiano per IVG presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino, 3490 IVG nel 2013, delle quali il 34% con l’ausilio della RU486. Viale ricorda come sono “decine di milioni le donne che hanno assunto la RU486 nel mondo” e “40.000 in Italia”.

L’episodio ricorda la prima e unica morte in Francia nel 1991, agli inizi del suo uso, che indusse a modificare il tipo di prostaglandina per tutti gli interventi abortivi introducendo il misoprostolo (Cytotec). Sono gli altri farmaci, gli stessi che si impiegano per le IVG chirurgiche, i maggiori sospettati di un nesso con le complicazioni cardiache.

 

Silvio Viale, informato del decesso di una donna di 37 anni presso l’Ospedale Martini di Torino, ha diffuso la seguente nota:

“Il mio primo pensiero va alla donna, una delle circa 40 morti in gravidanza ogni anno in Italia, e mi unisco al dolore della famiglia e allo sconcerto dei colleghi del Martini. Nonostante mi sia capitato diverse volte di trovarmi davanti a donne morte in gravidanza per parto o per complicazioni, non mi ci sono ancora abituato, ma è il mio lavoro ed è anche per questo, oltre che per amore della verità, che devo respingere pubblicamente ogni tipo di strumentalizzazione.

So che questa volta, a differenza delle altri morti in gravidanza, la tragica vicenda sarà rilanciata dalle polemiche strumentali e pretestuose degli antiabortisti. Sarà l’autopsia a dare maggiori chiarimenti su questa morte improvvisa in gravidanza per complicazioni cardiache, ma sin da ora posso affermare che non vi è alcun nesso teorico di causalità con il mifepristone (RU486), perché non ci sono i presupposti farmacologici e clinici. ll mifepristone è regolarmente autorizzato dall’AIFA anche per le IVG chirurgiche del primo trimestre e per le ITG del secondo trimestre, per cui le buone norme di pratica clinica prescriverebbero di utilizzarlo nel 100% delle IVG e, se non è cosi, è solo per motivi politici e organizzativi.

All’Ospedale Sant’Anna di Torino sono 5128 le donne che hanno assunto la RU486, 429 in questi primi mesi del 2014, e la RU486 ha rivoluzionato tempi e modalità degli aborti del secondo trimestre e reso meno traumatico l’aborto senza l’intervento chirurgico. Con l’aborto medico si usano meno farmaci e si hanno meno complicazioni. Ogni anno all’Ospedale Sant’Anna di Torino 2-3 donne debbono subire un intervento addominale come complicazione di una IVG chirurgica. A differenza del mifepristone sono gli altri farmaci utilizzati nelle IVG, sia mediche che chirurgiche, che possono avere effetti cardiaci, seppure raramente: la prostaglandina (gemeprost) in primo luogo, già individuata come responsabile di decessi e complicazioni cardiache, ma anche l’antidolorifico (ketorolac) ampiamente utilizzato off-label in gravidanza e l’antiemorragico (metilergometrina) utilizzato in Italia di routine in quasi tutti gli aborti in ospedale e a domicilio.

Anche la gravidanza di per se è un fattore di rischio. In attesa che l’autopsia indichi la causa della morte ribadisco che ben difficilmente, per non dire con ragionevole certezza, la RU486 potrà essere chiamata come responsabile diretta o indiretta delle complicazioni che hanno portato al decesso, mentre gli altri farmaci (gemeprost, ketorolac, metilerometrina) hanno tutti potenziali effetti cardiovascoalri. Tutti e quattro i farmaci sono utilizzati anche per l’aborto chirurgico. Questa tragica fatalità dovrebbe indurre ad abbassare il tono delle polemiche antiabortiste e favorire la creazioni di servizi specialistici adeguati per le IVG dove alle donne possano avere le migliori informazioni e i migliori trattamenti. Purtroppo i rischi di eventi eccezionali sono inevitabili e non rassicura di certo che siano inferiori a quelli che si corrono con la gravidanza. Per trasparenza si allegano le informazioni in fornite all’ospedale Sant’Anna di Torino prima e durante le IVG. "

Silvio Viale 339.3257406

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Categorie: Politica

Pedofilia: Papa, chiediamo perdono per il male che sacerdoti hanno ... - Adnkronos/IGN

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 13:17

Pedofilia: Papa, chiediamo perdono per il male che sacerdoti hanno ...
Adnkronos/IGN
Città del Vaticano, 111 apr. (Adnkronos) - Papa Francesco chiede perdono per gli abusi sessuali sui bambini di cui si sono macchiati alcuni sacerdoti. "La Chiesa è cosciente di questo danno", dice Bergoglio che, ricevendo in udienza la delegazione ...

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Categorie: Notizie

Savona, violenze su malati psichiatrici Dodici arresti per maltrattamenti - La Repubblica

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 12:43

Il Vostro Giornale

Savona, violenze su malati psichiatrici Dodici arresti per maltrattamenti
La Repubblica
Le aggressioni riprese da microtelecamere installate dopo i sospetti di alcuni familiari dei ricoverati. Solo 4 dipendenti su 16 della casa di cura a Vado, sono risultati estranei agli episodi di violenza. 11 aprile 2014. La clinica degli orrori era a Vado: 12 ...
Pazienti maltrattati, residenza sanitaria nel mirino delle Fiamme GialleIl Secolo XIX
Savona, calci e pugni a pazienti: arrestati 12 operatori casa di curaTMNews
Violenze sui disabili alla Vada Sabatia, le immagini shockIl Vostro Giornale
Today -Dire (Abbonamento) -Crimeblog.it (Blog)
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Categorie: Notizie

L'aborto, la legge 194, i suoi limiti, la pillola del giorno dopo, le caratteristiche mediche della RU486, il suo utilizzo, i radicali

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Ven, 04/11/2014 - 12:40
Laratta, Crosignani, Garcea, Bonino, Mussolini 9 nov 2000 Roma conv Aied Bonino, Aubeny, Parachini, Viale 10 feb 2001 Milano
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Diritti umani: Partito Radicale invia memoria a vertici Consiglio d'Europa su mancanza di rispetto degli obblighi costituzionali della Repubblica italiana

Radicali Italiani - Ven, 04/11/2014 - 12:29
11/04/14

Il 10 aprile il Partito Radicale ha inviato ai Presidenti del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa e della Corte europea sui diritti umani, e per conoscenza al Presidente del Consiglio europeo, della Commissione europea e del Parlamento europeo un documento in cui si denuncia la totale mancanza di progresso da parte dell'Italia nel recupero della legalità costituzionale e del rispetto dei suoi obblighi internazionali in materia di Stato di Diritto. 

La lettera, firmata da Emma Bonino, Marco Pannella e Marco Perduca è stata presentata l'11 aprile in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati da Rita Bernardini, Filomena Gallo, Giuseppe Rossodivita, Marco Pannella e Marco Perduca e inviata a tutti gli eurodeputati e parlamentari italiani. 

 

Testo integrale del documento

Roma, 10 aprile 2014

Alla cortese urgente attenzione di:

Sebastian Kurz, Ministro per l'Europa, Integrazione e Affari Esteri dell'Austria, Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa

Thorbjørn Jagland, Segretario-Generale, Consiglio d'Europa

Dean Spielmann, Presidente della Corte Europea dei Diritti Umani

Per conoscenza a:

Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio Europeo

Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea

On. Martin Shultz, Presidente del Parlamento Europeo

e a: tutti gli Eurodeputati e Parlamentari italiani

 

Oggetto: il mancato rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia

 

Signor Presidente:

Le scriviamo per esprimerLe la nostra più sentita preoccupazione per il modo con cui la Repubblica italiana NON stia rispettando i propri obblighi internazionali né la propria legalità costituzionale relativamente all'affermazione dello Stato di Diritto. In particolare, vorremmo attrarre la Sua attenzione sulla mancata adesione e risposta da parte dell’Italia alla “sentenza pilota” adottata dalla Corte di Strasburgo l’8 gennaio 2013, relativa alla sistemica violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani, inerente ai trattamenti inumani e degradanti nelle carceri.

Nel corso degli ultimi tre decenni, a nome e per conto del Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty, abbiamo dedicato buona parte delle nostre attività politiche a denunciare il modo con cui l'Italia sia diventata l'opposto di cosa una democrazia dovrebbe essere. Per anni l'Italia è stata, ed è tutt'oggi, in flagrante violazione della sua legalità costituzionale e, quindi, in violazione strutturale dei diritti individuali di chi ci vive. Il nostro paese è diventato una “democrazia reale” nel modo in cui, in un'altra era politica, esistevano paesi di “socialismo reale”. Uno Stato dove le regole non vengono fatte rispettare dalle istituzioni sostituendo la prassi alla norma. Ma ciò che è peggio è che le istituzioni non affrontano alla radice questo problema cruciale.

Quando si tratta di Stato di Diritto, e in particolare di amministrazione della giustizia, l'Italia è denunciata per la violazione sistematica dell'articolo 3 della Convenzione Europea ma anche per quella dell'articolo 6, relativo all'irragionevole durata dei processi. La giustizia giusta in Italia non è garantita e l'unica certezza che il nostro paese offre è quella dell'incertezza dei tempi e dei modi dell'applicazione della Legge.

Abbiamo sempre lodato l'integrità con la quale il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha fermamente denunciato la violazione da parte dell'Italia delle sentenze della Corte di Strasburgo. A più riprese il Suo Comitato ha infatti denunciato l'Italia come il paese che mina il mero concetto dello “Stato di Diritto” nel continente europeo. Condividiamo pienamente i vostri moniti e ci permettiamo di ricordare che là dove vi è strage di diritto seguono stragi di popoli. 

Oggi vogliamo cogliere l'opportunità di questa nostra comunicazione per condividere con Lei, e per suo tramite con tutto il Comitato, ulteriori elementi di contesto e informazioni puntuali che riteniamo debbano esser tenuti in considerazione quando il “caso Italia” sarà di nuovo davanti a voi nelle prossime settimane e sicuramente prima del 28 maggio 2014, termine fissato dalla sentenza pilota perché l'Italia si metta in regola coi propri obblighi internazionali.

Piuttosto che adottare i necessari rimedi legali richiesti dalla sentenza Torreggiani, il Governo italiano ha lanciato una campagna internazionale per costruire una realtà che non può, non vuole o non sa governare. Nelle settimane scorse son stati presentati dati e aggiornamenti che da una parte non sono basati su fatti consolidati e dall'altra affrontano le questioni sollevate dalla “sentenza pilota” solo in modo marginale e superficiale. 

Riteniamo che per essere all'altezza delle questioni poste dalla Corte di Strasburgo e delle dichiarazioni del Suo Comitato, l'Italia deve adottare una prima riforma strutturale: un'amnistia attraverso la quale l’amministrazione della giustizia possa riprendere il suo cammino democratico interrotto da decenni. Prima di tutto per se stessa. Un'amnistia per la Repubblica prima ancora che un'amnistia e indulto per le decine di migliaia di persone che soffrono trattamenti inumani e degradanti nei 205 istituti penitenziari del nostro paese e per i milioni di cittadini colpiti, sia nel penale che nel civile, da una giustizia irragionevolmente ritardata.

 

Signor Presidente,

il 23 settembre 2013, il Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty e il Comitato Radicale per la Giustizia Pietro Calamandrei hanno inviato una diffida formale a 675 soggetti istituzionali responsabili per l'esecuzione delle sentenze di condanna e le ordinanze relative alle misure cautelari. Quel documento, inviato per opportuna e debita conoscenza anche a Nils Muižnieks, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, chiede che prima dell'esecuzione della pena venga verificata la disponibilità di posti a norma di legge nei vari penitenziari italiani e che, in caso contrario, non venga dato seguito all’attuazione di una pena illegale. Secondo le informazioni in nostro possesso nessuno dei soggetti interessati dalla diffida ha ritenuto di agire di conseguenza.

Nel suo messaggio al Parlamento dell’8 ottobre 2013 – il primo e unico dei suoi due mandati – il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto richiamare la sentenza della Corte Costituzionale (n. 210 del 2013) con la quale essa ha stabilito che, in caso di pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che accertano la violazione da parte di uno Stato delle norme della Convenzione, "è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione cessino".

Ed è stato lo stesso Presidente della Repubblica che, dopo aver elencato tutta una serie di provvedimenti in tema di de-carcerizzazione e depenalizzazione, ad ammonire nel suo messaggio che“tutti i citati interventi - certamente condivisibili e di cui ritengo auspicabile la rapida definizione - appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea. Ritengo perciò necessario intervenire nell'immediato con il ricorso a "rimedi straordinari".” 

È dunque il Presidente Napolitano a indicare Amnistia e Indulto non solo per interrompere – senza perdere un solo giorno – i trattamenti inumani e degradanti nelle nostre carceri, ma anche per accelerare i tempi della Giustizia perché anche sulla giustizia “ritardata” (che è giustizia negata) abbiamo un fardello ultratrentennale di condanne europee per violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti Umani riguardante l’”irragionevole durata dei processi”.

A sette mesi dal messaggio del Presidente Napolitano, solo la Camera dei Deputati ha ritenuto di convocare una sessione di dibattito sulle questioni inerenti all'intervento presidenziale. Purtroppo la seduta di tre ore ha discusso di un documento preparato dalla Presidente della Commissione Giustizia della Camera e non del messaggio del Presidente. Nessuna decisione relativa a riforme strutturali è stata adottata al termine della discussione.

Tutti i provvedimenti approvati in via definitiva fino a questo momento hanno una scarsa incidenza sul sovraffollamento carcerario. L’ultimo, quello che porta il titolo "Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili" prevede per l’accesso alle misure alternative pene edittali così basse che nessuno in Italia finisce in carcere per quel tipo di delitti.

Allo stesso tempo la Commissione giustizia della Camera alta ha registrato la presentazione di almeno tre differenti proposte di legge relative all'amnistia e all’indulto. All'inizio degli anni Novanta, a seguito dell'adozione dell'ultima legge sull'amnistia, il Parlamento ha modificato la Costituzione in materia richiedendo una maggioranza di due terzi perché un'amnistia possa esser introdotta. Paradossalmente nel nostro Paese si può abrogare tutto il Codice Penale con un voto a maggioranza semplice, mentre per introdurre una misura clemenza occorre la stessa maggioranza che occorre per modificare la Costituzione. La Commissione giustizia del Senato non ha reso noto quale sarà l'iter parlamentare dei progetti di leggi illustrati.

Prima della formazione del Governo Renzi, che non ha confermato la Ministra della Giustizia, la responsabile di quel dicastero Anna Maria Cancellieri aveva sollevato in più contesti il problema drammatico dell'amministrazione della giustizia. In particolare il 24 gennaio 2013, nel suo discorso alla Camera dei Deputati sullo stato della giustizia in Italia, la Ministra aveva affrontato la famigerata questione della capienza regolamentare delle carceri italiane. Nel suo intervento la Cancellieri aveva affermato chiaramente che alla fine del 2013 la capienza legale degli istituti penitenziari italiani era di 47.599 posti; allo stesso tempo aveva dichiarato che da quella cifra avrebbero dovuto esser tolti circa 4500 posti per via di lavori di ordinaria o straordinaria amministrazione in diversi edifici.

Era la prima volta che un Ministro della giustizia ammetteva ufficialmente la nuova capienza regolamentare, una cifra, quella dei 47.500 posti solitamente dichiarati, da cui occorre sottrarne quasi 5000. In quell'occasione la Ministro annunciò anche che nel quadro del "piano carceri" 12.324 nuovi posti sarebbero stati realizzati e che di questi 5.012 erano già a disposizione senza però specificare se in effetti questi siano già utilizzati. Occorre ricordare che altrove nel suo intervento la Cancellieri aveva anche lamentato la strutturale mancanza del personale di polizia penitenziaria, una mancanza che non consente l'apertura di nuove carceri.

I numeri presentati dalla Ministra erano stati calcolati alla data del 4 dicembre 2013, data in cui “64.056 era il numero totale dei ristretti, dei quali 11.880 in attesa di primo giudizio, 12.049 senza una sentenza definitiva e 38.828 condannati definitivamente; 1189 gli internati. Gli uomini erano 61.266, le donne 2.790. I cittadini italiani erano 41.641 i non italiani 22.415”. Alla fine di marzo le persone ristrette in Italia erano 60.197.

Altrove la Ministra Cancellieri aveva dichiarato pubblicamente che ci sono oltre 3,5 milioni di procedimenti penali in corso in Italia e che la loro durata media è di ben oltre i cinque anni - in patente contrasto con l'articolo 6 della Convenzione europea relativa al giusto processo. A questi vanno aggiunti oltre 1,8 milioni di procedimenti aperti contro persone irreperibili.

A metà marzo del corrente anno, l'On Andrea Orlando, il nuovo Ministro della giustizia, ha effettuato una missione a Strasburgo per rassicurare il Consiglio d'Europa sui progressi normativi in risposta alla sentenza Torreggiani. Le sue comunicazioni sono state di tono completamente differente di quelle del suo predecessore; infatti il Ministro Orlando ha offerto dati molto parziali e non corroborati da numeri consolidati né tantomeno supportati da un'analisi generale del contesto attuale che, tra le altre cose, includesse anche il numero di agenti di polizia penitenziaria necessari all'inaugurazione dei nuovi posti annunciati col “piano carceri”. Il Ministro ha sviluppato i suoi interventi attorno a un catalogo di desideri piuttosto che annunciare le riforme strutturali richieste dalla “sentenza pilota”.

Alla fine di marzo 2014, un paio di giorni dopo la visita del Ministro Orlando a Strasburgo, una delegazione del Parlamento europeo si è recata in Italia per visitare due carceri: Rebibbia a Roma e Poggio Reale a Napoli. Il gruppo era guidato dall'On. Juan Fernando Lòpez Aguilar, Presidente del Comitato sulle libertà civili del PE, l'On. Frank Engel e l'On Kinga Göncz, accompagnati dai colleghi italiani Salvatore Iacolino, Roberta Angelilli e Salvatore Caronna. A conclusione della loro visita gli eurodeputati hanno rilasciato dichiarazioni di condanna  molto grave delle condizioni generali delle carceri visitate denunciando la mancanza di rispetto degli obblighi internazionali da parte dell'Italia.

Il 2 aprile 2014, a seguito di una richiesta pubblica della nostra compagna ex Parlamentare Rita Bernardini, segretario di Radicali Italiani, il DAP ha affermato pubblicamente che a quella data la capienza legale delle 205 carceri italiane doveva esser ricalcolata a 43.547 posti - 90,14% di quanto ufficialmente affermato in passato – e che quei numeri dovevano comunque esser considerati “fluttuanti” per motivi legati all'ordinaria e straordinaria manutenzione delle strutture detentive.

A nostro avvisto, tale dichiarazione conferma l'impossibilità fisiologica del DAP, e quindi del Ministero, di poter avere un'idea chiara di quale sia la capienza regolamentare dell'intero sistema penitenziario italiano oltre che, naturalmente, una clamorosa smentita di quanto affermato in precedenza dal Dipartimento stesso.

In aggiunta alle varie censure internazionali, l'11 marzo scorso, l'Italia ne ha dovuto subire anche una bilaterale. Infatti è di quella data la decisione delle Royal Courts of Justice di Londra che hanno adottato una sentenza che ha negato la richiesta d'estradizione verso l'Italia del signor Hayle Abdi Badre, un cittadino somalo, avanzata dal Tribunale di Firenze.

 

Nel paragrafo finale della decisione Lord Justice McComb scrive: 

“Nel concedere l'appello per i motivi summenzionati, trovo che sia importante affermare che, a mio giudizio, ciò non vuol dire che, nel periodo in cui l'Italia cerca di risolvere il suo problema sistematico sulle prigioni identificato dalla Corte europea, non possa esser consentita l'estradizione di individui dal Regno unito [verso quel paese]. Per affrontare le conseguenze della [sentenza] Torreggiani, uno si aspetterebbe però un'assicurazione che (per es.) un individuo, se estradato in Italia, sarebbe ristretto in un determinato carcere con un'indicazione delle condizioni di quell'istituto e del perché non sia da includere nelle critiche rivolte alle altre carceri italiane. Però, per i motivi su esposti, le assicurazioni fornite in questo caso sono insufficienti a persuadermi che, se l'appellante dovesse esser estradato verso l'Italia, egli non sarebbe a rischio di esser esposto alle condizioni che violano i suoi diritti come prescritto dall'articolo 3 [dalla Convenzione europea].”

In meno di una settimana la sentenza Badre ha funto da precedente per una decisione simile adottata il 17 marzo 2014 dal giudice Howard Riddle, Senior District Judge (Chief Magistrate) delle Westminster Magistrates’ Court nel caso “The Court of Appeal, Palermo, Italy v. Domenico Rancadore” che ha negato l'estradizione del boss mafioso verso l'Italia per gli stessi motivi. Una decisione simile è stata adottata recentemente anche in Svizzera.

Mentre i Tribunali britannici e svizzeri hanno respinto le richieste di estradizione verso il nostro paese sulla base dei trattamenti inumani e degradanti delle carceri italiane, l'ordinamento giudiziario del nostro paese continua a eseguire e amministrare pene e sentenze, o misure custodiali, che sono da ritenersi tecnicamente illegali perché erogate in piena conoscenza dei trattamenti inumani e degradanti che aspettano coloro che verranno ristretti nelle carceri italiane. Tutte queste decisioni sono adottate contro la diffida del Partito Radicale della fine del settembre scorso.

Nelle prossime settimane tanto la Corte europea sui diritti umani che la Corte Internazionale di giustizia avranno davanti a loro denunce contro l'Italia relative all'ambiente e ai diritti lavorativi. Queste probabili nuove sentenze si vanno ad aggiungere alle oltre 100 infrazioni con l'Unione europea per i motivi più vari . Nel 2013, l'Italia ha subito il più alto numero di multe di tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa.

In conclusione, Signor Presidente, per quanto esposto più sopra, possiamo affermare senza timore di smentita che in Italia la situazione relativa alla violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea non sia materialmente cambiata. A oggi, per il prossimo futuro, non esistono prospettive realistiche che essa possa modificarsi in alcun modo e sicuramente non entro il termine del 28 maggio 2014 fissato dalla sentenza Torreggiani. Nel frattempo, dobbiamo registrare che negli ultimi giorni sono morte nelle carceri italiane altre due persone, ambedue trentasettenni, una nel Carcere di Civitavecchia e l’altra nel carcere Pagliarelli di Palermo. Salgono così a 39 le persone detenute morte nei primi 4 mesi del 2014, tra queste, ben 11 sono stati i suicidi.

 

Signor Presidente,

negli anni, solo il Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty si è assunto la responsabilità di segnalare il “caso Italia” a livello internazionale attivando tutti i meccanismi a disposizione di individui e associazioni per denunciare le flagranti condotte criminali della Repubblica italiana. Dalla Corte Costituzionale ai tribunali locali ai TAR; dalla Corte di Strasburgo al Consiglio e Commissione Onu sui diritti umani; dalle Assemblee parlamentari dell'OSCE e del Consiglio d'Europa al Parlamento Europeo abbiamo presentato decine e decine di documenti legali e politici per sollevare il problema di legalità costituzionale dell'Italia. Sfortunatamente, a oggi, l'Italia non ha cambiato il proprio comportamento di “delinquente professionale”.

In questi giorni stiamo portato avanti un satyagraha, l'ennesimo, affinché questa incredibile realtà emerga in tutti i fori possibili e perché possa esser studiata in tutti i suoi aspetti drammatici e tragici nonché nelle sue ripercussioni nazionali e internazionali. Rita Bernardini è in sciopero della fame dal 27 febbraio scorso per accompagnare questa mobilitazione e nell'ultimo mese oltre 1500 persone si sono unite alla sua azione nonviolenta. Alla data in cui Le inviamo questa lettera né il Governo né il Parlamento italiano, né tantomeno i media del nostro paese, hanno preso in considerazione questo satyagraha. Tutto ciò che attiene alla giustizia, alla legalità costituzionale e alle condizioni detentive continua a esser espulso dal dibattito pubblico.

A questo proposito Le annunciamo sin d'ora, signor Presidente, che non mancheremo di tenerLa informata sulla situazione relativa alla violazione del diritto alla conoscenza dei cittadini in Italia, materia che richiede una trattazione dettagliata e approfondita che sicuramente può far emergere ulteriori motivi di preoccupazione dell'organo che Lei presiede.

 

Signor Presidente,

riteniamo che i risultati di ciò che dovrebbe esser tecnicamente considerata una condotta criminale sono evidenti e che sia arrivato il tempo per le istituzioni sovrannazionali che devono monitorare e sanzionare le violazioni dello Stato di Diritto internazionale di prendere delle iniziative strutturali contro l'Italia per ristabilire un minimo di legalità costituzionale e non condannare chi vive sul territorio italiano a soffrire una così persistente e pervasiva violazione dei propri diritti individuali.

Certi che il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa da Lei guidato continuerà nella sua opera diretta all’affermazione  e al rispetto degli obbligo internazionali dei suoi Stati membri, e grati del tempo e della considerazione che Ella ha voluto riservarci, riteniamo utile condividere infine ulteriori informazioni di contesto inerenti allo stato dell'arte del generale rispetto dei dritti umani in Italia. A questo indirizzo potrà trovare le osservazioni inviate dal Partito Radicale all'ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu in vista della Revisione periodica universale che il nostro paese dovrà subire alle Nazioni unite di Ginevra a ottobre prossimo. Siamo certi che potranno offrire ulteriori elementi di riflessione su come ormai l'Italia si sia distaccata da un sistema basato sullo Stato di Diritto.

 

Emma Bonino, Marco Pannella, Marco Perduca

© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati

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Milano: 83enne trovata morta in casa, si sospetta omicidio - AGI - Agenzia Giornalistica Italia

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 12:28

La Repubblica

Milano: 83enne trovata morta in casa, si sospetta omicidio
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
(AGI) - Milano, 11 apr. - La Squadra Mobile di Milano sta indagando sulla morte della signora Anna Di Vita, 83 anni, il cui cadavere e' stato ritrovato nella tarda mattinata di ieri nel suo appartamento al secondo piano di un palazzo in via dei Giaggioli 9, zona ...
Anziana morta in casa, ipotesi omicidioCorriere della Sera
Milano, 83enne trovata morta nella sua casa al Lorenteggio: forse ...La Repubblica
Anziana trovata morta in casa, appartamento in disordine: ipotesi ...Il Giorno

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Ocse: in Italia cuneo fiscale 47,8%, sesto piu' alto dell'area - AGI - Agenzia Giornalistica Italia

Google: notizie dall'Italia - Ven, 04/11/2014 - 11:54

AGI - Agenzia Giornalistica Italia

Ocse: in Italia cuneo fiscale 47,8%, sesto piu' alto dell'area
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
(AGI) - Roma, 11 apr. - Il cuneo fiscale complessivo in Italia e' pari al 47,8% della retribuzione lorda per un lavoratore medio single e senza figli. E' quanto emerge dal rapporto dell'Ocse 'Taxing Wages'. In cima alla classifica altri cinque paesi europei: Belgio ...
Ocse:Italia, salario medio +1,3% in 2013, meno di inflazioneANSA.it
Ocse: nel 2013 cuneo fiscale salito di 0,2 punti al 35,9 PERCENTOAgenzia di Stampa Asca
Ocse: salario medio Italia +1,3%TGCOM
Borsa Italiana -Italia Oggi -idealista.it/news
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Diritti umani: Partito Radicale invia memoria a vertici Consiglio d'Europa su mancanza di rispetto degli obblighi costituzionali della Repubblica italiana

Radicali Italiani - Ven, 04/11/2014 - 11:39
11/04/14

 Il 10 aprile il Partito Radicale ha inviato ai Presidenti del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa e della Corte europea sui diritti umani, e per conoscenza al Presidente del Consiglio europeo, della Commissione europea e del Parlamento europeo un documento in cui si denuncia la totale mancanza di progresso da parte dell'Italia nel recupero della legalita' costituzionale e del rispetto dei suoi obblighi internazionali in materia di Stato di Diritto.

La lettera, firmata da Emma Bonino, Marco Pannella e Marco Perduca e' stata presentata l'11 aprile alla Camera dei Deputati e inviata a tutti gli eurodeputati e parlamentari italiani.

Testo integrale del documento Roma, 10 aprile 2014 alla cortese urgente attenzione di: Sebastian Kurz, Ministro per l'Europa, Integrazione e Affari Esteri dell'Austria, Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa
Thorbjørn Jagland, Segretario-Generale, Consiglio d'Europa
Dean Spielmann, Presidente della Corte Europea dei Diritti Umani Per conoscenza a:
Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio Europeo
Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea
On. Martin Shultz, Presidente del Parlamento Europeo
e a: tutti gli Eurodeputati e Parlamentari italiani oggetto: il mancato rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia Signor Presidente: Le scriviamo per esprimerLe la nostra più sentita preoccupazione per il modo con cui la Repubblica italiana NON stia rispettando i propri obblighi internazionali né la propria legalità costituzionale relativamente all'affermazione dello Stato di Diritto. In particolare, vorremmo attrarre la Sua attenzione sulla mancata adesione e risposta da parte dell’Italia alla “sentenza pilota” adottata dalla Corte di Strasburgo l’8 gennaio 2013, relativa alla sistemica violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani, inerente ai trattamenti inumani e degradanti nelle carceri. Nel corso degli ultimi tre decenni, a nome e per conto del Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty, abbiamo dedicato buona parte delle nostre attività politiche a denunciare il modo con cui l'Italia sia diventata l'opposto di cosa una democrazia dovrebbe essere. Per anni l'Italia è stata, ed è tutt'oggi, in flagrante violazione della sua legalità costituzionale e, quindi, in violazione strutturale dei diritti individuali di chi ci vive. Il nostro paese è diventato una “democrazia reale” nel modo in cui, in un'altra era politica, esistevano paesi di “socialismo reale”. Uno Stato dove le regole non vengono fatte rispettare dalle istituzioni sostituendo la prassi alla norma. Ma ciò che è peggio è che le istituzioni non affrontano alla radice questo problema cruciale. Quando si tratta di Stato di Diritto, e in particolare di amministrazione della giustizia, l'Italia è denunciata per la violazione sistematica dell'articolo 3 della Convenzione Europea ma anche per quella dell'articolo 6, relativo all'irragionevole durata dei processi. La giustizia giusta in Italia non è garantita e l'unica certezza che il nostro paese offre è quella dell'incertezza dei tempi e dei modi dell'applicazione della Legge. Abbiamo sempre lodato l'integrità con la quale il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha fermamente denunciato la violazione da parte dell'Italia delle sentenze della Corte di Strasburgo. A più riprese il Suo Comitato ha infatti denunciato l'Italia come il paese che mina il mero concetto dello “Stato di Diritto” nel continente europeo. Condividiamo pienamente i vostri moniti e ci permettiamo di ricordare che là dove vi è strage di diritto seguono stragi di popoli.  Oggi vogliamo cogliere l'opportunità di questa nostra comunicazione per condividere con Lei, e per suo tramite con tutto il Comitato, ulteriori elementi di contesto e informazioni puntuali che riteniamo debbano esser tenuti in considerazione quando il “caso Italia” sarà di nuovo davanti a voi nelle prossime settimane e sicuramente prima del 28 maggio 2014, termine fissato dalla sentenza pilota perché l'Italia si metta in regola coi propri obblighi internazionali. Piuttosto che adottare i necessari rimedi legali richiesti dalla sentenza Torreggiani, il Governo italiano ha lanciato una campagna internazionale per costruire una realtà che non può, non vuole o non sa governare. Nelle settimane scorse son stati presentati dati e aggiornamenti che da una parte non sono basati su fatti consolidati e dall'altra affrontano le questioni sollevate dalla “sentenza pilota” solo in modo marginale e superficiale.  Riteniamo che per essere all'altezza delle questioni poste dalla Corte di Strasburgo e delle dichiarazioni del Suo Comitato, l'Italia deve adottare una prima riforma strutturale: un'amnistia attraverso la quale l’amministrazione della giustizia possa riprendere il suo cammino democratico interrotto da decenni. Prima di tutto per se stessa. Un'amnistia per la Repubblica prima ancora che un'amnistia e indulto per le decine di migliaia di persone che soffrono trattamenti inumani e degradanti nei 205 istituti penitenziari del nostro paese e per i milioni di cittadini colpiti, sia nel penale che nel civile, da una giustizia irragionevolmente ritardata. Signor Presidente, Il 23 settembre 2013, il Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty e il Comitato Radicale per la Giustizia Pietro Calamandrei hanno inviato una diffida formale a 675 soggetti istituzionali responsabili per l'esecuzione delle sentenze di condanna e le ordinanze relative alle misure cautelari. Quel documento, inviato per opportuna e debita conoscenza anche a Nils Muižnieks, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, chiede che prima dell'esecuzione della pena venga verificata la disponibilità di posti a norma di legge nei vari penitenziari italiani e che, in caso contrario, non venga dato seguito all’attuazione di una pena illegale. Secondo le informazioni in nostro possesso nessuno dei soggetti interessati dalla diffida ha ritenuto di agire di conseguenza. Nel suo messaggio al Parlamento dell’8 ottobre 2013 – il primo e unico dei suoi due mandati – il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto richiamare la sentenza della Corte Costituzionale (n. 210 del 2013) con la quale essa ha stabilito che, in caso di pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che accertano la violazione da parte di uno Stato delle norme della Convenzione, "è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione cessino". Ed è stato lo stesso Presidente della Repubblica che, dopo aver elencato tutta una serie di provvedimenti in tema di de-carcerizzazione e depenalizzazione, ad ammonire nel suo messaggio che“tutti i citati interventi - certamente condivisibili e di cui ritengo auspicabile la rapida definizione - appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea. Ritengo perciò necessario intervenire nell'immediato con il ricorso a "rimedi straordinari".”  E’ dunque il Presidente Napolitano a indicare Amnistia e Indulto non solo per interrompere – senza perdere un solo giorno – i trattamenti inumani e degradanti nelle nostre carceri, ma anche per accelerare i tempi della Giustizia perché anche sulla giustizia “ritardata” (che è giustizia negata) abbiamo un fardello ultratrentennale di condanne europee per violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti Umani riguardante l’”irragionevole durata dei processi”.

A sette mesi dal messaggio del Presidente Napolitano, solo la Camera dei Deputati ha ritenuto di convocare una sessione di dibattito sulle questioni inerenti all'intervento presidenziale. Purtroppo la seduta di tre ore ha discusso di un documento preparato dalla Presidente della Commissione Giustizia della Camera e non del messaggio del Presidente. Nessuna decisione relativa a riforme strutturali è stata adottata al termine della discussione. Tutti i provvedimenti approvati in via definitiva fino a questo momento hanno una scarsa incidenza sul sovraffollamento carcerario. L’ultimo, quello che porta il titolo "Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili" prevede per l’accesso alle misure alternative pene edittali così basse che nessuno in Italia finisce in carcere per quel tipo di delitti. Allo stesso tempo la Commissione giustizia della Camera alta ha registrato la presentazione di almeno tre differenti proposte di legge relative all'amnistia e all’indulto. All'inizio degli anni Novanta, a seguito dell'adozione dell'ultima legge sull'amnistia, il Parlamento ha modificato la Costituzione in materia richiedendo una maggioranza di due terzi perché un'amnistia possa esser introdotta. Paradossalmente nel nostro Paese si può abrogare tutto il Codice Penale con un voto a maggioranza semplice, mentre per introdurre una misura clemenza occorre la stessa maggioranza che occorre per modificare la Costituzione. La Commissione giustizia del Senato non ha reso noto quale sarà l'iter parlamentare dei progetti di leggi illustrati. Prima della formazione del Governo Renzi, che non ha confermato la Ministra della Giustizia, la responsabile di quel dicastero Anna Maria Cancellieri aveva sollevato in più contesti il problema drammatico dell'amministrazione della giustizia. In particolare il 24 gennaio 2013, nel suo discorso alla Camera dei Deputati sullo stato della giustizia in Italia, la Ministra aveva affrontato la famigerata questione della capienza regolamentare delle carceri italiane. Nel suo intervento la Cancellieri aveva affermato chiaramente che alla fine del 2013 la capienza legale degli istituti penitenziari italiani era di 47.599 posti; allo stesso tempo aveva dichiarato che da quella cifra avrebbero dovuto esser tolti circa 4500 posti per via di lavori di ordinaria o straordinaria amministrazione in diversi edifici.

Era la prima volta che un Ministro della giustizia ammetteva ufficialmente la nuova capienza regolamentare, una cifra, quella dei 47.500 posti solitamente dichiarati, da cui occorre sottrarne quasi 5000. In quell'occasione la Ministro annunciò anche che nel quadro del "piano carceri" 12.324 nuovi posti sarebbero stati realizzati e che di questi 5.012 erano già a disposizione senza però specificare se in effetti questi siano già utilizzati. Occorre ricordare che altrove nel suo intervento la Cancellieri aveva anche lamentato la strutturale mancanza del personale di polizia penitenziaria, una mancanza che non consente l'apertura di nuove carceri.

I numeri presentati dalla Ministra erano stati calcolati alla data del 4 dicembre 2013, data in cui “64.056 era il numero totale dei ristretti, dei quali 11.880 in attesa di primo giudizio, 12.049 senza una sentenza definitiva e 38.828 condannati definitivamente; 1189 gli internati. Gli uomini erano 61.266, le donne 2.790. I cittadini italiani erano 41.641 i non italiani 22.415”. Alla fine di marzo le persone ristrette in Italia erano 60.197.

Altrove la Ministra Cancellieri aveva dichiarato pubblicamente che ci sono oltre 3,5 milioni di procedimenti penali in corso in Italia e che la loro durata media è di ben oltre i cinque anni - in patente contrasto con l'articolo 6 della Convenzione europea relativa al giusto processo. A questi vanno aggiunti oltre 1,8 milioni di procedimenti aperti contro persone irreperibili. A metà marzo del corrente anno, l'On Andrea Orlando, il nuovo Ministro della giustizia, ha effettuato una missione a Strasburgo per rassicurare il Consiglio d'Europa sui progressi normativi in risposta alla sentenza Torreggiani. Le sue comunicazioni sono state di tono completamente differente di quelle del suo predecessore; infatti il Ministro Orlando ha offerto dati molto parziali e non corroborati da numeri consolidati né tantomeno supportati da un'analisi generale del contesto attuale che, tra le altre cose, includesse anche il numero di agenti di polizia penitenziaria necessari all'inaugurazione dei nuovi posti annunciati col “piano carceri”. Il Ministro ha sviluppato i suoi interventi attorno a un catalogo di desideri piuttosto che annunciare le riforme strutturali richieste dalla “sentenza pilota”. Alla fine di marzo 2014, un paio di giorni dopo la visita del Ministro Orlando a Strasburgo, una delegazione del Parlamento europeo si è recata in Italia per visitare due carceri: Rebibbia a Roma e Poggio Reale a Napoli. Il gruppo era guidato dall'On. Juan Fernando Lòpez Aguilar, Presidente del Comitato sulle libertà civili del PE, l'On. Frank Engel e l'On Kinga Göncz, accompagnati dai colleghi italiani Salvatore Iacolino, Roberta Angelilli e Salvatore Caronna. A conclusione della loro visita gli eurodeputati hanno rilasciato dichiarazioni di condanna  molto grave delle condizioni generali delle carceri visitate denunciando la mancanza di rispetto degli obblighi internazionali da parte dell'Italia. Il 2 aprile 2014, a seguito di una richiesta pubblica della nostra compagna ex Parlamentare Rita Bernardini, segretario di Radicali Italiani, il DAP ha affermato pubblicamente che a quella data la capienza legale delle 205 carceri italiane doveva esser ricalcolata a 43.547 posti - 90,14% di quanto ufficialmente affermato in passato – e che quei numeri dovevano comunque esser considerati “fluttuanti” per motivi legati all'ordinaria e straordinaria manutenzione delle strutture detentive. A nostro avvisto, tale dichiarazione conferma l'impossibilità fisiologica del DAP, e quindi del Ministero, di poter avere un'idea chiara di quale sia la capienza regolamentare dell'intero sistema penitenziario italiano oltre che, naturalmente, una clamorosa smentita di quanto affermato in precedenza dal Dipartimento stesso. In aggiunta alle varie censure internazionali, l'11 marzo scorso, l'Italia ne ha dovuto subire anche una bilaterale. Infatti è di quella data la decisione delle Royal Courts of Justice di Londra che hanno adottato una sentenza che ha negato la richiesta d'estradizione verso l'Italia del signor Hayle Abdi Badre, un cittadino somalo, avanzata dal Tribunale di Firenze. Nel paragrafo finale della decisione Lord Justice McComb scrive:  “Nel concedere l'appello per i motivi summenzionati, trovo che sia importante affermare che, a mio giudizio, ciò non vuol dire che, nel periodo in cui l'Italia cerca di risolvere il suo problema sistematico sulle prigioni identificato dalla Corte europea, non possa esser consentita l'estradizione di individui dal Regno unito [verso quel paese]. Per affrontare le conseguenze della [sentenza] Torreggiani, uno si aspetterebbe però un'assicurazione che (per es.) un individuo, se estradato in Italia, sarebbe ristretto in un determinato carcere con un'indicazione delle condizioni di quell'istituto e del perché non sia da includere nelle critiche rivolte alle altre carceri italiane. Però, per i motivi su esposti, le assicurazioni fornite in questo caso sono insufficienti a persuadermi che, se l'appellante dovesse esser estradato verso l'Italia, egli non sarebbe a rischio di esser esposto alle condizioni che violano i suoi diritti come prescritto dall'articolo 3 [dalla Convenzione europea].” In meno di una settimana la sentenza Badre ha funto da precedente per una decisione simile adottata il 17 marzo 2014 dal giudice Howard Riddle, Senior District Judge (Chief Magistrate) delle Westminster Magistrates’ Court nel caso “The Court of Appeal, Palermo, Italy v. Domenico Rancadore” che ha negato l'estradizione del boss mafioso verso l'Italia per gli stessi motivi. Una decisione simile è stata adottata recentemente anche in Svizzera. Mentre i Tribunali britannici e svizzeri hanno respinto le richieste di estradizione verso il nostro paese sulla base dei trattamenti inumani e degradanti delle carceri italiane, l'ordinamento giudiziario del nostro paese continua a eseguire e amministrare pene e sentenze, o misure custodiali, che sono da ritenersi tecnicamente illegali perché erogate in piena conoscenza dei trattamenti inumani e degradanti che aspettano coloro che verranno ristretti nelle carceri italiane. Tutte queste decisioni sono adottate contro la diffida del Partito Radicale della fine del settembre scorso. Nelle prossime settimane tanto la Corte europea sui diritti umani che la Corte Internazionale di giustizia avranno davanti a loro denunce contro l'Italia relative all'ambiente e ai diritti lavorativi. Queste probabili nuove sentenze si vanno ad aggiungere alle oltre 100 infrazioni con l'Unione europea per i motivi più vari . Nel 2013, l'Italia ha subito il più alto numero di multe di tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa. In conclusione, Signor Presidente, per quanto esposto più sopra, possiamo affermare senza timore di smentita che in Italia la situazione relativa alla violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea non sia materialmente cambiata. A oggi, per il prossimo futuro, non esistono prospettive realistiche che essa possa modificarsi in alcun modo e sicuramente non entro il termine del 28 maggio 2014 fissato dalla sentenza Torreggiani. Nel frattempo, dobbiamo registrare che negli ultimi giorni sono morte nelle carceri italiane altre due persone, ambedue trentasettenni, una nel Carcere di Civitavecchia e l’altra nel carcere Pagliarelli di Palermo. Salgono così a 39 le persone detenute morte nei primi 4 mesi del 2014, tra queste, ben 11 sono stati i suicidi. Signor Presidente, Negli anni, solo il Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty si è assunto la responsabilità di segnalare il “caso Italia” a livello internazionale attivando tutti i meccanismi a disposizione di individui e associazioni per denunciare le flagranti condotte criminali della Repubblica italiana. Dalla Corte Costituzionale ai tribunali locali ai TAR; dalla Corte di Strasburgo al Consiglio e Commissione Onu sui diritti umani; dalle Assemblee parlamentari dell'OSCE e del Consiglio d'Europa al Parlamento Europeo abbiamo presentato decine e decine di documenti legali e politici per sollevare il problema di legalità costituzionale dell'Italia. Sfortunatamente, a oggi, l'Italia non ha cambiato il proprio comportamento di “delinquente professionale”. In questi giorni stiamo portato avanti un satyagraha, l'ennesimo, affinché questa incredibile realtà emerga in tutti i fori possibili e perché possa esser studiata in tutti i suoi aspetti drammatici e tragici nonché nelle sue ripercussioni nazionali e internazionali. Rita Bernardini è in sciopero della fame dal 27 febbraio scorso per accompagnare questa mobilitazione e nell'ultimo mese oltre 1500 persone si sono unite alla sua azione nonviolenta. Alla data in cui Le inviamo questa lettera né il Governo né il Parlamento italiano, né tantomeno i media del nostro paese, hanno preso in considerazione questo satyagraha. Tutto ciò che attiene alla giustizia, alla legalità costituzionale e alle condizioni detentive continua a esser espulso dal dibattito pubblico. A questo proposito Le annunciamo sin d'ora, signor Presidente, che non mancheremo di tenerLa informata sulla situazione relativa alla violazione del diritto alla conoscenza dei cittadini in Italia, materia che richiede una trattazione dettagliata e approfondita che sicuramente può far emergere ulteriori motivi di preoccupazione dell'organo che Lei presiede. Signor Presidente, Riteniamo che i risultati di ciò che dovrebbe esser tecnicamente considerata una condotta criminale sono evidenti e che sia arrivato il tempo per le istituzioni sovrannazionali che devono monitorare e sanzionare le violazioni dello Stato di Diritto internazionale di prendere delle iniziative strutturali contro l'Italia per ristabilire un minimo di legalità costituzionale e non condannare chi vive sul territorio italiano a soffrire una così persistente e pervasiva violazione dei propri diritti individuali. Certi che il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa da Lei guidato continuerà nella sua opera diretta all’affermazione  e al rispetto degli obbligo internazionali dei suoi Stati membri, e grati del tempo e della considerazione che Ella ha voluto riservarci, riteniamo utile condividere infine ulteriori informazioni di contesto inerenti allo stato dell'arte del generale rispetto dei dritti umani in Italia. A questo indirizzo potrà trovare le osservazioni inviate dal Partito Radicale all'ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu in vista della Revisione periodica universale che il nostro paese dovrà subire alle Nazioni unite di Ginevra a ottobre prossimo. Siamo certi che potranno offrire ulteriori elementi di riflessione su come ormai l'Italia si sia distaccata da un sistema basato sullo Stato di Diritto. Emma Bonino, Marco Pannella, Marco Perduca

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